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31.1.25

con il cuore e con la mente per essere felici


partendo sia dal ritrovamento mettendo in ordine la mia libreria e rilettura di una vecchia agenda agenda
smemoranda più precisamente quella 1994/1995:
Con il cuore e con la mente  (  foto   a  destra  )  
dal video sotto   estrapolato  dal film  
da Caro diario  di Nanni  Moretti   ho  incominciato  a     farmi     anzi   meglio  a  rifarmi   ancora  ,  perché   è direttamente  o  indirettamente      che me  le  faccio      sia   con  l'analista  e   poi  da  solo   da  prima   che   aprissi il  blog  e  poi  i  social )   queste  elucubrazioni  ....  ehm  ....     domande   come fanno     quest articolo della rivista Grazia  e    quest  altro  del sito  (  uno  d quelli  da me   consultati   per  il post   odierno  )


The lamenteemeravigliosa.it/ da me  rielaborato . 




   Esiste davvero una distanza insormontabile tra mente e cuore oppure sono due cose in una? Viene prima il cuore e poi la mente o viceversa? Chi vi guida nella ricerca della verità    e  alla  creazione della  nostra opera  d'arte  ? 
Lungo la nostra vita  \  opera  d'arte   affrontiamo infinite battaglie tra questi due poli che controllano i nostri sentimenti, emozioni, decisioni, successi e fallimenti. Ci troviamo a interrogarci di fronte a grandi dilemmi che finiscono con l’annullarci, fanno crollare la nostra coerenza e ci fanno sentire insicuri, perché la maggior parte delle volte non sappiamo fino all’ultimo se stiamo facendo la scelta giusta. Ed è
proprio quando dobbiamo prendere una decisione che entrano in gioco mente e cuore.Quale dei due dobbiamo seguire e ascoltare?
La verità è che nessuno di questi due elementi è migliore dell’altro e  non  possiamo  usarli  da  soli  . Non possiamo lasciarci guidare soltanto dal cuore , altrimenti verremmo travolti dagli impulsi e dalle voglie senza nessun controllo: c’è bisogno che la mente analizzi i nostri desideri in modo saggio e cauto, per evitare che i momenti di follia determinino la nostra fine. Tuttavia, non possiamo nemmeno seguire fedelmente la mente , altrimenti ci priveremmo della libertà di provare sensazioni e costruiremmo un muro che bloccherebbe il passaggio a tutte le emozioni e passioni che dobbiamo ancora scoprire e sperimentare.
Da questa breve descrizione,    da me  rielaborata   del già  citato
https://lamenteemeravigliosa.it/mente-o-cuore/
potete capire che non esiste o bianco o nero di fronte ad una scelta: si tratta piuttosto di un ampio ventaglio di grigi, di diversa intensità, che si riflettono in noi stessi. Non esistono due sfumature identiche, proprio come non esistono due persone uguali: per questo non c’è una regola fissa che valga per tutti, ma ognuno deve riuscire a conoscere e a saper utilizzare la propria. Dobbiamo imparare ad ascoltarci, a comprenderci, a conoscerci.
Se ci riusciamo, non ci saranno situazioni, decisioni, circostanze davanti alle quali non sapremo che cosa fare. Potremo sempre usare la nostra “regola”, quella creata appositamente per noi, perché estratta dal nostro cuore e la nostra mente. Ognuno di questi due poli ci avrà messo del suo, perché devono entrare in connessione senza creare conflitti: sono due parti di noi destinate a capirsi e collaborare, solo in questo modo riusciremo a essere davvero noi stessi.Fermatevi e imparate a conoscervi: è un percorso lungo, ma la meta è raggiungibile. Cercate la sfumatura giusta per voi e usatela come guida. È difficile, ma non impossibili se sarete fedeli e onesti con voi stessi. Sentite e sperimentate per riuscire a creare il vostro personale vincolo tra mente e cuore.Quando qualcuno\a  di noi unisce  cuore &mente  è  un eroe  in quanto la  logica   non basta    quando   ci  si mette  all'opera  Infatti  ma  ha   bisogno  di   sentimento  ( del  cuore  )  logica  ed  istinto   sono   dovrebbero essere   dentro  di noi    che  agiamo   con il  cuore  se  usiamo    solo l'emozioni  ed i sentimenti  o con la  mente  se  usiamo  l'istinto  o  la  razionalità . 



24.8.24

quanto vale un ricordo ?

      CANZONI  CONSIGLIATE  
Non bisognerebbe - Francesco Guccini  *
Viaggi   e Miraggi  - Francesco De Gregori **

avvicinandomi  a i 50    e  dialogando  del passato   con  i miei   genitori (  81 mia  madre 

83  mio padre  )  o miei amici   mi  chiedo spesso  quanto vale   un  ricordo . Ricordare   dipende    da  cosa  si  vuole  ricordare , deriva  da  <<    v. tr. [lat. recŏrdari, der., col pref. re-, di cor cordis «cuore», perché il cuore era ritenuto la sede della memoria] (io ricòrdo, ecc.)
  una    foto  che  mi  hanno scattato e  che ho trovato
con  gooogle  photos
 ... https://www.treccani.it/vocabolario/ricordare/ >>perchè nell'eta  classica   s'era convinti  che la memoria  risiedesse nel cuore  .  Infatti in inglese  c'è un espressione   learn  by heart  .  Inoltre  ricordare  Ricordare a qualcuno qualcosa significa richiamare alla memoria propria o altrui, con l’idea di dover adempiere a qualche dovere o provvedere a qualche necessità, oppure avvertendo o rimproverando .Ricordarsi di qualcosa significa avere o richiamare alla memoria   Ricordarsi di un torto o di un'offesa ricevuta significa serbare il ricordo Ricordarsi a lungo di un evento memorabile significa che si suppone rimarrà a lungo nel ricordo .Ogni  qualvolta  che viviamo , un'esperienza  , leggiamo o ascoltiamo  una storia , vediamo  un film  ,   ascoltiamo   una canzone  o  un podcast , ecc insomm a ad ogno nostro passo   sviluppiamo ricordi  ....  alcuni belli  ed   altri brutti  alcuni   estinati ad essere  dimenticati  ,  altri ad essere archiviati   per   essere rispolverati  \ riscoperti  dalla  polvere  del tempo  a qiualche  rimpatriata  fra  amici  oeparenti ,   mettendo ordine    in soffittà  ,  leggendo necrologici  o  partecipazioni di  nozze , ecc  .  Ma  il nosro  archivio non ha  spazio infinito   e  quindi  ci  vengono   in aiuto supportii  vecchi   e  nuovi   che  servono  a fissare  momenti  , sensazioni  , emozioni : dei veri  e propri alleati del  roicordo  . Foto , video ,  diari  , libri   ,  inseti  ,  giornali ,  oggetti  ( ninnoli   come  li  chiamano mia  madre  e la  donna delle  pulizie  che  spolverano  in  casa  )  custoditi   a  volte   in modo distratto . Chi non ha  mai  trovato in un casetto  ,   fra le  pagine di  un libro ,  o in rete  (   come nel caso       della  foto riportata  sopra )    che gli  ha fatto   alla  mente  una persona  ( nel  caso  una persona   scomparsa  )  , un avventura  , un luogo ,  un viaggio fisico o mentale ** , qualche  f brutta fiigura  ?  I  ricordi sono davvero magfici    e  sono  un eredità    a  volte  bella  o brutta   ma   sempre parte di noi .  Fncl quindi  a  chi mi dice  che  sono nostalgico e  che  ricordo  le  cagate  di mio nonno  .  o che    non Non bisognerebbe *  ma  su  questo   prima  o  poi  ci ritorneremo   .  adesso va  a prepararmi  la  valigia   per  il fine settimana     al mare   pronto  a crearne di nuovi a   ecidere  quali rimuovere   condannandoli all'oblio  e quali archiviare  . 

Vi  lascio    con questa  poesia  


Un ricordo
Io non sapea qual fosse il mio malore
né dove andassi. Era uno strano giorno.
Oh, il giorno tanto pallido era in torno,
pallido tanto che facea stupore.
Non mi sovviene che di uno stupore
immenso che quella pianura in torno
mi facea, cosí pallida in quel giorno,
e muta, e ignota come il mio malore.
Non mi sovviene che d’un infinito
silenzio, dove un palpitare solo,
debole, oh tanto debole, si udiva.
Poi, veramente, nulla piú si udiva.
D’altro non mi sovviene. Eravi un solo
essere, un solo; e il resto era infinito.

Gabriele  D'annunzio ( 1863-1938 )

                      

11.7.24

Se l’amore non è un sexy shop, tutto il resto per i Ferragnez e gli influenzer è un grande show business .

  C’è un problema: il modo in cui manipolano i media. Come? Cambiando in fretta  argomento 

 far perdere la memoria ai follower e  non solo  , mentre i media si fanno manipolare stando appresso a tutto questo saltare di qua e di là. È una variazione della tv del dolore, con celebrità vere o presunte che si siedono di fronte alla telecamera, inscenano una confessione, piangono, si alzano e incassano. A tutte le ore. Ci serve questa cosa qui? Ci rende più sensibili, umani, meglio informati? O ci allena al cinismo, alla simulazione e alla manipolazione ?    a  voi  l'onore  di aprire  un dibattito  in merito 

15.5.24

La fretta, l’omologazione dei desideri e lo smarrimento esistenziale dei tempi moderni - Emiliano Morrone

 Tu fretta di vivere qualcosa, e ogni cosa è già un ricordo liso, e adesso la pubblicità». Con questo verso, Claudio Baglioni espresse, a metà degli anni ’80, la voracità del consumismo, che bruciava – e brucia – il futuro e il passato insieme, nell’eterno presente commerciale. Più avanti, nel ’92, il sociologo Roland Robertson avrebbe definito i tratti della nuova era globale come «compressione del mondo e intensificazione della coscienza mondiale in quanto insieme».
Della contrazione del tempo e dello spazio René Guénon si era occupato già nella prima metà del secolo scorso. Nel suo volume “Il regno della quantità e i segni dei tempi”, del ’45, si legge del tempo sempre più accelerato, che «contrae lo spazio e se stesso progressivamente». Dunque, secondo il filosofo francese, «la fretta, caratteristica che accompagna i moderni in ogni cosa, non è altro che la conseguenza dell’impressione confusa che essi provano di questo fatto». “Essere senza tempo” è il libro del filosofo Diego Fusaro, del 2010, che analizza e critica la «filosofia della fretta», inquadrata a partire dall’accelerazione della storia operata dalla prima Rivoluzione industriale. Nel pieno di Industria 4.0, iniziata nel 2011, oggi l’accelerazione della storia è ancora più marcata e sfuggente rispetto alla prima decade degli anni 2000, e la memoria umana appare, nel quotidiano, volatile tipo la Ram. A cena non ricordiamo che cosa abbiamo mangiato a pranzo: la proiezione della mente e della coscienza è verso il domani inteso come giorno dopo, spesso meccanica, priva di progetto, senso, obiettivo.Dalla seconda metà degli anni Novanta, il tempo sembra scorrere più rapidamente. Internet conosce uno sviluppo continuo: aumenta la velocità di connessione, si moltiplicano le offerte del servizio e si allarga l’accesso alla rete: il mondo entra nelle case, di New York come di Pallagorio (Crotone). È la vittoria di un egualitarismo apparente, prodotto dal sistema capitalistico per elevare consumi e profitti: a Simeri Crichi (Catanzaro), per dire, possiedono gli stessi cellulari che girano a Los Angeles; a Scandale (Crotone), per mero esempio, si è visto lo stesso abito indossato dalla diva della tv appena maritata. È il trionfo delle merci, che escono dal mercato della piazza locale – il quale scompare come la partecipazione diretta dei sensi alla compravendita – e giungono ovunque, sono acquistabili in ogni momento, da ogni parte.  Fretta continua, perdita della memoria, omologazione dei gusti e dei desideri e smarrimento cognitivo ed esistenziale sono, come abbiamo visto, le costanti del nostro tempo, che riduce lo spazio, come aveva intuito Guénon; anche perché, aggiungiamo, nel viaggio perpetuo delle merci non esiste più centro né periferia, non c’è geografia fisica né politica. E oggi merci sono pure i dati, che si spostano a velocità impressionante, in quantità smisurate.

Spot Barilla 1986

Allora questo movimento di merci, dati e (ovviamente) capitali determina il dominio di un’antropologia, dell’homo emptor, cioè dell’uomo acquirente, che rimuove e sostituisce usi, costumi e tradizioni locali. Così svanisce il senso della famiglia e della tenerezza che la pubblicità «Dove c’è Barilla, c’è casa», del 1986, l’anno di Černobyl’, racchiudeva e traduceva in 60 secondi nel mostrare il salvataggio di un gattino sotto la pioggia da parte di una bimba con due trecce e l’impermeabile giallo, una Greta Thunberg ante litteram, che per cena ritornava dai genitori dopo aver perduto lo scuolabus e portava con sé quel piccolo amico. Prova a recuperarne il sentimento il recente spot del Mulino Bianco «C’è un mondo più buono», il quale mostra l’autista di uno scuolabus che, senza palesarsi, riporta a una bambina il proprio orsacchiotto, simbolo di tenerezza e fantasia in un mondo che, è il messaggio morale della pubblicità, avrebbe bisogno di credere e sperare, come indica l’occhio che uno spaventapasseri, in un campo di grano biondissimo, strizza al pupazzo della piccola. L’idea è geniale, il contesto è mutato e, a differenza del richiamato spot del 1986, in cui era solito, naturale, che una bimba desse casa e famiglia a un micetto abbandonato, oggi le buone azioni sono ben più rare e i gattini si possono acquistare come i pesciolini, i pappagallini o i criceti, quali riempitivi del vuoto domestico

12.5.24

la libertà è .....

in sottofondo
With a little help from my friends- Joe Cocker(cover )

 



A volte basta poco per mettere in dubbio \ in discussione o anche ( ed è questomi caso del post d'oggi ) quello che dicevo qualche anno fa mi pare nel 2006\8 , non riesco a ritrovarlo nell'archivio del bog , non so se perso nel passaggio da splinder a blogspot , sul significato della libertà . Infatti essa non è solo : lottare contro le ingiustizie o le gabbia . Ma soprattutto va al di là di partecipazione ., cercare qualcosa che si è smarrità ⁕⁕, o qualcosa che ti fa amare anche la solitudine ⁕⁕⁕ ma anche il fatto che Essere liberi significa essere consapevoli dele proprie scelte e delle conseguenze che d'esse possono  derivarne   nel bene  e  nel male . 
  

Ognuno è libero di fare ciò che vuole. Dovremmo apprezzare le persone per ciò che sono e non per ciò che vogliamo che siano. Se una persona è diversa da noi e noi non siamo in grado di accettarlo, il problema è nostro, non loro. Non dobbiamo pretendere in tutti i modi di cambiarlo perchè rispecchi la persona che vogliamo. Cerchiamo piuttosto di essere sinceri con noi stessi e capire che non è la persona che cerchiamo. << [...] ciò che noi non siamo… è ciò che noi non vogliamo.>> -  Dalla foce al porto (Ciò che non siamo) di Vito Rorro e Mayda Guerzoni  . Infatti  la nostra  libertà, così come la nostra felicità, è una decisione che siamo noi  a prendere. Non dipende da nessun altro se non da noi. Siamo noi  a darci le opportunità e siamo noi a negarcele



con questo è tutto .

COLONNA  SONORA 
With a little help from my friends - Joe Cocker
 Dalla foce al porto (Ciò che non siamo) - Vito Rorro e Mayda Guerzoni    
⁕La libertà -Gaber
 ⁕⁕ la tua libertà -Guccini
 ⁕⁕⁕ Ma Liberté - George Moustaki | Ma Liberté - Serge Reggiani

per chi volesse approfondire   e dcidere   il tipo di  libertà    da praticare  \ coltivare    consiglio  la  voce   https://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0

11.2.24

Quel Che Resta Di Niente: Recensione Del Libro DI Cristian A. Porcino Ferrara

  DA   https://www.recensissimo.com/ febbraio 2024
                               DI Serena Bufano









Chi è il filosofo? Il filosofo è colui che si interroga incessantemente sui quesiti della vita per amore della conoscenza.
Chi è il poeta? Il poeta è colui che mentre si interroga sui quesiti della vita, mette per iscritto i suoi pensieri sottoforma di versi.
Quando un filosofo si mette a scrivere poesie non può che uscirne qualcosa di interessante, originale e unico.
Il giorno in cui ho ricevuto “Quel che resta di niente” e sfogliandolo ho capito che si trattava di un libro di poesie, sono rimasta molto meravigliata. Il precedente libro dell’autoredal titolo “Sulle tracce dell’altrove”, che ho avuto il piacere di leggere e recensire, è un saggio e perciò credevo che lo fosse anche la sua ultima opera.
In realtà i due libri si combinano e compenetrano; “Quel che resta di niente” è la naturale conclusione de “Sulle tracce dell’altrove” e forse (a detta dell’autore stesso), è anche il suo ultimo libro (al momento ne ha all’attivo ben 28) ma io mi auguro che non sia così!
Di che cosa parlano le poesie contenute in “Quel che resta di niente”? Le tematiche sono diverse, certamente vertono sulle esperienze, le sensazioni, le suggestioni personali dell’autore, ma è molto facile rispecchiarsi in molte di esse. Ovviamente il niente che dà il titolo all’opera, ricorre in molte poesie; ne riporto alcune.




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Il niente

La mia vita è così piena di niente
che si riempie di tutto.

Ho meditato a lungo su questa prima poesia dal titolo “Il niente”; se non abbiamo nulla nella nostra vita è facile riempirla con qualsiasi cosa, anche la più effimera ed inutile dal momento che non operiamo una selezione all’ingresso! Ma il tutto è come il niente, ed ecco che ci ritroviamo immersi in un vuoto esistenziale.

Un magnifico niente

Questa voglia di niente
Mi attanaglia all’istante
Questi corpi deserti
E queste anime erranti
Mi feriscono il cuore e la mente.

Ne “Il magnifico niente” l’autore sembra sopraffatto da questo niente che sprigiona dall’umanità, il niente che comunicano i corpi vuoti ed aridi, il niente delle anime smarrite, e si rammarica della loro e propria condizione.


La visione

Non mi aspetto nulla da te
perché nulla aspetto
Ho squarciato il velo di Maya
e la visione che ho abbracciato
è abbastanza nitida.
Ti ho visto e
Ti ho strappato la maschera e mi sono riappropriato del
volto.
Io sono qua e sfido quotidianamente i Belletristi sul mio cammino.
Resto solo con il mio coraggio
e la mia forza perché
sono l’eco che rimbomba
nel silenzio assordante del Kaos.


Ne “La visione” il poeta ci ricorda di essere anche un filosofo con la citazione al velo di Maya postulata da Schopenhauer; non si aspetta nulla da questa persona a cui dedica la poesia, perché il velo di Maya (barriera che impedisce all’uomo di vedere la realtà delle cose) che si frapponeva tra loro, è stato squarciato, mostrandone il vero volto. Resta la consapevolezza del proprio coraggio, la quale ci fornisce anche una parziale risposta al quesito posto dal titolo del libro.
Nel libro c’è spazio anche per le poesie d’ amore e per il desiderio pulsante, per l’estasi di anime gemelle che si sono riconosciute e trovate. In alcune, come “Desio”, l’autore affronta le tre forme platoniche dell’amore: Eros, l’amore fisico, Aghapè, l’amore spirituale e Philia l’amore sentimentale.
C’è anche dolore in alcune poesie, si evince il rammarico dell’autore per non essere stato capace in passato di accettare se stesso e di cogliere l’amore ma infine è la voglia di rinascita e di riscatto a prevalere.
Le ultime pagine sono dedicate a delle riflessioni sottoforma di testo con rimandi, tra gli altri, a Dante, ad Andersen, alla Bella e la bestia e a Philip Roth.
Credo che Christian A. Porcino Ferrara abbia utilizzato la poesia con molta intelligenza, attingendo al suo bagaglio umano e culturale. La poesia è un ottimo strumento di analisi poiché è un linguaggio che si presta a metafore, similitudini, ossimori ed è sempre un viaggio che facciamo nel mondo interiore di qualcun altro, un invito a mettersi nei suoi panni ed a sentire ciò che egli sente, allenando l’empatia.

Vi lascio con un’ultima poesia che mi ha fatto riflettere particolarmente.


Il gioco degli opposti

Due opposti non si attraggono
Ma si sottraggono


Spesso i detti popolari sono fuorvianti, ci ostiniamo a mantenere relazioni impossibili con persone con le quali non abbiamo nulla in comune ed il risultato è un grande spreco di energia e di tempo! Credo che l’autore abbia ragione a metterci in guardia, suggerendoci di stabilire relazioni esclusivamente con persone che ci capiscono e che ci apprezzano, astenendoci dal perdere tempo con chi non ci comprende e non ci comprenderà mai, poiché questo sottrae vigore alla nostra essenza vitale!
Alla fine della lettura di tutte le poesie, ognuno di noi potrà dare un’ interpretazione di Quel che resta di niente, interrogando se stesso, per uscirne più arricchito e consapevole.
Qui il libro

7.1.24

Filosofia dalle scuole elementari ? secondo me si ma con giudizio

 sfogliando  il sito https://www.dols.it/   ed  in  articolare  i  tag    del  sito  Filosofia pratica Archives mi  sono  imbattuto   nell'articolo sotto   proposto      di Maria  Giovanna  Farina  



Vero quanto  dice la  studiosa sarebbe  positivo introdurre  lo studio ella  filosofia  fin  dalla  scuola elementare  primaria  perchè : <<   con la viva speranza che potrà aiutarci, chiederle di sciogliere i nodi dell’anima attraverso la sua cura, una cura che diventa un prendersi cura.>> Ma   a mio  avviso ,  da semplice  profano    e   d'antiaccademico   non  c'è bisogno  di metterla  come materia     scolastica   obbligatoria   erchè  si  corre anche  il rischio    di  farla  odiare o  a rifugiarsi  nel non pensare   o non farlo  con la  propria  testa  . Lo si può anche  fare  in maniera     non accademica  \ scolastica  . Possono  , perchè  secondo me   la  filosofia  è anche   spirito critico  come  ha  evidenziato   la  serie  tv  un professore   (  con  Con:Alessandro Gassmann,Claudia Pandi  Gasman fin ora  2  stagioni  )    dove un    insegnante di filosofia di Roma [  Alessandro Gasman  ] apre la mente dei propri studenti attraverso idee poco ortodosse.
  , farlo anche  i  genitori  o gli ediucatori  (  centri  sociali   , parocchie   , ecc )  o   insegnanti   non  di filosofia  . 
A   voi   l'articolo  in questione   .



La Filosofia è una buona madre 
DA MARIA GIOVANNA FARINA ON 28/12/2023FILOSOFIA PRATICA




Possiamo rivolgerci alla filosofia come se fosse una persona reale e, con la viva speranza che potrà aiutarci, chiederle di sciogliere i nodi dell’anima attraverso la sua cura, una cura che diventa un prendersi cura.
L’incontro con la Filosofia dovrebbe avvenire il più precocemente possibile, i primi passi in questa affascinante materia si possono già muovere alle elementari quando è più naturale familiarizzare con la culla originaria di tutte le scienze. Solo lei, come una “buona madre”, è in grado di tenerle unite nel grande albero della conoscenza. L’idea dell’albero l’ho “rubata” al filosofo e matematico del ‘600 René Descartes (Renato Cartesio) al quale dobbiamo l’acuta rappresentazione del conoscere come un grande albero in cui la filosofia è il tronco mentre le altre scienze sono i suoi rami. Il tronco-madre genera i rami-scienze permettendo loro di evolversi e di rinnovarsi producendo sempre nuove foglie, tenendo presente che senza il tronco ciò non sarebbe realizzabile. Eppure la “buona madre” dopo aver ramificato e dato alla luce il sapere rimane sconosciuta per molti anni proprio nel periodo cruciale della formazione quando il suo aiuto sarebbe prezioso. A scuola tutte le discipline si apprendono a piccoli passi: per giungere all’algebra si parte dall’aritmetica, per cimentarsi nella scrittura di un tema si inizia dall’alfabeto e per studiare Socrate da dove si è partiti? Manca l’iniziazione. E pensare che, già tre secoli prima di Cristo nella Lettera a Meneceo, Epicuro invitava ad un precoce studio: “Il giovane non deve aspettare ad occuparsi di filosofia e il vecchio non deve stancarsi di farlo. Poiché nessuno è mai troppo giovane o troppo vecchio per la salute dell’anima”. Essere filosofi è una forma mentale, un modo di essere già riconoscibile nell’infanzia e scoprirne le prime avvisaglie è un compito importante da saper svelare, da portare alla luce come un dono prezioso della vita.
I bambini sono predisposti a questo tipo di argomentazione e la loro capacità di giungere alle cose con spontaneità, senza lasciarsi irretire da vuote speculazioni, dovrebbe essere alimentata precocemente. Ogni adulto interessato alla loro crescita armonica può assumersi questo compito e, attraverso iprimi passi, acquisire i semi da deporre. Più i semi saranno ricchi di amore per il sapere (filosofia significa amore per la sapienza) più saranno adatti a far nascere una conoscenza che va in tante diverse direzioni. La Filosofia con il suo dar-da-pensare può aprire la mente alle più disparate realtà insegnando a guardare oltre il proprio limitato punto di osservazione. Con questo auspicio, auguro a tutte le lettrici e ai lettori di Dol’s magazine un buon e filosofico 2024.



12.11.23

lezioni di filosofia del prof Cristian Porcino . il tabù della depressione

Dipinto di Vincent van Gogh
Sulla soglia dell'eternità   







 
ci siamo  passati     passati entrambi   soltanto che  lui  è più   avanti  dime  ,  capità  ,    io  invece  ci lotto   tutti   i  giorni  per  non ricaderci o  se   mi cpita   per  rialzarmi . Poichè    da parte  mia  due parole  sono  poche  ed  una   è  troppo lascio la  parola    a   Cristian  . buon  ascolto .
P.s
 mi  farebbe  piacere  se  vi va  di  sentire  in merito le  vostre  esperienze   











9.11.23

perdonare o non perdonare ? la lezione di Cristian porcino

perdonare o non perdonare ? la lezione di Cristian porcino un bel dilemma quello esposto nella lezione
odierna dal nostro Cristian Porcino. Essa dimostra come le idee possono essere messe indiscussione e non sono mai ( o quasi ) fisse ed immutabili.Infatti sua lezione collima con la canzone morire per delle idee di De André. Anch'io sto attraversando il suo stesso dilemma.











4.11.23

domande di nipoti che s'avvicinano alla vita autonoma cioè alla maggiore età

< Sei un falito   >> dice   cugino  alla  cugina  .  
La   cugina   : <<  non è vero  >>  e  si mette  a piangere  . Ecco  che intervengo io   la la consolo ma anziche   che  rimproverare   \  sgridare  il  primo    propongo  questa  vignetta  presa    dal mio  contatto    fb   Elvia Franco





  risate     generali   due  due  birbanti    e  scuse  con abbraccio     finale     del primo  alla  seconda   .  e  poi abbraccio  tutte  e due  allo  zio  aquisisto  in quanto  cugino   di loro padre 
Ma  veniamo     alla domanda ,  che  poi  da  il  titolo  al post  ,     fattami   non ricordo     da  chi  di loro due   Cosa   è la  fortuna  ?
Scultura della dea Fortuna, tradizionalmente bendata,
 di 
Annita Mechelli.  da lla voce  fortuna  di  wikipedia 
Inizialmente    erano sorpresi   dal mio imbarazzo \  titubanza   perchè non  sapevo   , vista   la loro età (  6 e  12   anni  )   spiegarglierlo   senza  essere  troppo  nozionistico e   dogmatico  o  peggior e dei casi     senza  scadere   nella  banalità  . Infatti   Il termine latino fortuna deriva da fors, che vuol dire «sorte» ed ha la stessa radice di ferre, che indica «portare»; quindi fortuna può voler dire «ciò che porta la sorte». Ma  soprattutto   perchè La definizione della  parola  fortuna  

  da   Fortuna - Wikipedia 

 varia a seconda del contesto filosoficoreligiosoletterario o emotivo.Secondo l'editore e lessicografo statunitense Noah Webster, la fortuna è «una forza senza scopo, imprevedibile e incontrollabile che plasma gli eventi in maniera favorevole per un individuo, un gruppo o una causa».[1] Secondo il dizionario della lingua italiana di Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, è la «presunta causa degli eventi e delle circostanze non spiegabili razionalmente».[2]

Ruota della fortuna, simbolo ricorrente della buona sorte,[3] che rappresenta i suoi imprevisti andirivieni, come nell'omonima carta dei tarocchi, o in opere d'arte quali il rosone della basilica di San Zeno.

Quando viene intesa come un fattore indipendente dal proprio controllo, cioè che non riguarda la volontà, l'intenzione o il desiderio, la fortuna può essere interpretata in almeno due sensi: nel senso "prescrittivo" indica un concetto soprannaturale e deterministico secondo il quale vi sono forze che determinano il verificarsi di certi eventi, nel senso "descrittivo" si parla di fortuna in seguito ad eventi che portano ad essere felici o infelici. Il significato del termine fortuna può quindi inglobare diversi concetti che vanno dalla aleatorietà passando per la fede e la superstizione.  ......segue 

ma  mi  sono  venute    in aiuto    sia  questa  frase     
« Della fortuna instabile\ la revolubil ruota\  mentre ne giunge al vertice\ per te s'arresta immota.» (Gioacchino RossiniLa Cenerentola, libretto di Ferretti, 1817, scena ultima.)  suggeritami  dalla  voce  di wikipedia    cita   ed     dalla  bella  storia (   ne  trovate sotto la  prima  pagina  )    di  Top  de  toys    sull'ultimo  numero del settimanale  topolino. In pratica  un addattamento  disney   delle tematiche  di  Martin mystere   




in cui     c''è una bellissima   definizione   secondo me  adatta   aibambini  curiosi   e  vispi  
 La   fortuna ha   due   facce  . Quello che   è bene  per uno  è male per  l'altro  e  viceversa  . ... 
Ecco   che   piccolo rimprovera  all'altra    : <<  ma  allora   lei    è più fortunata di me  >>  .  la   grande   <<  non  è  vero    l'altra  volta     sei stato   fortunato tu  ed  io  sfortunata  >> .  ...  Io  intervengo     dicendola  di   non stare  li a battibeccarsi  in quanto   come  dice   lo stesso personaggio   della storia   prima  citata     <<   davvero non   sappiamo mai sapere   come  andranno  le  cose   >>.  Loro miu  guardando perplessi  ed  all'unisono  dicono   : <<   zio ha  ragione   >>  e   fannno pace  .   In quel mentre    sono arrivati i  genitori   a  riprenderli   e  la mia giornata  da  baybissitter  è finita   .

1.11.23

riflessione sul giorno dei morti di cristian porcino


questa riflessione sul giorno dei morti fatta da cristian . che conferma come il culto dei morti non è solo predominio della religione cristriano \ cattolica.   La  morte   fa  parte     del ciclo della  vita   .  Io  penso     che    dal  punti  di vist  spirituale    nessuno di noi muore   se c'è  qualcuno  che   ne  coltiva  il  ricordo   e  la memoria   .  



 

29.10.23

ogni passo è un passo avanti

  mi faccio    la  stesa  domanda   e mi  do  la stessa   risposta    della  nuova  pubblicità   di calzedonia  “Ci dicono che per andare lontano, bisogna andare sempre avanti. Ma che significa, avanti?”.  Ora    mi direte ma non  avevi come  dichiarato in : << a volte basta poco per smettere di elucubrare inutilmente ( le seghe mentali ) >> smesso  di  farti   seghe  mentali  ? .
 Diciamo  che  sto  provando  a  smettere  ,  almeno per   quelle  inutili   tipo  quella  del post precedente  . ma   Questa domanda mette in discussione il concetto stesso di progresso e ci invita a considerare che spesso “andare avanti” significhi superare limiti invisibili e cliché che ci ostacolano nel percorso verso la nostra vera realizzazione.  Infatti la campagna “Ogni passo è un passo avanti”  : << avanti può essere un cambio di rotta , una discesa , o addirittura un passo indietro perchè avantgi può essere in qualsiasi direzione basta che ci orti dove vogliamo arrivare >> .
N.b
se dovessi , causa problemi auditivi gravi,averlo trascitto male sotto c'è il vide della pubblicità in questione .

 esprime il desiderio di evadere dai modelli preconfezionati e mette al centro le scelte individuali e l’importanza di superare i confini imposti dalla società.  Se Calzedonia continua a sostenere l’individualità di tutte le donne, invitandole a fidarsi delle proprie risorse interiori,  lo stesso  discorso   vale anche  per  noi  uomini

Calzedonia, la nuova campagna 2023 "Ogni passo è un passo avanti"

 

 Secondo  https://www.wondernetmag.com/  del   23\10\203        da  cui  ho presoanche la  foto      sopra    <<  Con la nuova campagna 2023, Calzedonia offre un nuovo punto di vista a tutte le donne. Pone l’attenzione su nuovi orizzonti in cui avanzare non è limitato dalle direzioni imposte dalla società. Calzedonia celebra i molteplici modi in cui le donne affrontano il viaggio della vita, sottolineando che quando si tratta di realizzazione personale, qualsiasi direzione intrapresa è sempre la giusta. Ogni passo che facciamo ci porta più vicini alla nostra autentica realizzazione.>>Perchè qualsiasi scelta, se consapevole e convinta, può essere uno strumento per avanzare nella vita

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...