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2.12.23

Un cane poliziotto in pensione incontra dopo anni il suo ex conduttore: la gioia è indescrivibile ., Lubendo e i suoi accoliti: lotta per Cabinda a Sestri Levante

 

Leggi anche: Come funziona la memoria del cane?


Due anni dopo essere andato in "pensione", questo ex cane poliziotto si è letteralmente commosso nel rivedere il suo addestratore di un tempo.Il Pastore Tedesco Wangwang ha prestato servizio in Cina come cane poliziotto e non ha dimenticato nulla della sua vecchia vita.
Un vivo ricordo, nella mente e nel cuore
Nel gennaio 2021, la cagnolina si è riunita con il suo ex addestratore di cani, che non aveva visto dal suo pensionamento nel 2019.L'animale è adesso in buone mani e conduce una vita tranquilla con la sua famiglia adottiva che lo ama più di ogni altra cosa. Ma mantiene ancora un posto nel cuore per il suo ex addestratore, che non ha mai dimenticato Vedendolo di nuovo, Wangwang lo ha subito accolto scodinzolando, ricoprendo l'uomo di coccole, leccate e affetto, e sembra addirittura che il cane abbia pianto di gioia !La cagnolina di 8 anni di età all'epoca dei fatti, ha dimostrato di provare forti emozioni per colui con il quale ha trascorso gran parte della sua vita.


Queste immagini hanno commosso gli utenti del social network Douyin, la versione cinese di TikTok. Ecco ancora una volta un cane fedele e pieno di amore !

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Lubendo e i suoi accoliti: lotta per Cabinda a Sestri Levante




Il generale Girava travestito da militare con divise raccattate in qualche mercatino e una pistola giocattolo La Digos li ha perquisiti . 
Raccontano che dopo gli ultimi accadimenti, il vero dramma del “generale” Pancracio Lubendo non sia quello di essere accusato di terrorismo. Al contrario, il vero timore di quest’uomo, adesso, è di non essere preso sul serio. Screditato alla stregua di un qualsiasi ciarlatano, che per darsi un tono girava travestito da militare con divise raccattate in qualche mercatino e una fondina con dentro una pistola giocattolo, strappando qualche selfie a “vip” incrociati per strada, come il sindaco Marco Bucci o il cardinale Angelo Bagnasco.


INSOMMA, Lubendo teme di passare per quello che si spacciava per ciò che non era: ministro della Difesa e rappresentante in Italia del libero Stato del Cabinda. Una causa attorno a cui aveva radunato un variopinto manipolo di soggetti, tutti italiani, accomunati dall’avversione ai vaccini e arruolati in cortei contro il Green Pass. Li aveva promossi – chi al grado di ufficiale, chi al ruolo di attaché diplomatico – e convinti a posare con passamontagna e baschi, a testimonianza di improbabili riunioni notturne nell’entroterra ligure, postate in Rete per dimostrare che qui ardeva la fiammella della rivoluzione africana. Il risultato delle foto è un po’ grottesco, qualcosa a metà tra una riedizione di Fascisti su Marte o Il dittatore dello Stato libero di Bananas. Ma non al punto di non destare un minimo grattacapo alle autorità italiane. Alla fine, la Digos, su delega della Dda di Genova, ha deciso di fugare ogni dubbio. Li 
ha perquisiti tutti, alla ricerca di armi, ma non è saltato fuori granché: uno dei cinque coinvolti aveva una doppietta da caccia, regolarmente detenuta. A un altro hanno trovato un arco e delle frecce. Niente di illegale, ma nemmeno molto utile per favorire insurrezioni armate.Per chi non ne avesse mai sentito parlare, il Cabinda, sebbene non riconosciuto come entità statale, esiste davvero: è un’enclave sotto il controllo dell’angola, compresa nel territorio del Congo, una regione povera ma ricca di giacimenti, piena di intrighi, interessi petroliferi e mercenari al soldo di compagnie private occidentali. Soprattutto, esiste la sua causa: un movimento indipendentista, che negli anni si è anche reso responsabile di attentati. Il più cruento, quello dell’8 gennaio 2010 contro il pullman della Nazionale del Togo, in occasione della Coppa d’africa. Il bus viene assaltato a colpi di mitragliatrice, muoiono in tre: l’autista e due accompagnatori. Nell’agguato ci sono vari feriti, tra cui il portiere della squadra di calcio. La responsabilità viene rivendicata dal Flec, il Fronte per la liberazione del Cabinda, che specifica però di aver colpito i togolesi per errore: il vero obiettivo sarebbero state le guardie angolane. A dichiararlo è Rodrigues Mingas, capo militare dei ribelli e signore della guerra. Molti oggi lo credono in Europa, lui su Linkedin si definisce ambasciatore itinerante residente a Panama.Ma qui c’è uno dei nodi della vicenda: in giro per il mondo esistono vari sedicenti governi in esilio del Cabinda. Tutti reclamano di essere il più titolato, molti distribuiscono onorificenze e passaporti. Lubendo esibisce a tal proposito un mandato firmato dal generale Antonio Luis Lopes, presidente di uno dei vari esecutivi in esilio, con la nomina a ministro della Difesa. Per l’italia, fino a pochi giorni fa, Lubendo era solo un agricoltore angolano di 34 anni, residente sulle alture di Sestri Levante. In Internet postava spesso contenuti sul Cabinda e in favore del Flec. Di lui si sa poco altro: la volontà dichiarata di studiare Ingegneria; un’esperienza attoriale al Suq, festival dedicato al Sud del mondo; la contrarietà al lockdown, che lo porta ad arruolare (e mettere nei guai) i simpatizzanti italiani. Ma vediamo di capirne qualcosa in più.GIUSEPPE DEL SOLE, 60 anni, “tenente colonnello” dello Stato maggiore di Lubendo, è un ex bidello che di tanto in tanto dorme per strada. Viene agganciato a un corteo no-vax, con una proposta impossibile da rifiutare: “Lubendo mi chiese se volevo aderire a una battaglia per far star bene i bambini di un paese occupato e io ho accettato”. Si riconosce in alcuni scatti con un berretto militare, la mimetica e uno scaldacollo sul viso: “La mia è sempre stata una lotta non violenta”, specifica Del Sole, assistito dagli avvocati Paolo Amerigo Marulli di San Cesario Carniglia e Lars Markus Hansen. La polizia ha poi fatto visita anche al “colonnello” Marco Trovatello, ex idraulico di 60 anni, Sergio Anselmi, “funzionario diplomatico” di 56 anni ufficialmente senza occupazione, ed Emanuele Rocca, un vicino di casa di Lubendo.Come si è ormai capito, questa storia ha le sembianze di un film in cui la trama rimane sospesa fino alla fine tra la spy story e la farsa, senza possibili vie di mezzo. Se Lubendo sia o no davvero legato ai ribelli del Cabinda è un interrogativo che in definitiva non interessa nemmeno troppo le autorità italiane: la cosa importante, per gli inquirenti, è che il fantomatico carico di 500 pistole donato dal Brasile di Bolsonaro e annunciato sui social, se mai esistito, non sia mai transitato dall’italia. Insomma, depurata dal colore, l’epopea di Lubendo è destinata a rimanere avvolta nel mistero, che confonde il rivoluzionario di professione dal mitomane. Gli investigatori stanno meditando se contestargli la truffa, per via delle raccolte di fondi promosse in giro. Ma, assicura un legale, “è troppo facile ridicolizzare Lubendo, lui è davvero chi dice di essere. I politici di casa nostra, visti con gli occhi degli altri, sono tutti così competenti?”. Il ministro in esilio, nel frattempo, ha affidato a Facebook un comunicato, che qui riporteremo in modo letterale (concordanze comprese): “Fate attenzione a ciò che si dichiara. Siete partiti con i piedi sbagliati!”.  
 Tutto ciò è dovuto ad  un equivoco    . Infatti    sempre  secondo il  giornale  

LE BATTAGLIE PER IL TERRITORIO ANGOLANO ESISTE SUL SERIO


un territorio in Africa chiamato Cabinda. Si trova al confine tra l’angola e il cosiddetto Congo “portoghese” e fa parte, con qualche turbolenza, dell’angola. Ricca di petrolio, nel 2007 è divenuta regione a statuto speciale. Nel 2010, un attentato durante la Coppa d’africa del movimento indipendentista chiamato Flec (Fronte per la liberazione del Cabinda), uccise un autista e due accompagnatori della Nazionale di calcio del Togo.








27.3.22

La vita dell'animale e dell'uomo

mentre prendevo alcune pagine di giornali vecchi per accendere il fuoco e del camino ho trovato su il FQ mi pare del 26\3\2022 un articolo interessantissimo di una voce contro corrente che è quella di Massimo Fini condivisibilissimo  quando  dice :

<<  “Quando si arriva a produrre e commercializzare ‘shampoo e linee di beauty per cani’, gli si fa indossare, oltre ai cappottini, t-shirt, cappellini, trench, bretelle, stivaletti di montone, occhiali da sole, gli si smaltano le unghie, li si irrora di eau de toilette alla vaniglia perché non odorino da cani, di ‘Color Highlight’ per fare le meches al pelo, striandolo di rosa, di arancione, di blu, di fucsia, di oro, li si fa massaggiare, in centri specializzati, con gli oli essenziali e si fanno loro impacchi d’argilla, li si vaporizza con spray anti-stress, li si porta dallo psicoanalista da 300 dollari l’ora e infine si stipulano polizze vita a loro favore del valore di 200 milioni di dollari, vuol dire che una società è giunta al capolinea. ”Così scrivevo ne Il ribelle dalla A alla Z del 2006. Pensavo che avessimo toccato il fondo. Invece si può sempre scavare. Il New York Times ci informa che negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in parte anche da noi, è in crescita il fenomeno delle cerimonie di nozze per cani e gatti, “toelettandoli a festa e vestendoli con smoking, frac, pizzi, volant di tulle, fiocchi e merletti”. Alcuni, e sono i peggiori, per toelettarsi la coscienza, affermano che il tutto ha scopi benefici per supportare i rifugi dei randagi o dei cani trovatelli, altri, più sinceri, ammettono che è per il proprio puro piacere. In Germania, paese notoriamente sensibilissimo agli esseri umani, è stata approvata una legge che obbliga i padroni a portare fuori i loro animali almeno due volte al giorno e stando almeno un’ora a passeggiare. Negli Stati Uniti, come ha raccontato la nostra Camilla Tagliabue, non si può identificare un animale con il termine “pet”, è meglio utilizzare “animal companion, compagno
animale, perché in America qualcuno, più di uno, pensa che l’espressione pet qualifichi l’animale come proprietà, mentre companion da l’idea della convivenza con esso, senza specificare alcun padrone o possesso”. Insomma siamo all’estremizzazione della cancel culture per cui gli Lgbtqi+, come se non bastasse, non possono essere semplicemente indicati così ma gli deve essere aggiunto un segno speciale, una sorta di e rovesciata, perché non ci siano indicazioni di genere. In Grecia è vietato mangiare carne di cavallo. Ora l’uomo è un animale onnivoro, e quindi anche carnivoro,  e perciò ha diritto di sfamarsi come meglio può. E’ antropocentrico, così come il gatto è gattocentrico e il leone leonecentrico. Il leone si stupirebbe molto se qualcuno andasse a dirgli che non è etico che si divori l’antilope. Lasciamo qui perdere il discorso, che riguarda i vegani e i vegetariani, se non sia peggio mangiarsi una sana cotoletta di una mucca allevata all’alpeggio o piuttosto tenere le mucche, i polli, i conigli, stabulati, sotto i riflettori 24 ore su 24, e quindi torturandoli, ingrassati così artificialmente per poterli smerciare a un peso che non è il loro, perché ci porterebbe troppo lontano >> .


Perché si snaturalizzano ulteriormente e se ne fanno dei feticci .                                            Mentre non condivido completamente l'ultima parte, sarà perchè ho sempre ( ancora vivo ) vissuto con gli animali in casa e in campagna ora vivaio con cani e gatti,la seconda parte :
<< In questi giorni di guerra abbiamo visto molti ucraini, non particolarmente coraggiosi, filarsela tenendosi stretti al petto i loro cani e gatti, senza capire, credo, che questi animali toglievano spazio ad altri umani in fuga.In realtà cani, gatti e consimili sarebbero di per sé delle brave bestie se non ci fossero i loro padroni. Scriveva Ernest Hemingway in Morte nel pomeriggio: ”Io sono persuaso, per esperienza e osservazione, che coloro i quali si identificano con gli animali, vale a dire gli innamorati quasi professionisti di cani e altre bestie, sono capaci di una maggiore crudeltà verso gli esseri umani, di coloro che stentano a identificarsi con gli animali”.>>

perchè soprattutto negli anziani , cani e gatti in particolare . a meno che uno non scelga o non viva in campagna , fanno parte della famiglia e ti ci affezioni . Infatti a parte le idiozie di matrimoni, tinture, vestiario e tutto ciò che li snatura, trovo assurdo non amare e prendersi quindi cura dei propri animali. Amore e cura sono un tutt’uno. Ma Sono d’accordo con Fini. perchè   ovviamente  senza    generalizzare    , senza arrivare agli estremi (toilette, matrimoni e cose simili) quasi tutti i possessori di animali li considerano di gran lunga più importanti degli esseri umani (parenti strettissimi a parte). 

25.2.21

Gli scoiattoli e l'arte di saper vivere con lentezza

da repubblica del 25\2\2021

 



Sono roditori proprio come i topi, ma mentre questi ultimi ci fanno ribrezzo, gli scoiattoli ci sono simpatici. Questo grazie ai loro colori e a un'irresistibile coda pelosa. Ma anche perché, nonostante la loro grande fame, non sono divoratori pericolosi: analizzano e scelgono con cura gli alberi più produttivi per la loro dieta. E, a differenza dei loro cugini che vivono nelle fogne, si prendono tutto il tempo necessario per riprodursi garantendosi una vita assai più lunga
Perché gli scoiattoli piacciono così tanto a grandi e piccini? Per la loro coda? Per la rapidità dei loro movimenti? Perché saltano di ramo in ramo? Perché salgono e scendono dagli alberi con grande agilità ed eleganza? Gli scoiattoli hanno senza dubbio qualcosa di speciale, tanto speciale che ci rifiutiamo di considerarli semplici roditori affini ai topi e ai ratti, così che quando li incontriamo nei parchi cittadini ci diamo da fare per cercare di farli avvicinare fino a prendere cibo dalle nostre mani.
Da molti anni gli scoiattoli vivono vicino a noi. Nei grandi giardini e negli spazi alberati delle città sono così abituali e consueti da essere oramai parte della fauna stanziale, mentre, come scrive il biologo ed ecologo Josef H. Reichholf in Scoiattoli & Co. (traduzione italiana di Elena Sciarra, Aboca, 203 pagine) molti bambini delle zone rurali conoscono questo roditore solo per averlo visto sui libri illustrati. Nella classifica, seppur provvisoria, degli animali più famigliari occupa un posto in alto insieme a conigli, volpi, ratti, topi, ricci. La prima caratteristica evidente degli scoiattoli è la loro dentatura: due robusti incisivi, sia nella mandibola superiore che in quella inferiore. L’ordine cui appartengono è appunto quello dei Rodentia, uno dei più ricchi di specie, oltre 2280, e i suoi membri son ben lungi dall’essere stati identificati tutti. Allo stato attuale delle conoscenze i roditori sono circa la metà di tutte le specie di mammiferi esistenti. Le loro dimensioni sono molto variabili: si va dai topi minuscoli di qualche grammo al castoro europeo che pesa 30 chili e anche più. La sua parentela con i topi, roditori che si accompagna da sempre all’umanità, è così stretta che, come suggerisce Reichholf, basterebbe fornire un mantello a un topo, aggiungergli una coda per confonderli, per quanto il muso dello scoiattolo sia appuntito e quello del topo invece rotondo.
 

Cosa ci attrae negli scoiattoli?

Gli Sciuridi, famiglia a cui lo scoiattolo appartiene, sono saliti sugli alberi molto tempo fa, e ne hanno fatto il loro habitat naturale, e scendono i tronchi come se percorressero una strada e sono capaci di grande velocità nei loro movimenti; in più sono ottimi saltatori. Affusolati, dalla punta del naso alla coda sono lunghi tra i 18 e i 27 centimetri – la coda da sola misura 14-20 centimetri – mentre la coda dei ratti è nuda, e probabilmente proprio questo aspetto risulta repellente alla maggior parte degli esseri umani. Quella dello scoiattolo è particolarmente graziosa e anche il colore del mantello, per lo più rossiccio o marrone scuro, scrive Reichholf, ci risulta piacevole. Ci sono anche scoiattoli quasi neri in Asia e grigio argento, ma il loro ventre è quasi sempre bianco. Sono colori che ci piacciono, mentre il grigio o il nero scuro dei topi e ratti ci repelle in qualche modo. Ma sono gli occhi dello scoiattolo che ci colpiscono: nero lucente. Un tratto che viene messo ben in luce nei disegni delle illustrazioni e nei cartoni animati di cui sono protagonisti – come dimenticare Cip e Ciop? Poi ci sono le zampe anteriori usate come se fossero delle mani per manipolare cose e reggerle. Anche i topi lo sanno fare, ma non con la stessa destrezza, accentuata solo nei film di animazione dove i topi sono protagonisti e si levano in piedi come se fossero esseri umani, dei bipedi, a nostra immagine e somiglianza – un inconscio ottico anche questo?


Grandi mangiatori, ma senza esagerare

Reichholf mette a fuoco il problema fondamentale che riguarda l’anatomia e il destino dello scoiattolo: il cibo. Quello che gli serve per vivere è grossomodo quello che consumiamo noi, naturalmente in proporzione alle dimensioni. Per mantenere la sua temperatura corporea più elevata della nostra, vivendo spesso in zone molto fredde, e per muoversi con quella velocità ed agilità, lo scoiattolo consuma una enorme energia per cui gli serve cibo in abbondanza e continuamente, anche per la forma del suo apparato digerente. Il fatto che questo non lo trasformi in una sorta di divoratore continuo e pericoloso come il topo, è interessante. Gli scoiattoli sono più moderati di questi roditori che ci assediano e che mangerebbero tutto ciò di cui noi umani ci nutriamo e di cui facciamo provvista. Questa è la ragione per cui li consideriamo nocivi, oltre che portatori di malattie come la peste. Gli scoiattoli, scrive Reichholf, non hanno mai superato la “soglia del danno”, o se lo hanno fatto è stato per ragioni particolari e in circostanze spesso irripetibili. La nicchia ecologica che lo scoiattolo definisce è legata al cibo e molto poco a fattori ambientali. La prerogativa dello Homo sapiens è stata quella di adattarsi a tutti i climi e le latitudini, anche le più estreme e difficili; siamo tra gli abitanti del Pianeta quelli che più si sono emancipati dalla dipendenza diretta dall’ambiente. Salvo poi incontrare problemi nella sua gestione. Ebbene gli scoiattoli esprimono uno dei molti stadi intermedi di emancipazione dalle condizioni esterne. Sono, come dice l’autore, liberi e flessibili. E forse questa è la ragione per cui nutriamo verso di loro una particolare forma di simpatia. Il capitolo sull'alimentazione di questo roditore è assai interessante. Gli scoiattoli sono molto interessati all’età degli alberi e meno alla specie cui appartengono, dal momento che si nutrono di semi che gli alberi producono a partire da una loro determinata età. Noi umani siamo abituati a trovare i frutti degli alberi in bella vista sui banchi dei fruttivendoli e, distaccati come siamo dalla coltivazione diretta delle piante, non ci rendiamo conto che gli alberi fruttificano in modo irregolare e spesso imprevedibile, per quanto la moderna agricoltura abbia messo a punto tecniche di coltivazione innovative per condizionare gli alberi da frutto.

Il fabbisogno alimentare degli scoiattoli dipende dalla stagione in cui sono più attivi. In primavera è al massimo: 80 grammi di cibo al giorno. In quel momento dell’anno devono recuperare il peso perso durante l’inverno, poi ci sono i piccoli da sfamare. In inverno dorme molto e si muove poco. Poiché l’età massima raggiunta da questo roditore è dieci anni, se tutto gli va bene, attendere che una quercia giovane produca ghiande è impossibile. La quercia cresce lentamente, ma una volta raggiunta l’età e la dimensione giusta per fruttificare, può produrre ghiande per otto secoli e più. Per cui è importante per lo scoiattolo che nel bosco vi siano querce di età differente. Una decina di querce grandi sono in grado di sfamare famiglie di scoiattoli per generazioni e generazioni. Per un singolo animale servono 30 chili di ghiande in un anno. Purtroppo per loro non sono gli unici che si nutrono di ghiande: tra altri animali e insetti, la gara per accaparrarsi le ghiande non è sempre semplice. In Europa poi le annate di grande abbondanza degli abeti – altra fonte di nutrimento – si succedono a intervalli decennali o poco più, seguendo all’incirca l’andamento ciclico delle macchie solari, e raggiungono il culmine ogni undici anni, quando l’attività del Sole raggiunge il suo massimo. Per cui vi sono periodi di magra nella produzione di pigne, ma anche di noci e nocciole, altro cibo preferito dagli scoiattoli. L’osservazione delle pratiche nutritive degli scoiattoli ha spinto i biologi a studiare i rapporti fra le varie specie, e anche in rapporto con gli alberi e come si diffondano le varie piante all’interno dei boschi.
 

Roditori che sanno vivere con lentezza

Oggi non esistono più, almeno in Europa, con qualche piccola eccezione, foreste che non siano state segnate dall’azione dell’uomo, e l’alterazione dell’ecosistema ha indotto gli scoiattoli ad adattarsi alle mutazioni portate dalla agricoltura e dalla coltivazione umana. La diffusione attuale degli scoiattoli rimonta all’era glaciale, un lasso di tempo di vari millenni caratterizzato dall’avanzata dei ghiacci e da inverni particolarmente rigidi. Questo ha influito sulla diffusione degli scoiattoli spingendoli in zone con climi meno duri e determinando una differenziazione tra le varie forme che ha assunto questo roditore. Ad esempio, gli scoiattoli giapponesi sono dal punto divista genetico abbastanza autonomi da essere classificati come una specie a sé, pur non avendo affrontato nessuna prova per imporsi su quelli euroasiatici. Lo studio degli scoiattoli, come quello dei topi – la famiglia degli Sciuridi è affine a quella dei Muridi cui appartengono i topi – è assai interessante per capire il meccanismo che lega la riproduzione e la durata della vita delle varie specie animali. I ratti raggiungono una maturità sessuale molto prima degli scoiattoli. Le femmine nate all’inizio dell’anno diventano fertili prima che questo abbia termine; già a sette mesi il loro corpo è in grado di ospitare dei nascituri. Nei successivi quattrodici mesi sono altamente produttive, poi passano a uno stato somigliante a quello che nelle donne è la menopausa. Tutto questo nell’arco di un anno e mezzo. Perciò a quel punto sono già anziane. Alla medesima età gli scoiattoli femmina cominciano a riprodursi. Cosa strana, perché entrambi, topi e scoiattoli, hanno il medesimo peso. L’altra cosa strana, o almeno così pare, è il fatto che pur essendo molto mobili e attivi, gli scoiattoli vivono più lentamente. La ragione di questa lentezza a riprodursi rispetto ai topi dipende dalla temperatura corporea degli scoiattoli: hanno una superficie assai maggiore attraverso cui il calore va perduto, e per mantenere costante la loro temperatura, che si aggira tra i 38-40 gradi, lo scoiattolo deve “scaldarsi” il più possibile. Cosa che i topi fanno abitando le fognature o altri luoghi negli edifici costruiti dagli uomini. In conclusione, scrive Reichholf, corporatura e stile di vita limitano la riproduzione negli scoiattoli, mentre i ratti si moltiplicano a una velocità impressionante quando le condizioni di vita sono propizie, cioè quando c’è sufficiente cibo. Chi si riproduce molto in fretta ha una vita breve. Si pensi in questo caso alle balene, che si riproducono con molta lentezza e in numero limitato. Un esempio citato da Reichholf è quello delle cornacchie che raggiungono un'età avanzata. La loro vita si svolge a tutta velocità ma non rischiano nessun infarto o stress e vivono a una temperatura corporea di 42 gradi, che per noi sarebbe impossibile.

Noi oggi noi viviamo più a lungo per via della alimentazione, del riscaldamento delle case e delle cure mediche, ma dal punto di vista biologico siamo un'eccezione, gli altri mammiferi, comprese le scimmie antropomorfe, vivono meno di noi umani. Tra gli animali terrestri più grandi solo gli elefanti vivono una vita così lunga da paragonarla alla nostra. Gli scoiattoli, conclude Reichholf, ci hanno introdotto a un importante fenomeno alla base dell’esistenza: l’aspettativa di vita. Non è una cosa da poco. Il libro è decisamente bello, scritto bene, chiaro ed efficace e contiene anche un bel ritratto dei ghiri, animali notturni, il rovescio degli scoiattoli, cui l’autore dedica un bellissimo capitolo partendo da una sua esperienza personale. Merita una lettura, perché sa restituire un sapere sugli animali che non è affatto consueto e di cui abbiamo molto bisogno. 

1.1.15

La tartaruga è rovesciata: salvata dal compagno c'è più solidarietà tra gli animali che tra gli uomini .

  da  http://www.msn.com/it-it/video/notizie/



È uno straordinario esempio di solidarietà animale, quello ripreso nello zoo di Taipei. Un esemplare di tartaruga nota il compagno steso sul carapace e impossibilitato a muoversi. Allora prende a spingerlo facendo leva con la testa e col proprio guscio fino a capovolgerlo di nuovo nella giusta posizione. Questa scena, registrata da un papà in visita con la propria figlia, ha fato il giro del web, raccogliendo centinaia di migliaia di visualizzazioni(a cura di Matteo Marini)

31.3.14

Ada, una cornacchia ferita è diventata amica di un gatto . sepulvera ha fatto centro


gli manca  solo che  gli insegni a volare     e  la  simbiosi fa   vita  e letteratura  è completa

da  l'unione sarda  del  31\3\2014

                                                         La cornacchia


Da nemico ad amico. All'inizio era un pericolo ma nel giro di poco tempo il gatto è diventato amico della cornacchia ferita.

Quando si dice finire nel mirino. E' successo, stavolta nel senso letterale del termine, a una cornacchia ribattezzata "Ada". Ferita a un'ala e senza una zampetta, ora vive in un giardino in compagnia dei gatti. Uno in particolare, l'ha adottata tanto da diventare suo amico. Si sono guardati con sospetto per alcuni giorni, si sono avvicinati e allontanati di malo modo. Poi si sono arresi a una sorta di solidarietà reciproca e ora il gatto "veglia" sulla cornacchia e non la perde mai di vista. Lei gli saltella attorno, mangia dalla stessa ciotola e si riposa bilanciandosi sull'unica zampetta rimasta senza doversi più preoccupare di... guardarsi alle spalle.Lunedì 31 marzo 2014 09:26Apprendiamo da loro.
Quando si dice la solidarietà. Questi due animali così diversi tra loro sono riusciti a convivere dopo qualche giorno di reciproci sospetti. Ora sembra abbiano bisogno l'uno dell'altro; ciò è meraviglioso. Questo deve insegnare a noi uomini intelligenti che la solidarietà con persone diverse da noi, sia culturalmente che fisicamente, non deve spaventarci,perché ne guadagneremmo entrambi sotto tutti i punti di vista.

13.4.12

Le scimmie sanno leggere Distinguono le parola dai segni privi di sensola teoria di darwin è superata o va integrata ?


 leggendo    questa  news  che trovate  sotto presa dall'agenzia     Ansa  del  13 aprile, 11:41  e le discussioni  avute in merito  con il cofondatore Danilo Pilato  ( ora perso per  strada , SIC    ) del nostro ex  blog      mi porta  a chiedermi    la  teoria  di C.Darwin è ancora  valida  ?   l'antispecismo   non è  più un tabù  ?    La  risposta  è  SI  e No  . 
Si .perchè   questo studi  conferma  uno  dei canmoni  principali  del movimento  antispecista  <<  (..) e capacità di sentire (di provare sensazioni come piacere e dolore), di interagire con l'esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative della specie umana; (.... )  da  http://it.wikipedia.org/wiki/Antispecismo >>.
No perchè una rondine non fa primavera   andrebbe accentuata  e studiata meglio altrimenti si rischiano  figuracce  come quella  dei  Neurini  
Ma ecco la news .  mi farebbe  piacere approfondire  l'argomento  sono ben accette  o qui  nei commenti o all'email del blog  o perché  no anche  su  facebook le  vostre opinioni  ed  eventualmente  un dibattito in merito  



 Le scimmie sanno leggere Distinguono le parola dai segni privi di senso


Uno dei babbuini che hanno imparato a riconoscere le parole scritte (fonte: J. Fagot) 

                          
Anche i babbuini sanno 'leggere' riconoscendo parole di senso compiuto. A 40 anni dai primi esperimenti sulla capacità delle scimmie di riconoscere i segni del linguaggio umano, un nuovo studio pubblicato su Science conferma che alcune abilità alla base della lettura sono comuni a tutti i primati. Nell'arco di un mese e mezzo i babbuini hanno imparato a 'leggere' decine di parole umane, distinguendole da segni privi di significato. Lo studio, condotto dai ricercatori del Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica (Cnrs) francese in collaborazione con l'Università di Marsiglia, dimostra che i babbuini (Papio papio) sono in grado di padroneggiare uno degli elementi fondamentali della lettura, anche se non si tratta di vere e proprie competenze linguistiche. Numerosi studi condotti in passato hanno evidenziato le capacità di apprendimento e di comunicazione linguistica delle scimmie mediante simboli o gesti, come quelli usati nella lingua dei segni. Negli anni '70, ad esempio, è stato celebre il caso dello scimpanze' Sarah, che riuscì a organizzare una serie di simboli secondo un ordine grammaticale preciso e a comunicare correttamente con una forma di scrittura basata sull'uso di simboli. Se ricerche come queste hanno permesso di verificare che le scimmie hanno competenze logiche e l'uso consapevole del linguaggio, il nuovo esperimento ha dimostrato che i primati hanno anche una capacità 'ortografica'. Le scimmie hanno infatti imparato a segnalare la differenza tra le sequenze di lettere stampate che componevano parole inglesi corrette, da altre sequenze senza senso. Poste davanti a uno schermo dove comparivano due diverse combinazioni di lettere erano chiamate a riconoscere la presenza di parole sensate. Il riconoscimento delle lettere e la loro posizione relativa viene generalmente considerato come il primo passo nel processo di lettura e necessita di alcune peculiari capacità di controllo nel movimento degli occhi e nell'elaborazione visiva. Si tratta quindi di un'abilità che non necessita di conoscenze linguistiche a priori. Lostudio dei ricercatori francesi ha inoltre identificato nell'area sinistra della corteccia occipito-temporale del cervello dei primati la sede dei meccanismi 'ortografici', una regione già identificata in precedenza nelle scimmie come la sede dell'elaborazione visiva.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...