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2.10.25

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n° LI : ECCO COSA FARE SE ENTRI IN CONTATTO CON L’AGGRESSORE METODI RAZIONALI ED ISTINTIVI

   Leggi anche  Da settimane non facciamo che ripetervi che l’obiettivo, nel caso in cui siate vittime di un’aggressione, non è comba!ere, [ a meno  chje  non sia  costretto a  farlo ]  , ma liberarsi e scappare. Nel caso in cui però non possiate fare altrimenti e dobbiate entrare in contatto con un aggressore, è fondamentale tenere a mente alcuni concetti. Puntate sempre a zone sensibili come occhi, naso, gola, inguine e ginocchia. Usate un tono di voce forte: urlare può spaventare l’aggressore e attirare l’a!enzione di altre persone, che potrebbero darvi aiuto. Per difendervi usate quello che avete: borsa, chiavi, ombrello o uno spray legale.Se arrivate al conta!o, potete dare un colpo al naso con il palmo: spingete il palmo verso l’alto contro il naso.Provocherà un dolore immediato alla persona e vi darà la possibilità di scappare. Ancora, colpite l’inguine con il ginocchio: se l’aggressore vi è vicino, afferrategli le spalle o la testa e colpite con forza l’inguine. Avrete la possibilità di scappare. Anche un calcio secco al ginocvchio o allo stinco è semplice da eseguire: può far perdere equilibrio e perme!ervi di allontanarvi. A volete può essere prezioso liberarvi da una presa al polso


non tirate “contro” la forza, ma ruotate il polso verso il punto più debole della presa (tra pollice e indice) e tirate indietro. Guadagnerete secondi per scappare. In#ne, spingete con le mani il petto o il volto dell’aggressore. Sarà utile per creare distanza e guadagnare tempo prezioso per la fuga. Oltre alla fiicità, anche l’aspe!o verbale ha la sua importanza. Urlate comandi brevi e forti. Parole come “Lasciami!” e “Aiuto!” possono fare la differenza: rinforzano la vostra detterminazione e possono spaventare l’aggressore, ancora una volta perme!endovi di allontanarvi. Perché, non lo ripeteremo mai abbastanza, la vera vittoria è la fuga.


Vero quello  che   dice   Antonio bianco esperto antigressione  . Ma    possono esserci     dei casi  in  cui   l'aggressore   può  reagire  ai tuoi tentsativi  di difesa     no violenti  . Infatti   ci sono  casi  in cui   urlare peggiora la situazione con un aggressore, è fondamentale adottare strategie più efficaci e sicure. Ecco alcune indicazioni basate su approcci psicologici e comportamentali   : oltre  a  quest  articolo  « Scappare dal vortice di una persona aggressiva: 5 strategie efficaci » di  https://studiolegalelavorospoltore.it/psicologia/ ecco   altri 8  punti  

 1. Non reagire con la stessa intensità

  • Evita di alzare la voce o rispondere con rabbia.

  • Mantenere un tono calmo e controllato può disinnescare l’escalation.

 2. Adotta una postura assertiva, non provocatoria

  • Stai dritto, ma non minaccioso.

  • Evita gesti bruschi o invadenti.

 3. Usa frasi brevi e chiare

  • Comunica con fermezza: “Non voglio litigare”, “Mi allontano ora”.

  • Evita spiegazioni lunghe che possono alimentare la tensione.

 4. Allontanati se possibile

  • Se sei in uno spazio pubblico o hai una via di fuga, usala.

  • Non restare in un luogo chiuso con una persona che mostra segni di aggressività crescente.

5. Non cercare di “ragionare” nel momento di furia

  • Quando una persona è sopraffatta dall’emotività, la logica non funziona.

  • Rimanda ogni discussione a un momento più tranquillo.

 6. Riconosci i tuoi diritti

  • Hai il diritto di proteggerti e di non subire violenza verbale o fisica.

  • La consapevolezza dei propri limiti è un primo passo verso la difesa.

 7. Cambia atteggiamento: da reattivo a proattivo

  • Preparati mentalmente a riconoscere i segnali di escalation.Impara a dire “no” con calma e decisione, senza entrare nel gioco dell’aggressività.

8.  ultima  ratio  Difenditi     con  le techiche    di aerti marziali  (  quelle  citate  sopra     e nelle puntate precedenti  ) 






13.6.24

chiamiano le cose con il loro nome . quando un deputato prende a pugni un altro deputo non è rissa ma aggresione ., gli attacchi israeliani on sono atti di guerra ma massacri

   di  cosa stiamo parlando


 come  giustamente  invitata  a fare    Lorenzo  Tosa  




Cosi Similmente non si può chiamare "guerra a Gaza" il massacro di civili palestinesi da parte dell'IDF  (  esercito  sisraeliano )   e l'assassinio mirato dei palestinesi nella Cisgiordania da parte dei coloni sionisti. Nemmeno scontri a fuoco i bombardamenti su campi profughi a Gaza. «Nomina sunt consequentia rerum» ossia i nomi conseguono alle cose e non viceversa. Mascherare le cose dietro nomi non corrispondenti alla realtà è propaganda, e anche miserrima.

19.11.09

A secco

 

Il mio blog somiglia sempre più a un bollettino di guerra. La prima a dispiacersene è la sottoscritta.

Quanto amerei occuparmi di racconti, poesie, piccole realtà quotidiane.

Invece, no: senza volerlo, i blogger sono diventati uno degli ultimi avamposti della democrazia in pericolo. Per questo tentano in ogni modo di zittirci.

Mi ritrovo, all'alba del 2010, a dover difendere diritti umani basilari, a ripetere verità un tempo scontate, a ribadire concetti ovvi, che si credevano assimilati.

Padre Zanotelli denuncia da sempre i pericoli della privatizzazione dell'acqua.

Ieri, l'ultima vergogna. L'ho saputo con più dolore (e rabbia, tanta rabbia) che meraviglia: con l'ennesimo ricorso al voto di fiducia, Berlusconi e la Lega hanno approvato l'art.15 del ddl Ronchi 135/09 che svenderà l'acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso, agli interessi di Confindustria e delle grandi multinazionali (cfr. il testo dell'obbrobio). La scelta della destra di privatizzare l'acqua, oltre ad essere sbagliata e pericolosa in quanto fa diventare un bene essenziale e comune a tutti i cittadini un privilegio e profitto per pochi, è anche in controtendenza rispetto alle decisioni di altri Paesi che, in precedenza, avevano optato per la privatizzazione e sono poi tornati sui propri passi.

Il Dio Mercato mostra, ogni giorno di più, il suo vero aspetto: quello di una dittatura non solo economica, ma anche e soprattutto politica, irriformabile e irrimediabile. Le prime conseguenze di questa logica perversa verranno pagate dai cittadini e dai lavoratori, attraverso l'aumento delle tariffe e la diminuzione delle manutenzioni, degli investimenti e dell'occupazione.

In Bolivia, giunsero a privatizzare anche l'acqua piovana. In seguito, scoppiò la rivoluzione.

Oggi, a Roma, il Forum dei Movimenti per l'acqua sarà ancora (ore 11.00) in piazza Montecitorio. E invita a una mailbombing su tutti i deputati. A Milano gli umanisti, assieme ad altre associazioni, si ritroveranno alle 16.30 in piazza Scala, per il primo presidio post-privatizzazione. Ma, ovviamente, stiamo solo contandoci. Chi comanda farebbe bene a ricordare che verrà un giorno, quando i ricchi sono troppo ricchi, in cui il disgusto li travolgerà, peggio del fango sporco e venefico che ci hanno lasciato in cambio di quest'ennesimo, infame ladrocinio. Rammento pure che "privato" è participio passato di "privare", cioè togliere. Cioè, furtare.

Daniela Tuscano

29.9.09

La notte nera

Questa notte una ragazza ha urlato. Indossava un maglioncino rosa, e la solita acconciatura fuori moda per tenere in ordine i capelli troppo lunghi. Questa notte una ragazza ha urlato perchè qualcuno, nel silenzio della città addormentata, le ha puntato contro una pistola. Una ragazza ha urlato, e chi lo sa in quanti l'hanno sentita. Chi dormiva, chi nella sua insonnia ha preferito tenere gli occhi chiusi. E le orecchie spente. Quella strada sembrava così più silenziosa del solito, come avvolta da uno stato comatoso, surreale, grottesco, crudele. E' la ragazza della Città Senza Giustizia. E' la ragazza della Città Senza Cuore. E guardando negli occhi quella pistola ha visto il proprio corpo disteso sull'asfalto, davanti ai suoi occhi. Ed ha temuto, ha perso la speranza. Per la vita, propria e del suo compagno. E chi può dire che cosa abbia pensato in quel momento. Ha detto no, per favore, no. Ha detto Dio, non può essere vero. Non qui. Non ora. Non può essere vero. Oh Dio, oh Dio, oh Dio. Non togliermi tutto ciò che ho. Questa notte una ragazza ha urlato, e chi lo sa in quanti l'hanno sentita. Nessuno, in ogni caso, l'ha ascoltata.


Questa notte, questa notte ho urlato. Indossavo un maglioncino rosa, e la solita acconciatura fuori moda per tenere in ordine i capelli troppo lunghi. Questa notte ho urlato perchè qualcuno, nel silenzio della città addormentata, mi ha puntato contro una pistola. Ho urlato, ho urlato perchè qualcuno mi sentisse. Perchè qualcuno accorresse, perchè qualcuno mi salvasse.


Dormivano tutti. Nessuno si è svegliato per me. Per me, per noi, per ogni ragazza che urla, per ogni ragazzo schiacciato dall'impotenza, dal terrore. Per ogni bambina smarrita. Per me, per noi, nessuno si è svegliato.


La mia speranza è morta. E' morta, morta, morta.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...