L’improvvida uscita di Alice Sabatini, neo-Miss Italia (?) 2015, ha provocato una sequela di commenti ironici e sdegnati. Reazioni giuste e opportune. Alice non è innocente: stava a lei, e solo a lei, studiare e/o informarsi riguardo a eventi storici d’importanza fondamentale.
Ciò premesso, una domanda sorge spontanea: ma quanti docenti insegnano ai loro alunni l’importanza del ruolo delle donne nella Resistenza? Quanti conoscono, e diffondono, i nomi di queste eroine?
In genere, la “Storia” che conta non è presentata, sia dagli insegnanti sia dai libri di testo, come “affare da uomini”? Non lo diamo per scontato? Come stupirsi, quindi, che una ragazza (o un ragazzo) dall’intelligenza media, o magari non molto brillante, non avverta questo vuoto nel programma scolastico e reputi ovvia e normale l’”insignificanza” delle donne nelle vicende storiche, culturali, artistiche d’un Paese?
Se l’apporto femminile alla cultura, i diritti delle donne, sono ritenuti argomenti inutili o al massimo facoltativi; se gli/le insegnanti che vi si dedicano vengono visti come tipi eccentrici (quante volte ci chiediamo “come mai la prof è fissata con le donne, è forse ‘femminista’?, senza peraltro conoscere bene il significato di questo vocabolo?); perché sorprendersi delle Sabatini di turno? Accusare solo lei significherebbe, ancora una volta, addossare alle ragazze quell’ignoranza e superficialità che noi stessi/e, con la nostra (dis)educazione, abbiamo proposto come unico modello da seguire.
© Daniela Tuscano