questo post nasce da : 1) dalla risposta su fb dove finiscono i post del blog da parte di ***** una mia amica Vegana : <<Giusè noi vegan non sopravviviamo! Viviamo meglio
;"D! >>;., 2 da
a un richiesta d'aiuto fatta per il post sui vegani e le cene \ pranzi natalizi vista la profondità e l'impossibilità di riassumerla per metterla in quel post , la metto qui interamente e senza commenti .
Un grazie a Barbara primo di http://www.promiseland.it/ un altro sito importante come punto di riferimnto per i vegani e non, che ha risposto a questo mio sondaggio
Io
volevo chiedervi di raccontarmi il vostro primo natale vegan , e le reazioni dei vostri familiari e gli altri parenti . ma soprattutto come fate resistere alle provocazioni dei carnivori .?
Lei
Il mio primo Natale vegan l'ho passato in casa, in famiglia, ho la fortuna di abitare lontano, quindi sono i parenti che, venuti a trovarci, hanno dovuto sottostare a quello che avevo preparato io.
Avevo programmato con cura il menù in anticipo per presentare pietanze saporite e non troppo complicate, o con ingredienti diversi e dai gusti bizzarri.
Quindi avevo fatto una vellutata di mais con dei funghi secchi, una terrina saporita e ricca ai funghi, una crema affumicata da spalmare su del pane grigliato e per il dolce mi ero affidata alle mani esperte di un'amica che ha saputo riprodurre i sapori della famosa torta di mele francese "Tatin" ma usando solo ingredienti vegan. Più le solite insalate, un buon bicchiere di vino per chi lo voleva e il pane fatto in casa da me.
Devo dire che le persone più anziane del gruppo erano piuttosto scettiche ed in bilico tra "Ma voi mangiate cose strane dai sapori strani", malgrado non avessero mai assaggiato tofu&Co e "Ma se state bene voi e siete in salute saranno sicuramente cose buone". Diciamo che gli umori erano al sereno-variabile!
Inutile dire che tutto è andato bene, che finalmente hanno fatto un Natale senza mangiare troppo grasso, senza appesantirsi, senza bruciori di stomaco e senza proteine animali.
Alla fine erano tutti soddisfatti, le pietanze erano piaciute, il tempo era trascorso serenamente e piacevolmente, ma il fatto di mangiare piatti che non rientravano nella loro gestualità in cucina li ha lasciati dubitativi, anche la semplice vellutata di mais con i funghi secchi non avrebbero saputo da dove cominciare per prepararla a casa loro! Questo penso faccia parte della chiusura che si installa inconsciamente nelle persone quando dici loro che sei vegan. La prima cosa che ti dicono è: "Ma allora cosa ti preparo da mangiare quando vieni da me la prossima volta?". Parrebbe che di colpo abbiano dimenticato come si fa una pasta al pomodoro, un risotto ai piselli o le lenticchie...
All'inizio, vivendo lontani appunto, avevamo deciso di dire "solo" che eravamo diventati vegetariani, ma alla prima discesa in Italia, di fronte a vassoi di formaggi e affettati (mi sto ancora chiedendo dove hanno trovato il campo di mortadella...) ci siamo dovuti arrendere e cominciare a metterla giù pesante perché pareva che volessero, in due settimane, farci mangiare tutte le proteine animali di un anno!
Insomma prima con la dolcezza, poi con la fermezza, ma senza mai perdere la calma siamo riusciti a far capire che noi, neanche una volta ogni tanto, non avremmo più mangiato tutto quello che gli avevamo già elencato... pesce compreso...
Più che altro il tempo e la cattiva salute degli altri intorno a noi ci hanno dato ragione. I nostri esami clinici sono sempre ottimi, la nostra salute anche, non ci ammaliamo praticamente mai neanche in inverno e quindi la situazione si è sistemata da sola.
Per quanto riguarda le provocazioni degli onnivori dipende da molte cose. Dal mio umore del momento, da come vedo che la persona di fronte a me imposta il discorso, dalla voglia che ho di stare a spiegare le cose (questo dipende molto da chi ho di fronte, ci sono persone che so per certo essere superficiali che dopo cinque minuti hanno lo sguardo perso e capisci che pensano ai fatti loro...). Ma devo dire che col tempo, leggendo e informandomi, anche grazie alle notizie che mi capitano sotto gli occhi nell'ambito del mio lavoro di responsabile di www.promiseland.it, sono molto più informata su tante cose e quindi riesco a controbattere e a mettere in difficoltà le persone in maniera chiara e inequivocabile. A dire il vero se sono di buonumore mi ci diverto anche, bonariamente lo dico, a mettere in difficoltà quelli che io chiamo i "babbani" (nella saga di Harry Potter i babbani sono le persone non dotate di poteri magici: mi piace questo parallelo ironico!).
Insomma, non sono mai aggressiva, non mi interessa e credo crei chiusura nel tuo interlocutore, cerco anche di non parlare di questa cosa altrimenti ti dicono subito che fai proselitismo, ma se per sbaglio qualcuno mi pone delle domande non sfuggirà alle risposte.
Credo che l'educazione sia alla base di questo genere di spiegazioni e per esempio, se nei discorsi di tutti i giorni mi può anche capitare di usare parole un po' forti, quando parlo di veganesimo ci sto molto attenta e non uso mai espressioni colorite, mantengo la calma e al limite dico scherzosamente le cose che potrebbero essere prese male dal mio interlocutore.
Non dobbiamo dimenticarci che le persone quando si parla di questi argomenti, a livello inconscio, sanno che gli animali che mangiano vengono uccisi e hanno un po' la coscienza sporca, quindi dire che io non ne mangio per non farli soffrire è come dir loro: "Tu sei cattivo perché li mangi e li fai soffrire", o peggio ancora "Io sono meglio di te perché ho la forza di carattere di non mangiarne, non indossarne etc.", anche se la nostra intenzione non è questa (io per esempio non mi sento superiore a nessuno) gli altri percepiscono la cosa così e si sentono a disagio, per questo sovente le reazioni verso di noi sono un po' troppo accese, alla base c'è l'incomprensione.
Un altro fattore da tenere in considerazione, secondo me, è la paura della cosa sconosciuta: la cosiddetta ignoranza riguardo a qualcosa genera inquietudine e insicurezza, a volte vera e propria repulsione, ma c'è anche chi reagisce mettendo in ridicolo qualcosa solo perché non lo capisce.
In pratica la mia reazione cambia a seconda di chi ho di fronte e da come viene impostato il discorso dagli altri, se vedo che la discussione prende una brutta piega o diventa noiosa cerco di cambiare argomento. Se però mi vengono poste delle domande dirette rispondo in maniera altrettanto diretta e precisa.
Per quanto riguarda la vita in società non ho avuto grossi problemi, non sono mai stata una persona che ha bisogno di uscire molto o frequentare molte persone. Mi piace la vita tranquilla, i grandi assembramenti rumorosi non mi sono mai piaciuti: limitano gli scambi interpersonali e li trovo inutili.
Quindi c'è stato un periodo abbastanza lungo di più di due anni, quasi tre, durante i quali si usciva solo in coppia (avendo veganizzato subito il marito!), le persone che frequentavamo erano i cucini italiani vegan (quelli che ci hanno "convertiti") quando venivano in vacanza da noi e basta.
La selezione è stata naturale: parenti (quelli della parte della famiglia francese) e amici che ci tenevano a noi dopo circa due anni hanno fatto di nuovo capolino e hanno cominciato ad invitarci timidamente a pranzo,
informandosi su cosa potevano fare per noi ed è andato tutto bene.
Devo dire che io non sono scesa a compromessi del tipo: per noi due porto io o cose del genere. Ho sempre pensato che mangiare vegan non è una malattia contagiosa e che se per una volta tutti i commensali mangiano vegan non è tossico e non moriranno, spiegandolo alle persone che ci tengono a noi, con serenità, queste capiranno, altrimenti non ci tengono a noi è: così semplice!
Riconosco che ci vuole però una buona dose di sicurezza in sé stessi e di libertà dal giudizio altrui, cose che per mia fortuna posseggo.
Ovviamente con i miei accorgimenti non sono stata al riparo da commenti ostici, battute sarcastiche e tutto il resto. Ma non dando peso al giudizio che gli altri portano verso la mia persona questi non mi hanno intaccato nella sicurezza e nella voglia di proseguire, serenamente, per la mia strada.
Quindi un poco alla volta il mio percorso è ancora in svolgimento e nonostante quasi quattro anni di veganizzazione mi ritrovo ad avere ancora in casa maglioni in lana, scarpe in cuoio etc. che non ho più voglia di usare e per le quali sto facendo opera di bonifica, sperando possano servire a qualcuno e non aver causato sofferenza invano, per finire nelle immondizie ancora semi-nuove.
Ed è proprio riordinando gli armadi dopo esser diventati vegan che ci si rende conto di quanto la pigrizia dell'essere umano ci faccia diventare dipendenti dai prodotti animali, siano essi a tavola o nella vista di tutti i giorni.
In realtà, una volta presa coscienza di quello che si provoca se non si fa attenzione, è poi molto facile applicarsi, leggere le etichette, rinunciare ad un oggetto.
Siamo talmente "pieni di cose" e ci sono talmente tante alternative che al giorno d'oggi anche essere vegan è facile.
Insomma le persone cambiano, le riflessioni sono un ottimo esercizio per la mente: cerchiamo di non evitarle.
Una precisazione che vorrei fare a beneficio di tutti quelli che credono che il veganesimo sia una religione o una setta è questa: una religione ha un Dio da pregare, noi né l'uno né l'altra, una religione o una setta sono scandite da riti, compreso quello iniziatico (come il battesimo nel cristianesimo) noi no, una persona può decidere di diventare vegan oggi e smettere tra una settimana, non deve rendere conto a nessuno, non si firma nessun contratto, non ci si associa a nessuna organizzazione, si è completamente liberi di esserlo oppure no, non abbiamo guide spirituali, regole o statuti... quindi per favore non ripetete questa cosa pappagallescamente quando incontrate un vegan, costui per educazione o per mancanza di argomenti potrebbe evitare di rispondervi, ma voi state veramente dicendo una cosa che non si regge in piedi!
Detto questo auguro delle buone feste di fine anno a tutti!
Esplorando il sito di promiseland ho trovato qusto articolo della stessa barbara
Casa Promiseland3 dicembre 2011
STRUDEL BARBARA, lo strudel rivisitato con pere, fava tonka, fragole disidratate, cioccolato e pistacchi, scarica la ricetta in pdf QUI
Esplorando il sito di promiseland ho trovato qusto articolo della stessa barbara
Casa Promiseland3 dicembre 2011
Le ricette di fine anno!
In un momento in cui si guarda alle future feste di fine anno e si rivolge lo sguardo fiducioso all’anno nuovo io voglio andare contro corrente e lanciare uno sguardo compiaciuto a questo magnifico, per me, 2011 che sta finendo.Già al suo inizio si preannunciava splendido: febbraio segnava un anno dalla pubblicazione di Veganwiz.fr, sito al quale ho dedicato tanto tempo, che mi ha spinta a sempre nuove esperienze culinarie e che in soli dodici mesi mi ha dato tante soddisfazioni, fatto incontrare di persona tanti vegan francesi ed entrare in contatto con tante persone stimolanti qui a Parigi dove vivo.Poi ci sono stati i preparativi per il primo, grandioso, VeganFest! Questo evento ha aperto la mia primavera vegan alla grande facendomi passare qualche giorno intenso al fianco di persone speciali, non parlo solo di Sauro e Renata, ma di tutte le persone che hanno partecipato alle fatiche e alle gioie di quei giorni indimenticabili, non li elenco: dimenticherei sicuramente qualcuno, a volte tornano nei miei pensieri episodi sparsi e scoppi di risa…Neanche il tempo di rientrare a casa quasi e ricevo la fatidica telefonata: serie di fortunate coincidenze? Rinunce dell’ultimo momento? La persona giusta al momento giusto? Non lo saprò mai, ma poco importa: le coincidenze non esistono e io ho la fortuna di vedermi offrire questo bellissimo sito che è Promiseland e prendo l’occasione al volo, non mi sembra vero, questa volta il treno è passato dalla mia stazione ed io ero sulla banchina ad aspettarlo per iniziare un viaggio dai mille colori e sapori che mi porterà lontano…I mesi passano veloci e già a luglio eravamo attivi per preparare i bellissimi progetti che sgorgano come acqua di sorgente dalla mente di Sauro.Luglio in vacanza, ma sempre connessa, comincio ad organizzarmi per gli impegni di fine estate.Agosto: gli altri in vacanza e io che già mi porto avanti col lavoro, mi si prospettano due mesi intensi, sia a settembre che ad ottobre sarò in Italia per un totale di quattro volte, per seguire e documentare su Promiseland gli eventi in programma.A settembre ci sarà il primo corso di Veganblog, un successo con più di venti partecipanti e poi tre VeganOK-EXPO ad una settimana circa uno dall’altro:Bologna, Milano, Carrara. Viaggi, cucina, stanchezza, incontri, volti, sorrisi, chiacchiere, articoli, foto, compleanni, reportage, parlare di lavoro in macchina la mattina presto con Sauro e Renata, ma anche tutti insieme a cena davanti a una pizza (ma lo troveremo un posto alle 11 di sera che ci fa una pizza? Mah, proviamo!).A Bologna conosco Giorgio, Vivere Scalzo, ed è colpo di fulmine: tolgo le scarpe anch’io, Sauro ce l’ha ancora su con me… e pensare che avrei potuto incontrarlo già al VeganFest se non fossi stata sempre così di corsa…Ma quante persone ho incontrato in quei due mesi? Zucca, Lony, Cuccio, Pogo, Scila, Lilly, Nala, Bike, Tommaso, Cesare, tre Laura, Giorgio, due Cinzia, Gianluca, Alberto, Enza, Osvaldo, Enzo, Maryline, Francesco, Michele, Dany, Igor, Alessandra, Simone, Silvia, Paola, Daniele, Nelusco, Valentina, Filippo, Frankye, Maddy, Alessandro, Alice, ben tre Andrea e almeno due Luca, Marco, Tiziana, Marilena, gli Chef di Veganblog, Claudia, Alessandra, Sandro, Mary, Enrico, Matteo, Nancy, Paolo, Pina, Roberta, Rossella, Alberto, Aldo, Roberto, Fabrizio, Valeria e cito solo quelli che mi vengono in mente ora e con i quali sono stata a più stretto contatto: chissà quanti ne dimentico!Finalmente fine ottobre, torno a casa, scalza, dal mio paziente marito, che si era quasi abituato a fare lo scapolo, da “La Cano” che per dieci giorni non mi molla di un centimetro per paura che parta ancora, mi ci vuole un po’ per recuperare un ritmo di vita normale, ma che avventura: ne è valsa la pena!Un anno così, bevuto d’un fiato non mi era mai capitato! Chissà come sarebbe stato se Alessandra e Manuel non mi avessero fatto fare il salto, se Sauro non mi avesse lasciato spazio per esprimermi, se non avessi incontrato tutte le fantastiche persone che ho incontrato, se… vabbé è giunto il momento di guardare al futuro più prossimo (noi ci stiamo già preparando per il prossimo VeganFest, che sarà ancora più grande della scorsa edizione!), quindi per festeggiare degnamente la fine di questo anno irripetibile ho pensato un menù speciale da gustare in buona compagnia: la vostra e… BUONE FESTE A TUTTI!
FOCACCIA CHIC, focaccia di tradizione pugliese ma col vestito delle feste con tartufo e panna di soia, scarica la ricetta in pdf QUI
TENEREZZE DI SEITAN, tranci di seitan con patate dolci, fava tonka e pistacchi di Bronte, scarica la ricetta in pdf QUI
STRUDEL BARBARA, lo strudel rivisitato con pere, fava tonka, fragole disidratate, cioccolato e pistacchi, scarica la ricetta in pdf QUI