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5.10.09

Il Mondo migliore

In questi giorni abbiamo spesso sentito parlare, o forse straparlare, di "Italia migliore". Secondo gli organi d'inforNazione più accreditati, l'Italia migliore sarebbe quella che elogia il governo sempre e comunque, che non protesta mai, che plaude alle ronde e si entusiasma quando la polizia caricare gli extracomunitari su appositi autobus con inferriate, come accade a Milano; che approva senza riserve le "missioni di pace" militari (sostenute devotamente pure dall'"opposizione"); mentre se qualcuno osa timidamente obiettare che, a suo umilissimo parere, gli eroi sono, chessò, i volontari o i missionari; se ritiene che probabilmente si esagera a trattare esseri umani come bestie pericolose; beh, state tranquilli: costui è ipso facto un criminale, un anti-italiano, un apostata e chi più ne ha, più ne metta.









 

Sarà. Ma a Milano, tre sere fa, abbiamo visto un'altra Italia, addirittura un altro mondo, e, scusate, a noi piace un pochino di più. A noi sembra questo, il mondo migliore.


Un mondo che ha gridato NO non solo alle guerre. Un mondo che ha pronunciato soprattutto dei SI'.




SI' alla pace e alla nonviolenza. Da Wellington a casa nostra, dall'enorme pannello dell'Arengario, alle 18.45 tutto il mondo migliore ha intonato il Do diesis. Come un immenso, infinito mantra. Perché il Do diesis - ha spiegato Giorgio Schultze, introdotto dal Trio Medusa, Diego e La Pina di Radio Deejay e accompagnato da Francesco Sarcina (Le Vibrazioni), Emma Re e Barbara Cupisti - è il suono della Terra. Il suono delle viscere più profonde, della natura. Un suono di riconciliazione con l'universo. Un suono di resurrezione.





Gli stand dell'Anpi (a sinistra) e di Emergency (sotto). Presenti anche i rappresentanti di No al Razzismo, organizzazione cristiana di base che indirà una manifestazione il 17 p.v.










 










Con Simona di Arcobaleni in Marcia, associazione umanista GLBT. C'erano anche i gruppi gay radicali Certi Diritti e gli omosessuali cristiani evangelici del Varco.

Un suono che ci ricorda da dove proveniamo. Dalle viscere, dalla madre. Le guerre. Si spendono i 3/4 del patrimonio mondiale di denaro per gli armamenti, e solo un terzo per la fornitura di acqua potabile. L'acqua. Anche da noi, in questi giorni, alla chetichella, senza che nessuno lo rendesse noto, senza che nessuno fiatasse, è stata privatizzata. Le prossime guerre avverranno in suo nome. E non esclusivamente in quei Paesi che solo un alieno legaiolo potrebbe ormai considerare "lontani". Ma qui, tra noi. E in effetti, smontata l'illusione del "miracolo economico", rivelatosi in realtà un tragico miraggio, ora ci provano con la paura. Poveri contro poveri. Gli uni contro gli altri. Creando falsi timori. Per continuare a spadroneggiare. A loro abbiamo opposto il nostro suono. Che è un SI' alla vita, alla semplice umanità.


SI' alla cultura. SI' alle relazioni tra persone, gruppi, religioni, sessi. Chi l'avrebbe immaginato, soltanto pochi anni or sono, gli umanisti a fianco dell'Anpi, di Emergency, della Cgil, persino di Azione cattolica? I cattolici, ecco: avrebbe dovuto essere proprio piazza Duomo dell'altra sera, il loro luogo naturale. Se non lo è stata, se da taluni sono stati visti come una curiosa minoranza, chi devono ringraziare?



SI' alla diversità, al futuro, a un'alternativa concreta al sistema imperante (ma non vincente: solo più forte, almeno in apparenza). Sarà per questo che l'intero summit dei premi Nobel per la Pace ha aderito alla Marcia, consegnando nelle mani di Schultze in persona il "decalogo della nonviolenza". Che non è pacifismo, ma uno stile di vita, un impegno costante, una metodologia per il cambiamento sociale.


Nonviolenza senza il trattino separatore, perché non si tratta semplicemente di negare la violenza ma di proporre un valore autonomo e positivo. Sulla scia di Gandhi (che nasceva proprio il 2 ottobre) e di San Francesco (festeggiato oggi). Due simboli, l'Occidente dell'Oriente e l'Oriente dell'Occidente, come Dante definiva il Poverello, che hanno incorniciato questi storici giorni. E il simbolo, lo sappiamo, è sostanza.


Ore 18.45: parte l'OHM sul Do diesis e, fra poco...



Nonviolenza come futuro: mai abbiamo visto una piazza così gremita di bambini. Con loro, che hanno allestito uno spettacolo teatrale e un coro, abbiamo visto una generazione mutata. Davvero nuova. SI' all'educazione, a una società che integri e consideri uguali le differenze, perché rendono più umani. SI' al rispetto, dell'uomo, della donna, delle etnie. Concetti che si apprendono da giovani. E che possono ramificare solo in un cuore giovane.



SI' al dialogo. Barbara Cupisti ci ha mostrato, in un suo documentario, altri giovani, altre persone di cui nessuno parla mai: attivisti israeliani e palestinesi, che collaborano tra loro per una coesistenza pacifica. Tutti con la maglietta della Marcia Mondiale. Sapere che anche in quelle martoriate terre, alla stessa ora nostra, quei ragazzi hanno intonato il Do diesis, ha procurato in tutti un lungo fremito di commozione.



E ha commosso anche la marcia ideale dei detenuti del carcere di Bollate, che, tramite la vice-direttrice, ci hanno fatto pervenire i loro messaggi. "La pace è la libertà dell'anima", è il pensiero di uno di loro, che ha riassunto tutti gli altri.



SI' al lavoro garantito per tutti. Non è più possibile mantenere in vita un sistema disumano che, in nome del profitto, condanna miliardi di persone al precariato, quando non alla disoccupazione e alla fame. Esponendole quindi non solo all'emarginazione sociale, ma anche al crimine e ai ricatti di mafia e malavita.



SI' alla ricerca scientifica come strumento (non come fine) per migliorare il benessere dell'umanità. Emergency, ma non soltanto loro, sono un esempio di medicina votata alla vita. Che è uguale per tutti, e non conosce differenze di età, sesso, religione e provenienza geografica.


E la Marcia era, infatti, anche lì: all'Istituto dei Tumori, perché la vita prosegue, e la vita vince. Era all'Università della Bicocca, perché la vita senza sapienza è pressappoco l'immagine della morte. Era in piazza, con giochi, spettacoli teatrali, balli. Era vicina all'Honduras e a tutti i popoli perseguitati.






...IMAGINE!!!


SI' affinché parole come onestà, trasparenza, informazione non vengano più stravolte nel loro significato, e quindi bestemmiate. Perché il vincente non è il più furbo o il più spregiudicato, ma chi ha senso civico. Chi, in parole povere, fa il proprio dovere.


Scherzando ma non troppo, il Trio ha chiesto a Giorgio dove sarà il giorno delle primarie del Pd. Noi ignoriamo dove sarà, in compenso abbiamo notato molti aderenti (o ex-aderenti) di quel partito aggirarsi in piazza Duomo, assieme a noi. Anche gente che, fino a pochissimo tempo fa, ci aveva snobbati quando non apertamente emarginati. Chi dovrebbe rappresentarli, del resto, è in ben altre faccende affaccendato. Ad esempio, nella singolar tenzone tra futuri segretari, uno spettacolo davvero onorevole e di altissimo profilo. Litigano su tutto, fuorché su due cose: le "missioni di pace" (appoggiate senza se e senza ma) e l'intesa sullo scudo fiscale con quello che, secondo i cartoni animati, dovrebbe rappresentare il loro acerrimo nemico. La (Ga)Binetti, la vergine guerriera che mai e poi mai, nemmeno in caso di peste bubbonica all'ultimo stadio, avrebbe disperso il proprio voto se si fosse trattato di stoppare i veri pericoli per il Paese (coppie di fatto, aborto, biotestamento...), in questo caso era a un meditabondo "convegno della Croce Rossa", il già inquisito Carra e tutta la clericaglia che solo un neologista ubriaco potrebbe ribattezzare "teodem" si sono piamente defilati, così come antiche combattenti senza macchia e senza paura, Lanzillotta, Melandri (anch'essa, curiosamente, impegnata in una "missione - ma quanti missionari! - a New York"). Così lo scudo salva-evasori è passato senza patemi d'animo, però ci hanno comunicato che la cosa gli dispiaceva molto. Dove sarà Giorgio, alle primarie del Pd? Modifichiamo la domanda: dov'è il Pd, già da adesso? Quello autentico, intendiamo?


Forte presenza giovanile anche il giorno successivo, durante la manifestazione per la libertà di stampa. Che non era affatto a difesa di un gruppo editoriale (si sono udite anzi critiche severe, pur se assolutamente educate, all'indirizzo dei baroni dell'editoria): ma a difesa del semplice cittadino, del blogger, della rete (rimasta, lo ripetiamo, l'ultimo baluardo contro la narcosi delle coscienze). Solo la rete oggi spegne gli inutili riflettori sui terremotati abruzzesi, e rende noto che gli altri, oscuri due terzi degli aquilani rimarranno senza casa. Solo la rete diffonde il permanere dell’emergenza rifiuti, a Napoli come a Palermo. E solo grazie alla rete continuano a circolare video altrimenti dimenticati o fatti sparire (vedi qui sotto il famigerato progetto del ponte sullo Stretto di Messina).


A difesa dell'articolo 21, della Costituzione. Quella per cui i nostri predecessori hanno lottato e sono morti.

 

 

Vi ho trovato anche un mio ex-studente, attualmente iscritto a Ingegneria edile, con alcuni amici. Un pizzico di orgoglio, anche per me. Concedetemelo. Lamentava di non poter essere a Roma, teatro dell'appuntamento nazionale ma, quanto a presenze, anche Milano si è difesa benissimo. "Sono qui - ha dichiarato il mio antico allievo - perché non ho visto il fascismo, e non voglio vederlo mai".


Daniela Tuscano










 









12.7.09

Foto di gruppo

Chi cerca trova: e noi, la natura, la sappiamo trovare, anche ai bordi di Milano. Si tratti della vezzosa villetta di Marie Teresa, in quel di Redecesio, o del Bosco in Città dove abbiamo presentato la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza e organizzato una sontuosa grigliata (complimenti ai nostri chef Alberto e Silvia), riusciamo ovunque a ritagliare spicchi di colore. Il merito? Dell'amicizia e dell'entusiasmo che ci unisce. Ricette utili in ogni stagione.

Da sinistra: Marie Teresa, io, Roberto, Alberto, Michele, Silvia ed Elena a Redecesio.







A fianco: sempre noi, in ordine sparso.












Da notare la mia capigliatura alla Michael Jackson quando si esibiva coi Jackson 5...
















Bosco in Città: un insolito (e alquanto insicuro) mezzo di locomozione per Silvia...














Roberto si protegge dal fumo della carbonella con improbabili occhiali da sole stile-Patty Pravo.














Non è la fucina di Vulcano, ma Alberto... alle prese con lo spiedo.













Il frutto della sua fatica...















...è ampiamente ripagato dall'apprezzamento degli ospiti!
















Cristina: urp!...



















Clelio in una moderna versione del Déjeuner sur l'herbe, ribattezzato per l'occasione.





Chiudiamo in bellezza...












Grazie ragazzi! Après le repas



Daniela Tuscano

10.5.09

Storico abbraccio tra le vedove Calabresi e Pinelli

Un segnale di speranza nella possibilità di un mondo in cui i conflitti si possano risolvere con la riconciliazione


Ieri, in occasione della giornata della memoria delle vittime del terrorismo, dopo che il Presidente Napolitano ha incluso Pino Pinelli tra le vittime della strage di Piazza Fontana, le vedove del commissario Calabresi e dell'anarchico Pinelli si sono scambiate uno storico abbraccio, dopo tanti anni dai tragici avvenimenti che le avevano messe, senza nessuna vera scelta da parte loro, sui lati opposti di una sorta di faida che sembrava inconciliabile; una faida non tanto tra le famiglie o tra le signore stesse, ma tra i gruppi di appartenenza, tra i mondi culturali e sociali rappresentati dai rispettivi mariti, tutti e due caduti vittima dell'assurda violenza di un'intera epoca. L'abbraccio di oggi, dopo le sagge parole di Napolitano su Pinelli e sulla nascita di quella stagione di tensione.

È un fatto commovente in sé stesso, ma anche molto di più: è una dimostrazione di come
riconciliazione non possa passare dalla dimenticanza dei fatti, come se con il tempo avvenimenti tragici e gravi potessero non essere più tali solo per la distanza con cui non si riesce più a scorgerli nitidamente. Al contrario: bisogna ricordare bene tutto, soprattutto le offese ricevute e fatte, proprio per riuscire a comprendere la dinamica degli avvenimenti, farsi carico di eventuali proprie responsabilità, e provare almeno ad intuire quali possano essere le ragioni che hanno spinto gli altri a fare quello che hanno fatto. Quell'abbraccio è la dimostrazione che è possibile sempre trovare qualcosa che unisce e che ciò può permettere di iniziare un percorso di riconciliazione.

In un mondo pieno di guerre e di situazioni di violenza che sembrano senza uscita quell'abbraccio è un vero segnale di speranza.





Giorgio Schultze
Portavoce europeo del Movimento Umanista
Candidato indipendente nelle Liste di IDV nella Circoscrizione Nord Occidentale

11.2.09

Lettera sulla Carità/Agàpe

Grassetti nostri.
 


 


La sera della morte di Eluana, alle ore 21,30 circa suona il mio telefono. Una voce di donna dice: “Ora sarete contenti. L’avete ammazzata. Siete nazisti”. Ho messo giù il telefono, senza proferire parola. Se l’irrazionalità raggiunge simili livelli abissali, svanisce qualunque parola di confronto.
Mi ha addolorato vedere cattolici, uomini e donne, preti e qualche cardinale parlare con sicurezza di “assassinio” e altre nefandezze. Ho visto la scritta su un muro vicino alla clinica che diceva “Beppino boia”. Credo che un cattolico avrebbe dovuto essere legato come ad una roccia solida alla Parola: Non giudicate e non sarete giudicati; con il giudizio con cui giudicate sarete giudicati; e con la misura con cui misurate vi sarà misurato (cf Mt 7,1-2). Avrei voluto ascoltare parole come: «Tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e non li hai abbandonati» (Ne 9,17). Come si concilia l’urlo di «assassino» con il rosario in mano o la croce sbandierata come una spada di morte? Ho visto l’assalto all’ambulanza con la stessa atroce violenza di chi voleva linciare lo stupratore catturato. Ho visto e ho chiesto perdono nel mio cuore perché questa non è la mia chiesa, non è la Chiesa di Gesù. E’ solo un branco di animali che sarebbero capaci di uccidere mentre proclamano la sacralità della vita. Il 3° comandamento «Non pronuncerai invano il nome del Signore tuo Dio» (Es 20,7), Dio lo ha pensato apposta per i cattolici, perché sapeva che avrebbero bestemmiato facendo finta di pregare.



I cattolici hanno il diritto di pensare in modo diverso, ma non hanno il diritto di imporsi agli altri, magari con le ingiurie e gli insulti. Quando un cattolico insulta la coscienza di un padre e di una madre che per diciassette anni hanno salito il calvario insieme alla figlia e non sono ricorsi al metodo dei farisei, ma si sono rivolti allo Stato e alla Magistratura per avere una risposta ad un dramma, non solo sbaglia sempre, ma nega e infanga quel Dio in cui crede di credere. Il peccato di questi lanzichenecchi della religione urlata e violenta non sarà perdonato né in cielo né in terra perché è un peccato contro l’Amore che è lo Spirito Santo. Avrei voluto che i sedicenti cattolici avessero letto le sublimi parole che scrive San Paolo ai cristiani di Corinto:

«1 Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l’Agàpe, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna ... 4 L’Agàpe è paziente, è benigna l’Agàpe; non è invidiosa l’Agàpe, non si vanta, non si gonfia,  8 L’Agàpe non avrà mai fine … 13 Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e l’Agape; ma di tutte più grande è l’Agape!» (1Corinzi 13,1-8).

La stessa lettura attualizzata fino all’estremo teo-cristo-logico, suona così:
1 Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi Cristo, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna ... 4 Cristo è paziente, è benigno Cristo; non è invidioso Cristo, non si vanta, non si gonfia, 5 non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6 non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. 7 Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8 Cristo non avrà mai fine…13 Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e Cristo; ma di tutte più grande è Cristo!

Noi sappiamo purtroppo che i cattolici hanno tanto rispetto per la Bibbia che non la leggono nemmeno e le loro sguaiate dimostrazioni violente e le loro grida per strada ne sono la prova. No! Essi non rappresentano Gesù Cristo e tanto meno Dio perché Dio per fortuna nostra non è cattolico, praticante e osservante, ma è il Padre di Gesù Cristo che svela la sua tenerezza perché «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui (Gv 3,17). Avrei voluto che i cattolici fossero andati per strada e avessero gridato a squarciagola: Beppino, Sati ed Eluana Englaro, venite da noi, voi che siete stanchi e oppressi, ed noi vi daremo ristoro (cf Mt 11,28). Hanno invece fatto come i farisei e gli scribi che «legano fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito» (Mt 23,4).


Dov’erano questi cattolici che amano la vita ad ogni costo, in tutti questi 17 anni? Uno di loro è mai andato a fare una notte di assistenza, un’ora di compagnia, mezz’ora di aiuto? Si sono svegliati all’improvviso, al suono delle trombe e dei tromboni con candele, bottiglie e cibo come se andassero ad un pic-nic fuori porta. Dio ci scampi da codesto modo di cattolici. Ancora una volta, molti hanno perso l’occasione propizia per tacere.

Io non so che cosa avrei fatto nelle condizioni date in cui si è trovato papà Beppino, io so che ho invocato la morte per mia mamma e la invocherei anche oggi e forse mi spingerei anche più in là. Non so, ho poche certezze e molti dubbi. So però anche che lo Stato deve tutelare il diritto di ciascuno di agire e scegliere secondo coscienza, senza aggravi particolari. Paolo VI nel 1970 scrisse una lettera al card. Jean Marie Villot in cui afferma: «Pur escludendosi l’eutanasia, ciò non significa obbligare il medico a utilizzare tutte le tecniche di sopravvivenza che gli offre una scienza infaticabilmente creatrice. In tali casi non sarebbe una tortura inutile imporre la rianimazione vegetativa, nell’ ultima fase di una malattia incurabile? Il dovere del medico consiste piuttosto nell’adoperarsi a calmare le sofferenze, invece di prolungare più a lungo possibile, e con qualunque mezzo e a qualunque condizione, una vita che non è più pienamente umana e che va verso la conclusione».
Di fronte a queste parole, che provengono da un papa – e che papa! – vorremo che i nostri parlamentari avessero, tutti, un sussulto di orgoglio nazionale e proclamassero, magari con decreto approvato «ad horas» di essere figli e custodi della laicità dello Stato, la stessa non un’altra che è custodita dalla nostra Costituzione che garantisce a ciascuno la libertà di coscienza, senza imporre etiche proprie, purché non lesive delle libertà degli altri, in una visione unitaria e molteplice della convivenza e della dignità della polis civile. A tutti un grande abbraccio.


 

 

("Repubblica sez. Genova", Paolo Farinella, prete)

26.7.08

"Noi Siamo Chiesa" replica al nervoso intervento di Padre Federico Lombardi sulla "Humanae Vitae"

"La Chiesa riconosca i suoi errori invece di demonizzare l’associazionismo cattolico di base che si richiama al Concilio"


Comunicato Stampa



Il portavoce di “Noi Siamo ChiesaVittorio Bellavite, che ha diffuso oggi il documento del proprio movimento sul quarantennale della Humanae Vitae, ha rilasciato la seguente dichiarazione:



“Leggo ora su agenzie di stampa il nervoso commento del Direttore della Sala Stampa vaticana Padre Federico Lombardi alla Lettera aperta al Papa pubblicata oggi sul “Corriere della Sera”, con la quale 59 associazioni cattoliche, americane ed europee (tra le quali Noi Siamo Chiesa), invitano il Papa “ad avviare un processo di riforma, restando fedele agli aspetti positivi della dottrina cattolica sulla sessualità ed abrogando la proibizione della contraccezione”. Padre Lombardi forza il testo della lettera e non entra nel merito dei veri problemi che la Humanae Vitae pone alla Chiesa e ai cattolici da quaranta anni. Nella Lettera aperta al papa non si dice “che la posizione della Chiesa è la causa della diffusione dell’AIDS” ma solo che essa “ha esposto milioni di persone al rischio di contrarre l’AIDS”. Sono due cose un po’ diverse. E chi può contestare che il divieto dei preservativi ha creato grandi problemi nella prevenzione dell’AIDS ? Demonizzando sbrigativamente i firmatari (“noti per le posizioni contestatrici e in antitesi al magistero della Chiesa”) Padre Federico Lombardi non fa un servizio alla Chiesa come non lo fanno quelle gerarchie ecclesiastiche che si rifiutano di dialogare con essi. Padre Lombardi dovrebbe intervenire nel merito del problema :



1) è vero o non è vero che il punto centrale della Humanae Vitae (proibizione della contraccezione) non è stato recepito dalla gran parte del popolo di Dio ? e che questa non recezione, che dura da quaranta anni, pone problemi dal punto di vista sia teologico che pastorale ?


2) è vero o non è vero che la “scelta secondo coscienza” in materia di contraccezione fu sostenuta da molti Padri al Concilio e dalla grande maggioranza dei membri della Commissione costituita ad hoc da Paolo VI ?


3) è vero o non è vero che la credibilità del magistero viene messa in discussione da questa ostinata difesa di una posizione, continuamente discussa e contestata, silenziosamente o apertamente, sia ai vertici che alla base del mondo cattolico?



Un’ultima constatazione : gli aderenti alle associazioni firmatarie, in particolare a Noi Siamo Chiesa, sono parte integrante ed attiva della Chiesa, nelle parrocchie e nelle diocesi e hanno rapporti positivi con i tanti che nella Chiesa chiedono che si ritorni al processo riformatore avviato col Concilio Vaticano II. Solo da questo punto di vista, quello di una grande fedeltà alla Chiesa ed alla sua missione evangelizzatrice, essi possono essere considerati critici dell’orientamento prevalente con l’attuale pontificato.



Siamo sicuri che, in un futuro non troppo lontano, il magistero dovrà dimenticare o superare la Humanae Vitae, l’errore più grave di Paolo VI. Quanto all’accusa, piuttosto volgare, di Padre Lombardi sul “chi vi paga? I mercanti di preservativi?” sappia il Direttore della Sala Stampa della S. Sede che tutte le associazioni di base si autofinanziano e che nessuna ha a disposizione neanche una briciola delle consistenti risorse economiche di cui può disporre il Vaticano e, in Italia, la Conferenza Episcopale (dimentica dell’evangelico “gratis accepistis, gratis date”)”.




Roma, 25 luglio 2008










(Nota della redattrice: Anche il card. Martini, fra gli altri quasi mai nominati dalla grande stampa - si pensi all'Abbé Pierre - recentemente ha manifestato
serie perplessità circa la Humanae Vitae. Pertanto le accuse di Padre Lombardi si dimostrano, una volta di più, pretestuose e prive di fondamento.)












4.6.08

Cittadini di Emmaus

Il tempo pasquale è ormai trascorso, ma mi capita di ripensare spesso al suggestivo episodio della Cena in Emmaus (a lato, il dipinto del Caravaggio). Questa lettura, e una frase di don Antonio Mazzi a proposito delle assassine di suor Maria Laura Mainetti, che presto assurgerà agli onori degli altari" Stanno redimendosi, ma il significato della beatitudine è totalmente estraneo alla loro cultura") mi hanno spinta a formulare qualche domanda in libertà, forse illogica, confusa. ( La Resurrezione è un evento ineffabile, è, per dir così, la gnosi della fede, l'abbandono all'assurdo. Avviene di notte, dona luce al cuore, ma si cela agli occhi e alla mente. Non posso crederci. Ma, forse per questo, m'insegna il valore del silenzio, della fissità. E' stato notato che nelle opere d'arte soprattutto occidentali domina la figura del Crocifisso. Molto meno quella del Risorto. L'uno è solo umano e, nello scandalo dell'attesa tradita, assolutamente logico. Ognuno fa esperienza della morte. Ma nessuno trapassa davvero. O, forse, varca muto la soglia, luce su luce, completo e ciclico come un'immensa Fine. In ogni caso, non ci abbiamo mai creduto davvero. La morte, in Occidente, e nell'Occidente dell'anima, spegne tutto e per sempre. In Occidente è di scena la terra, il corpo, l'azione. Cammina, senza pace né gioia, lavora verso il nulla, attende miserie, percorre sentieri che lo riconducono alla terra. Emmaus è passaggio continuo e doloroso, spazio precario, periferia irrisolta. L'Occidente venera, o meglio venerava, Gesù, ma fino a che punto gli è lecito dimenticarsi di Cristo? Cristo che non ha annullato il primo, Cristo coi segni della Passione.
Abbiamo tutti presente il maestoso PantocratorDuomo di Monreale: la rappresentazione musiva del Vangelo di Luca. Ieratico, solenne, eppure ancor solido corpo,d'una dignità costantiniana dietro lo sguardo amorevolmente severo.                                                  Nel Pantocrator (=onnipotente) di Monreale affascina l'ibridismo mistico. Le braccia allargate rievocano la croce che unisce le due sponde del mondo.O l'arditezza fantasmagorica di Grünewald (a sinistra): una preveggenza, un'irruzione nello spazio alieno, nel cosmo senza nome e senza Dio. Un extraterrestre del Cinquecento dietro un sommosso pulsar, nell'infinito universo et mondi. Con l'ingenuo calore d'una nuova, perenne notte di Natale. Quello di Grünewald è davvero un crocifisso risorto. Emerge dalla notte con le braccia spalancate come sulla croce, là come segno d'amore prostrato, qui come abbraccio trasfigigurante. Ma sono le icone orientali, l'essenzialità senza prospettiva degli sfondi dorati, lo sguardo ossuto e millenario, senza vento, la vera immagine del silenzio esausto e primitivo. Un'idea cromatica. Non un ritratto. Non una spiegazione. Preghiera visiva.
La Resurrezione non si comprende né si discute, s'irradia misteriosa in noi, senza che ce ne accorgiamo. Dal nulla scintillante emerge una rilettura di vita, in cui noi, gli altri, restiamo trasfigurati e scoperti, orme del divino amico.                                                           
Dovremmo domandarci cosa significa per noi resurrezione. Come la viviamo, dove la trovate, chi per noi è Dio: una divinità, un'idea, una persona cara... Scoprire se e quale sia il linguaggio della fede oggi, nelle nostre Emmaus attuali.










16.5.08

Senza titolo 541

È davvero bello e commuovente vedere queste cose che stanno diventando sempre più rare in un mondo sempre più omologato e dipendente dale regole del mercato e quindi mercificato . La spontaneità e la capacità di tirare fuori se stessi in un luogo qualsiasi lasciando di se un suono, una melodia è la voce del nostro io più vero e profondo...una vera poesia. Grazie al compagnodioviaggio Mario pischedda

 





16.3.08

Senza titolo 331












Collabora a Wikiquote « Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli altri; ma sempre, in tutte le circostanze, siamo soli. I martiri quando entrano nell'arena si tengono per mano; ma vengono crocifissi soli. »

(Aldous Huxley, Le porte della percezione)

23.6.07

Senza titolo 1908
















da  avvenire  22 Giugno 2007 
MATTUTINO
AMARE E ODIARE








Gli uomini amano in fretta, ma odiano con tutta calma.


Molti lettori che mi inviano i loro suggerimenti per la nostra comune riflessione quotidiana rimangono delusi perché raramente adotto i loro testi. In verità, se alcune citazioni sono suggestive, esse però di solito mancano di una dote indispensabile, la brevità. Ecco, perché oggi accolgo la frase del famoso poeta inglese George G. Byron (1788-1824) che mi ha inviato un lettore reggino. Essenzialità e icasticità rendono questo monito di facile intuizione e di semplice memoria. Un po' meno immediata ne è, invece, l'applicazione. Sì, perché come già diceva sant'Agostino, «la collera è un'erbaccia, ma l'odio è un albero». Con una variante, potremmo affermare, sulla scia di Byron, che l'amore è un fiore che presto appassisce, mentre l'odio è una gramigna sempre verde che attecchisce nel cuore e si ramifica nell'anima e persino nel corpo.
Non per nulla lo stesso Byron iniziava la frase citata dal nostro lettore (al quale dirò che essa si trova nel poema satirico Don Giovanni) con queste parole: «L'odio è di gran lunga il più durevole dei piaceri». Sì, purtroppo si riesce a distillare questo vizio radicale quasi come un'essenza preziosa o un liquore che si deve poi gustare goccia per goccia. E nella vita qualcosa di questo terribile sentimento si è deposta nello spirito di ciascuno di noi. Anzi, ci sono persone - bisogna riconoscerlo - che non riescono quasi a vivere se non ce l'hanno con qualcun altro. Forse dovremmo più spesso pensare a questa considerazione: quando odiamo qualcuno, probabilmente detestiamo qualcosa che abbiamo dentro di noi e che non osiamo confessare.


Gianfranco Ravasi



19.6.07

Senza titolo 1898

(..) in un momento qualunque
bussando forte alla porta
e poco importa se sarà il vento o una tempesta di emozioni
forse è soltanto la vita che
ci viene a cercare dopo un'attesa infinita finalmente
ci ritroverà
ah, ah, Ambaradan, la vita che verrà
(..)


( ambaradan  degli YoYo Mundi )



N.b
per  i soliti  problemi ( su cui non mi dilungo ) per  coloro che  non usano  la feccia  di  windos xp  ma  linux   gli  url  in nero  sottolineati  sono   collegamernti  ipertestuali ovvero  siti cliccabili 



Dopo  una  discussione con un amico di amici  che mi   dice  ma   smettila di lottare contro i mulini a vento \ muri di gomma e  fuggi un po' da te stesso   rispondo  sia  con queste  frasi  estrapolate dal  video  che riporto qui   ( tratto dal bellissimo  film radio freccia di Luciano Ligabue )


 


<< Buonanotte.  Quì è Radio Raptus, e io sono Benassi  -  Ivan. Forse lì c'è qualcuno che non  dorme.  Beh, comunque che ci siete oppure no io c'ho una cosa da dire ... [...] credo che la voglia di scappare da un paese con  20.000  abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso,  e credo che da te non ci scappi neanche se sei Eddy Merckx;  credo che non è giusto giudicare la vita degli altri,  perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.  Credo  che  per  credere,  certi  momenti,  ti  serve  molta  energia.  [...]  >> 
.
E' vero che 
fuggire d se stessi è si utile  ma  fino ad un certo  tempo ed è ( almeno  in base alle mie esperienze personali   di cui parlerò   prima  o poi  )   solo qualcosa  di effimero 
E poi  non sempre si può  farlo.  infatti  come dice  la  canzone  sopra riportata  qui    alla testa  del  post  d'oggi  tratta  dall'album   la  bellezza  dei margini 2002 ( ne  vedete la copertina a destra )  . Alla stessa  maniera  Fuggire dal tuo paese  bidda ( come si dice  nella lingua sarda ) è si fattibile   ma  non è un qualcosa  di eterno  ( poi   la situazione varia da  casdo a  caso )  perchè sia  che  ci fuggi  sia   fisicamente sia   mentalmente   ci ritorni  o  con la nostalgia   come ;  Verga  e capuana  con le loro opere letterarie  sia  ine  entrambi i modi  Salvatore Satta nel suo ultimo romanzo il giorno del giudizio  (vedere  collegamento testuale  del  post precedente) oppure  come Gabriel Marquez che ritona sui  luoghi del  suo cent'anni di solitudine  oppure   come  capita  a molti anzianoi che vogliono o tornare  a morire nel proprio paese d'origine  o chiedono  d'essere  seppelliti  li  .
E poi
io non faccio ( cosi rispondo  ad alcuni commenti sparsi nei meandri del blog ed  alcune   domande  dei miei cofondatori  che mi  continuano  a chiedermi e  a rinfacciarmi    :<< come mai  hai gente  che  scrive  poco  o invitata  non ha mai scritto  o  su certi bellissimi post nessun o  commenta   come  mai  continui a scrivere ? se proprio devi scrivere per te   e non per la gente  perchè non chiudi il blog  e tieni il tuo archivio cartceo ? >>. E' vero che  a volte scrivo per me  , è che i miei scritti sono incomprensibili con errori di battitura,digrmmatica e di ortografia ( e quando posso cerco di correggerli  nell'aggiornamento dei post )  perchè scrivo in fretta e in alcuni di getto (  come ho imparato  dalla  guida  come comunicare  che  si suddivide  :
1) Intervenire sulla stampa gratuita Quelli principalmente diffusi in Italia sono tre: "Leggo", "City" e "Metro",ecc : 2 ) Come scrivere una lettera al direttore Alcune idee, trucchi e "regoline" di base.... del  sito www.fattisentire.net lontanissimo  anni luce  dalle mie  posizioni ,ma utile per fare contro informazione) oppure  ci sono giorni in cui le crisi di congiuntiviti aggiunte alla mia forte miopia   sono molte  forti  , comunque cercherò  di starci più attento
Ma a differenza  di quanto
dice sul suo bellissimo e poetico  blog la nostra  cdv  nuvolanelcielo dal cui articolo\post   ho tratto l'ispirazione   per il post  d'oggi , io  non fuggo (  o se lo faccio  è raro ) ma me frego  e vado avanti perchè trovo giovamente a confrontarmi  con altre persone e scambiare esperienze in merito soprattutto  con chi la pensa diversamente da me  quando ovviamente  è possibile

4.12.06

Senza titolo 1518

Oltre  alla canzone  che  trovate tra la prima  e la  seconda risposta  un'altra  canzone  che  rappresenta  il  mio perchè mi schiero ed  a volte mi considero  tale , con i  perdenti\i vinti   ed è  L'ombelico Del Mondo di  jovanotti  alias  Lorenzo Cherubini

Questo è l'ombelico del mondo
dove si incontrano facce strane di una bellezza un po' disarmante
pelle di ebano di un padre indigeno e occhi smeraldo come il diamante
facce meticce da razze nuove come il millennio che sta arrivando
questo è l'ombelico del mondo e noi stiamo già ballando
questo è l'ombelico del mondo.
questo è l'ombelico del mondo dove non si sa dove si va a finire
e risalendo dentro se stessi alla sorgente del respirare
è qui che si incontrano uomini nudi con un bagaglio di fantasia
questo è l'ombelico del mondo senti che sale questa energia
questo è l'ombelico del mondo.
questo è l'ombelico del mondo è qui che c'è il pozzo dell'immaginazione
dove convergono le esperienze e si trasformano in espressione
dove la vita si fa preziosa e il nostro amore diventa azioni
dove le regole non esistono esistono solo le eccezioni
questo è l'ombelico del mondo.
questo è l'ombelico del mondo è qui che nasce l'energia
centro nevralgico dell'universo da qui che parte ogni nuova via
dalle province del grande impero sento una voce che si sta alzando
questo è l'ombelico del mondo e noi stiamo già ballando
questo è l'ombelico del mondo.


Con l'apertura dela nuova  categoria " aggiornamento faq " intendo  non solo come  dice  la parola stessa aggiornare   la serie dele  Faq  , ma risposndere   a chi mi dice  che  le risposte  sono invcomplete  ma  rispondere ad altre domande  che mi arrivano via   email o via  sms o  da altri amici  conoscienti  aiu quali   ho publicizzato il mio blog  .
In particolarte  in questi giorni  mi  è arrivata  l'ennesime domande  : 1) come mai ami prediliggi i  vinti  \ i perdenti ovvero   gli  sfigati come si desume  dalla canzone 
[ l'inno di frigidaire    che prima o poi mi deciderò  a rimettere   ]  che apre il tuo  blog  ?  sei anche  tu  uno  sfigato  , hai una esistenza  fallita  ? ; 2)  come  fai ad uccidere  l'io  insmma  a viaggiare conla mente e co il pensiero  senza usare  alcool e  droga  ? 

Prima domanda 
E'  vero e innegabile  ho  sempre avuto una certa simpatia  e predilezione perdenti\vinti  ( overo quelli che   vengono chiamati   sfigati  )  perchè  spesso sono migliori di noi e  << (....)  i perdenti più adatti ai mutamenti  (...)  >>   per parafrasare  una  canzone  da me citata  più  volte  e che  è all'origine di questo blog  (  trovate qui  il testo con gli accordi ) e poi  perchè    l'ultima puntata   della  serie i  Bis  bis  di Pippo   saranno stati pure  ai margini della storia  ma non hanno creato   guerre ( salvo  che per  guere  non s'intenda rivolte e ribellioni contro il potere   e le prepotenze  ) , hanno sempre  avuto buoni rapporti  rapporti con il loro prossimo  , anzi spesso  possono averlo  (  come  è il casoi di Max Stirner  ) aiutati ad a concvepire grandi idee . E se tutti avessero fatto   comer loro la storia sarebbe  diversa  dsaa quekllo che  è stata  oggi .
Tale affermazione   troverebbe conferma  in  molta  letteratura  in  particolare : 1) il ciclo dei vinti ( malavoglia  e mastro don gesualdo ) di  Giovanni Verga   Una sorta di operazione analoga - su una tematica leggermente diversa - verrà compiuta molti anni dopo, nel Novecento, negli Stati Uniti dallo scrittore statunitense Erskine Caldwell con quello che verrà definito il suo Ciclo del Sud ( La via del tabacco,ecc.) ; 2 ) in Manzoni  nella storia della colonna infame  e nei i  promessi sposi  : 3) L'italo - americano    John Fante   o la  Beat generation
Un altro esempio  di questa  mia identificazione con gli ultimi che  è nata   si è originata  (  insieme al passaggio da una cultura  bellica  a una   pacifista  e non violenta   )   con la lettura  e  con lo studio   scolastico --- ai miei tempi   ce le faccevano studiare  a memoria ---  della poesia  la  guerra  che verrà  Di bertold brecht trovate sotto testo originale  e una traduzione

Der Krieg, der kommen wird


Ist nicht der erste. Vor ihm
Waren andere Kriege.
Als der letzte vorüber war
Gab es Sieger und Besiegte.
Bei den Besiegten das niedere Volk
Hungerte. Bei den Siegern
Hungerte das niedere Volk auch.


La guerra che verrà


Non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
C’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame. Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente


e che  si  è  ampliata  \ estesa  con  lo studio sul  West e sugli  indiani d'america ( ueccovi un sito interessantissimo www.farwest.it/  ) fatto fare dal prof  di storia alle  superiori    per  il 500  anniversario dela  scoiperta   delle americhe    la lettura  del fumetti della   Bonelli ed in particolare di Mister No,Dylan Dog,Ken parker Con i cartoni animati ( che ancora con mio cuginetto di 2  grado o quando  non c'è niente in tv  li guardo ancora  )  e   le storie\i fumetti  della disney  in particolare tutte quelle che hanno per protagonisti o comprimari Paperino,Paperoga,Ciccio,Pippo,Gambadilegno,Amelia  perchè hanno in comune  con me  la testardagine , la sfiga  ,  la tenacia , il  raporto ossessivo con il cibo --  di cui prima o poi   ve ne  parlerò --  l''essere una  frasca (   imbranato  nel mio dialetto )  , l'avere  sempre la testa fra le nuvole , ecc .                                            Inoltre ci sno  anche i cartoni di Tom&jerry  e quelli   Willy  Coyote ed infine   la lettura  ( e le riduzioni tv  cartoini e film  )  di Le Avventure Di Tom Soyers'' e  ''Le Avventure Di Hack Berry Finn ''  di  Mark Twain ;   con un bellissimo anime Conan il ragazzo del futuro (in giapponese: 未来少年コナンMirai Shōnen Konan)  diretto da Hayao Miyazaki e trasmesso per la prima volta nel 1978 e il  romanzo dizo di fantascienza  da cui  è tratto  (The incredible tide, tradotto in italia dalla Kappa Edizioni ) di Alexander Key.
Essa  ha avuto la conferma   dal fatto che  molto spesso chi è considerato un fallito  perchè  non  è classificabile  secpondo detterminatwe categorie  ed  anticonformista  (  maledetto )  e quindi  un minore  , molto spesso , come il caso di Friedrich Nietzsche e  del filosofo  che sto studiando  per l'esame di storia dela filosofia   Max Stirner  autore   de l'unico e  la sua proprietà  che
ha lasciato  la sua   impronta , come dice  il prof Enrico Ferri nel  suo libro  la città degli Unici  (  trovater sotto la destra la  foto dela copertina )   influenzando i filosofi  successivi  ( Marx ed Engels  o Bakunin   in questo caso)  insieme ad  altri pensatori scomodi  del  secolo scorso  considerati  sfigati o pazzi perchè s'erano schierati dalla parte degli ultimi   ( Gioovanni  XXII  Giovanni paolo  II don primo  mazzolari , don  tonino bello ,  padre ernesto  balducci  don lorenzo  milani  , malcomnx  , madre terresa   di calcutta , gandhi  martin luter king , peppino impastato , il capitanoi ultimo  ecc  )   . Ecco  che questo mio interesse può essere risassunto  da  questa creaziopone aertistico letteraria  trovata   cercando  nel motore di ricerca  di splinder più precisamentre  su questo  discreto ( almeno  ad una prima occhiata  ) http://modulo.splinder.com/ che  s'intitola appunto 





I perdenti


Nella società dei vincenti,quella odierna,
un posto sotterraneo, in galleria,
occupa la schiera di chi invece perde.
Subiscono offese, minacce,castighi,
forse provano a ribattere,
ma senza forza né coraggio.
E’ dunque una lotta impari,
che termina ben presto
sul pavè di una strada di periferia,
in una casa fatiscente,
nei bordi della società delle chimere.
Chi perde, dunque,sembra non aver compreso.
E invece,povero,ricurvo,ha già un accesso:
quello dell’oltremondo dove ancora
sarà diverso.


Io seguo  il detto delle sacre scriutture : << beati gli ultimi perchè saranno i primi >> . E poi   io , come tutti  ,  ho un esistenza che alterna fasi di  sfiga e  fasi di fotuna   . Mi ha descritto  bene  nel commento  cancellato insieme al post    in  quanto era in word  progres  ( me ne  scuso con tutti\e  ed in particolare con l'autore il  cdv  comicomix  ) : <<  Ricordiamoci de: La città vecchia, del grande De André Buon tutto !  >>   le quali insieme ad alcune canzoni di   Brasens  ,  Boris vian  , Mustachi  fatte  studiare  a scuiopla  dal prof  fidi francese   e  A Gaber  , Mia martini  , ecc hanno costituito la base  per questa mia passione  . Proprio  , quando avevo finito  di rispondere alla prima domanda  casualmente    viene trasmessa  dalla radio proprio in sifatto momento e  che  può essere colonna sonora del post  d'oggi


La città vecchia
Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi,
una bimba canta la canzone antica della donnaccia
quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.
E se alla sua età le difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l'esperienza
dove sono andati i tempi di una volta per Giunone
quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione.
Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino
quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino
li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno
a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo.
Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere
per dimenticare d'esser stati presi per il sedere
ci sarà allegria anche in agonia col vino forte
porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte.
Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone
forse quella che sola ti può dare una lezione
quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie.
Quella che di notte stabilisce il prezzo alle tue voglie.
Tu la cercherai, tu la invocherai più di una notte
ti alzerai disfatto rimandando tutto al ventisette
quando incasserai delapiderai mezza pensione
diecimila lire per sentirti dire "micio bello e bamboccione".
Se ti inoltrerai lungo le calate dei vecchi moli
In quell'aria spessa carica di sale, gonfia di odori
lì ci troverai i ladri gli assassini e il tipo strano
quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano.
Se tu penserai, se giudicherai
da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni più le spese
ma se capirai, se li cercherai fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo.


Rispondo alla seconda   domanda
Dopo  le esperienze negative  dovute  alle sbronze  e alle canne e alla  bulimia , mi sono accorto che mi stavo distruggendo ovvero  stavo  toccando il fondo   e che avrei potuto   scivolare giù con facilità  allla fine non è successo  per fortuna  . Infatti il mio non volermi arrendere ed  andare in analisi  oltre il caso ( fra cui quello d'aver prima fatto una  ML\Nw  insieme all'ex Cdv  danny  che si chiamava  Danny-beppe  una  sorta di cenacolo  e  poi l'aver  aperto questo  blog  )   mi sono venuti in aiuto  e mi hanno  fatto scegliere  la strada   delo scrivere e dela fantansia  .  Infatti  , dopo aver letto  La leggenda del santo bevitore di  Joseph Roth  ( qui news  sull'autore e sul libro ) e  dell'esperienza  con gli AA (alcolisti anonimi ) fatta  da  Tiziano  Scalvi il padre del fumetto Dylan Dog  , mi sono accorto  che mimstavo  buttandfo via  e iniziai a chiedermi che senso avesse  un esperienza diventata solo distruttiva  . Fu allora   che Incominciai  a capire  che le porte  dela  percezione << Se le porte della percezione fossero sgomberate, ogni cosa apparirebbe così com’è, infinita . >>  scriveva William Blake (  senza sapere che influenza avrebbero avuto anni dopo queste parole sul giovane Jim Morrison, che di li a poco avrebbe dato vita all’esperienza letterario-musicale dei Doors )  che  possonoi essere aperte con la fantasia  e l'immaginazione  . unico neop  e che devo anche  impoarare a dosarla  perchè : 1)  a volte  ironizando  sui tutto\i , me compreso , la gentee parenti   ( ma non  è questo il problema principale perchè alla fine  ti abitui  )  mi prende sul serio  e mi giudica scemo ,  e  ferisco le persone nei loro sentimenti  profondi    ( è questo il problema  )  ; 2)   uso  l'immaginazione  ovvero  fantastico un po'  troppo   a volte  azzeccandoci altre  volte  prendendo fischi per   fiaschi e  facendo  figure   barbine e  meschine metaforicamente parlando   e vengo accusato  di  dietrologia   o preso  in giro  cercate  sulla reteed inm particolare    nei Ng   l'ispettore  scanau /( ma  ormai ci ho fatto il callo )  .
Scommetto che vi e  mi chiederete  come faccio   a mettere in pratica  cio   , la risposta  è semplice  con un po' d'allenmamento  mentale  e  
cercando di mettere in pratica: << Immagina, certo. Ma non è come dirlo.Immaginare vuole dire che le immagini te le devi fare tu. E come fai a fartele tu, le immagini, se di solito te le ritrovi bell’e pronte, confezionate dagli immaginatori di professione che te le mitragliano addosso? Le immagini che ti fai tu in principio sono timide e fuggevoli, hanno bisogno di una camera oscura e tiepida, una specie di incubatore, per venire fuori. Hanno bisogno di silenzio e di qualcuno che faccia lo sforzo amoroso di vederle e ascoltarle. Ma se vengono scaraventate subito in mezzo alle altre immagini, quelle sgargianti e rumorose fatte in ditta e in serie, allora si dileguano in fretta >>  Marina Terragni in  >> "Un'immaginazione dietro l'altrascritto per  Smemoranda 16 mesi 2006 che ha  come  tema Immagina che...  << Il problema è che quando non puoi immaginare perché vieni immaginato dagli altri, allora la scorza della realtà diventa talmente dura che non si può neanche scalfire, e ti sembra di non potere mai cambiare niente di quello che c’è, del già dato una volta per tutte, anche se non ti piace. Se invece continui a immaginare, tieni la scorza della realtà morbida e malleabile, non le dai il tempo di ispessirsi, la puoi lavorare e perfino bucare e farci passare dentro le cose più strane. Le immagini fatte in serie, quelle preconfezionate, non sono come le immagini dell’immaginazione, non fanno che riprodurre la realtà all’infinito e moltiplicarla e farla sembrare più reale e di quello che è. Come gli specchi, senza mai il minimo scarto, contribuiscono a indurire la realtà e a farla apparire invincibile.
Immagine è una parola di etimologia incerta, il che vuol dire che non si sa molto bene da dove viene e quale sia precisamente la sua storia.
Ma quando una parola ha un’etimologia incerta può essere anche più bello seguirne il filo a ritroso, perché allora fai lavorare l’immaginazione, rompi la scorza dura della parola e provi a fecondarla con altre parole, la smuovi e la fai crescere.
Si può immaginare anche sulla parola immaginazione. A me per esempio piace immaginare che immaginazione abbia la stessa radice di mago e di magia, e che l’immaginazione sia una specie di impollinazione della realtà con la magia, e dunque di ciò che è con ciò che potrebbe essere. Una specie di lievito che cambia la forma della realtà.[proprio come l'immagine di Chito  sotto riporta  tratta come   questo articolo dall'agenda  smemoranda  2006  il cui archivio si trova  online  sul  sito  di smemoranda  , più precisamente  snipurl.com/14cbf ]

Qualcosa dentro di me prende misteriosamente forma, nutrito dai bisogni e dai desideri, dal corpo e dall’anima, che poi sono una cosa sola. Qualcosa di istintivo e di magico si affaccia timido a quella che chiamiamo mente, che le dà una forma intelligibile e comunicabile.
E poi di lì, dai marchingegni della mente, viene spinto fuori, come un bambino che nasce, e che non può essere scaraventato nudo e inerme nel mondo. Bisogna accompagnarlo, stare attenti che le immagini bell’e fatte e invidiose non se lo mangino, proteggerlo e irrobustirlo.
Ma quando sarà pronto ad andare con le sue gambe non somiglierà a nessun altro, avrà in sé la magia e la forza dell’aurora.
Ci vuole pazienza, in principio, ma dopo un po’ si impara, un’immaginazione dietro l’altra, ed è come avere dentro un crogiolo sempre attivo che crea nuove realtà a ciclo continuo, ed è come svegliarsi in un mondo nuovo ogni mattina.
Dopo un po’ dentro di te prende forma una realtà talmente viva che quella fuori comincia ad apparirti meno reale, sbiadita, non più invincibile. E dopo ancora un po’ è la realtà fuori ad apparire assurda e fantasmatica, e la tua immaginazione la sbaraglia.
Per alimentare questa rivoluzione continua e non violenta bisogna essere un po’ pazzi, un po’ artisti e un po’ bambini, il che in fondo è sempre la stessa cosa.
Ma è necessario anche essere vigili e pronti, e spegnere la tv ogni volta che appare la contessa De Blanck. >> .
3)  usando  cuore&mente   anche se non sempre ci riesco  essendo refretario  e dire sempre  anche a costo di ferire   quello che penso  senza usare  filtri o giri di parole  .

Non so  più  che altro dire  anche perchè mi calano le palebre  e  morfgeo  mi   chiama 
 


LINK

Max stirner



 
Conna  sonora 


 Libri

  • ce ne srebbero tanti  per il momento  mi viene  in mente  questo noir  che mi hanno regalato ( e amncora non ho letto  per intero  )   il manulae del  perdenti  qui maggiori  news


  • Le vene aperte dell'America latina  di Eduardo  Galeano snipurl.com/14bfc




  • tutti i libri  di Pino Cacucci




  •  i libri  di  fantozzi scritti da Paolo Villagio




  • i libri di Peppone e  don camillo dio Giovannino Guareschi




Film 
 queli che  in questo momento  ,  mentre  iniziano a calarmi le palebre degli occhi   sono  :


  • I vinti (Traumulus), film diretto da Carl Froelich (1936)

  • I vinti, film diretto da Michelangelo Antonioni (1953

  • La saga di Fantozzi  qui ( recensione  dei vari episodi della saga ) e qui news   sul suo personaggio

  • la saga di Peppone e don camillo  qui la filmografia  e il rapporto con i tresti del guareschi  ed altri anedoti


N. B  a causa dei  soliti  probelmi   con  linux    imsiti sottolineati  in neretto sono dei collegamenti ipertestuali   potewte cliccarci sopra  se volete vciagiare 

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...