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21.10.08

Foa, addio poeta



Vittorio Foa (1910-2008)



Addio, poeta. Non riesco a usare un "ciao" nel salutarti, perché "ciao" deriva, in fondo, da "schiavo", e tu la schiavitù l'hai sempre combattuta. "Addio" ha un andamento venusto e solenne. E la tua pupilla, dietro gli occhiali spessi, nenniani, implacabilmente novecenteschi, splendeva arguta e satura di gioventù. Eppure, non riesco che a pronunciare un commiato antico. Addio. Roccioso come quercia, come zolla smossa dal sole. Libero, sì, del colore rosso della giustizia, dell'umanità secolare, del colore rosso delle bandiere al vento, quando ritrovarsi era lotta e costruzione. Poeta perché uomo, poeta perché minoranza, poeta perché ragazzo, ribelle ragazzo, scardinatore di regole e implacabile come un soldato senz'armi. La tua arma era la lancia acuta del pensiero laico e solenne. Addio, poeta della fiducia. Incrollabile nell'ottimismo, pugnace nell'intravedere un frizzo verde nel fango che ti circondava, che ci circonda. Addio, poeta d'un sole feroce. Addio, poeta dei contrasti e dei colori decisi. Sei mancato quando più avevamo bisogno di te, sei mancato restando fino all'ultimo. E, mancando, ci hai insegnato che ognuno deve percorrere in solitario il suo tratto di strada. Non sei scivolato via. Hai infuso in noi un fuoco immenso. Addio, poeta dei tumulti e dei canti. Non temiamo questo saluto, perché hai comunque vinto. Il tuo tratto era la fierezza, uomo fuggitivo e spigoloso. Degno dell'attimo, ci hai donato tutto. Addio, poeta, nostra metà migliore.


Daniela Tuscano

26.1.07

SPIEGATEMI UNA COSA

Spiegatemi una cosa. E' di oggi l'inchiesta di un giornalista di Repubblica, che in incognito ci ha mostrato con tanto di videoriprese quanto sia facile introdursi negli archivi del Tribunale di Roma, accedere agli archivi segreti e portarsi via dei fascicoli riservatissimi. Senza alcun controllo e senza che nessuno, ovviamente, dica nulla in contrario. E' degli ultimi giorni la morte di una bambina in ospedale per una grave patologia, mentre gli era stata diagnosticata una semplice influenza. E' di qualche giorno fa invece l'inchiesta di Fabrizio Gatti sulle condizioni dell'Umberto I, con i topi che passeggiano in corridoi inondati di perdite d'acqua e umidità, mentre inservienti fumano dove non si potrebbe e non rispondono celermente alle richieste dei pazienti. Sulle pinze lasciate nello stomaco della gente, preferisco sorvolare.


Questo tanto per rimanere alla cronaca. Ma non basta: non so se ce ne siamo accorti, ma siamo governati da un'oligarchia di personaggi vetusti, un mix di ex-sessantottini che hanno eretto barricate infrangibili e ultra-sessantottini che se non sono cascati nel sessantotto, figuriamoci adesso. Se qualcuno di noi pensa di essere in una democrazia, stia molto attento: perchè per ora lo è, ma se si continua così presto non lo sarà più. Perchè c'è una nomenklatura ristretta di persone che ha soldi, potere, mass media e enti pubblici e privati; e al resto le briciole. Ma non basta: abbiamo alcune strutture fatiscenti e ai primi segnali di maltempo iniziano i disastri; abbiamo una montagna di precari e quel patrimonio di scienziati e ricercatori che nel mondo ci invidiano, beh, signori miei, noi in Italia non riusciamo ad impiegarlo e allora i cervelli fuggono. Ma non basta: abbiamo delle zone del paese ancora soggette ad analfabetismo, ci parlano di liberalizzazioni, di svolta, di progresso, ma sembrano le solite parole di un'oligarchia che fa finta che tutto muti, affinchè nulla cambi. Sulla nostra economia, meglio lasciar stare


Per questo e molti altri motivi spiegatemi una cosa: in virtù di quali elementi ci riteniamo superiori a paesi come Romania e Bulgaria e agli altri paesi del cosiddetto "secondo mondo" che abbiamo visto con sprezzo quando sono entrati nell'UE? In virtù di cosa pensiamo ancora di essere un grande paese? Io francamente non lo capisco.

11.10.06

Senza titolo 1475


Finalmente è ufficiale in questi giorni a a Roma si è svolta la cerimonia per il prestigioso riconoscimento Esso è Un’arte senza tempo unica nel suo genere coltivata ancora con grande passione in molti paesi del centro e del nord Sardegna Un canto concorde. La locuzione “a tenore” nel gergo dei cantori significa proprio questo: la voce solista che si fonde con quelle dei coristi ottenendo un tutto armonico di vibrazione profonda. Anche nella lingua di ogni giorno questo modo di dire si applica a qualsiasi azione - materiale o immateriale - compiuta con garbo e armonia, nella maniera migliore possibile.
Nella pratica del canto millenario definito dall’Unesco come patrimonio intangibile dell’umanità nel novembre del 2005 i protagonisti sono quattro. La voce solista che intona e guida la linea del canto (boghe) è accompagnata da tre coristi: mezzavoce (mesaoghe), basso (bassu) e contralto (contra). Non c’è nessuno che suoni, si tratta di sole voci umane senza l’ausilio di strumenti musicali di alcun genere.
Perché un coro a tenore venga considerato eccellente occorre che i quattro cantori siano tutti di ottimo livello, possibilmente inconfondibili rispetto ad altri esecutori. Ma non è sufficiente, ad esempio, che il solista sia una voce più unica che rara, occorre che i tre coristi siano in grado di fargli compagnia al meglio. Gli appassionati di canto a tenore ricorderanno un coro di Lodè di oltre trent’anni fa in cui il solista (Preteddu Nanu) era di valore assoluto ma i tre coristi, pur essendo di buona qualità, non erano adeguati a lui.
Ogni paese del centro e del nord Sardegna che coltiva quest’arte senza tempo ha elaborato un modo di cantare tutto proprio che lo rende unico nel suo genere: il tenore di Fonni non si può confondere con quello di Gavoi . Quello di Bitti canta in maniera diversa rispetto a Orune, Orgosolo ha un suo stile peculiare, Silanus altrettanto , in gallura ( dalle mie parti ) si usa il canto a tasgia e si potrebbe continuare a lungo. Nel corso dei secoli i vari cori hanno elaborato moduli musicali particolari (pensiamo alla melodia del canto “a sa lestra” di Orgosolo o ad alcune canzoni a ballo esclusive di Oliena).
Negli ultimi decenni il mondo dello spettacolo ha cercato di mettere le mani sul canto a tenore, ma i vari tentativi sono falliti più o meno miseramente. Oggi prevale la coscienza della tutela delle peculiarità, nonostante qualche tentazione residuale di appropriarsi indebitamente di ricchezze altrui da parte di alcuni (pochi, in verità) che includono nei loro repertori moduli esclusivi nati altrove.
Domina su tutto la grande passione, basata sul piacere del canto in sé, a prescindere dalla materialità dei sesterzi: uno spirito vitale che rende i cantori quasi immuni dalla stanchezza delle lunghe serate e può far proseguire il canto fino all’alba. A Bitti esiste una definizione particolare per le voci insonni degli esecutori che intonano il canto fra il morire della notte e il primo annuncio dell’aurora: “a s’arvorinu”, l’incerto chiarore del giorno che sta per nascere e fa sì che le voci siano stanche ma proprio per questo cariche di sofferenza senza tempo.
 A tenore si può cantare davvero di tutto: elegie e inni sacri, lamenti funebri e canti di culla, mutos d’amore e di scherno, balli lenti e danze scatenate, la vita e la morte, la rugiada e la brina. I versi sono importanti allo stesso modo della melodia: il sacro rispetto del testo ha reso perenni nel ricordo dei vivi poeti come Peppino Mereu e Paulicu Mossa.
Secondo la nuova sardegna del 10\10\2006 le motivazioni sono :


<<
NUORO. Cerimonia solenne ieri pomeriggio a Roma, nella sala conferenze della sede di rappresentanza della Regione Sardegna, per la consacrazione ufficiale del canto a tenore dei pastori del centro della Barbagia quale patrimonio orale e intangibile dell’umanità. La Commissione nazionale italiana dell’Unesco, infatti, ha attribuito il riconoscimento formale all’amministrazione provinciale di Nuoro dell’unico “capolavoro” italiano tra i 43 proclamati in tutto il pianeta il 25 novembre 2005, a Parigi, dalla giuria internazionale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, l’Unesco appunto. A ricevere il prestigioso attestato dalle mani di Giovanni Puglisi, presidente della Commissione italiana Unesco, c’erano, ieri a Roma, il vice presidente della Provincia di Nuoro (nonché assessore alla Cultura) Peppino Paffi e l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Elisabetta Pilia. Con loro c’erano poi Daniele Cossellu, mesuoche del gruppo a tenore Remunnu ’e Locu di Bitti, ora presidente dell’Associazione regionale Tenores, il sindaco di Ollolai Efisio Arbau e l’assessore all’Ambiente del Comune di Oliena Antonio Putzu. Alla cerimonia ha preso parte, inoltre, anche un sardo illustre di casa al Governo, Emidio Casula, sottosegretario alla Difesa. È lui che, assieme a Paffi e alla Pilia, ha preso il microfono per elogiare l’antico canto dei pastori dell’isola, dalle caratteristiche particolari e uniche. Non a caso la motivazione Unesco dice che «non esiste in altre parti del mondo un’espressione vocale, gutturale e polivocale, come quella dei pastori sardi». Parole solenni in una serata romana «davvero emozionante», è il commento a caldo del vicepresidente della Provincia di Nuoro. >>
Infatti essa è , come  affermano  vari  studiosi  e antropologi ,   una espressione unica al mondo .Infatti   <<  [...]  Il canto a tenore è uno dei più straordinari esempi di polifonia del Mediterraneo, per complessità, ricchezza timbrica e forza espressiva; le sue peculiarità ne fanno una realtà propriamente sarda, che non ha eguali nel resto del mondo. La sua origine è antichissima, come la sua funzione sociale di aggregazione e rafforzamento dei legami all’interno della comunità. Sono gli stessi interpreti di questa forma di canto ad accreditare l’ipotesi che esso trovi il suo nucleo originario nell’imitazione dei suoni della natura, gli unici suoni che il pastore, nei lunghi mesi di solitudine nei pascoli lontano dal paese, può ascoltare e analizzare fino al più impercettibile dettaglio. Soprattutto le vibrazioni e i timbri prodotti dai greggi di pecore sembrano ispirare il forte e caratteristico aspetto gutturale di questo canto; un elemento originario, che poi evolve in una rara raffinatezza fatta di melismi, complesse ritmiche ed emozionanti modulazioni.Il ruolo di questo canto all’interno della comunità era e continua ad essere di enorme importanza: la trasmissione esclusivamente orale della tecnica d’esecuzione e dei brani di poesia utilizzati rafforzava il legame fra le generazioni ed era un’occasione di traduzione espressiva di esperienze e caratteri individuali; l’apprendimento e la necessaria esercitazione costituivano un momento vivo d’incontro e confronto fra i giovani interpreti, e fra loro e l’occasionale pubblico; infine, l’esecuzione del canto durante i momenti più gioiosi e liturgici della vita della comunità dava ad esso quel carattere insieme sacro e festoso, dal quale risulta inseparabile. Non so che  altro dire   e chiudo qui in quanto non ho  , visto che è da poco che mi sto appassionando a questo genere di musica  le  competenze mneccessarie  per 
Spiegare cosa è il "Canto a Tenore", non è sicuramente un compito agevole, se l'interlocutore non ha conoscenze specifiche sull'argomento in questione, Consapevoli di questo, è ragionevole rivolgersi a chi, del Canto a Tenore è fortemente appassionato tanto da farne, con successo, oggetto di ricerca. Il prof. Andrea Deplano, di Dorgali, docente di Lingue e Letterature straniere che con la pubblicazione del libro Tenores, ha certamente messo a fuoco l'origine, la tecnica e la diffusione di questo meraviglioso canto che la Sardegna vanta. Proprio tra le righe di questo libro, troviamo quelle nozioni, che possono aiutare chi volesse tentare un approccio alla materia. Per questo abbiamo scelto alcuni brani dal libro del prof. Deplano, per portare a conoscenza dei navigatori di internet, il mondo misterioso e affascinante del canto a Tenore. Il Canto a Tenore, simbolo della musica sarda o polivocalità sarda per eccellenza, non è riuscito fino ad oggi ad articolare un proprio spazio.   [.....]  continua  qui >> Per concludere   segnalo  per  tutti\e coloro volessero  approfondire tale  argomento  una serie di links 


http://www.sardiniapoint.it/8381.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Canto_a_tenore





P.s
per chi usa  mozzilla firefox  i   sito i in nero sono dei collegamenti  testuali  potete  anche cliccarci sopra


26.2.06

Senza titolo 1157






Nonostante ho detto in precedenza  in questo blog    che non avrei guardato le olimpiadi della neve per detterminati motivi e ho lasciato fraintendere che avrei visto solo gli atleti italiani . Ma non sono riuscito a non vedere la cerimonie d'apertura e di chiusura , il televideo per vedere se l'Italia aveva vinto qualche medaglia  soprattutto le prove anche delle altre nazioni incantato dalla bellezza e dalle evoluzioni del pattinaggio artistico e di figura .
I miei amici \ cdv si sono chiesti da cui è nata questo cambiamento . La risposta è dovuta al fatto che mi piace perdermi sia in senso “ fisico “ \ materiale che spirituale indicato da 1) questo bellissimo articolo di Concita de Gregorio su dweb
n° 488 di questa settimana non ancora disponibile nella versione onlinee  quindoi con tristezza non lo riporto  . 2) da una bellissima canzone che è anche una canzone della mia infanzia ( circa 30 anni fa come passa il tempo ) Azzurro di Adriano Celentano \ Paolo Conte ( 1968 ) qui per chi vuole approfondirne la storia ed il contesto




Cerco l'estate tutto l'anno
e all'improvviso eccola qua...
lei è partita per le spiaggie
e sono solo quassù in città,
sento fischiare sopra i tetti
un aeroplano che se ne va.
Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo
per me,
mi accorgo di non avere più risorse senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri,
dei miei pensieri all'incontrario va.
Sembra quand'ero all'oratorio
con tanto sole, tanti anni fa...
quelle domeniche da solo
in un cortile a passeggiar...
ora mi annoio più di allora:
neanche un prete per chiaccherar...
Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per me,
mi accorgo di non avere più risorse senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri,
dei miei pensieri all'incontrario va.
Cerco un po' d'Africa in giardino
tra l'oleandro e il baobab,
come facevo da bambino,
ma qui c'è gente, non si può più:
stanno innaffiando le tue rose,
non c'è il leone, chissà dov'è...
Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo per me,
mi accorgo di non avere più risorse senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri,
dei miei pensieri all'incontrario va


 
metto  in  evidenza  un altro  mio  viaggio  (  che  è  ed   vuole anche essere  speriamo  in meniera  chiara e definitiva   anche una risposta   a chi ancora continua nonostante le  FAQ  e  i vari post  a scrivermi e  a  dirmi : 1. che  sono  anti  italiano  e  anti nazionale ,2) a  domandarsi  senza  leggere  minimanente  il  blog    come  faccio a  conciliare  amore  per la mia  nazione  o patria secondo la destra e  a essee  comunista  o di sinistra  e  a far mio  come ho scritto  in  altri post  : << la mia  patria è il mondo intero  , la mia terra  e la libertà   )  dall'odio  verso il nazionalismo  in quanrto lo consideravo  geneneralizzando    allla  base   dellle dittature  in particolare quelle  fasciste  e naziste  ,  per  poi  con approffondimenti  e  studi vari ( fra cui  i siti qui sotto  )   ad odiare solo  l'spetto   dell'uso strumentale  eed estremistico  fattone  dalle dittature   negli ultimi due    secoli  e   che SIC   ancora  continua ad essere usato in questo caso dalla  destra  razzista  ed exenofoba  alleata  in queste  elezioni con  la Cdl ( ovvero il centro destra )  . Per  coloro volessero  approffondire questo argomento  che  ha  avuto  e ha  tutt'ora  notevole importanza  per  la nostria storia nazionale   consiglio questo libro  :
da  Salò ad arcore . la mappa della destra eversiva  di  Saverio Ferrari . Dall''introduzione ( trovate qui il testo integrale ) : << [...] In questo libro di Saverio Ferrari, documentatissimo e rigoroso, troverete dunque l’atlante storico-politico di questo fenomeno, che rappresenta una delle anomalie italiane meno studiate : si tratta della presenza contemporanea nel sistema politico e sociale e nella cronaca nera del nostro Paese di un soggetto eversivo e di una componente politica legale che hanno condizionato,[e  ancora  condizionano vedere l'alleanza  con berlusconi ]  molto al di là del loro peso specifico, a tratti, e con andamento alterno, la nostra storia. Nella stagione dell’oblio e del negazionismo si insiste adesso molto benevolmente sui valori anche “culturali” che i nipotini di Salò avrebbero in qualche modo coltivato [...] >> .
ILO  libro  è  in edicola dal 24 febbraio nelle edicole assieme a “L’Unità” nella collana “Omissis”. Contiene un completo e aggiornato atlante (160 pagine a 5,90 euro) dell’arcipelago dell’ultradestra italiana e la ricostruzione storica dell’albero genealogico-politico delle varie formazioni neofasciste, dal 1945 ad oggi. Per prenotarlo rivolgersi alla rivendita dove abitualmente si acquistano i giornali, inviando conferma dell’avvenuta prenotazione, indicando il numero delle copie desiderate e l’indirizzo della rivendita con un fax al numero 06-58557469






 


LINK
sul nazionalismo  cosa  è   e su come esso sia stato strumetalizzato  dai fascisti e dai nazisti


http://snipurl.com/mymx
http://snipurl.com/myn7
http://it.wikipedia.org/wiki/Nazionalismo



sulle destre   in italia 


http://www.osservatoriodemocratico.org/
http://www.bloggers.it/antifaunipd/

oppure qui  per chi  non trovasse nelle  edicole  o non può comprarlo  il libro  sopra indicato   trova  nel link qua  sotto  news  sui gruppe eversivi della destra italiana 
http://snipurl.com/mzci




 Ed  è  per questo che riporto con commozione ed orgoglio  le medaglie   vinte  alle olimpiadi di torino 2006


Fonte www.ansa.it


Giorgio Di Centa oro nella 50km di fondo



Marta Capurso, Marianna Fontana, Cecilia Maffei, Katia e Mara Zini
bronzo nella staffetta dello short-track




Enrico Fabris oro nei 1500 metri pattinaggio velocita'



Gerda Weissensteiner e Jennifer Isacco bronzo nel bob a due



Valbusa, Di Centa, Piller Cottrer e Zorzi oro nella 4X10 di fondo



Follis, Paruzzi, Confortola e Valbusa bronzo staffetta di fondo



Anesi, Fabris e Sanfratello oro inseguimento pattinaggio velocita'



Plankensteiner e Haselrieder bronzo nello slittino doppio



Armin Zoeggeler oro nello slittino singolo
su


Pietro Piller Cottrer bronzo nella combinata di fondo






Enrico Fabris bronzo nei 5000 metri del pattinaggio di velocita'



concludo sempre in risposta  a quele domande   con questa  canzone  

Wl'Italia ( dui degregori )
Viva l'Italia, l'Italia liberata,
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia domenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste.

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...