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12.9.13

11 settembre 1973-11settembre 2013 e 11 settembre 2001-11 settembre 2013

  da  repubblica  online del (11 settembre 2013)

 

Il console parmigiano che salvò i cileni dal golpeRoberto Toscano ricorda i drammatici giorni del colpo di Stato dell'11 settembre 1973. Appena 30enne, secondo segretario dell'ambasciata italiana, accolse 600 rifugiati in fuga dalla dittatura militare. "Ci volle coraggio ma ci prendemmo la responsabilità di agire"

di RAFFAELE CASTAGNO





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Quando Roberto Toscano arrivò in Cile, nel 1971, non aveva neppure 30 anni. Il suo trentesimo compleanno lo festeggiò due settimane dopo il golpe dell'11 settembre 1973 che segnò la drammatica fine dell'esperienza del governo, democraticamente eletto, di Salvador Allende.
All'epoca era agli inizi di una brillante carriera diplomatica. Secondo segretario dell'ambasciata italiana di Santiago, insieme all'incaricato di affari Piero De Masi, salvò 600 cileni dalla dittatura militare.
Toscano, ex ambasciatore, con incarichi diplomatici anche in India e India, oggi è presidente della Fondazione Intercultura. Collabora con il quotidiano La Stampa e prestigiose riviste internazionali.
A Parma per alcuni giorni, il diplomatico (classe 1943), racconta al nostro giornale la sua esperienza. "Il Cile è stato il mio primo incarico. Era un Paese relativamente tranquillo rispetto agli altri del Sud America. C'era molta violenza verbale tra le forze politiche ma non si pensava potesse andare così. Aveva una tradizione democratica, per questo il golpe fu uno shock, un trauma, un vero tsunami, un evento del tutto imprevedibile".
Le immagini dell'11 settembre cileno sconvolsero il mondo. Il palazzo presidenziale bombardato, il presidente Allende, poi morto molto probabilmente suicida, con il mitra in mano. "Fu in senso etimologico una catastrofe, cambiò tutto. Prima ogni forza politica aveva una radio, dopo il golpe smisero di trasmettere, per poi riprendere a reti unificate con i bollettini dei militari. I colpi di Stato, ieri come oggi, si assomigliano sempre".
Toscano, secondo segretario dell'ambasciata, insieme all'incaricato d'affari Piero De Masi, si trovò a reggere le redini della nostra rappresentanza diplomatica. L'ambasciatore si trovava in Italia e Roma, non avendo riconosciuto la Giunta militare, decise di non rimandarlo in Cile.
"Subito dopo il golpe corsi in ambasciata, le comunicazioni erano impossibili. Il telex era stato spento, restammo isolati per giorni. Poi mi ricordai di un amico parmigiano che studiava a Santiago e che aveva la famiglia a Mendoza, in Argentina, vicina al confine, la cui rete telefonica era collegata direttamente con quella cilena. Chiamai sua madre chiedendole di contattare il ministero degli Esteri in Italia per rassicurare che stavamo bene".
Fu solo l'inizio di quello che sarebbe stato un anno carico di avvenimenti, con l'ambasciata italiana che si trasformò in un luogo di asilo e accoglienza per centinaia di rifugiati. "All'inizio fornimmo aiuto ai nostri connazionali. Ricordo in particolare un ragazzo di Lotta continua. Si presentò da me per ricevere assistenza, poi per alcuni giorni non ne ebbi più notizia. Andai al ministero degli Esteri, che occupava un ala del palazzo presidenziale sopravvissuta ai bombardamenti. Trovai il suo nome in un lungo elenco di arrestati, tutti in custodia allo Stadio nazionale, dove mi recai per andarlo a prendere. Fu un'esperienza forte. Vidi persone con le facce premute contro il muro. Alle fine venne rilasciato. In seguito fornimmo assistenza anche ad alcuni italo-cileni".
Poi arrivarono i primi cileni. Ogni giorno decine di persone scavalcavano i muri che circondavano la sede diplomatica, una villa in un grande parco. Toscano ricorda che il diritto internazionale non riconosce l'asilo diplomatico, ma in America latina, a causa dei numerosi colpi di Stato, si trattava al contrario di una prassi abituale.
"Una parssi completamente sconosciuta per noi italiani. Devo dire che il ministero degli Esteri andò un po' nel pallone. Il mio collega - De Masi, autore del libro "Santiago 1 febbraio 1973-27 gennaio 1974" (Bonanni editore) - si è dovuto prendere la responsabilità di decidere, c'è voluto un po' di coraggio".
In un anno, ben 600 cileni trovarono accoglienza nell'ambasciata. "Gli adulti entravano scavalcando il muro, i bambini venivano aiutati. Alla fine, con uno strappo al protocollo, risolvemmo di andare a prenderli con la macchina diplomatica. I problemi erano tantissimi, dalle cucine, alla pulizia. Non avevamo il personale per assistere tutta quella gente. Così, d'accordo con i rappresentati politici, attuammo forme di autogestione. Non era una situazione semplice, specie con la seconda ondata di arrivi, spesso composta da persone torturate, arrestate, minacciate, individui segnati fisicamente e psicologicamente".
Tanti, tantissimi gli episodi racchiusi in quell'isolato di speranza e libertà rappresentato dalla nostra sede diplomatica, che si trovò anche sotto la minaccia di essere attaccata dall'esercito cileno. "Una sera mi chiamò l'ambasciatore indiano, in buoni rapporti con la Giunta militare. Mi disse che era in atto un piano per arrivare a svuotare l'ambasciata. Furono giorni di grossa tensione. Alla fine prevalse un'altra linea: per il governo dei militari era importante essere riconosciuto".
Toscano lasciò il Cile nel 1974. Un addio determinato dagli eventi. "Mi trovai a reggere la sede diplomatica per alcuni giorni, in assenza dell'incaricato. Una sera mi arrivò una chiamata. Mi riferirono che era stato buttato un cadavere all'interno dell'ambasciata. Si trattava di una giovane donna, la moglie di uno dei capi del Mir - il Movimento di sinistra rivoluzionaria - che era stata catturata ed era poi morta sotto tortura. Fui costretto a fare entrare la polizia criminale, furono momenti di incredibile tensione, avevamo paura per la presenza di infiltrati dei servizi segreti, ma per fortuna non accadde nulla. Il giorno dopo venne a trovarmi un giovane giornalista. Mi riferì la versione ufficiale: la donna era stata uccisa dai suoi compagni, addirittura nel corso di un'orgia. Io gli raccontai tutto, facendo presente che era stata gettata nel cortile durante il coprifuoco, quando potevano circolare solo i militari. Coraggiosamente riportò integralmente le mie parole e così tutti i giornali mi accusarono di essere un calunniatore dei militari. Chiamai subito Roma, spiegando che qui avevo chiuso, in queste condizioni non potevo più essere utile. Probabilmente sarei stato espulso, più saggiamente andai via".
L'11 settembre cileno coincide, per un singolare ricorso storico, con il tragico attacco delle Torri gemelle a New York, nel 2001. Dodici anni dopo in Medio Oriente le primavere arabe si sono progressivamente trasformate in sanguinose lotte civili.
Eventi, secondo Toscano, solo apparentemente diversi: "Si cambia discorso, ma non di molto. In Cile il ritorno alla democrazia è avvenuto attravarso un processo lento, una lunga transizione, ma dopo il trauma del golpe non vi è stata più violenza. Lo stesso è avvenuto in Iran a seguito della rivoluzione del '79. Nel 2009 non vi furono violenze, se non da parte del regime. Nel Medio Oriente deve nascere un tessuto democratico. Prendiamo la Libia, oggi è in mano alle milizie. Rovesciare un dittatore non risolve nulla, se non c'è un rispetto minimo. E così oggi assistiamo a odi tribali. I cileni prima del golpe si erano illusi di esserne immuni, ma avevano ragione nel credere che quella cultura democratica sarebbe tornata a influenzare il sistema politico".
Uno scenario difficile per l'Occidente che ha commesso molti errori. "Sì, c'è un'incertezza di fondo. Prima, nel corso della guerra fredda e poi nella lotta al terrorismo, sono state appoggiate le dittature. La foto di Kerry - segretario di Stato Usa - con Assad sta facendo il giro della rete e risale solo al 2009. I rapporti tra i due Paesi non erano cattivi. Poi la gente è esplosa, perché non ne poteva più. E' come se fossero dei super indignados, stanchi di sistemi politici che favorivano solo i clan e poche famiglie. Una indignazione per le umiliazioni che subiscono i popoli senza diritti. Nelle rivolte c'è una dimensione sociale prima che politica".
Un contesto molto frammentario che rende complessa l'azione politica democratica. "In Medio Oriente democrazia vuol dire che chi ha la maggioranza governa, escludendo, se non perseguitando, la minoranza. I democratici non sono liberali. E dall'altra parte i laici liberali non sono democratici. In Egitto sono tutti a sostegno del colpo di Stato. Diventa difficile scegliere, è un dilemma insolubile".
Un po' come in Sira, dove Obama è pronto a usare la forza. "Capisco l'incertezza del presidente americano, che non vede l'ora di liberarsi di uno come Assad. Eppure il dopo può essere peggio. I migliori combattenti, almeno una parte, non sono seguaci di Thomas Jefferson ma come ha raccontato Quirico - l'inviato rapito e poi liberato de La Stampa - sono banditi, gente di Al Qaeda, è un po' come l'Afghanistan".
Lasciamo l'ambasciatore con un ultimo pensiero per la sua Parma dove ha studiato - scuola e università - prima di intraprendere la carriera diplomatica. Toscano non commenta la situazione politica della città - ora vive stabilmente a Madrid - e si limita a un suggerimento. "La cosa che più colpisce è che sia diventata multietnica. Parma dovrebbe puntare sull'intercultura per favorire i rapporti tra le comunità. E' un progetto difficile, ma solo così si può evitare la nascita di ghetti".



Sempre  da  repubblica

11 settembre, l'attacco a New York Sussulto al cuore mai dimenticato  I bambini nati nel 2001 troveranno perfettamente normale che la skyline dell'isola sia quella che vedono, a loro è riservata giustamente la benedizione del non sapere

di VITTORIO ZUCCONI

Quando imbocco la lunga rampa che dalla autostrada 95 precipita verso il Lincon Tunnel e Manhattan, anche dopo 12 anni il cuore ha un sussulto. Le future generazioni, i bambini nati nel 2001, troveranno perfettamente normale che la skyline dell'isola sia quella che vedono, a loro è riservata giustamente la benedizione del non sapere. Ma chi, per decenni, ha percorso quella strada infinite volte, chi ha visto ingigantirsi nel parabrezza quei due immensi fumaioli che segnalavano la navigazione del transatlantico immobile chiamato Manhattan l'assenza, il vuoto, non saranno mai più colmati da nessuna altra torre.







Può sembrare cinico dire che si sente la mancanza di due grattacieli e quel vuoto, non riempito neppure della nuova e retoricamente battezzata Freedom Tower ormasi quasi completata, fa più male del pensiero dei due mila e 900 disgraziati che furono carbonizzati, polverizzati o triturati l'11 settembre. Ma è alle cose, ai simboli, alle immagini che ci portiamo dentro che restiamo aggrappati negli anni, se non abbiamo perduto una persona cara nelle macerie. Per milioni di immigrati un secolo fa, New York furono Miss Liberty, la Statua della Libertà e il Ponte di Brooklyn. Per una generazione successiva fu l'Empire State Building, con la guglia arrogantemente puntata a fare il solletico al cielo eretta a sfidare l'angoscia degli anni '30 e della Grande Depressione. Per i figli e i viaggiatori del dopoguerra, erano state le Twin Towers, le torri gemelle, l'inno a New York.
Manhattan, dicono le statistiche dell'occupazione, del mercato immobiliare, della criminalità in declino, è risorta. New York non fu inghiottita dalla voragine del Word Trade Center, come non fu travolta neppure dall'abisso, quello sì autoinflitto, aperto dal collasso finanziario di cinque anni or sono. Ma non sarà mai più la stessa, come una Chiesa Cattolica senza San Pietro, una Parigi senza la Tour Eiffel, una Mosca senza la Piazza Rossa e la chiesa del Beato Basilio, per chi la conobbe da giovane. E confesso che, mentre scendo dalle colline fluviali dello Hudson e si spalanca la vista dell'isola a portata di mano, ancora, irrazionalmente, spero di vederli, anzi, li vedo, e per me sono ancora lì, per sempre. Quei due fumaioli che annunciavano l'arrivo del più grande bastimento del mondo carico di tutta l'umanità e delle sue speranza, Manhattan.

  a presto  perchè come credo  , quando parlo di queste cose  , creo sempre  polemiche  

12.9.09

...l'undici settembre,di un anno che non so!


 

…è nella desolazione che un uomo prega

salva vite umane e sorride mentre piange

trionfa nell’amore e nella volontà d’amare…

 

….e ti sei svelato salvato dal tuo rogo uomo

e sei ancora tra gli umani,

nell’interno dell’anima dove la bontà trova la salvezza

la pietà di essere se stesso…

 

…e tu donna ! mi guardi da quella foto

sei sorridente e con occhi smarriti sei tra i brillanti

brillano ! e nella notte piangono con te rimorsi…

 

…e mi fai ancora ispirare

a ricordare che c’è vita su questa terra e va vissuta

che un’anima va salvata ! e un bimbo tra le braccia va tenuto …

 

…e che la più piccola particella della materia serve

per far nascere una molecola ,la culla della vita,

per erigere un sagrato alla memoria va consacrato

che la tua bellezza è forza e che la tua immagine va fatta su misura…

 

…e scrivono di te i poeti

sono quelli che ti osservano da lontano

ti tendono la loro mano per poi nella nebbia scomparire …

 

….ma tra le macerie tu ci sei e resti ferma li nei cuori

dai aria per respirare e ti fanno bella tra i sentori

sei la compagna ,la forza interiore…

 

….l’undici di settembre ,di un anno che non so !

io non c’ero e ci fu l’abbraccio universale ,

ora quel abbraccio ogni anno si rinnova

a voi tendo le mie braccia col pensiero…

 

il poeta narratore.

13.1.09

ATTENTATO A GENNAIO - LE ANTICIPAZIONI

FONTE http://informazionescorretta.blogspot.comdolpir 


Molto ci sarebbe da scrivere su Gaza, Hamas e Israele in queste ore.Mentre scriviamo, il Consiglio dei diritti umani dell'Onu ha approvato una risoluzione che "condanna con forza" l'offensiva israeliana a Gaza. Chissà cosa ne pensa Frattini.
Oggi comunque dobbiamo parlare di attentati, di profezie e di profeti.
Si, perchè manca una decina di giorni all'insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti e in molti profetizzano che qualcosa di grosso sta per succedere.
Seguiamo le tracce, come caprette da caccia, di alcune notizie liquidate in poche righe, sepolte sotto chili di cronaca, o semplicemente e deliberatamente ignorate dai media tradizionali.
Iniziamo dalle ultime parole di George W Bush ad Obama da presidente, sono piuttosto interessanti. Leggiamo da un SMS di cronaca inviato dal nostro gestore telefonico:


USA, Bush: minaccia nuovo attentato pericolo maggiore per Obama.
Dal presidente i "più sinceri auguri" al suo successore.



Quindi ricapitoliamo: la minaccia di un nuovo attentato terroristico in america sarebbe il pericolo maggiore per il presidente eletto. Obama si merita i più sinceri auguri.Molto bene. Certo, George W. Bush è uno che di attentati se ne intende.Quando ti fa gli auguri c'e' da credergli, che ne avrai bisogno.
Prima di lui, il 20 ottobre 2008, Joe Biden, il vicepresidente eletto aveva mostrato doti divinatorie, profetizzando una crisi generata, il tutto con granitica certezza:


"segnatevi le mie parole.
Non passeranno più di sei mesi prima che il mondo metta alla prova Barack Obama come hanno fatto con John Kennedy.
Ricordatevi che l'ho detto qui. Se non ricordate altro di quello che ho detto..
Guardate, avremo una crisi internazionale, una crisi generata, per mettere alla prova la pasta di quest'uomo. E dovrà prenderne alcune veramente difficili -- Non so che decisioni dovranno essere, ma vi prometto che succederà.Vi garantisco che succederà."


Poco prima, 19 Ottobre, Colin Powell in "Meet The Press", su MSNBC, ci dava anche la data:



"ci sarà una crisi che arriverà il 21, il 22 di Gennaio, della quale non sappiamo niente in questo momento

dunque io credo che quello che il Presidente deve iniziare a fare è iniziare ad usare il potere dell'ufficio ovale ed il potere della sua personalità per convincere gli Americani ed il mondo che l'America è solida, che l'America sta per fare un passo avanti, che stiamo per risolvere i nostri problemi economici, stiamo per andare incontro ai nostri impegni all'estero."




Riassumendo: il 20 o il 21 gennaio avremo una crisi internazionale "generata": innescata, prodotta. Probabilmente un attentato terroristico. Obama sarà messo alla prova, e si merita i migliori auguri.

Sarà un caso, ma la prossima settimana è prevista una esercitazione militare in cui saranno coinvolta sia l'amministrazione uscente sia l'amministrazione entrante.

Scott Stanzel, portavoce della Casa Bianca:



"Non entrerò nei dettagli, ma è uno scenario da disastro nel quale il governo sarà duramente messo alla prova.
[...]
E' un'esercitazione in un ipotetico scenario specificatamente progettato per mettere alla prova e sotto sforzo le capacità del governo federale."




Vi ricordo che proprio il giorno 11 settembre 2001 era stata prevista una esercitazione militare con dirottamento di arei civili negli stessi luoghi e secondo le medesime modalità. Anche il 7 luglio 2005 (attentati a Londra) era stata prevista una esercitazione con esplosione di bombe negli stessi luoghi e secondo le medesime modalità.

Se per caso dovesse succede qualche casino tra una settimana e mezza, i signori di cui sopra saranno le persone giuste a cui chiedere come facevano a saperlo, e, se lo sapevano, perchè non hanno parlato.

25.11.08

i film che ho visto di recente

 Nel sempre  più  desolante   e stucchevole   panorama  televisivo ( salvo rare eccezioni che ormai  tutti conosciamo  )  questa settimana  ho visto due   stupendi film

                          Reign  ovver me


ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Mani e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  ni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma  il  film  è stupendo  e  ottima la  colonna  sonora  uno dei film più belli e più toccanti  che  ho visto   sul  e post  11 settembre  2001 .

 Un film onesto, toccante, che tratta argomenti difficili spesso con levità e non indulge mai nel melodramma che è tipico dei reduci di tragedie come queste 
Due vecchi amici si incontrano e trovano la forza per affrontare la vita. Inizialmente   sembra  la copia  al maschile  di noi due  sconosciuti ma  poi    si è dimostrato il  contrario  . mi  fermo qui sia per  non guastarvi la  sorpresa  sia perchè   sono ancora scosso  da  non  riuscire a dire  altro  .



                                      IL  Vento che accarezza  l'erba



E' un bellissimo film , che oltre  agli  scontri per  la  guerra   contro l'invasore  e la  guerra civile  dopo . <<  "È facile sapere contro cosa si combatte. Più difficile è sapere in cosa davvero si crede >> ( cit  dal film )  e  Loach ne è consapevole e in questo film più che mai finisce con l'interrogarsi sulle ragioni degli uni e degli altri, non però certamente su quelle degli occupanti inglesi. Su quelle ha idee ben chiare. Esso 
ricostruisce  la  violenza  aggressiva   insita   nella natura  umana , specie  nei  giovani e nei bambini  e  come  in  una situazione del genere  lo si diventi  . La lotta  irlandese   e le  brutalità   dela polizia  speciale inglese  . Do in parte   ragione  a Giancarlo Zappoli : <<   Ken Loach va ad aprire una ferita suturata interrogandosi fortemente sulle ragioni degli uni e degli altri Nonostante L'Irlanda del Nord sia uscita dalla spirale del terrorismo . >>   Ma Loach e Laverty lasciano libero lo spettatore di scegliere e di schierarsi, se ci riesce. Titolo preso dal poeta irlandese Robert Dwyer Joyce .


23.11.08

BOB e il Presidente USA

Il presidente degli Stati Uniti Bush, durante il suo giro pre-
elettorale per le città d'America per accrescere la sua popolarità,
si reca in visita ad una scuola elementare. In una classe, la maestra
invita così i bambini a porre delle domande al Presidente.
Un bambino si alza e rivolto al presidente dice :
- Mi chiamo Bob e ho tre domande da porle.
E il presidente, con un gran sorriso:
- Dimmi pure, Bob.
- Le mie domande sono queste, signor Presidente:

Prima domanda: come mai lei è diventato presidente se aveva preso
meno voti del suo avversario alle elezioni?

Seconda domanda: non crede che la bomba atomica su Hiroshima sia
stato il più grave atto di terrorismo della storia?

Terza domanda: perchè gli Stati Uniti devono dichiarare guerra
all'Iraq senza averne motivo?

A quel punto però suona la campanella dell'intervallo e i bambini
sciamano fuori dell'aula per la merenda.
Dopo un po' l'intervallo finisce e i bambini ritornano in classe. Il
presidente riprende così il colloquio con i bambini.
Se ne alza un altro e dice:
- Io mi chiamo Michael, e avrei 5 domande da porle signor Presidente.
- Ma certo Michael, avanti, chiedi pure.
- Allora:

Prima domanda: come mai lei è diventato presidente se aveva preso
meno voti del suo avversario alle elezioni?

Seconda domanda: non crede che la bomba atomica su Hiroshima sia
stato il più grave atto di terrorismo della storia?

Terza domanda: perchè gli Stati Uniti devono dichiarare guerra
all'Iraq senza averne motivo?

Quarta domanda: perchè la campanella dell'intervallo è suonata venti
minuti prima del solito?

Quinta domanda : dov' è Bob?...

The New World Order

"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po' più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto".


(Nicholas Murray Butler, membro del CFR - Council on Foreign Relations)




fonte: 


www.the1phoenix.net


 




30.8.08

NOVITA' DAGLI ETNOMONDI!






Ciao a tutti
Cari Compagni di viaggio, per vedere una parte del divertentissimo film "Kung Fusion" di Stephen Chow ed imparare come fare il Cous Cous basta cliccare:

http://etnomondi1.splinder.com/




Per rileggere l'intervista di Compagni di Viaggio ad Etnomondi:

http://etnomondi1.splinder.com/post/18216723/SULL%27ISLAM+E+ETNOMONDI




Il NUOVO Metropoli multietnica:



 



http://etnomondi1.splinder.com/post/18216706/METROPOLI+MULTIETNICA



 



ETNOSITI:



 



http://etnomondi1.splinder.com/post/18216681/ETNOSITI



 



VOCI DAL NILO (I LIBRI):



 



http://etnomondi1.splinder.com/post/18216578/VOCI+DAL+NILO+(I+LIBRI)



 



RADIO NI HAO (I CD):



 



http://etnomondi1.splinder.com/post/18216554/RADIO+NI+HAO+(CD)



 



VISIONI ESOTICHE (TV, RADIO, GIOCHI E DVD):



 



http://etnomondi1.splinder.com/post/18216527/VISIONI+ESOTICHE+(TV%2CRADIO%2CGIO



 



 



TRACCE SULLA SABBIA (I FILM):



 



http://etnomondi1.splinder.com/post/18216480/TRACCE+SULLA+SABBIA+(I+FILM)



 



 



HELLO KITTY MANIA!:



 



http://etnomondi1.splinder.com/post/18216422/HELLO+KITTY+MANIA!



 



RISTORANTI ETNICI:



 



http://etnomondi1.splinder.com/post/18211654/RISTORANTI+ETNICI



 



 



NEWS FROM …ETNOMONDI 26:



 



http://etnomondi1.splinder.com/post/18192468/NEWS+FROM...ETNOMONDI+26!



 



 



PRESTO IL RESTO



 



Lasciateci qualche commento



 



ETNOMONDI

12.4.08

Senza titolo 428


              
l’atmosfera sociale è quella di una città assediata… E allo stesso tempo la consapevolezza di essere in guerra, e perciò in pericolo, fa sì che il trasferimento di tutto il potere a una piccola casta sembri la naturale, inevitabile condizione di sopravvivenza.
Non importa che la guerra stia davvero avvenendo, e, poiché nessuna vittoria decisiva è possibile, non importa che la guerra stia andando male. Tutto quel che serve è che uno stato di guerra esista.

                             
George Orwell, 1984




 FA RIFLETTERE L’ANALISI DEL RICERCATORE PINO CABRAS
                      UN LIBRO ESORCIZZA LE PAURE MONDIALI



Stimolante, informato, arguto. Ma anche: militante, schierato, decisamente di parte. È il libro di Pino Cabras uno che   <<  Guarda oltre queste mura...oltre la guerra e la paura!(..)  la voce di chi ancora resiste  >> ( cit Oltre la  guerra e la paura  dei Modena city Ramblers   puo andare  qui chi vuole il testo )  Il titolo spiega già l’argomento del lavoro: Strategia per una guerra mondiale”,( copertina  a sininistra )  appena pubblicato dalla casa editrice Aisàra di Cagliari.
Quasi duecento pagine per una riflessione “sulla paura che governa gli animi in questi ultimi anni” aggiunge Cabras, “su quanto è accaduto nel mondo dall’attentato alle Torri dell’11 settembre 2001 all’assassinio di Benazhir Bhutto”, la donna leader candidata alla presidenza del Pakistan.
Una strategia occulta, quella che intravede il ricercatore cagliaritano: “Ho messo insieme i fili individuati sui media internazionali con un paio d’anni di ricerca - prosegue Cabras, cheha già pubblicato un saggio su “Balducci e Berlinguer, il principio della speranza”“La stampa “mainstream” europea e americana testimonia accuratamente di come si sia voluto creare artificialmente un clima di pauranel mondo” puntualizza. Clima di tensione che sarebbe strumentale alle guerre di conquista decise dall’amministrazione Bush.
“La paura del terrorismo - prosegue il ricercatore - è l’alibi dietro cui alcuni settori del governo Usa intendono stabilire un nuovo ordine mondiale.La demonizzazione , senza per  questo  assolverlo o giustificarlo  del dittatore Saddam Hussein è servita a giustificare le due guerre del Golfo. E oggi, con gli stessi strumenti di dieci anni fa, ci si prepara ad attaccare anche l’Iran” come  puntualizza Cabras.
La ricerca del volume non è priva di una sua acutezza. Anche se sfrutta gli stessi argomenti  già  noti  e  utilizzati dal regista Michael Moore, nei suoi popolari “docufilm”, e in fondo le stesse argomentazioni sui “persuasori occulti” dei media che quarant’anni fa aveva evidenziato il sociologo Vance Packard. Niente di nuovo, dunque,infatti  se ne  sente parlare  spesso  , in quanto viene demonizzato e  messo in ridicolo  e quindi passano  come  potesi di folli o  visionari  o dietrologici   da  parte  dei fautori  della  guerra   a senso unico al terrorismo  ovvero coloro  che  celebrano  ampollosamente  l'11  settembre o  l'11 novembre    guardando solo la pagliuzza  ( il terrorismo  fondamentalista  )   nell'occhio del  tuo vicino  ma  senza  guardare  la  trave  ( le  cause   che  l'hanno creato  e  fanno si che ancora  esiste  )  nel loro  occhio  . 
Inoltre l'autore    del libro  non demorde: “ In alcuni casi, questo progetto di dominio mondiale non ha nemmeno bisogno di giustificarsi. È evidente, sotto gli occhi di chi ha l’attenzione per poterlo vedere”    cioè che non manda il cervello in cassa integrazione  <<  prendendo per   buone le  verità della  televisione  >> e  provano <<    pure a credevi assolti  siete lo stesso coinvolti.>> (  cit  canzone del maggio  di Fabrizio  De  Andrè qui il testo della  canzone in questione  )      

Pino Cabras: “Strategie per una guerra mondiale. Dall’11 settembre al delitto Bhutto” pagine . 360  €14,50  Aìsara editrice, 2008.

info vendita e distribuzione libro:
http://www.aisara.eu/
blog  e  contatto autore:
http://pino-cabras.blogspot.com/
pinocabras@yahoo.it








Per  chi volesse  approfondire   tale  argomento  ecco una serie  di siti  pro   tesi autore  e contro  tesi autore   a voi decidere   con chi  schierarvi  ovvero  decidere se  stare  : << dalla parte  di chi  ruba nei supermercati o  gli ha costruiti rubando >> ( Francesco de Gregori )







17.1.08

Senza titolo 64

www.zerofilm.info




 Cari amici e simpatizzanti di Zero,


Dopo il festival di Roma si sono avviate diverse trattative con i distributori per verificare le possibilità di una distribuzione nelle sale cinematografiche. E' emerso, dopo lunghe tergiversazioni, in parte probabilmente create da difficoltà politiche, che nessun distributore nazionale ha avuto il coraggio di distribuire "Zero". Questo sebbene il successo della pellicola sia stato evidente durante il festival, come dimostra la copertura della stampa e delle televisioni. I distributori hanno mostrato la stessa mancanza di coraggio che li ha portati a non distribuire “Redacted” del grande Brian De Palma, dedicato alle torture e ai crimini americani in Iraq. Vi sarete accorti che quel film, il capolavoro dell’ultimo Festival di Venezia, non si è ancora visto al cinema. Pare che in Italia non lo vedremo proprio. Così vanno le cose, in Italia e nel mondo. Abbiamo fatto "Zero" anche perchè non vogliamo arrenderci a questo stato di cose.
Comunque il ritardo nell'avvio della programmazione è stato determinato in primo luogo da questa trattativa, che ci impediva, prima della sua conclusione, di cominciare una distribuzione autonoma, nostra. In secondo luogo c'è stata una scelta: quella di non far uscire "Zero" in concorrenza con le commedie natalizie. In terzo luogo durante novembre e dicembre si sono dovuti affrontare alcuni problemi di riedizione, dovuti al fatto che alcune immagini presenti nella versione presentata al festival ci sono poi state negate dai loro proprietari. Il che ci ha costretti a operare alcuni rimaneggiamenti, decisivi per evitare pericoli futuri di sequestro della pellicola. Altre modifiche sono state rese necessarie per apprestare il film a una utilizzazione televisiva e, in prospettiva, homevideo etc. Il che ha prolungato i tempi di lavorazione, insieme alle necessità di un nuovo mixaggio. Tutte queste modifiche non hanno minimamente compromesso la fisionomia del film e l'hanno anzi dinamizzata e ripulita di alcune lungaggini non essenziali. In ogni caso nulla andrà perduto e verrà successivamente recuperato all'interno del DVD che produrremo appena terminato il grosso della distribuzione che siamo in procinto di lanciare su scala nazionale e internazionale.
Bisogna che tutti teniamo presente che la questione politica che abbiamo sollevato - quella di "Riaprire l'inchiesta sui fatti dell'11 settembre" - non si attenuerà con il passare del tempo. Anzi tutto lascia presagire che il tema diventerà sempre più caldo nei mesi a venire, come mostrano le continue e nuove rivelazioni che emergono. L'ultima è la notizia che Osama bin Laden è stato ucciso, rivelata da Benazir Bhutto prima di essere assassinata a sua volta (e taciuta da tutto il mainstream mediatico mondiale). Dunque non solo non siamo in ritardo, ma siamo nel pieno dello scontro. E lo saremo a lungo. Il film "Zero" è uno strumento politico potente, che non esaurirà la sua valenza nei prossimi mesi. La domanda del pubblico, come dimostrano le prime proiezioni realizzate, è altissima. Dunque lavoriamo per soddisfarla.


In conclusione: gennaio servirà a completare tutto il ciclo. Ma noi disponiamo già della copia italiana per la distribuzione alternativa che è già stata avviata. Quindi non vi sono ragioni per ritardare ulteriormente le proiezioni.
Per fare questo abbiamo attrezzato un ufficio di distribuzione nostro, e aperto un sito dedicato, www.zerofilm.info, attraverso cui gestire tutto il processo. Ma ABBIAMO BISOGNO CHE OGNUNO DI VOI SI PRODIGHI PER ORGANIZZARE UNA PROIEZIONE DI ZERO NEL SUO TERRITORIO. Non solo nei
cinema, ma nei circoli culturali, nelle sezioni di partito, nelle scuole, nei circoli sportivi, nelle case della cultura. Ovviamente stiamo parlando di proiezioni a pagamento, perchè il film deve anche realizzare incassi per coprire le spese sostenute e per verificare le possibilità di proseguire nell'azione di produzione che il "Gruppo Zero" proporrà agli azionisti. Le modalità di questo aspetto economico, vitale per l'intera operazione, verranno specificate nei contatti telefonici diretti.


Scrivete e mettetevi in contatto con noi. Penseremo noi a darvi tutti gli strumenti e le informazioni necessarie per organizzare la proiezione e a rispondere a tutte le vostre domande.

Il Gruppo Zero - info@zerofilm.info


= Proiezioni e incontri

Pisa, 16 Gennaio - Proiezione di Zero e incontro con gli autori
Pisa, 17 Gennaio - Proiezione di Zero
Amsterdam,  20 Gennaio - Proiezione di Zero all'incontro dei MEETUP europei di Beppe Grillo
Roma, 26 Gennaio - Giulietto Chiesa presenta il libro "Zero - Inchiesta sull'11 settembre"


Coming soon: Alessandria - Ancona - Aosta - Bari - Bologna - Bruxelles - Cagliari - Capannori (Lucca) - Carrara (Massa) - Catania - Fano - Firenze - Foggia - Genzano (Roma) - Latina - Lecce - Livorno - Martina Franca - Milano - Napoli - Olbia - Ortonovo (La Spezia) - Padova - Pergola (Pesaro) - Perugia - Pescara - Pettenasco (Novara) - Piombino - Pordenone - Reggio Emilia - Riccione - Roma - Rovigo - Scarperia (Fi) - Senigallia - Sesto Fiorentino (Fi) - Tonara (Nuoro) -  Udine - Usini (Sassari) - Verona - Vetralla (Viterbo) - Vicenza



= Notizie

- “Reazioni alla morte di Osama Bin Laden”. Interrogazione parlamentare di Giulietto Chiesa al Consiglio d’Europa


- Un abbraccio agli amici di Aprilia (LT)


- (*)Osama bin Laden è stato ammazzato.


- Tutto esaurito


- Sull’unidici settembre le difficili verità nascoste


- Undici settembre: sempre più nodi vengono al pettine


- Giulietto Chiesa: “Necessaria una nuova commissione d’inchiesta sull’11/9?


- Michael Moore: l’11-9 potrebbe essere stato un complotto interno


- Grande successo per la prima torinese di ZERO


- Cari amici, azionisti, simpatizzanti della ricerca della verità sull’11 settembre, potenziali spettatori del film “Zero”





Gruppo Zero - Via Del Gesù 56, Roma - Tel. 06 97276578 - info@zerofilm.info - www.zerofilm.info

11.9.07

Senza titolo 2010

    Oggi, sesto anniversario dell'11 settembre, televisioni, radio e giornali si affanneranno a ricordare in modo acritico e melodrammatico, quando accaduto quel giorno. E' da scommetterci che nessuno metterà in risalto i mille elementi che non quadrano nel racconto della versione uffciale di ciò che è successo quella maledetta mattina.
    Per far luce su questo, a novembre uscirà nelle sale un film italiano, una vera inchiesta-documentario, frutto della collaborazioni di professionisti, giornalisti, esperti, attori e registi di fama internazionale. Si intitolerà




e cercherà di spiegare perchè ciò che ci hanno raccontato non può essere vero. Attenzione, il film non ha la pretesa di dire come sono andate davvero le cose, ma di dimostrare che la versione dei fatti come finora ci è stata raccontata non può essere vera.
    Nel frattempo, scaricatevi i film-documentari che già sono stati prodotti in italia e all'estero.
    Ricordare non basta, bisogna chiedersi "perchè".


9.9.07

come celebro l'11 settembre

(...)
Guarda oltre queste mura...
oltre la guerra e la paura...
(...)


Oltre La Guerra E La Paura  Modena City Ramblers  Dopo Il Lungo Inverno






Poichè  l'11  settembre  ho l'esame e poichè odio  le celebrazioni ufficiali   lo celebro  ora  . senza  nessun commento  e con questo video 


doppiaggio in italiano del corto di Ken Loach realizza un corto su l'11 Settembre 1973





31.8.07

Usa: passeggeri parlano arabo, bloccato aereo

da http://blogfriends.splinder.com/





Una passeggera ha denunciato al personale di bordo il ''comportamento strano'' di viaggiatori che stavano parlando arabo e l'aereo e' stato bloccato. I sei sono stati fatti scendere a San Diego (California) dall'aereo diretto a Chicago. L'incidente e' avvenuto mentre il velivolo della American Airlines stava gia' rullando sulla pista dell'aeroporto per decollare. L'aereo e' rientrato al terminal, tutti i passeggeri sono stati costretti a tornare al terminal e i sei uomini che parlavano arabo sono stati interrogati dalla polizia. ''Non si trattava di terroristi ma di persone che ci stanno aiutando a combattere i terroristi'', ha sottolineato poi un portavoce della compagnia Usa che li aveva assunti. Dall'interrogatorio e' infatti emerso che i sei erano tecnici iracheni incaricati da una compagnia Usa che lavora col Pentagono di recarsi alla base di Camp Pendleton per corsi di addestramento ai marine che stanno per recarsi a combattere in Iraq. (Agr)


chi sà  cosa  succederà   quando ci avvicineremo al 11 settembre

18.6.07

9/11 indifferenza

Mi fa rabbia l'indifferenza della gente riguardo l'11settembre. Se provi a parlarne, se dici che è stato un "inganno globale" trovi molta diffidenza, incredulità  o forse per molti è più facile accettare la "verità" ufficiale. Quest'ultima in un certo senso tranquillizza la gente, mentre l'altra verità porta più insicurezza, non sai più a quale mondo appartieni, tutto ti crolla addosso le tue certezze, le tue convinzioni, non trovi più un punto di riferimento. Mi chiedo cosa si può fare pechè queste notizie diventino di pubblico dominio, è vero che sul web si sta scrivendo tanto, ma siamo ancora lontani dal potere d'informazione che ha la televisione .La stragrande maggioranza delle persone ,ignorano, continuano a credere, addirittura alle missioni di pace condotte dagli americani ,cioè sono veramente lontane dal sospettare minimamente che in Iraq si è andati per occupare un paese solo ed esclusivamente per interessi economici.

12.4.07

Senza titolo 1751




Ivan Neville Sings "Fortunate Son"


" Santi ed eroi ,arrivano in città..Dicono:tu ragazzo povero,vieni con noi e prendi un fucile.Usalo per Dio e la Patria,anche se da queste parti non ci passa da secoli..Anche se da tempo la patria vi ha confinato nei luoghi più desolati,senza possibilità per il futuro.Dai,ti diamo anche una bella divisa e la possibilità di uccidere ,hai la licenza a farlo e a non essere accusato.Vai,con tutta la tua sana idiozia di chi ha la possibilità di suonarle agli altri per una volta almeno. ....Non sono io,non sono io quello fortunato,non sono io non  sono io..quello che uccide in nome della nato.E poi certa gente che brinda alle nuove crociate e ti manda a fare il serial-killer della libertà,dovrebbe dirti che noi qui abbiamo famiglie e affetti come voi..non sono io , non sono io..quello fortunato, non sono io nono non sono io..un figlio americano.E quando convinto di aver fatto un contratto con l'impunità divina,sciocco ragazzo,ti troverai al centro della nostra rabbia..non chiamarci terroristi o assassini,dai la colpa ai tuoi santi ed eroi....Non sono io..non sono io quello fortunato..non sono io non sono io...un figlio dell'occidente...Fumo e fuoco dove passate,donne stuprate e torture legalizzate.....meritate il fuoco ...per la vostra crudele idiozia,per la vostra libertà assassina...non sono io quello che sta a guardare..non sono io non sono io...quello che non ve la farà pagare..non sono io quello che vuol dimenticare...non sono io quello che non ha una buona ragione per ammazzare...Non sono io quello che vuole esportare..non sono io quello che fa la guardia a guantanamo..non sono io quello del piano condor...non sono io a massacrare indiani e sottomettere i neri..non sono io non sono non sono io...

 

16.3.07

scoperto l'autori di tutti i reati terroristici dell'universo mondo

Il terrorismo globale non c’è più: il cervello ha confessato

Maurizio Blondet

16/03/2007


Il «super-terrorista» Khalid Sheikh Mohammed


«Sono responsabile dell’operazione dell’11 Settembre dalla A alla Zeta»: finalmente il cervello di Al Qaeda ha confessato.
Spontaneamente.
A Guantanamo.
In udienza a porte chiuse.
Davanti a giudici militari senza nome.
Senza difesa legale.
E attraverso un «rappresentante personale», qualunque cosa ciò voglia dire.
Khalid Sheikh Mohammed è dunque il numero uno di Al Qaeda?
O il «braccio destro» di bin Laden? O uno dei tantissimi «bracci destri»? Certo è che finalmente la complicata matassa è stata sciolta.
Il terrorista braccio destro o numero uno, un pakistano arrestato nel 2003, torturato (per sua denuncia poi ritrattata), è l’intero terrorismo islamico che gli Stati Uniti stavano cercando.
Non è solo uno, è tutto.
L'intero terrorismo mondiale in una sola persona.
Si è dichiarato colpevole dell’11 settembre.
Ma anche di aver organizzato il precedente attacco alle Twin Towers, quello del 1993.
E’ reo confesso dell’attentato alla discoteca di Bali.
Di aver cercato di far esplodere in volo due aerei tramite terroristi suicidi con scarpe esplosive.
Ha provato a far saltare l’Empire State Building, la Sears Tower di Chicago, la Library Tower in California, e Wall Streeet.
Ha ammesso di aver ammazzato il giornalista Daniel Pearl.
Di essere stato il comandante operativo militare, ma anche il responsabile - media (sic) di Al Zarkawi.
E’ stato il direttore della «Casa dei martiri» nella provincia di Kandahar, dove ha addestrato tutti i 19 dirottatori dell’11 settembre.
E’ il responsabile della pianificazione e del finanziamento di operazioni (mai avvenute) per bloccare lo stretto di Ormuz, il porto di Singapore e lo stretto di Gibilterra facendovi saltare e affondare petroliere o navi d’altro tipo.
E non si dimentichi che ha pianificato lo stesso attentato per il canale di Panama.
Ha architettato anche la distruzione dei ponti sospesi di New York, e i piani per uccidere vari presidenti USA, fra cui Carter.
Nel frattempo, ha pianificato anche la distruzione, a Londra, del Big Ben, dell’aeroporto di Heathrow, del quartiere Canary Warf.
Ha programmato di colpire la città israeliana di Eilat con aerei decollati dall’Arabia Saudita.




Nei ritagli di tempo, ha progettato attentati alle ambasciate americane in Giappone, Australia  e Indonesia.
Senza tralasciare, en passant, di uccidere due soldati americani in Kuweit.
Ha diretto lui tutte le operazioni relative alla produzione di armi chimiche e batterioligche, compreso l’antrace comprovatamente uscito dal laboratorio USA di Fort Detrick.
E’ stato lui a mettere a segno l’attentato dell’Hotel di Mombasa.
E’ stato lui, ancora e sempre lui, a dirigere il lancio di un missile russo SA-7 contro un aereo El-Al in decollo da Mombasa.
Ha guidato la sorveglianza attorno a varie centrali aromiche americane, che intendeva far saltare.
Ha finanziato attentati anti-americani, anti-inglesi ed anti-ebraici in Turchia.
E’ lui il supervisore di operazioni intese a colpire le centrali NATO in Europa.
Si è dichiarato responsabile del tentativo di distruggere una «impresa petrolifera di proprietà dell’ebreo ex segretario di Stato Henry Kissinger nell’isola di Sumatra».
Si è confessato non autore unico, ma co-operatore, di un tentativo di ammazzare Giovanni Paolo II durante il viaggio alle Filippine, e Musharraf .
Non c’è notizia più bella.
Tutti i dubbi, gli interrogativi e le contraddizioni  riguardanti gli attentati «islamici» e le ambiguità di personaggi forse inventati come Al-Zarkawi sono risolti: è stato lui, Sheik Mohammed.
E lo ha fatto spontaneamente.
Quindi, non c’è dubbio.
L’intera questione del terrorismo islamico è stata risolta: essendo in galera a Guantanamo  questo cervello unico di tutte le malefatte e i delitti avvenuti e non avvenuti nel mondo, non esiste più alcun terrorismo islamico.
Faceva tutto lui, Mohammed, questo stakanovista del terrore.
Non è più necessario cercare bin Laden, che a questo punto si riduce a livello di numero 6 o 7: abbiamo nelle mani il vero numero uno, Mohammed il pakistano.
Dunque, a che pro restare ad occupare l’Iraq e l’Afghanistan?
La guerra globale contro il terrorismo è vinta.
Bush può dire, finalmente, «Mission accomplished».
E’ finita, si torna a casa.




E’ strano che questo personaggio fosse in galera dal 2003, e tuttavia Al Qaeda - della cui esistenza giura l’indubitabile Magdi Allam, e il cui organigramma ci è stato tanto spesso riferito minutamente da Guido Olimpio su indicazioni del Mossad - potesse in qualche modo operare.
Come faceva, senza Mohammed il pakistano, a cavare un ragno dal buco?
Da dove venivano i video di Al-Zarkawi, visto che l’uomo che ne curava non solo l’organizzazione bellica, ma anche l’immagine mediatica, era detenuto?
E da dove vengono i video Made in USA degli altri bracci destri e numeri-due che ci vengono ammanniti via Al Jazerra?
Strano anche il fatto che Mohammed non si sia dichiarato colpevole degli attentati di Londra e di Madrid.
Era in galera, ma che vuol dire?
Un uomo di tali capacità, con il dono dell’ubiquità e della bilocazione, può benissimo aver addestrato i terroristi di Londra e Madrid per via telepatica.
E la sua partecipazione all’assassinio di Hariri e al programma nucleare iraniano, perché ne tace?
Forse gli  specialisti di «interrogatori» a Guantanamo, nell’entusiasmo, hanno dimenticato di fargli domande precise.
Di stringergli i pollici nelle tenaglie.
Hanno pasticciato con troppa fretta nel «waterboarding», il soffocamento con acqua.
E così restiamo a corto di informazioni della massima importanza: Mohamed ha allestito Auschwitz? E’ un negazionista? Ha portato lui al potere Ahmadinejad, il nuovo Hitler?
Ha finanziato Hamas? Ha ammazzato lui Calipari? E’ lui la vera causa dell’effetto serra?
Dello scongelamento dell’Artide? Dello tsunami? Non sapremo mai la verità completa, senza un altro giro di tenaglie.



Ma anche così va bene: il cervello del terrorismo totale ha confessato, sicchè il terrorismo è finito e senza cervello.
Nemmeno il KGB nei suoi tempi migliori riusciva ad ottenere confessioni così complete e spontanee.
La civiltà occidentale ha vinto, ha trionfato la democrazia di mercato giudaico-cristiana.
Ecco finalmente una verità a cui Pezzana può credere ciecamente: questa sì è informazione corretta. Sono curioso di sapere cosa scriverà Magdi Allam.
E cosa Guido Olimpi o Massimo Introvigne: anche il loro lavoro è finito.
Dovranno cercarsene un altro.

Maurizio Blondet

(leggere, per credere, la spontanea confessione del delinquente al sito del Pentagono


http://www.defenselink.mil/news/transcript_ISN10024.pdf.)
 
 
dal sito http://www.effedieffe.com/index.php

12.3.07

Senza titolo 1692


Io penso che una canzone, una poesia, un'immagine siano piccole gocce che possano sensibilizzare l'animo umano e far cambiare mentalità... Il mondo ha bisogno di pace se vuole continuare a vivere...



Comprendere ed accettare la diversità, in ogni sua forma, come punto d'incontro e di uguaglianza, non è solo un passo in più verso la civiltà, ma è il rispetto della vita altrui e di quella propria.


 "Ama te stesso come il prossimo tuo"



Auguro a tutti una vita con sempre più amore!


 

10.1.07

Senza titolo 1571


N.B
 sempre  per quei problemi tecnici che ancora non riesco a risolvere  completamente   ,  le frasi in neretto sottolineate   sono come  sempre  collegamenti  ipertestuali 


Pur  non condividendo   alcune cose  di Pino Scaccia  ( come  ad esempio  il suo commento sul blogfriends  al  mio post  contro al nuova legge  sulla pedofilia in internet    vedere i  commenti   fra cui il suo  quando riportai il post  in questione nella  sua  comunity  )  concordo  con quanto scrive  riguardante il bombordamento  degli Usa  in somalia  . Ecco l'articolo in questione
<<

Il poliziotto del mondo interviene ancora

Che dietro l’intervento etiopico in Somalia ci fosse la lunga mano americana in molti lo sospettavano già da Natale. Ieri è arrivata la certezza. Gli Stati Uniti sono direttamente intervenuti nel conflitto, ormai regionale, del Corno d’Africa. La guerra si svolge nella martoriata Somalia, paese senza un governo, in preda da più di 15 anni alla guerra civile causata dai “signori della guerra”. Nell’ultimo anno questi sono stati sconfitti ed esclusi dal gioco politico-militare per l’intervento nel conflitto delle corti islamiche, in qualche modo collegate ad Al Qaeda e al fondamentalismo islamico. A Natale intervenne l’Etiopia a sostegno del moribondo governo provvisorio somalo, preoccupata della possibilità che la Somalia si potesse trasformare in un paese governato da un regime islamico e fondamentalista e, quindi, rappresentare una minaccia per la propria sicurezza.L’incursione aerea americana di ieri è stato un atto unilaterale, l’ennesima violazione del diritto internazionale a cui gli americani ci hanno abituati. Tale azione è stata criticata dalla UE e dal governo italiano per bocca del ministro degli Esteri D’Alema, il quale ha ribadito «la contrarietà dell'Italia a iniziative unilaterali che potrebbero innescare nuove tensioni in un'area già caratterizzata da forte instabilità». A parte l’opportunità politico-militare di tali interventi, quello che maggiormente critico è l’atteggiamento unilateralista degli USA che intervengono in ogni parte del pianeta, considerandosi il “gendarme del mondo”. La soluzione delle crisi deve passare sempre e comunque attraverso l’Assemblea dell’ONU, anche quando non c’è altra strada all’intervento militare. Purtroppo non sempre è stato possibile a causa degli obsoleti veti al Consiglio di Sicurezza. Certamente non è stato questo il caso, nel quale gli USA non si sono preoccupati nemmeno di avvisare gli alleati.
>>

Per  chi volesse  approfondire  tale argomento vada  alla discussione


Ora  poniamo che  in somalia   ci sia   come  sostine   Pino   o che non ci sia AlQaeda     o  che sia  stata creata ( concordo con Giulietto chiesa e il  sito disinformazione.it   in  questo articolo  qua e
www.criticalpoint.it/   Secondo un'affermazione rilasciata l'8 luglio 2005 al quotidiano britannico "The Guardian" dell'ex Ministro degli Esteri britannico Robin Cook (laburista) - che si dimise per protesta contro l'aggressione all'Iraq di Tony Blair - , al-Qā'ida, sarebbe la traduzione in arabo di "data-base": «Per quanto ne so io, al-Qā'ida era originariamente il nome di un data-base del governo USA, con i nomi di migliaia di mujāhidīn arruolati dalla CIA per combattere contro i Sovietici in Afghanistan » e poi sfuggita di mano   creando cosi  attentati pre  e post  11 settembre  2001 ; non è  cosi  1)   sostenendo governi  fantoccio   come  in somalia per  curare i propri interesssi  ;  2 )  mettendo  al,potere  governi anzi  dittatori come il caso di Saddam ( se l'elenco potrebbe continuare a lungo  ) aiutandoli in massacri  e genocidi   sui curdi  sciiti poi  liberarsene  e faccendoli guerra   poi piangendo  perchè  mettono   le  bombe  (con questo  non vuol dire , che   sia  d'accordo , come potete vedere dai miei post  sugli attentati  da essa  compiuti e  sul murales  d'orgosolo  riportato al lato  . Lo so che ormai mi conoscete da   molto  , e quindi non ci sarebbe  bidsogno  di  pstare  a precisare  ma   in temnpi  come   questi  è sempre meglio   farlo    che  essere fraintesi e accusati di cose  che in realta  non pensi  )   che si combatte  il terrorismo  .
Ma  facendo una politica  di mediatrice di conflitti  , rinunciando  a controlare tramite governi fantoccio ( cosa che  è avvenuta  per tutto il secolo )  i propri interessi  .
 
Concludo questo post   rispondendo anticipatamente  a chi m'accusera, senza  portare  prove  contrarie ( come  sono testimoni alcune  email prontamente  da me  cestinate  ) a quanto affermo  ,  d'essere Antimericano , d'essere foilo islamico  , ecc   con   questa  strofa  : <<


Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta poi ci mandarono a cagare
-voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
con i pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avevate voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo


di  una famosa  canzone Fabrizio de  Andrè  non vi dico  quale  (  chi non  volesse   fare troppo sforzo  o volesse la pappa pronta  trova  qui il testo  integrale della  canzone  in questione  )   e  con  un'altra canzone    di Marco  Masini 



Vaffanculo


Se mi guardo nello specchio
con il tempo che e' passato
sono solo un po' più ricco
più cattivo e più invecchiato.
E' l'amara confessione
di un cantante di successo
forse e' l'ultima occasione
che ho di essere me stesso
Quando ho smesso di studiare
per campare di illusioni
sono stato il dispiacere
di parenti e genitori
ero uno di quei figli
sognatori adolescenti
che non vogliono consigli
e rispondono fra i denti.


Vaffanculo Vaffanculo
ma la musica e' cattiva
e' una fossa di serpenti
e per uno che ci arriva
quanti sono i fallimenti
mi diceva quella gente
che s'intende di canzoni
hai la faccia da perdente
mi dispiace non funzioni.


Masini Vaffanculo.
Vaffanculo Vaffanculo.
Non importa se ho pianto e sofferto
questa vita fa tutto da se
nella musica ho solo scoperto
il bisogno d'amore che c'e'.
Chi lo sa che cosa e' vero
in un mondo di bugiardi
non si può cantare il nero
della rabbia coi miliardi
siamo tutti conformisti
travestiti da ribelli
siamo lupi da interviste
e i ragazzi sono agnelli
che ti scrivono il dolore
nelle lettere innocenti
e la loro religione
e' di credere ai cantanti
ma li trovi una mattina
con la foto sul giornale
in quell'ultima vetrina
con la voglia di gridare
al mondo Vaffanculo.
Vaffanculo Vaffanculo.


Mi dimetto da falso poeta
da profeta di questo Fan's club
io non voglio insegnarvi la vita
perché ognuno la impari da sé.
Me ne andrò nei rumore dei fischi
sarò io a liberarvi di me
di quel pazzo che grida nei dischi
il bisogno d'amore che c'e'
ora basta io sto male
non e' giusto Vaffanculo.


Nello specchio questa sera
ho scoperto un'altro volto
la mia anima e' più vera
della maschera che porto
finalmente te lo dico
con la mia disperazione
caro mio peggior nemico
travestito da santone
Vaffanculo Vaffanculo
Vaffanculo Vaffanculo.



con questo è tutto  alla prossima

6.10.06

Senza titolo 1465



Continua lo straordinario lavoro del gruppo "11 settembre" per cercare di girare un film-documentario da mandare in tutti i cinema, per rompere il muro del silenzio che circonda i fatti dell'11 settembre.


  • Per vedere come si fa per diventare co-produttori del film (partecipando così ai relativi guadagni)

  • Per versare una quota a fondo perduto a sostegno delle spese di produzione

  • Per vedere scaricare i filmati del servizi in proposito apparsi a Matrix e Report


«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

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