Il mio dubbio espresso nel titolo trova risposta nel fatto che due filosofi opposti
Daniele carbini
Questa cosa un ministro della repubblica italiana allora assale prepotente il senso del disgusto. Non esiste un’etnia italiana, la nostra straordinaria cultura (al pari di molte altre) è la naturale conseguenza di scambi, incontri e condivisione, di genti di ogni dove che hanno portato in queste terre un pezzo di ricchezza inestimabile, di un’umanità varia pregna di stimoli creativi, figli di molteplici influenze.
Questa “purezza” italiana, questa supremazia bianca, mascherata con giustificazioni ridicole, certifica il persistere di un razzismo lascivo e profondo, fa schifo.Invece di decantare l’orrore discriminatorio i ministri di un governo dovrebbero preoccuparsi di creare le condizioni per cui una coppia possa permettersi di avere dei figli, se lo desiderano. In troppi casi avere un figlio significa che una donna deve rinunciare al lavoro e alla carriera, oppure affidare il figlio a babysitter, asili e scuole per tutto il giorno, non crescendolo e non vedendolo mai. Ci si dovrebbe preoccupare di creare una società dove gli esseri umani hanno una vita dignitosa, non subire uno schiavismo di massa, dove sei obbligato a correre a perdifiato per sopravvivere oppure a non fare un cazzo e vivere di tristi elemosine di stato.
Diego Fusaro
Ha fatto molto discutere l'infelice uscita del ministro della destra neo-liberale Lollobrigida sulla cosiddetta "sostituzione etnica". Ovviamente l'opposizione non aspettava altro per poter attaccare il governo, accusandolo di posizioni non distanti dal razzismo. La verità, comunque, è che la tesi della sostituzione etnica è una solenne idiozia: uno dei tanti modi per non spiegare la realtà, in questo caso quella della immigrazione di massa. O, meglio, uno dei tanti modi per sostituire al pensiero razionale la suggestione irrazionale. Che sia in atto una sostituzione è vero, ma non è una sostituzione etnica. È la sostituzione di una classe lavoratrice con diritti conquistati e con un tenore di vita più o meno dignitoso con una nuova classe lavoratrice migrante, senza coscienza di classe e senza diritti, sottoposta alle forme più radicali di sfruttamento. Di "immigrazione di sostituzione" parlano perfino le Nazioni Unite. Non per questioni etniche, come ancora crede qualche irriducibile della destra neoliberale: ma per questioni di sfruttamento del lavoro (tema di cui la destra, come peraltro la sinistra, si guarda bene dal parlare). Il lavoro dei migranti costa meno; permette di abbassare i costi generali del lavoro; infine, permette al potere di favorire conflitti tra migranti e non migranti, mentre abbassa a tutti le condizioni di vita e mentre fa prosperare la lotta di classe nella stessa classe. Occorre ribadire l'ovvio: i nemici non sono i migranti, ma il capitale che usa l'immigrazione per sfruttare i lavoratori, tutti i lavoratori. Questo è il punto che ovviamente la sciagurata tesi della sostituzione etnica non vuole vedere. [..... ] La tesi della sostituzione etnica è demenziale, perché oltretutto astrae completamente dal quadro concreto dei rapporti di forza. Al capitale non importa nulla del colore della pelle delle persone: gli importa soltanto di poter trovare braccia a basso costo, con le quali abbassare i costi della forza lavoro e produrre sempre nuovo sfruttamento. Per questo, e non per altro, l'immigrazione di massa è un'arma nelle mani del capitale e delle classi dominanti: un'arma contro la classe lavoratrice, sia migrante, sia autoctona.Agli antipodi arrivano alla stessa conclusione vuol dire che l'espressione sostituzione etnica usata d'anni da esponenti politici e seguaci di questa becera destra e scopetta solo ora
Cara sinistra istituzionale e cara opinione pubblica " moderata " . Ben svegliati . Sono anni che il termine orribile erede di teorie condannate dalla storia è ritornato in auge e Ve ne accorgete ora che è questa destra è al governo .? Ma prima dormiva te o eravate impegnati o ridere dietro a chi Ve lo faceva notare ?
È oltre che razzista e da vecchio spacciato per nuovo è una
già condannata dalla storia del secolo scorso