Ma un conto è : fare delle iniziative come quelle dei monaci trappisti o come dice lui l'antichissima regola monastica Benedittina ora e labora ( prega e lavora ) oppure se si vuol essere a passo con i tempi facendo crowdfunding o iniziative simili d'autofinanziamento o lasciare sulla propria pagina social \ internet un IBAN o altro per permettere o fedeli o simatizzanti di donare oppure chiedendo ( anche se li ci sarebbe da discutere ma sarebbe tropo lunga e fuorviante dal post in questione ma se volete la riprendiamo ) l'8 per mille o 5 per mille allo stato ) . Un altro è come Don Alberto Ravagnani arrivare come a vendere integratori sui social anche se lui ha replicato : << [... ] San Paolo ha lavorato, Gesù ha lavorato, e c'è una regola benedettina che dice ‘Ora et labora’ [...] qui su milanotoday il resto della sua risposta ( ) convincendo poco ed arrampicandosi sugli specchi . Infatti gli ha replicato giustamente Don fortunato di Noto
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Cerca nel blog
23.9.25
vendersi o non vendersi ? LETTERA APERTA - Non dimentichiamo mai chi siamo: preti. Il vangelo non è un like \ scambio d'opinioni fra Il sacerdote-influencer -- Don Alberto Ravagnani che vende integratori sui social e don Fortunato Di Noto
Ma un conto è : fare delle iniziative come quelle dei monaci trappisti o come dice lui l'antichissima regola monastica Benedittina ora e labora ( prega e lavora ) oppure se si vuol essere a passo con i tempi facendo crowdfunding o iniziative simili d'autofinanziamento o lasciare sulla propria pagina social \ internet un IBAN o altro per permettere o fedeli o simatizzanti di donare oppure chiedendo ( anche se li ci sarebbe da discutere ma sarebbe tropo lunga e fuorviante dal post in questione ma se volete la riprendiamo ) l'8 per mille o 5 per mille allo stato ) . Un altro è come Don Alberto Ravagnani arrivare come a vendere integratori sui social anche se lui ha replicato : << [... ] San Paolo ha lavorato, Gesù ha lavorato, e c'è una regola benedettina che dice ‘Ora et labora’ [...] qui su milanotoday il resto della sua risposta ( ) convincendo poco ed arrampicandosi sugli specchi . Infatti gli ha replicato giustamente Don fortunato di Noto
5.7.21
Malika, la lezione per non buttare via i soldi e la vita
Zucchero - Rispetto
lo so che vi sarete , come il sottoscritto rotti gli zebedei stufati diu sentire parlare di marika e della sua vicenda e di come ha spesso i suoi soldi e della sua arrampicata sugli specchi per giustificarsi , ma stavolta (giurò che sarà l'ultimo post che dedicherò a tali vicende salvi chje che non s'avverera la profezia che ho fato nel post precedente , cioè quella di vederla ospite dala de
- Il Fatto Quotidiano
- SELVAGGIA LUCARELLI Inviate le vostre lettere a: il Fatto Quotidiano 00184 Roma, via di Sant’erasmo, 2. selvaggialucarelli@gmail.com
Malika, la lezione per non buttare via i soldi e la vita
Buongiorno signora Lucarelli, ho 22 anni, lavoro come babysitter, vivo in un appartamento in affitto a Milano, ho un cane e un gatto che non ho potuto portare con me, sono zia di quattro bambini stupendi (due in realtà devono nascere ma so già che saranno meravigliosi), convivo con la mia spettacolare fidanzata, sono un’ex ginnasta e ballerina, mi sono diplomata l’anno scorso dopo due anni di interruzione della scuola per poter lavorare, canto stonata sotto la doccia, ho le lenzuola di Harry Potter, amo la pizza e la tartare di salmone e mi piace tanto l’azzurro. A 18 anni e un mese sono scappata di casa perché la mia vita era diventata insostenibile: giusto un mesetto e mezzo prima mia mamma aveva scoperto nel peggiore dei modi la mia neonata relazione con una ragazza, naturalmente non l’ha accettata. Ho subito violenza verbale e fisica a casa mia, “alzi la voce” era la scusa, ma io la voce la alzavo per essere ascoltata, perché in tutto quel tempo nessuno si era fermato a chiedermi come stessi io che, da studentessa adolescente e povera di una scuola gesuita circondata da spocchiosi ragazzini con la puzza sotto il naso i cui genitori pagavano la mia borsa di studio, mi sono scoperta lesbica e sono stata la prima a non accettarmi.
Mi sono rimboccata le maniche, ho lasciato la scuola, ho lavorato e mi sono potuta addirittura permettere di andare in vacanza con i MIEI soldi sudati con il MIO lavoro.
A maggio di due anni fa sono tornata a casa con mia mamma, ci siamo più o meno riappacificate nonostante lei continuasse a non accettare la mia sessualità. Ho lavorato e nel mentre a settembre sono tornata a scuola. Poi un infortunio, ho lasciato il lavoro per riuscire bene a scuola, ho chiesto la disoccupazione per avere un aiuto perché comunque a casa di mia mamma pagavo l’affitto della mia stanza. Avevo circa, tra tutto, 450 euro di spese al mese escluso il cibo. Di disoccupazione ne prendevo 670,40. O sarebbe dovuto essere così. Ho chiesto la disoccupazione a metà gennaio, con i tempi dell’inps sarebbe dovuta arrivare a febbraio, ma è iniziata la pandemia. Ho visto la mia disoccupazione a maggio. Nel frattempo pagavo a rate la macchinina di mia nonna che intendeva poi regalarmi all’ottenimento della patente di guida (che non potevo, e non posso tuttora, permettermi). Ho arrancato per mesi. Mi sono arrangiata. Mi sono diplomata, ho subito iniziato a lavorare e a settembre ho preso casa con la mia fidanzata. Tutto da sola. Con grandi difficoltà. E non cerco compassione o pacche sulla spalla, sono fiera di ciò che ho fatto e so di non essere l’unica ad averlo fatto.
Mia mamma non mi ha cacciata di casa, ma mi ha reso la vita talmente invivibile per la seconda volta che sono dovuta scappare, di nuovo, definitivamente. Ho preso la decisione di andare via dopo il mio primo stipendio: mi sono presentata al lavoro con un occhio nero e dopo mille domande ho deciso che era ora di finirla.
Da sola con la mia compagna abbiamo affrontato un isolamento, poi la quarantena, gli stipendi quasi dimezzati per sei mesi perché lavoravamo entrambe in un locale nell’ambito della ristorazione. Ho lasciato l’università a cui mi ero iscritta perché la retta non potevo permettermela. Ho rinunciato al mio sogno di studiare e me ne sono costruita un altro: vivere.
Ho deciso di scriverle perché ho sempre pensato che ci fosse qualcosa che non andava nella storia di Malika. Ci sono centinaia di ragazzi come me e come Malika che si ritrovano senza famiglia, ma nessuno riceve 150mila euro da persone che donano loro i soldi per ripartire. E soprattutto nessuno li sputtana in una Mercedes che non serve per ripartire, basta una Twingo usata del 2012 come la mia, che è già un lusso. Sa cosa avrei fatto io con tutti quei soldi? Per prima cosa avrei prenotato privatamente la risonanza magnetica al cervello che aspetto da mesi. Poi avrei fatto la patente. Avrei pagato la retta dell’università. Mi sarei messa una piccola cifra da parte per coprirmi le spalle MENTRE LAVORO. E il resto lo avrei dato a tutte le altre persone che hanno bisogno.
Sono arrabbiata. Perché tutti meritano di ricostituirsi una vita dopo che la propria viene distrutta. Farlo è difficile, io ci sto provando ma a volte sembra davvero impossibile. Malika nella sfortuna (perché ciò che è successo a lei non dovrebbe succedere a nessuno) ha avuto la fortuna di avere un paese che le è stato accanto e un aiuto economico a ripartire. Eppure non se lo meritava. Sa cosa penso? Che chi sta male e davvero ha bisogno, non chiede aiuto. Io non ho mai chiesto aiuto perché mi sento debole, perché non voglio attirare attenzioni su di me. E quando sono andata via di casa con 100 euro in tasca e nemmeno le mie mutande che mia mamma non mi ha mai dato, la prima cosa che mi sono chiesta non è stata “come farò senza soldi e senza vestiti?”, il primo pensiero è stato “e ora come cazzo faccio senza l’abbraccio di mia mamma? Senza sapere che è dalla mia parte? Senza una famiglia? ”. Ce l’ho fatta signora Lucarelli, da sola. Ce la sto facendo. Ho ancora strada da fare ma ce la sto facendo. E sono indignata per come Malika si è comportata
******
Grazie per questa lettera onesta, forte e priva di retorica, cara A. Io credo che la ricostruzione di una vita debba passare anche attraverso gli sfizi, specie a 22 anni, ma bisogna essere trasparenti fin dall’inizio. Malika ha peccato in questo. Non doveva avventurarsi in promesse di beneficenza e psicologo, era sufficiente un più asciutto “i soldi mi serviranno a vivere con leggerezza i miei 22 anni, ne ho bisogno” e le avremmo perdonato tutto.
7.3.20
Alba Donati la poetessa e la libreria rinata dopo l'incendio nel paesino di montagna; "Grazie a donazioni e crowfunding" ed La figlia di Borsellino : “Perché sto aiutando un assassino di papà”
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2020/03/l8-marzo-non-e-e-non-dovrebbe-essere.html
Iniziamo . La prima parla di una libreria trovate la storia per esteso in questi due articoli del sito https://libreriamo.it/libri :

/https://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep/2020/03/06/113624259-4e920d56-02c7-475d-9b16-8e455e75c871.jpg)
La figlia di Borsellino : “Perché sto aiutando un assassino di papà”
Fabio Tranchina e la sua compagna hanno gravi difficoltà economiche Lui è l’ex autista del boss Graviano e oggi collabora con la giustizia
DI SALVO PALAZZOLO
30.4.18
Un'opera d'arte esclusiva, eppure proprietà di tanti. 25 mila persone si tassano e comprano un opera di picasso per esporla al pubblico



![]() |
| Uno dei proprietari accede alla sala dove è ospitato il Moschettiere con la sua card |
12.4.17
Il mulino, antico e moderno al tempo stesso, nato in Calabria grazie a Facebook Il mulino, antico e moderno al tempo stesso, Con il crowdfunding raccolto mezzo milione di euro. L'obiettivo: macinare grani antichi con un mulino a pietra. E già si punta a un franchising nazionale, con una prima succursale in procinto di aprire in Val d'Orcia.
§

28.1.17
Voci dal silenzio. Un documentario sugli eremiti d’Italia in crowdfunding
Voci dal silenzio
vocidalsilenziodoc
Cari amici, la campagna di crowdfunding terminerà tra 4 giorni, resta dunque poco tempo per sostenere il progetto prenotandone in anticipo la visione su https://www.produzionidalbasso.com/project/voci-dal-silenzio/
Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno apprezzato l'iniziativa accompagnandoci in questa avventura. Il budget raccolto in questa prima fase ha coperto le spese vive necessarie ad avviare il progetto, compresi i costi relativi al viaggio. Ci saranno ancora passaggi importanti da dover affrontare, ma la bellezza di certi incontri, delle immagini e dei contenuti raccolti ci da molta fiducia. Approfittiamo infine di questo spazio per ringraziare Stefano Signori, Michele Cumo - Massaggi Professionali, Barbara Esposito, Maurizio Vezzoli Photography, Davide Della Penna, Serena Frailis, Fabio Romantini, Aurelio Manzoni, Manuel Prighel, Tommaso Goisis, Giuseppe Savino, Pasquale Verdicchio, Stefano Dell'Orto, Alexander Mutschechner, Viviana Bassan, Maria Giulia Terenzi - arte e restauro di suoli e territori, Giuseppe Gavazza e Mario Nava, per il sostegno dato al nostro lavoro.
VOCI DAL SILENZIO
Un documentario sugli eremiti d’Italia

PER RACCOGLIERE LE TESTIMONIANZE DI CHI,
ATTRAVERSO UNO SLANCIO INTIMO E SOLITARIO,
HA INTRAPRESO UN AUTENTICO PERCORSO DI RICERCA
SOSTIENI IL PROGETTO
VAI SU "PARTECIPA" E SCOPRI LE DIVERSE RICOMPENSE PREVISTE PER OGNI TIPO DI CONTRIBUTO
INTRO
Ogni eremita è un mondo a sé. C’è chi ispirato da una fede cristiana, musulmana o buddista, chi dagli insegnamenti delle sacre scritture, dei maestri, dei profeti, chi invece da valori laici. C’è ancora, tra loro, chi ha cercato di elevarsi e chi invece ha scavato nelle profondità dell’animo e della psiche. Abisso e vetta, a nostro avviso, delimitano l’ambito di un’investigazione infinita poiché rivolta a una meta che appare irraggiungibile: l’ascesi. Eppure la scelta del vivere in solitudine resta, agli occhi dei più, una decisione enigmatica e controversa, se non incomprensibile. Da qui l’idea di sviluppare un’opera visiva che possa diventare un ponte e condurre lo spettatore dal mormorio mondano a quel silenzio a noi ignoto, intriso di spiritualità, di cui è pervasa la vita ascetica.

IL DOCUMENTARIO
Viaggeremo per vie solitarie, spesso inospitali, in eremi distanti dalle voci del mondo, all’interno di luoghi caratterizzati dal silenzio e dal raccoglimento. Riprenderemo il rapporto con la solitudine, il silenzio, i riti quotidiani, la preghiera, le esperienze estatiche. Ci immergeremo all’interno delle singole storie, raccontandone il passato, la vocazione, i conflitti e le battaglie. Tutto ciò con l’obiettivo di partecipare a un dialogo tra le varie tradizioni, poiché l’eremita, nella sua ricerca sempre autentica e originale, è per noi esempio d’unione e fusione delle diverse esperienze religiose. Il documentario ritrova così il suo vero “oggetto di ricerca” nella mistica, intesa come dialogo diretto tra uomo e Dio, una comunicazione altra, non verbale, non razionalizzabile , cuore unico e pulsante di ogni tradizione, philosophia perennis.

COME NASCE IL PROGETTO
Il progetto nasce dall’incontro con Federico Tisa, fotografo torinese che nella primavera del 2014 decise di attraversare l’Italia a piedi, zaino in spalla e macchina fotografica, con l’intento di creare una relazione intima con gli eremiti. Una scelta dettata da una duplice motivazione: lasciarsi alle spalle il brusio urbano per riscoprire una dimensione contemplativa e documentare fotograficamente una storia che pochi conoscono. Ne è nato un reportage marcatamente espressivo e intenso: Visita Interiora Terrae
“Nutrivo il desiderio di comprendere, e realizzare, che un modo di vivere più semplice e più puro è possibile. Così, per esplorare autenticamente la dimensione umana e il suo rapporto con ciò che la circonda, ho affrontato questo viaggio a piedi, poiché solo a piedi e con i propri mezzi ritengo possibile integrarsi pienamente con la natura stessa di questo percorso. Camminando s’intuisce il peso reale del proprio corpo sulla terra, i limiti e le necessità concrete, non quelle imposte dall’esterno. Dormire, mangiare, respirare a pieni polmoni, affrontare ciò che è sempre stato umano e che ora trascuriamo. E, cosa per me più importante, porre lo sguardo verso un orizzonte lontano, dove la vista si perde e lo stare al mondo acquista un nuovo significato”.
Federico Tisa
Così, in uno spirito di piena collaborazione con Federico, abbiamo preso spunto da questa sua avventura per sviluppare un progetto documentaristico che ne ampli e completi la ricerca.
Questo progetto ha per noi un carattere fortemente simbolico, ritorniamo infatti a ciò che diede l’avvio alla nostra carriera documentaristica. Era il 2010 e a bordo di un camper sgangherato degli anni 80 attraversammo anche noi l’Italia. Incontrammo monaci, eremiti, alchimisti, sciamani. Privi dell’esperienza acquisita nel tempo e attenti più alle necessità di riscoprire noi stessi nella relazione con l’altro, non abbiamo mai orchestrato quelle riprese all’interno di un’opera. Eppure quel viaggio ha sancito l’amore per la ricerca documentaristica. Oggi, a distanza di 6 anni, crediamo sia giunto il momento di ritornare su quei primi passi e concludere un ciclo.

L’EREMITAGGIO
L’eremita è una figura onnipresente nella storia dell’umanità. In ogni secolo ci sono stati uomini che hanno intrapreso una via solitaria all’interno dell’esperienza spirituale. Hanno messo in pratica gli insegnamenti dei testi sacri, hanno seguito i passi dei profeti o la spinta di una voce interiore, attraversando il deserto, il pellegrinaggio, l’isolamento e mirando alla coincidenza di teoria e pratica religiosa, di mondo terreno e ultraterreno.
Attraverso il loro cammino si vivifica e attualizza la relazione tra Dio e l’uomo, dialogo in cui si sviluppa la ricerca umana dell’identità.
Immerso negli eventi mondani dell’ambiente sociale che lo circonda, ogni uomo deve e vuole sforzarsi di ritrovare se stesso, di scavare nella propria anima per comprendere la sua vera identità e la sua origine al di là dei lavori imposti, di ciò che la società gli ha richiesto e delle grandi opere che può realizzare. Ma nessuna scalata, nessun panorama – per quanto vasto – sulla bellezza straniante di questo mondo, potranno restituirgli il senso della sua vera casa, i confini infiniti e misteriosi dell’io che anima il suo corpo.

NOTE DI REGIA
All’inizio di questo film c’è solo l’indicazione di una direzione, di un orizzonte, di un'inclinazione. Perché filmare è, prima di ogni altra cosa, intessere una relazione. Nessuna sceneggiatura dunque. In questo caso si tratta di raccontare ciò che è invisibile, impalpabile. La cinepresa si adatta a quello che accade nel momento, col fine di coglierne la verità che si manifesta nel suo movimento, eludendo le false evidenze, immergendosi nelle sfumature meno appariscenti. Il reportage seguirà il ritmo del viaggio, quello esistenziale prima di tutto. Viaggio di ricerca di sé, di scoperta e conquista dell’universo interiore. Alla successione di testimonianze delle figure incontrate farà da eco il lucido travaglio dei viaggiatori, immersi all’interno di un appassionato viaggio on the road a bordo di un vecchio camper.
La regia orchestrerà il tutto in un’unica esperienza corale restituendo allo spettatore il senso dell’erranza, della ricerca, del raccoglimento. Le immagini si accompagneranno ai racconti degli eremiti, alle riflessioni degli autori, alle voci della natura, ai silenzi. Le riprese poetiche, puramente musicali, che si riempiono di gesti e di attimi, avranno il fine di riaffermare le forme del nostro immaginario.
Ciò che mostreremo sarà sempre il frutto di un atto condiviso, di una piena adesione al progetto da parte degli eremiti che incontreremo. Alcuni li conosciamo già e sappiamo che sposeranno le nostre finalità. Altri hanno creato un rapporto di fiducia con Federico e sarà lui a introdurci nel loro paesaggio emotivo. Altri ancora saranno invece nuovi incontri, perché i viaggi lenti nascondono la sorprendente capacità di aprire sempre scenari nuovi e inaspettati.

CHI SIAMO
I REGISTI
Alessandro Seidita - Joshua Wahlen
Nati entrambi a Palermo, si laureano con il massimo dei voti. A. Seidita in Filosofia della Conoscenza e della Comunicazione, discutendo una tesi sulle tecniche di trasformazione dell’Io nel percorso psicanalitico, J. Wahlen al D.A.M.S trattando una tesi sui linguaggi multimediali. Nel 2008 si trasferiscono a Torino. A. Seidita prosegue gli studi in ambito antropologico. J. Wahlen si specializza in tecniche audiovisive al V.R.M.M.P.
Nel 2009 vincono il premio Mind the Difference con l’Approsimatio in Tempora, video sperimentale sul disagio psichico. Nel 2010 ottengono il primo premio al XXVIII VideoCinema&Scuola con Non Tentarmi, video intervista finalista in numerosi festival nazionali. Lo stesso anno intraprendono un viaggio on the road, alla ricerca delle nuove forme di spiritualità. Nel 2013 rientrano in Sicilia. Qui firmeranno due documentari che raccontano la condizione attuale dell’Isola, Viaggio a Sud (2014) - che indaga il complesso rapporto che gli abitanti dei piccoli centri rurali tessono con la memoria - e Corrispondenze (2016), poema visivo nato dalla collaborazione con i detenuti della Casa di Reclusione di Noto.
IL FOTOGRAFO
Federico Tisa
Nato nel 1982 a Torino, dove tuttora vive. Frequenta la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. Comincia a occuparsi di fotografia nel 2009, dopo un diploma conseguito presso l’Accademia di Fotografia F.A. di Torino, collaborando con diverse web magazines e riviste che trattano di musica. Nel 2013 in seguito ad un master in fotogiornalismo seguito presso Obiettivo ReporterM.A.F. a Milano, decide che il fotogiornalismo è il modo migliore per comunicare con e del mondo esterno. Dal 2014 è membro della Eikòn, associazione che si occupa di fotogiornalismo.

PERCHE’ SOSTENERE IL PROGETTO
La comunicazione pervade oggi ogni singolo istante del vivere, fluendo nella mente, nell’occhio e nell’orecchio come una selva di stimoli d’intensità inumana. Una colata di contenuti marcatamente ipocriti, superficiali, accattivanti, pubblicitari. In un tale contesto, l’eco di alcune domande - “Dove sono?”, “Dove sono diretto?” - viene svuotato di senso concreto, quando lontanamente udibile. Da qui l’importanza di un cinema che prenda volutamente le distanze dal chiacchiericcio contemporaneo e rieduchi all’ascolto, al confronto, a una presa di coscienza personale e soggettiva. Con Voci dal Silenzio vorremmo dare un contributo in tal senso. E vorremmo farlo a partire da ciò che si pone come antitesi della distrazione e del rumore: il silenzio e la contemplazione. Sotto questa particolare gradazione, ancor più che le parole, le scelte attuate dagli eremiti possono diventare un monito per lo spettatore, stimolo concreto per tornare a dirigere il proprio tempo verso panorami più vasti, riscoprire il piacere della concentrazione e tornare a dare un giusto peso agli ostacoli e alle effimere conquiste del quotidiano. Dall’incontro con queste figure potremmo, forse, trarre l’impulso a riequilibrare il nostro stare al mondo, dando a esso un significato personale, profondo e spirituale.
Per realizzare tutto ciò è indispensabile il tuo contributo. Ci permetterebbe anche di:
- coprire le prime spese di produzione necessarie ad avviare il documentario
- emanciparci da quei sistemi produttivi che tendono a privilegiare tematiche che abbiano maggiore potenziale economico e mediatico
- attuare una ricerca libera e non condizionata da committenze che richiedono, sovente, linguaggi codificati, stereotipati, semplicistici, televisivi
- abbandonare l’idea di un cinema come puro intrattenimento a favore di una ricerca tesa ad esplorare nuovi e sinceri orizzonti espressivi.
SOSTIENI IL PROGETTO
VOCI DAL SILENZIO
UN PROGETTO DI: Uroboro Project
UNA PRODUZIONE: Joshua Wahlen e Alessandro Seidita
IN COPRODUZIONE CON: Arte Senza Fine
IN COLLABORAZIONE CON: Federico Tisa
DOCUMENTARIO: 52 min. c.a.
FORMATO: Full Hd
LINGUA: Italiano
REGIA e MONTAGGIO: J. Wahlen e A. Seidita
PROGETTO FOTOGRAFICO: Visita Interiora Terrea di F. Tisa
Le fotografie qui mostrate fanno parte del reportage fotografico di Federico Tisa. Per saperne di più visate la sua pagina personale www.federicotisa.com o dell'Associazione Eikon, di cui è membro attivo www.eikonassociazione.com
da
http://www.farecultura.net/wordpress/arte-cultura/cinema-teatro/2568/voci-dal-silenzio-un-documentario-sugli-eremiti-ditalia/
Un viaggio, dal nord al sud dell’Italia, per raccogliere le testimonianze di chi ha intrapreso una ricerca intima e solitaria
Ogni eremita è un mondo a sé. C’è chi è mosso da una fede cristiana, musulmana o buddista, chi dagli insegnamenti delle sacre scritture, dei maestri, dei profeti, chi invece da valori laici. C’è ancora, tra loro, chi ha cercato di elevarsi e chi invece ha scavato nelle profondità dell’animo e della psiche. Abisso e vetta, a nostro avviso, delimitano l’ambito di un’investigazione infinità poiché rivolta a una meta che appare irraggiungibile: l’ascesi. Eppure la scelta del vivere in solitudine resta, agli occhi dei più, una decisione enigmatica e controversa, se non incomprensibile. Da qui l’idea di sviluppare un’opera visiva che possa diventare un ponte e condurre lo spettatore dal mormorio mondano a quel silenzio a noi ignoto, intriso di spiritualità, di cui è pervasa la vita ascetica.
Rosalba – Val di SusaViaggeremo per vie solitarie, spesso inospitali, in eremi distanti dalle voci del mondo, all’interno di luoghi caratterizzati dal silenzio e dal raccoglimento. Riprenderemo il rapporto con la solitudine, il silenzio, i riti quotidiani, la preghiera, le esperienze estatiche. Ci immergeremo all’interno delle singole storie, raccontandone il passato, la vocazione, i conflitti e le battaglie. Tutto ciò con l’obiettivo di partecipare a un dialogo tra le varie tradizioni, poiché l’eremita, nella sua ricerca sempre autentica e originale, è per noi esempio d’unione e fusione delle diverse esperienze religiose. Il documentario ritrova così il suo vero “oggetto di ricerca” nella mistica, intesa come dialogo diretto tra uomo e Dio, una comunicazione altra, non verbale, non razionalizzabile , cuore unico e pulsante di ogni tradizione, philosophia perennis.
Paola – PiemonteIl progetto nasce dall’incontro con Federico Tisa, fotografo torinese che nell’autunno del 2013 decise di attraversare l’Italia a piedi, zaino in spalla e macchina fotografica, con l’intento di creare una relazione intima con gli eremiti. Ne è nato un reportage marcatamente espressivo e intenso: Vita Interiora Terrae Abbiamo così preso spunto da questa sua avventura per sviluppare un progetto documentaristico che ne ampli la ricerca.
Questo progetto ha per noi un carattere fortemente simbolico, ritorniamo infatti a ciò che diede l’avvio alla nostra carriera documentaristica. Era il 2010 e a bordo di un camper sgangherato degli anni 80 attraversammo anche noi l’Italia. Incontrammo monaci, eremiti, alchimisti, sciamani. Privi dell’esperienza acquisita nel tempo e attenti più alle necessità di riscoprire noi stessi nella relazione con l’altro, non abbiamo mai orchestrato quelle riprese all’interno di un’opera. Eppure quel viaggio ha sancito l’amore per la ricerca documentaristica.
Oggi, a distanza di 6 anni, crediamo sia giunto il momento di ritornare sui quei primi passi e concludere un ciclo.
Padre Isacco – LiguriaL’eremita è una figura onnipresente nella storia dell’umanità. In ogni secolo ci sono stati uomini che hanno intrapreso una via solitaria all’interno dell’esperienza spirituale. Hanno messo in pratica gli insegnamenti dei testi sacri, hanno seguito i passi dei profeti o la spinta di una voce interiore, attraversando il deserto, il pellegrinaggio, l’isolamento e mirando alla coincidenza di teoria e pratica religiosa, di mondo terreno e ultraterreno. Attraverso il loro cammino si vivifica e attualizza la relazione tra Dio e l’uomo, dialogo in cui si sviluppa la ricerca umana dell’identità. Immerso negli eventi mondani dell’ambiente sociale che lo circonda, ogni uomo deve e vuole sforzarsi di ritrovare se stesso, di scavare nella propria anima per comprendere la sua vera identità e la sua origine al di là dei lavori imposti, di ciò che la società gli ha richiesto e delle grandi opere che può realizzare. Ma nessuna scalata, nessun panorama – per quanto vasto – sulla bellezza straniante di questo mondo, potranno restituirgli il senso della sua vera casa, i confini infiniti e misteriosi dell’io che anima il suo corpo.
Eremo- PiemonteLa comunicazione pervade oggi ogni singolo istante del vivere, fluendo nella mente, nell’occhio e nell’orecchio come una selva di stimoli d’intensità inumana. Una colata di contenuti marcatamente ipocriti, superficiali, accattivanti, pubblicitari. In un tale contesto, l’eco di alcune domande – “Dove sono?”, “Dove sono diretto?” – viene svuotato di senso concreto, quando lontanamente udibile. Da qui l’importanza di un cinema che prenda volutamente le distanze dal chiacchiericcio contemporaneo e rieduchi all’ascolto, al confronto, a una presa di coscienza personale e soggettiva. Con Voci dal Silenzio vorremmo dare un contributo in tal senso. E vorremmo farlo a partire da ciò che si pone come antitesi della distrazione e del rumore: il silenzio e la contemplazione. Sotto questa particolare gradazione, ancor più che le parole, le scelte attuate dagli eremiti possono diventare un monito per lo spettatore, stimolo concreto per tornare a dirigere il proprio tempo verso panorami più vasti, riscoprire il piacere della concentrazione e tornare a dare un giusto peso agli ostacoli e alle effimere conquiste del quotidiano. Dall’incontro con queste figure potremmo, forse, trarre l’impulso a riequilibrare il nostro stare al mondo, dando a esso un significato personale, profondo e spirituale.
VIDEO – Estratto dall’intervista a Giancarlo Bruni(Clicca sull’immagine per aprire il video)
All’inizio di questo film c’è solo l’indicazione di una direzione, di un orizzonte, di un inclinazione. Perché filmare è, prima di ogni altra cosa, intessere una relazione. Nessuna sceneggiatura dunque. In questo caso si tratta di raccontare ciò che è invisibile, impalpabile. La cinepresa si adatta a quello che accade nel momento, col fine di coglierne la verità che si manifesta nel suo movimento, eludendo le false evidenze, immergendosi nelle sfumature meno appariscenti. Il reportage seguirà il ritmo del viaggio, quello esistenziale prima di tutto. Viaggio di ricerca di sé, di scoperta e conquista dell’universo interiore. Alla successione di testimonianze delle figure incontrate farà da eco il lucido travaglio dei viaggiatori, immersi all’interno di un appassionato viaggio on the road a bordo di un vecchio camper.
VIDEO – Estratto dell’intervista a fra Cristiano(clicca sull’immagine per aprire il video)
La regia orchestrerà il tutto in un’unica esperienza corale restituendo allo spettatore il senso dell’erranza, della ricerca, del raccoglimento. Le immagini si accompagneranno ai racconti degli eremiti, alle riflessioni degli autori, alle voci della natura, ai silenzi. Le riprese poetiche, puramente musicali, che si riempiono di gesti e di attimi, avranno il fine di riaffermare le forme del nostro immaginario.
Ciò che mostreremo sarà sempre il frutto di un atto condiviso, di una piena adesione al progetto da parte degli eremiti che incontreremo. Alcuni li conosciamo già e sappiamo che sposeranno le nostre finalità. Altri hanno creato un rapporto di fiducia con Federico e sarà lui a introdurci nel loro paesaggio emotivo. Altri ancora saranno invece nuovi incontri, perché i viaggi lenti nascondono la sorprendente capacità di aprire sempre scenari nuovi e inaspettati.
Testo redatto e immagini e video forniti dagli autori Joshua Wahlen e Alessandro Seidita
Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...
-
Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
-
iniziamo dall'ultima news che è quella più allarmante visti i crescenti casi di pedopornografia pornografia...
-
Ascoltando questo video messom da un mio utente \ compagno di viaggio di sulla mia bacheca di facebook . ho decso di ...


