La notte oscura? Per me, dura da sempre. Non ho luce e mi ostino a cercarla. No, non credo. Non credo davvero che, oltre quella soglia, risorgeremo. E mi chiedo il motivo di questa incredulità. Perché sono nata nel Novecento, perché sono occidentale, perché ho l'abitudine a razionalizzare, perché vivo senza grossi problemi, perché sto ancora bene...
Ma in realtà, in ogni latitudine, in qualsiasi situazione, gli umani tremano di fronte al sepolcro.
È così. E non solo così. E non mi basta così. La presenza la sento. Ma, in quel momento, proverò dolore ,nostalgia. O forse la vita mi sarà diventata insopportabile,prospettiva ancor peggiore, tanto è innaturale e sciagurata. Come è successo a Davide Trentini, il malato di Sla che ha scelto la Svizzera per praticare l'eutanasia (il materialismo neo laico non si stanca d'incoraggiare queste decisioni...). Come le donne straziate dai loro compagni, mariti, fidanzati, amici, eterne crocifisse senza riscatto. O come i bambini d'Aleppo, i quali, però, al cielo credono e, quando invocano la morte, vogliono solo vivere. Nel cielo cercano una terra vera, piena, un gioco, una materiale ed eterea gioia. I fanciulli sono il riassunto di tutto, carne e nuvole.
Non ho luce, ma dei testimoni sì: questi bambini, chi resiste, chi non ce la fa ma lascia un sorriso di speranza.
Oggi è il giorno dell'assenza. Il giorno della discesa negli inferi, nel silenzio delle viscere. Però c'è questo tabernacolo aperto, che è anche abbraccio. E queste parole del Papa: "Non dimenticate la carne di Cristo che è la carne dei rifugiati, la loro carne è la carne di Cristo", chiasmo accludente, roccioso e perenne, grazie a cui vengo sospinta oltre me, oltre il mio livello, la mia miscredenza, malgrado tutto e irripetibilmente. Fin quando ci sarà sete di giustizia, saremo obbligati a risorgere.
© Daniela Tuscano