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22.7.23

Riccardo Serra, 17 anni e un sogno «La vita affascinante del fachiro» Dai primi spettacoli casalinghi da bambino ai numeri nelle piazze di fronte alle famiglie

  da  la  nuova  sardegna del 22\7\2023
Olbia
 Forse in cuor suo lo sa, quando mette davanti quel largo sorriso candido, che ha fatto una scelta anacronistica ma anche tremendamente romantica. Riccardo Serra ha 17 anni, è originario di Arzachena, viene dalla minuscola frazione di Monticanaglia, e alla voce “sogni per il futuro” è deciso: «voglio fare il circo». In realtà è già un artista circense a tutto tondo.

 Da qualche anno, infatti, ha conosciuto la famiglia di Priamo Casu, ultimi eredi della dinastia del circo sardo, e ha chiesto di diventarne allievo. Oggi, Riccardo è il fachiro della piccola carovana che gira le piazze dell’isola La fascinazione per i numeri in scena nasce da piccolo, quando Riccardo era uno dei
tanti bambini che sedevano di fronte al tappeto rosso e alla scenografia di strada degli spettacoli di 
Priamo, della moglie Paola e della figlia Shamira. Rimaneva incantato ogni volta, poi tornava a casa, si vestiva con colori accesi e provava a imitare i suoi idoli davanti ai genitori. Da qui la decisione di passare dall’altra parte, dalla platea al buio al centro della scena illuminato dai fari. «Ho conosciuto Priamo e la sua famiglia quattro anni fa – racconta Riccardo divertito –. Volevo mi insegnassero qualcosa». Affare fatto: diventaa tutti gli effetti un allievo del circo sardo, comincia come assistente del clown, che poi era il capofamiglia col nome di “Pompelmo”. Chiedete ai bambini di oggi e di ieri, riconosceranno subito il  divertente personaggio. Aspirante fachiro «Purtroppo o per fortuna, imparare l’arte circense richiede disciplina e volontà – dice Casu – ma Riccardo in questo è un caso eccezionale». Sì, il giovane ora è praticamente il jolly del gruppo, che si è arricchito anche della presenza di Eric, fidanzato di Shamira. «Da piccolo osservavo i numeri da mangiafuoco di Paola ed è una delle prime cose che ho voluto imparare. Ora ci riesco: passo il fuoco sulla pelle, in bocca, è una tecnica che va allenata». Niente trucchi con aghi, carboni ardenti o altre prove di resistenza: è pur sempre un circo che allieta i più piccoli. «Che bella vita» Nelle espressioni e nella voce di Riccardo, mentre si racconta, c’è incredibile garbo, entusiasmo, purezza d’animo.Di sicuro, è una personalità che colpisce subito, a primo impatto. Prima faceva avanti indietro da casa per andare a lezione dalla famiglia circense, che vive a Olbia nella frazione di Putzolu. Ora passa molto più tempo da loro, il suo alloggio è una roulotte e Priamo e Paola li chiama «zii». 

 

Alla domanda su che vita stia vivendo, risponde pronto: «affascinante. Ci vuole tempo e fatica per imparare a fare tutto, però poi quando vai in scena e la gente ti applaude, è la sensazione più bella di tutte». La storia e il futuro La storia del circo sardo, più che una storia, è un’epopea. Nato negli anni ’50 del secolo scorso dalla famiglia di Priamo Casu, il padre Piero varcò i confini isolani e finì persino in tv sulla Rai. In tempi recenti, la compagnia famigliare ha vissuto tra alti e bassi, questi ultimi acuiti nel periodo del covid e dello stop agli spettacoli dal vivo. Questa estate è fitta di appuntamenti, ma anche qui spicca l’episodio di lunedì scorso, quando i circensi sono stati mandati via dalla piazza di San Pantaleo dai vigili e con i bambini già seduti che si sono messi a piangere. Parentesi meno bella, ma anche questa è vita da circo. 
Riccardo e la mamma Patrizia Poma posano con un pitone dopo uno spettacolo

Si vive di precarietà, o meglio: di avventura. È un salto nel vuoto ed è meglio tenersi pronti, «vorrei imparare gli esercizi al trapezio».
Va bene, i genitori sonosempre di parte, ma loro giurano: «non è questo il caso. Quando diciamo che Riccardo è un ragazzo speciale è perché praticamente da sempre ce lo sentiamo dire da chi lo conosce.
Chi guarda gli spettacoli, chi lo frequenta a San Pantaleo, chi lo vede per la prima volta». Mamma e papà sono fieri: di più, sono fiduciosi che la scelta giusta sia far seguire a Riccardo il proprio istinto e la propria indole artistica. Willer Serra la prende larga, non si limita al lato circense: «è proprio un creativo in tutto. Ha tantissime passioni e tanta curiosità, pensa – ricorda, e lo racconta come fosse una delle cose più normali del mondo – che durante il covid gli è venuta voglia di imparare a fare il formaggio e gli ho comprato una capra. In generale, ha sempre ammaestrato e giocato con tutti gli animali in casa, dagli uccellini ai conigli». La mamma, Patriza Poma, ricorda quando anni fa portava i figli, Riccardo, il fratello più grande e la sorellina, agli spettacoli del circo. «Poi a casa Riccardo li
imitava. In particolare Shamira con gli hul hoop – così lei – e nella tavernetta ci chiamava per assistere ai suoi spettacoli». Ora i genitori sono quasi sempre in prima fila. «Ieri sera hanno fatto tappa a Cugnana, attorno a me la gente non sapeva chi fossimo eppure i commenti erano bellissimi. Che emozione». I genitori ci tengono al futuro: «vediamo grandi cose per lui, ma prima di tutto non deve mollare la scuola. Lo sosteniamo e siamo pronti a sostenerlo anche se volesse andare a studiare fuori, in una grande scuola di circo». Per ora il pubblico di locali e turisti in giro per il nord dell’isola sta imparando a conoscerlo, tra una fiammata che esce dalle labbra e un numero di musica

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