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17.11.23

caccia al tesoro .il tartufo

Chi lo ha    detto che   che  i tesori debbano essere   solo :  oro , argento  , diamanti  , pietre  preziose  ,  terre rare  , ecc  .  IL  caso del Tartufo
 Infatti



Ci sono storie che si possono raccontare in molti modi, scegliendo diversi punti di vista, e spesso il risultato è completamente diverso. Il tartufo bianco che si trova nelle Langhe e nel Roero può essere raccontato partendo dai prezzi, dalle follie che si fanno nel mondo per conquistare l’esemplare più grande e dai piatti degli chef stellati, oppure andare a scoprire storie bellissime di uomini, cani, nebbia, buio, fulmini, pioggia e fango, tanto fango. Quest’ultima, naturalmente, è quella che preferisco.

                                       da Altre/Storie di Mario Calabresi |


I tartufi si cercano quando la luce è poca, dopo il tramonto o all’alba, perché c’è più calma e i cani non sono distratti. Nella tradizione popolare – rigorosamente rispettata dai cercatori, chiamati in dialetto piemontese trifulau – non bisogna mai mettersi in cerca con la luna piena, ma solo con quella calante che permetterebbe di trovare quelli più grossi e profumati. Non ci sono conferme scientifiche, ma nessuno viene meno a questa consuetudine. 


Tino Marolo e Stella, Monteu Roero (CN). ©️ Steve McCurry. Alba, Italy, 2023
Il progetto è stato realizzato con Sudest57

ell’antichità si immaginava che il tartufo fosse figlio di un fulmine scagliato da Zeus vicino a una quercia, l’albero a lui sacro. Ma già i romani mettevano in relazione la presenza di questo fungo ipogeo con le piogge. Plinio il Vecchio descriveva il tartufo come “una pianta in grado di crescere e vivere senza radici”, figlio del temporale e a metà strada tra il divino e il terreno. Mangiato nell’antichità, spesso dopo averlo cotto, venne dimenticato nel Medioevo – per secoli fu solo cibo per cinghiali, volpi e lupi – e riscoperto nel Rinascimento, periodo in cui divenne un cibo di corte.


Luca Bannò e Simone con Pallina e Asia, Rivalba (TO). ©️ Steve McCurry. Alba, Italy, 2023


Nella “cerca” la pioggia e la nebbia sono fondamentali perché con l’umidità si sente di più il profumo, ma la tradizione che si vada nel bosco di notte è dovuta anche al fatto che chi li trova non vuole farsi vedere. I tartufi nascono sempre sotto le stesse piante e così ogni trifulau sa dove andare a cercarli, ha le sue mappe mentali, che si tramandano di padre in figlio, e il buio serve per mantenerle segrete. Famosi sono i diari dei cercatori che vengono inseriti nei testamenti, per tramandarli. I cercatori sono importanti, ma i loro cani sono i veri protagonisti di queste storie, per questo nel Museo Mudet che è nato ad Alba ed è stato inaugurato da appena un mese, molto spazio è stato dedicato alla storia della cerca e al rapporto tra l’uomo e il cane. Il museo ha chiesto a Steve McCurry di fotografare cani e padroni e lo scorso settembre il grande fotografo americano è stato nelle Langhe a scattare, il suo lavoro è diventato parte permanente dell’esposizione.


Vittoria, Martina e Luca Aloi con Teo, Montà (CN).
 ©️ Steve McCurry. Alba, Italy, 2023


Negli anni ho conosciuto molti trifulau con i loro cani, quando ero direttore della Stampa sono stato anche presidente della giuria che premia ogni anno il più bravo tra i cercatori a quattro zampe e che si riunisce a Montà (dove verrà inaugurata l’anno prossimo una seconda parte del museo). Negli anni la storia più bella me l’ha raccontata Renato Agnello, 84 anni, che con il suo cane parla in dialetto come se fosse un suo vecchio amico: «Addestrarli è il più bel mestiere che ci sia, ma bisogna farlo con amore e non affamandoli. Prima di tutto devi capire se gli piace il tartufo e se lo mangia, altrimenti è meglio lasciar perdere subito. Poi devi creare un’intesa con il cane e lanciargli una sfida che è anche un gioco: devi nascondere il tartufo ogni volta in un posto più difficile da trovare, deve imparare ad essere tenace nella sua ricerca, quando lo scopre gli devi fare grandi feste. Mio padre amava talmente tanto i suoi cani che li lasciava entrare in casa e quando il pane era ancora una cosa rara e preziosa, io quello bianco l’ho visto per la prima volta che avevo sette anni, se lo toglieva di bocca per dividerlo con loro. Prima di andare nel bosco la notte gli dava la minestrina calda».


Massimo Cavanna e Blues, Ovada (AL).
 ©️ Steve McCurry. Alba, Italy, 2023


Il cane di Renato si chiama Pulin: «Ho sempre chiamato tutti i miei cani “Gigi”, ma quando ho preso questo ho pensato che sarà l’ultimo che addestrerò, e con cui farò le stagioni che mi restano nel bosco, e allora l’ho chiamato come l’ultimo cane che ha avuto mio padre. Il suo Pulin era un animale di un’intelligenza speciale, quando veniva sera andava a chiudere la porta di casa con la zampa».


Il Museo Mudet di Alba è stato inaugurato un mese fa e, in dieci sale, racconta tutti gli aspetti del mondo del tartufo con video, oggetti, fotografie, disegni e grafiche. È aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19


Da molti anni ad Alba, la città dove si svolge la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco, si pensava di dare vita a un museo, che ora ha trovato casa nel palazzo che racchiude il Cortile della Maddalena, proprio nel centro della città. Il museo, che è aperto ogni giorno tutto l’anno, racconta tutti gli aspetti del mondo del tartufo e in dieci sale, con video, oggetti, fotografie, disegni e grafiche. E tra le sale, dopo le foto dei cani ho scoperto una storia che non immaginavo: grazie al loro fiuto finissimo i maiali sono sempre stati dei formidabili cercatori naturali. Pare che si facesse ricorso a maiali da tartufo fin dai tempi dell’Impero Romano. Di certo, nel Seicento vennero utilizzati in Francia per la cerca del tartufo nero e in Italia per il tartufo bianco fino a pochi decenni fa. L'uso del maiale si è perso nella pratica ben prima della legge - secondo cui la ricerca deve essere effettuata con l'ausilio del cane - perché i maiali sono certamente meno gestibili dei cani. Una volta individuato il tartufo, tendono a divorarlo e scavano forsennatamente non curandosi di rovinare piante, radici e tutto ciò che li divide dal loro boccone.

11.10.23

DIARIO DI BORDO N 16 ANNO I Perché i fratelli Bianchi non hanno preso l’ergastolo per l’uccisione di Willy: le sconcertanti motivazioni della sentenza.,il dossieraggio \ macchia di fango cotro la giudice Iolanda Apostolico continiua . Dopo i video della sua resenza ad una manifestazione ora anche la sua vita privata

l'apertura     avrebbe    dovuto essere  un altra ma   la  notifica  arrivatami dai tanti   gruppi   di telegram 
 delle motivazioni  💩🙊🙈🙉🤬😢👿👎🏼👿☠   sulla  motivazioni   della    vergognosa    sentenza  d'appello  sulla   vicenda  di Willy Duarte   mi  hano  fatto    cambiare   il primo post  del  diario  di bordo  . Non sarò   esperto  giuridicamente ma le motivazioni mi sembrano  assurde perchè  già questo  :    « [...]Risulta con evidenza la sussistenza dell’elemento soggettivo del delitto di omicidio volontario nella forma del dolo eventuale, in quanto i concorrenti, con la condotta violenta tenuta da ciascuno di essi, pur rappresentandosi che il brutale pestaggio potesse determinare la morte della vittima, hanno agito ugualmente non solo accertando il rischio ma palesando una adesione psicologica all’evento poi verificatosi»: la morte di Willy.«In tale contesto e secondo le regole della comune esperienza, deve del tutto escludersi che gli imputati abbiano agito al solo fine di cagionare lesioni alla vittima, ove si consideri anche che sin dal calcio iniziale Willy è già incapace di difendersi ».   a  mio aviso dovrebbe  costituire  un aggrante    non un attenuante   in quanto  W  era  già a  terra   dopo  il  secondo  pugno  .   Infatti    da   

 Pierfederico Pernarella da Leggo.it

Omicidio Willy, i giudici di Appello: «L’ergastolo tolto ai fratelli Bianchi perché non avevano partecipato alla lite iniziale»
Depositate le motivazioni della sentenza di secondo grado che ha ridotto la pena a 24 anni
Omicidio di Willy Monteiro Duarte, l’ergastolo tolto ai fratelli Marco e Gabriele Bianchi perché non avevano partecipato alla lite iniziale che era stata invece innescata dagli altri imputati. I giudici della Corte di Appello di Roma spiegano così le ragioni per cui ai due fratelli di Artena sono state concesse le attenuanti generiche e quindi la riduzione della pena dall’ergastolo a 24 anni.La sentenza di secondo grado per l’omicidio del 21enne di Paliano avvenuto nella notte tra il 5 e il settembre del 2020 a Colleferro è arrivata lo socrso 12 luglio. Ora sono state depositate per motivazioni che per il resto confermano quello della Corte di Assiste di Frosinone L’Appello ha confermato le condanne a 21 anni per Mario Pincarelli e a 23 anni per Francesco Belleggia.Le motivazioni dei giudici  Deve ritenersi accertato «che l’aggressione inizia con il violento calcio sferrato da Bianchi Gabriele al petto di  Willy Monteiro Duarte con tecnica da arti marziali e con potenza tale da sospingerlo di schiena contro un’automobile parcheggiata, al quale segue un pugno sferrato sempre da Bianchi Gabriele, al momento in cui il giovane tenta di rialzarsi», scrivono i giudici.A sua volta, si legge ancora, «Marco Bianchi, in sinergia con il fratello, colpisce con un calcio al livello del collo e poi con un pugno il Cenciarelli» Samuele «intervenuto in difesa di Willy e poi lo stesso Willy con calci e pugni».Belleggia e Pincarelli, proseguono i giudici, «si affiancano da subito ai fratelli Bianchi e colpiscono Willy con un violento calcio alla testa (Belleggia) e con calci e pugni (Pincarelli) quando ormai Willy era a terra inerme», si legge nella sentenza.I giudici sono convinti del coinvolgimento dei quattro nell’azione omicida tanto che spiegano: «Risulta con evidenza la sussistenza dell’elemento soggettivo del delitto di omicidio volontario nella forma del dolo eventuale, in quanto i concorrenti, con la condotta violenta tenuta da ciascuno di essi, pur rappresentandosi che il brutale pestaggio potesse determinare la morte della vittima, hanno agito ugualmente non solo accertando il rischio ma palesando una adesione psicologica all’evento poi verificatosi»: la morte di Willy.«In tale contesto e secondo le regole della comune esperienza, deve del tutto escludersi che gli imputati abbiano agito al solo fine di cagionare lesioni alla vittima, ove si consideri anche che sin dal calcio iniziale Willy è già incapace di difendersi». Quindi i giudici precisano che la lite era iniziata già prima dell’arrivo dei fratelli Bianchi.Una circostanza che, secondo la Corte, costituisce un’attenuante: «Non si può non considerare che i fratelli Bianchi sono del tutto estranei al contrasto iniziale che ha poi provocato la violenta aggressione, che la condotta degli imputati si è esaurita in un breve lasso di tempo (circa 40/50 secondi) e che il violento pestaggio è anche ascrivibile agli altri imputati».  

Concordo  con  , non  ricordo il canale  di telegtam ,   RobbieS, [11/10/2023 11:40]

Potete dire tutto ciò che volete e assolvere quel giudice ma "toglierel’ergastolo ai 2 assassini perché non avevano partecipato alla lite iniziale che era stata invece innescata da altri" mi sembra pura demenza e inettitudine, o come si dice in burocratese "la (sentenza) cazzata del 2023" pari a quella dell'altro decerebrato che assolse l'africano stupratore perché "non poteva sapere che in italia non si può stuprare in spiaggia" !!

" l' ergastolo" lo sta già subendo quella povera madre, che piangerà suo figlio fino la fine dei suoi giorni .



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il dossieraggio  \  macchia di fango   cotro la  giudice   Iolanda Apostolico  continiua  . Dopo   i video della sua  resenza ad una  manifestazione    ora  anche  la  sua  vita privata


Beccata in moto senza casco! Se ne frega di ogni legge la giudice rossa che libera i clandestini: beccata dalle telecamere di Rete 4



Nel corso della puntata del 9  ottobre  di “Quarta Repubblica”, è stato mandato in onda il servizio firmato da Angelo Macchiavello sulla situazione al tribunale catanese e la Apostolico è stata pizzicata in una situazione tutt’altro che legale. Le telecamere della trasmissione di Rete 4 hanno infatti registrato la magistrata rossa a bordo di un motorino guidato dal marito ma senza casco.Vero     Come tutti sapranno, il dispositivo di sicurezza è obbligatorio per chiunque guidi o sia trasportato su un veicolo a due ruote, indipendentemente da età e cilindrata ma  da  qui   farne  << Un altro caso tutt’altro che edificante >> secondo  il  canale   telegram https://www.dcnews.it/      da  cui è preso il  video  sotto   

Video Player
<<  per la giudice Apostolico, già nel mirino delle forze di governo per quanto registrato nel corso delle ultime settimane. >> è  proprio vergognoso  . 
da https://www.opinione-pubblica.com/




Ecco     quindi    che  la  a destra  Melonianiana  \  Salvinista  ma non solo  esssa  se    analizziamo la storia italiana degli ultimi 60/70 anni  (  I II  ) perde il pelo ma non il vizio usando le stesse tecniche del dossieraggio  sia   in vecchio stile [ guerra fredda ] sia   in nuove  tecniche   [ da    tangentopoli    ad  oggi ] . Secondo  me    si tratta  oltre  che   di sciacallaggio   politico   mediatico   anche  di  sessismo in quanto  un    provvedimento   come   il  suo   è stato adottato dal giudice Rosario Cupri, un collega del giudice Iolanda Apostolico. la  notizia   presa   da  << Apostolico, un altro giudice libera sei migranti a Pozzallo: non convalidato il trattenimento (ilmessaggero.it) >>  risale al 29 settembre che ha rigettato un'analoga richiesta nei confronti di quattro tunisini nel centro di accoglienza sconfessando di fatto il decreto del governo. Ed  nessuno  lo  ha  ne  dossierato  ne attaccato . Inoltre      secondo il mio parere    di   cittadino   non ha  violato nessuna  legge  nè  giuridica  visto  che  la  sua partecipazione  a tale manifestazione  è  avvenuta      quando  ancora    non c'era la  legge    cutro  ed  la meloni  non era al governo ,  ma soprattutto  non è colpa non è sua  se   chi   scrive le leggi  le    scrive  e poi le  fa  approvare     in maniera  pedestre  ed  barbina    cioè non  tenendo    conto   ed   obbligado i  giudici   ad impugnarle  visto   che  violano sia la  costituzione italiana  sia   le legge europee  . Coincludo affermando  che   avendo  trovato   una  gudice   che  gli ha  rotto   le  uova  nel  paniere    anzichè    che attaccarla  \  criticarla nel merito   lo fanno   andando  a pescare la  sua preseza    ad   un   fatto di    5 anni  fa   per il  quale   nessuno  prima  s'era  lametato o  aveva   protestato per  la  sua    eventuale    imparzialità  

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...