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20.4.15

ipocrisia , cinismo , nuovo razzismo davanti all'ennesima tragedia del mare Quell'acqua nera nei polmoni che soffoca le speranze di settecento poveri cristi


E’ anzi mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una dimensione demoniaca. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie. E’ una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s’interessa al male viene frustrato, perché non c’è nulla." (Hannah Arendt, La banalità del male) 



 Va  bene   che  non possiamo accogliere  tutti\e   che non deve pesare  tutto sulle nostre  spalle , e  che servirebbero  ; 1)   una  nuova legge    più umana  meno farraginosa e contraddittoria su  l'immigrazione .,  2) uno snellimento   nelle identificazioni onde evitare  che entri gentaglia  e  criminali in fuga    nelle richieste di ricongiungimento  familiare     e   d'asilo  .e  quindi   una chiusura   o quanto neo  funzione temporanea  di centri  di permanenza  . Ma  la  speculazione e la strumentalizzazione   politica   su      tragedie come quelle avvenuta nel canale  fra Malta  e la  Sicilia   questo  no  .
Cosi come  certi  commenti  dettati specialmente da mancanza di spirito critico nel prendere per vere e senza verificarle tali news costruite ad arte per proprio tornaconto personale da gente ignobile pari a gli scafisti che li portano in italia ( e secondo me gli abbandonano in mezzo al mare o peggio acquistano a poco prezzo barche destinate alla demolizione su cui far viaggiare tale massa di disperati ) o la grande criminalità le mafie  che li  sfrutta in lavori disumani o prostituzione .Commenti  che  sono    fatti  con


 cinici ed idioti






  che  costringono un giornale  non " comunista  "    come  



Siamo davvero spiacenti di non poter fornire aggiornamenti su Facebook riguardo alll'immane tragedia accaduta al largo della Sicilia, nella quale sono morte diverse centinaia di persone. Un momento di lutto, di riflessione, di emergenza è stato trasformato da qualche spirito ignobile, del quale ci vergogniamo di ospitare i commenti, in insensata espressione di odio, senza alcun rispetto per la dignita umana. Vi invitiamo, nel caso vogliate continuare a informarvi sull'accaduto, a visitare il nostro sito www.unionesarda.it
Il direttore Anthony Muroni Mi piace · Commenta · 

  scelta     discussa   dai malpancisti ,  del classico io non sono razzista  ma  ...    da   populisti    e dai razzisti
    • [---] 
  • Annu Mameli Caro direttore, e noi siamo stanchi di vedere le Nostre priorità passare ai clandestini, siamo stanchi di non riuscire ad arrivare a fine mese, siamo stanchi di vedere e sentire imprenditori che si tolgono la vita x colpa del Governo. Ecco tutta sta rabbia "comprensibile" nei loro confronti e la vostra poca coerenza quando qualcuno attacca i clandestini. Sono arrabbiata, dispiaciuta per tutte tutte le persone che ogni volta perdono la vita, in fondo non è colpa loro, ma ci siamo rotti un po le scatole di pensare ad aiutare il prossimo visto che a me non m aiuta nessuno. Quest' odio lo sta creando chi governa questo Fallimento di nazione.


Qui s'ignora  che   tali  immigrazioni e  di conseguenza    tragedie  come quella  di questi  giorni
 sono il segno di una grande sofferenza - A dirlo è monsignor Cornelius Korir, vescovo di Eldoret in Kenya a Torino per l'Ostensione della Sindone, che aggiunge - bisogna aiutare queste persone a trovare una speranza di vita migliore nel loro paese d'origine" e  Il vescovo Korir ha centrato l'obiettivo....senza una politica mirata per l'Africa (economica, ambientale e DEMOGRAFICA) ,  evitare  l'avallo  e  la partecipazione  a politiche  deleterie   (  prima  li  depredo  delle 
 ricchezze  o  crei  una dittatura  \  governo fantoccio , alimentando   guerre  civili , e poi bombardo èer sconfiggere i fondamentalismo che ho creato a far nascere ) e poi facciamo muro quando c' è ( e ci sarà ) sempre una massa enorme di persone che premeranno ai confini europei sperando di arrivare nell'eldorado.... I post  su facebook  . Giulio Angioni << Una delle peggiori conseguenze delle sragioni folli dei salvini & c. è che ci fanno sentire troppo giuste le nostre attuali ragioni e troppo piccoli i nostri storici torti. Domenico Deiana  <<  Non si deve colpevolizzare chi fugge da realtà, per noi inimmaginabili ma chi,come i nostri politici lucra sulla loro disperazione. Qui di umanitario c'è poco o niente.Cosi facendo,si arricchiscono,e danno vita ad una guerra tra poveri,che distoglie l'attenzione del popolo sulle loro infinite porcate. >>  hanno sintetizzato il mo pensiero Concludo affermando che In una nazione ed in una regione ( la sardegna ) dove la maggior parte delle famiglie ha ( o avuto ) un parente emigrato, l'odio e la discriminazione per chi è disperato e sogna un futuro migliore per se e soprattutto per i suoi figli, è segno di un totale fallimento da parte dei nostri educatori... I nostri zii, nonni, ecc. Hanno solcato gli oceani per stare meglio e noi ci permettiamo di esultare per le morti di gente che fugge disperata da guerra e fame... Vergogniamoci tutti dal primo all'ultimo

10.2.15

ecco perchè sul 10 febbraio ci sono polemiche e non c'è ricordo a 360 gradi leggi memoria condivisa


 http://www.leganazionale.it/links.htm
http://digilander.libero.it/lefoibe/indexx.htm


Oggi 10 febbraio , dopo aver parlato nei post precedenti ( a cui rinvio la lettura ) degli eventi storici e dele mie sensazioni    ed emozioni che costituiscono tale giornarta , provo ad affrontare il perchè su tali eventi ci sono ancora polemiche e ferite aperte . Un esempio di come dicevo dal titolo del perchè su tali eventi , come quelli del ' 900 italiano , non c'è memoria condivisa \ ricordo a 360 gradi è questo articolo   (  qui l'articolo completo  )  di Ferruccio Sansa

 [----]
ricordare è difficile quando si è carnefici (come è per l’Olocausto), ma è impegnativo anche se sei dalla parte delle vittime. Forse perché una memoria sincera pretende impegno e responsabilità. Richiede lucidità per capire cosa è successo e quale è stato il
proprio ruolo. E vuole compassione per chi ha sofferto. A lungo istriani e dalmati sono stati dimenticati. Respinti (spesso crudelmente ignorati) da quella sinistra italiana che preferiva sposare la causa di Tito (tacendone i crimini). Spinti nelle braccia di una destra che pur essendo responsabile (con Mussolini) della loro tragedia ha poi tentato di conquistarne il consenso. Insomma, istriani e dalmati sono stati traditi dallo Stato italiano che avevano cercato perdendo la propria terra e talvolta la vita.
Speriamo che quest’anno il ricordo non si risolva in distratte commemorazioni, in polemiche politiche. Che non ci induca a rivendicazioni, ma a un’onesta ricostruzione storica che sottolinei l’orrendo genocidio e la pulizia etnica compiuti dai titini, ma non trascuri i crimini fascisti nei confronti degli slavi.
Ma se si riducesse a questo la giornata di oggi rischierebbe di soffiare sui risentimenti: anch’essi stanno nel cuore, si intrecciano alla memoria. Proviamo, per una volta, a ricordare. Le vittime delle Foibe. Ma anche tutti gli italiani, quelli che persero la loro terra e chi rimase in Istria. E speriamo che il ricordo ci aiuti ad affrontare il futuro. L’Italia che – giustamente – ha avuto cura nel proteggere le minoranze altrui che vivono nel proprio territorio, ricordi finalmente le proprie minoranze all’estero.
Abbiamo lasciato un grande patrimonio in quella terra: di cultura, civiltà, bellezza. Di vita. Chi scrive proviene da una famiglia che nei giorni dell’Esodo arrivò in Italia letteralmente su un barcone. Ed è impossibile descrivere il giorno in cui si è ritrovato in un paese, Dignano (in croato Vodnjan), davanti a una tomba con il proprio nome.
Davanti a un portone che i suoi nonni varcavano ogni mattina. L’ha aperto, e d’un tratto ha scoperto che dal profondo gli risalivano le parole di un dialetto che nemmeno sapeva di aver conservato. Ma soprattutto ha sentito – proprio con il cuore – che la sua vita veniva di lì. Nel senso più profondo, la carne. Il sangue.
E all’improvviso ha ricorda
                                   Il Fatto Quotidiano del Lunedì, 10 Febbraio 2014




Quindi secondo me questa legge non ha , almeno fin ora , aiutato a sanare una ferita ancora aperta : l’eccidio degli italiani nelle foibe e l’esodo di quasi trecentomila persone dall’Istria e dalla Dalmazia .anzi ne ha incrementato le polemiche e le divisioni mai sopite a causa della congiura del silenzio caduta su d'essa a cvausa della guerra fredda Ma non per questo smetterò di ricordare e di scriverci post perchè   <<  anche se  voi  vi credete assolti  siete  per  sempre  coinvolti  >>( mia  parafrasi   di una famosa canzone de  andreiana  )

10.1.15

ecco perchè sul 10 febbraio ci sono polemiche e non c'è ricordo a 360 gradi leggi memoria condivisa

Oggi 10 febbraio , dopo aver parlato nei post precedenti ( a cui rinvio la lettura ) degli eventi storici e dele mie sensazioni    ed emozioni che costituiscono tale giornarta , provo ad affrontare il perchè su tali eventi ci sono ancora polemiche e ferite aperte . Un esempio di come dicevo dal titolo del perchè su tali eventi , come quelli del ' 900 italiano , non c'è memoria condivisa \ ricordo a 360 gradi è questo articolo   (  qui l'articolo completo  )  di Ferruccio Sansa

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ricordare è difficile quando si è carnefici (come è per l’Olocausto), ma è impegnativo anche se sei dalla parte delle vittime. Forse perché una memoria sincera pretende impegno e responsabilità. Richiede lucidità per capire cosa è successo e quale è stato il
proprio ruolo. E vuole compassione per chi ha sofferto. A lungo istriani e dalmati sono stati dimenticati. Respinti (spesso crudelmente ignorati) da quella sinistra italiana che preferiva sposare la causa di Tito (tacendone i crimini). Spinti nelle braccia di una destra che pur essendo responsabile (con Mussolini) della loro tragedia ha poi tentato di conquistarne il consenso. Insomma, istriani e dalmati sono stati traditi dallo Stato italiano che avevano cercato perdendo la propria terra e talvolta la vita.
Speriamo che quest’anno il ricordo non si risolva in distratte commemorazioni, in polemiche politiche. Che non ci induca a rivendicazioni, ma a un’onesta ricostruzione storica che sottolinei l’orrendo genocidio e la pulizia etnica compiuti dai titini, ma non trascuri i crimini fascisti nei confronti degli slavi.
Ma se si riducesse a questo la giornata di oggi rischierebbe di soffiare sui risentimenti: anch’essi stanno nel cuore, si intrecciano alla memoria. Proviamo, per una volta, a ricordare. Le vittime delle Foibe. Ma anche tutti gli italiani, quelli che persero la loro terra e chi rimase in Istria. E speriamo che il ricordo ci aiuti ad affrontare il futuro. L’Italia che – giustamente – ha avuto cura nel proteggere le minoranze altrui che vivono nel proprio territorio, ricordi finalmente le proprie minoranze all’estero.
Abbiamo lasciato un grande patrimonio in quella terra: di cultura, civiltà, bellezza. Di vita. Chi scrive proviene da una famiglia che nei giorni dell’Esodo arrivò in Italia letteralmente su un barcone. Ed è impossibile descrivere il giorno in cui si è ritrovato in un paese, Dignano (in croato Vodnjan), davanti a una tomba con il proprio nome.
Davanti a un portone che i suoi nonni varcavano ogni mattina. L’ha aperto, e d’un tratto ha scoperto che dal profondo gli risalivano le parole di un dialetto che nemmeno sapeva di aver conservato. Ma soprattutto ha sentito – proprio con il cuore – che la sua vita veniva di lì. Nel senso più profondo, la carne. Il sangue.
E all’improvviso ha ricorda
                                   Il Fatto Quotidiano del Lunedì, 10 Febbraio 2014




Quindi secondo me questa legge non ha , almeno fin ora , aiutato a sanare una ferita ancora aperta : l’eccidio degli italiani nelle foibe e l’esodo di quasi trecentomila persone dall’Istria e dalla Dalmazia .anzi ne ha incrementato le polemiche e le divisioni mai sopite a causa della congiura del silenzio caduta su d'essa a cvausa della guerra fredda Ma non per questo smetterò di ricordare e di scriverci post perchè   <<  anche se  voi  vi credete assolti  siete  per  sempre  coinvolti  >>( mia  parafrasi   di una famosa canzone de  andreiana  )

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...