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23.3.25

bestemmia si o bestemmia no ? Porto Torres- FC Alghero: giocatore espulso per una bestemmia L’arbitro l’ha sentita negli spogliatoi e ha mostrato il cartellino rosso ., e delle Multe a chi bestemmia. In Veneto l’idea di un barista sardo: «Funziona e i clienti apprezzano» L’iniziativa “educativa” di Daniele Muledda, originario di Oniferi, titolare di un locale a Castello di Godego

Leggendo  su  l' Unione  sarda  23\3\2025     la  notizia di querll  che  avvenuto alla  fine  della  partita   Porto Torres- FC Alghero : <<  giocatore espulso per una bestemmiaL’arbitro l’ha sentita negli spogliatoi e ha mostrato il cartellino rosso >> Ho  fatto,  da  laico  credente     questa  riflessione  sull'uso  della  Bestemmia  .
Atei o non atei la bestemmia è una forma sia quella ( soprattutto ) quella gratuità ed eccessivamente provocatoria come quella successa tempo fa un ristorante -pizzeria sia quella popolare il fabbro ( I II ) di  cui   parla    Padre balducci 1922-1992 di una mancanza di rispetto verso chi crede ( soprattutto quelli che praticano ) ma qui mi pare ingiusto il provvedimento che n'è seguito . Alla fine della partita di calcio Porto Torres- FC Alghero: giocatore espulso per una bestemmia sentitas dall’ negli spogliatoi e ha mostrato il cartellino rosso. Secondo   me  l'espulsione    mi  sembra    in giusta   perchè  come  dice   l'unione  sarda  del 23\3\2025   :   <<   La frase blasfema al termine della partita di calcio giocata in casa del Porto

Torres contro l’Alghero, una sfida terminata con un pareggio nel campo comunale sintetico di viale delle Vigne.  Una bestemmia contro «il mio Dio» che l’arbitro, Giovanni Elio Baldin di Olbia, avrebbe sentito pronunciare da uno dei giocatori dell’Alghero, mentre si trovava negli spogliatoi, locale comunicante con gli ambienti delle docce della squadra ospite. lo  spogliatoio  >>  Ora       bastava un richiamo   se  non  è  recidivo   perchè   sì  è  ver  che    ogni bestemmia è un'imprecazione, ma non tutte le imprecazioni sono bestemmie. Infatti  Ci sono contesti dove la bestemmia è soggetta a conseguenze sociali o legali, come nel caso  in  questione  . Infatti  semre  secondo il quotidiano  : <<   La frase blasfema al termine della partita di calcio giocata in casa del Porto Torres contro l’Alghero, una sfida terminata con un pareggio nel campo comunale sintetico di viale delle Vigne. Una bestemmia contro «il mio Dio» che l’arbitro, Giovanni Elio Baldin di Olbia, avrebbe sentito pronunciare da uno dei giocatori dell’Alghero, mentre si trovava negli spogliatoi, locale comunicante con gli ambienti delle docce della squadra ospite.>>
L’imprecazione contro Dio sembrerebbe abbia violato le norme sportive che vietano ogni “espressione blasfema durante la gara”, così il direttore di gara ha chiesto immeditamente il nominativo del giocatore ritenuto responsabile dell’intemperanza verbale e, una volta identificato, non ha esitato a sventolare il rosso notificando l’espulsione a fine gara, come previsto dal regolamento.  La decisone adesso passa al giudice sportivo che dovrà valutare se esistono le condizioni per un provvedimento disciplinare di squalifica  ,  secondo me  tropo  severa   ( bastava un richiamo  )  in quanto  la  gara  è  già finita   e   a mio  avvio  si tratta  di una semplice  imprecazione   più che   di una bestemmia  .  
Questa  storia    ,   mi    ha    per   i suoi eccessi  repressivi      riportato alla  mente      ques  articolo     che  riporto sotto    di due  ani fa  


treviso

                                                 Luigi Barnaba Frigoli

Multe a chi bestemmia. In Veneto l’idea di un barista sardo: «Funziona e i clienti apprezzano»L’iniziativa “educativa” di Daniele Muledda, originario di Oniferi, titolare di un locale a Castello di Godego dove si gioca a carte e qualche volta si trascende





I clienti del bar si lasciano scappare qualche bestemmia di troppo. Allora, ecco lo stratagemma per richiamarli all’ordine: far pagare una multa simbolica a chi proprio non riesce a frenare la lingua.
L’idea è di Daniele Muledda, 53enne sardo (originario di Oniferi e per anni residente a Sant’Antioco), che dal 1997 gestisce con la moglie Michela il “Bar Sport” di Castello di Godego, in provincia di
Treviso.
È proprio lui a spiegare a L’UnioneSarda.it come è nata l’iniziativa: «Di recente ha chiuso un bar nelle vicinanze, un locale dove si giocava a carte e dove gli avventori erano soliti esagerare con imprecazioni e bestemmie, come del resto succede un po’ dovunque. Clienti e giocatori hanno quindi iniziato a frequentare il nostro bar e, visto che troppo spesso si trascendeva con le parole, mia figlia Camilla ha pensato: “Perché non mettiamo una multa?”».
Detto, fatto. E così da qualche tempo sul bancone del bar di Daniele («Dove trasmettiamo anche le partite del Cagliari e quest’anno speriamo in bene») è comparso un vaso di vetro, dove chi “sgarra” dopo una giocata sbagliata del compagno o per sfogarsi contro la malasorte viene invitato a versare la sanzione: un euro per le piccole imprecazioni, due per quelle più pesanti, 5 euro per quelle particolarmente grevi e blasfeme.
Proteste? «In realtà no. Anzi: il sistema è stato accolto in maniera positiva, col sorriso, perché è un modo goliardico per invitare tutti a tenere un comportamento più rispettoso».
Non solo le cose sono migliorate, sottolinea Daniele, «ma anche chi non è solito imprecare ha iniziato a infilare monetine nel “vaso delle multe”, solo per solidarietà con la nostra iniziativa».
Quanto al denaro raccolto con questa originale operazione-decoro, i soldi raccolti potrebbero essere incamerati come mance oppure sarà possibile valutare di darli in beneficenza. «Anche se mia figlia – prosegue Muledda – scherzando dice: “Se va avanti così l’anno prossimo ci faremo le vacanze gratis. Ovviamente nella “nostra” Sardegna».






alla faccia dei complottisti influenzer e degli haters che lo volevano morto il papa e vivo e ritorna

canzone suggerità
Laico reggae (Tunnel 22/5/1994)


 



Poco fa Papa Francesco è ricomparso in pubblico dopo le dimissioni, a distanza di 38 giorni dal ricovero.
Il volto e il fisico provato, la forza, la fragilità, la dignità, persino l’ironia a un certo punto di uno dei giganti del nostro tempo.
Quanto ai miserabili sciacalli che da due mesi lo hanno dato per morto, a chi lo è andato a cercare in ospedale per dimostrare che non c’era(  vedere    il  video  sotto  e   leggere  qui la  cronaca     di  tale  gesto  poco   rispettoso  ) .



 concordo  con LorenzoTosa     quando dice 

Siamo a livelli fuori scala di miseria umana e complottismo sulla salute di Papa Francesco.Solo che questa volta è finita malissimo.Due diversi “influencer” (fa già ridere così) hanno avuto la brillante idea di dimostrare che in realtà Papa Francesco “è morto” e “non celodikono…”Per farlo sono addirittura entrati all’ospedale Gemelli, al famoso piano 10, per mostrare che di Papa Francesco non c’è in realtà alcuna traccia.Solo che i due geni in questione sono andati al piano 10 non del padiglione sbagliato ma proprio di un’altra ala dell’ospedale.Alla fine eccoli qui, in tutta la loro meschineria.Teorizzano complotti su scala mondiale e non sono neanche in grado di trovare un padiglione.O, molto più banalmente, lucrano sull’ignoranza di gente.Mi auguro solo che gli autori di un simile scempio ne rispondano per falso, diffamazione e pure circonvenzione di incapaci.Ma il problema non sono neanche questi fresconi.Il problema è che i fresconi hanno un pubblico, un seguito, una fanbase.
E che, alla fine di tutto, questa gente vota.


Ritornando a  noi   . 
IL  ritorno    del   pontefice  , da    qui il mio  titolo  critico verso   tali persone ,  è una bellissima notizia per il mondo, cattolico e laico. Una pessima per i miserabili sciacalli che lo volevano e lo davano per morto. A lui un augurio di buona guarigione. Per gli altri non c’è ormai alcuna speranza. A a chi - come Corona - si è detto persino pronto a ritirarsi a vita se lo rivedrà vivo (e purtroppo non lo farà mai) cali un pietoso silenzio su di loro.Questa immagine di straordinaria e ordinaria umanità parla da sola.Una bellissima notizia per il mondo, cattolico e laico.Una pessima per i miserabili sciacalli che lo volevano e lo davano per morto.A lui un augurio di buona guarigione. Per gli altri non c’è ormai alcuna speranza.
Non c’è nulla da dire. E niente da aggiungere per quel che mi riguarda .Se non bentornato.

7.10.22

La (non) scelta di Martina, “costretta” alla sepoltura dell’embrione dopo l’aborto spontaneo

 A  differenza  di   altri post     proverò ad non     di  introdurre   il  post   con miei   commenti  \ opinioni  , non   per autoncesura  ,  ma perchè su certi  argomenti  mi  sembra  più giusto ed  naturale  che  a  parlarne  siano  le dirette  interessate     che portano il peso   e  le  sofferenze  di  tale problema. L'unica cosa che mi sento di dire a quanto riportato da lei è tale scelta dev'essere libera e facoltativa  e non  forzata /imposta e quindi irrispettosa verso chi ha un lutto così grave e vuole interiorizzarlo in maniera diversa dalle convenzioni
Visto  l'argomento  eticamente    delicato        consiglio questi  bellissimo  articolo      del  sito

https://www.fanpage.it/ 6 OTTOBRE 2022 12:54

 A cura di Elia Cavarzan

Martina è un’insegnante vicentina che è stata ricoverata in ospedale a causa di un aborto spontaneo. Una legge regionale a firma dell’assessore Elena Donazzan prevede la sepoltura in ogni caso del “prodotto abortivo”. Martina è una donna che avrebbe voluto fare una scelta: quella di non seppellire l'embrione che portava in grembo. Ma che invece si è vista costretta a farlo. Una legge in Veneto, infatti, prevede che il "prodotto abortivo" sotto le 28 settimane, sia sepolto in ogni caso. Martina ha deciso di raccontare la sua esperienza, di quella che come racconta a Fanpage.it ha vissuto come una "violenza".
  Martina è una donna che avrebbe voluto fare una scelta: quella di non seppellire l'embrione che portava in grembo. Ma che invece si è vista "costretta" a farlo. Una legge in Veneto, infatti, prevede che il "prodotto abortivo" sotto le 28 settimane, sia sepolto in ogni caso.


La legge regionale dice che: "Nel caso in cui il genitore o i genitori non provvedano o non lo richiedano, l’inumazione, la tumulazione o la cremazione è disposta, a spese dell’azienda Ulss, in una specifica area cimiteriale dedicata o nel campo di sepoltura dei bambini del territorio comunale in cui è ubicata la struttura sanitaria".
Martina ha avuto il coraggio di raccontare la sua esperienza a Fanpage.it: "Ho avuto un aborto spontaneo a luglio di quest'anno ed è successo che il materiale abortivo, per prassi legittimata da una legge regionale, sia finito in forma anonima nel Giardino degli Angeli predisposto all'interno del cimitero Maggiore di Vicenza".
I medici della struttura ospedaliera dove la donna ha effettuato il raschiamento le hanno sottoposto un documento "per il consenso informato – racconta –  in cui appunto davo il mio consenso alla gestione postuma del materiale abortivo", spiega Martina dopo aver comunque ribadito la professionalità e la preparazione del personale sanitario che l'ha seguita in quei delicati momenti. "Mi è stato chiesto di firmare per aver letto per presa visione e poi fare una scelta – spiega a Fanpage.it – rispetto al seppellimento del materiale abortivo". La scelta consiste nel rivolgersi a un'agenzia funeraria a spese proprie, oppure delegare l'Ulss per lo smaltimento del "prodotto abortivo" che verrà poi tumulato in apposite aree cimiteriali.
L'intera vicenda l'ha scossa fin da subito, portandola a rivolgersi alle realtà e alle associazioni del territorio per fare chiarezza e sensibilizzare sul tema affinché tutto questo possa cambiare: "Mi fa strano immaginare che una parte di me si trovi in un cimitero. Non avrei voluto questo. Penso che ogni donnaabbia il diritto di scegliere sul destino del materiale abortivo, cattolica, atea, musulmana che sia. Io sono una credente non praticante. Non mi permetterei mai di giudicare una cattolica che decide di seppellire un feto, ma neanche imporrei a una musulmana di veder tumulato il suo feto in un cimitero cristiano".
Marta Lovato, dell'Assemblea Transfemminista di Vicenza Baba Jaga, ha sostenuto Martina in queste settimane: "La segnalazione di Martina è la segnalazione che ci hanno fatto tantissime altre ragazze che per aborto spontaneo o volontario si sono trovate a fare i conti con questa legge, che delegittima il diritto di scelta delle donne in tema di smaltimento del materiale abortivo. In questi casi, la donna può scegliere di tumulare a spese proprie il feto rivolgendosi a un'agenzia funeraria, oppure di delegare l'ospedale allo smaltimento che secondo il procedimento regionale dovrà tumulare il feto, o l'embrione, all'interno del giardino degli angeli.
 Le donne devono essere libere di scegliere".

targa speciale degi alfieri della repubblica a una classe del Parini di Torino «Con gli occhi e un puntatore comunichiamo con il nostro compagno disabile»

I media nazionali parlando degli Alfieri della Repubblica si sono dimenticati o hanno fatto passare in secondo piano questa notizia...