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Gaza 2012

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Ti hanno ammansito, dopo anni feroci, nelle nostre forre umbratili e linde, nei volti valligiani e nel folklore cittadino, merce fra tante, gioia colorata, ricordo, sentimento, luce fumigante. Ma tu, nato e disteso su ciottoli aguzzi, in larghe plaghe di molle fuoco, sei diverso, umile, strattonato, scolpito in occhi stralunati, reso pietra, arma, odio, divisione e povertà. Sembri immenso, sei esercito, e forse solo legione. Sodomizzato da voci e corpi impazziti, dall'idolatria dell'uomo. Crocifisso ancora, fuggito nei cieli, non più silenzio né preghiera, non vitalità, ma vorticoso fluire. Da sempre e per sempre t'invoca, sbagliando, la cieca umanità.