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19.12.24

Imprenditrice di giorno, escort di sera la doppia vita della cortigiana Chiara Martini Di base a Olbia con un'attività in Costa Smeralda, 38 anni:«Voglio evadere dallaroutine»



Sassari
«Scusa ma sono di fretta. Oggi parto per una se- riedi impegnidi lavoro e sono inritardo, fra due ore devo imbarcarmi e non ho ancora fatto le valigie». Chiara Martini, 88enne, sarda che vive a Ol- bia, non ha molto tempo libero da quando è uscito “Confessioni di una cortigiana”, ìl suo libro. Perché Chiara, che non è il suo vero nome, è la protagonista di.un racconto autobiografico .scritto per mettere nero su bianco le sue confessioni. Lei si definisce “cortigiana” in un tempo in cui si sente parlare di escort, onlyfanser e content creator? «In realtà mi definisco una cortigiana del nuovo millennio, che è quello che sono. Le escort, per quanto professionali, offrono un servizio breve in un lasso di tempo altrettan to
breve e perun target di persone medio. Anzi, popolare.
Lo dico senza offendere nessuno. lo offro compagnia a 360 gradi, fisica ed erotica, ma soprattutto întellettuale e cul- turale, che possa stimolare anche il cervello». Gi può fare un esempio?
 « Per me è importante condividere una conoscenza enologica, culinaria e culturale, Ecco, quando il mio ospite lo desidera, scelgo un menù raf- finato, con uno costo aggiuntivo, e lo consumiamo all'inter- no degli incontri dopo che è stato preparato da uno chef».
 Ospite? «Sì, chiamo così le persone che scelgo di incontrare». Cosa racconta nel suo li- bro? «Ho scritto i motivi e le moti- vazioni che mi hanno spinta Verso questa direzione, che poi fanno parte dei tanti aspet- ti che caratterizzano la mia personalità. Durante la pandemia avevo ben poco dafare e ho deciso di dedicarmi a qualcosa di stimolante che normalmente non avrei avu- to il tempo di completare. Ma soprattutto l'ho fatto perché mi interessava potermi mette- re.a nudo di fronte al pubbli- co. in modo da spiegare la mia scelta Perché alla fine è di questo chesi tratta, una scelta. «Proprio così, non lo faccio solo per avere un tornaconto economico o per risolvere le difficoltà. lo ho la mia vità, sono un'imprenditrice equesto nonè il mio lavoro principale. Ho un'attività ben avviata in Costa Smeralda, essere una cortigiana èsolo un modo per evadere». Quindi l'aspetto economi- co non conta? «Diciamo che è diventato un fattore, nonlo nego». Anche perché lei mette su- bito in chiaro le cose, a parti- re proprio dall'aspetto economico dei suoi incontri. «Fissare unacifra proibitiva per i più è la prima selezione per chi decide dî volermi in- contrare. Non tutti possono permettersi di spendere 600 euro per un incontro di un’ora, 700 per un'ora e mezza e 800 per due ore fino a 10mila per 48 ore». Lei dice di essere un’im- prenditrice, quindi a un certo punto ha deciso di cambiare vita? «No, non ho mai cambîato vita ho avuto ed ho una vita regolare, sono laureata in Scienze della comunicazione, ho un percorso di studi in ambito imprenditoriale e di marketing ad alti livelli. La verità è che sin da quando.ero ragazzina sognavo di vivere una vita alternativa. Volevo provare quello che fantasticavo,in compagnia dî uomini interessanti, di cultura, con esperienza mentale e fisica. Ho sempre avuto voglia di condividere l'intimità con quelli chedefinisco “gentiluomini"»; Però. queste “evasioni” comportano anche rischi. Si è mai sentita in pericolo? «Per fortuna non ho mai avuto paura. Nella maggioranza dei casi mi sono trovata molto bene, sempre con

persone  serie». È stata fortunata? «Non è questo. Grazie alla mia formazione sono in grado di capire chi sto incontran- do dopo pochi messaggi, perché inizia tutto su Whatsapp. È allora che io capisco se una persona è ansiosa o arrogan- te, se vuole comandare 0 pre- varicare. Riesco a capire la formazione, l'intelligenza emotiva.... E quando non riscontro queste qualità, blocco il con- tatto. Perché comunque è capitato di parlare al telefono con persone bizzarre», Le è mai capitato che un ospite si innamorasse di lei? «In realtà succede abba- stanza spesso. Ci sono perso- nechestinvaghiscono ma dopo un tot di tempo si rendono conto di dover mettere dei freni, capiscono da soli che non è il caso di continuare. Nel 99 percento dei casi si risolve così,sennò mi allontano io». Anche perché lei ha un compagno. «Sì, è vero. Siamo persone mentalmente libere e aperte e, lo dico subito, non siamo strani. Entrambi comprendiamo che non si debba rinunciare a vivere esperienze di questo tipo solo peri blocchi men- tali». Come avete vissuto questa esposizione pubblica? Dopo l'uscita del libro è  stata  contatta anche da giornali  brasiliabni . «Ma non parlo il portoghese (ride, ndr). La verità è che la mia esposizione pubblica lo ha rincuorato. Lui sa quanto io.sia selettiva e non si preoccupa. Quello che non mi va,lo scarto. Preferisco perdere un'occasione che rischiare qualcosa». Ritornando al suolibro, cosa c'è di vero în quello che racconta? «Tutto. Dico che la autobiografia è romanzata perché tutelo la mia privacy e quella dei miei ospiti. A viso scoperto non lo avrei mai potuto raccontare a nessuno». Quanto è importantela privacy «È fondamentale. Anche nel mio sito mostro solo par- zialmente il viso e poco altro. Pubblicare le mie foto sul web senza accorgimenti»sarebbe controproducente per il mio lavoro, quello vero. Poi la mia famiglia non conosce questo lato della mia vita e non vo- glio che lo scopra perché quello:che per me è solo un modo per evadere, per loro potrebbe essere divisivo. Inoltre desi- dero rimanere anonima, altri- menti sarebbe come essere una pornostar e portarsi appresso un'etichetta».

4.3.24

DIARIO DI BORDO N° 36 ANNO II Perizoma celesti, panda diplomatici, cugini curiosi, refusi preziosissimi, cani eccentrici, sentenze postume e treni senza piloti



 L’influencer si sfila il perizoma davanti alla chiesa, il parroco la denuncia . 

E' vero      che  In un mercato del lavoro sempre più competitivo e violento, è normale che si affermino figure professionali di alto livello, molto qualificate😁 . Come l’influencer di Instagram famosa per togliersi le mutande nei luoghi più disparati. Una delle ultime prodezze però le è costata una denuncia. “Si sfila il perizoma da sotto la minigonna rossa, lo appende ad una ringhiera davanti all’ingresso di una chiesa, poi entra in parrocchia”, scrive il sito di Sky Tg24. Il video, va da sé, è diventato virale. “Confesserò i miei peccati’ la didascalia che accompagna le immagini pubblicate su Instagram. A esprimere sdegno non sono solo gli utenti ma anche il parroco della Parrocchia Santa Lucia di Fonte Nuova, in provincia di Roma, che ha denunciato l’influencer”. Don Massimo Marchetti ha vergato la scomunica: “La Comunità Parrocchiale esprime il più fermo dissenso per le immagini non consone alla sacralità del luogo e per l’irrisorio riferimento al sacramento della Confessione”.  perchè  Scherza con i fanti, lascia stare i santi . Un minimo   di rispetto  e  di buon senso  . 




Esteri La Cina rilancia la “diplomazia dei panda” verso gli Stati Uniti: firmati accordi con lo zoo di San Diego


Una speranza di pace: i panda. Mentre sull’umanità si allungano le ombre inquietanti di un nuovo conflitto mondiale, ci si aggrappa alla pelliccia bianca e nera di questi orsi buffi e indolenti. “Dopo un lungo periodo di ostilità latente e non, e dopo l’incontro dello scorso novembre tra il presidente cinese Xi Jinping e il ‘collega’ Usa Joe Biden, la Cina è pronta a riattivare la ‘diplomazia del panda’”, spiega l’avvenire, “un gesto che da queste parti viene considerato come un segno di amicizia e distensione e risale addirittura al periodo della dinastia Tang (618-907). La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha fatto sapere che ‘le istituzioni cinesi hanno già firmato accordi con lo zoo di San Diego negli Stati Uniti’, incentrati ‘su un nuovo ciclo di cooperazione per la protezione dei panda giganti’”. Non sempre la diplomazia del panda ha funzionato: nel 2005 Taiwan si è rifiutata di accogliere i due panda Tuan-tuan e Yuan-yuan, “unità” e “riunione”.




India Un treno merci parte su un binario in discesa e viaggia per 70 km senza conducente (e senza causare vittime o danni)


Un po’ come il treno del Generale di De Gregori – che non fa più fermate neanche per pisciare – un convoglio indiano ha viaggiato per una settantina di chilometri senza che lo guidasse nessuno. “Un treno merci con 53 vagoni ha percorso il tragitto tra la città di Jammu e un villaggio nel Punjab, in India, senza nessuno ai comandi”, riporta Today. “Un viaggio senza conducente lungo oltre 70 km su cui le autorità indiane hanno aperto un’inchiesta: per fortuna, non si registrano danni ai materiali o vittime”. È andata così: “Il convoglio si è fermato per un cambio macchinista nella stazione di Kathua, ma poi avrebbe cominciato a muoversi lungo un binario in pendenza nella sezione Jammu-jalandhar, iniziando la sua corsa sfrenata”, senza né pilota né co-pilota. In alcuni tratti ha raggiunto i 100 all’ora. “Dopo oltre 70 chilometri di corsa ‘solitaria’, è stato rallentato con blocchi di legno e sacchi di sabbia posti sui binari dal personale ferroviario, e si è fermato prima di una stazione nel Punjab, in corrispondenza di una pendenza molto ripida”.



Londra Un libro di Harry Potter con un refuso nel nome dell’autrice è stato venduto all'asta per oltre 16mila euro

Si può trovare un tesoro persino in un refuso. “Un libro di Harry Potter acquistato per pochi centesimi circa 27 anni fa in un negozio di libri di seconda mano”, scrive Today, “è stato venduto all’asta per la somma record di 14mila sterline, pari a circa 16mila e 300 euro”. Il motivo è un banalissimo errore: “Nella copertina interna c’è la firma JA Rowling, invece che JK Rowling”. Questo, evidentemente, lo rende unico. “Nel libro, venduto al miglior offerente alla casa d’aste Hansons nello Staffordshire, viene anche utilizzato il nome completo dell’autrice ‘Joanne’”. Il venditore del volume è un 52enne londinese che si è trasferito a Bologna. L’ha comprato nel 1997 per 40 pence e l’ ha tenuto con sé per quasi vent’anni senza dargli importanza. “Una notte stavo navigando in Rete e ho letto questa storia dei libri rari di Harry Potter venduti a prezzi incredibili, così ho deciso di contattare Jim Spencer per vedere se il mio poteva essere prezioso”. Decisamente sì.




Stati Uniti Una modella scopre che il cugino è abbonato ai suoi contenuti erotici su Only Fans: “Sono nauseata”



Dramma familiari su Only Fans: la modella scopre che tra gli abbonati ai suoi contenuti erotici c’è anche suo cugino. Una notizia che commuove e meraviglia. “La protagonista è Sharna Beckman, 27 anni, americana. È solita postare foto bollenti sulla piattaforma per adulti e recentemente ha scoperto che suo cugino è tra i suoi followers e clienti più fedeli”, spiega il sito di Radio 105. “I due sono molto legati fin da quando erano piccoli, ma Sharna non sapeva che lui la seguisse su Onlyfans”. Davvero legati. Ma invece di essere orgogliosa del sostegno del cugino alla sua attività, Sharna ha reagito con sprezzo: “Ero troppo nauseata per raccontarlo a qualcuno della mia famiglia. Non volevo causare alcun imbarazzo ai miei genitori o fratelli e per questo ho deciso di rimuovere l’account di mio cugino dai miei follower e l’ho anche bloccato ovunque”. Poiché ci teneva a tenere la famiglia all’oscuro dell’imbarazzante scoperta, la modella ha raccontato tutto questo in un’intervista al Daily Star. Una professionista di una sensibilità straordinaria.







Alabama Un cane vagabonda per quasi un anno con un bidone della spazzatura in testa, prima di essere liberato



Misteriose creature. “Da mesi un cane si muoveva per le strade di Mobile, in Alabama, negli Stati Uniti, con un bidone della spazzatura in testa”. La notizia è sul sito La Zampa. “Sui social c’erano spesso segnalazioni di questo esemplare quattro zampe – e un bidone – ma i tanti tentativi di catturarlo non erano andati a buon fine. Ora finalmente ci sono riusciti e Bear, questo il nome dell’animale, si è liberato del suo fastidioso fardello”. Il gioioso annuncio è stato dato da Martin Miller, che su Instagram si qualifica come “soccorritore di cani scozzese che vive nel profondo sud”: “Grandi notizie!” – ha scritto Miller – C’era un cane che aveva una scatola intrappolata sulla testa da quasi un anno”. In qualche modo riusciva comunque ad alimentarsi. “Bene, oggi, The City of Mobile Animal Services e il Rifugio per Animali della Contea di Mobile si sono uniti e abbiamo tolto la scatola dalla testa del cane! Sono davvero orgoglioso di far parte di un gruppo di persone così straordinario!”.




Portogallo Al povero Bobi è stato tolto il titolo di “cane più vecchio del mondo”: non ci sono prove dei suoi 31 anni


Il mondo del Guinnes dei primati può essere crudele: è stato revocato il titolo di “cane più vecchio del mondo” precedentemente assegnato a Bobi, un mastino portoghese (ormai deceduto) che si riteneva fosse vissuto per 31 anni e 165 giorni. Sembravano in effetti un po’ troppi. Lo scorso ottobre, il Guinness World Records aveva lanciato un’indagine ufficiale sul povero Bobi: la sua età era sì registrata nel database nazionale degli animali domestici, ma in genere quel documento si basa sull’autocertificazione dei proprietari. Inoltre i test genetici avevano confermato solo la sua età avanzata (non quella esatta) e per di più il cane portoghese sembrava avere zampe di colore diverso rispetto a quelle che mostrava nelle vecchie fotografie del 1999, usate come prova della sua longevità. Adesso è ufficiale: “there is no conclusive evidence”, non ci sono prove inconfutabili che dimostrino i 31 anni abbondanti di Bobi. Al cane è stato tolto il record, con sentenza postuma. Mai una gioia.

26.11.22

Femminismo, l’ultimo tabù ? di www.associazionevivarte.com

 Il femminismo è da sempre stato uno dei movimenti più importanti della storia. Se non il più importante. Quando si pensa a questo movimento, che incarna valori sacri e fondamentali come libertà, parità, giustizia, è difficile pensare che all’interno di esso ci possano essere delle sfumature. Perché sfumature e non troncamenti? Usare la parola “troncamento” - come mi è capitato leggere durante la fase di documentazione - mi è sembrato se posso dire errato, oppure non “esatto.” Partendo dal presupposto che il femminismo per tutti quei valori, quei messaggi che porta, viaggia in una linea temporale diversa, più longeva, più propensa al cambiamento, al superamento di valori basilari, si trova sempre avanti rispetto - se possiamo dire - ai giorni nostri. E qui viene posta l’attenzione su tematiche molto profonde, tematiche più mature, più sensibili, che possono creare disaccordi su questioni delicate, molto delicate. Si cerca di raggiungere un obiettivo comune, di ottenere risultati prefissati e di raggiungere un punto di arrivo, ovvero il benessere comune, la parità dei sessi, la fine del sessismo, la possibilità di potersi affermare, la possibilità di poter dipendere da uno stipendio paritario, uguale all’altro sesso. Ma soprattutto, questione più importante, la sicurezza, il rigetto contro ogni forma di violenza, abuso, contro il femminicidio, senza dimenticare quanto questo punto sia importante e riportato - come giusto che sia - in ogni protesta, ogni anno dal movimento femminista. In una dimensione così “radicata” è automatico che scaturiscano altre problematiche, altri dibattiti. E di cosa parliamo esattamente? Si parla principalmente del Sex Worker. Ma prima di iniziare ad argomentare un tema così delicato, dobbiamo fare alcuni passi indietro.  Nel 1982 ci fu la “Barnard Conference on Sexuality”, una riunione in cui presero parte due schieramenti. C’era già da tempo questa divisione interna tra femministe anti-pornografia e femministe pro sesso. Lo scopo di questa riforma era quello di cominciare a considerare il sesso come atto oltre lo scopo riproduttivo. Perché proprio negli anni ‘80? La nascita del porno vero e proprio è riportata negli anni ‘70 esattamente in Danimarca, quando il governo accettò di finanziare un documentario dal nome “Sexual Freedom in Denmark”. Un documentario in cui un intervistatore intervista 5/6 donne con quale ha successivamente rapporti sessuali. In seguito a questo, vennero girati altri documentari. Gli Stati Uniti, che avevano registrato alcuni cortometraggi con il nome di “Stag Film, Sexploitaton” per accontentare i clienti più in voga nei bordelli, non persero tempo e lanciarono i primi film pornografici. Come “Mona”, dove una ragazza vuole mantenere la sua verginità, ma praticando solo il sesso orale. Successivamente uscì il film “Deep Throat” (“gola profonda”), che diede il via a molte, moltissime polemiche.  Questi film andavano a costituire sempre di più quella forma di libertà, quel sesso pensato in maniera “libera” come “puro piacere” che si stava creando in quei tempi. Tornando alla nostra domanda (perché proprio durante gli anni ‘80?), negli anni ‘80 ci fu un vero e proprio boom, un’impennata per l’industria pornografica, dal momento che non si registravano più film nei cinema per via dell’avvento, della nascita delle videocassette, del registratore, e il mondo del porno arrivò nelle case. Era più facile interagire con esso. Tornando alla manifestazione svoltasi nel 1982, la “Barnard Conference on Sexuality”, ci fu uno scontro tra le femministe anti-pornografia e pro sesso. Le femministe anti-pornografia vedevano il porno come un qualcosa di sbagliato, sporco, senza nessuna morale, dove le donne erano viste solo come contenitori, e recitavano durante i film la parte passiva. Inoltre alcuni generi che stavano nascendo in quell’epoca, tra i quali “gonzo” - ovvero sesso violento - erano visti come privi di morale, privi di piacere e si riaffermava sempre più forte la sottomissione della donna.  Le femministe pro sesso invece ritenevano il porno come un’affermazione del sesso intenso come piacere, sesso liberatorio, una realtà nella quale la donna è libera di intraprendere esperienze sessuali alla stessa stregua di un maschio. Vedevano quindi nel porno un progresso, un passo in avanti. A questo scopo è stato creato anche il porno femminile. Un porno con produttori e attrice femminili, dove la femmina mantiene uno status paritario a quello maschile. È difficile delineare come l’evoluzione del mondo del porno abbia influenzato esattamente la prostituzione. Non ci sono abbastanza informazioni per stabilire una correlazione cronologica specifica, ed è molto difficile stabilire dei dati, ma esiste una piccola relazione tra questo mondo, il porno, e la prostituzione. Oltre il fatto di essere, al giorno d’oggi, due professioni molto contestate e condannate. Per quanto riguarda il mondo del porno, non esistono, oppure se esistono sono rari, i dibattiti in cui si parla di “tutela”. Tutela delle porno-attrici. Prima di affrontare il mondo più “vicino a noi” delle sex worker, dobbiamo soffermarci sulle migliaia di ingiustizie che si registrano nel mondo del porno.  Nella sua testimonianza Shelley Lubben, ex pornostar, afferma precisamente i disagi perpetuati nel mondo del porno. Come manchi uno sportello diretto di ascolto per le attrici. Nel mondo del porno le attrici la maggior parte delle volte si vedono costrette a girare video porno non pattuiti in precedenza, e si vedono costrette perché in caso minacciate di licenziamento o mancato pagamento. Inoltre i controlli medici eseguiti sulle attrici da parte di cliniche raccomandate dalle case pornografiche, sono fuorvianti. Shelley Lubben riporta appunto come a volte, anche ex-pornostar si fingevano dottoresse, facendo finta di eseguire i controlli. Inoltre c’è lo stress psicologico a cui deve andare una pornostar, come dimostrano i casi di suicidio registrati ultimamente, come quello di Augusta James, pornostar venticinquenne trovata impiccata in a un albero, o quello di Shyla Stylez. Tutto questo, se nel mondo del porno può essere in  parte “protetto” data la sua natura legale e la presenza di case pornografiche che tutelano la salute delle loro attrici con controlli medici effettivi, non avviene per quanto riguarda la prostituzione, il sesso per strada.  La vera domanda, la domanda principale che una femminista radicale pone a una sex worker, è sempre la stessa: “Se avessi la possibilità di scegliere, faresti veramente questo?” oppure “Perché la maggior parte delle ragazze che si prostituiscono o fanno questo tipo di lavoro scappano da situazioni di povertà e forte disagio?”. Perché un fenomeno che viaggia, purtroppo, in parallelo, intrecciato, interconnesso con quello delle sex worker - e crea questa spaccatura tra chi vorrebbe abolire definitivamente la prostituzione e chi vorrebbe invece legalizzarla - è la tratta delle persone. Se andiamo a vedere i numeri in Italia le prostitute sono per il 55% rumene e il 17% minorenni. Le ragazze vengono “raccattate” nel vero senso della parola nei loro paesi. Il pappone dopo svariate promesse le convince, in un modo o nell’altro, a venire in Italia. Esiste anche l’approccio “Big Lover” in cui il ragazzo si finge innamorato e le dice di lavorare un po’ per strada solo per fare un po’ di soldi. Queste ragazze si ritrovano, successivamente, senza soldi, senza casa, senza una guida, senza un sistema adeguato a far fronte alla loro condizione. Perché la dura realtà è questa. In questo contesto rientrano anche le sex worker, che, però, non vogliono essere confuse per vittime della tratta. Loro condannano la tratta, ma condannano anche un governo che applica una politica totalitaria senza trovare delle sfumature in tutto quello che reputa sbagliato. Perché nelle varie interviste presenti qui, con appositi link, si vede come le sex worker si autodefiniscono come dei veri e propri lavoratori e come vorrebbero pari dignità rispetto ad altri lavori. E le sex worker condannano come il regime applicato dal governo, sia negli stati esteri, sia in Italia, sia sempre una politica un po’ di “facciata”. In Italia una sex worker è costretta a lavorare in strade periferiche, lontane dal centro dove corre più pericoli. In un’intervista condotta a una sex worker Italiana che lavora in Germania si vede come ci siano dei veri e propri limiti. Alcuni siti, ad esempio, dove la sex worker interagiva con altre sex worker e con i clienti che frequentava, sono stati chiusi dal governo. Si mettono, insomma, sempre più pericolo le sex worker, e si vuole una maggiore libertà affinché questa manifestazione venga accettata, legalizzata, così da poter correre meno rischi. Dall’altra parte c’è chi vede l’affermazione delle sex worker, la legalizzazione della prostituzione, come qualcosa di utopico che non metterà fine allo sfruttamento.  Perché si vive con la concezione di un mondo malato, un mondo sporco, e si vede quella frontiera, quel raggiungimento di nuovi obiettivi come qualcosa di lontano, forse irraggiungibile. È stato riscontrato che molti magnaccia usano video porno per preparare molte ragazze - arrivate dalla tratta - a prostituirsi per strada. Alcuni studi dicono che il porno spinge a molti comportamenti abusivi, aggressivi, spinge a riprendere alcuni comportamenti nella vita reale. Come ad esempio riporta la ex pornostar Shelly Urber, il sesso è inteso nel porno come un qualcosa come “voler ferire, voler fare male, abuso”. Tutte tematiche riportate anche nel mondo reale. E in questa frattura che si crea, ci sono vittime, ci sono ragazze spinte a prostituirsi, e ci sono sex worker costrette ad andare incontro a una criminalizzazione sempre più marcata delle loro attività.  È un processo forse partito molto tempo fa. Un processo in cui non si può creare quel mondo sicuro dove tutte le professioni possono essere “libere” di essere svolte. E la parola “libera” si riferisce sempre ad un grado di sicurezza di tutti, un grado che sembra difficile da poter mantenere, con la tratta, ma anche con la realtà in cui ci troviamo. La domanda è questa: il non legalizzare il sex worker è veramente un tabù? È veramente sicuro in un mondo come questo? E mondo non in un senso generico perché tutto qui è riportato solo ed esclusivamente in un’ottica concreta, reale, attraverso testimonianze. Perché quando il porno ebbe il suo boom con l’avvento delle videocassette, molte persone chiedevano, una nicchia cospicua, porno brutale, porno animale, violento. Difficile, certo, immaginare una netta correlazione tra questo e prostituzione. Ma c’è una sorta di “sottotesto”. C’è un “sottotesto” che ci porta ad interrogarci di fronte alle mille perplessità che possono scaturire da questa “lotta” tra la legalizzazione e non, tra giusto e sbagliato. Perché il porno di tratta è ancora vigente e mostra molti disagi. Per numero di vittime, per numero di morti, abusi, violenze perpetuate da magnaccia e da clienti. Si legge di clienti più anziani che non si fanno scrupoli nel finire a letto con  ragazze più giovani. E quindi quanto questo potrebbe essere veramente rimosso, in un contesto di legalizzazione? Oppure, se anche ci fosse la legalizzazione, la tratta verrebbe veramente eliminata ? 

Seguono alcuni dei link che trattano a fondo il tema delle sex worker e femminismo. Per una maggiore documentazione:

23.7.22

Bari, apre Dick Factory: tutti in coda per la pasticceria sexy. "Così sfatiamo i tabù"

da https://www.telebari.it/attualita e da repubblica video


In vetrina non ci sono simboli fallici e immagini osé, che avevano fatto storcere il naso ai commentatori più pudici. L’effetto sorpresa, però, è senza dubbio assicurato, ed è stato rivelato nel pomeriggio del 20 luglio alle 18, quando in corso Vittorio Emanuele 64 ha aperto al pubblico la prima pasticceria ‘sexy’ di Bari.
da https://www.quotidianodipuglia.it/

L’annuncio corre sui social ed è arrivato il pienone, perché il locale di venti metri quadri aspetta di accogliere decine di curiosi e golosi anche da fuori Bari. Dick Factory apre dunque i battenti, a una manciata di metri dalla centralissima via Sparano e dai palazzi del governo della città.

 Sul web la curiosità è incontenibile e sui social i follower aumentano.A curare il restyling del locale e la scelta
dell’arredamento è stato Marcello Ritella, progettista e general contractor, molto conosciuto tra i ristoratori baresi per avere messo la firma su operazioni riuscite, come anche questa sembra essere. Il nuovo “Dick Factory” si prepara a diventare punto di riferimento per addii al celibato e nubilato da tutta la regione.Casse automatiche super tecnologiche, arredamento con luci a neon rosa, fenicotteri, poltrone zebrate, piume, e anche un semaforo. Niente peni e vagine in vetrina o nell’insegna. “Non vogliamo fare facile scandalismo – assicurano dal locale – la nostra è semplice e simpatica goliardia”.Dick Factory nasce sulla scia di locali simili diffusi in tutta Europa: in Italia è stata Mr Dick a fare da apripista, inaugurando a Milano la prima pasticceria sexy specializzata in cupcake e waffle. Il locale barese proporrà proprio i gustosi dolci a cialda, croccanti fuori e morbidi dentro, a forma di peni e vagine, come ‘spoilerato’ da giorni sui profili social. Si partirà con il menù a base di waffle, ma presto arriveranno anche i gelati.Dick Factory, la chiacchierata pasticceria sexy made in Puglia, dopo un’intensa e animata campagna social (qui la curiosa call per la ricerca del personale), ieri pomeriggio ha ufficialmente aperto i battenti a Bari, in corso Vittorio Emanuele.Niente simboli fallici e immagini osé in vetrina, come avevano anticipato a Telebari i gestori dell’attività (leggi qui), ma tanti doppi sensi e molti sorrisi da entrambi i lati del bancone.In fila per curiosità, per divertimento e anche per sfatare qualche tabù. In pieno centro a Bari, in corso Vittorio Emanuele, apre la pasticceria sexy Dick factory. E si rivela subito un successo: nel pomeriggio inaugurale sono oltre cinquanta, in media, le persone in fila costantemente davanti al locale. Da Dick factory si possono acquistare waffle a forma di pene o vagina – chiamati “Lui” o “Lei” – da condire con diversi topping al cioccolato, granelle e praline.



E gli addetti alla preparazione dei dolci scherzano con i clienti giocando con i doppi sensi. "Abbiamo aperto una pasticceria sexy perché volevamo strappare un sorriso – dice uno dei soci del locale, Luca Pisanò – Spesso questo argomento viene trattato con molte riserve e timidezza, invece può essere affrontato con allegria, simpatia, leggerezza e goliardia"

10.6.22

caso incontrada sono i media che fanno bodyshaming o la massa non educata al linguaggio del corpo e ed alle immagini ?

 va bene   c'è  l'abuso   del corpo femminile  ed  un erotizzazione  mercificata     come dimostra  il bellissimo  saggio

Pornocultura. Viaggio in fondo alla carne, il libro di Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca. La pornografia non è più eloquente nel descrivere il lecito e l’illecito del nostro campo visivo. La scrittura si rivela goffa dinanzi alle nuove forme dell’oscenità che abitano tra le mura delle nostre case e si fanno socialità corporea.
Pornocultura. Viaggio in fondo alla carne” (Mimesis, 2016; pp. 142) di Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca ama parlare delle viscere di ciò che si vede, di come l’ambiente mediatico che ci plasma perde rappresentanza di fronte all’iniziativa individuale e di massa di eros e di contatto. L’autrice e l’autore in questione puntellano di riferimenti storici l’evoluzione dell’immaginario pubblico focalizzandosi sul post seconda guerra mondiale come uno dei momenti nevralgici dell’umanità in cui la tecnica ha esibito le sue tragiche contraddizioni. Carne umana come paesaggio creato da se stessa. L’umanesimo e la scienza che si sposano in modo osceno. 

 da me recensito      con intervista  agli autori  ( vedere archivio  blog   ) . Infatti mah io ci vedo ,  forse perchè sono cresciuto a sotto il berlusconismo e la defilippi , solo del semplice gossip .Ma dire : << 
(...) Ciò che mette i brividi di questo metodo - perché questo è un metodo - è l’esibizione morbosa del corpo, la ricerca ossessiva dello scoop e del gossip, il body-shaming occulto e ipocrita che fa leva - sapendolo - sugli istinti più bassi di chi guarda (e giudica).[....] >> ( Lorenzo Tosa in questo post >> mi  sembra    esagerati il bodyshaming lo fanno gli altri che non sono educati ad interpretare le immagini o a vedere i corpo di una donna al di la dei consueti canoni estetici di  perfezione assoluta   proposti dai media e dalle tv   di cui ho parlato     più volte    qui  nel post . per il resto hai ragione lo stesso  Tosa  quando dice  

È uno scatto rubato, di quelli da paparazzi e teleobiettivo, che non ha nessuna logica, nessun altro senso o scopo se non quello di mostrare una donna in un momento privato, nella peggior posa possibile, con i chili in più scientemente evidenziati con l’unica

intenzione di esporla ai giudizi, ai commenti maligni, al tribunale social. Non c’è nulla che non vada nell’immagine di Vanessa Incontrada, sia chiaro. Non c’è nulla che non vada in lei, che è e resta una donna straordinariamente bella nelle sue linee, nelle sue imperfezioni (e in qualunque posa). Il corpo di Vanessa è normale, normalissimo. È quella foto, semmai, a non esserlo. Una foto, nella redazione di una rivista di gossip, si sceglie, tra centinaia di scatti. Si seleziona con chirurgica precisione. Nulla è lasciato al caso.

Infatti  La verità è che hanno provato a umiliare una donna, ma hanno finito solo per esaltarne la bellezza. Che col fisico non c’entra nulla o almeno non ci si dovrebbe basare solo su d'esso

15.5.19

escort romana che accetta bistecche al posto del denaro. e offre lo sconto a chi chiede il redditto di cittadinanza





Si chiama Simona ed è una escort romana. Confessa: Non so dove mettere i contanti guadagnati, meglio il baratto”



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Simona, escort romana: “Basta soldi, con i clienti faccio il baratto. per un rapporto orale servono dieci chili di ciliege, per una notte di sesso un televisore al plasma. A un macellaio una volta ho chiesto dieci bistecche".

La donna, che si prostituisce nella propria abitazione, ha dichiarato: "Sono stufa, in altri Paesi è tutto regolarizzato, in ordine, le prostitute vengono controllate, anche a livello medico, c'è chi si occupa della loro sicurezza, mentre noi qui non abbiamo nulla e dobbiamo anche avere timore quando pensiamo ogni volta a dove mettere i soldi. Io lancio una provocazione, ai miei clienti farò fare un baratto. Per un rapporto orale, non devono darmi soldi ma dieci chili di ciliege. Oppure un televisore al plasma se vogliono stare con me tutta la notte. Poi qui vengono persone che fanno diversi lavori. Dal cliente che lavora nell'abbigliamento, mi faccio potare un po' di vestiti, da un cliente idraulico mi faccio riparare i lavandini. A un macellaio ho chiesto dieci bistecche, che costano parecchio. Facciamo così, così almeno non abbiamo più il problema dei soldi e abbiamo dentro casa tutte le cose di cui abbiamo bisogno".Simona, poi, ha raccontato di avere diversi feticisti tra i suoi fans: "Molti clienti vanno matti per i piedi. Ci sono uomini che apprezzano i piedi più del seno e del sedere. Quando vengono qui mi chiedono di mettere determinate scarpe, oppure mi chiedono di avere piedi curati. Una volta è capitato anche uno che voleva il piede odoroso, non profumato. Voleva sentire l'odore del piede, gli ho detto che avevo le scarpe da ginnastica da diverse ore e lui è impazzito. Mi ha chiesto di tenere i piedi così".Simona, escort di Roma di 36 anni, è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall'1.30 alle 6.00 del mattino.

https://www.agenpress.it/notizie/2019/01/16/

Escort romana lancia il “sesso di cittadinanza”. Sconto del 50% a chi percepisce il reddito di cittadinanza


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immagine simbolo (pixabay)

Agenpress – “Visto che sta arrivando il reddito di cittadinanza con cui lo Stato intende aiutare le persone che si trovano in difficoltà economica, io lancio ufficialmente il sesso di cittadinanza. Praticamente, a tutti quelli che verranno da me e mi dimostreranno di aver diritto al reddito di cittadinanza, o quando sarà in vigore di percepirlo, applicherò uno sconto del 50%. Anche il sesso deve essere un diritto per tutti, soprattutto per chi vive una situazione di difficoltà, anche economica. Incontrare una escort e farci l’amore può essere salutare sia per il fisico che per la mente. Certamente è importante per l’autostima.Ovviamente ogni persona che usufruirà dello sconto legato al sesso di cittadinanza potrà farlo una sola volta al mese”.
Lo dice Simona, escort romana di 35 anni,  intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 lanciando il ‘sesso di cittadinanza’:
La escort romana, poi, ha aggiunto: “Se ci fosse stato una decina d’anni fa il reddito di cittadinanza, io non avrei iniziato a fare la prostituta. Ho cominciato giovanissima, in un momento in cui ero sola. Avevo perso da poco il mio compagno, ero senza un soldo, non sapevo come fare. Chiesi aiuto a diverse realtà, ma dallo Stato mi sono sempre trovata isolata. Avevo bisogno di un aiuto concreto ma non l’ho mai ricevuto da nessuno, figuriamoci dalle Istituzioni. Per questo, se dovesse funzionare, il reddito di cittadinanza sarebbe una misura veramente positiva”.

9.3.19

e poi i miei dicono di non pubblicare cose mie o sfoghi ed inc... vari su fb quando Pubblica una foto sui social e trova un lavoro, il successo della cagliaritana Carlotta Deriu

  di chi  stiano parlando 




Apro   la  pagina  fb  della www.lanuovasardegna.it/    e  trovo   questa   notizia   che  riporto  con  alcune   foto   prese  da  galleria     presente  nell'articolo     e  che  trovate  qui  le  altre  46 oltre  che  sul  suo  Instangram e  e  il  suo  Facebook  di cui trovate  sopra    gli url  

CAGLIARI. Ha trasformato la sua passione per la fotografia e per i social in un lavoro di successo. Il suo aspetto fisico e la sua bellezza hanno avuto un ruolo importante soltanto all'inizio della sua carriera, quando si è fatta conoscere indossando i costumi da bagno della BikiniColors: oggi, Carlotta Deriu, 27enne cagliaritana, cura i profili social, l'ecommerce e le campagne pubblicitarie

di numerose aziende cagliaritane. «Ho passato la mia infanzia in giro per il mondo, per via del lavoro di mio padre: ho vissuto in Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Cina e Grecia. All'età di 14 anni sono rientrata in Sardegna e ho frequentato il liceo Classico Siotto Pintor di Cagliari. Dopo mi sono iscritta alla facoltà di Architettura, ma non ho concluso gli studi - racconta Carlotta -.

 Oggi sono una "social media manager": in buona sostanza creo, curo e gestisco le pagine social delle aziende che decidono di affidarsi a me». La carriera della giovane cagliaritana è nata un po’ per caso. «Ho sempre amato la fotografia e ho sempre curato in modo meticoloso i mie profili social - spiega l'imprenditrice -. Nell’estate del 2015 ho pubblicato una foto con un costume BikiniColors appena acquistato e dopo poche settimane il mio scatto è stato usato per la campagna pubblicitaria dell'azienda. Da lì è nata la prima collaborazione. Inizialmente mi occupavo solo di scattare foto con indosso i loro costumi, le editavo e le pubblicavo. Nel corso degli anni il rapporto si è evoluto e mi è stato riconosciuto un ruolo professionale che non avrei mai immaginato di ricoprire: oggi organizzo i servizi fotografici, scatto ed edito le foto sia per i social che per il sito internet, gestisco insieme a loro i social e programmo le campagne 






pubblicitarie. Sarò riconoscente per sempre a Bikinicolors per avermi concesso questa grande opportunità». Con il tempo sono arrivati nuovi clienti e oggi Carlotta Deriu cura gli account social di varie aziende: «Lavoro per Castangia, nel campo dell'abbigliamento, per la quale gestirò anche l'ecommerce, per Marino che si occupa di ristorazione, per SeaWater che opera nel campo dei gommoni di lusso, ovviamente per la BikiniColors e poi seguo diversi utenti privati. Ho una regola che seguo rigorosamente: acquisisco nuovi clienti solo se mi conquista l’attività e se condivido al 100 per cento il progetto. Il lavoro di social manager richiede grande attenzione, capacità organizzativa e continuità, insieme a tanta creatività. Non posso permettermi di abbandonare il telefono per più di un’ora e devo essere reperibile H24 7 giorni su 7. A oggi posso ritenermi soddisfatta ma la strada da percorrere è ancora lunga e in mente ho tanti nuovi progetti». 


Ora ,   come  è  mio solito  😀😜😁😄 ,  affermo c ciò  che  ho espresso nel titolo   ed è la  risposta  a chi   giovane    ma  soprattutto   vecchie  generazioni  ( come  quella  dei miei genitori   78  e 75 anni  )   vedono  nei  social  qualcosa  di negativo   e  una  pattumiera   . Loro   che  gridavano  e   portavano  cartelli    negli anni  60\70    slogan del  tipo   : << il privato è pubblico >>  partiti insomma  incendiari  ed  arrivati pompieri  paurosi     delle  novità  in ambito     dei  costumi   e della  morale che cambia .
E  come ho  già  detto altre  volte  su queste  pagine   , scusate  se  mi ripeto    ma  sfido  voi  in particolare     voi  millennials   ( cioè le  generazioni nate   negli anni  1980\2000  )    a  trovare    qualche  altra definizione    che  rispecchi   quello che è   gap   tra  generazioni   e  che   sta  influenzando  le  generazioni attuali  ,   sono  come   lo  erano  loro     verso  i loro  genitori e  nonni ,  una



qui nella  versione  di  De  Andrè 












4.9.18

una donna dopo i 33 anni è scaduta ? secondo me no . le donne dopo quell'età hanno ancora più fascino

a chi pensa che una Donna dopo i 33 anni << Nel mezzo del cammin di nostra vita >> ( primo verso della prima terzina della Divina Commedia di Dante Alighieri; costituisce l'incipit del primo canto dell'Inferno ) sia scaduta o ..... che : << A una certa età, è consigliabile limitare il rapporto con le giovani ed evitare del tutto quello con le vecchie: potrebbero essere contagiose >> ( dal film Magnifica presenza 2012 per la regia di Ferzan Özpetek ) .
Dico solo di guardare questa bellissima foto scattata dall'ottimo fotografo Emanuele Secci alla bella modella Marina Musselli 
L'immagine può contenere: 1 persona, in piedi, spazio all'aperto e natura


Infatti 

30.1.15

"A 70 anni faccio sesso 2 volte al mese" I falsi miti sull'età che spegne il desiderio


Una ricerca dell'Università di Manchester, che ha preso in considerazione l'esperienza di 7mila anziani, sfata i luoghi comuni sull'amore tra gli anziani.
La fiamma del desiderio si spegne con l'età. Falso. Almeno secondo una ricerca dell'università di Manchester, realizzata in collaborazione con il centro NatCen Social Research e appena pubblicata sulla rivista Archives of Sexual Behavior. Secondo lo studio, che ha coinvolto oltre 7mila anziani di
entrambi i sessi, al contrario di quanto recitano i luoghi comuni gli uomini e le donne rimangono sessualmente attivi anche a 70-80 anni e, per chi ha la fortuna di avere accanto un compagno amato, non mancano le effusioni che vanno oltre i semplici baci e le languide carezze. Parlando di numeri, oltre metà (54%) degli uomini e quasi un terzo (31%) delle donne over 70 coinvolte nello studio riferiscono di essere sessualmente attivi e un terzo di questi rivela di praticare il sesso abbastanza di frequente, almeno due volte al mese. Inoltre, è emerso anche che molti 70-80enni sono ancora affezionati al partner, con il 31% dei maschi e il 20% delle femmine che confermano di continuare a baciarsi e coccolarsi di frequente. L'età, comunque, causa inevitabilmente qualche problema. Quelli più frequenti lamentati dalle donne intervistate sono le difficoltà nell'eccitarsi (per il 32%) e nel raggiungere l'orgasmo (27%), mentre per i maschi l'ostacolo più grande resta la difficoltà erettile (39%).

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...