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23.11.25

Il 25 novembre un impegno collettivo per cambiare e dire no alla vittimizzazione secondaria e provare a farsi che il25 novembre sia tutti i giorni

IL post   in questione  era  stato  scritto  di getto qualche mese fa . E come i coccodrlli giornalistici  lo avevo messo in word progres per tirarlo fuori proprio il 25 novembre .Quindi mi  scusoin anticipo se i  linl e  gli eventi ivi riportatoi  dovessero essere  superati  e    non più  raggiungibili  .  Questa  è la  mia  risposta   a  chi  la  pena  cosi  : «   violenza sule  donne  ?  la  risposta  di Nordio  non è  il  problema ma  chi l'applaude » 

 Ora bado   alle ciancie     e  vediamo   al  post

come ogni anno Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, una ricorrenza che dovrebbe rappresentare un momento di riflessione profonda, ma soprattutto un impegno quotidiano


.Una  delle classiche  iniziative   é quell di   Marsala,  nella figura  della nuova responsabile provinciale dell’UDI (Unione Donne in Italia), Francesca Parrinello, subentrata a Valentina Colli – presidente del Centro Antiviolenza “La Casa di Venere” che  – traccia una panoramica delle sfide e delle azioni necessarie per affrontare il fenomeno. << Da 24 anni mi occupo di violenza sulle donne, e mi sento quasi come se il 25 novembre fosse diventato un esercizio retorico: scendiamo in piazza, contiamo le vittime del patriarcato [... ] e poi tutto si ripete. Non possiamo limitarci a gesti simbolici come le panchine rosse. Serve un impegno costante”, spiega Parrinello >> in   Il 25 novembre un impegno collettivo per cambiare e dire no alla vittimizzazione secondaria articolo  del portale itacanotizie.it 
Infatti Per le operatrici antiviolenza il focus non è solo il supporto alle vittime, ma altresì una visione a 360° del problema: <<Chiediamo atti concreti. Serve una rete capillare di professionisti formati, medici, magistrati, avvocati, forze dell’ordine, per evitare la vittimizzazione secondaria, quando le donne vengono giudicate o non credute” continua Parrinello. Un caso emblematico citato dalla professionista, riguarda un padre condannato per violenza domestica considerato idoneo per l’affidamento condiviso dei figli. “Il Tribunale, basandosi su una relazione del Ctu, lo ha definito una persona perbene e accudente. Come possiamo accettare questo?>> domanda sempre la stessa Francesca Parrinello. Le varie associazioni  antifemminicidi  sottolineano la necessità di istituire tribunali specializzati con magistrati formati in materia di violenza di genere. Paesi come Spagna e Inghilterra hanno già adottato simili approcci con risultati concreti: la Spagna, in particolare, ha ridotto i casi di violenza del 20% grazie a riforme strutturali introdotte oltre un decennio fa. Altri punti fondanti l’importanza dell’educazione sentimentale nelle scuole per scardinare alla radice il problema in futuro. Tuttavia, in Italia, anche solo introdurre l’educazione sessuale rappresenta una sfida, così come parlare agli studenti di cultura LGBT+ o transgender.  Una questione critica per il nostro territorio spesso meta di sbarchi, è quella delle donne migranti vittime di discriminazioni multiple: La violenza che subiscono non è solo di genere, ma anche razzista, a partire dai Centri di permanenza per i rimpatri. La nostra politica non pratica l’accoglienza, ma il respingimento >> denuncia sempre la Parrinello. 
La vera sfida è far sì che questa consapevolezza non si limiti a un solo giorno all’anno. La lotta contro la violenza sulle donne  [ sia che  si usino termini come patriarcato , maschilismo, femminicidio , violenza del genere  ] deve essere un impegno costante, capace di lasciare un segno nelle aule di tribunale, nei governi e nelle scuole. Solo così potremo costruire una società più giusta e rispettosa per tutti\tutte\tuttə .



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