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10.12.21

quando una panchina rossa non è solo un simbolo pulicoscienza ed ipocrita .il caso MELEGNANO CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE. LARGO 25 NOVEMBRE E UNA PANCHINA PER SILVIA

 Ecco   come dicevo  dal titolo , uno dei casi  in  cui  le  anchine  rosse   non sono  solo  ipocrisia  e pulicoscienza  .

Infatti Il 27 novembre, a Melegnano ( città metropolitana di Milano ) , la via Giuseppina Biggiogero, una delle poche intitolate alle donne, si è colorata di rosso. 

da https://vitaminevaganti.com/2021/12/04/melegnano-contro-la-violenza-di-genere-largo-25-novembre-e-una-panchina-per-silvia/

Una folla di piumini, giacche e cappotti rossi, e tanti volti con la mascherina rossa, intorno alle 11, ha riempito la piazzetta antistante. I passanti curiosi e le persone affacciate alle finestre si chiedevano che cosa si stesse per celebrare. Si trattava dell’intitolazione del Largo 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e il femminicidio, patrocinata dal Comune di Melegnano e proposta congiuntamente dalla locale Banca del tempo e da Toponomastica femminile.

Malegnano contro la violenza di genere

Dopo i saluti di rito, alla presenza delle forze dell’ordine, ha preso la parola l’assessora Roberta Salvaderi, cui ha fatto seguito l’intervento del sindaco Rodolfo Bertoli. La presidente della Banca del tempo Teresa Bettinelli, con l’assessora Salvaderi, ha scoperto la targa. Dopo le note dell’inno d’Italia è stato letto un intervento, a nome di Toponomastica femminile e della Banca del tempo, che riportiamo nei suoi passaggi essenziali, richiamati in parte anche dai discorsi delle autorità.Oggi, intitolando questo Largo alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne, vogliamo in parte attuare le prescrizioni della Convenzione di Istanbul, che chiede un coinvolgimento attivo e coordinato delle istituzioni e delle associazioni nell’opera di sensibilizzazione della società su questo tema. Non dimentichiamo che Melegnano è già stata definita dal Consiglio comunale “Città contro il femminicidio” e che molto si può fare per sensibilizzare l’opinione pubblica melegnanese sul tema.

Panchina di Silvia

[....[
Abbiamo voluto che in Largo 25 novembre fosse presente la panchina di Silvia e oggi di Silvia, l’artista che l’ha realizzata, vi vogliamo parlare. Silvia era una ragazza problematica, che si era avvicinata alla Banca del tempo insieme alla sua mamma e vi aveva trovato conforto ed accoglienza. Raccontava di essere stata abusata all’età di 9 anni e questo aveva minato il suo equilibrio e l’aveva resa più fragile. Aveva frequentato il Liceo artistico “Piazza” di Lodi ed era diventata molto brava, aveva una capacità manuale notevole e realizzava opere bellissime, ma non era mai riuscita a mantenersi un lavoro. Amava i gatti e viveva in una casa umile con la sua mamma. Con grande passione si era dedicata alla realizzazione di questa panchina, in occasione della Giornata del 25 novembre. Silvia era una giovane omosessuale, una persona non allineata e non omologata a questa società, le sue storie spesso finivano male e negli ultimi mesi della sua vita era stata ricoverata in psichiatria, dove aveva fatto coming out. Silvia si era affezionata alle donne della Banca del tempo, in particolare a una di loro che l’aveva fatta conoscere alla propria famiglia e di lei la ragazza era solita dire, con grande riconoscenza per quell’affetto insperato e che forse considerava immeritato, che questa persona era la sua seconda mamma. Silvia purtroppo non ce l’ha fatta, il peso della vita era troppo forte per lei e chissà quali ferite aveva prodotto sulla sua anima quell’abuso. Ha deciso di togliersi la vita il 5 giugno del 2018, gettandosi sotto un treno, alla stazione di Melegnano. La panchina di Silvia, che tutti e tutte potete vedere, era stata dapprima portata alla stazione, ma il posto era isolato e la posizione non rendeva giustizia all’artista autrice dell’opera. Adesso è qui, nel posto più giusto, in quel Largo 25 novembre che ricorda tutto il male fatto a Silvia e a tante altre donne.Vorremmo chiudere con una poesia molto significativa scritta per lei da una persona che l’aveva conosciuta:

Penso
al tuo sorriso timido che non si apriva,
a te che sei sempre stata così schiva,
alla tua dolce apparente insicurezza,
alla tua vita in tutta la sua durezza,
a ciò che avrebbe potuto essere e non è stato,
a perché la società, così credevi, ti ha scartato,
alla tua creatività che esprimeva il tuo travaglio,
ai tuoi pensieri e la tua mente con il bavaglio,
alle tue lotte interiori, ma, convinciti, tu eri sana,
al perché da sola hai deciso di startene lontana,
ma quando mi siedo sulla tua panchina,
ti vedo, sì, ti vedo, molto, molto vicina.

Il testo tratto da Uomini è ora di giocare senza falli  ( di  Tiziana  Ferrario   )  è stato letto dopo la Camminata silenziosa in ricordo delle vittime di femminicidio il 28 novembre in Piazza della Vittoria a Melegnano dall’attrice e regista Serena Cazzola, dopo la lettura dei nomi delle 109 vittime di femminicidio.


Ora  La strada da fare è ancora molto lunga perché è diretta verso il superamento di una disparità funzionale a una società patriarcale costruita nel corso dei secoli e che solo a livello culturale potrà essere scardinata. E i cambiamenti culturali sono molto lenti. Per realizzarli dobbiamo fare rete, tutti e tutte insieme, non solo tra donne, ma anche con quegli uomini che sono nostri alleati e che ci piace definire femministi. Ed è proprio a questi uomini che ci rivolgiamo, con le parole di una grande giornalista e scrittrice, Tiziana Ferrario: « Servono uomini nuovi, consapevoli che gli amori possono finire/servono uomini nuovi che non picchino le donne/ servono uomini nuovi che non stuprino le donne/ servono uomini nuovi che non uccidano la donna che li sta lasciando/ servono uomini nuovi che non scrivano parole di odio in rete contro le donne/ servono uomini nuovi che difendano una donna se è indipendente, libera, sicura delle proprie idee, coraggiosa, brava/ servono uomini nuovi che dicano no alla violenza contro le donne/ servono uomini nuovi che aiutino gli uomini violenti a cambiare/ servono uomini nuovi che non girino la testa dall’altra parte davanti a un’ingiustizia perpetrata ai danni di una donna/ servono uomini nuovi che non paghino per fare sesso con ragazze che potrebbero essere le loro figlie/ servono uomini nuovi che si chiedano chi sono quelle ragazze che si prostituiscono ai bordi delle strade/ servono uomini nuovi che denuncino chi riduce in schiavitù le donne/ servono uomini nuovi che non abbiano timore di esporsi quando vedono un molestatore in azione/ servono uomini nuovi che non giudichino una donna per come è vestita/ servono uomini nuovi che credano realmente nella parità in casa e nel lavoro/ servono uomini nuovi che condividano le responsabilità in casa/ servono uomini nuovi che non dicano: “Ma è lei che comanda a casa!” per giustificare il loro non fare niente/ servono uomini nuovi che ascoltino che cos’hanno da dire le donne/ servono uomini nuovi che non si sentano a disagio se le loro compagne guadagnano di più/ servono uomini nuovi che non chiedano alla madre dei loro figli di optare per il part time. Lo facciano loro!/ servono uomini nuovi che si sentano offesi quando una donna viene offesa,/ servono uomini nuovi che si dicano orgogliosi delle loro figlie/ servono uomini nuovi che restino a casa dal lavoro quando il figlio ha la febbre/ servono uomini nuovi che prendano il permesso di paternità quando nasce un figlio/ servono uomini nuovi che non facciano battute volgari sulle donne/ servono uomini nuovi che facciano rete con tutti gli altri uomini che la pensano come loro/ servono uomini nuovi che facciano crescere altri uomini nuovi/ servono uomini nuovi che non si vergognino di dire :”No, io non ci sto” quando si insultano le donne (che siano famose o sconosciute, che siano belle o brutte, che siano povere o ricche, che siano giovani o vecchie, che siano malate o in salute). Quando gli uomini vivranno la violazione di un diritto di una donna come la violazione di un loro diritto, solo allora le donne scopriranno di essere veramente libere ».  Infatti la violenza di genere, in tutte le sue forme, non si combatte solo :  dando maggiori finanziamenti alle Case rifugio o approvando ed   facendole   applicare     altrimenti e  come  non farle    e  finisce  come le grida  manzoniane    leggi come quella del Codice rosso  .,  ma   soprattutto  si   dovrebbe  combattere  soprattutto a livello culturale, organizzando nelle scuole corsi che insegnino ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze a riconoscere gli stereotipi e i pregiudizi, abituandoli a quei rapporti paritari che già le Madri Costituenti avevano intuito essere alla base di una società veramente democratica. Non bisogna avere paura di parlare della violenza di genere nelle classi, di aiutare le/gli studenti a riconoscerne i segnali prima che si verifichino, non considerare le riflessioni e i laboratori sugli stereotipi retorica o tempo sottratto ai programmi, come purtroppo a volte ci si sente dire, anche da alcune/i docenti. Oggi, intitolando questo Largo alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne,    gli amministratori   del  comune  sopracitato   hanno  voluto    in parte attuare le prescrizioni della Convenzione di Istanbul, che chiede un coinvolgimento attivo e coordinato delle istituzioni e delle associazioni nell’opera di sensibilizzazione della società su questo tema. Non dimentichiamo che Melegnano è già stata definita dal Consiglio comunale “Città contro il femminicidio” e che molto si può fare per sensibilizzare l’opinione pubblica  sul tema  e  non ridursi a  parlarne   solo  il 25  novembre  o 8  marzo    o peggio solo davanti all'ennesimo  omicidio  \  femminicidio  . Ma  soprattutto  ad  evitare   condanna   di serie   A  (  il caso di   Greta Beccaglia   ne  ho  parlato  qui in un precedente  post    ) e B  uno  dei tanti casi  femminicidio  o  di  violenza  sulle  donne  . Mi  fermo qui  perchè non so  che altro  aggiungere  


9.2.20

Bibiano se la destra strumentalizzava la sinistra getta fumo negli occhi

concordo     con quanto  ha  detto su  twitter




Ci si domanda perché un settimanale con una lunga storia di articoli e inchieste pubblichi un lavoro così.

Nulla di quello che viene riportato qui ha a che vedere con l'inchiesta della Procura di Reggio Emilia

E' solo una difesa dei servizi sociali sotto indagine. https://twitter.com/espressonline/status/1226045498487922688 
Ancora non c'è stato nessun processo, e gli indagati hanno il sacrosanto diritto di difendersi.

Ma qui ci sono chilometri di intercettazioni che tutti hanno sentito. E c'è una storia professionale di alcuni indagati che diverse inchieste giornalistiche stanno riportando a galla

infatti come ho già detto  retweetando    rilanciando    tale   intervento    sul mio twitter : « Mi sembra ad una prima lettura   dal web  »

 La piazza della Repubblica a Bibbiano, davanti al municipio, si raggiunge percorrendo in sequenza due strade alberate con case a tre piani, che si chiamano rispettivamente via Lenin e via Gramsci. La toponomastica è il sigillo sul passato rosso di questa terra. È in questa piazza anonima che Matteo Salvini ha chiuso la sua campagna elettorale per le regionali, nel pomeriggio glaciale del 23 gennaio: Bibbiano usato come una clava per distruggere le ambizioni del Pd, che qui e in tutta l’Emilia ha ereditato il potere dal Pci. Il paese medaglia d’oro per i 22 mesi di Resistenza, terra di asili e scuole celebrate come modello, diventato l’orrore fatto sistema. La patria dei demoni. Dominata dal “partito di Bibbiano” che qui comanda dall’alba della Repubblica.Bibbiano, la storia sconosciuta dei bambini abusatiL’Espresso è tornato a Bibbiano. Dopo la tempesta. Tornata la quiete, passate le elezioni, i comizi e le contromanifestazioni, restano loro: i bambini. Perché di certo in questa storia c’è solo la loro sofferenza. Sono loro le vittime, comunque vada a finire l’indagine. Vite già fragili, contese, abusate. E poi infrante dall’onda mediatica e dallo sciacallaggio politico. La propaganda che ha usato ogni mezzo, esibendo sui palchi dei comizi i loro drammi e le loro ferite. Ma Bibbiano è davvero un girone dell’inferno? È soltanto l’incarnazione di un sistema che per fame di profitto strappa i figli ai genitori biologici? O è anche un luogo in cui molti minori sono stati effettivamente abusati? Storie, per esempio, non conteggiate nell’inchiesta della procura di Reggio Emilia, che mira, invece, solo a dimostrare l’esistenza di un business sugli affidi.  [  ...   continua  qui  su   sul  sito  dell'espresso   ] 

Veleno. Una storia vera - Pablo Trincia - copertina
 «  una difesa a priori, il che  mi fa pensare che sotto ci sia molto ma molto di più e la paura che venga tutto a galla e davvero tanta. Ma allo stesso tempo un invito a non generalizzare  (  vedere    twitter   sotto   di  un  assistente  sociale  onesta  )   . leggerò  l'articolo    cartaceo    poi darò un giudizio globale »  Per il momento  m'attengo  a quello che dice  Pablo Trinca   la  cui  obbiettività   su tali vicende  sembra  essere  confermata   dall'inchiesta  " veleno  " (  l'antefatto  visto  che    alcuni protagonisti  sono gli stessi  dei fatti di Bibbiano  )    prima  in podcast    sul sito  di repubblica    e  poi  in  libro  dallo stesso  titolo   foto  a sinistra  ) . Inchieste di ottimo livello, forse il libro risulta un po' meno appassionante della versione audio (disponibile sul sito di repubblica), dove di possono sentire le registrazioni originali che risultano sicuramente più coinvolgenti, ma certamente Trincia riesce a trattare un caso di cronaca nera estremamente controverso in un modo tutto sommato molto delicato ed umano.
Concludo   con questo    twitter  tratto  dai suoi commenti

Non posso leggere l'articolo,ma sono un'assistente sociale e immagino la difesa autoreferenziale della categoria, la stessa che fa l'ordine professionale.Invece io la ringrazio per "Veleno",e insisto col dire che la miglior difesa del nostro lavoro è denunciare,non nascondere.


23.7.19

quanto fango ed strumentalizzazione sui fatti di Bibbiano e di ciui stiamo parlando fin troppo, e in maniera completamente sbagliata

L'immagine può contenere: testo

da  https://www.vice.com/it/article/5977m8/

Non è vero che non se ne parla, anzi: mentre le indagini sono ancora in corso, una vicenda tragica è diventato un meme della destra italiana tra bufale, striscioni e Laura Pausini.

Di Leonardo Bianchi
22 luglio 2019, 12:54pm
UNO STRISCIONE DI CASAPOUND SU BIBBIANO. FOTO VIA FACEBOOK/LUCA MARSELLA.
Di tanto in tanto accade che alcuni casi di cronaca diventino altro—storie gonfiate a dismisura che stravolgono i fatti concreti, clave con cui bastonare i propri avversari politici, ricettacoli di complotti e deliri, o direttamente dei meme.
Gli esempi più eclatanti degli ultimi anni sono sicuramente i due marò e il terremoto del centro Italia (incluso il destino dei terremotati), trasformati appunto in tormentoni anticipati dalla locuzione “e allora…” e seguiti dalla fatidica domanda: “perché non ne parlate?” L’ultimo riguarda senz’ombra di dubbio l’inchiesta “Angeli e demoni” della procura di Reggio Emilia, ossia “Bibbiano.”


L'immagine può contenere: testo
Solo qualche settimana fa, sempre qui su VICE, avevo evidenziato—in un articolo intitolato Il caso di Bibbiano è già grave così, non servono i complotti sul 'gender—come il dibattito fosse sul punto di deragliare tra strumentalizzazioni politiche, teorie del complotto e quant’altro. Bene: ora quel dibattito è proprio saltato in aria, rilasciando un livello di tossicità tale da far impallidire la zona di esclusione di Chernobyl.
Il tutto, meglio scriverlo subito, è avvenuto e sta avvenendo a inchiesta ancora in corso—e quindi nella fase preliminare di un procedimento giudiziario che si preannuncia lungo e tortuoso. Stando gli ultimi sviluppi, comunque, il numero complessivo di indagati si attesta su 29; a uno dei più discussi, il fondatore del centro Hansel e Gretel Claudio Foti, sono stati revocati gli arresti domiciliari. Giusto ieri invece si è saputo che il tribunale dei minori di Bologna sta ricontrollando settanta fascicoli, ben oltre i sei finiti nell’inchiesta dei carabinieri.
Di questi sviluppi giornali e televisioni ne hanno dato ampiamente conto; del resto l’hanno sempre fatto, fin dall’inizio. Si può tranquillamente dire che questo caso giudiziario sia uno dei più discussi e sviscerati dei tempi recenti. Eppure—nonostante le ricerche di “Bibbiano” su Google siano schizzate alle stelle—da più parti si è fatta strada la convinzione che sia in corso una specie di congiura del silenzio da parte di un’imprecisata “sinistra.”
Sui social, infatti, è un fioccare di immagini di politici e giornalisti impegnati a “stare muti”; mentre in televisione abbiamo potuto ammirare scene madri di conduttori che si lamentano—contorcendosi e piangendo, neanche fossimo in Quinto Potere di Sidney Lumet—di una presunta cortina fumogena su Bibbiano, parlando proprio di Bibbiano in una trasmissione in prima serata su Rete4.
La medesima convinzione non è però confinata (si fa per dire) a Mario Giordano o agli account con il tricolore nel nickname; questo fine settimana, anche Laura Pausini e Nek si sono lamentati della scarsa copertura mediatica data alla vicenda. Il secondo ha addirittura postato l’immagine di uno striscione di CasaPound, salvo poi dire che “non mi occupo di politica.” Entrambi sono stati poi ripresi da Matteo Salvini, che li ha elogiati e aggiunto: “Chi tace su Bibbiano è complice!”
Gli strepiti sugli inesistenti insabbiamenti si sono poi accompagnati a ogni tipo di fantasia morbosa sulla vicenda. Non sorprendentemente, su Bibbiano sono confluite bufale a profusione e teorie del complotto su fantomatici piani “gender” per scardinare la “famiglia naturale.”
Partiamo dalle prime. Nei giorni scorsi è girato molto il video—postato da un attivista del M5S—dell’allontanamento di un “bambino di Bibbiano,” accompagnato da questo status: “Mentre Salvini e Zingaretti pensano a distrarre la massa con i barconi, sentite ciò che avveniva ad uno dei bambini tolti dai genitori naturali.” In realtà, l’episodio non c’entra nulla con Bibbiano: risale al febbraio 2017 ed è avvenuto in Sardegna.
Per quanto riguarda i famigerati "complotti gender"—ricamati sull’orientamento sessuale di tre indagate—anche qui gli esempi si sprecano. Il 18 luglio, alla Camera dei Deputati è andato in scena il “Convegno sui figli sottratti” promosso dalla deputata di Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci e incentrato sul “progetto mondiale” per distruggere la famiglia, di cui Bibbiano è ovviamente un ingranaggio.
Particolarmente interessante il parterre dei relatori, tra cui spiccavano Armando Manocchia, “direttore” del sito bufalaro e xenofobo ImolaOggi; il criminologo Alessandro Meluzzi, noto per diffondere sistematicamente notizie false; e persone vicine alla onlus Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, emanazione diretta di Scientology in prima linea contro la psichiatria. Il CCDU, tra l’altro, era stato il primo a diffondere il video di cui sopra. 
Il medesimo giorno, a Ferrara e nel consiglio regionale dell’Emilia Romagna, Fratelli d’Italia ha presentato un’interpellanza che chiede di qualificare i genitori affidatari in base all’orientamento sessuale; nella pratica, si tratterebbe di una vera e propria schedatura. L’associazione Famiglie Arcobaleno ha definito questa iniziativa “apertamente discriminatoria,” poiché ha come finalità “quella di calpestare la dignità delle persone Lgbtq.”
Il partito di Giorgia Meloni non è certo l’unico ad aver cercato di fare all-in sul caso, e soprattutto sul coinvolgimento nell’inchiesta del sindaco del Partito Democratico Andrea Carletti—sebbene la sua posizione, come specificato dal procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini, non abbia nulla a che fare con l’affido dei minori.
A tal proposito Fratelli d’Italia è stato nettamente superato dal Movimento 5 Stelle, che ormai si è buttato a corpo morto su Bibbiano. In un’intervista al Corriere della Sera, il vicepremier Luigi Di Maio ha fatto sapere che il M5S “non farà mai alleanze con il partito di Bibbiano” (il Partito Democratico).
L’etichetta infamante di “partito di Bibbiano” è stata poi utilizzata in un video su Facebook, nel quale il ministro del lavoro è andato pure oltre: recuperando il dettaglio scabroso (e smentito) dell’elettroshock, e sostenendo che il PD si è messo a vendere i bambini e le bambine. 
In un post sul Blog delle Stelle, il M5S ha poi accusato il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti di “ridere” dello scandalo. La ciliegina sulla torta l’ha messa Alessandro Di Battista, con l’annuncio della pubblicazione di un libro su Bibbiano per la casa editrice Fazi (con cui collabora): va ricordato che non siamo nemmeno arrivati alla formulazione della richiesta di rinvio a giudizio, e forse un saggio è giusto un attimo prematuro.
Come ha fatto notare Arianna Ciccone in un post virale su Facebook, siamo di fronte a una modalità di propaganda davvero oscena e ipocrita. Oscena per l’accostamento generalizzato e improprio; e ipocrita perché—applicando la stessa logica—si dovrebbe imputare al M5S una donazione al centro Hansel e Gretel di Foti, nonché la difesa legale di una delle indagate da parte di Rossella Ognibene, ex candidata sindaco del partito a Reggio Emilia (dimessasi da poco).
Ma naturalmente non esiste alcun “Movimento di Bibbiano”; così come non esiste alcun “partito di Bibbiano.” 
Esiste invece una vicenda complessa, ancora in pieno svolgimento, che riguarda un tema delicatissimo e coinvolge dei minori. Un alto grado di cautela dovrebbe dunque essere d’obbligo, perché paradossalmente questo turbinio di propaganda e complottismo non fa altro che distogliere l’attenzione e generare caos.
L’inchiesta Veleno sul caso dei “Diavoli della Bassa modenese” ha dimostrato in maniera molto accurata e dolorosa le devastazioni che può causare un’ondata di panico morale, e quanto lavoro e impegno servono per smontarla. Non a caso, il giornalista Pablo Trincia ha invitato tutti quelli che “creano grande confusione per raccogliere consensi e ascolti”—e sono tanti, ma proprio tanti—a zittirsi un attimo, e soprattutto a studiare per non ripetere gli errori di vent’anni fa.
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29.12.17

domande agli amici e conoscenti della polizia e delle forze dell'ordine in generale perchè chi comette abusi viene promosso e chi li denuncia viene emarginato ?

leggendo  l'articolo     che  trovate  sotto  


Mi  chiedo   e  provo  a  girare la  domanda  (  anche  se  credo  che  sarà una delle tante  che    volano nel vento  e  che difficilmente  saranno raccolte     da  coloro  a  cui  è  rivolta o  da  qualche  spiritoso coraggioso  )   ad amici  \  che    ricoprono , o  hanno ricoperto , ruoli  non importa   quali   nelle forze dell'ordine    come  nel titolo : perchè  chi comette  abusi   viene   promosso  e   chi li denuncia viene emarginato ? come fanno a spportare e non  .... incavolarsi davanti a << [...] logiche interne della Ps sorprendono. Poliziotti che “hanno gettato discredito sull’intera nazione” non risulta abbiano subito sanzioni disciplinari e, scontata l’interdizione, rientrano ai piani nobili del corpo. Mentre funzionari che si sono macchiati di colpe assai meno infamanti subiscono durissime sanzioni. Vale la pensa ricordare il caso di Filippo Bertolami vicequestore romano che nella sua veste di sindacalista ha fatto denunce scomode sulla gestione della polizia, specie all’epoca di Gianni De Gennaro, Antonio Manganelli e Alessandro Pansa: sprechi, utilizzo di beni, promozioni di agenti condannati come quelli del G8. Poche settimane fa è stato sospeso per undici mesi complessivi perché non avrebbe stampato un documento e perché non si sarebbe recato nell’ufficio del superiore.>>
  la  news   è  questa


da


Dopo la nomina al vertice della Dia di Gilberto Caldarozzi, condannato a 3 anni e 8 mesi per i falsi verbali della scuola Diaz, a un altro dei condannati eccellenti per la “macelleria messicana” del G8, è stato affidato uno degli incarichi più prestigiosi della polizia italiana. Pietro Troiani, il vicequestore passato alla storia come l’uomo delle false molotov, il 21

L'immagine può contenere: spazio all'aperto
foto mia scattata nel  giugno 2016

dicembre è stato nominato dirigente del Coa, il Centro operativo autostrade di Roma e del Lazio: il più grande d’Italia. Come per Caldarozzi tecnicamente non si è trattata di una promozione. Troiani resta vicequestore proprio come Caldarozzi resta primo dirigente. Questa è stata la precisazione del Dipartimento di pubblica sicurezza dopo che Repubblica aveva pubblicato le critiche delle vittime e dei famigliari dei manifestanti massacrati di botte e arrestati con false prove nella scuola Diaz nel luglio 2001.

Ma è innegabile che i due incarichi, vice direttore dell’antimafia e dirigente del Coa di Roma della Polstrada, siano considerati “ruoli apicali” in seno alla stessa polizia.
Diverso sarebbe stato assegnare i due funzionari a uffici amministrativi, non di prima linea.
Invece, ancora una volta sembra essere totalmente inevasa la precisa indicazione dei giudici della Cedu (Corte europea dei diritti dell’uomo) che nelle condanne all’Italia per l’assenza, all’epoca, di una legge sulla tortura, chiedevano al nostro paese di provvedere anche al blocco delle carriere e sanzioanre i funzionari che coprirono i torturatori materiali di Diaz e Bolzaneto.
Pietro Troiani, all’epoca in servizio al reparto celere di Roma, ebbe un ruolo decisivo nella vergognosa operazione Diaz.

dal film  Diaz - Don't Clean Up This Blood 2012 diretto da Daniele Vicari ed incentrato sui fatti del G8 di Genova.
Sapeva che a bordo della sua jeep c’erano due molotov recuperate ore prima in corso Italia e ordinò al suo autista di portarle nella scuola mentre era in corso la perquisizione. Il sacchetto con le bottiglie incendiarie passò fra le mani dei massimi dirigenti della polizia italiana dell’epoca e venne alla fine sbandierato come la prova regina per l’arresto dei presunti black bloc.
Le logiche interne della Ps sorprendono. Poliziotti che “hanno gettato discredito sull’intera nazione” non risulta abbiano subito sanzioni disciplinari e, scontata l’interdizione, rientrano ai piani nobili del corpo. Mentre funzionari che si sono macchiati di colpe assai meno infamanti subiscono durissime sanzioni. Vale la pensa ricordare il caso


 di Filippo Bertolami vicequestore romano che nella sua veste di sindacalista ha fatto denunce scomode sulla gestione della polizia, specie all’epoca di Gianni De Gennaro, Antonio Manganelli e Alessandro Pansa: sprechi, utilizzo di beni, promozioni di agenti condannati come quelli del G8. Poche settimane fa è stato sospeso per undici mesi complessivi perché non avrebbe stampato un documento e perché non si sarebbe recato nell’ufficio del superiore.



21.9.14

bambini armati e disarmati in questa terra di uomini che soffrono e sperano

come  alcuni avranno individuato da una parte del titolo   del post  d'oggi   la  canzone  in sottofondo  \  colonna sonora   è bambini - paola turci    seguita  da  non insegnate ai bambini -  Giorgio Gaber 

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oggi raccontiamo due casi che riguardano i bambini L'uso distorto e pressapochista dei servizi sociali e tribunale dei minori , OVVIAMENTE SENZA GENERALIZZARE , perchè come dice una mia amica psicologa in una discussione su facebook : << ( ...) Grazie Giuseppe Scano per l interesse mostrato verso queste vicende, purtroppo una delle tante...nei bambini troppe dinamiche in evoluzione come le funzioni cognitive e meccanismi vari non consentono attendibilità verbale in campo giuridico..di fronte a fatti importanti e straordinari.. è per questo che si ricercano strumenti attendibili privi di interpretazione umana...in questo caso i test proiettivi (i disegni) che rientrano tra gli strumenti tecnici più utilizzati quando si ha a che fare con minori.
E  E di come gli animali possano nel caso di bambini \ adulti con problemi possano fungere anche da terapia . E non sono , come ingigantiscono i media la maggior parte delle volte pericolosi ed aggressivi .

Ma  andiamo con ordine iniziamo   da  quello allegro  

La  prima   è  la storia  di Iris  una bambina  autistica  di  4  anni  che   lotta  con la  sua malattia   grazie  al rapporto con un Gatto  
Essa  è  tratta   dal  sito   di repubblica  ecco da  dove    http://www.repubblica.it/esteri/2014/09/12/

Iris ha 4 anni e vive in un mondo colorato e sereno, fatto di arte, musica e amore. L'arte è quella dei suoi bellissimi dipinti, la musica è quella del violino che suona mentre guarda un'orchestra esibirsi su Youtube, l'amore è quello di due genitori attenti che, da un lato dedicano alla bambina tutte le cure che l'autismo richiede (le è stato diagnosticato nel 2011), dall'altro diffondono attraverso il web e i social network tutte le iniziative tese a migliorare la qualità della vita della figlia. E diventano così anche un punto di riferimento per altri genitori nella stessa situazione. 
L'ultimo entrato in casa Halmshaw, in Gran Bretagna, è un gatto di nome Thula, che da qualche mese fa compagnia a Iris. "Con lui - raccontano i genitori dalla pagina Facebook Iris Grace Paintings - Iris è migliorata molto: parla di più, è più aperta. Addirittura accetta di vestirsi più facilmente rispetto a prima. La bimba racconta a Thula le storie e le avventure che inventa con i suoi giochi, gioca a nascondino, spiega il procedimento dei suoi dipinti e il gatto, pazientemente, 


la segue in tutte le attività della sua giornata. La sera, poi, si addormentano insieme". Un'altra storia che conferma gli effetti positivi sull'autismo del rapporto tra uomo e animale. Di Iris Grace e dei suoi dipinti avevamo già parlato nel 2013, quando la famiglia, dopo la pubblicazione dei disegni su Facebook, aveva ricevuto tantissime richieste
                                    (a cura di Virginia Della Sala)

Nelle foto: Iris Grace con il suo gatto Thula     qui  per  non tediarvi e mancanza  di  tempo  ne  ho scelto due fra le più  toccanti le altre le  trovate qui sfogliando al  galleria  fotografica


La seconda  triste  e paradossale  è tratta  dall'unione  sarda del  18 e  del  20 settembre  2014   trovate  sotto  in png  fatto con  il cellulare e  il cattura   schermata    dalla versione  sfogliatore    free  per  30  secondi   e   dal cartaceo  con il  mio  cellulare    gli articoli  della  vicenda  ( e sotto un sunto  di quel poco   che  si trova  free   sulla pagina facebook e  sul sito    dell  giornale    )  
18.9.2014 

20.9.2014


E racconta   del dubbio  ( almeno per  ora  , ma non mancherò eventualmente  d'aggiornarvi   se  è possibile  )  intervento  del  tribunale  dei minori  . Speriamo  che  siano evitati  errori e traumi   come quelli del caso  di :  Carmela Frassanito    già affrontato in questo blog qui sotto sintetizzato 




e   di   questo caso di quei bambini tolti ai genitori e poi ridati dopo 6 anni lontano dall a famiglia , per uno semplice scarabocchio un po' osee gli insegnati , psicologi , e giudici che hanno creato tale 
sconquasso assolti . Ma  ora    andiamo alla storia  successa  a  Sestu ( paese  del cagliaritano )  


"Vivo da sola, mamma è fuori per lavoro"
A Sestu il dramma di una bimba di 9 anni


A nove anni vive da sola perché i genitori sono separati e la mamma a cui è affidata è fuori per lavoro. La scoperta è stata fatta dagli insegnanti.
«Vivo sola, mamma è partita per lavoro». La confidenza fatta da una bambina di nove anni all'insegnante ha fatto scattare l'intervento immediato di carabinieri e Servizi sociali. I primi accertamenti avrebbero confermato che in casa non c'era nessuno: la piccola nei giorni scorsi era sola perché la madre, cui è affidata da tempo, era nella Penisola per lavoro.
La vicenda, i cui particolari resteranno segreti per proteggere la serenità della minore, è accaduta a Sestu, ma sia i militari sia le scuole hanno mantenuto il più stretto e doveroso riserbo. Nessun fascicolo è stato ancora aperto in Procura con l'ipotesi di abbandono di minore, ma sulla vicenda si dovrà ora pronunciare il Tribunale.


Ora  pero  


"La bambina era sola soltanto la notte"
Tante famiglie pronte a ospitarla in casa.



La vicenda della bambina di Sestu: tre vicine di casa interrogate dai carabinieri.


Tante famiglie ronte a dare una mano o a ospitare la piccola di 9 anni rimasta a casa da sola perché la madre è costretta a spostarsi spesso per lavoro fuori dall'Isola. Una vera e propria mobilitazione a Sestu. Intanto i carabinieri hanno iniziato a sentire i primi testimoni. "Non è stata abbandonata", ha raccontato una vicina. "Al massimo è andata a casa a dormire. Ma c'era sempre qualcuno pronto".




Ora mi chiedo  ,  che  bisogno  c'è  di scomodare  per  una cosa   certo non bella  (  disinteresse del  padre , mancanza  di coordinamento dei genitori   separati , ecc  ) ma  non tanto  grave , quando  da parte delle maestre  bastava   accertarsi   se bambina  stava esagerando   \  sdrammatizzando la  situazione  e     verificare sentendo i  vicini  a  cui era  affidata  la  situazione  . E poi   ,  specialmente  al sud(   non è esempio  sono gli stazzi Galluresi )    , un esempio  e  quello  delle campagne   , dove  i genitori erano impegnati nell'orto o  nell'allevamento del bestiame   eppure  i bambini\e    stavano   sotto la  sorveglianza dei vicini o  fratelli  maggiori  .  Oppure   vedere  sotto  , alcuni interventi  ch mi trovano  d'accordo  , presi fra  i commenti  alla notizia  della   pagina fb dell'unione   sarda  





Aleevane Busu Siete tutti pronti a giudicare. . Mia madre stava fuori 12 h al gg.. perché lavorava la vedevo poco e niente ,mi aveva insegnato a cucinare e a prendermi cura di me stessa a 8 anni c era sempre qualcuno per me ma passavo molto tempo sola e quindi?? Se nn andava mi madre a lavorare per darmi da mangiare e pagarmi gli studi come avremmo fatto? ? Non poteva permettersi di pagare nessuno per guardarmi. . Eppure mi ha insegnato ugualmente i valori della vita e nn mi a ha fatto Mai mancare nulla e ora a 26 anni la posso solo ringraziare x quello che sono e per le responsabilità che mi ha fatto prendere anche se troppo presto. ...
Prima di giudicare bisogna sapere le cose perché questa povera donna può avere i soldi giusti per campare e a 9 anni ora come ora sono abbastanza svegli da poter stare soli qualche ora.. non muore nessuno.. I nostri nonni sono cresciuti guardando i propri fratelli dell'età di 6 anni,che i genitori lavoravano nei campi e li era peggio perché la scuola era quella che era e stavano in giro per le strade. .. quindi miei cari nn giudicate perché potrebbe succedere a chiunque di crescere dei figli soli e nn avere nessuno a cui affidarli. ...
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4 risposte



Caterina Locci bravi i vicini...dimostrazzione di grande cuore...ora spetta al sindaco...e al parroco...travare un lavoro...che possa far stare questa mamma vicino alla figlia....spero che i carabinieri facciano un ottimo...rapporto...affinchè..gli assistenti sociali non si mettano a rompere le balle...tanti in bocca al lupo a questa donna...e un grande abbraccio alla bimba...coraggiosa...
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9 risposte



Giorgio Ligas Leggo tanti/e SOLONI/E che giudicano la madre .... una donna costretta a spostarsi per lavorare e mandare avanti la famiglia e la figlia, in questi tempi duri e difficili, e che deve chiedere l'aiuto di amici e vicini ..... doveva rimanere senza lavoro e vivere nella miseria, mandando magari la figlia ad elemosinare come fanno i rom ? oppure dobbiamo chiederci come mai donne in difficoltà come questa NON hanno il dovuto supporto dalle istituzioni, che dovrebbero tutelare la famiglia in qualsiasi forma si presenti ed in qualsiasi modo !!
Mi piace · Rispondi · 39 · Ieri alle 9.26 · Modificato

3 risposte



Rita Piras E facile parlare....probabilmente chi giudica sono persone che hanno le spalle coperte....parlo per esperienza personale....separata quando mia figlia aveva 12 anni ho dovuto lasciarla spesso da sola la notte perché andavo a lavorare...o mi mantenevo o mi mantenevo...solo io e lei sappiamo i sacrifici che abbiamo fatto....prima di parlare mettetevi le scarpe di questa mamma e fatte gli stessi passi che ha fatto lei per vivere....tutti bravi sulle spalle altrui.....
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