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14.9.25

Corsa, fatica e record di maratone . Silvia Cancedda, 48enne di Carbonia«Ho iniziato a 40 anni, quante emozioni sulle strade di Sidney e New York»

 unione  sarda  14\9\2025


La sveglia, quasi ogni mattina, è alle 6. È attesa da almeno venti chilometri di corsa. Che ci sia pioggia o vento, afa o gelo, prima di calarsi nei panni dell’assicuratrice, mestiere che le dà da vivere, indossa quelli della maratoneta, passione che le nutre lo spirito. E che, benché non più ragazzina, l’ha proiettata nell’olimpo dilettantistico di una disciplina tanto antica quanto carica di suggestione: Silvia Cancedda, 48enne di Carbonia, è la prima atleta sarda ad aver conquistato il riconoscimento speciale: aver disputato le sette più importanti maratone al mondo. In Italia sono solo 28 donne ad aver raggiunto questo risultato.
L’ultima impresa
Pochi giorni fa ha corso la maratona di Sidney. In precedenza ha preso parte, giungendo sempre al nastro finale grosso modo dopo quattro ore di fatica estenuante, a quelle di New York, Tokyo, Boston, Londra, Berlino, Chicago. E al traguardo, ad attenderla, c’è sempre stata la bandiera dei quattro mori sventolata dal marito Danilo Pes. In sostanza ne ha corso una all’anno, dato che questa avventura atletica è iniziata con l’impresa di New York quando di anni ne aveva 40. Da allora, segue una filosofia: «Il tempo per me non conta: contano le emozioni che ti danno gli spettatori, gli scenari urbani che si attraversano, l’intimità del pensieri con cui si fanno i conti nelle lunghe ore della competizione».
Gli allenamenti
Levataccia all’alba, Silvia Cancedda si allena in prevalenza in città, negli impianti o sulla ciclabile che porta a San Giovanni Suergiu. II suo rapporto col lo sport non è stato immediato: «Ho iniziato attorno ai 20 anni con nuoto e corsa, poi attorno ai 40 la folgorazione per questa disciplina che è un lungo viaggio: inizia durante la preparazione atletica, che in sostanza si può considerare come la vera maratona, e finisce il giorno della gara per poi ripartire quando mi pongo nuovi obiettivi».
Le nuove sfide
Silvia Cancedda non si accontenta perché il limite delle sette maratone più rinomate al mondo potrebbe essere superato: «Si ipotizza a livello internazionale di includerne altre due, se la forma e la salute mi accompagnano ci sarò». Delle sette imprese, due le sono rimaste impresse: «L’ultima a Sidney – rivela – corsa dopo che per giorni ho dovuto fare i conti con la febbre ma ormai indietro non si tornava, e la prima sei anni fa a New York perché è stato l’esordio, è stata la più dura e per il fascino di quella metropoli».Silvia Cancedda non si è limitata a conservare per se stessa questa passione: ha fatto proselitismo: «Batti e ribatti ho convinto alcuni amici a lanciarsi in questa avventura e partiranno per la prossima maratona di New York: un altro pezzo di Sulcis alla conquista dell’America».

30.6.25

Ciclismo, professionisti battuti dall'amatore senza sponsor

Una  storia   di  fortuna e di grande sacrificio.  quella  di Filippo Conca un ciclista  " amatoriale " che
 è riuscito a vincere    una  gara di professionisti  .  E'  una  storia    particolare   in quanto agli sponsor   come  si sa    ci sono in ballo tanti soldi raccomandazioni che scelgono chi vogliono loro quindi si tenga la sua meritata vittoria e se ne ha voglia continui come ha fatto fino adesso se  sceglie     di entrare  in una squadra deve fare da gregario e deve seguire certe regole che a volte fanno male  .   E'sucesso  
a Gorizia   dove   a  vincere  tra lo stupore generale Filippo Conca, 26 anni, ex corridore
professionista con Lotto e Q'36.5 e oggi in maglia bianca, senza sponsor e con una sola scritta: Swatt Club, club amatoriale nato da un blog. Conca vince il campionato italiano professionisti a Gorizia battendo nettamente nella volata a cinque Alessandro Covi (Uae Emirates), Thomas Pesenti (formazione sviluppo della Soudal-Quick Step), Giovanni Aleotti (Red Bull-Bora) e l'altro compagno di squadra Mattia Gaffuri. A 10 Baroncini e a 11 Milan, protagonista di un grande forcing nel finale. Lo Swatt Club è un team lombardo e inizialmente era un semplice blog (solowattaggio). Nasce nel 2017 come formazione amatoriale con l'idea di dare una seconda possibilità a tutti i corridori over 23 anni scartati dalle grandi squadre e rimasti a piedi. Il regolamento lo prevede: il tricolore è aperto a tutti i corridori élite, cioè oltre 23 anni, per i quali esiste una speciale corsa vinta ieri da Alessandro Borgo. Siamo quindi alle comiche: sabato parte il Tour de France, con i nostri Jonathan Milan e Filippo Ganna alla ricerca di qualche acuto in terra francese che ci manca da 106 tappe (Vincenzo Nibali, Val Thorens, 27 luglio 2019), e ieri abbiamo vissuto una delle pagine ciclistiche nostrane più imbarazzanti di sempre. Un amatore che vince la maglia tricolore dei professionisti. L'uomo senza maglia, Filippo Conca, si veste di tricolore.
La sua maglia pulita, bianca e pura come la Swatt Club, formazione composta da atleti che il ciclismo ha accantonato, la coprirà con quella tricolore, che forse non mostrerà mai in nessuna corsa, perché attualmente il suo team professionistico non è. Una squadra fatta di isolati, che ieri ha mostrato in diretta tivù la sua forza e la forza di un movimento quello italiano - che non c'è più.

 come   dice 
 ROBERTO ZANOTTI
3 ore fa
Sì, ma evitiamo di raccontare frottole: ha vinto la gara battendo dei professionisti, su questo non ci piove! Definirlo semplicemente un "ciclista amatoriale", però, è estremamente riduttivo — e no, non stiamo parlando del classico amatore della domenica che intasa le statali in gruppo con la maglia della squadra del bar. Parliamo di un atleta vero, di alto livello, che semplicemente non fa parte di una squadra professionistica. E allora dov’è la notizia? Il punto non è che non sia un professionista, ma che non corre in nessuna squadra WorldTour o Professional italiana, eppure ha indossato la maglia bianca e ha vinto la gara. Questo dimostra che il suo livello non è affatto inferiore a quello di molti professionisti.




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