Non erano miserabili le lacrime della
ragazzina che ieri, nel campo profughi di Lesbo, s'è gettata ai piedi
del Pontefice. Non era miserabile la giovane donna che lo lavava col suo
pianto e lo asciugava coi capelli. Era però familiare; prendeva vita,
cioè, dai Vangeli, rendendo le narrazioni del catechismo potentemente
vere. Quella ragazzina era la peccatrice pentita della casa del fariseo;
una peccatrice, ecco, senza peccato, quindi intatta nel suo devastato
dolore; senza ritegno; nulla aveva da ritenere.
Ma l'innocenza disperata non è mai miserabile. Non lo è davanti al vecchio Cristo venuto dalla fine del mondo (lui pure, figlio d'immigrati). E la casa del fariseo, oggi, è quell'evocativa isola mediterranea. Terra di dei, di poeti, d'amori lesbici. Terra di frontiera divenuta sede del mondo, dove passa il Dio patriarca, ebraico, musulmano, cingalese. Terra d'Europa, di vera Europa, che non ha sede a Bruxelles, ma è nata principessa fenicia, rapita da Zeus, allevata alla democrazia, grembo dell'umanesimo. Serviva un Papa argentino per ricordarlo, per scuotere i farisei nascosti in noi, il cinismo di governanti che hanno schiacciato a terra le mille ragazzine di ieri e domani.
Lui, il vecchio Cristo, non sa ma capisce. Non ha altri compiti che questo, immane. Non sa, ma capisce le paure di noi vecchi farisei. Non può giustificare i muri, le cortine di ferro, i respingimenti. Ma capisce, capisce l'esasperazione, lo smarrimento, l'impotenza anche di chi vive di qua dal muro. Noi. E mentre li e ci capisce, invita a superarli. Non sa perché non è un politico: è molto, tragicamente di più. È il cristianesimo. Non il cristianesimo "crociato" dell'infingarda, criminale propaganda di Is/Daesh. Ma il cristianesimo autentico, senza aggettivi. La forza disarmata in grado di smascherare le menzogne di fanatici e affaristi. Ecco cosa risponde ai giornalisti: "Guerra e fame sono effetto dello sfruttamento. Io inviterei i trafficanti di armi, quelli che le procurano ai gruppi in Siria per esempio, a passare un giornata nel campo profughi che ho appena visitato a Lesbo. Credo che per loro sarebbe salutare".
Ingenuità gesuita. Quindi ossimoro. Il vecchio Cristo, questo, lo sa benissimo. I "trafficanti d'armi" sono innanzi tutto i governi occidentali e mediorientali ed egli sa, pur se tenuto a sperare il contrario, che visitare il campo profughi non toccherebbe minimamente il loro cuore. Ma può toccare il nostro.
È a noi, al nostro torpore che il vecchio Cristo parla. Vuol spingerci alla ribellione? Forse! Il cristianesimo è anche e soprattutto questo: ribellione. Mai accomodante. Quando accarezza, schiaffeggia. Assesta un salutare ceffone ai nostri muri interiori. E se preleva tre famiglie siriane di fede islamica, per portarle in Vaticano, sa e capisce. Scandalizza, divide. Sa e capisce che quelle famiglie sono prima di tutto donne, uomini e bambini. Sa e capisce che l'Islam non va temuto, e ospitando Osama, Wafa, Omar e Masa dimostra la blasfemia di Is/Daesh più di mille perorazioni. Lo fa assieme a due fratelli dal nome biblico, gli ortodossi Bartolomeo e Ieronimous. Volesse il cielo che crolli definitivamente anche l'altro muro, quello coi cristiani d'Oriente...
I riflettori adesso sono spenti. È tornato il sabato del silenzio. I muri e i pianti e le ginocchia piagate sono ancora lì. Ma chissà che qualche Maddalena, in noi, non smetta di pungolarci. E ci faccia correre ai sepolcri del mare, delle guerre, della speculazione assassina. Forse, un domani, ci sconterà un po' di mesi di purgatorio.
© Daniela Tuscano
Ma l'innocenza disperata non è mai miserabile. Non lo è davanti al vecchio Cristo venuto dalla fine del mondo (lui pure, figlio d'immigrati). E la casa del fariseo, oggi, è quell'evocativa isola mediterranea. Terra di dei, di poeti, d'amori lesbici. Terra di frontiera divenuta sede del mondo, dove passa il Dio patriarca, ebraico, musulmano, cingalese. Terra d'Europa, di vera Europa, che non ha sede a Bruxelles, ma è nata principessa fenicia, rapita da Zeus, allevata alla democrazia, grembo dell'umanesimo. Serviva un Papa argentino per ricordarlo, per scuotere i farisei nascosti in noi, il cinismo di governanti che hanno schiacciato a terra le mille ragazzine di ieri e domani.
Lui, il vecchio Cristo, non sa ma capisce. Non ha altri compiti che questo, immane. Non sa, ma capisce le paure di noi vecchi farisei. Non può giustificare i muri, le cortine di ferro, i respingimenti. Ma capisce, capisce l'esasperazione, lo smarrimento, l'impotenza anche di chi vive di qua dal muro. Noi. E mentre li e ci capisce, invita a superarli. Non sa perché non è un politico: è molto, tragicamente di più. È il cristianesimo. Non il cristianesimo "crociato" dell'infingarda, criminale propaganda di Is/Daesh. Ma il cristianesimo autentico, senza aggettivi. La forza disarmata in grado di smascherare le menzogne di fanatici e affaristi. Ecco cosa risponde ai giornalisti: "Guerra e fame sono effetto dello sfruttamento. Io inviterei i trafficanti di armi, quelli che le procurano ai gruppi in Siria per esempio, a passare un giornata nel campo profughi che ho appena visitato a Lesbo. Credo che per loro sarebbe salutare".
Ingenuità gesuita. Quindi ossimoro. Il vecchio Cristo, questo, lo sa benissimo. I "trafficanti d'armi" sono innanzi tutto i governi occidentali e mediorientali ed egli sa, pur se tenuto a sperare il contrario, che visitare il campo profughi non toccherebbe minimamente il loro cuore. Ma può toccare il nostro.
È a noi, al nostro torpore che il vecchio Cristo parla. Vuol spingerci alla ribellione? Forse! Il cristianesimo è anche e soprattutto questo: ribellione. Mai accomodante. Quando accarezza, schiaffeggia. Assesta un salutare ceffone ai nostri muri interiori. E se preleva tre famiglie siriane di fede islamica, per portarle in Vaticano, sa e capisce. Scandalizza, divide. Sa e capisce che quelle famiglie sono prima di tutto donne, uomini e bambini. Sa e capisce che l'Islam non va temuto, e ospitando Osama, Wafa, Omar e Masa dimostra la blasfemia di Is/Daesh più di mille perorazioni. Lo fa assieme a due fratelli dal nome biblico, gli ortodossi Bartolomeo e Ieronimous. Volesse il cielo che crolli definitivamente anche l'altro muro, quello coi cristiani d'Oriente...
I riflettori adesso sono spenti. È tornato il sabato del silenzio. I muri e i pianti e le ginocchia piagate sono ancora lì. Ma chissà che qualche Maddalena, in noi, non smetta di pungolarci. E ci faccia correre ai sepolcri del mare, delle guerre, della speculazione assassina. Forse, un domani, ci sconterà un po' di mesi di purgatorio.
© Daniela Tuscano