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23.7.14

rottura di un tabù e di un luogo comune anche i down si sposano la stria di Mauro& Marta i primi in Italia

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http://www.videomedica.org/videomedica/?p=11610
Consapevolezza senza pietismo per combattere la paura dell’handicap. Un messaggio importante ed ironico da parte di chi l’handicap lo vive dalla nascita. – intervista a DAVID “ZANZA” ANZALONE attore, autore, regista e, come recita la sua carta d’identità alla voce professione “Handicappato”


E'  proprio  vero  che in Italia  ( eccetto qualche malpancista )   è più  avanti  la  gente delle istituzioni Finalmente   si rompe  un tabù ed  una convenzione   consolidata  cioè che  per  sposarsi  si debba per  forza  di cose  essere  sani  . ma  purtroppo..... c'è  retrogusto amaro a  tutta  la  vicenda  ma  qualcuno gli aiuta  
Ma iniziamo  dal   lato bello  preso da  diverse pagine del web  ( non ricordo i  siti , ma come  già detto  nel  manifesti   e  faq  del  blog  ,  ripeto    se qualcuno\a   degli aventi diritto  o i loro rappresentanti legali  si  faccia avanti   e il post  sarà modificato  con le  aggiunte  o la cancellazione


L’amore non ha sesso, non ha età e nessun confine. La storia che nelle ultime ore sta appassionando tutta Italia ha come protagonisti Mauro e Marta, 40 anni lui, 30 anni lei, affetti dalla sindrome di Down che domenica 6 luglio nella chiesa di San Bonaventura al Palatino, a Roma, hanno coronato il loro sogno d’amore e si sono finalmente sposati ( scopri qui la proposta di matrimonio a una ragazza malata di tumore).A darne la notizia è stata L’AIPD Nazionale che si occupa persone affette da questa patologia aiutandole a vivere serenamente, conducendo una vita completamente normale e, tra le altre cose, segue i ragazzi nell’avventura della vita di coppia e della convivenza, aiutandole ad arrivare al fatidico “Sì”. Quello di Mauro e Marta è il primo caso assoluto di matrimonio tra persone Down in Italia all’interno dell’Associazione Italiana Persone Down, “ma non resterà l’unico: l’amore è democratico e sono molte le coppie che negli anni si sono formate” – ha dichiarato Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD, al Corriere della Sera ( guarda qui la foto degli sposi con un ciclone alle spalle ). “Da noi l’indipendenza è una conquista recente. Questi ragazzi e le loro famiglie hanno cominciato soltanto da poco a sperimentare percorsi di autonomia” sottolineando con orgoglio il risultato ottenuto dai due giovani e del cammino di felicità che hanno iniziato a percorrere insieme.Insieme da 10 anni, conviventi da tempo Mauro e Marta hanno fatto il grande passo sposandosi stabilendo in Italia il primato di coppia down sposata che fa parte dell'Associazione Italiana Persone Down. I due lavorano e hanno vissuto insieme a Casa Petunia, una casa famiglia a bassa assistenza per le persone affette dalla sindrome di Down.Le foto delle loro nozze hanno conquistato il web che si è congratulato con la coppia e ha augurato loro tanta felicità. PROGETTO DI VITA – Marta e Mauro, lei receptionist per Adecco lui impiegato all’Asl, si sono scambiati le fedi nuziali  dopo 10 anni di fidanzamento e dopo 4 anni di convivenza passati nella casa famiglia Petunia, progetto della Fondazione Italiana verso il Futuro: “Ci siamo conosciuti ad una festa di compleanno: prima è nata un’amicizia, poi lui si è dichiarato…” confessa Marta, “La cosa che più ci trasporta è la fiducia. Ci sappiamo sopportare, e se litighiamo troviamo un punto d’incontro. Da quando l’ho conosciuta ho avuto subito la voglia di creare il mio nucleo familiare” spiega Mauro.La coppia, prima ancora di decidere per il grande passo, aveva già raccontato la propria storia a XLove, programma di Italia 1 spin-off de Le Iene. Sul tema suggerisce  http://www.giornalettismo.com/  (  mi sembra  di ricordare  )  anche l’ottimo Hotel 6 Stelle, docu-fiction di Rai3 prodotta da Magnolia cui l’AIPD ha collaborato.Questa coppia felice, come tante se ne vedono il giorno del matrimonio, ha però segnato la storia del nostro paese.


20140714 74104 10492155 10152539348029841 4407641787110 478x289 Mauro e Marta sposi: sono i primi in Italia… ecco perché





le foto sono prese da http://www.direttanews.it/2014/07/14/







il lato brutto della cosa è  che  Mauro e Marta non avevano programmato di vivere la loro nuova vita a “Casa Petunia”.

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Mauro e Marta non avevano programmato di vivere la loro nuova vita a “Casa Petunia”. La sua indisponibilità è diventata un problema perché fino a ora non sono riusciti a trovare un appartamento in affitto. “Molti proprietari - sottolinea l'Associazione persone Down - si rifiutano di affittare quando sanno che nella casa vivranno persone con disabilità”. La conferma viene dai genitori di Marta: “Non chiediamo un servizio gratuito da parte delle istituzioni – hanno dichiarato – ma ci piacerebbe che i nostri figli potessero trovare un'abitazione che abbia costi sostenibili per i loro stipendi e per il loro stile di vita”.Non esiste solo il “dopo di noi” (cioè il problema dell'organizzazione della vita dei disabili dopo la scomparsa dei genitori), ma esiste anche un “durante noi”, la possibilità di avere le stesse opportunità delle persone “normali”. Non è un problema da poco. In Italia, il 60 per cento delle persone Down ha superato i 18 anni di età e molte di loro, con qualche sostegno, sarebbero in grado di condurre una vita autonoma, in una casa.
Ma solo in pochissime realtà (a Pisa e a Venezia, per esempio) le Asl o gli istituti per le case popolari hanno reso disponibili delle abitazioni consentendo l'avvio di esperienze di preparazione alla vita indipendente. Casi isolati. “Il tema dell'abitare – commenta Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell'Aipd – ci interroga con urgenza e possiamo affrontarlo solo con creatività, individuando soluzioni con e per le persone Down, integrando professionisti e volontariato, valorizzando tutte le risorse possibili. Ci piacerebbe che qualche ente uscisse allo scoperto”.
Tanto più che in questi tempi di tagli al welfare, quando le risorse sono sempre più esigue, investire sull'autonomia significa dover ricorrere con meno intensità alle struttura assistenziali nel “dopo di noi” e, quindi, determinare risparmi notevoli per la collettività. Il lieto fine della storia di Mauro e Marta ci riguarda tutti.

ma  

A lanciare l'appello è stata Anna Contardi, la presidente dell'Aipd: “Il mercato pubblico e quello degli enti – ha detto – si attivino, per evitare di dover ricorrere ai privati. I quali in questi casi nutrono sempre molti dubbi perché recidere un contratto di affitto fatto a persone che presentano disabilità risulta più complesso. La storia di Mauro e Marta – ha continuato .- non è una storia eccezionale. E potrebbe spianare la strada a tante persone che un giorno si troveranno nella loro stessa situazione”.

L'Aipd propone una soluzione di buon senso: che gli enti proprietari di un patrimonio immobiliare ricavino dagli stabili in disuso soluzioni di 'sperimentazione abitativa'. Pieno il sostegno della trasmissione Baobab che ha messo a disposizione la propria mail (baobab@rai.it) per chiunque voglia offrire un contratto d'affitto ai due giovani.Ad aggravare il problema di Mauro e Marta, una delle tante conseguenze dei tagli al welfare. Infatti la casa-famiglia dove nel 2012 avevano cominciato a convivere, dopo un fidanzamento durato otto anni, non può garantire più il servizio. Non c'è quindi una soluzione-ponte in attesa dell'arrivo di un contratto d'affitto, a parte il ritorno nelle case di famiglia. Dove, ovviamente, sarebbero accolti a braccia aperte. Ma sono gli stessi genitori a sostenerli nel loro percorso di autonomia. “Ci piacerebbe – ha dichiarato la madre di Marta - che i nostri figli potessero trovare un'abitazione che abbia costi sostenibili per i loro stipendi e per il loro stile di vita”.

19.2.13

anche i boia posso cambiare idea Jerry Givens: storia di un boia che ha mollato davvero ed è+ passato agli abolizionisti

Dopo aver  letto  su  Rsera edizione  delle  19 di repubblica.it  d'oggi   (  gratis  fino   fine marzo ) ma  , [sic ]  of  cute&past , ma  grazie  al cattura  scheramata  sono riuscita  a salvcare  le foto che trovate  sotto , la  storia   cdi  Jerry Givens he  riporto sotto presa  d'altri siti   mi sono meravigliato . Infatti credevo  che certe cose , in un paese  forcaiolo   che  ha  ancora oltre   ( anche  se  in  diminuzione  ) la pena  capitale    fra  gli emendamenti   l'uso libero delle  armi ,   avvenissero solo nella  letteratura  e nel cinema  ( 1 2 )

invece .....
ecco la  storia  sia  in sintesi  ( per chi non ha  tempo  o voglia  di leggere  tutto  l'articolo  )  attraverso  questo video  di rainews24



  sia  qui sotto   con   news  prese  da



Usa, "io, ex boia, oggi lotto contro la pena di morte"

Jerry Givens ha eseguito 62 condanne a morte. Oggi, dopo 17 anni di lavoro, è uno dei più appassionati oppositori della pena di morte. La sua storia raccontata dal Washington Post

di Redazione 17/02/2013


Per ben 17 anni Jerry Givens è stato il boia del braccio della morte in Virginia. Ha eseguito 62 condanne a morte, 37 con la sedia elettrica e 25 con l'iniezione letale. Per anni, anche grazie al ricordo di un brutale omicidio di cui era stato testimone, Givens non ha mai avuto dubbi sul suo lavoro. Ma ora è diventato uno dei più appassionati oppositori della pena di morte.La sua storia, raccontata dal Washington Post, è esemplare di come l'opinione pubblica stia cambiando, in Virginia e negli Stati Uniti.Ex operaio poi diventato secondino, e infine "executioner", Givens aveva una sua routine. Rasava la testa del ondannato, chiedeva ai Dio di perdonarlo per i suoi delitti, infine lo legava sulla sedia elettrica. Poi cercava di farsi un vuoto nella mente e azionava l'elettricità."Dopo non ti senti certo felice, pensi alla famiglia del condannato e a quella delle vittime", racconta l'ex boia.Per anni Givens si era sentito nel giusto. Quando aveva 14 anni, un uomo armato aveva fatto irruzione ad una festa e aveva sparato all'impazzata, uccidendo una ragazzina che gli piaceva. Allora aveva pensato che quell'uomo meritava la morte. E questo pensiero lo aveva sostenuto anni dopo nel suo lavoro di boia. Nel 1993, però, un uomo condannato a morte in Virginia per un delitto brutale, l'omicidio e lo stupro di una giovane madre, fu scagionato completamente dal test del Dna. E Givens cominciò ad avere i primi dubbi.
 Nel 1999, fu condannato a quattro anni di carcere con l'accusa di aver comprato un'automobile con i proventi di una vendita di droga. Givens continua a dirsi innocente da quella accusa, ma la prigione fu per lui un punto di svolta. Lesse molto la Bibbia e approfondì la sua fede battista.
"Pensai alla crocifissione e mi chiesi se avrei mai potuto essere io a mettere a morte Gesù". Così decise che il suo ex mestiere di boia non era compatibile con la sua fede.

30.5.11

Nord

Amministrative: il centrosinistra vince quasi dappertutto


E' anche centro, anche Sud. Napoli, per esempio. Però lasciatemelo godere, adesso, il Nord. Lasciatemi amare Milano. Il "mio" Milano (al maschile, come usava tra gli antichi abitanti).

Lasciatemelo amare da oriunda. Da una che ci è piovuta a caso, e non sa come. Mica facile, da amare, questo Milano. Lasciatemelo amare con le sue guglie d'oro antico, carolingio, squillante e rasserenato. Oro di guazza e di cieli meno ingombri.

Adesso lasciatemelo solo amare. Forse per la prima volta, da quando ero bambina, accompagnata da mio padre in piazza Duomo a comprare il settimanale "Il Milanese" e a sostare al Camparino. Io ero scura e mediterranea, poi ne sono seguiti altri, più scuri e mediterranei di me.

Sarebbe sbagliato affermare che "ha vinto Pisapia". E, forse, nemmeno (solo) la sinistra, com'è accaduto a Napoli e altrove. Un pochino, abbiamo vinto noi. Un pochino. L'inizio. Laura, Roberto P., Miriam, Rita, Giovanna e tanti altri, quel programma l'hanno stilato insieme, per la prima volta hanno assaggiato quella democrazia partecipativa propugnata per anni dagli umanisti.
Nell'elaborazione grafica, la Madonnina "arancione", colore dei sostenitori di Pisapia in questa tornata elettorale.

Nell'elaborazione grafica, la Madonnina "arancione", colore dei sostenitori di Pisapia in questa tornata elettorale.

Hanno già vinto, perché un barlume d'arcobaleno è per noi fierezza e vento. Ci ha commosso, Giovanna, la scorsa settimana, quando l'abbiamo udita affermare: "Per me Pisapia è anche una persona buona. La bontà non dovrebbe essere una categoria politica. Ma non mi vergogno a menzionarla. Perché in tutti questi anni, siamo stati governati dalla cattiveria". Cattiveria verso le minoranze, i diritti civili, i deboli, gli sconfitti, ma anche e soprattutto, semplicemente, i cittadini onesti. Nella legalità, nel rapporto con gli altri, nella diuturna resistenza nei confronti del "libero mercato" spersonalizzante e inumano.

Hanno vinto, con noi, Gina, Roberto, Luz: amici vissuti solo nella speranza, amici scomparsi nella fede, aspettando un domani che non hanno fatto in tempo a vedere. Amici che hanno lasciato i loro corpi in un(a) Milano all'apparenza distratta, affaccendata e indifferente; amici annoverati tra i mille morti giovani, catalogati da una fredda burocrazia. Corpi sepolti, ma anime salve, che hanno creduto senza aver veduto.

Mi piace vedere Pisapia a Niguarda (cfr. la sottostante foto). Abito nelle immediate vicinanze di questa periferia. Proprio alle spalle del neosindaco si staglia la lapide di un'altra Gina: la Galeotti Bianchi, partigiana, femminista, nome di battaglia Lia. Poco più in là ha sede un teatro popolare, ricordo dei tempi in cui la cultura andava alla ricerca dei poveri, li prendeva a braccetto, li accomodava sulle panche di legno e... forniva loro gli strumenti per raccontar/si.

Anche questo è Nord. Qui noi viviamo. Qui, ci apprestiamo non al potere, ma alla voce.

13.2.11

Ci siamo!

Nota. Per un improvviso problema alla pagina web, il testo, i link e quasi tutti i video di questo post sono andati perduti. Mi limito, pertanto, a riportare l'appello dei collettivi femminili del Nord Milano per l'importante manifestazione di oggi, a favore della dignità delle donne, che si svolgerà in tutte le piazze italiane e anche straniere. La delegazione umanista non mancherà all'appuntamento.




In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, pccupandosi di figli, mariti, genitori anziani. Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che - va ricordato nel 150° dell'Unità d'Italia - hanno costruito la nazione democratica.

Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.

Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mète scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici. Questa mentalità e i comportamenti che ne derivno stanno inquinando la convivenza sociale e l'immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione. Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.
Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.
Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.
Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? E' il tempo per dimostrare amicizia verso le donne. Lo chiedono anche, fra le tantissime aderenti famose, suor Rita Giarretta e Ouejdane Mejri, ricercatrice tunisina da anni in Italia, che assicura: "Anche le donne immigrate manifesteranno con le italiane" .
In verità, una risposta degli uomini, tardiva, insufficiente, è comunque arrivata, come dimostra l'appello "al maschile" di "Repubblica" : ma la loro voce è ancora flebile, e, prossimamente, ne analizzeremo le cause.
appuntamento per le/i milanesi è in piazza Castello alle ore 14.30. Sappiamo fin d'ora che saremo numerosissime/i.

12.10.10

una via di mezzo fra scemo ed ingenuo

"La tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare,
gridando forte senza aver paura contando cento passi lungo la tua strada"
Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi! ''

 Oltre  un pezzo riportato sopra   tratto  dalla famosa  cento  passi dei Mcr   come   colonna  di sottofondo   sonora  d'oggi  ne  uso due  . La prima  è Geometrie  dell'anima     di Paolo fresu  di cui riporto  sotto il video  e con cui  le note dell'animo umano si sciolgono sulla melodia di questa incantevole e sublime melodia





la  seconda è  non  è tempo per  noi  di Ligabue    di cui    trovate   qui  un bellissimo  video   che non metto  onde  evitare  un troppo appesantimento nell'aprire  la pagina  del blog  a chi  ha  nel pc  poca ram  , con troppi video  nel  post

Ma Priam d'inizare  il post  d'oggi . è doveresa una precisazione
 N.B 
non metto i nomi e  d'essi sono   coperti  da  ***** (  chi già  causa di miei comportamenti inqualificabli e da  c... su facebook  lo sà ,  chi  non lo sà pazienza 
)   non per   censura  o d'autocensura  ,  ma perchè , chi  ha letto il manifesto del blog  e  le  faq  ( con relativi tag  d'aggiornamenti )  dvrebbe  saperlo  rispetto  è  uno dei cardini  dei questo  blog e  ( anche  se  non sempre  ci sono riuscito nel corso dela mia opera  d'arte  fin qui  realizzata  in quanto  consideravo questo  "  equazione  "  privato=pubblico privato=pubblico ) della mia pagina di Facebook (  in cui  i  post  del blog  vanno in automatico ), ma  soprattutto perchè  fa  parte del rispetto non fare  nomi e  cognomi  di persone  che non hai davanti o  metterle  alla berlina  ( cem spesso ho fatto nele pagine di facebook  ,  a scopo provocatorio  per  attirare loro  l'attenzione  e per  il motivo  sopracitato )   e  fanno  in  maniera  cannibale  i media  )    , metaforicamente parlando  , quando  non  sono o  diventate  ,  personaggi pubblci, oltre  che   problemi riguardanti la loro riservatezza  quella  che   ipocriticamente  il potere  chiama  privacy  
Lo sciocco non perdona e non dimentica. L’ingenuo perdona e dimentica. Il saggio perdona, ma non dimentica.(  proverbio cinese  )  
 foto   tratta  dala pagina    di facebook   un pò angelo e un pò diavolo


Dal proiverbio  sopra  riportato e  dalla prima  canzone  dela  colonna sonora  d'oggi   mi  è venuto  in mente    ed  ho trovato il coraggio per  parlare  di  una   tappa    del mio viaggio .
Prima  ero sciocco poi dopo i casi  di **** e ***** che usavo la come arma  contro  i torti  della vita   non il perddono , ma la vendetta  e  fotunatamanrre   che  sono diventat non violento (  altra tappa  del mio viaggio  ne  ho parlato nei post  precedenti  di questo  blog  , mi pare  se non erro nel  2006\7 )  altrimenti continuando cosi  sarei finito  come  la sto storia  in parte  vera    ma in maggior  parte  leggendaria  di  il bandito e campione     di  Costante  Girandego (  campione di ciclismo )  \ Sante Pollastri (  il bandito )    narrata  in vari  libri  e   nella  canzone     iL bandito ed il campione  e  ora  recentemente in un fiction tv . Poi mi son detto ma che c... sto facendo perchè mi creo rimorsi inutili . D'allora    dopo  oil male  che  ho fatto  ad   ******   e recentemente  a  ******* mi sto incamminando definitivamente , un percorso che avevo già iniziato prima dell'ultimo caso   ma che procedeva a tentoni , e ora procede rettilineo nella mia  strada fatta di curve ( perchè la retta  via  è per chi ha fretta  come dice  una famosa  canzone    contemnuta  nel ll'ultimo cd tabula rasa elettrificata   degli ex Csi  )  fatta di cadute e riprese , fino a farmi diventare  almeno per  ora  poi chi sà ,dato che  l'opera  d'arte \  bviaggio  si  sà quando inizia   ma non quando  finisce  una via di mezo tra l'ingenuo e il saggio . Adessoi la prossiam tappa e la saggezza . Ma per il momento , meglio  , uan via di mezzo in quanto gli antichi dicono In medio stat virtus In altre parole è il proverbio il meglio è nemico del bene  soprattutto da me  che cerco ancora  perdonatemi l'ultima citazione   musicale   ancora  una canzone di Ligabue   una  vita  da mendiano 


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...