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Visualizzazione dei post con l'etichetta veri italiani

Lucio Dalla, la vita che finisce

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Come mi son sentita povera, non appena mi è giunta la notizia della morte di Lucio Dalla. Quasi vicina a quel fatidico 4 marzo. È solo il primo. Morte? Impossibile. Uno scherzo del web, abbiamo subito ipotizzato, ormai assuefatti alla banalizzazione d’un evento divenuto anch’esso liquido, evanescente, irreale. “È la vita che finisce, ma lui non ci pensò poi tanto”, cantava Lucio in quello che è considerato il suo capolavoro assoluto, Caruso . La tragedia contemporanea consiste appunto in questo: nel non pensarci poi tanto. Ma la morte giunge, radicalmente grave, incredibilmente volatile: prende e rapisce, lasciandoci dentro un pesante vuoto. Il vuoto del rammarico, del rimpianto. Dell’inafferrabile. Ma Lucio era così cattolico. E da cattolico, per lui, non era la morte a giungere, ma la vita a finire; e, come il suo Caruso, non ci pensava poi tanto perché aveva molto amato. Perché la vita naturalmente e ovviamente finiva, e finisce così, per tutti noi, per ognuno di noi.

Liberate Rossella Urru!

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Rossella Urru , 29 anni, volontaria italiana e rappresentate del Comitato Internazionale Sviluppo dei popoli (CISP), operava in Algeria, nei campi profughi Saharawi, per portare aiuto alla popolazione, in particolare ai bambini. Nella notte tra il 22 e 23 ottobre 2011, mentre cenava con alcuni colleghi spagnoli ( Ainhoa Fernandez de Rincon dell 'Associazione amici del popolo Saharawi e Enric Gonyalons , dell'organizzazione Mundobat) è stata prelevata da terroristi islamisti e di lei si son perse le tracce. Oggi, 29 febbraio, i blogger si dànno appuntamento sul web per ricordare Rossella e altri nostri connazionali rapiti: Maria Sandra Mariani , Giovanni Lo Porto , Franco Molinara , Valerio Longo , Letterio La Maestra , Agostino Musumeci , Valentino Longo , Daniele Grasso e Carmelo Sortino [lista delle adesioni nel blog di Sabrina Ancarola, http:// sabrinaancarola.blogspot.co m/ ] . Chiediamo di supportare l'iniziativa condividendo e commentando i post in r

Aria di neve

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(Foto di Cosimo Palazzo)  È una Milano antica, una Milano da neve, da tazzinetta benefica, quella che vediamo in questi giorni. Una Milano che ascolta il suo cuore, che il cuore lo porge in Mano. Una Milano lenta, uggiosa, bianca, ingolfata. Ma pure così nuova, multicolore, brulicante di volti e storie. È la Milano dei "mezzanini" delle metropolitane, trasformati dal Comune in luoghi di accoglienza per senzatetto e poveri di ogni provenienza. È una Milano con tratti da reduce, paziente nella ricostruzione. Il calore nel gelo. I poveri espongono sé stessi, rallentano la frenesia delle mattine, ci mettono di fronte al nostro sorriso. È una Milano quasi da preghiera, solidale nel dolore. Linda.

Ingrata patria...

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Nessun ricordo ufficiale per il volontario sardo-ligure che ha donato la vita per salvarne altre Per Lui, SANDRO USAI, nessuna diretta televisiva... solo: Sul coperchio un mazzo di piccole orchidee e le lacrime della moglie Elena, che non ha abbandonato un istante la bara... è quello che capita spesso ai "veri eroi"... (Domenico Savino)

Un vescovo-madre

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Dopo nove anni di episcopato, il card. Tettamanzi lascia la Cattedra ambrosiana A Bresso, dietro il Parco Rivolta, al confine con la strada, si trova uno spazio vuoto, in marmo bianco, circondato da un cancelletto. Un rettangolo dalle linee severe eppur addolcite dalle dimensioni domestiche, dal colore stesso, candido, certo, ma tenue, e leggermente venato di rosa. È un limite sospeso, che presto sarà occupato da un monumento. Ai caduti? alle donne del Risorgimento? Ancora lo ignoriamo. Tettamanzi festeggiato dai fedeli della Valbiandino. Sotto: con Madre Maria Vittoria Longhitano, parroca della Chiesa veterocattolica ambrosiana ; in basso: in mezzo ai Rom del Triboniano. Mentre, ieri, costeggiavo quell’opera in divenire, ricordavo l’ingresso a Milano del cardinale Tettamanzi, la difficile eredità che si accingeva a raccogliere. Ricordo quella partenza a piedi da Renate, la sua città natale, immersa nella Brianza lussureggiante e devota: terra di parroci, di oratori, di processioni. Al

Nord

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Amministrative: il centrosinistra vince quasi dappertutto E' anche centro, anche Sud. Napoli, per esempio. Però lasciatemelo godere, adesso, il Nord. Lasciatemi amare Milano. Il "mio" Milano (al maschile, come usava tra gli antichi abitanti). Lasciatemelo amare da oriunda . Da una che ci è piovuta a caso, e non sa come. Mica facile, da amare, questo Milano. Lasciatemelo amare con le sue guglie d'oro antico, carolingio, squillante e rasserenato. Oro di guazza e di cieli meno ingombri. Adesso lasciatemelo solo amare. Forse per la prima volta, da quando ero bambina, accompagnata da mio padre in piazza Duomo a comprare il settimanale "Il Milanese" e a sostare al Camparino. Io ero scura e mediterranea, poi ne sono seguiti altri, più scuri e mediterranei di me. Sarebbe sbagliato affermare che "ha vinto Pisapia" . E, forse, nemmeno (solo) la sinistra, com'è accaduto a Napoli e altrove. Un pochino, abbiamo vinto noi. Un pochino. L&#

Nelle mani DI DIO...

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Il 15 e 16 maggio , a Milano , si terranno le elezioni amministrative . Tra i redattori del "manifesto dei cittadini" fatto redigere dal candidato Sindaco Giuliano Pisapia ad associazioni, gruppi, partiti e singole donne e uomini figura anche la giovane ricercatrice precaria Laura Di Dio , umanista, candidata al Consiglio comunale assieme ad altri amici, in corsa per il Consiglio di zona. La lotta potrebbe sembrare impari, data la feroce e dispendiosa campagna elettorale di Berlusconi, ma giungere al ballottaggio costituirebbe già un ottimo risultato. Tra i sostenitori dell'avv. Pisapia tutti i rappresentanto della Milano migliore, da Roberto Vecchioni (che terrà un concerto di chiusura venerdì 13 in piazza Duomo) a Benedetta Tobagi , figlia di Walter, agli eredi Ambrosoli , Rossa , Bachelet , vittime del terrorismo negli anni '70, a don Andrea Gallo e moltissimi altri. In bocca al lupo, futuro, in bocca al lupo, Laura. Milano vive in questi giorni uno straordinari

Giovine Italia

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"Esce di mano a lui che la vagheggia/prima che sia, a guisa di fanciulla/che piangendo e ridendo pargoleggia,/l'anima semplicetta che sa nulla,/salvo che, mossa da lieto fattore,/volentier torna a ciò che la trastulla" ( Purg. , XVI). Buon compleanno, Italia. Giovine Italia . Sei ancora come quella fanciulletta descritta da Marco Lombardo. Sei "un'anima sempl icetta che sa nulla" , e che "di picciol bene in pria sente sapore" , smarrendosi poi, come nel giardino dell'Eden dopo il peccato di conoscenza. Così, d'improvviso, prima ancora di diventare adulta, ti sei ritrovata vecchia, stanca, spogliata e sterile. "Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?" . Hai la Costituzione più bella del mondo, e per quella fame inesperta di vitalità diffusa e infantile permetti pure che la dileggino. E ne ridi, o te ne disinteressi esausta. I tuoi sono i peccati dell'inesperienza e dell'accidia, eppure la tua storia è antica. Culla d'

Mio padre, da giovane

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Il restauro di Miracolo a Milano non è solo una bella notizia. E' la restituzione di un'infanzia, un viaggio a ritroso in una sarabanda di specchi, insegne, cieli sabiani in cui s'accendono parole, smaglianti bianco e nero densi di luce e gioia. E' un ritorno a scabri arenili e a corpi accesi nel rovente sole dei tardi anni Quaranta. E' uno sguardo nelle nostre origini, uno scrutare nel segreto, nell'inviolabile. Perché in quel film, così antico e fulgente e straccione, ho visto mio padre . Anch'egli, come tanti, si trovava perso in quel marasma di ragazzetti dalle ginocchia sparute, che salutavano i poveri saliti al cielo a cavallo d'una scopa. Sopra il cielo finalmente vasto, e brilluccicante, in vortici e turbini di giocosa beatitudine. Chissà cosa pensava, allora. Niente; si lasciava trascinare sotto il suo baschetto floscio. Le baracche milanesi erano del tutto simili a quelle romane. Lui non abitava lì. Viveva, o meglio passava, in via Angelo Moss

Ci siamo!

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Nota . Per un improvviso problema alla pagina web, il testo, i link e quasi tutti i video di questo post sono andati perduti . Mi limito, pertanto, a riportare l'appello dei collettivi femminili del Nord Milano per l'importante manifestazione di oggi, a favore della dignit à delle donne, che si svolgerà in tutte le piazze italiane e anche straniere. La delegazione umanista non mancherà all'appuntamento. In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella p rofessione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, pccupandosi di figli, mariti, genitori anziani. Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della

Bella e perduta

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"Guarda Nissa" . Così mi spiegava nonna Santina ogni volta che a Sanremo, al termine di corso Imperatrice, c'imbattevamo nel monumento a Garibaldi . Non si trattava d'un refuso, "Nissa" era proprio l'antico nome della città che aveva dato i natali all'eroe, e che l'aveva inscritto nel destino: all'anagrafe del 1807 Peppino Garibaldi era infatti stato r egistrato come cittadino francese, per un complicato rito di cessioni e riacquisizioni attorno alle località portuali e frontaliere. Già straniero in patria, quindi, colui che sarebbe entrato nel mito, anzi, nell'agiografia civile e civica, uno dei rari "santi laici" del nostro Paese. Non poteva, d'altronde, andar diversamente per chi sarebbe stato definito "eroe dei Due Mondi" . Ma avrò modo in seguito di analizzare più approfonditamente la sua figura. Adesso, a pochi giorni dall'inizio delle celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia , voglio sofferm

Buon compleanno

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Oggi in tanti, a partire dai Presidenti della Repubblica e del Senato , sono impegnati a ricordare Bettino Craxi nel 10° anniversario della morte. Questo blog vuole invece ricordare Paolo Borsellino , martire della legalità e della democrazia, che oggi avrebbe compiuto 70 anni (e Rocco Chinnici 85). Non oso chieder loro perdono per l'oblio degli italiani. Mi limito alla vergogna. Infelice quel Paese che ha bisogno d'eroi, ma disgraziato quel Paese che sceglie eroi sbagliati.

Il Crocifisso: braccia aperte per ogni uomo

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Vi sottopongo un'altra interessante riflessione. In queste settimane noi pastori siamo stati più volte interrovati da cristiani e non cristiani sulla vicenda del Crocifisso. In molti siamo stati toccati dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che ne proibisce l'esposizione nelle aule scolastiche italiane perché sarebbe contraria al diritto dei genitori di educare i figli in linea con le loro convinzioni e per salvaguardare il pluralismo educativo di una società democratica. Ci pare opportuno offrire a tutti queste considerazioni: - Condividiamo le parole dei nostri vescovi e di tutti coloro che hanno espresso amarezza e perplessità sulla sentenza che ha colpito il segno che più rappresenta una grande tradizione, non solo religiosa, del Continente europeo. Con tale miopia come può l'Europa camminare? - Facciamo nostro l'invito del Papa ai cristiani di avere coraggio nell'esprimere la propria fede, anche nelle forme pubbliche: troppe volte è pavid

Sul limitare

"Sono nata il 21 a primavera" . E sullo straziante inganno di ieri, il crepuscolo di ieri, Alda Merini ha lasciato questo mondo. Perché ieri novembre ha voluto sorridere, inondando di sole la campagna lombarda. Non sembrava, non era, l'estate fredda dei morti, ma un tocco di rinascita. Questo clima così bislacco, che ormai muta pelle, e dipinge inquieti arcobaleni. E invece, semplicemente, lo spirito le stava preparando una casa degna. Una casa felice: debordante, come la felicità troppo invadente per quel fragile corpo. Quanto doveva arrabbiarsi, Alda Merini, nel sentir descrivere i matti come individui tristi. Lei lo era diventata, matta, dopo il primo parto, gravata dall'eccesso di vita che sentiva scoppiarle dentro. Il suo sguardo, infatti, non era né mesto né dolente. Era uno sguardo di gloria, di vette, di alture. Uno sguardo di viandante, di note orientali. Alda Merini ha segnato il limite di Dio. La vetta l'aveva ormai raggiunta, col passo cadenzato e pla

Il serpente antico

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L'ultima ingiuria, adesso, sarebbe definirla "donna con le palle" . L'ultimo, estremo affronto del paganesimo sessista a Roberta Serdoz e, con lei, a tutto il genere femminile. Negarne l'alterità, quindi la ragion d'essere. "Donna con le palle" : cioè coraggiosa, nobile, forte, determinata, razionale. Cioè, maschio . Una donna che dimostra le qualità elencate, secondo la vulgata pagano-sessista, non può appartenere a sé e al suo sesso. Sesso viene da "secare" , dividere, e il sesso femminile, per il paganesimo sessista, è di per sé divisione, mancanza. Peggio: nullità. Il paganesimo sessista procede per sottrazione, poiché teorizza l'esistenza d'un solo vero sesso, quello maschile. Il quale però, contrariamente all'etimologia del vocabolo, è esaltato a paradigma assoluto, parabola suprema, e divinizzata, dell'intera umanità. Relativo che diventa totalità. Per il paganesimo sessista nessuna donna possiede pertanto qualità p

Carlo delle città

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    Don Gnocchi era l'infanzia. Non l'infanzia mutilata, lacera e macilenta. L'infanzia, e basta. La mia, innanzi tutto, perché la sua figura mi ha accompagnata fin dai testi scolastici. Perché la via a lui dedicata, a Bresso, sorge sul limitare della grande metropoli, nella periferia ancora disadorna, brulla e ingrigita. Perché le immagini che lo ritraggono, già circonfuso di un'aura sfuggente, hanno qualcosa di fanciullesco. Lo sguardo. Completamente libero, trasparente, senza sopraccigli, sconfinato sulla fronte spaziosa e infinita.   L'infanzia dunque, e, conseguentemente, l'interezza. Nulla di dolciastro, di patetico, di limitato nell'operosità di questo prete lombardo, sottile come un giunco. Se oggi siamo giunti alla consapevolezza che il bambino è persona completa e intatta, lo dobbiamo in gran parte a lui. Non si limitava ad accogliere, come testimonia Vincenzo Russo che, prima di diventare uno stimato professionista, è stato ospite del sacerdote.

Carlo delle città

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Don Gnocchi era l'infanzia. Non l'infanzia mutilata, lacera e macilenta. L'infanzia, e basta. La mia, innanzi tutto, perché la sua figura mi ha accompagnata fin dai testi scolastici. Perché la via a lui dedicata, a Bresso, sorge sul limitare della grande metropoli, nella periferia ancora disadorna, brulla e ingrigita. Perché le immagini che lo ritraggono, già circonfuso di un'aura sfuggente, hanno qualcosa di fanciullesco. Lo sguardo. Completamente libero, trasparente, senza sopraccigli, sconfinato sulla fronte spaziosa e infinita. L'infanzia dunque, e, conseguentemente, l'interezza. Nulla di dolciastro, di patetico, di limitato nell'operosità di questo prete lombardo, sottile come un giunco. Se oggi siamo giunti alla consapevolezza che il bambino è persona completa e intatta, lo dobbiamo in gran parte a lui. Non si limitava ad accogliere, come testimonia Vincenzo Russo che, prima di diventare uno stimato professionista, è stato ospite del sacerdote. Lui v

Pat Patfoort a Milano, tre giorni dedicati alla nonviolenza

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    Dopo qualche anno di assenza l’antropologa belga, e mediatrice a livello internazionale nel campo della Trasformazione e della Gestione Nonviolenta del Conflitto, torna a Milano per presentarci e farci sperimentare il suo metodo. L’iniziativa è promossa nel contesto della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza che sta attraversando il globo. Il 16 ottobre 2009 Pat Patfoort interviene insieme a Sofia Donato , Piero Giorgi e Federico Fioretto alla conferenza COSTRUIRE LA NONVIOLENZA , educare alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti nell’auditorium di viale Cà Granda a Niguarda. Pat ci spiega che la violenza, a tutti i livelli, si manifesta quando un punto di vista prevale sull’altro, nel sistema che lei definisce: “maggiore-minore” . E’ una condizione abituale e la maggior parte delle nostre risposte ricadono quasi inconsapevolmente in questo meccanismo. Piero Giorgi, laureato in biologia e co-fondatore del corso di laurea sulla pace presso l’Università del