Con un video sulla sua pagina Facebook la professoressa Giovanna Corrao, che insegna letteratura italiana e Filosofia a Palermo, bacchetta senza tanti giri di parole le famiglie dopo lo stupro di gruppo al
Foro Italico di Palermo da parte di giovanissimi. “Siamo un branco di falliti. I nostri figli stuprano le ragazzine! Quindi qualcosa è andato male nel nostro progetto genitoriale. Vi fate i fatti vostri e lasciati i figli davanti ai cellulari. Dovete controllare i vostri figli”. Il video ha già avuto oltre un milione di visualizzazione e decine di migliaia di like e di commenti.migliaia di like e di commenti. (QUI SOTTO IL SUO VIDEO INTEGRALE . SE NON LO TROVATE LO TROVATE qui su https://www.dcnews.it/)
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S'applica anche ( lo so benissimo ci sono passato ed ho superato \ lasciato alle spalle quella fase della mia pornodipendenza e maschilismo ) a quelli che cercano a tutti i costi anche a pagare il video delle stupro . infatti
Infatti da fruitore prima fisso ora ocassionale di pornografia lo rimuovero pornohub dalle mie ricerche e dei miei preferiti . Un conto è uno stupro simulato o BDm e simili ( fantasie
al limite con la depravazione che non condivido e non guardo neppure , non riesco a ...... ci siamo capiti🙄😛😜 ) che sono simulate e consensuali un altro è quello vero soprattutto quando ripreso . Ha aveva ragione il capitolo dedicato alla pornografia di ( trovate sotto a sinistra l'immagine della copertina ) economia canaglia di loretta Napoleoni . Infatti secondo quuest'articolo di https://www.telejato.it/cronaca/
Trentaquattro donne portano in tribunale la più nota piattaforma pornografica al mondo: nonostante già il titolo chiariva che la ragazza aveva solo tredici anni per mesi è rimasto online.
È la «piattaforma per adulti più sicura al mondo». Così diversi mesi fa due dirigenti della società che gestisce Pornhub, la più conosciuta piattaforma web al mondo di contenuti pornografici, definì il portale. L’inchiesta del New York Times aveva già avviato l’onda di indignazione e indagini su quanto viene quotidianamente, nel
silenzio interessato dei gestori, pubblicato e squarciato il velo di abusi e violenze. Anche pedofile. Ma tutto questo ai multimilionari detentori non sembrava interessare minimamente e hanno continuato ad esprimere arrogante sicumera.La stessa che li ha portati, davanti a nuove denunce e a possibili nuovi processi, a definire le recenti nuove accuse «false» ed «infondate». Parole che non scalfiscono minimamente, e non poteva essere altrimenti, la notizia proveniente dagli Stati Uniti di recente. Ovvero la denuncia da parte di 34 donne di quanto pubblicato, e mantenuto online almeno per mesi, video che le ritraevano mentre subivano stupri e abusi sessuali. Quattordici donne erano minorenni all’epoca dei crimini. Una ragazza, Serena Fleites, l’unica che non ha scelto di rimanere anonima, ha scoperto l’esistenza di un video in cui già il titolo chiariva la sua minore età. Tredici anni. Eppure è sempre rimasto online finché lei non l’ha scoperto e si è attivata per chiedere la rimozione. Che è avvenuta solo diverso tempo dopo.Gli avvocati delle trentaquattro donne hanno evidenziato che Mindgeek, la società proprietaria di Pornhub, è proprietaria di oltre cento piattaforme e case di produzione che ogni mese totalizzano almeno 3.5 miliardi di visualizzazioni.Il 14 giugno Andre Garcia, produttore della società «GirlsDoPorn», è stato condannato dal tribunale federale californiano a 20 anni di carcere. «Traffico di persone a fini di sfruttamento sessuale» l’accusa per cui è stato processato e condannato, perpetrato «tramite coercizione e frode». A dicembre dell’anno scorso quaranta donne, vittime dei traffici di «GirlsDoPorn», hanno denunciato che video in cui erano ritratte erano rimasti pubblicati online e promossi anche dopo la rivelazione che erano video di stupri. La piattaforma web al centro delle loro denunce era, ancora una volta, PornHub.Il 9 giugno Lauren Kaye Scott, ragazza 27enne al centro di un numero sterminato di video caricati su Pornhube, è stata trovata morta in un camper di Los Angeles. Secondo alcune fonti, ha riportato il New York Times, Kaye Scott stava lottando con alcune dipendenze, alcol e fentanyl, e stava cercando di uscire da un ambiente familiare difficile. «Lauren era il prodotto di una famiglia altamente disfunzionale che coinvolgeva droghe, alcol, abusi fisici, emotivi, verbali e sessuali», ha detto al Sun una zia. Sono innumerevoli le ragazze i cui video sono stati pubblicati su queste piattaforme, o diffusi tramite altri canali, che denunciano dopo anni traumi e devastazioni psicologiche. Inchieste giornalistiche, come quella del New York Times, hanno documentato come sono innumerevoli – probabilmente almeno diversi milioni – i video che concretizzano la più depravata e criminale «cultura dello stupro».Aggressioni a donne anche svenute, donne torturate, video di soffocamento, l’elenco è drammatico quanto vario. E di questi video migliaia se non milioni vedono al centro minori di qualsiasi età vittime di ogni abuso. Come denunciò Meter nei mesi scorsi esistono anche video in cui bambini sono stati stuprati da cani. Una «cultura dello stupro», l’oggettificazione più perversa e ripugnante possibile, che in Italia abbiamo visto anche per esempio nei più recenti casi divenuti noti di stupro. Nell’onda di rivittimizzazione secondaria e colpevolizzazione delle vittime, davanti il fatto che sul banco degli imputati sono finiti personaggi noti e loro familiari, emerge – silenziato in una vasta puzza di omertà e maschilismo – quanto gli uomini accusati hanno concretizzato quello che quotidianamente viene pubblicato su ogni piattaforma online pornografica odierna.ornHub è infestato da video di stupri. La piattaforma incassa ogni giorno quasi tre miliardi in pubblicità e lucra senza scrupolo su stupri di minori, revenge porn, video di telecamere che spiano donne sotto la doccia, video razzisti e di donne imprigionate rischiando il soffocamento in sacchetti di plastica. La denuncia è del premio Pulitzer Nicholas Kristof nell’articolo del New York Times che nel dicembre scorso ha squarciato il velo su cosa si nasconde dietro il fiorente business della più nota piattaforma pornografica al mondo. Tra le raccolte video scovate da Kristof alcune erano titolate «meno di 18 anni», «la migliore collezione di ragazze giovani» e «minorenni».«Pornhub è diventato il mio trafficante» ha dichiarato al New York Times una donna di nome Cali. La sua testimonianza è stata pubblicata nell’inchiesta che ha travolto PornHub nei mesi scorsi. Adottata in Cina era stata costretta a girare video pornografici dai 9 anni. Video publicati anche su PornHub. «Vengo ancora venduta, anche se sono cinque anni fuori da quella vita» ha denunciato al New York Times Cali. La ragazza ha oggi 23 anni, è una studentessa di Giurisprudenza eppure quei video esistono ancora: «Potrei avere 40 anni con otto figli» ma quei video potrebbero ancora essere pubblici.
«Hanno fatto soldi con il mio dolore e la mia sofferenza» la testimonianza di una ragazza, Taylor. «Sono andata a scuola il giorno dopo e tutti guardavano i loro telefoni e me mentre camminavo lungo il corridoio» ha raccontando piangendo a Kristof.
La ragazza, riporta il giornalista, ha tentato due volte il suicidio per il trauma subito. «Stanno guadagnando soldi dal momento peggiore della mia vita, dal mio corpo» è la testimonianza di una ragazza colombiana, filmata quando aveva 16 anni. «Era una delle tante sopravvissute di Pornhub che mi hanno detto di aver pensato o tentato il suicidio – ha scritto nell’articolo Kristof – Negli ultimi giorni, mentre stavo completando questo articolo, sono stati pubblicati due nuovi video di ragazze in età prepuberale aggredite, insieme a un video di sesso di una ragazza di 15 anni che si è suicidata dopo essere finita online».«Sarà sempre online – le disperate parole di una ragazza britannica, i video che la ritraggono sono stati girati quando lei aveva 15 anni – Perché i miei video di quando avevo 15 anni e sono stata ricattata, pornografia infantile, vengono caricati continuamente? Non finirà mai, stanno ottenendo soldi dai nostri traumi». Jessica Shumway, vittima della schiavitù sessuale, è stata filmata e i video sono stati caricati da uno stupratore a pagamento.Guardate «il nostro dolore e non ve ne rendete conto; ma io, che sono entrata nel porno a 21 anni dopo 8 anni di abusi in casa, posso dirvelo: non ho mai conosciuto una modella porno felice. All’epoca avevo denunciato la donna che aveva abusato di me; non potevo credere che invece fui io a essere umiliata e allontanata dai miei amici e dalla mia famiglia, come una vergogna, come se io bambina non fossi stata la vittima – è la testimonianza di una ragazza pubblicata dal sito web di Fight the New Drug
e diffusa in Italia solo da una pagina facebook che si pone l’obiettivo di far conoscere i drammi dietro le donne vittime della schiavitù sessuale online In tribunale mostrarono ai giudici le foto dei miei genitali abusati, e per me fu un doppio trauma. Mi convinsi di essere così brutta da non poter venire mai accettata, non essere degna di amore; ma come tutti avevo bisogno di considerazione, l’abuso era la mia casa, e in qualche modo nel porno mi ero illusa di poter essere vista di nuovo come bella, guardata, e il mio trauma rivissuto controllato, sconfitto».«La violenza era la mia casa, ho vissuto con uomini violenti; prima di entrare nel porno convivevo con un uomo più grande di me che mi picchiò un giorno per quello che aveva letto nel mio diario. Come se mi fossi cercata io tutto questo – prosegue questa testimonianza – Pensavo di essere degna soltanto di quel mondo, e il porno bondage e poi quello sempre più estremo e violento fu quello in cui lavorai per anni. Ero giovane e completamente plagiata dalla violenza, e i miei abusatori dicevano di amarmi e di essere loro la mia vera famiglia: ora io a voi, che guardate altre ragazze che soffrono come me mentre girano quei film, vi chiedo se secondo voi una vera famiglia farebbe soldi sulla vostra sofferenza, e se voi vi ritenete degni di guardare negli occhi il vostro partner e i vostri figli se poi godete in solitudine guardando altri figli che vengono violentati e distrutti. Se per voi vedere vostra figlia tra feci e urine, ingabbiata in un water, picchiata con lividi che ci mettono mesi a guarire, soffocata quasi alla morte con sacchetti di plastica, se è questo che vi fa godere guardatevi allo specchio e pensate ai mostri che siete. Perchè se non vi fate nemmeno un paio di domande su come fa un essere umano a ridursi in quel modo se non avendo conosciuto violenza fin da un’infanzia che nemmeno voi avreste mai voluto subire, allora siete mostri tanto quanto quelli che mi hanno torturata per anni. E sì, perchè guardarmi sullo schermo mi aveva convinta che il mio unico valore come essere umano consisteva nel livello di piacere sessuale che potevo dare a un altro, qualsiasi fosse il costo per me stessa. Mi ero offerta perchè ero stata già rapita dalla tossicità del mio passato».
In una tv non a pagamento ; sempre pi§ monotona e noiosa ; ho visto in dvd ( chiamatemi pure utopista e antico che ancora , anziché usare la rete si vede i film a noleggio , ma io ..... ne riparlaremo prossimamente altrimenti vado OT e rischierei d'annoiarvi
Un film niente male per essere debutto dietro la macchina da presa dell'attoreJoseph Gordon-Levittin un lungometraggiospigliato , divertente , ironico . Un modo ironico per affrontare il problema della dipendenza da pornografia. anche se il regista Gordon-Levitt lo smentisce affermando tramite il suo account Facebook che avrebbe cambiato il titolo da inDon Joncon la seguente motivazione:
« Ho deciso di cambiarlo principalmente perché così è corto e semplice, se mi conoscete sapete che sono un fan della brevità. Secondo, avevo l'impressione che il vecchio titolo facesse giungere certe persone a certe conclusioni troppo in fretta. Alcune persone credevano fosse un film sulla dipendenza dalla pornografia e dal sesso, ma non è così. Don Jon è una commedia su come gli uomini e le donne si trattano tra loro, e su come i media che consumiamo possono creare aspettative irrealistiche. La storia ruota attorno a un giovane uomo che guarda troppa pornografia e una giovane donna che guarda troppi film romantici. È un tema che trovo affascinante e divertente. »
(Joseph Gordon-Levitt)
Comunque sia io lo vedo come incentivo per spronarmi sempre più a liberarmi completamente dalla mia dipendenza ( usata principalmente come valvola di sfogo contro lo stress e ogni qual volta ottengo rifiuti dalle ragazze a cui chiedo d'uscire . Anche se ultimamente è ridotta solo ad internet , le riviste e i dvd ho smesso dalla pornografia . Inusuale, ironico , impertinente , intelligente ( l'espresso ) .
TRAILLER ORIGINALE
Trailer italiano ufficiale .
Aggira e smonta tutti i luoghi comuni , con sferzante ironica , della commedia romantica . infatti :<<
(....) Quello che però impedisce a Don Jon di sfociare nella commedia romantica è la ricerca di una struttura e di una regia diverse dal solito. Sebbene il film creda di essere molto più originale di quanto in realtà non sia (non solo l'esito è molto convenzionale ma anche i presupposti morali, una volta passata la presentazione iniziale, lo sono), è indubbiamente in grado di andare a spremere un po' di vitalità dalle solite messe in scena hollywoodiane.
InDon Jonsi ride molto e quasi mai per linee di dialogo, più per soluzioni di montaggio, per elementi di arredo o per la comparsa improvvisa di un'espressione su un volto. Giocando sul confine con il ridicolo sul quale vivono i personaggi che ha scelto di mettere in scena, Joseph Gordon-Levitt aggira le convenzioni della commedia sentimentale classica americana (quella che viene anche presa in giro in un film nel film che i protagonisti vanno a vedere al cinema, per il quale si sono prestati ad un cammeo Channing Tatum e Anne Hathaway) per arrivare alle medesime conclusioni rassicuranti e tradizionaliste.>> da www.ymovies.it(film/ )
Di solito tali generi di film , forse perchè la mia vecchia ne guarda parecchi , m'annoiano e mi fa sbadigliare , ma questo mi è piaciuto e divertito oltre a farmi riflettere e dato nuovi impulsi per smettere completamente .
Alcuni dei contenuti qui riportati potrebbero urtare la sensibilità di chi legge in quanto tratta di tematiche inerenti alla sfera sessuale. Sono argomenti che potrebbero urtare la tua sensibilità o essere inadatti per i minori di 14 \16 anni o per chi è sensibile a tali argomenti
INCHIESTA. Silvia, 21 anni, arriva a guadagnare 3000 euro al mese: «Lo fanno tantissime ragazze»«Nuda sul web per pagarmi gli sfizi»Universitaria cagliaritana racconta il mondo segreto delle cam-girlDi giorno studia e va all'università, di notte si spoglia a pagamento davanti a un pc. «Faccio l'imprenditrice di me stessa, così riesco a comprarmi vestiti di marca».Sul libretto universitario ha la media del "27" ed esami in regola. Si spoglia davanti alla webcam per comprare trucchi e vestiti di marca. "Che c'è di male?", chiede.
La storia è raccontata sull'Unione Sarda oggi 24 novembre 2013 ( trovate sotto l'articolo ) Ha per protagonista una studentessa universitaria che di notte, dopo aver dedicato la giornata allo studio e a frequentare le lezioni, si spoglia a pagamento per i clienti on line. Professione webcam girl. "E' come se facessi l'imprenditrice di me stessa - racconta - così riesco a comprarmi vestiti di marca. Non vedo cosa ci sia di male".
Un filo di trucco, jeans e scarpe da tennis alla moda. Libri sottobraccio e viavai quotidiano tra la biblioteca e le aule dell'università. Di giorno si confonde tra migliaia di ragazze alle prese con esami e lezioni, la notte mette via gli abiti della brava studentessa e si trasforma in un'abile mangiauomini, sfruttando le potenzialità infinite del web. Silvia (il nome è di fantasia) è cagliaritana e ha una bella media nel libretto, «del 27, con gli esami sono in regola». Lo dice con orgoglio, e con la stessa facilità con cui parla del suo lavoro da lucciola virtuale «più diffuso di quanto si pensi». Professione webcam girl, «non vedo cosa ci sia di male. Mica mi prostituisco. È come se facessi l'imprenditrice di me stessa».
I GUADAGNI I vestiti volano via davanti alla telecamerina installata sul pc: internet diventa la porta d'accesso al mondo del sesso virtuale e dei guadagni facili. Sguardo ammaliante, movenze sensuali e una spregiudicatezza che mette i brividi. L'obiettivo è solo uno: far durare lo “spettacolo” il più possibile. Perché più si è brave a tenere incollato il cliente allo schermo, più consistenti sono i guadagni. «Per la chat privata mi faccio pagare tre euro al minuto. Alcuni mesi riesco a raggiungere anche tremila euro, dipende da quanto tempo mi collego e dalle richieste che ricevo».
I CLIENTI Ventun anni appena compiuti e la vera identità nascosta con cura dietro la mascherina nera («i miei genitori sono convinti che faccia la promoter. Sono all'antica, ne morirebbero»). Il costume di scena lascia poco alla fantasia. Ma pure quello viene sfilato via per mettere in tasca qualche euro in più. Il tariffario cambia in base alle richieste. «Qualcuno vuole spettacoli particolari, in questo caso chiedo anche cento euro».
STUDENTESSE HARD Racconta di un mondo affollatissimo: «Ci sono tantissime studentesse che lo fanno, anche alcune mie colleghe». Qualcuna sceglie il guadagno facile per necessità, «una mia amica si mantiene da sola, il padre è disoccupato, la madre casalinga», per altre diventa una scelta di vita: «So di una ragazza laureata che non riesce a trovare lavoro. Anche lei fa la cam girl». Silvia ha mosso i primi passi in questa realtà un po' per curiosità un po' per togliersi gli sfizi senza curarsi troppo dell'etica: «Con i soldi che guadagno mi compro roba di marca. Qualche mese fa ho preso anche la macchina, di seconda mano». Non è difficile entrare nel mondo della prostituzione on line. Serve l'iscrizione a uno dei numerosissimi siti internet del settore. La caccia alle nuove leve da introdurre nel mercato del sesso virtuale è sempre aperta. Per far parte del giro il corpo deve diventare merce di scambio. I guadagni arrivano, ma, per quanto virtuale, non può non restare il sottofondo triste della prostituzione e della femminilità calpestata.
Sara Marci
Il sesso Voyeuristico ha ne ha atto dfi progressi infatti sempre dallo stesso giornale descrive com'era un tempo il sesso virtuale prima dell'arrivo d'internet
Il passatoIn principio fu l'1444 telefoni hot super costosi
Prima ancora dell'avvento del pc e di internet sono stati i telefoni tradizionali il canale preferenziale del sesso a pagamento. Bigodini tra i capelli, calzettoni di pile e magari tute in perfetto stile omino Michelin, a nessuno importava chi ci fosse all'altro capo della cornetta.
Era l'era degli 144, le linee erotiche nate sul finire degli anni Ottanta ed esplose in quelli Novanta. Rantoli ammiccanti, voci forzatamente suadenti e via libera alla fantasia più spinta. Anche in questo caso il compenso delle telefoniste hard dipendeva dalla loro abilità a intrattenere i clienti il più a lungo possibile. E loro, ammaliati da gemiti vari, solo al momento del pagamento della bolletta si rendevano conto di aver decisamente esagerato. I tempi son cambiati, ora c'è internet e l'144 sembra un ricordo sbiadito. È l'era delle webcam girl, e del sesso con le immagini. (sa. ma.)
E a proposito di 144 ed affini ne avrei di storie da raccontare ( alcune le ho già raccontate nei post precedenti cercate il tag pornodipendenza e simili , se v'interessano scrivetemi pure via email ) visto che da ragazzo ero un dipendente di tali linee . Si posso riassumere con questi due video -- e dalla catturta schermata del maiale ( a sinistra ) presa dal 2 video -- tratti Fantozzi - Il ritorno è il nono capitolo della saga fantozziana, realizzato nel lontano 1996
Ma poi ne sono uscito e confermo dopo una ricaduta richiamando tempo fa un 899 0 892 quanto riportato da tale articolo sempre della stessa inchiesta dell'unione sarda
Un business colossaleI porno “nick” di studentesse e casalinghe
Il business è fiorente, la concorrenza spietata. Il mondo delle cam girls è più vasto di quanto si possa credere. Davanti al web si trovano donne di ogni età e status.
Nascoste dietro nickname dal chiaro richiamo erotico ci sono casalinghe, veterane della disoccupazione, laureate che hanno perso le speranze di trovare un impiego tradizionale. E tante, tantissime universitarie. I numeri sono da capogiro, le professioniste del sesso virtuale in Italia crescono a vista d'occhio: nel 2006 erano circa 75 mila, oggi sarebbero centinaia di migliaia. Sintomo di un malcostume generalizzato che porta a far finire il proprio corpo davanti agli sguardi vogliosi degli internauti con pochi scrupoli. Iniziare è semplicissimo, bastano un computer, una connessione internet e una web cam di qualità. Oltre a una buona dose di esibizionismo.
Su internet i siti specializzati rilanciano la professione del terzo millennio: «È l'unica attività che permette grandi guadagni con il minimo sforzo e divertendosi», si legge in rete. C'è pure la guida per diventare un'ottima cam girl, con tanto di trucchi e consigli per far lievitare gli incassi. I tariffari variano a seconda delle richieste dei clienti, c'è chi paga per chattare in privato con la girl scelta, chi compra spettacoli più spinti e in gruppo. E anche chi si accontenta di spiare un altro utente senza alcuna possibilità di interagire. La tariffazione è sempre al minuto, l'abilità di ogni donna sta nel riuscire a non annoiare l'utente tirando il più possibile il contatto. C'è chi arriva a guadagnare anche 4 mila euro al mese, ma in media si viaggia sui 2 mila. I pagamenti avvengono attraverso accrediti su postpay o carta di credito, ma i guadagni effettivi si dimezzano a seconda del sito per cui si lavora. Alcuni trattengono il 20 per cento degli incassi, altri persino la metà. Soldi esentasse, la maggior parte hanno sede in paradisi fiscali. Spesso fuori dai confini italiani.
Sa. Ma.
adesso dopo la liberazione dalla schiavitù dei telefoni erotici continuo fra alti e bassi da quella dei siti .Concludo invitando ed invitandomi ala prudenza
GLI ESPERTI. Ormai su internet si trova di tutto: se sono coinvolti minori si rischiano pene gravissime Il sottile confine tra lecito e reato Gestire siti di chat erotiche è considerato sfruttamento della prostituzione «Quando c'è il pagamento per una prestazione sessuale o uno spogliarello, anche attraverso una webcam, chi trattiene parte del guadagno della ragazza commette un reato». Davanti a un terreno sconfinato, gli investigatori della Polizia Postale di Cagliari, cercano di mettere alcuni paletti: troppo spesso chi utilizza determinati servizi non sa di potersi cacciare nei guai. Così come i tantissimi minorenni, sopra i dodici anni, non hanno la minima di idea che detenere una foto nuda o un video hard di una ragazzina significa automaticamente collezionare una denuncia penale. Quando si parla di sesso virtuale e maggiorenni invece la discriminante secondo gli agenti della Polposta è il denaro. «Una video chat erotica, se fatta tra due persone, è paragonabile a una conversazione telefonica. È un qualcosa di privato, dunque non si commette alcun reato». Se però la chat e le immagini finiscono a più persone o se per vedere uno spogliarello o una scena di autoerotismo si paga, la situazione cambia. «Nel primo caso», spiegano dagli uffici della Polizia postale di Cagliari, «si viola l'articolo 528 del codice penale, favorendo il commercio e la distribuzione di immagini con atti osceni». Quando si paga, anche per vedere una video chat, se il servizio è gestito da una società che trattiene parte degli introiti si è nel campo dello sfruttamento della prostituzione. A rischiare non sono né la wecam girl né il cliente, ma i gestori del sito. «Ma sono situazioni difficili da smascherare», fanno sapere gli "007" della Polposta, «perché il più delle volte le società che gestiscono il servizio sono all'estero. Le indagini dunque sono spesso in salita, oltre a essere molto complicate». Il discorso cambia, e diventa molto più grave, quando di mezzo ci sono minorenni. Detenere immagini o video di ragazzine nude (come il caso delle quattro dodicenni finite al centro di altrettante inchieste portate avanti proprio dalla Polizia postale di Cagliari) è un reato. Anche per chi ha meno di diciotto anni. Per questo la vicenda delle ragazzine del Cagliaritano è delicatissima. Foto e video hanno fatto il giro di Facebook e WhatsApp, raggiungendo migliaia di persone: coetanei, giovani e quasi sicuramente anche maggiorenni. L'inchiesta va avanti e non è escluso che nei prossimi mesi ci possano essere novità. (m. v.)
La presidente della Camera torna a sollecitare misure contro la violenza. Intanto il ministro per le Pari opportunità annuncia: "Dal governo una task-force femminicidio"(video)
Immagino che molti diranno che bisogno c'è di una legge ci sono enti predisposti a ciò ( lo Iap istituto autodisciplina pubblicitaria ) e loro leggi \ regolamentiMa quando si continua ugualmente ecco la necessità di una ulteriore regolamentazione . Speriamo che non rimanga sulla carta e che la creazione di un team , porti ad insegnare nelle scuole a fare delle lezioni meglio delle ore o un ora ala settimana d'educazione all'immagine e ai nuovi mezzi di comunicazione . Si eviterebbero o quanto meno si avrà fortissima riduzione sia del fenomeno di cui parla la zanardo ( vedere intervista nelle righe successive ) e del fenomeno del cyber bullismo . A chi m'accusa di essere censore e moralista , dico che qui non è censura o essere bacchettoni o come discorsi da moralisti o da noiose e vetuste cassandre,ma di mancanza di rispetto dell'individuo mercificazione del proprio corpo e della propria immagine . Infatti
[....] In questi 4 anni, da quando è uscito il nostro documentario “Il corpo delle donne“, il fenomeno più rilevante che ci ha riguardato è stata l’ondata enorme di richieste da parte delle scuole e dunque degli insegnanti, ma ancor più delle e degli studenti, che ci chiedevano strumenti di educazione all’immagine. Un fenomeno dirompente, che non ci aspettavamo, che ha sconvolto le nostre vite perché quella richiesta così impellente esigeva una risposta. Va raccontata qui la chiusura di molte associazioni che si definiscono femministe di fronte a questo BISOGNO delle persone.
Il motivo? La loro incapacità di comprendere e di mettersi in relazione.
“La tv deve essere libera… non si possono rivestire le donne in tv sarebbe censura… le ragazze in tv sono libere di fare ciò che vogliono… alcune di noi hanno lottato nel ’68 per la libertà dei corpi”.
Abbiamo ascoltato con preoccupazione per 4 anni. Non era in discussione la libertà dei corpi, che diamine! Ma lo strapotere del sistema mediatico! Non era in discussione la libertà di mettersi in minigonna o come si vuole, ma l’imposizione di corpi umiliati e di telecamere fruganti il nostro corpo!
L’ignoranza di alcuni di questi movimenti è spaventosa. Le loro richieste si sono perfettamente sposate con i diktat della tv mercantile.
Ma l’ignoranza si può perdonare. L’ignoranza arrogante e sorda, no.
Se ci si accorge di avere trascurato una parte di conoscenza, se nulla si sa del sistema mediatico, si ha il dovere di mettersi in ascolto.
E’ stato terribile in questi anni vedere come migliaia di ragazzine e i ragazzini che chiedevano aiuto a noi donne adulte perché si sentivano schiacciate da modelli di riferimento incombenti e impositivi, e assistere con spavento a come alcune donne adulte voltassero il capo per sostenere una libertà che era invece COSTRIZIONE terribile per le giovani generazioni.
Andiamo in giro per l’Italia da 4 anni. Incontriamo adulte/i la sera nei dibattiti. Gente normale, varia, cittadini/e italiani/e. Vogliono capire, sapere discutere.
Al mattino incontro studenti/esse nelle scuole. Sono tantissimi/e. Ci chiamano a centinaia durante l’autogestione. Scelgono loro di invitarci perché hanno fame di capire, di conoscere il sistema mediatico che le e li ingabbia. Altro che libertà!
Perchè , e lo dice un uomo etero ( tendo a precisarlo visto che per queste prese di posizione alcuni mi definiscono, ma io me ne frego , femminiello o gay o risatine ) , e che sta lottando contro la pornodipendenza non se ne può più di vedere il corpo di una donna usato fuori misura non solo nella pubblicità ma anche in certe trasmissioni tv . Per spiegarmi meglio guardate quest'altro video
( da cui poi sono derivati un sito , una pagina di facebook ed un libro curati dalla stessa autrice del documentario che trovate sotto e di cui si è parlato sopra )
Con questo è tutto
Mi farebbe piacere , sentire o via email o qui nel commenti il vostro parere soprattutto da parte di voi donne
Come a repubblica inchiesta ,dopo il mio precedente post in cui pubblicavo un inchiesta sulla prostituzione fatta repubblica online ( trovate il link nel post precedente ) mi sono arrivate alcune critiche con chi fa la escort per vivere, altri più indulgenti. Ed altri ancora del tipo : << è per gente come tollera come te che vuole legalizzare la prostituzione che la domanda continua e continuerà ad esistere >> e menate simili tipo questa arrivatami poco fa via email ( a cui non rispondo in maniera particolareggiata -- dico solo questo che almeno non sono ipocrita dicendo di odiare la prostituzione e poi magari andarci anche solo a guardare cioè fare il puttan tour e faccio come è chiaramente esposto sotto distinzione fra chi lo fa volontariamente o e chi lo fa perchè sfruttata dai gruppi mafiosi \ malavitosi ovviamente senza condannare chi offre il proprio corpo --- per non appesantire troppo il post , ed a cui rimando ad un post apposito che s'intitolerà : cosa intendo per odio e gioia .
Io non condanno chi vende il proprio corpo perchè come potete vedere dai video di repubblica riportati sotto da situazione a situazione .
La prima è la storia di Laura una storia di disperazione e di necessità
Arrivata a Roma nel 2005 con la speranza di trovare un lavoro, Laura, 27 anni, si è dovuta accontentare per anni di lavori precari e sottopagati. Dopo lo scandato delle escort di Berlusconi, si è incuriosita riguardo al fenomeno e, mossa dalla disperazione e dalla voglia di riscatto, ha pubblicato un annuncio su un popolare sito di incontri sessuali. Oggi guadagna dai cinque mila euro in su al mese. Ma ammette: "Questo lavoro ti toglie molto di più di quanto ti dà". Ulteriori dettaglisulla sua situazione . La seconda storia è di chi lo fa per noia e sfizio
come Gilda, in arte Eroticpassion, ha cominciato a fare questo lavoro nel 2010, diventando per caso l'amante a pagamento di un uomo di cui si era infatuata. Da allora ha continuato a fare la escort e oggi seleziona accuratamente la clientela affittando case nei migliori quartieri di Roma, curando gli incontri nei minimi dettagli. "Lo faccio perché mi piace, non c'è nulla che mi costringe. Quello che gli uomini cercano quando vengono da me non è unicamente il sesso"
Ora come dice quest'altro documentario sempre dell'inchiesta di repubblica un intervista ad una operatrice on the road cioè quelle associazioni che tentano di togliere dalla strada e dello sfruttamento le prostitute la maggior parte sono sfruttate .
Come ho già detto nel post precedente io alternerei legalizzazione alla olandese\ nord europa ( come un lavoro e pagare tasse e contributi ) con interventi contro lo sfruttamento delle associazioni on the road :Perchè con i divieti l'unico risultato che hanno ottenuto è stato quello di far spostare le attività in appartamenti, alberghi, sale massaggi e quindi rendere più difficile la lotta allo sfruttamento sempre più in mano alla criminalità italiana e straniera insomma alle mafie . Un altra proposta , meglio se unita alle precedenti , sarebbe educazione laica ( anche se io preferisco e ritenfo più efficace ) o religiosa alla sessualità nelle scuole ( ad incominciare dalle elementari visto che i primi rapporti sessuali anche con prostitute , almeno da quel sento fra figli \ nipoti e cugini d'amici\che , avvengono intorno a 14 anni ) , nelle parecchio , ecc visto che Un italiano su sei fa sesso a pagamento e spesso la si immagina come "salvatore"
Della prostituzione usufruiscono ogni anno nove milioni di clienti, rivela il
Gli articoli che trovate sotto è un motivo in più per smettere e continuare ( cado e mi rialzo ) la mia quasi 30 visione di fumetti , racconti , fotoromanzi , vhs , dvd , internet ( vedere archivio blog per ulteriori dettagli ) . Tanto ormai salvo rare eccezioni i fotoromanzi e i film sono tutti uguali con il soliti stereotipi \ luoghi comuni : la donna vogliosa di .... sesso o l'uomo arrapato \ infoiato che vuole ...... avere un rapporto a tutti i costi , ecc spiegati bene spiegati bene nella parodia kubrick una storia porno ( vedere post precedenti ) .
Quindi Meglio un po' si sano erotismo ( se capita ) o nel caso si debba ricorrere all'auto erotismo
una sega fatta con la fantasia e più lunga che una breve ed effimera \ frustante fatta senza l'ausilio e l'aiuto di pornografia esplicita per poi e questo il passo successivo da fare un po' difficile e pressoché impossibile visto che siamo bombardati da immagini sensuali ovunque in : tv , stampa , internet , ecc ( vedere il documentario il corpo delle donne ) non ricorrere neppure a quelle .
da repubblica online del 18 dicembre 2012)
Uno studio rivela che che guardare immagini pornografiche su internet può indebolire la nostra capacità di ricordare le cose. Secondo gli scienziati esiste un legame tra la dipendenza da sesso virtuale e la tendenza a dimenticare di dormire, perdere appuntamenti importanti e trascurare le relazioni personali
di SARA FICOCELLI
LA PORNOGRAFIA di una volta è fatta di ricordi. Che portano a un'Italia che non c'è più. I video proibiti si consumavano a casa con le cassette VHS o aspettando la programmazione notturna di qualche emittente locale. Un passato in cui le pornodive erano soprattutto dive e qualcuna diventava anche parlamentare. Oggi le cose sono molto cambiate e si seguono ispirazioni decisamente più fredde, virtuali. La pornografia si diffonde per lo più tramite internet e il consumo è accessibile a tutti, in qualunque momento, da qualunque postazione, gratuitamente, con un click.? Tanta facilità e tanta abbondanza hanno moltiplicato in modo esponenziale il numero degli utenti nel mondo, tanto che, secondo l'ultima indagine di ExtremeTech, il mercato del porno su internet è l'unico che non conosce crisi. Ma anche questo settore, a quanto pare, ha il suo tallone d'Achille.
Secondo una ricerca tedesca pubblicata sul "Journal of sex research", il punto debole del consumo spasmodico di materiale pornografico tramite web è la memoria. Quella di chi consuma. Per capirlo gli scienziati hanno analizzato come l'area cerebrale deputata a immagazzinare informazioni reagisca alla visione di immagini sessuali, concludendo che guardare immagini porno su internet può danneggiare e indebolire la capacità di ricordare le cose.? Nell'esperimento gli studiosi hanno preso un campione di maschi eterosessuali di 26 anni d'età, mostrando ad ognuno una serie di immagini, alcune pornografiche, altre non sessuali, e chiedendo loro di rispondere se l'immagine che stavano vedendo era la stessa che avevano visto prima. Il risultato è stato che ricordavano nell'80 % dei casi le immagini non sessuali, contro il 67% di quelle porno, su cui facevano più fatica.?
Secondo gli scienziati questi dati servirebbero a provare il legame tra la dipendenza da pornografia virtuale e la tendenza a dimenticare di dormire, perdere appuntamenti importanti e trascurare le relazioni personali. "L'eccitazione sessuale - spiega Christian Laier dell'università di Duisburg-Essen, autore dello studio - e il suo impatto sui processi cognitivi potrebbe spiegare parte di questi effetti negativi".? Laier e colleghi precisano che la ricerca si trova solo al primo step e che le conclusioni dovranno essere verificate e confrontate con ulteriori analisi, condotte su campioni diversi sia dal punto di vista del genere che dell'orientamento sessuale.
La notizia segue di pochi mesi un'altra altrettanto curiosa, questa volta partita dalla principale emittente televisiva statale cinese, la CCTV, che lo scorso maggio ha mandato in onda l'intervista ad uno studente che garantiva di aver visto un proprio collega perdere progressivamente la memoria a forza di guardare i porno online.
Ma i problemi per i pornonauti non sembrano finire qui. Secondo una ricerca dell'Università di Padova, tra i giovani che fanno un uso massiccio di pornografia in rete, uno su quattro rischia anche il calo del desiderio sessuale e l'eiaculazione precoce. "I ragazzi di oggi - spiega l'andrologo Carlo Foresta, autore dello studio e presidente della Società di andrologia e medicina della sessualità - rappresentano la prima generazione che ha avuto un'esperienza di sessualità diversa dalle generazioni precedenti: internet, web cam, chat e immagini hanno creato una nuova forma di comunicazione sessuale che interessa in un mese oltre 800 mila minorenni. Questa esperienza dà un imprinting privo di riscontri reali e costruisce una sessualità mediatica ed istintiva che non tiene conto della sensorialità oltre che dell'affettività".
Dai dati emerge inoltre che più del 12% del campione di giovani non cerca rapporti reali. Il 25% ha infatti dichiarato di soffrire di riduzione dell'interesse reale ed eiaculazione precoce e questo, spiega Foresta, accade perché l'eiaculazione si manifesta nei tempi dei filmati, che generalmente in internet si riassumono in pochi minuti.
Secondo la Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive (S. I. I. Pa. C.), gli elementi che possono favorire lo sviluppo della cyber-porn addiction, quali psicopatologie pre-esistenti (depressione, disturbi ossessivo - compulsivi, ecc.), condotte rischiose (eccessivo consumo, riduzione delle esperienze di vita e di relazioni "reali") ed eventi di vita sfavorevoli (portando a problemi lavorativi, familiari, amicali, ecc.), sono accentuati dalle caratteristiche della rete, ovvero anonimato ed estrema facilità nell'accedere ai servizi. Gli esperti spiegano che la ricerca compulsiva del piacere attraverso l'autoerotismo può portare alla diminuzione del desiderio verso il proprio partner e all'incapacità di condurre a termine un rapporto sessuale nella realtà, favorendo la tendenza a considerare le persone dell'altro sesso esclusivamente come "corpi pornografici". Il dipendente ha insomma grosse difficoltà a vivere nella dimensione reale, a concentrarsi sul lavoro, a instaurare rapporti di amore e amicizia, e quindi anche a ricordare le cose, finendo col perdere non solo la memoria ma anche la fiducia in se stesso.
LO STUDIO
"Ecco perché la dipendenza sessuale
va riconosciuta come disturbo mentale"
Un gruppo di ricerca dell'Ucla di Los Angeles ha individuato condizioni, sintomi ed effetti ricorrenti in tutti i casi di ipersessualità. "Sul piano scientifico ci sono prove sufficienti per inserirla nell'elenco delle malattie psichiche"
di IRMA D'ARIA
La dipendenza sessuale come un vero e proprio disturbo psichico. Fino ad ora gli psichiatri sono stati riluttanti a considerare la sex addiction come un disturbo del comportamento a causa delle scarse evidenze scientifiche. Ma ora un nuovo studio condotto da un team della University of California di Los Angeles (Ucla) ha testato una serie di criteri per definire e quindi diagnosticare questo disturbo. Rory Reid, ricercatore e docente di psichiatria presso il Semel Institute of Neuroscience and Human Behavior della Ucla, ha guidato un team di psichiatri, psicologi, terapisti di coppia ed assistenti sociali che hanno validato i criteri individuati, considerandoli utili per poter arrivare a una diagnosi di questo tipo di problema che in Italia riguarda il 6% degli uomini e il 3% delle donne.Dipendenza "senza sostanza" - In effetti, l'ipersessualità rientra nelle nuove dipendenze cosiddette "senza sostanza" come quella dal giocod'azzardo o dallo shopping compulsivo. "E' una sorta di bulimia sessuale senza controllo, ma il meccanismo è identico a quello che si verifica con la dipendenza da droghe o alcol perché vengono attivate le stesse aree del cervello", spiega Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Psichiatria dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano. Il fenomeno è cresciuto negli ultimi anni anche a seguito della diffusione nella rete di contenuti a sfondo sessuale con il cyber sex che vede sempre più adolescenti coinvolti. "Due i comportamenti estremi - spiega lo psichiatra - : quello di chi abbraccia l'anoressia sessuale astenendosi del tutto da ogni attività legata al sesso e, all'opposto, coloro che non riescono a controllare l'impulso sessuale che è, però, del tutto scevro da emozioni e sentimenti".La nuova edizione del DSM - I risultati dello studio, pubblicati in questi giorni sul Journal of Sexual Medicine, peseranno anche sulla decisione di inserire l'ipersessualità nella quinta edizione del Diagnostic and Statistical
Manual of Mental Disorders (DSM-5) considerato la "bibbia" della psichiatria. "Con questo studio - ha detto Reid - si fornisce un'evidenza scientifica al fatto che l'ipersessualità sia un disturbo mentale e come tale vada diagnosticato e trattato. I criteri che abbiamo validato consentiranno ai clinici di studiare, trattare e sviluppare strategie di prevenzione per gli individui che rischiano di soffrire di questo disturbo".Attualmente nel DSM sono già incluse dipendenze come quella da nicotina, droghe e alcol. "Come tutte le nuove patologie, la sex addiction sta a cavallo tra le dipendenze e i disturbi ossessivo-compulsivi. Ora questo studio rappresenta una prova importante che si tratta di un disturbo mentale vero e proprio e che prima o poi rientrerà, come le altre nuove dipendenze, nel DSM", aggiunge Mencacci.I sintomi - I criteri diagnostici - sviluppati da un gruppo di ricercatori al lavoro sulla nuova edizione del DSM - includono una serie di sintomi collegati alla sex addiction tra cui la ricorrenza ossessiva di fantasie sessuali, manifestazioni di dipendenza sessuale che durano sei mesi o più e che non sono riconducibili ad altre cause come abuso di sostanze, disturbo bipolare. Inoltre, perché sia fatta una diagnosi di ipersessualità devono verificarsi attività o comportamenti legati alla sessualità anche in presenza di stati emotivi poco piacevoli come la depressione o il ricorso al sesso come strategia per combattere lo stress. In più, deve trattarsi di persone che hanno provato a ridurre o fermare la compulsione sessuale senza riuscirci e la cui vita di relazione e professionale è stata negativamente condizionata.Sex addiction e disturbi emozionali - Per testare i criteri dell'ipersessualità, i ricercatori hanno esaminato 207 pazienti di varie cliniche di salute mentale che stavano cercando aiuto per combattere questo disturbo o altre forme di dipendenza. Al termine è emerso che l'88% dei pazienti era affetto da questa patologia e che il comportamento di dipendenza sessuale era collegato a disturbi emozionali, impulsività e incapacità a gestire lo stress.Le conseguenze - Un altro importante aspetto emerso dallo studio è che i pazienti affetti da sex addiction hanno subito maggiori conseguenze rispetto a chi soffriva di altri tipi di dipendenza o disturbi psichici. Dei 207 pazienti esaminati, il 17% ha perso il lavoro almeno una volta, il 39% ha dovuto chiudere una relazione, il 28% ha contratto una malattia sessualmente trasmissibile e il 78% ha avuto dei problemi di interferenza nella vita sessuale.A che età si manifesta - Secondo la ricerca, il 54% dei pazienti ipersessuali si è reso conto di soffrire di questo disturbo prima dei 18 anni, mentre per il 30% l'età della scoperta è più ampia e va dai 19 ai 25 anni. "Questo dato è molto interessante perché se da un lato ci dice che il problema insorge precocemente, dall'altro ci dà la possibilità di mettere in campo azioni preventive" sostiene Reid.I comportamenti tipici - Le manifestazioni di ipersessualità più comuni emerse dallo studio includono la masturbazione e l'uso smodato di pornografia, seguito dall'avere rapporti sessuali con un adulto consenziente e dal sesso virtuale. "Per questi pazienti il sesso diventa una vera e propria ossessione che controlla ogni aspetto della loro vita e che li fa sentire impotenti e incapaci di cambiare", spiega Mencacci.Pazienti illustri - David Duchovny, Tiger Woods, Michael Douglas, Mickey Rourke, Sharon Stone e Billy Bob Tornton sono alcuni dei personaggi famosi che hanno ammesso la propria dipendenza dal sesso. Alcuni di loro si sono curati in cliniche specializzate in cui hanno trascorso lunghi periodi per disintossicarsi dal sesso. Negli Usa esistono anche associazioni come Sex Addicts Anonymous che replica il modello di assistenza e sostegno degli alcolisti anonimi. In Italia, non ci sono cliniche di questo tipo e per il momento la figura di riferimento resta lo psichiatra. "A seconda della gravità del problema e delle possibili cause - spiega Claudio Mencacci - si ricorre alla terapia cognitivo-comportamentale e talvolta alla terapia farmacologica con stabilizzatori dell'umore o anti-depressivi".
Anche se l'indagine è all'inizio è allarmante da non sottovalutare ne da creare allarmismi .IO sintomi comunque ci sono , e li riscontro personalmente visto che , sic , sono un consumatore e sto lottando cadendo e rialzandomi con questo mio problema . Concludo con due chicche che mi sono venute in mente , in maniera pindarica, leggendo le prime righe dell'articolo sopracitato , per i cultori degli ani ' 70\80 la prima
La seconda anni 90 una satira contro i telefoni erotici ( 001, 005 ... e 899 ultimamente ) di cui sono stato schiavo proprio come fantozzi tanto da fare e far fare figuracce ai miei con la mia dipendenza per quasi tre anni da i telefoni erotici e gli scherzi terribili fattomi , facendomi credere che fosse sesso virtuale su facebook e ..... ma queste sono altre storie di cui mi pare ho già parlato su queste pagine quando ancora , SIC, il blog si chiamava ancora cdv.splinder ( se non lo avessi fatto , fatemelo notare , e riaprirò lo scrigno dei ricordi )