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31.8.21

Oney Tapia dal baseball al lancio con il disco e Porcellato francesca A 50 anni vince l'ARGENTO nella cronometro H3, sua 14esima medaglia in 11 Paralimpiadi (3 sport: atletica, sci, handbike)

ho letto poco fa su twitter , poi ritwittato suul mio account , questo post della bellissima notizia

Fra le   loro storie     ho  scelto quella   di Oney Tapia . La sua storia  è , come suggerito da lorenzo tosa , una delle storie di disabilità che merita davvero di essere raccontata.Cubano di nascita, una grande passione per lo sport nazionale, il baseball. Poi l’arrivo in Italia, nel 2002, a 26 anni, a un’età in cui la carriera di un atleta dovrebbe essere all’apice. Ma per lui, quella vera, non è ancora neanche all’orizzonte. Gioca professionalmente a baseball, poi a rugby. Solo che non basta per sbarcare il lunario, così Oney trova lavoro come giardiniere. È il 25 maggio del 2011 quando un enorme tronco, piegato dal taglio, gli crolla sul viso, all’altezza degli occhi, provocandogli lo scoppio dei bulbi oculari.La diagnosi dei medici è impietosa: << Mi dissero che non avrei più visto.All'inizio ridevo quando mi spiegavano quante cose possono fare i non vedenti, non mi sembrava possibile” racconterà un giorno, “anche perché quello era stato un mondo a me totalmente estraneo fino a quel momento. E invece ho scoperto che era vero.>>
Abbandona baseball e rugby e si dà all’atletica paralimpica, specialità lancio del disco. Ed è un successo dietro l’altro. Primatista italiano nel 2013, argento a Rio 2016, campione europeo nel 2018 con tanto di record del mondo. Infine - è notizia di queste ore - lo storico bronzo a Tokyo nel getto del peso a 45 anni compiuti. Nel frattempo si è tolto pure la soddisfazione di vincere l’edizione 2017 di “Ballando con le stelle”, esibendosi in una salsa da brividi insieme alla maestra Veera Kinnunen bendata.<< Sinceramente non farei a cambio con uno che ci vede>> dice lui. <<Questa esperienza mi sta arricchendo. >> .va precisato che il bronzo l'ha vinto in una disciplina non sua, il getto del peso; per il lancio del disco, che si svolgerà nei prossimi giorni ed è la sua specialità, possiamo sperare anche in una medaglia di materiale più pregiato! IL che dimostra che non tutti gli Invalidi e che ha delle disabilità si piange addosso . Ma lo accetta e nene fa la sua corazza .Infatti insieme a Bebe Vio, Assunta Legnante , Oney Tapia è il simbolo di questa Paralimpiadi da record. L’Italia , e qui concordo con Tosa , da cui - specie in questi tempi di indecenza morale - avrebbe da imparare a vivere. Infatti Mentre siamo subissati dal disagio patologico e violento dei cosiddetti No pass che scendono in piazza e pestano i giornalisti straparlando di libertà, senza neanche sapere dove stia di casa, leggere (e anche scrivere) storie come quella di Oney Tapia e di tutti i grandi atleti azzurri che stanno facendo la Storia alle olimpiadi prima e adesso alle paraolimpiadi di tokyo, fa bene alla salute. Ogni tanto bisogna ricordarsene che esistono anche esseri umani come lui, altrimenti ce ne dimentichiamo. Infatti

Anna Maria Masina
Lorenzo Tosa ciò che sta accadendo alle paraolimpiadi non è altro che il riflesso della vita di tutti i gg delle persone disabili. L’isolamento, l’indifferenza, la non accettazione del diverso ( diverso poi rispetto a quale parametro??? Booo) l’impossibilità di muoversi in una città come Roma, la mancata inclusione, la lotta giorno per giorno per ottenere un nulla rispetto a ciò di cui si avrebbe bisogno LA TOTALE SOLITUDINE del disabile e della sua famiglia nemmeno la immaginate. E se non sei qualcuno o se non hai soldi… si vive nello sprofondo più assoluto!

 vero ma    impariamo da queste storie !! 🥇🥇  mai arrendersi 

 Avevo appena   finito   di  scrivere di  Lui    che  m'arriva   una  notifica dai miei contatti  twitter   , in cui   si  riporta     l'incredibile   storia  di  



A 50 anni vince l'ARGENTO nella cronometro H3, sua 14esima medaglia in 11 Paralimpiadi (3 sport: atletica, sci, handbike) La Rossa Volante è una leggenda dello sport. Unica al mondoBandiera italiana

 

27.4.21

La natura ammantata di rosso poesia di Daniela Bionda

 Salve compagni di strada voglio parlarvi della Natura 

sono sempre stata affascinata dalla natura, una natura selvaggia, tra terra e cielo, pioggia e mare, tempeste, fiumi,  montagne e torrenti. Una natura fatta di fiori di campo e grida di uccelli, per questo ho scritto questa poesia che spero vi piaccia

buona lettura

La natura ammantata di rosso poesia di Daniela Bionda
 
Io sono la natura ammantata di rosso, che nutre la terra, fa crescere le messi, la frutta odorosa, l' erba ,
che nutre gli armenti. Io sono vento, che piega gli alberi, tempesta, pioggia battente che fa esondare fiumi e torrenti, che annaffia la terra, distrugge i raccolti. In una tavolozza di un pittore, sarei fatta di colori accesi, il rosso, il giallo, l'arancio, ma anche il marrone della terra, l'azzurro del cielo e del mare. Il grigio di un giorno di pioggia, il bianco candido della neve.
Io sono la ragazza vestita di rosso, seduta su un prato, che incrocia fili d' erba per farne corone, che osserva farfalle dalle ali lucenti. Odo un ronzio di api operose attorno ad un favo, cariche di polline, promessa di miele.
 
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25.4.21

Primavera

 

in sottofondo 
Antonio Vivaldi: La Primavera

Il 20 Marzo è arrivata la Primavera, ovvero questo è quello che risulta dal calendario, ma come prima si diceva "Non esistono più le mezze stagioni", oggi a causa dei cambiamenti climatici non c'è più una stagione che rispetti le sue caratteristiche e peculiarietà. Il caldo imperversa in zone che hanno sempre avuto lunghi inverni  e basse temperature, il freddo, invece imperversa in zone a clima temperato, per questo motivo, ho scritto una poesia sulla primavera, una primavera normale, di quelle di una volta. Una primavera calma e serena, una primavera di un piccolo paese che spero vi piaccia.

La primavera poesia di Daniela Bionda
 
 Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo
Osserva la ragazza che cammina cantando, senti la sua passione che si trasforma in un inno di gioia, mentre accarezza le corde del suo violino per annunciare la primavera. Dentro uno spicchio di cielo piccole nubi, scrosci d' acqua sulla terra e sui prati. I giardini si vestono di mille colori. Uccelli che intrecciano in volo danze giocose, per poi posarsi sui teli stesi ad asciugare, sui rami degli alberi o sui fili dell' elettricità. Le donne affacciate alle finestre, colgono fiori dai loro balconi. Ogni giorno é diverso, eppure uguale. L'inverno uccide i colori. O amor dai sguardi indiscreti, lievi carezze, timidi baci. Il giorno avanza, il sole batte sui tavolini all'aperto di un bar, dove i ragazzi sorseggiano bevande ghiacciate, osservando la gente che passa con aria annoiata. È aria serena, è aria di paese. Bimbi bevono alle fontane, bagnandosi con i loro zampilli.
Aspetto la notte per dormire abbracciati sotto lenzuola che profumano di lavanda.
 

8.6.19

Lu tempu

Oggi    sono molto malinconico     e lascio  le mie  emozioni  a questa  poesia  di   Gavino Pes (Don Baignu) (Tempio Pausania31 luglio 1724 – 24 ottobre 1795


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                                                             Palchì no torri, di', tempu passatu?

Palchì no torri di', tempu paldutu?
Torra alta 'olta, torta a fatti meu,
tempu impultanti, tempu priziosu,
tempu, chi vali tantu cant'è Deu
par un cori ben fattu e viltuosu.
Troppu a distempu, tempu caro, arreu
a cunniscitti, oh pesu aguniosu!
Cantu utilosu mi saristi sta tu,
tempu, haènditi a tempu cunnisciutu!
Tempu, ch'in un cuntinu muimentu
poni tutta la to' stabbilitai,
chi la to' chietù, lu to' assentu
cunsisti in no istà chietu mai,
ritruzzedi pal me ch'era ditentu,
candu passesti, da un sonnu grai:
Ah! Si tuffai, tempu malgastatu,
chi bè, chi t'haarìa ripaltutu!
Tempu, chi sempri in ghjusta prupulzioni
di lu to' motu in ghjru andi a la sfera,
n'hagghj di me, ti precu, cumpassioni,
ritorrami a prinzipiu di carrera;
di l'anni mei l'ultima stasgioni
cunveltil'alta 'olta in primmaera.
L'esse lu ch'era a me sarà nicatu,
ch'insensibili tanti hani uttinutu?
L'alburu tristu senza fiori e frondi,
vinendi magghju, acchista frondi e fiori:
a campu siccu tandu currispondi
un beddhu traciu d'allegri culori;
supelvu salta d'invarru li spondi
riu d'istìu poaru d'umori:
e l'anticu vigori rinuatu
no sarà mai in un omu canutu? .
La salpi 'ecchja chidd'antichi spoddhi
lassa, e si 'esti li so' primi gali;
da li cìnnari friti, in chi si scioddhi,
chiddha famosa ceddha orientali
rinasci, e tantu spiritu rigoddhi,
ch'agili come prima batti l'ali:
e l'animu immultali rifulmatu
no vidarà lu so' colpu abbattutu?
La notti è pal vinè, la dì s'imbruna
candu lu soli mori in occidenti;
a luci poi torTa tutt'in una
candu rinasci allegro in orienti:
e la sureddha, la candida luna,
da li mancanti torTa a li criscenti:
e un omu cadenti in chiddhu statu
no de' turrà, da undi è dicadutu?
Tempu dispriziatu, torTa abali,
c'hagghju di ca sé' tu cunniscimentu;
Torr'ogghj chi cunnoscu cantu 'ali,
chi pruarè tutt'altu trattamentu.
Ah! D'haetti trattatu tantu mali,
no possu ditti cantu mi ni pentu!
Cunniscimentu, a cantu si' taldatu!
A passi troppu lenti sé' inutu!
No timì, tempu meu, d'impriatti
in bassi e falsi immagghjnazioni,
in fa' teli di ragni, o in chiddhi fatti
cuntrari a lu bon sensu, a la rasgioni,
in chimeri, in dillirii, in disbaratti,
muttìi di la me' paldizloni.
N'haggi cumpassioni, tempu amatu,
d'un cori afflittu, confusu e pintutu.
Di dugna stanti toiu apprufittà
voddhu, senza passacci ora oziosa:
nè pensu più palditti in cilibrà
li grazii, li primori d'una rosa,
ch'in brei in brei a cunnisci si dà
cantu è vana, caduca, e ispinosa.
Dulurosa mimoria, ch'ispu:ddhatu
m'hai di gusti, e di peni 'istutu!
Si cuminiciàa di nou a viì,
dia usà diffarenti ecunumia:
nè palticula mancu di la dì,
senza imprialla bè', passacci dia:
chi ben pruistu, innanzi di muri,
pa l'ultimu 'iagghju mi saria.
Oh alligria! Oh tre volti biatu,
tempu, candu da te fussi attindutu!


per  chi non capisce , anche  se  secondo molti miei amici\che    del  continente    della penisola ,  i il  gallurese \  sardo  Corso  una delle  varianti del sardo   è la più semplice   in quanto vicino all'italiano  ,  trova  qui  la  traduzione  . Poesia    rese  in musica   in modo  
 magistrale  dal trio  Roberto Diana (  chitarra )  , Giulia Cartasegna (  violino )  Marco Muntoni ( voce  )  e  contenuta    nell'album   Ispiriendi  ( il concerto  \ presentazione  da me   recensito  e  fotografato  in questo precedente  post  ) e  disponibile   sulla piattaforma    https://store.cdbaby.com/cd/ispiriendi2

18.11.18

il cuore cambia gioco : l'esordio letterario del medico renato gigante recensione di Emiliano Morrone

L'amore può sorprendere e rapire quando meno te lo aspetti. Dietro la luce corrusca di eros resta però l'ombra pericolosa di thanatos. Dopo la separazione dalla moglie, Marco Costantini vive la sua ordinaria esistenza tra il lavoro d'internista e quegli hobby utili a mantenere tracce di senso e relazioni amicali. ... Google Books



UN LIBRO DA LEGGERE, UNA STORIA D’AMORE, DI FEDE, DI VITA NUOVA

Risultati immagini per ilcuore cambia gioco"Il cuore cambia gioco" Iuppiter Edizioni, Napoli, 2018, è la storia di una catarsi personale: di un uomo, di un medico che realizza il senso della vita attraverso la malattia che gli ha spento un erotismo ignifero e donato una fede divampante; di un padre separato che riscopre la figlia dopo anni di appiattimento borghese in cosciente solitudine, spezzata dall’incontro con una donna carnale che si fa oggetto del desiderio e ragione di una possibile prospettiva di coppia; di un’anima in pena che rivede e ripassa i tempi, il film della sua esistenza, in attesa del miracolo della guarigione. UN LIBRO DA LEGGERE, UNA STORIA D’AMORE, DI FEDE, DI VITA NUOVA

"Il cuore cambia gioco", Iuppiter Edizioni, Napoli, 2018, è la storia di una catarsi personale: di un uomo, di un medico che realizza il senso della vita attraverso la malattia che gli ha spento un erotismo ignifero e donato una fede divampante; di un padre separato che riscopre la figlia dopo anni di appiattimento borghese in cosciente solitudine, spezzata dall’incontro con una donna carnale che si fa oggetto del desiderio e ragione di una possibile prospettiva di coppia; di un’anima in pena che rivede e ripassa i tempi, il film della sua esistenza, in attesa del miracolo della guarigione. Mia recensione del volume al link http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=5905 . Cordiali saluti, Emiliano Morrone

2.2.18

grazie ad un fumetto si " riscopre " l'antico gioco della ruzzola

leggete  anche  











A volte le storie raccontate in tivù, al cinema, nei libri, sui fumetti, prendono una piega imprevedibile e ci conducono con sorpresa dove mai ci saremmo aspettati.
E l’effetto è ancor più emozionante quando, oltre a divertirci, a sorprenderci e ad appassionarci, la narrazione rivela qualcosa di speciale e fa riaffiorare qualcosa che ci appartiene o a cui teniamo, che ci è familiare.
Sembra impossibile ,  sopratutto per le nuove  generazioni  tutte  ( o quasi  )  pro playstation e    simili che una cosa simile possa accadere con una storia di Dinamite Bla, presente  su n 3245 di topolino a  cura  di Sceneggiatura: Vitaliano Fausto Disegni: Mazzarello Marco

eppure è quello che mi è appena capitato leggendo la storia      in questione   che quella   d’apertura di questo numero.
Non voglio anticiparvi nulla e nemmeno fare uno “spoilerone” (come direbbe Tito Faraci) . Questa  storia   : <<  (...)  ci tenevo a dedicare questo numero al Signor Giacomo, il mitico papà della Susi, negli anni ’90 campione italiano di Lancio della Ruzzola (uno sport tradizionale regolamentato e tutelato dalla Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, per saperne di più: www.figest.it).
Credo che ci sia un po’ di lui dentro questa storia, che mi ha divertito ma anche fatto sorridere con il cuore,risvegliando dei bei ricordi ...>>(  dall'edtoriale  del n  omonimo di topolino   )  .  Sembra  essere ritornati    indietro nel  tempo ad  un italia   ormai  scomparsa  al 99 %  ,  qovvero quella prrima del boom economico ( anni 60\70 )  e dell'immigrazione  dal me nord  al sud  del paese   o  nel nord  europa  . Eccone  una storia  

25.4.17

cosa è per me il 25 aprile


leggi    anche 



un avento ricco di emozioni difficile da descrivere . preferisco farlo con
L'amaca del 25 aprile 2017  Michele Serra e la vignetta  di Altan

Risultati immagini per cosa è il 25 aprile

GLI occhi di Irma Bandiera (Mimma) furono spenti dalle torture dei nazisti nell’agosto del 1944. La accecarono perché non voleva rivelare i nomi dei suoi compagni. Poi la uccisero e lasciarono il suo corpo in strada, perché la gente vedesse che fine fanno i partigiani. Aveva 29 anni: rispetto alla media dei partigiani italiani, nemmeno pochi.
Ora gli occhi di Irma brillano intatti, restituiti al suo volto di giovane donna, dipinti di fresco sul muro di una scuola della sua città, Bologna. Un grande murale colorato: bello, vivo, potente. Chi si trovasse oggi da quelle parti passi da via Turati 84, se ne ha il tempo, a salutare Irma. Anche in automobile, basta un attimo, basta uno sguardo di gratitudine e di amicizia. Ovunque voi siate cercate un piccolo segno, un piccolo posto dove celebrare i nostri liberi avi, morti ragazzi. Non è indispensabile — anche se è bello — sfilare in corteo. Nei cortei troppo spesso le beghe di cronaca rubano la scena alla ragione dei vincitori di allora, che fu una ragione larga, una ragione generosa. Per un momento di memoria vera bastano anche il fiore deposto, il gesto grato, lo scorcio di muro, la fotografia, il portone, la lapide, il cippo, la breve sosta silenziosa. Basta un minuto per sentire che oggi è il 25 Aprile.














muro, la fotografia, il portone, la lapide, il cippo, la breve sosta silenziosa. Basta un minuto per sentire che oggi è il 25 Aprile.

1.11.16

Sapienza perduta © Daniela Tuscano



Che fatica Sant'Ivo, per il suo autore ma anche per chi vi entra. È un ottovolante, un maroso, starei per dire un terremoto. Esito un attimo a scriverlo. Poi proseguo con decisione. 
Sant'Ivo è esattamente questo: interminato vortice, grido di marmo. Non vi entri, la penetri. E subito anneghi in tutto quel bianco, che non illumina ma acceca. Per capirlo, devi arrenderti. Dimenticare la razionalità. Assecondare quei flutti, le ingannevoli lesene, la preghiera inascoltata.
 Sei nel cuore di Francesco Borromini, nell'attimo precedente la sua disperazione, i tormenti d'elvetico smarrito nella Roma papale. Quando il cervello si svuota, e sei illuso di veder luci, voli d'angeli e spazi nimbici. 


Risposta logica non c'è. La vita è ricerca oscura, leopardiana. La sapienza, forse, risiede nella consapevolezza di questa fatica, d'un cammino apparentemente senza scopo, del cervello che all'improvviso parte, e non cogita più. Ma tu, sei. L'assioma cartesiano è un inganno. L'umanità non viene annullata. Anzi, in quel momento di sperdutezza, d'abbandono e bestemmia si erge più forte e prepotente che mai.
Ecco il messaggio di Sant'Ivo, chiesa eretta da un suicida, testamento eretico dell'uomo solo.
Ieri Sant'Ivo ha ondeggiato ancora. Lo spirito di Borromini è parso ridestarsi, terribile e vacuo come Efialte. Ma era brutalità, stupro. Sant'Ivo dal nome discreto, fiammingo, forense, ora è chiusa al pubblico. Le porte della conoscenza ci sono precluse. Non sarà che, nel frattempo, ne avevamo smarrite le chiavi?
Sant'Ivo velata agli occhi è l'estremo urlo. Una Commedia che si straccia, impedendoci di riflettere sulla vanitas. E ci accorgiamo, d'improvviso, che è troppo tardi, e non c'è più niente da fare.

© Daniela Tuscano

17.6.16

rispondo alle solite domande con questa canzone : d'amore e altre cose irreversibili dell'omonimo disco di Floriana Cangiani

ti potrebnbne interessare
 http://www.flo-official.com/ 



Ma  è possibile  che a  distanza  d'anni , 7\8  da  quando sono   qui su fb ,   che  il blog  è attivo ,  mi si chieda      ancora  di cosa  parla  e quali sono le  tematiche  che tratto  . Leggere    le faq o quando  meno  cercando  con i tag  cercare  le  parole  ; Faq  e  aggiornamento  faq   e leggere   i risultati. , non dico  tutti  , ma  almeno per  farsi una idea   è  cosi difficile  \  complicato  ? 
Ma  oggi   sarà l'effetto  di  questo disco  , il  primo    della  bravi.ssima e promettente   Floriana   Cangiani   in  arte  Flo     che  mi  fa  viaggiare  :  fra  sud   d'italia , andalusia  , paesi africani sul meditteraneo  ,.   che   mi rende  generoso  .  In  sintesi  , come   accenato  nel titolo di questo post  ,    ecco di cosa  di si parla  nel  blog








La  presentazione del cd  D’amore e di altre cose Irreversibili


  e  sotto la canzone  omonima



  Infatti   è un disco  molto bello ed  intenso  : <<   “Scrivo nelle lingue che conosco, ricordando i posti in cui ho vissuto, immaginando quelli in cui vorrei vivere, ispirandomi ai suoni di un grande sud immaginario, ma sempre attraverso i miei occhi e il mio sentire, augurando in ogni momento a me stessa che la canzone che ho scritto sia una partenza…”  >>  (   dal sito  ufficiale  della cantante )
La sua musica é l’ evocazione di un altrove, di un sud immenso ed immaginario; è la cronaca di città ed esistenze sospese nel tempo e nello spazio, in perfetto equilibrio tra pietà e disincanto. Il loro suono spregiudicato, ritmico e pulsante li ha condotti in tour in Italia e in Europa.
Dopo il suo esordio  , di cui  ho proposto qui  una   la canzone principale ,  del   2014  con Agualoca Records “D’amore e di altre cose irreversibili“: un’opera prima, successo di critica e pubblico ( http://www.bigtimeweb.it/news/93-flo/1845-flo–estratto-di-rassegna-stampa-del-disco-qdamore-e-di-altre-cose-irreversibiliq) in Italia e all’Estero.
Quest'anno  esce sempre con Agualoca Records “Il mese del rosario”: un disco,  che mi prometto di ascoltare   o regalare   ,  in cui  da  quello che  riporta  il suo  sito ufficile   trovate  sopra  all'inizio dell post  l'url   coesistono il calore dell’indulgenza, la rassicurante memoria delle storie raccontate e il gentile libertinaggio dell’animo umano.

2.1.16

Un Uomo Senza Braccia E L'amico Non Vedente Hanno Piantato Insieme Più Di 10 Mila Alberi ed altre storie



due storie curiose  che certamente  saranno  vecchie  ma  ed  alcuni portali \  siti magari  le  riciclano e  le riusano  , ma che  importanza  ha  alla   fine  ? .
 La prima di come l'unione di coloro che hanno un handicap possano creare un opera d'arte che è anche d'aiuto per i  normali " ( lo che non dovrei usare come mi suggerisce la lettura di -- regalatomi per natale -- del libro Mi girano le ruote di Angela Gambirasio , questo insulso termine e discriminatorio verso chi ha un handicap perchè fa delle distinzioni inappropriate fra chi è o lo è diventato dalla nascita e noi che non lo siamo , ma non ne trovo altri ed quindi che lo metto fra virgolette )


La storia di amicizia di Jia Haixia e Jia Wenqi ha davvero dell'incredibile. Hanno 53 anni, vivono in Cina e le loro vite si sono incrociate a causa delle disabilità che entrambi possiedono: Haixia è nato con una cataratta congenita che gli ha tolto la vista ad un occhio. La crudeltà della vita spesso non ha limiti, ed è rimasto completamente non vedente dopo aver subito un incidente sul lavoro all'altro occhio.Wenqi invece ha subito l'amputazione di entrambe le braccia a tre anni, in un tragico incidente.
Entrambi alla ricerca disperata di un lavoro a causa della loro situazione difficile, si sono incontrati nel 2000 e da quel giorno si aiutano a vicenda per esplorare il mondo.
La loro storia di amicizia incredibile non è tutta qui, perché i due hanno piantato oltre 10 mila alberi in dieci anni, in tutto il territorio cinese.


"Io sono le sue mani, lui è i miei occhi", afferma Haixia. "Siamo un'ottima squadra".

La coppia si incontrò nel 2001 quando entrambi erano alla ricerca disperata di un impiego, difficile da trovare a causa delle loro disabilità.
immagine: yzdsb.com

Non trovando un lavoro non si sono arresi e l'hanno inventato: hanno iniziato a piantare alberi.

Il loro non è solo un lavoro ma un impegno per la comunità: hanno affittato più di un ettaro di terreno e si sono messi al lavoro.

immagine: queqiaoba.com

Haixia e Wenqi si alzano ogni giorno alle 7 di mattina e iniziano ad interrare i fusti. Per arrivare al loro terreno devono attraversare un fiume. Wengi porta l'amico dall'altra parte, mentre lui lo guida con gli occhi.

immagine: epaper.yzdsb.com

Il guadagno non è grande, ma ormai sono spinti da un'idea molto più importante. Sono decisi a rimboscare la loro terra. Non potendo acquistare nuovi alberi, tagliano da quelli già grandi dei rami che poi interrano.

immagine: epaper.yzdsb.com

Quando bisogna arrampicarsi per tagliare i germogli, Wenqi dirige attentamente dal basso Haixia con i suoi occhi.


Il lavoro richiede molta fatica e pazienza perché i risultati non sono visibili nell'immediato. Ma veder crescere lentamente i piccoli alberi è già abbastanza per portare nelle loro menti un senso di pace.

"Ce la caviamo da soli", dice Wenqi. Nonostante il lavoro sia logorante, sono orgogliosi e felici della loro impresa.

immagine: epaper.yzdsb.com


Molte persone, dopo aver conosciuto la storia di Wenqi e Haixia hanno devoluto denaro ad un fondo creato per garantire ai due una casa e cibo. Sono stati raccolti anche dei soldi per poter operare Haixia, in modo da restituirgli parzialmente la vista. L'amicizia tra i due è meravigliosa così come la loro missione è senza dubbio esemplare. 



la seconda storia , sempre dallo stesso sito , riguarda   un   gatto  salvato  da  un cane durante  un alluvione  . Essa

21.10.15

Ulisse Bezzi: il contadino/fotografo Ravennate che a 90 anni conquista New York Da Matteo Rubboli - ott 17, 2015 su http://www.huffingtonpost.com e Miroslav Tichý artista fotografo e vagabondo








Ci sono favole che sembrano fatte apposta per essere lette. O essere scritte. Quella di Ulisse Bezzi è una di queste, e ci riporta in una realtà contadina che non esiste più, quella della Romagna degli anni ’50 e ’60. Il Bezzi (l’articolo determinativo prima del cognome in dialetto è obbligatorio) è un lavoratore agricolo come allora ce n’erano moltissimi, immerso nella nebbiosa campagna di San 
estratto dal video  documentario del 2006 di Alessio Fattori ed Enrico M. Belardi
riportato sotto  a  fine  post
Pietro in Vincoli, un paese fra Ravenna e Forlì dove l’evento più importante è la tombola di fine anno al Bar Sport. Dove lavorare d’estate sotto il sole significa essere costantemente immersi nel sudore, e dove d’inverno la neve colora la sconfinata pianura di un bianco pallido illuminato soltanto dai pochi raggi di sole che riescono a vincere la perenne cortina di nuvole e nebbia. Ma la straordinarietà, a volte, nasce proprio dove gli eventi della vita si ricordano in base ai decenni, tanto sono rari.Il Signor Bezzi ha una passione viscerale per la fotografia, in un periodo in cui per scattare delle foto bisognava comprare i rullini, e per vederle era necessario trasformare casa propria in un laboratorio di stampa. Le macchine fotografiche usate da Ulisse sono una Retinette Kodak 24X36 e una Rolleiflex 6X6, due pezzi che oggi affollano le bacheche degli appassionati di fotografia vintage. Alla fine delle lunghe giornate di lavoro o alla domenica passa parte del suo tempo ad immortalare quella realtà contadina in procinto di sparire, 


 quei volti di persone che ormai non esistono più, quelle rughe di fatica che oggi si vedono (quasi) soltanto sulle facce dei braccianti emigrati in Italia alla ricerca di fortuna. Ulisse documentava la campagna ma anche il porto di Ravenna, e realizza anche splendidi ritratti di vita dei propri conoscenti.





Gli amici lo convincono a spedire le immagini ad importanti rassegne nazionali ed internazionali, come quella di San Paolo nel quale risulta vincitore. Ha una carriera fotografica di un certo livello, ma come la sua ce ne sono molte, le sue fotografie rischiavano di finire dimenticate fra gli oceani del tempo e delle immagini. Poi, qualche settimana fa, alla soglia della rispettabile età di 90 anni, arriva la chiamata di Keith De Lellis, uno dei galleristi più famosi di New York e del mondo. L’imprenditore invita il fotografo/contadino a New York, ma Ulisse declina, pensa forse ad uno scherzo. Allora, con pervicacia, De Lellis si reca personalmente a San Pietro in Vincoli ed esamina le centinaia di scatti realizzati da Bezzi, acquistandone alcuni per una mostra sulle fotografie vintage in corso nella sua galleria in Madison Avenue.

Adesso, raggiunta la vera celebrità, c’è solo da sperare che quelle fotografie, conservate accuratamente in casa, trovino la via per essere ammirate dagli appassionati di tutto il mondo…

Sotto, un documentario del 2006 di Alessio Fattori ed Enrico M. Belardi :



Meglio tardi che mai !!!!!!!  queste  foto sarebbero  rimaste  nascoste     e difficilmente  se  non per    culo .. ehm  .... fortuna    sarebbero state riscoperte o  scoperte  dai più come  https://it.wikipedia.org/wiki/Vivian_Maier  di cui  ho  già  parlato qui    sul blog  da  qualche parte   e  per  cui vi rinvio   per chi volesse  saperne  di più   a  consultare  il link riportato  nelle  righe precedenti 









L'uomo che vedete nella foto in alto è Miroslav Tichý, nato il 20 novembre del 1926 a Kyjov ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Praga. Durante il regime comunista era considerato un dissidente, dopo la fuga dalla polizia cecoslovacca iniziò a vivere come un vagabondo. Fu considerato folle e fino alla sua morte visse una vita di autosufficienza e di libertà dagli standard della società.
Tichý realizzò di nascosto dal 1960 al 1985 migliaia di foto di donne nella sua città natale di Kyjov, Repubblica Ceca, con macchine fotografiche costruite artigianalmente con tubi di cartone, lattine e altri materiali.



La maggior parte dei suoi soggetti non erano a conoscenza di essere fotografatipoiché non si rendevano conto che la parodia della macchina fotografica che portava con se era reale.


Le sue foto in soft-focus e gli scorci fugaci delle donne di Kyjov risultano oblique, macchiate e mal stampate; viziate dai limiti della sua attrezzatura primitiva e una serie di errori in fase di sviluppo deliberate voluti con lo scopo di aggiungere imperfezioni poetiche.
Dei suoi metodi Miroslav Tichý ha detto: "Prima di tutto è necessario avere una macchina fotografica scadente" e "Se vuoi essere famoso, è necessario fare qualcosa peggio di chiunque altro al mondo".
Le sue fotografie rimasero sconosciute fino al 2000, fino quando non venne scoperto da un critico d'arte, Harald Szeemann che gli organizzò una mostra alla Biennale di Arte Contemporanea di Siviglia nel 2004. Miroslav Tichý acquisì grande prestigio e le sue opere furono esposte a Madrid, Palma di Maiorca, Parigi e presso la prestigiosa galleria ICP di New York.
Morì il 12 aprile 2011 a Kyjov, Repubblica ceca.


Su youtube sono presenti due video degni di nota, il primo mostra le foto realizzate da Miroslav Tichý, mentre il secondo è un documentario in cui viene ripreso all'interno della sua abitazione e mentre è all'opera, purtroppo non è in italiano.

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