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la menoria condivisa non esiste il pasticcio della memoria alla Stazione Centrale di milano e delle lapidi in cui l’omaggio ai deportati della Shoah convive con quello alla guerra del Duce in Etiopia

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 La  vicenda   che riporto  nel post   odierno  dimostra   che   la memoria  condivisa  non esiste  ed   un utopia . Al contrario esistono    più memorie   su detterminati eventi del secolo scorso come  fa  notare  quest'articolo : <<   La memoria condivisa non esiste  >> de Il Foglio di    qualche anno fa   da  https://www.open.online/  del    24 MAGGIO 2023 - 06:35 Milano, il pasticcio della memoria alla Stazione Centrale: l’omaggio ai deportati della Shoah convive con quello alla guerra del Duce in Etiopia                                         di Simone Disegni La giustapposizione delle targhe al binario 21 dello scalo milanese, da cui partivano i convogli della morte della Shoah. Lo storico Filippi: «Così l’Italia (non) fa memoria» Ai viaggiatori che sbarcano a Milano da fuori città, la Stazione Centrale dà il benvenuto con un strano minestrone: di Storia e di memoria. Per lo meno a quelli non distratti da smartphone e bagagli che alzano lo sguardo sul complesso

'IL PUGILE DEL DUCE', ECCO IL DOCU-FILM SULL'ATLETA NERO OSCURATO DAL REGIME

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e  poi   dicono  che il fascismo non era  razzista  . La storia incredibile, sepolta e riscoperta dalla polvere degli archivi, di Leone Jacovacci: un pugile tecnicamente perfetto, agile, intelligente e potente. Leone parlava perfettamente quattro lingue, cinque col romanesco. Era italiano e forse anche fascista. Sicuramente non antifascista. Aveva un solo problema: era un italiano nero dall  sito dell'ansa   ROMA  10 marzo 201710:50  NEWS Quel pugile 'nero' del Duce ignorato da Mussolini In sala il documentario di Saccucci dedicato a Leone Jacovacci Nonostante il titolo, Il pugile del Duce, non c'è neppure l'ombra di Mussolini nei 90 minuti del docu-film di Tony Saccucci, in sala con l'Istituto Luce dal 21 marzo 2017 (Giornata mondiale contro il razzismo). Perché questa storia vera, quanto incredibile, di Leone Jacovacci, campione europeo nel 1928, nasconde qualcosa che il regime volle censurare: il pugile, tanto amato dalle piazze, era infatt