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19.7.25
Trentatre anni fa moriva nella strage di via d'Amelio, Emanuela Loi, di Sestu ( SU ). Fu la prima agente di scorta a morire in Italia. A lei tocco' con Paolo Borsellino. ricordate ?
18.7.23
VIA D'AMELIO 1992 -2023 MIO RICORDO PERSONALE
Non ho appreso , a differenza di quella di capaci , in diretta la notizia della strage di via d'amelio . Ma il ricordo del fatto e di cosa stessi facendo quel giorno e di come appresi la notizia è ancora vivo in me dopo 31 anni . Cosi come sono impressi gli eventi successivi .Infatti ricordo che era con mio padre e mio fratello a raccogliere bacche di mirto per farne delle piante . La macchina era lontana e la radio era spenta . Quando tornati a casa dei nonni materni vedi in tv le immagini della edizione straordinaria rai . Rimasi scioccato , sgomentato , e mi misi a piangere Era come se fossi li sul luogo della strage descritto in maniera ottimale nella 6 puntata del podcast del Fatto quotidiano Mattanza. Cosi come ricordo , man mano che ascoltano le puntate del podcat prima citato , i depstaggi , gli occultamenti ed i retroscena dela strage di stato
19.7.19
Strage di Via D’Amelio. Il coraggio di Emanuela Loi
Guance piene, chioma fulva e aria da ragazzina spensierata: Emanuela Loi aveva in effetti poco meno di venticinque anni quando rimase uccisa nell’attentato di Via D’Amelio in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino.Originaria di Sestu, vicino a Cagliari, Emanuela sognava in realtà di diventare maestra; ma per qualche strana ragione a volte si fanno scelte che condannano il proprio destino, e la giovane, ispirata dalla sorella maggiore, tenta insieme a lei il concorso in polizia, superandolo – a differenza della sorella – a pieni voti.
Nel 1989 Emanuela entra perciò, quasi per caso, nella Polizia di Stato, spostandosi a Trieste per l’addestramento e iniziando la serie di trasferimenti che la porteranno lontana dalla famiglia e dalla sua terra. Due anni dopo, infatti, invece di rientrare in Sardegna, viene trasferita a Palermo, dove le vengono affidati i piantonamenti a casa Mattarella, la scorta alla senatrice Masaino e la guardia al boss Francesco Madonia. E così, oltre al dispiacere della lontananza da casa, si aggiunge la paura, perché la Sicilia tra gli anni Ottanta e Novanta è martoriata di stragi mafiose che uccidono indifferentemente magistrati e agenti di polizia. A Palermo, inoltre, Emanuela deve fronteggiare anche gli sberleffi degli adolescenti, che scherniscono le donne in divisa.È il luglio 1992. Solo due mesi prima, la strage di Capaci ha ucciso il giudice Giovanni Falcone insieme Quel tremendo attentato ha scosso profondamente tutti i poliziotti, anche Emanuela, che come i colleghi non si sente più sicura.È il luglio 1992. Solo due mesi prima, la strage di Capaci ha ucciso il giudice Giovanni Falcone insieme a quasi tutta la sua scorta. Quel tremendo attentato ha scosso profondamente tutti i poliziotti, anche Emanuela, che come i colleghi non si sente più sicura.Non servono le rassicurazioni alla famiglia e al fidanzato che non le sarebbe successo nulla: Emanuela sa di rischiare la vita per quell’incarico, molto più pericoloso dei precedenti; a darle coraggio, il pensiero di fare scrupolosamente il suo lavoro, e soprattutto di fare ritorno a Sestu, nella sua Sardegna, per un periodo di ferie.Ma Emanuela non ne avrà il tempo.Il secondo giorno di scorta a fianco di Borsellino, alle 16.58 del 19 luglio 1992, in via D’Amelio, dove il giudice si era recato per un saluto alla madre, una Fiat 126 esplode proprio nel momento in cui i due scendono dall’auto, uccidendo insieme a loro anche gli altri membri della scorta Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli.Emanuela avrà il triste primato di prima donna poliziotto a morire in servizio. In Sardegna la aspettavano a fine mese mamma Alberta e papà Virgilio, la sorella Claudia, il fratello Marcello e il fidanzato, ma a Sestu tornerà solo il suo corpo dilaniato dall’esplosione. Claudia, 26 anni, quella sorella di cui Emanuela voleva seguire le orme e che invece era diventata parrucchiera, oggi tiene vivo il suo ricordo nell’associazione contro le mafie “Libera”.Emanuela era una ragazza solare e sorridente, che amava la vita e il suo lavoro, a cui ha sacrificato anche se stessa.Gli ultimi istanti della sua vita sono raccontati in un bellissimo libro per ragazzi di Annalisa Strada, Io, Emanuela, agente della scorta di Paolo Borsellino, che dipinge il coraggio di questa giovanissima poliziotta, per restituirle almeno sulla carta i sogni che quel giorno di luglio le ha spezzato troppo presto.
19.7.12
Via d'Amelio 19 luglio 1992-19 luglio 2012 [c'era una volta 1992-1994 puntata VII] + intervista esclusiva ad uno dei pochi giornalisti che non credono alla trattiva tra stato e mafia Enrico tagliaferro
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| foto ansa |
terroristico-mafioso messo in atto il pomeriggio del 19 luglio 1992 a Palermo in cui persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e la sua scorta : 1) Agostino Catalano il capo scorta ., 2) Emanuela Loi prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio, Vincenzo Li Muli,Walter Eddie Cosina ed infine Claudio Traina.
L'unico sopravvissuto fu Antonino Vullo, risvegliatosi in ospedale dopo l'esplosione, in gravi condizioni. L'attentato segue di due mesi la strage di Capaci, in cui fu ucciso il giudice Giovanni Falcone, segnando uno dei momenti più tragici nella lotta alla mafia.
film e documentari sull'eccidio
Questo fino a che s'inizio a parlare della trattiva tra mafia e stato che appresi da trasmessi come Blu notte di Lucarelli e siti come http://www.misteriditalia.it . Ora inizialmente c'era lo stesso proposito , per chiarire e chiarirmi meglio alcuni aspetti della trattativa ( verità assoluta ed indiscutibile secondo alcuni , verità con critica come il sottoscritto , presunta secondo alcuni , inesistente o bufala secondo altri ) , dei post su capaci cioè il non parlare del contrastato argomento , e lasciare parlare solo i ricordi diretti o indiretti che fossero . Ma visti i classici fiumi d'inchiostro e di bit e tutta una serie d'articoli trasmissioni ,tv , dvd , libri ,ecc a senso unico cioè pro trattativa , i miei dubbi su quello che gli stessi fautori d'essa definisco basilare cioè il pappello di Vito Ciancimino e le dichiarazioni del figlio Massimo Ciancimino , ed [ SIC ] il svincolare ( come il caso di Adriana stazio delle agende rosse ) o il non rispondere ( motivi di salute o paura d'essere messi in discussione , Salvatore Borsellino spazio facebook e email al sito http://www.19luglio1992.com/.
Procuratrice Ancona, 'non tutti i casi di violenza sono uguali'
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