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VIA D'AMELIO 1992 -2023 MIO RICORDO PERSONALE

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  Non ho   appreso ,  a  differenza  di quella  di   capaci  ,  in diretta la  notizia   della  strage di via  d'amelio  . Ma il ricordo   del  fatto e  di cosa stessi  facendo quel giorno e  di come  appresi la  notizia   è  ancora  vivo in me   dopo  31  anni . Cosi come   sono  impressi     gli eventi  successivi  .Infatti ricordo   che  era  con mio padre  e mio fratello a  raccogliere   bacche    di mirto  per  farne  delle piante . La macchina  era  lontana  e la radio era  spenta  .  Quando  tornati    a  casa dei nonni  materni       vedi  in  tv le immagini    della  edizione    straordinaria  rai  . Rimasi  scioccato , sgomentato ,  e mi misi a piangere  Era come   se  fossi   li  sul  luogo      della  strage  descritto   in maniera  ottimale   nella  6 puntata  del podcast  del Fatto quotidiano   Mattanza. Cosi  come   ricordo  , man mano  che   ascoltano   le  puntate  del podcat prima citato  ,  i depstaggi  ,  gli occultamenti  ed  i retroscena  dela  strage  di stat

l'utopia della memoria condivisa i fatti di via d'amelio e di piazza alimonda a confronto

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anche se  voi  credete  assolti    siete per  sempre  coinvolti Il post d'oggi è dedicato a tutti coloro che Giuseppe Scano ha condiviso il video di La Cronaca Italiana . 30 luglio alle ore 23:10 · Sono passati 15 anni dal G8 e dai "fatti di Genova". Questi fatti, per l'esattezza. Mi piace Commenta Condividi 4Augusto Gal, Francesca Pedroni e altri 2 Commenti Paola Scano Ancora..... Mi piace · Rispondi · 30 luglio alle ore 23:17 Giuseppe Scano cara zia [ Paola Scano ] si fin quando l'italia è sotto processo a straburgo per i fatti della scuola Diaz e Bolzaneto , ed nonostante il monito della Ue è l'unica a non avere nel suo ordinamento un reato di tortura . ricordare i fatti oltre la data de il classico anniversario mi sembra doveroso Mi piace · Rispondi · 1 · 31 luglio alle ore 9:45 . Marianna Bulciolu Sul reato di tortura Giuseppe ha tutte le ragioni. Uno stato che non riconosca la to

trattitiva con la mafia ante litteram un inedito di Leonardo sciascia sulla mafia SULLAMAFIA L’INEDITO DI SCIASCIA UN SAGGIO DIMENTICATO PER CAPIRE COSA PENSAVA DAVVERO LO SCRITTORE SU COSA NOSTRA

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  fonte  il  venerdi  di repubblica  n 1301  del 22  febbraio  2013   UN SAGGIO DIMENTICATO PER CAPIRE COSA PENSAVA DAVVERO LO SCRITTORE SU COSA NOSTRA. RIEMERGE UN SAGGIO DEL 1972 NEL QUALE LO SCRITTORE DI RACALMUTO RACCONTAVA I RAPPORTI TRA POTERI PUBBLICI E POTERI ILLEGALI. QUASI UNA PREISTORIA DELLA FANTOMATICA «TRATTATIVA», OGGI AL CENTRO DI CRONACHE E POLEMICHE PALERMO. La storia della mafia di Leonardo Sciascia  (  foto a  destra )  fu pubblicata nel 1972 nella mondadoriana rivista Storia illustrata. Da allora era dispersa. Appena 35 pagine, che diventano 65 con l’intervista di Giancarlo Macaluso a Stefano Vilardo (amico di Sciascia dal ‘36) e un’analisi di Salvatore Ferlita. L’operazione di recupero la si deve alla casa editrice Barion, resuscitata dalla «pancia» della storica Mursia. È un tesoro nascosto.Sciascia, anzitutto, scopre nel suo studio che la parola mafia già appare nel primo vocabolario siciliano di Traina (1868) come importata dal Piemonte, sulle a

il peso delle parole di enrico tagliaferro

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 mi cospargo il capo di cenere  per  aver  condiviso e messo mi piace    sul  mio facebook ad  un idiozia  del genere   e  non aggiungo altro  all'articolo   dell'amico  Enrico    che trovate sotto  se  non questo  video    di un regista cervellotico    e geniale  allo stesso tempo   che  Nanni moretti  buona lettura Il peso delle parole Sulla prima pagina di “Libero” di ieri  Filippo Facci, in dichiarata sintonìa col sottoscritto, ha lanciato una provocazione. Speriamo che porti a qualcosa di positivo. Il tema è piuttosto spinoso:  il riporto giornalistico, più o meno strumentale o più o meno infedele,  delle parole e dei pensieri dei nostri eroi di Stato, mediato o tramandato da chi gli era vicino allorchè essi erano ancora in vita. In questo caso a sollevare la nostra attenzione, è stato un “aforisma” attribuito a Paolo Borsellino e pubblicato come una lapide in decine di migliaia di pagine del web, che recita: “ Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta de

Via d'Amelio 19 luglio 1992-19 luglio 2012 [c'era una volta 1992-1994 puntata VII] + intervista esclusiva ad uno dei pochi giornalisti che non credono alla trattiva tra stato e mafia Enrico tagliaferro

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Da oggi  16  luglio   inizia   il rituale celebrativo per il 20° anniversario di Via d'Amelio . Strage \attentato di stampo terroristico-mafioso messo in atto il pomeriggio del 19 luglio 1992 a Palermo in cui persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e la sua scorta. L'agguato segue di due mesi la strage di Capaci, in cui fu ucciso il giudice Giovanni Falcone, segnando uno dei momenti più tragici nella lotta alla mafia Da quei pochi ricordi diretti , viste che non vidi subito in diretta come quelle per capaci ( vedere miei post del 22 e 23 maggio che potete trovare qui ) ero a raccogliere   bacche  di mirto per  farne  talee  con mio padre  e mio fratello  .   foto ansa Dai quei pochi ricordi dell'epoca, aveva  16 anni,fu   u n   attentato   di stampo   terroristico - mafioso   messo in atto il pomeriggio del   19 luglio   1992   a   Palermo   in cui persero la vita il giudice antimafia   Paolo Borsellino   e la sua scorta :   1)   Agostino Catal

L'eterno secondo

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Ventennale della morte di Paolo Borsellino. Che emozione vederlo in tv qualche giorno fa, nella sua ultima intervista. La sua asciutta, sobria determinazione, così poco siciliana, quasi nordica. Sapeva di dover morire, il suo cuore era sconquassato e limitava anche l'affetto paterno, nell'impossibile impresa di preparare i figli all'addio. Quando ci lamentiamo delle difficoltà, dobbiamo ricordare lui e la forza che l'essere umano sa esprimere, se lo vuole. Perché? Non esiste alcuna logica dal punto di vista strettamente biologico. E' "contronatura". Ed è questo il bello e il fascino della spericolata avventura umana, l'oltrepassarsi per realizzarsi compiutamente. Ma perdere Paolo, l'eterno secondo come amava definirsi, è stata una ferita immedicabile. Era secondo, sì, forse perché la sua asciutta figura riepilogativa e severa restasse meglio scolpita nei nostri cuori e nelle nostre anime. Il mio ultimo libro , uscito ieri, l'