Visualizzazione post con etichetta cyber bullismo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cyber bullismo. Mostra tutti i post

29.3.21

IL passo dallo stalker al femminididio è sottile soprattutto quando è di stato



 di cosa  stiamo  parlando  

                                  


sempre   dalla stessa fonte  del 28\3\2021


Lavinia Rivara

Se sei una donna, sei giovane, impegnata in politica, se magari provi anche a fare carriera, un risultato è assicurato: lo stalking non te lo leva nessuno. Per mesi, anche anni. Una condanna di genere.Nessun ministro uomo probabilmente ha avuto la malaugurata sorte di sentirsi apostrofare sui social per mesi “bocca rouge” o “cazzolino” come è toccato all’ex collega Lucia Azzolina, né di essere perseguitato per un anno e mezzo con messaggi a sfondo sessuale, conditi da minacce di morte. Il tutto perché il suo stalker, Pasquale Vespa, presidente di un’associazione di docenti precari, non condivideva la sua posizione sul precariato.

 Opinione legittima ovviamente, ma la critica e la protesta, per quanto radicali, si sarebbero certo sfogate in altro modo se l’avversario fosse stato un maschio.Poche settimane fa un’altra ex ministra, Maria Elena Boschi, ha presentato una denuncia per stalking alla procura di Roma. Da sei mesi un uomo la bombardava di mail, telefonate, attacchi sui suoi profili social, tutti i giorni, anche più volte al giorno. Boschi, oggi capogruppo di Italia viva alla Camera, si è decisa a denunciare quando ha capito che il suo persecutore si recava negli stessi luoghi frequentati da lei, quando cioè la minaccia è diventata fisica e non più solo verbale. Ma non era certo la prima volta che si trovava a dover affrontare questo genere di intimidazioni: «Vanno avanti dal 2014, con soggetti diversi» ha rivelato in una intervista al Corriere. Se si considera che è stata eletta deputata per la prima volta nel 2013 si capisce che gli stalker hanno accompagnato tutta la sua carriera politica.Poco più di un anno fa Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è comparsa davanti alla prima sezione penale del tribunale di Roma per il processo contro il suo persecutore, Raffaele Nugnes, arrestato qualche mese prima. «La notte non dormo più se penso alle minacce che quest’uomo mi ha rivolto via Facebook - ha raccontato -. Ho paura per mia figlia. Lui diceva che la bambina era sua, che prima o poi sarebbe venuto a riprendersela ».Nel 2015 venne processato anche il molestatore di Mara Carfagna, allora deputata forzista e principale promotrice della legge antistalking. Sul sito della sua vittima lui aveva scritto: “Ti seguo da un po’, conosco i Secondo gli ultimi dati del Viminale le donne, neanche a dirlo, rappresentano il 75 per cento delle vittime di reati persecutori. La maggior parte sono adulte (il 36 per cento ha tra 31 e 44 anni), l’età in cui tendenzialmente si manifesta maggiore indipendenza, si prova magari a fare carriera. Subito dopo vengono le ragazze tra i 18 e i 30 anni (22 per cento). È come se l’essere donna, giovane, magari con ambizioni e visibilità, fosse ancora qualcosa di inaccettabile per una certa cultura maschile (per fortuna minoritaria).In queste settimane si è molto dibattuto della presenza delle donne in politica. La decisione del nuovo segretario del Pd Enrico Letta di imporre una vice e due capigruppo parlamentari donne sta facendo discutere, ma di certo ha il merito di riequilibrare una situazione. Come ha detto Irene Tinagli «a nessuna donna piace ritrovarsi in dei ruoli perché ci sono le quote, ma siamo stati costretti ad arrivare a misure più drastiche perché in maniera naturale questo spazio non si creava». La verità è proprio questa: la strada per una vera parità di genere è ancora lunga e costellata di misure drastiche e di prezzi da pagare. Lo stalking è sicuramente uno dei più odiosi.Una strada che resterà impervia finché esisteranno sottosegretari di Stato come il leghista Rossano Sasso che, nonostante abbia la delega per combattere il bullismo, non si è fatto scrupolo di assumere al ministero dell’Istruzione uno stalker come Vespa. Anzi, lo ha difeso fino all’ultimo, arrivando addirittura a definirlo «un simbolo dei diritti dei lavoratori più deboli». La decisione del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi di revocare l’incarico al docente era un atto dovuto inevitabile. Ma forse sarebbe opportuna anche qualche riflessione sul sottosegretario e le sue deleghe.


6.2.19

quando il vaff è un arte ed non volgarità . il caso di :Eleonora Boi che asfalta un commento sessista

Passi pure 😒😖  ,  anche  se  un po'  maschilista  da    uomo beta     il termine  bella  figa  \  fica  o  bella  gnocca  . Ma   tale  frase   la  trovo   disgustosa  ,  e che .....   😡💥💨 non  siamo  tra  uomini    e in privato  .  Un minimo  di  autocontrollo del proprio testosterone  .

  da   https://youtg.net/v3/canali/storie/

Culurgiones e commento sessista, Eleonora Boi fulmina il follower




CAGLIARI. Che i social abbiano aperto le gabbie dello zoo è un dato di fatto. Soprattutto quando una bella ragazza, magari nota nell’ambiente televisivo, condivide la sua quotidianità con i fan. Basta una scollatura più profonda per scatenare il circo di commenti beceri, cafoni e rivoltanti. Se ne contano migliaia in una singola foto. Impossibile rispondere a tutti, tanto meno rimuoverli. Certo è che ogni tanto bisogna dare una “lezione” a chi continua a far dilagare il fenomeno (chiamasi, se vogliamo, cyberbullismo).
Forse avrà pensato proprio questo la giornalista sportiva Eleonora Boi, cagliaritana e volto noto di Sport Mediaset, quando ha deciso di rispondere a uno dei suoi follower, autore di un commento a sfondo sessuale sotto la sua ultima foto. Nello scatto, la Boi sorrideva nella cucina della sua casa in Sardegna, mostrando fiera i culurgiones appena cucinati. “Pranzo della domenica, culurgiones al sugo fatti in casa”, ha scritto su Facebook. Fin qui tutto normale. Se non fosse per quella scollatura che ha fatto aprire le gabbie, appunto. E i soliti utenti si sono scatenati con frasi ripugnanti.
La Boi ne ha individuato uno, però: nella foto profilo abbracciava sorridente sua figlia. Così non ci ha pensato un attimo e ha risposto: “Ma con la foto di tua figlia? Ma non ti fai vomitare da solo? Quando le scriveranno a lei ste porcate chissà quanto ti piacerà”. Una presa di posizione della bella giornalista sarda che ha fatto esplodere di orgoglio le donne sul web, soprattutto nell’Isola: “Le sarde si distinguono sempre”, “Colpito e affondato, brava Eleonora”, e ancora “Hai tutta la mia stima”.


CHE ROTTURA DI ... PRIVACY . SE UNA \ UNO SCRIVE UNA BOIATA O VIENE TAGGATO NELLA RISPOSTA NON SI PUÒ' SAPERE CHI è PERCHÉ' I MEDIA MAISTREAM E NON , LO CENSURANO OSCURANDONE NOME E FOTO . COME LO SCEMO E SESSISTA A CUI HA RIPOSTO ASFALTANDOLO LA STESSA VITTIMA DI CYBER BULLISMO .LA STESSA  ELEONORA  .

30.6.17

Il coraggio di Ilaria e la sua sfida agli insulti sul web La 31enne disabile aretina vittima di cyberbullismo



Martedì sera, Blob ha trasmesso un triste documento sulla stupidità umana: gli insulti che una giovane donna riceve quotidianamente sul suo profilo social. Insulti di questo tipo: «Miss Toscana della bruttezza», «nanoide», «handicappata deforme che suscita solo la pietà umana», «un mostriciattolo su cui sfogare le proprie depravazioni», «hai denti marci, capelli sudici e braccia lunghissime», e altri ingiurie del genere.




Ilaria Bidini, 28 anni, costretta a stare su una sedia a rotelle a causa di una malattia genetica, ha deciso di contrastare il dilagante fenomeno del cyber-bullismo denunciando in modo singolare e con

grande coraggio chi la offende e umilia quotidianamente sul web. Ha letto in pubblico tutte le cattiverie e le minacce scritte contro di lei.
Grazie alla collaborazione di Saverio Tommasi, della testata giornalistica Fanpage, Ilaria ha avuto la possibilità di girare un video (visibile su YouTube) per testimoniare la violenza e l’umiliazione cui quotidianamente è sottoposta da parte di alcuni vigliacchi che si nascondono dietro l’anonimato del sito lituano Ask.Facile dire che questi insulti si ritorcono contro chi li scaglia: sono peggio di una lapidazione perché provengono dal fondo della beceraggine, della cattiveria, della codardia umana. C’è solo da sperare che la Polizia Postale impieghi tutte le sue forze per scoprire chi sono o chi è il mascalzone: gente così non può farla franca, un moto di rigetto è indispensabile.
Una storia di violenze psicologiche continue quella di Ilaria, che nonostante tutto, si è fatta forza, ha continuato gli studi e oggi vive cercando di dimenticarsi della sua disabilità: «A scuola venivo minacciata ogni giorno, mi promettevano botte, mi facevano scherzi orrendi, come bucarmi le ruote della carrozzina, ero puntualmente vittima di scherzi di cattivo gusto…». Ce ne fossero di Ilarie!

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...