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29.11.25

diario di bordo n 156 anno III libertà d'opinione e conflitto israeliano palestinese il caso Mohammed Shahin., chi ha rubato il natale gli islamici secondo i. leghisti ed affini , i buonisti d'accatto , i centri commerciali ?., l'arte del kintsugi-arte-giapponese-metafore

oggi la rubrica parlerà di : libertà e dissenso , repliche social , ed altre riflessioni suscitate dalla puntata dela 3 stagione un professore. Iniziamo
Nel vergognoso trattamento che il governo italiano ha riservato a Mohammed Shahin vi sono decenni di islamofobia, il veleno utilizzato dal sistema per scatenare la più semplice delle guerre orizzontali, quella che da sempre fa presa sull'immaginario collettivo di un occidente vittima di una mendace operazione mediatica di demonizzazione e disumanizzazione dei popoli mediorientali.
E mettiamoci dentro anche una vagonata di orientalismo, che è l'approccio fondamentalmente razzista dell'occidente nei confronti dell'oriente, che
non ha diritto di parola perché è fuori della sfera del reale, è mera categoria (a)culturale, che esiste solo nella rappresentazione alterata che l'occidente dà di esso. Oggetto di descrizione, dunque, inesistente di per sé e quindi intrinsecamente soggetto a dominio coloniale e discriminazione culturale, come lo definì Edward Said.
Se non fosse per queste due categorie, nulla di ciò che accade sarebbe stato possibile, né la disumanizzazione di un popolo altrimenti meritevole di essere giudicato eroico secondo tutti i parametri del pensiero logico né la vendetta applicata dagli stati verso i segmenti più deboli della catena di solidarietà per Gaza: chi non possiede cittadinanza e quindi diritti, meglio se musulmano da offrire in pasto ad una pubblica opinione come comodo capro espiatorio su cui riversare la frustrazione per i propri diritti erosi, e per la povertà materiale e morale che avanza, inesorabile come una piccola morte.
Il sangue dei musulmani, e la loro miseria, sono anzi particolarmente apprezzati nel sottobosco delle società occidentali, in cui vegetano ampi strati di popolazione per lo più incolta, alla perenne ricerca di vittime sacrificali su cui riversare decenni di alienazione per le ripetute sodomizzazioni violente da parte del potere e alla cui pancia si rivolge il sovranismo becero, quello che da Fallaci a Salvini - ma il fenomeno è assai più antico - ha propagandato la liceità dell'ultimo razzismo socialmente accettato, quello anti-arabo e anti-islamico.
Lo abbiamo visto con Souzan Fatayer, docente di lingua araba e membro della Comunità Palestinese Campana, candidata alle ultime elezioni regionali e sottoposta a gravissimi attacchi personali, con offese irripetibili, dal primo all'ultimo giorno della sua campagna elettorale per il solo fatto di essere straniera e palestinese, e lo vediamo oggi, con il provvedimento di espulsione arbitraria nei confronti di una persona, incolpevole se non di aver testimoniato a favore del diritto e della giustizia in Palestina, in ciò che si configura come vigliacco atto di vendetta politica da parte di un sistema che fa affidamento sul sostegno dei segmenti più disagiati del paese. [ ... continua qui sulla https://www.facebook.com/antonella.salamone.52/ ] Se proprio è vero che sia colpevole di antisemitismo ed odio anche se sembra che risulta il contratrio sentite la testimoianza sotto , non lo si può condannare fare scontare la pena in italia invece di mandarlo i un paese nel quale essendo un dissidente rischia di finire come Giulio Regeni .

 

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Ormai novembre volge al termine e dicembre è alle porte ma già dall'inzio del mese , neppure in tempo di una trequa che subito dopo i morti ed santi il cosidetto hallowen iniziano i prodromi della melensa atmosfera natalizia con pubblicità e decorazioni ed vetrine , luminarie nelle vie cttadine iniiza ad appiccarti addosso

Pippo e l'ultimo viaggio di Babbo Natale (Mignacco/M. De Vita) - TL n°1569, del 1985
Infatti si è nel caso in cui a realtà supera la fantasia ...40 anni fa preparare l'albero con così tanto anticipo era generalmente vista come una cosa stramba alla Pippo ( vedere foto a sinistra ) mentre oggi, complice anche il consumismo imperante, è diventata la normalità... anzi, rispetto al calendario che viene mostrato, oggi in tanti lo hanno già addobbato prima di lui ma altri s'indignano per fortuna


! Ma almeno fosse solo questo .
Come ogni anno le solite polemiche sul buonismo d'accatto da non confondere con laicizzazione vera che storpia e censura \ riadatta i testi natalizi delle recite ( ecco un fatto recente avvenuto in una scuola ) e le proteste strumentali dei falsi credenti e a tei devoti come a cui replico condividendo il video sotto alle teorie razzistiche \ sovraniste islamicofobiche in quanto non ci sono solo i mussulmani o islamici che non festeggiano il natale e le sue feste . Ma anche altre religioni \ confessioni alcune di derivazioni cristriane cattoliche . Ricollegandomi anche al discorso di prima ,ecco perchè non faccio più , anche a costo di pedere like e deludere chi di voi lettori c'era affezionato o a chi locercava nei motori di ricerca non faccio più la classica guida di sopravvivenza alle festività natalizie .








 
Infatti ormai è come combattere contro i mulini a vento \ una battagli perso visto che i media e internet insomma lo stesso sistema mediatico \ culturale e la massa s'appropriano delle tue stesse armi

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 tutto  si  ripara  prima  o  poi   basta  volerlo     ed  impegnarsi  . cioè apllicare alle relazioni  (  non solo  sentimentali )  L’antica arte Kintsugi viene dal Giappone e si ispira ai vasi riparati . Infatti   Abbiamo  come  suggerisce   il sito  https://cultura.biografieonline.it/kintsugi-arte-giapponese-metafore/ da me  consultato  e  a da  cui  ho  preso  foto  e  notizie  riortate  sotto   tanto da imparare dai popoli dell’Oriente. L’antica arte giapponese del Kintsugi trasmette una preziosa lezione di vita rivolta a tutti, prendendo spunto dalla sapiente e antica tecnica di mettere in evidenza le fratture dei vasi rotti.

Kintsugi: i cocci di una ciotola riparati con l’oro

Kintsugi: in cosa consiste?
Noi occidentali siamo soliti buttare un vaso quando questo cade e si rompe, seppure a malincuore perché trattasi di un oggetto prezioso. In Giappone, invece, la rottura di una ciotola, di un vaso o di una teiera diventa un’occasione per renderli ancora più pregiati.
Proprio grazie alle fratture provocate dalla rottura, la pratica giapponese del Kintsugi aggiunge valore all’oggetto, evidenziando le linee e restituendogli una nuova opportunità.
Il termine giapponese “kintsugi” deriva da “kin” (che significa letteralmente “oro”) e “tsugi” (che sta per “ricongiunzione, riunione, riparazione”).Kintsugi: due vasi riparati con polvere d’oro. (Foto dal sito: francinesplaceblog.com)

Per rimettere insieme i pezzi di un oggetto rotto i giapponesi utilizzano un metallo prezioso (di solito oro o argento liquido oppure una lacca di polvere dorata). Quando i cocci si riuniscono vengono fuori alcune nervature che rendono più originale il pezzo.
Le cicatrici, anziché privare l’oggetto del suo valore, gli conferiscono un aspetto unico ed irripetibile. Le ramificazioni che si formano per la rottura vengono esaltate con l’applicazione del metallo. La tecnica del Kintsugi permette di realizzare vere e proprie opere d’arte partendo da un oggetto rotto, che per definizione è imperfetto.
Le origini del Kintsugi
Alcuni oggetti laccati sono stati rinvenuti circa 5.000 anni fa. Ciò significa che la tecnica Kintsugi affonda le sue radici nell’antichità. Da millenni i giapponesi utilizzano come sostanza collante la lacca urushi, che si può ricavare dalla pianta “Rhus verniciflua” (Albero della lacca, chiamata anche Lacca cinese).
Alcuni documenti accreditati fanno risalire l’origine di tale tecnica artistica al XV secolo. Si racconta che l’ottavo shogun Ashikaga Yoshimasa ruppe la propria tazza da tè e decise di farla riparare da alcuni esperti artigiani.
Questi applicarono alla tazza dello shogun la tecnica del kintsugi, riempiendone le fessure con resina e polvere d’oro.
Per riparare gli oggetti con questo metodo sono necessarie diverse fasi e inoltre il tempo di essiccazione può consistere in un mese o più.
Kintsugi: dettaglio di una saldatura con l’oro

Il Kintsugi e le sue Metafore per la Vita
Quante lezioni di vita possiamo apprendere dall’antica e sempre attuale arte del kintsugi! La prima, più importante di tutte, è che non si deve buttare un oggetto perché si rompe.
Recuperare un rapporto
Come il kintsugi restituisce nuova vita ad un oggetto rotto impreziosendo le fratture con il metallo prezioso, così nella vita dobbiamo cercare di recuperare le relazioni o i rapporti prima che si logorino del tutto.
Resilienza
Altra lezione fondamentale del kintsugi consiste nell’applicare la Resilienza. Questa è la capacità di reagire alle avversità della vita con coraggio, considerando le esperienze dolorose come occasioni di crescita. Come il kintsugi mette in evidenza le crepe di un vaso rotto, così noi dobbiamo imparare ad esibire e valorizzare le cicatrici della nostra vita, senza vergognarci di esse. Anzi, secondo la metafora del kintsugi sono proprio le cicatrici a rendere un’esistenza unica e preziosa.
Simbolo dello Yin e Yang
Applicazioni moderne delle metafore del kintsugiMentre noi occidentali stentiamo ad accettare le crepe (sia fisiche che spirituali) e piuttosto siamo portati a considerarle come segni di fragilità ed imperfezione, la cultura orientale da millenni accetta e valorizza la compresenza degli opposti, che fluiscono insieme in maniera armoniosa – come lo Yin e lo Yang
I giapponesi, millenni fa, avevano già compreso che le imperfezioni estetiche possono assumere forme nuove rendendo gli oggetti ancora più preziosi. Proprio come succede a noi: chi ha sofferto ed esibisce con orgoglio le ferite dell’anima è una persona consapevole e di certo preziosa per gli altri.
Secondo la moderna psicoterapia, il kintsugi giapponese è un ottimo spunto di riflessione per imparare la resilienza. Una dote che non è innata e che serve a tutti per vivere meglio anche le peggiori avversità che la vita riserva.

15.5.24

La fretta, l’omologazione dei desideri e lo smarrimento esistenziale dei tempi moderni - Emiliano Morrone

 Tu fretta di vivere qualcosa, e ogni cosa è già un ricordo liso, e adesso la pubblicità». Con questo verso, Claudio Baglioni espresse, a metà degli anni ’80, la voracità del consumismo, che bruciava – e brucia – il futuro e il passato insieme, nell’eterno presente commerciale. Più avanti, nel ’92, il sociologo Roland Robertson avrebbe definito i tratti della nuova era globale come «compressione del mondo e intensificazione della coscienza mondiale in quanto insieme».
Della contrazione del tempo e dello spazio René Guénon si era occupato già nella prima metà del secolo scorso. Nel suo volume “Il regno della quantità e i segni dei tempi”, del ’45, si legge del tempo sempre più accelerato, che «contrae lo spazio e se stesso progressivamente». Dunque, secondo il filosofo francese, «la fretta, caratteristica che accompagna i moderni in ogni cosa, non è altro che la conseguenza dell’impressione confusa che essi provano di questo fatto». “Essere senza tempo” è il libro del filosofo Diego Fusaro, del 2010, che analizza e critica la «filosofia della fretta», inquadrata a partire dall’accelerazione della storia operata dalla prima Rivoluzione industriale. Nel pieno di Industria 4.0, iniziata nel 2011, oggi l’accelerazione della storia è ancora più marcata e sfuggente rispetto alla prima decade degli anni 2000, e la memoria umana appare, nel quotidiano, volatile tipo la Ram. A cena non ricordiamo che cosa abbiamo mangiato a pranzo: la proiezione della mente e della coscienza è verso il domani inteso come giorno dopo, spesso meccanica, priva di progetto, senso, obiettivo.Dalla seconda metà degli anni Novanta, il tempo sembra scorrere più rapidamente. Internet conosce uno sviluppo continuo: aumenta la velocità di connessione, si moltiplicano le offerte del servizio e si allarga l’accesso alla rete: il mondo entra nelle case, di New York come di Pallagorio (Crotone). È la vittoria di un egualitarismo apparente, prodotto dal sistema capitalistico per elevare consumi e profitti: a Simeri Crichi (Catanzaro), per dire, possiedono gli stessi cellulari che girano a Los Angeles; a Scandale (Crotone), per mero esempio, si è visto lo stesso abito indossato dalla diva della tv appena maritata. È il trionfo delle merci, che escono dal mercato della piazza locale – il quale scompare come la partecipazione diretta dei sensi alla compravendita – e giungono ovunque, sono acquistabili in ogni momento, da ogni parte.  Fretta continua, perdita della memoria, omologazione dei gusti e dei desideri e smarrimento cognitivo ed esistenziale sono, come abbiamo visto, le costanti del nostro tempo, che riduce lo spazio, come aveva intuito Guénon; anche perché, aggiungiamo, nel viaggio perpetuo delle merci non esiste più centro né periferia, non c’è geografia fisica né politica. E oggi merci sono pure i dati, che si spostano a velocità impressionante, in quantità smisurate.

Spot Barilla 1986

Allora questo movimento di merci, dati e (ovviamente) capitali determina il dominio di un’antropologia, dell’homo emptor, cioè dell’uomo acquirente, che rimuove e sostituisce usi, costumi e tradizioni locali. Così svanisce il senso della famiglia e della tenerezza che la pubblicità «Dove c’è Barilla, c’è casa», del 1986, l’anno di Černobyl’, racchiudeva e traduceva in 60 secondi nel mostrare il salvataggio di un gattino sotto la pioggia da parte di una bimba con due trecce e l’impermeabile giallo, una Greta Thunberg ante litteram, che per cena ritornava dai genitori dopo aver perduto lo scuolabus e portava con sé quel piccolo amico. Prova a recuperarne il sentimento il recente spot del Mulino Bianco «C’è un mondo più buono», il quale mostra l’autista di uno scuolabus che, senza palesarsi, riporta a una bambina il proprio orsacchiotto, simbolo di tenerezza e fantasia in un mondo che, è il messaggio morale della pubblicità, avrebbe bisogno di credere e sperare, come indica l’occhio che uno spaventapasseri, in un campo di grano biondissimo, strizza al pupazzo della piccola. L’idea è geniale, il contesto è mutato e, a differenza del richiamato spot del 1986, in cui era solito, naturale, che una bimba desse casa e famiglia a un micetto abbandonato, oggi le buone azioni sono ben più rare e i gattini si possono acquistare come i pesciolini, i pappagallini o i criceti, quali riempitivi del vuoto domestico

15.3.24

lo sterco del diavolo...ehm...il denaro non ha confini etnici Rapina choc in un gioielleria di Brescia: il leader della banda è un fotomodello frequentatore delle passerelle milanesi

Oltre  a titolo del post  penso che  ,  lo stesso   vale     pe r tutti a prescindere  dall'appartenenenza  etnica  , che    chi  tropo   vuole  nulla  stringe  . Capisco e  posso  comprendere   , ma  non  giustifico  , che  tu    venga  in italia ed  delinqui  per  vivere . Ma  quando  :  non sei  sfruttato     cioè devi pagare  i  il debito a  chi   ha  fatto venire ,  non  hai lavoro  ,   ecc .  ma  hai  un lavoro  che  ti permette  di vivere   dignitosamente  o  anche  bene    come  il  caso in questione   allora  sei  una  💩


  da  https://www.msn.com/it-it/channel/source/Leggo/



Sono stati arrestati tre rapinatori ritenuti responsabili di due rapine violente e a mano armata avvenute a Brescia in un compro oro di via Orzinuovi a inizio gennaio e all'interno di una gioielleria sotto i portici in pieno centro di due settimane fa. Il leader della banda criminale è un fotomodello di 22 anni di origini senegalesi, che ha sfilato sulle passerelle milanesi per i più grandi marchi di moda.Stando a quanto emerso dalle indagini, la banda, composta da giovanissimi, commetteva le rapine per poter fare poi una vita di lusso tra potenti auto e cene nei migliori ristoranti.

Gli arrestati: Sylla il modello era il capo banda

Il fotomodello si faceva chiamare “Sylla”. «Faccio il modello a Milano», diceva nelle telefonate intercettate dagli investigatori.  Sul suo profilo social, e nella sua abitazione di Mazzano, nel Bresciano, sono state trovate le foto colori e in bianco e nero, mentre indossa le ultime collezioni uomo nei defilé, prova i capi e il portamento nel backstage con tanto di fotografo, si prepara nei camerini professionali di un mondo che conosceva. Origini senegalesi, ha appena 22 anni. E per gli inquirenti sarebbe stato proprio lui, la sera del 23 febbraio scorso, a mettere a segno la rapina violenta alla gioielleria «I gioielli di Rossana» sotto i portici di via X Giornate insieme a un complice albanese di 26 anni (l’unico incensurato). In cella sono finiti in tre: c’è anche un 27enne di origini marocchine nato in Italia, anche lui di casa a Mazzano. Due i colpi che vengono loro contestati: quello in gioielleria e al compro oro «Oro in euro» del 10 gennaio scorso, in via Orzinuovi, sempre in città. Tutti e tre avevano un alto tenore di vita, dalle auto ai ristoranti di lusso. 

Banda sgominata grazie ai filmati di videosorveglianza

Filmati di videosorveglianza sono stati fondamentali per dare un volto alla banda di rapinatori, che tra gennaio e febbraio, ha colpito un compro oro e una gioielleria a Brescia.Grazie alle immagini carabinieri e polizia sono risaliti ai presunti membri. I tre uomini, che stavano preparando un altro colpo, sono stati fermati a Mazzano e portati in carcere.

Spinto il titolare del negozio e picchiato il figlio

Nel video del 23 febbraio si vede una donna uscire dalla gioielleria. Fuori, sotto i portici del centro, aspettano due uomini vestiti da rider a bordo di monopattini e con il casco. Approfittano della porta aperta e fanno irruzione in negozio. Spingono la titolare e picchiano il figlio, e dopo aver sparato un colpo a salve, scappano con 300mila euro di refurtiva. Il 10 gennaio i rapinatori avevano usato i passamontagna per camuffarsi. Sempre con la pistola in pugno avevano portato a termine il colpo.

Oltre ai tre fermati ci sono sette indagati

Oltre ai tre fermati ci sono altri sette indagati. Tra loro la donna, indagata per concorso in rapina. La complice, secondo le ricostruzioni, si fingeva cliente, entrava in negozio e così apriva la strada ai rapinatori.  Gli altri sei sono indagati per ricettazione. Le  forze dell'ordine durante le perquisizioni nella case degli indagati,  tutti residenti nel bresciano, hanno recuperato parte della refurtiva: orologi e gioielli.Le rapine avevano creato allarme tra i negozianti. La titolare della gioielleria Renata Dini aveva incontrato il questore. Dopo gli arresti, ha raccontato, ha ritrovato la serenità.

Le parole del prefetto di Brescia

«Sono particolarmente felice del risultato di questa operazione di Polizia e carabinieri avvenuto in tempi rapidi. Erano fatti che hanno preoccupato molto la comunità bresciana Lo Stato ha risposto», ha detto il prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà, introducendo la conferenza stampa sugli arresti. «Abbiamo dato una risposta concreta - ha aggiunto -, al di là delle rassicurazioni, a chi opera nel centro di Brescia.Dopo la rapina in gioielleria si era diffusa la paura».

29.10.23

Ex moglie chiede un mantenimento più alto per comprare alle due bambine abiti firmati e pagare l'estetista. La risposta del giudice


Ex moglie chiede un mantenimento più alto per comprare alle due bambine abiti firmati e pagare l'estetista. La risposta del giudice
 


cazzeggiando su msn.it ho trovato questo articolo

La mamma divorziata di due ragazzine minorenni si è presentata in tribunale chiedendo una revisione dell'assegno di mantenimento che l'ex marito le versa mensilmente con una motivazione che non ha mancato di far discutere: «Le mie figlie hanno spese elevate a causa di abiti firmati e trattamenti estetici». La risposta del giudice non ha tardato ad arrivare, e non si è limitata a negarle l'aumento.

 mi  è piaciuta  tantissimo la  risposta  del giudice  

La coppia di La Coruña, in Galizia, ha chiesto il divorzio lo scorso anno, ma dopo aver raggiunto un accordo con l'ex marito, la donna ha ritenuto che la somma pattuita non fosse sufficiente a coprire le costose spese per le sue bambine, abituate a indossare abiti firmati e frequentare regolarmente saloni di bellezza. Grande è stata la sua sorpresa quando il giudice non solo non le ha concesso quanto chiesto, ma una volta sentite le parti, ha deciso di leggerle le sue valutazioni per farle meglio comprendere questa nuova realtà piena di limiti per le ragazze, convinto del fatto che fosse sua responsabilità e «parte della loro educazione e formazione».

Infatti   le  Spese di questo tipo sono ingiustificabili ma senza dubbio - se rivendicate dalle ragazze stesse - non potrebbero che essere considerate "straordinarie" (sentenza della Corte di Cassazione spagnola del 03/11/2010). perchè  sempre  secondo  lo  stesso articolo   

 : <<  Tuttavia, saranno tali solo quando saranno imprevedibili, necessarie, eccezionali e adeguate alle capacità economiche dei genitori. È impossibile stabilire in anticipo se una spesa sia necessaria o meno, ma il capo della Corte è stato chiaro: in questo caso non lo erano. Spese mediche come dentisti, oculisti o psicologi o l'abbigliamento stagionale necessario per andare a scuola potrebbero costituire una spesa straordinaria necessaria. Estetica e abbigliamento di marca, no.>>Tutto ciò   dovrebbe  Far comprendere ai figli la nuova realtà dei genitori fa parte della loro educazione, come ha stabilito il capo del Tribunale che ha respinto la richiesta della madre. La famiglia   dovrebbe  essere   il luogo più importante per l'educazione, ma è necessario accettare che le tendenze e le esigenze della vita moderna – soprattutto i consumi – hanno messo sotto pressione e in discussione la capacità delle famiglie di realizzare la loro missione educativa. Tuttavia, i genitori assumono un ruolo significativo nel processo di apprendimento. Una bella lezione quindi   per questa madre, che sicuramente ci penserà due volte prima di tornare in tribunale. >>


Ma  soprattutto a crescere i  figli viziati  

10.5.23

le tende e le file per l'iphone a 1500 euro di Gianluca MARRAS

 Anno 2023: Esplode la protesta per il caro affitti a Milano

Il PD si schiera immediatamente con gli studenti che protestano.
Esperienza personale:
Anno 2001: monolocale a Milano, stanza unica con bagno 30 mq sotto tetto senza coibentazione e con riscaldamento elettrico - € 1100/mese + condominio + utenze
Anno 2001: monolocale a Milano, stanza con letto a soppalco e angolo cottura + bagno, mq 35 - € 850/mese + condominio + utenze
Anno 2002: stanza con bagno e cucina condivisi a Milano, prezzo richiesto € 550 (zona semicentrale)
Anno 2002: stanza con bagno e angolo cottura a Pavia in residence per studenti e lavoratori - Mq 28- € 1200/mese bollette incluse
Insomma il caro affitti non è una novità, sono cambiate altre cose:
- reddito
- disponibilità
Questa cosa ovviamente intacca il diritto di scelta dell'ateneo dove si vuole studiare, ma è anche vero che se gli studenti semplicemente si iscrivessero da altre parti, gli stessi atenei dovrebbero porre in essere delle

politiche per fronteggiare il calo degli iscritti. Insomma mi sa che ci lamentiamo che l'iPhone costa 1500 euro ma poi lo compriamo.

11.7.21

generazioni a confronto e lotta fra cultura ed incultura

In  sottofondo 
Francesco Guccini - Un altro giorno è andato (Live@RSI 1982)



visto che ormai Oramai il web si è spostato sui  social   riporto qui  una  discussione    su fb   con  un mio  contatto  . Quindi  non riuscendo    a stare  dietro a  blog  e  social   ,   v'invito  ,  se  volte     leggere   altri  miei  interventi (    commenti  ,   stati condivisioni  , ecc )   come   quello  riporto   sotto    a seguirmi   ( su   fb  non è  necessario   essere     fra  i  contatti  per   leggere   e    commentare     , visto  che ho  scelto   di  non mettere  nessun  blocco   privacy ,  l'unico  blocco   per  motivi organizzativi    è  quello di  poter  postare  i  vostri post  \ stati  sulla  mia bacheca  )  sui  miei   social  che  vi   ripropongo sotto  .
  
facebook 
https://www.facebook.com/compagnidistrada/  la  nostra  appendice    dove   quelo che non riusciamo  a  mettere  qui siul blog  lo trovate  qui  

istangram

 twitter  

 
Dopo    questa  comunicazione  di  servizio     veniamo  al  post      d'oggi    

Sminchionando fra   gli  stati  dei miei   contatti facebook       ne  ho trovato    uno interessante      e  di un mio  amico    ed  ex  collega   d'università  

Ora  il  problema  è    rassegnarsi     o  rimanere solo     come   si  può notare   in diversi gruppi fb      del  tipo   : "  noi  cresciuti   negli ani  60\80 "  oppure     passare   dal  dire  al  fare      cioè    insegnare   o  fornire        ai nipoti o figli  la   tua  cultura   ed   integrarla  con quella  sua  ?.
Io  come potete  vedere   anche dalla risposta  che ho dato al suo post  ed    essendo  cresciuto nella generazione  di mezzo tra    gli anni  70 ( periodo  dell'impgno politico  \  culturale   )   e  gli anni  80\90  (  disimpegno  ,  edonismo\  consumismo sfrenato  )  sono  per  un integrazione   d'entrambe  . Cosi    s'evita   di mandare il cervello all'ammasso  e  formare  un ulterore   generazione  di webebeti    e fenomeni   come  quelli descritti    dalla  puntata  citata  delle iene  . Ma  soprattutto    s'evitra  commenti       da parte  delle  vecchie  gnerazioni  chiuse per  lo  pià nela  torr  d'avorio e nel passato , che  si chiedo   ma  chi  ...   è    questo    o  quell'  artiasta    o  pseudo  tale  .  A  chi  mi dice   che sono utopista   ed  un sognatore     rispondo     con una  lettera  inviatami  qualche   tempo  fa   . 

N.b  ovviamente   per  motivi di  privacy  ho  modificato    ( mi veniva   male  a  tagliarli  )   i  riferimenti    a  fatti  e persone   reali  ivi  contenute ma  la  sostanza  non cambia    .


Caro  redbeppe
 il suoi post sui tormentoni mi hanno commossa, perché ho colto un alito di tristezza. No, lei non è vecchio, ha “solo” buon gusto ed  dv'essere  crescxiuto  in  ambiente  pluri culturale. Tempo fa ho chiesto al mio nipotino dodicenne, comela  figlia  di  suo cugino  , che musica gli piacesse. Mi ha risposto: il rap.                                                                          Così gli ho mandato il video di Adriano Celentano che canta “Prisencolinensinainciusol”    Gli è piaciuto moltissimo e non voleva credere fosse una canzone stravecchia  abbiamo dovuto  cercare  su  internet     per  provarglierlo  . Cosi gli ho fatto una bella compilation di Adriano, e poi ho continuato con Rino Gaetano, Bennato, de  andrè , renato zero  (  quello   vecchio  non gli  ultimi  )  addirittura Endrigo. Ho l’impressione che abbia cambiato gusti o  quanto meno  non si  folizzi solo    su musica o musicaccia    dozzinale   . Probabilmente non dirà ai suoi amici a scuola di ascoltare musica del secolo passato, non capirebbero  ma    almeno  avra  una  cultura  musicale  pluralista  e non appiattita    ed   a senso unico  

                                              *******


  con questo è  tutto 

22.12.20

come sopravvivere alle festività con il covid natale 2020 \2021 puntata VI° Covid, istruzioni per un altro Natale

puntate precedenti 

in sottofondo

Ozzy Osbourne - Crazy Train (Piano cover di https://www.patreon.com/gamazda )



Ho tardato   a scrivere  questo post  perchè  aspettavo  che  fossero chiare  le  nuove  disposizioni  del  governo  . Lo so   che  il coprifuoco  , in questo caso parziale    ,  soprattutto quando non è  chiaro    \ 

contradditorio  ( infatti  prevedendo     la  facilità  con  cui  verrà  violato e le maglie larghe  dele  singole regioni finirà  come  quest'estate  )   ,   non piacciono   a nessuno   neppure  al  sottoscritto   ma non  essendoci altre  soluzioni  scientificamente   provate   dobbiamo  metterci  l'anima  in pace  ed fare    come  suggerisce  papa   Francesco  

  [--- ] da  questo articolo  del 21\12\2020   del  https://www.huffingtonpost.it 


passato, e cioè che finiscono sui giornali, afferma che la Curia non deve difendersi dalla crisi, ma accettarla come fece Abramo, come fece Mose e il profeta Elia, e come fece Gesù Cristo che accettò la crisi fino al sacrificio di se stesso. Perché Dio prova “l’oro con il fuoco”. Nell’Aula delle Benedizioni, Francesco spiega ai suoi diretti collaboratori, tale è la Curia Romana, spiega gli scandali con la necessità di conversione. “Perciò se un certo realismo ci mostra la nostra recente solo come la somma di tentativi non sempre riusciti, di scandali, di cadute, di peccati, di contraddizioni, di cortocircuiti nella testimonianza, non dobbiamo spaventarci e neppure dobbiamo negare l’evidenza - ha detto il Papa alla Curia - di tutto quello che in noi e nelle nostre comunità è intaccato dalla morte e ha bisogno di conversione” [... ]



 Essere circondati dai morti e dalla malattia dovrebbe imporci uno sguardo diverso, una attitudine alla solidarietà coi più fragili perchè   questo 

Sarà un altro Natale, diverso dal solito. Non può essere altrimenti. Ma forse sarà anche un Natale più vicino al senso originario di questa festa. La sua desacralizzazione si è infatti compiuta  inarrestabilmente in questi ultimi decenni. Abbiamo ormai da tempo spogliato il Natale di ogni significato simbolico riducendolo ad un rituale consumistico senza anima. La nascita di Gesù è stata ridotta ad una favola tra le altre buona per rallegrare lo spirito dei nostri figli nell'età ancora senza pensiero critico della loro infanzia. La stessa celebrazione religiosa è stata trasfigurata perdo più in un'occasione mondana di  ritrovo collettivo. II trauma del Covid riporta però bruscamente alla luce quello che vorremmo invece  dimenticare, ovvero il confine tragico che unisce  profondamente la vita alla morte. Essere circondati dai  morti e dalla malattia dovrebbe imporci uno sguardo  diverso, una attitudine alla solidarietà coi più fragili, con quelli colpiti nel corpo e nella loro economia vitale con maggiore forza dal virus. Dovrebbe sospingerci a distinguere l'essenziale dall'inessenziale. Nondimeno  anche di fronte alle piaghe dell'epidemia molti insistono  nel voler festeggiare, nel ribadire la bellezza imperdibile  della convivialità, dello scambio dei doni e dello stare in  famiglia. E il negazionismo irriflesso che accompagna le nostre vite e il nostro pensiero magico-infantile di  proiettarci già fuori dal pantano orribile in cui ci troviamo. 
Infatti  << Questa spinta a festeggiare  [a  tutti i costi    corsivo mio  ]  trascura di pensare la condizione di emergenza drammatica nella quale tutti  senza  nessuna distinzione siamo ancora immersi e che rende (  almeno dovrebbe  )   di fatto ogni festeggiamento stonato e fuori luogo. Il bambino nella mangiatoia >>, sempre  secondo   quanto dice  Massi mo Recalcati su  repubblica  d'oggi  <<, rivela la condizione di "abbandono" in cui tutti siamo sin dalla nostra origine. Il destino del piccolo Gesù è già scritto ed è quello di morire sulla croce. Tuttavia questo destino mortale non cancella la necessità della cura della vita che viene al mondo, ma al contrario la potenzia. E per rendere "immensamente sacra" la vita di ciascuno, come si esprime Papa Francesco nella sua ultima enciclica Fratelli tutti, che il Dio cristiano si decide scandalosamente per la sua kenosis, per la sua a tale incarnazione facendosi bambino. La sua fragilità manifesta che ciò che rende umana la vita è la grazia dell'attenzione che la circonda, il calore del contatto, la presenza dell'altro, il dono. Non è questa la lezione più importante della festa del Natale che nel tempo atroce e  inaudito del Covid dovremmo imparare a tenere con noi prima di ogni altra cosa? Ma  questo ,  Insopportabile diventa allora la lamentazione per la festa mancata, per la  convivialità soppressa, per il distanziamento sociale imposto dai decreti governativi, per lo sconvolgimento dei nostri  rituali.  [...] >>

         Massimo recalcati repubblica  22\12\2020  

E' vero   che    la Chiesa non deve, sempre  secondo  papa  Francesco  essere letta con le categorie del conflitto “destra e sinistra, progressisti e tradizionalisti”, con “vincitori e vinti” . Ma Questa lettura “frammenta, polarizza, perverte tradisce la sua vera natura”. Come non vedere in queste parole un chiaro riferimento a quanto successo negli ultimi anni   lo dice  anche  papa  Francesco   , ma  la  chiesa  il popolo  di  Dio  è fatto da  diverse  anime     alcune  anche    opportuniste  e  strumentali (  vedere  slide  al a  sinistra  )   ,   i  cattolici  più  reazionari  o  cattolici  d'accatto   non lo capiscono    o  fanno  finta   assuefatti  come   sono  alla società  dei consumi Ecco   quindi      che  <<  Sarà questo  >>  sempre  secondo  Recalcati   << giocoforza, un altro Natale che dovrebbe  spingerci a risacralizzare il suo significato: la vita dell'inerme è quella di un Dio strano che richiede cura per sopravvivere. Ecco il paradosso formidabile del Natale  cristiano! Il suo senso sacro insiste a ricordarci il gesto fondamentale dell'accoglienza senza il quale la vita non diventa umana ma precipita nell'abbandono assoluto. A  coloro che chiudono la porta delle proprie case rifiutando ospitalità alla famiglia che viene da lontano, rispondono quelli che hanno creduto nell'evento, che sono accorsi nella notte a trovare e a omaggiare il Dio bambino  ospitato in una stalla. La notte di Natale nel racconto  cristiano, sappiamo, annuncia la venuta al mondo del "Salvatore" Esiste un modo laico per leggere la potenza di  questo racconto? Ai miei occhi si tratta dell'evento che rende la vita umana immensamente sacra. Nel tempo  traumatico del Covid la festività del Natale ci ricorda che  ogni morte non è mai una morte anonima ma è la morte dell'immensamente sacro. Agostino riflette sul gesto di  Maria, narrato dall'evangelista Luca, di collocare il suo "primogenito" in una umile mangiatoia sottolineando  l'equivalenza del corpo di Gesù con quella del  nutrimento. Questo Natale non sarà il tempo della festa, ma quello che cí obbliga a pensare all'esistenza di un altro  nutrimento rispetto a quello a cui ci siamo abituati nella nostra mondanizzazione del Natale. La sofferenza e i  morti di questo terribile anno ci invitano  ,  almeno dovrebbero ,  corsivo  mio   a farlo.>>

Quindi ecco che

E' perlomeno bizzarro che le feste, nel leggere i commenti degli anni passati, percepite come una gran rottura di coglioni, siano diventate ora sacre, intoccabili e indivisibili. D'altronde cosa vuoi pretendere da un paese ai primissimi posti in Europa e nel mondo nel consumo di cocaina. Nelle classifiche del malaffare e della corruzione primeggiamo sempre tanto poi c'e' fb per darci una ripulitina e sembrare verginelli come le vestali del tempio. Un sonoro vaffa a tutti quelli che ora stanno protestando perché è aperto troppo o troppo poco ed un augurio che possano provare veramente la dittatura magari espatriando e non qui in Italia. Siamo quelli in gran parte rappresentati da uno che nel giorno di Natale vorrebbe portare le coperte ai clochard e negli altri 364 giorni vorrebbe buttarli a mare o farli sparire dalle città. Siamo quelli del guai a chi ci tocca la Santa Messa e che poi accostano Dio agli animali di mezzo cortile, cane, porco, maiale, bestia. Siamo quelli che cercano e pretendono aiuto e solidarietà quando le cose ci vanno male per poi girare sempre lo sguardo quando le cose vanno male agli altri. Siamo quelli che godono nel parlare male degli altri perche' guardarci allo specchio ci farebbe vomitare. Buon Natale (Paolo Brufani)

    ci  riusciremo ?   togliete  dal  natale   tutto il superfluo ! cosi capirete    e capiremo   se  il vostro natale   e  buono davvero   ne  riparleremo dopo capodanno  . concludo  sempre  con musica  in sottofondo   più precisamente  Queen - Thank God It's Christmas versione della stessa autrice della musica iniziale  

25.3.18

cosa non si fa per una marca in che stato siamo ridottti Fallimento Braccialini, coda e ressa per la maxi svendita: arrivano i carabinieri

Risultati immagini per assalto al forno di manzoninon è per fare polemiche contro chi fanatico ed dipendente delle marche perchè ciascuno può fare quellom che vuole ci mancherebbe , ma un minimo d'educazione , di compostezza . Poi non lamentatevi se vi chiudono le porte in faccia e vi chiamano la polizia . Manco fosse l'assalto al forno del manzoni  dei promessi sposi (  foto  al lato ) 




                 da   repubblica  oniline  del  24\3\2018

E alla fine sono arrivati i carabinieri: "Se non vi mettete bene in fila chiudiamo la porta e non entra più nessuno", hanno urlato i militari. La gente mormora, nessuno indietreggia."Siamo qui da ore", dicono. Ma la porta viene chiusa: "Se non indietreggiate non la riapriamo". Doveva essere il primo giorno dei sei dedicato alla vendita delle borse della Gherardini, che fanno parte del "patrimonio" del fallimento della strorica maison fiorentina Braccialini.




 Ma a Pontassieve, nei locali della Braccialini trasformati in un outlet temporaneo, è arrivata così tanta gente da trasformare una giornata di super sconti in un'odissea con attese di sei ore, spintoni e insulti. La vendita era aperta dalle 10 alle 16, ma la fila lungo la strada è inziata già alle 8 del mattino. Alle 13 è riuscito a entrare chi era in coda dalle 9, alle 14 il cancello e' stato chiuso definitivamente ma la coda non si è comunque sciolta nella speranza di entrare. Migliaia di persone, anche da fuori regione: "Siamo partiti alle 6.30 dall'Emilia - dice una ragazza con quattro bustoni piene di borse - sono distrutta". All'interno del cortile ci sono in attesa centinaia di persone. A loro è stato promesso che sarebbero entrate. Ma alle 16 la fila è ancora lunga. C'è chi spinge: gli addetti urlano di fare un passo indietro. Una signora si sente male e lascia la fila. Un'altra ci prova: "Ho la bambina posso passare?". Ma la folla la lincia: "I bambini si lasciano a casa, non si portano per fare la furba". Dentro l'outlet gli scaffali si svuotano e si riempiono. Le borse costano 35 euro invece di 500, altre 90 invece di 2000. I portafogli da uomo 10 euro, i trolley sono subito esauriti. Quasi non ci si muove tra signore impellicciate con braccia piene di borse da scegliere e ragazzi disperati che inviano foto su WhatsApp alle fidanzate con le borse da scegliere. "Da lunedì cambieremo metodo, così non si può", urla una vigilante. Cosa non si farebbe per una borsa scontata. (a cura di Gerardo Adinolfi - foto Cge)

10.5.17

pubblicità cannibale La poesia di Peppino Impastato ( 5.5.1948 - 9.5.1978 ) , Inno alla Bellezza, utilizzata "a tradimento" da uno spot per una marchia di occhiali,

rivedendo per  il  39  anniversario   della  morte questa  scenma     



del     famoso film  cento  passi e questa  fotro messa  sulla  nostra pagina facebook 



   mi     ritonata  alla mente  questa  vicenda   di 4  anni fa 



Sul sito della Glassing si legge che l’azienda nasce per volere di tre ragazzi italiani che «dopo aver trascorso diverse estati a Ibiza raccogliendo successi con il loro piccolo negozio di occhiali vintage» hanno deciso di realizzare un «progetto più serio e ambizioso»  e fin qui nula di male .  Un progetto che adesso si ritrova al centro delle critiche per aver utilizzato la poesia “Un’esortazione alla bellezza” di Peppino Impastato in uno spot pubblicitario. La pubblicità della Glassing





 ha   giustamente   come dice   questo articolo di http://100passijournal.info/


suscitato   la condanna di Giovanni Impastato, da sempre impegnato nella diffusione ma anche alla tutela dell’immagine e delle parole del fratello ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978.




 Accostare un spot pubblicitario a Peppino significa non conoscere le sue idee in materia di consumismo, significa sfruttare la sua immagine per cavalcare l’onda mediatica dell’antimafia, vuol dire appropriarsi indebitamente di una poesia che è e deve rimanere di tutti. L’azienda di Merone (CO) per adesso non replica a Giovanni Impastato che attraverso l’avvocato Vincenzo Gervasi chiede il ritiro dello spot. Qualunque fossero le intenzioni dei tre giovani a capo dell’azienda, resta il fatto che da questo clamore, stanno guadagnando visibilità sfruttando l’immagine di Peppino; per il rispetto e l’importanza delle sue parole, dei suoi gesti e del suo sacrificio, tutto questo è inaccettabile.


Ora  scambiatemi   per conservatore  e   ditemi    come  il  commento sul video delleo spot  



Roberto Tarozzo 
Spot interessante e ben realizzato, location perfetta per il tipo di messaggio. Un modo come un altro per divulgare il pensiero di "Impastato" alle generazioni che non lo hanno conosciuto. Temo che una causa contro l'uso delle sue parole sia tempo sprecato, i pensieri e le opinioni non si possono fermare, sono universali e sempre di attualità.
Giuseppe Scano 
vero . ma non si può usare e distorcere il pensiero di una persona
Giorgia Velluso 
Ma che schifo... pure Impastato gettato nelle fauci del consumismo...
  La  replica   arriva dal direttore creativo dell'agenzia "Special team", che ha realizzato lo spot per la "Glassing": "Non era nostra intenzione offendere la famiglia Impastato - dice Pasquale Diaferia - con la nostra iniziativa abbiamo voluto rilanciare le idee e le parole di Peppino Impastato, che troppo spesso vengono dimenticate nella nostra società". Il direttore di "Special team" rivendica "un'azione dal grande valore civile": "La pubblicità - dice - può anche essere uno strumento per far riflettere". 

Vero   . ma  un comnt è un pubblicità progresso  o  pubblicizzare la  manifestazione o  un evento  con il permesso o  senza      dei familiari  in menoria   della persona , in quiesto caso Peppino  impastato . Un altro è  usare   il  suo pensiero   per  vendere  il proprio prodotto 



 io sto  con la  famiglia di Peppino  e   voi ?

Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

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