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20.10.25

Tito, Fallaci e l’arte di sbagliare bersaglio

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immagine creata  da  IA  di copilot  





Non esistono più i  patrioti \  sovranisti  di  una  volta , dove  si   esaltano  e  s'usava  la storia  patria     come  mito della nazione      e per  uso di regime  . Adesso  tali " memorie " si  usano   solo  per  propaganda     e  con  ignoranza  ignorano  la  storia     soprattutto quella  toponomastica    ed  un   uso  cicero pro  domo sua  nel caso   della  defunta  Oriana Fallaci   .Infatti.  c'è chi vuole cambiare il nome di una via per riparare un torto storico. C’è chi chiede una cittadinanza onoraria per restituire dignità a chi l’ha già ricevuta alla nascita. E poi c’è la realtà, che si prende gioco delle intenzioni.Una dinamica emblematica del
nostro tempo, dove la fretta ideologica e la superficialità simbolica si intrecciano in modo quasi grottesco.  E' notizia    di     questi    giorni    che  Francesco Giubilei  il consigliere del ministro della cultura Giuli che ha chiesto al sindaco di Roma, Gualtieri, di cambiare il nome di via "Tito" adducendo che l’ex dittatore jugoslavo non lo merita. Ma ignora  om f  finta  d'ignorare     che  la via è intitolata a Tito Cesare Vespasiano Augusto, imperatore romano dal 79 all'81 d.c. Non è da questi particolari che si giudica un giocatore, cantava De Gregori. Ma forse è proprio da questi dettagli—da un nome mal interpretato, da una cittadinanza già implicita—che si misura il grado di attenzione, di cultura, e di rispetto per la complessità della storia. Quando il consigliere del ministro della Cultura chiede di cambiare il nome di via Tito, convinto sia dedicata al dittatore jugoslavo, e invece si tratta dell’imperatore romano Tito Flavio Vespasiano, il lapsus non è solo comico. È sintomatico. La toponomastica diventa specchio di un’ansia identitaria che confonde epoche, semplifica memorie, e cerca redenzione nei cartelli stradali.Cosi  come quando Salvini sollecita il sindaco di Firenze a concedere la cittadinanza onoraria a Oriana Fallaci che a Firenze ci nacque.
Analizziamo    meglio  i  fatti .  

🏛️ “via Tito”: tra lapsus e toponomastica

Francesco Giubilei, giovane consigliere del ministro della Cultura ha effettivamente chiesto al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, di cambiare il nome di via Tito, presumendo fosse dedicata a Josip Broz Tito, il leader jugoslavo. Ma la via è in realtà intitolata a Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano dal 79 all’81 d.C., noto per aver inaugurato il Colosseo e gestito con umanità la tragedia del Vesuvio. Fatto      che  e ha fatto il giro dei social e dei giornali, diventando un piccolo caso mediatico. Un lapsus? Una svista? O  come  credo    io  il sintomo di una certa ansia di “bonifica simbolica”  dimtutto quello che  è  di  sinistra   che spesso precede la verifica dei fatti  e   fa prendere     delle cantonate ?

🎭 Il paradosso della memoria

la richiesta di Matteo Salvini al sindaco di Firenze di concedere la cittadinanza onoraria a Oriana Fallaci, nata proprio a Firenze, è perfetto. Anche lì, il gesto simbolico sembra voler “riparare” un’assenza percepita, ma finisce per sollevare interrogativi più profondi: chi decide cosa merita memoria? E su quali basi ?  scelta  propagandistica  \  elettoralistica  ? 

Ecco quindi    che c'è  chi vuole cambiare il nome di una via per riparare un torto storico. C’è chi chiede una cittadinanza onoraria per restituire dignità a chi l’ha già ricevuta alla nascita. E poi c’è la realtà, che si prende gioco delle intenzioni.are il nome di una via per riparare un torto storico. C’è chi chiede una cittadinanza onoraria per restituire dignità a chi l’ha già ricevuta alla nascita. E poi c’è la realtà, che si prende gioco delle intenzioni.Il caso   di Francesco Giubilei, consigliere del ministro della Cultura, ha chiesto al sindaco di Roma di rinominare via Tito, convinto fosse dedicata a Josip Broz Tito, il controverso leader jugoslavo. Peccato che quella via onori Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano, costruttore del Colosseo e gestore dell’eruzione del Vesuvio. Un lapsus toponomastico che dice molto più di quanto sembri.Come quando Salvini sollecita il sindaco di Firenze a concedere la cittadinanza onoraria a Oriana Fallaci, dimenticando che a Firenze ci nacque. Il gesto simbolico diventa paradosso, la riparazione si trasforma in equivoco.La memoria urbana è un campo minato. Ogni nome è un racconto, ogni targa una narrazione. Cambiarli senza conoscere la storia è come riscrivere un libro senza leggerlo.Quindi   ripetendi  un altra  volta    la famosa  canzone   : Non è da questi particolari che si giudica un giocatore. Ma forse è proprio da questi dettagli che si giudica una cultura.Siamo    quindi    davanti  a   un 🧠 Lapsus come sintomo  dovel’errore non è solo una svista. È il riflesso di una cultura che spesso agisce prima di conoscere, che cerca di “ripulire” la memoria pubblica senza interrogarsi sulla sua stratificazione. La toponomastica diventa così un campo minato, dove ogni nome può essere frainteso, ogni targa può diventare bersaglio.Allo   stesso  modo 🏙️ Il parallelo con Oriana Fallaci  a  cui   Matteo Salvini chiede al sindaco di Firenze di concedere la cittadinanza onoraria  dimenticando che è nata proprio lì. Il gesto simbolico si trasforma in paradosso, e la riparazione ( no  si capisce  di cosa   )   diventa ridondanza e propaganda 

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...