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31.3.24

questo è il calcio” è la frase più idiota e frequente che si senta pronunciare nell’ambiente del calcio giovanile di Lorenzo Rossomandi - Scritti

da https://www.facebook.com/lorenzorossomandiscritti


Per un periodo della mia vita ho fatto il dirigente di una squadra di calcio di ragazzini (per chi non lo sapesse, i “dirigenti” sono quegli omini in tuta che portano le borracce e i palloni in panchina e raccolgono le maglie sporche e fangose dei giocatori a fine partita).
I motivi per cui l’ho fatto sono essenzialmente due:
- mio figlio giocava in quella squadra;
- preferivo stare in panchina che in tribuna, per non sentire ciò che di peggio le persone possono tirar fuori dalle loro bocche;
Ebbene, sono riuscito a far sì che il presidente delle squadra mi revocasse dal ruolo.
No, non pensate male.
Non si viene cacciati dal ruolo di dirigente per aver offeso arbitri, aver litigato con qualche dirigente avversario o aver chiamato ne*ro qualche ragazzetto.
Non l’ho fatto, ma se l’avessi fatto, come altri lo hanno fatto, nessuno mi avrebbe tolto da quel ruolo.
Sono stato cacciato perché ho richiesto a gran voce che venisse rimosso dal suo ruolo un mister che chiamava “froc*i” tutti i giocatori della squadra che non dimostravano un particolare impegno in campo.
Succedeva spesso.
Succedeva in campo, durante la partita, succedeva negli spogliatoi e durante gli allenamenti.
Era il suo modo di spronarli: “Ehi… cos’hai stamattina? Sei diventato froc*o?”
“Ehi… cosa pensi che questo sia un gioco per froc*?“
E così via…
Per non parlare degli arbitri… anche loro tutti froc*!
All’inizio richiesi personalmente al mister di smetterla, ma ebbi come risposta qualcosa che somigliava ad un: “sto educando i ragazzi alla vita”.
Quindi pensai di informare la dirigenza (quella vera).
Facemmo una riunione dove io chiesi che il mister fosse rimosso. Il presidente ribatté che era un mister molto bravo tecnicamente e che anche i risultati erano dalla sua parte.
Ed io, sciocco, gli chiesi se per lui fossero più importanti i risultati sportivi o quelli educativi.
Ovviamente non rispose, ma disse che il mister era “intoccabile”.
Pensai di convocare una riunione con i genitori per informarli su ciò che stava accadendo.
Alcuni rimasero colpiti e mi appoggiarono, altri mi dissero semplicemente che quello “era il calcio”.
Comunque con la parte “sana” facemmo così tanto baccano che il presidente fu costretto a sostituire il mister.
…e io fui revocato dal ruolo di dirigente (porta borracce) della squadra.
Beh… devo dire che ne vado piuttosto fiero!


P.S. “questo è il calcio” è la frase più idiota e frequente che si senta pronunciare nell’ambiente del calcio giovanile.

3.2.15

Freelance: giovani non più giovani professionisti dell'oggi La storia di Eleonora Casula

Anche i frelance sono giornalisti . Soltanto che sono , per esperienza personale i più liberi . Essi sono " una categoria " Dimenticati dal Jobs Act ci sono giovani che non si sono arresi prima e non si arrendono ora. Stay hungry, stay foolish , citando Steve Jobs è il leit motiv della nuova generazione di creativi della rete. Inventarsi un lavoro non è facile occorrono coraggio e perseveranza, una buona dose di formazione e di coaching. Nessun timore per tasse, casse, INPS, ritenute e tutto ciò che comporta avere una Partita Iva. Mettersi in gioco, lanciarsi su un mercato, provare a lavorare in modo indipendente e con i propri strumenti è possibile, ma lo è solo ed esclusivamente se si ha la giusta formazione, il giusto carattere e sopratutto una ottima conoscenza della rete e dei suoi infiniti piccoli e grandi segreti. Tra i giovani c'è chi è in grado di ritagliarsi uno spazio professionale. Un caso, quello di Eleonora, libero professionista e Partita Iva del settore comunicazione. Internet, la rete, la comunicazione, la fantasia, la capacità di scrivere, la conoscenza di più lingue straniere, queste le sue risorse. Ecco la storia di una di loro Eleonora Casula  (  foto  sotto  ) 

Eleonora, , ha iniziato il suo viaggio nel mondo dei freelance, un po' per gioco, un po' per noia ma
sopratutto per amore.
Stanca di inviare curriculum, rispondere a proposte di candidatura e non ricevere mai una richiesta
di colloquio, diversi anni fa Eleonora ha deciso di provare da sola a costruire la propria
professione. Un solido percorso di formazione e piccole collaborazioni, spesso gratuite o
frequentemente non pagate sono stati un ottimo background per tentare.
Provare, provare sempre, mettersi in gioco quotidianamente, la sua ricetta, quella di brava
freelance.
Scrivere per il web non è un gioco da ragazzi ma significa: riuscire ad intercettare al meglio
algoritmi complessi; creare una buona campagna di web marketing. Grazie alla buona conoscenza
del Seo è possibile lavorare bene e sopratutto soddisfare le esigenze del cliente. Oggi con internet
anche la figura dell'addetto stampa cambia, un testo per avere visibilità deve essere realizzato in
chiave Seo e deve soprattutto essere accattivante così tanto da poter stimolare una ipotetica viralità
anche nelle testate o negli spazi che lo rilanceranno.
Eleonora comunica, in tutti i modi possibili e probabili grazie alla rete. Scrive, pubblicizza, crea
contenuti, posiziona al meglio siti aziendali e personali, prodotti e sopratutto soddisfa le necessità
di chi vuole avere la giusta visibilità online.
Dalle campagne stampa tradizionali a quelle più innovative attraverso tutti i media raggiungibili,
dalla carta stampata alla radio, alla televisione e ai blog. Crea e gestisce pagine social, rivestendo il
ruolo di social media manager; genera campagne pubblicitarie di web marketing per privati e
agenzie; cura la comunicazione politica attraverso internet per singoli o partiti.
Eleonora si definisce una creativa della rete, una web writer, content editor, web marketer, digital
PR ,social manager e addetto stampa nel mondo 2.0. Flessibile, una flessibilità intelligente e non
casuale. Eleonora come ogni freelance continua la ricerca di collaborazioni per accrescere le
conoscenze e per scoprire nuove realtà al www.webjournalist.eu

la  trovate   oltre  che  sul suo sito   anche su  facebook   
come  Redazione presso

18.12.14

Biblioteca dei Girolamini di Napoli, i precari che la salvarono rischiano il licenziamento. Denunciarono il saccheggio di libri


Leggendo questo articolo de  L'Huffington Post del  17/12/2014 10:33


I precari che salvarono la più antica biblioteca di Napoli, aperta nel 1586, dove si ritirava per i suoi studi anche Giovan Battista Vico, rischiano il licenziamento. Come scrive Tomaso Montanari su Repubblica, la direttrice generale per le Biblioteche del Mibact Rosanna Rummo ha chiesto alla direzione dei Beni culturali della Campania se sia davvero "necessaria la prosecuzione della collaborazione dei signori Berardi e Caracciolo". O comunque se "non si possibile una riduzione dell'orario". 

la biblioteca  in questione
Le persone che rischiano di perdere il loro posto di lavoro sono Mariarosaria e Piergianni Berardi e Bruno Caracciolo, i tre bibliotecari custodi [ come riassunto nella vicenda ] di quel tesoro della cultura italiana che è la Biblioteca dei Girolamini, di cui si è parlato molto nel 2012 non tanto per i volumi che ospita, ma per quelli che sono stati trafugati. Repubblica ricostruisce la storia della Biblioteca. I tre bibliotecari nel marzo 2012 denunciano il direttore Massimo Marino De Caro per aver portato via, con traslochi notturni, duemila preziosi volumi. "De Caro, che si spacciava per laureato e docente universitario, (entrambi due falsi), viene arrestato nel maggio 2013 e condannato a 7 anni (pena confermata in appello nel maggio 2014).
Tuttavia, ricorda Montanari, il più grande traffico illecito di beni culturali nella storia della Repubblica" veniva a galla, "la stessa Direzione generale (sebbene guidata da un altro direttore) si "dimenticava" di costituirsi parte civile al primo processo". Ora, i tre bibliotecari, insigniti dell'onorificenza di Cavalieri al merito della Repubblica dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rischiano di perdere il posto di lavoro.


Mi  chiedo   Perche in questo paese se fai una cosa degna di merito poi la paghi? Perche deve valere il detto "fatti i cazzi tuoi".Perché questo paese e così vigliacco.  Ma  soprattutto  perchè  , mi sa  che dovrò rilegerlo il libro ,
presentato da  Maurizio Donati, Editor della Casa Editrice Chiarelettere presenta il nuovo Instant Book: "A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca" - Don Milani







emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...