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4.11.25

il doppio volto del patriarcato trova conferma dall'intervista a belve di belen e dal libro Mai più cosa vostra. Come spezzare le radici del patriarcato e della violenza maschile di Fabio Roia, Ilaria Ramoni che racconto senza ideologie della violenza sulle donne

  in sottofondo
L'ULTIMO GIORNO DI PATRIARCATO  - Checco Zalone

 IL  mio  precedente  post : «  il patriacarto non vive solo negl uomini  vive in chi lo giustifica in  chi  chiude  gli occhi  in  chi chiama rispetto quello che  è paura  »  trova   conferma     quanto     dice  Stefania Cirillo in  Il patriarcato ha più di un volto? L’intervista a Belen Rodriguez lo prova ( articolo che     riporto  in toto  non rusceno  a  sintetizzarlo \  riassumerlo  )   su  Metropolitan Magazine



Se anche voi, lettori, siete convinti che il patriarcato sia un fenomeno inconsistente senza alcuna valenza, sono obbligata a farvi ricredere. Se, in aggiunta, pensate che il suddetto termine sia stato coniato per screditare il genere maschile, sono tenuta a spiegarmi meglio. Per farvi avvicinare al concetto di patriarcato e al perché sia negativo per ambo i sessi, vi cito quanto successo durante l’intervista a Belve che vede protagonista Belen Rodriguez. Qualora foste all’oscuro di quanto detto dalla conduttrice argentina, a seguire ne parleremo opportunamente.
La violenza sugli uomini, quindi, è meno grave?
Nel caso in cui foste confusi dall’introduzione e dal connubio tra patriarcato e Belen Rodriguez non preoccupatevi. La perplessità è comprensibile poiché, oggigiorno, tutto ci si aspetterebbe fuorché sentire confessioni di questo tipo. Soprattutto in televisione, soprattutto da personaggi di pubblica rilevanza. Se credete che questo preambolo voglia intensificare una situazione non così tanto grave, è scorretto. La situazione è grave tanto quanto sembra. Perché, chiedete? Perché “sono manesca, ho picchiato tutti i miei fidanzati”, citando le parole di Belen, è l’ultima cosa che vorremmo sentire.
Il modo, il sorriso, la fierezza con cui vengono riportate queste affermazioni è preoccupante. “Quando non capiscono passo alle mani” e ancora, “non mi interessa, lo rifarei”. Ma non c’è da preoccuparsi, non è violenza questa. È solo il modo in cui, a quanto pare, le cose vengono risolte in Argentina. Perché, in fondo, aveva le sue ragioni. Se lo meritavano. Nel caso in cui siate stati travolti da un’ondata di disgusto e indignazione bene, perché quanto fatto e raccontato dalla Rodriguez è violenza fisica. La gravità, poi, si intensifica a causa della noncuranza e della tranquillità con cui ne parla. Ovviamente, anche se si fosse mostrata pentita o dispiaciuta, non avrebbe automaticamente cancellato le sue azioni. Almeno avrebbe potuto dimostrare che la frase “ho un cuore grande”, come da lei affermato, avesse avuto un po’ di valenza.
Le vittime restano tali, a prescindere dal sesso
Il patriarcato, come accennato in precedenza, influisce, intacca e debilita entrambi i sessi, seppur in modo differente. In genere tale fenomeno viene menzionato prevalentemente dalle donne. Pertanto, anche se in modo erroneo, si crede che questo non coinvolga gli uomini stessi. E se vi citassi la soppressione delle emozioni e la mascolinità tossica? Ecco, questi sono i sintomi e le conseguenze del patriarcato. Le stesse conseguenze prendono forma davanti ai nostri occhi. Prendono vita in modo plateale, tra una risata e uno scherzo. La prevaricazione del genere maschile e la sottomissione di quello femminile hanno spinto molti a credere che esiste una violenza vera e una, invece, di poco conto. A questo punto molti hanno iniziato a diffondere sui social, come accade sempre in situazioni analoghe, la frase “e se fosse stato un uomo a dirlo?”.
Gli stessi che hanno trovato riprovevoli le parole della conduttrice argentina, avrebbero avuto la stessa reazione anche se fossero state pronunciate da un uomo. Coloro che, invece, si pongono la suddetta domanda, non lo fanno con sincera preoccupazione nei confronti delle vittime. Sono spinti dal desiderio di puntare il dito quando ne hanno la possibilità. E, presumibilmente, sono gli stessi che deridono o sminuiscono gli uomini vittime di abusi. Anche questo è sintomo e conseguenza del patriarcato. Gli ex di Belen Rodriguez hanno subito violenza. Non esistono giustificazioni. Le vittime, indipendentemente dal sesso, restano tali e meritano la stessa credibilità. E no, non hanno meno valore se le violenze sono commesse da donne. Nemmeno se hai un cuore grande. 

 Infatti    Il patriarcato, tema al centro del dibattito culturale della nostra epoca, ha tratti in comune con la mafia. Lo specifica l'avvocata Ilaria Ramoni, durante un affollato incontro tenutosi,  a quanto riporta il Giornale  ,  ieri pomeriggio alla libreria Rizzoli in galleria Duomo, a Milano, per presentare il saggio Mai più cosa vostra, scritto a quattro mani con il magistrato Fabio Roia (nella foto). Entrambi i fenomeni, mafia e violenza sulle donne, hanno in comune di essere silenziosi, omertosi. Denunciare è difficile.
Oltre agli autori, ha parlato Alessandra Kustermann, ginecologa, presidente dell'associazione Donna Aiuta Donna. La questione va affrontata in modo paritetico, ha sostenuto. "Non sono d'accordo che gli avvocati dei centri antiviolenza debbano essere solo donne".
Francesca Nanni, procuratore generale alla Corte d'Appello di Milano, ha portato l'attenzione sul fatto che "testi di canzoni molto popolari tra i giovanissimi, addirittura fra i bambini, parlano di sesso, droga, atti illegali e violenza", declinata in senso maschilista. Si inneggia allo stupro delle donne, il che è molto diverso dalle forme trasgressive della canzone pop diventate popolare negli anni Sessanta e Settanta.
Melania Rizzoli ha parlato del libro come di "un'analisi lucida e crudele di quello che sta succedendo alle giovani generazioni"; il coautore Fabio Roia ha ricordato come fino a tempi recenti, nel 1945-46 si sosteneva che una donna visti i suoi cicli biologici non era adatta a esercitare in magistratura. Ha poi sottolineato che "chi commette reati di violenza contro le donne nel nostro paese è al 70 per cento in un'età tra i 18 e i 41 anni".
Il libro si sofferma parecchio sulla necessità di adottare strategie educative più efficaci, il che dovrebbe essere più presente nell'agenda politica.
Il finale dell'incontro ha strappato qualche sorriso un po' amaro. L'unica industria che continua a crescere in questi ultimi anni sono i centri massaggi, soprattutto cinesi, in realtà luoghi di esercizio della prostituzione. "Ma dietro a una falsa libertà c'è uno sfruttamento della donna", ha ribadito Roia. Infatti

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...