premetto che cronologicamente non ho conosciuto la prima repubblica , avevo 16 anni quandocrollo tutto . Ma se dovessi tornare indietro tornerei a quei tempi dove nonostante il fortissimoscontro politico \ ideologico ed parlamentare ci si rispettava , nfatti
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33 anni fa fece scalpore l’omaggio di Almirante al “nemico” Berlinguer
di Redazione venerdì 9 giugno 2017 - 11:24
Trentatre anni fa, l’11 giugno 1984, moriva Enrico Berlinguer, colpito da un ictus durante un comizio per le elezioni europee. Come Giorgio Almirante, aveva guidato il Pci nei difficili anni Settanta. Simile l’ondata emotiva e la commozione popolare che accolsero la sua scomparsa come quella, quattro anni dopo, del leader missino. E qui certo i paragoni devono arrestarsi, perché i due erano avversari e nemici e mai si piegarono a compromessi tra loro pur riconoscendosi lealtà reciproca. Forse anche per questo, dinanzi allo spettacolo che offre oggi la classe politica, sono due leader anche molto rimpianti.
Fece scalpore all’epoca la decisione di Giorgio Almirante di mettersi in fila alla camera ardente per Berlinguer in via delle Botteghe Oscure, che ospitava la storica sede del Pci. Almirante era solo, e si mise in fila come gli altri. Pochi anni separavano quel momento dalle asprezze degli anni di piombo. Eppure non venne contestato. Poco dopo fu raggiunto da Giancarlo Pajetta e Nilde Iotti che lo accompagnarono all’interno per rendere omaggio alla salma del suo avversario. Furono gli stessi Pajetta e Iotti alla morte di Almirante a recarsi in visita a via della Scrofa per ricambiare l’omaggio.
Berlinguer era un avversario con cui Almirante aveva frequenti colloqui: un particolare che emerse solo negli anni Novanta grazie alle confidenze dell’ex portavoce del leader missino Massimo Magliano al giornalista Sebastiano Messina: “La prima volta ebbi l’impressione che si incontrassero per caso, che non ci fosse un appuntamento. Era un venerdì sera, la Camera era ormai deserta e in quel corridoio che portava alla commissione Esteri eravamo in quattro: Berlinguer e Tonino Tatò da una parte, Almirante ed io dall’altra. I due segretari si avvicinarono lentamente, si strinsero la mano con un sorriso un po’ timido e poi si appartarono dietro una porta su un divano di pelle”. Il tema del colloquio? Il terrorismo, argomento che ossessionava sia Almirante sia Berlinguer.
Seguirono altri incontri, tutti di lunedì o venerdì e rimasero segreti ai più. Almirante non raccontò neppure a Magliaro che cosa si dicevano in quegli incontri. Al termine del primo colloquio il commento di Almirante fu: “Quell’uomo è un avversario leale e corretto”. Gli incontri riservati tra Berlinguer e Almirante sono stati confermati anche dalla moglie di quest’ultimo, donna Assunta, la quale ha specificato che il tema era proprio il terrorismo. Vale la pena aggiungere, a questo proposito, che sia Almirante che Berlinguer erano considerati dai terroristi neri e rossi “traditori” da eliminare.