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16.10.16

curare \ ridurre la depressione senza uso ( se non in casi eccezionali ) di farmaci ed antidepressivi

In attesa che si placassero le polemiche e trovare ( soprattutto le parole adatte per parlare di tali argomenti senza venire accusato di lanciare accuse d'insensibilità ( vedere discussione sula mia bacheca ) verso tali tematiche, ho deciso di parlarne solo ora ,dopo un periodo d'ibernazione
A  farmi cambiare  idea    sono  stati   : 1  )  quest'articolo e  questo video  su  Piero cipriani  ., 2)  la  canzone  (  che    sto sentendo in sottofondo   con spotfiy mentre  scrivo  il post  )   le  storie che  non conosci   di  Samuele Bersani - Pacifico   e   questa   cover  di Bob Dylan



 che sentite  e sentirete  ancora  riecheggiare   sui media   ufficiali  e  non   fino al   10  dicembre  ovvero quando  sarà consegnato    il  nobel  ( non   sto a  dilungarmi  troppo  le  rispettive polemiche ,   su pro e  i contro     che  esso  ha  suscitato  , ne  dirò   da  che  parte  sto   anche  se  chi  legge iil  blog  e  i  interventi  su  facebook   sà  che  sono  fautore  del sincretismo culturale  e   della  contaminazione delle  arti  e  quindi lo capirà ) a  Bob  dylan  il premio nobel  per la letteratura  del  2016  .

Ora  dopo questo  spiegone  vediamo  di chiarire   il mio pensiero già  espresso    nella  discussione avvenuta  sul  mio  fb  (   collegamento righe  precedenti  )




Io non volevo   come sono stato accusato  anche  molto  duramente   d'offendere  chi  chi ne  soffre   ,  ne ha sofferto  in maniera    diversa  e\o più o  meno ciclicamente    ne esce  e    e   ci  ricade  (  come il  sottoscritto  )
Ovviamente  dipende  da  caso a caso  per  me    o per  altri  tali metodi   senza  medicine  funzionano   e  me  li attenua  (  perchè  io  ,  da profano  penso  che  tali problemi  siano per  sempre  )  altri  non  funziona  ed   hanno bisogno anche  del supporto di tali medicine   . come  queste    testimonianze  . La prima presa  dal mio post


le  altre  due  dalla

13.6.12

ILCampanile

Salve, sono Luca. Giuseppe Scano mi ha invitato a prendere parte di questo blog e dopo numerosi tentativi finalmente ci sono riuscito. Io scrivo canzoni, proprio per questo lui mi ha detto "Ma perché non ne metti qualcuna nel blog?"
Vorrei postare l'ultimo brano che ho scritto: parla di un periodo ben preciso sia sociale che politico, anche se fondamentalmente è una canzone d'addio, dedicata ad una donna non più oggetto d'amore
"Il Campanile" è un giornale di provincia, usato in maniera del tutto parodisiaca: metto in contrasto le diversità reciproche e metto in sovrapposizione questo piccolo quotidiano alle sue letture estremamente impegnative (per conseguire la maturità). Il Campanile oltre che ad essere un simbolo, come unico elemento in comune, è visto anche come un limite.

Qui la canzone




                                            IL Campanile 
                                         (  Maggio ’12  )

Metrica: Quartine di decasillabi in rima alternata

Esco dalla riunione del GS
forse un po’ pesante, un po’ leggero
alla fine di resoconti fessi
ho smesso di cercare in me cos’ero

Inoltre mi sono reso conto
della trascurata tranquillità
dei tuoi libri, scordati in un canto
inseguendo la tua maturità

Ma non abbiamo concluso niente
abbiamo solo perso un po’ di noi
non è che abbiam risolto tanto
in sei mesi, senza senno del poi

Poco fa leggevo il Campanile
per curiosità o per via dell’inverno
restavo nell’ombra di un cortile
aspettando che cadesse il governo

E quando ci siamo conosciuti
tu eri innocente come una madonna
ma non puoi tornare indietro e l’hai saputo
ma anche che vuol dire alzar la gonna

Invidi il mio vecchio Campanile
che ho buttato e che tu hai recuperato
e di fronte a questa scelta vile
non ronzo più intorno al tuo costato

Vederci il sabato, che gioia al tempo
sotto quei portici pieni d’immondizia
ma a noi bastava un poco di vento
per volare via dalla sporcizia

Ma pesava il gelo, e il tuo naso
che colava come un rubinetto
e poi lasciare tutto al caso
per vederci al pullman sempre di fretta

Aspettavo la rivolta politica
aspettavo di uscire assieme
dovevo accontentarmi della musica
del tuo silenzio al mio “Ti voglio bene”

Quando a scuola, da te venivo
senza soldi ma con un sorriso
mi volevi pagare un panino
non volevo farti spendere, stupito

Parlavo di tutto con Lorenzo
“Luca, prova a prenderla alla leggera
non rifugiarti ora, nel silenzio
è giusto…cioè…in qualche maniera”

E noi che arrancavamo appresso all’altro
cercando di non cadere al primo ostacolo
ma le nostre speranze di vetro
le vedevamo rotte dal binocolo

E quando le cose andavano meglio
finalmente protestavano gli studenti
scendevo in piazza, con il mio orgoglio
e tu non pretendevi complimenti

Tu che volevi parlare di scuola
ed io, sulle diversità impegnato
ma troppe per viverle da solo
come noi, l’Italia, e i guai creati

Il mio slogan “Questo è un mondo perso”
e la domanda “Perché mi amavi?”
in essa mi sentivo sommerso
e tu che risponder non sapevi

E quando per la gioia è caduta
la maggioranza ho esultato con te
e forse troppo in fretta ti ho baciata
senza pensare ai “poi”, ai “perché” e ai “se”

Stendiamo un velo pietoso all'amore
stritolato in occasioni boia
letti, feste, bagni senza rose
acconsentivi soltanto per noia

Ma adesso che abbiam risolto tutto
volendo potremmo ricominciare
che meraviglia, quel bagno brutto
ma è cera se ci sto a ripensare

L’utopia che mi trovo a pensare
su tutto ciò che siamo, su di noi
se qualcuno vuole valutare
ci prende per pazzi o per eroi

E forse tutto è successo troppo in fretta
ma a 18 anni si è cosi coglioni
d’altra parte l’età è più che giusta
per castelli di sabbia, bugie e progettoni

Ma se fossimo in un’altra epoca
chissà se il tutto sarebbe diverso
con altri valori, l’idea reciproca
non penso che tutto avremmo perso

Ed esco dalla riunione del GS
mi sento sicuramente leggero
esco dal nostro disinteresse
di sguardi finiti senza alcun vero

Adesso è giusto abbandonare
quello che non possiamo vivere
le tue ansie, i tuoi “no” e i “lascia stare”
e non mi metto più a domandare

Ma ci resta sempre il Campanile
come lettere e canzoni donate
puoi leggerlo ancora in un barile
come ogni cosa che hai trascurato



16.12.11

mio riadattamento dl testo del canti di lotta (mondine) - Le otto ore


Il  canto  che  , come  si faceva nella tradizione    orale   ( molto forte  nelle zone contadine  specie  del sud   e  di cui sono  stato testimone     visto che i miei nonni mi raccontavano storie  e leggende   della tradizione rielaborate    )  che  vado a rielaborare  è   canto di lotta delle mondine, di autore anonimo, nato nel 1906, quando il deputato socialista Consiglio, presenta alle Camere il progetto di legge per ridurre a otto ore la giornata lavorativa. le otto ore lavorative rappresentavano il cardine delle rivendicazioni del movimento operaio e contadino proclamate dalla prima e seconda internazionale. 
Il riferimento alla Russia è riferito alla Rivoluzione del 1905, ma la canzone diventa popolarissima durante le grandi lotte del biennio rosso( 1920-1922 ) La musica ricorda la canzone risorgimentale La bandiera tricolore, e i testi furono moltissimi, in quanto adattati a diverse occasioni e spesso cambiati

ecco ilo mio testo


se 70 anni per la pensione vi sembran troppi 
 venite voi a lavorare a fino ai 70 
 e capirete se non siete tonti
 la differenza tra lavorar e governar 

; parte finale dell'originale quello  delle  modine  

 (...) 
chi non lavora non mangerà;
e quei vigliacchi di quei signori
andranno loro a lavorar.




                                                  
per  la  storia  e il testo original  a cui  rimando   le  fonti  sono :    
1) le note  dl video  http://www.youtube.com/watch?v=xih-NDc-168 che  riporta  l'originale  delle mondine  gli altri due  quella  comunista                                            
1) http://www.ildeposito.org/archivio/canti/canto.php?id=97                                                                   



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