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Dodici anni fa mio babbo abbracciava la sua Croce per sempre fino a diventare una cosa unica, per sermpre. Il gran finale avanzava da lì a poco. Con ma mamma eravamo all’ospedale per malati a lunga degenza all’ospedale di Rocca san Casciano, un paesino dell'entroterra romagnolo, un “Ospedaledeposito” in pratica per i casi più disperati, lì, mio babbo dormiva e viveva da molti giorni e giorni. Un Parcheggio di corpi e carne umana in attesa che si spenga definitivamente tutta la luce e si spengono i rumori che pria di partire per l'ad di là, compagnia gli facea e che ora rammaricar il cuore fa. Queste frasi per mio babbo non hanno alcuna pretesa di interpretare il vostro stato d'animo perché quello è solo e soltanto vostro, come il mio è solo il mio, anche potessi urlarlo dai tetti di tutto il mondo, riuscireste a leggere solo il titolo, il resto sono ragnatele tutte collegate tra loro come neuro trasmettitori che tormentano le anime massacrandole. Alvaro, suo nome d'origine spagnola, che a lui però non piaceva affatto, era troppo dandy, lo metteva a disagio quando si dovea presentare. Una volta bisbigliò sotto voce: "Ma che razza di nome è, Alvaro?", feci finta di non aver setito nulla per non infierire. Ho smepre amato mio padre, nonostante il rapporto ondoso. La realtà del morire e quella del soffrire costituiscono due aspetti topici dell'etica di tutti i tempi con il quale l'uomo si misura per non essere troppo preda dello spavento più grande della nostra esistenza e non ne parliamo mai. Perchè? Per semplice paura, ma si sbaglia, in questo modo i calcoli, perché il rimuovere la dipartita non fa altro che aumetare il suo terrore. Bisogna ampliare i nostri discorsi sulla morte, come nell'Est del mondo, dove la morte è vissuta come un momento della vita e la rende meno "nemica".Chi non ha mai vissuto un dolore del genere, non può capire quella intensità, ma per carità, non c’è alcuna fretta. Possiamo vivere uno stato d’empatia (che non è poco), lasciarsi coinvolgere dalla sofferenza di chi perde un padre (che non è poco) agevola l'insieme. Ma non riusciremo mai a capire fino in fondo cosa significhi perderlo per sempre, non poterlo toccare,parlargli, guardarsi. Non voglio perdere tempo in preamboli insipidi e abusati. Anzi, vorrei lasciarvi subito al ricordo ondeggiante. In certi momenti, leggere frasi, libri, poesie, dediche che a lui ti rimandano col pensiero, è lenitivo, può essere un emolliente momentaneo per l’assenza di quella figura d’uomo che amavo tanto e non lo capivo e vorrei dirglielo. Ma non è più il tempo dei pedalò sui"bagnasciuga" di Milano Marittima al bagno Sesto, ora siamo entrati nella generazione 2.0, e fa male alla letteratura babbo. Ci fossi tu, forse qualcosa cambierebbe. Pensa, ti evoco spiritualmente a 54 annicome farebbe un bambino con suo padre. Il fatto è che tu lo sai quanto mi sei caro. E' l'ora dello strazio e del non capire.
Noi possiamo chiudere col passatoma il passato non chiude con noi
(m.t.)