Abbiamo tutti bisogno di validi maestri di buoni sentieri...il problema è che troviamo buoni sentieri ma non validi maestri.
Buoni sentieri, è già "tanta roba".... Percorrerli alla cieca... A volte si azzecca . Infatti spessissimo chi fa da se o viaggia sia senza avere in mente una strada o in solitaria è più forte proprio come viaggiano perdenti più addatti ai mutamenti . Perchè a volte capita che i validi ( quando ci sono ) maestri, hanno preso altri sentieri e non tutti sono disposti a seguirli. Soprattutto ( scusate se mi ripeto nelle citazioni ma è il mio caso )
Come io ho scelto come Robert Frost: "Due strade trovai nel bosco e io, | io scelsi quella meno battuta. | Ed è per questo che sono diverso." e voi ?
Ieri il consueto turno del sabato mattina all'associazione del commercio solidale si è rilevato più impegnato del previsto perchè il prezzo degli articoli da prezzare e sistemare non risultava in bolla e quindi oltre a servire i clienti e prezzarli si doveva cercare sul sito di dei consorzi l'articolo con il relativo prezzo .
Quindi la sera , anche se per cazzeggio o cercare storie per il blog non avevo tanta voglia ho deciso d'evadere camminando . Ho provato a chiamare gli amici ,ma tra partner e famiglia con figli , erano impegnati o non rispondevano al telefono . Ed ecco che come sempre solitario come sempre o quasi ( il risultato di non aver legami sentimentali o matrimoniali ) e d'essere troppo libero ed indigesto per gli amici sono andato a camminare tra i viali alberati ed il boschetto del mio paese ( ne trovate nel post le foto )
ne ho approfittato per immergimi nei colori autunnali che fanno si che l'autunno triste di per se sia allo stesso tempo una stagione da colori bellissimi come la primavera .
Ora alcuni penseranno che << Così facendo ti perdi una parte di vita . che stia facendo l'elogio della solitudine o dell'individualismo asociale , dello zitellaggio >> Oppure che mi voglia male
***** nel senso Fig., di persona o cosa, insopportabile, difficile a tollerarsi: quell’uomo mi è proprio i.; una conversazione, una lettura i., molto noiosa. se nessuno mi cerca per uscire o per chiedermi come sto un motivo ci sarà ?
Giuseppe Scano la gente forse pensa che tu sia felice ed appagato nella tua solitudine e non ti cerca per questo....non ci sono motivi a volte se non si è cercati
Vero un certo senso si sto facendo un elogio d'essa . Ma allo stesso tempo ho voluto mettere in evidenza un altro lato della solitudine quella che https://spettacolo.periodicodaily.com/elogio-della-solitudine/recensendo \ analizzando questa introduzione che Fabrizio de Andrè faceva ad Anime Salve
chiama Il privilegio della solitudine.
“Si sa, non tutti se la possono permettere (…) solitario è un politico fottuto di solito.“ Queste prime parole tratte dall’elogio della solitudine, ci donano un nuovo paio di lenti, al fine di osservare da un punto di vista insolito il fenomeno in analisi. Per quanto sovente la solitudine sia vista in maniera negativa, e in effetti in certi casi lo sia, De André ci tiene a descriverla inizialmente come una sorta di privilegio.
Infatti, se si riflette bene, questa connotazione è perfettamente sensata. Basti pensare, ad esempio, a chi vive nel disagio della malattia. A tutti coloro che desidererebbero anche solo un briciolo di solitudine, poiché quest’ultima sarebbe sinonimo d’indipendenza.
Dobbiamo inoltre riconoscere che, nonostante la nostra vita sia immersa nel sociale spesso ci porti a ricercare la solitudine, non sempre ciò si riveli facile. Nessuno può vivere completamente solo.
Da soli si cresce, ma si hanno a disposizione minori occasioni confronto. E confrontarsi ci rende adulti. Da soli non si guadagna da vivere. Che sia il politico, o l’artigiano, tutti necessitiamo d’interazioni umane al fine di poterci permettere la vita.
<<Però, sostanzialmente quando si può rimanere soli con se stessi (…) dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle.>>
Nella lingua italiana, la parola solitudine delinea un individuo solo, privo di compagnia; che ciò abbia una connotazione negativa o meno, lo stabiliamo noi.
Al contrario, in inglese esistono due termini distinti per indicare la solitudine: “loneliness” e “solitude“. Il primo, descrive la sensazione di tristezza e disagio causata dal sentirsi soli nell’affrontare la vita. Invece, “solitude“, si potrebbe definire come una “solitudine per scelta“. Ed è proprio questa la tipologia di solitudine che De André descrive in questi versi. Ed ecco che concordo con il sito prima citato << Scegliere d’isolarsi, non significa, in questo caso, annullarsi, voler evitare di guardare il mondo e di riflettersi su di esso. L’autore propone la solitudine come mezzo di conoscenza del circostante. Ritrovarsi soli, può rivelarsi un’occasione preziosa per guardare il mondo con occhi nuovi. Esonerandosi dalla vita sociale, ci si allena a osservare i dettagli. Si apprende a dare importanza a ogni singola cosa, a ricercarne il significato. Alla fine, si giunge alla comprensione che anche noi stessi non siamo altro che un dettaglio della natura. E in quanto tale, meritiamo importanza, possediamo un senso di esistere. L’elogio della solitudine può avere come altro scopo, il ritrovamento di un senso della vita perduto.>> Essa può fungere da introspezione: conoscere se stessi << E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai propri problemi (…) credo che si possano trovare soluzioni anche per gli altri.“>>
Non solo il circostante. De André, nel suo elogio della solitudine, desidera fare chiarezza su un altro punto focale: quello della conoscenza di se stessi.
Qual è il comportamento che assumiamo nel momento in cui incontriamo una persona nuova? Se quest’ultima ci risulta interessante, a poco a poco vorremo sapere tutto di lei, o perlomeno, più informazioni possibili. Le chiederemo della sua storia, dei suoi gusti personali, delle sue esperienze. Di volta in volta osserveremo i suoi gesti, le sue abitudini, le sue caratteristiche più intime.
E noi?
Lo facciamo perché per farsi un’idea di un determinato soggetto, è fondamentale per conoscerlo. Se siamo però così costantemente concentrati sugli altri, possiamo veramente affermare di conoscere noi stessi? Siamo davvero amici della nostra persona?
Quesiti apparentemente banali, poiché tutti siamo convinti di conoscere noi stessi meglio di chiunque altro. Eppure, non è sempre così. E a questo scopo, la solitudine ci viene in aiuto. E’ infatti solo facendo un passo indietro dalla società, che riusciamo a riscoprire la nostra essenza. Nella solitudine, spariscono le influenze, diminuiscono i rumori di sottofondo, si attenuano le luci. E restiamo noi. Noi, e il nostro elogio della solitudine.
quindi non mi sto privando di nessun aspetto della vita o smettendo di amare le donne o del volermi fare una famiglia ma visti i risultati delle mie ricerche ( voi done siete strane uno vi chiede d'uscire o vi da il suo numero di telefono e voi subito lo rimuovete o lo mandate a quel paese credendo che voglia subito ..... ci siamo capiti 😜😉 ) ho smesso di cecare
da quando sono passato da splinder a blogger il blog
collettivo \ multi autore langue ed a scrivere sono solo io
e ogni tanto una vecchia utente di splinder o blogggeriana chi
di voi volesse scrivere da me lo faccia sapere o in privato
redbeppe@gmail.com su.whatsapp. 3286849962 . Infatti non riesco , da solo ( i comoagni di viaggio che scrivono latitano ) a stare dietro a tutte le storie belle e curiose che che circolano sul web e che i media ufficiali relegano in ultima pagina o ltime news salvo che non abbiamo la forza di suscitare interesse morboso nellla gente . Comunque chi è interessato a tali post ne ritrova molte nela mia bacheca di facebook o di twitter