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15.8.21

alla ricerca delle proprie radici Dagli Usa al Salento, sulle tracce del nonno profugo ebreo: "Qui fu accolto e io ora rivivo la sua storia




Di solito dopo aver letto una storia mi vengono in mente canzoni , stavolta mi sono venuti in mente libri . ecco la play list collegata a quest articolo .
Essa è tratta daLa ricerca delle radici è un'antologia curata da Primo Levi scritta nel 1981 che raccoglie brani degli autori che più hanno contato nella sua formazione e conferma il carattere enciclopedico dell'autore che incrocia gli interessi scientifici con quelli umanistici. qui l'elenco https://it.wikipedia.org/wiki/La_ricerca_delle_radici a qaule mi permetto d'aggiungere tre libri di cui il primo riletto da poco ed in sintonia oltre che con i libri citati prima con la storia qui riportata .

  • La frontiera scomparsa di Luis Sepulvera
  • il profumo della speranza. Un viaggio nell'adozione alla ricerca delle proprie radicidi Paolo La Francesca
  • Il senso di appartenenza. Alla ricerca delle proprie radici. Un viaggio essenziale per una vita più intensa e consapevole di Willi Maurer




ma ora basta divagare e veniamo alla storia d'oggi


repubblica 12 AGOSTO 2021
Dagli Usa al Salento, sulle tracce del nonno profugo ebreo: "Qui fu accolto e io ora rivivo la sua storia"
di Biagio Valerio


A sinistra Mark Hoffman a Santa Maria al Bagno nel 1943, a sinistra suo nipote Micheal posa come lui



Micheal Hoffman lavora per Facebook e proprio grazie ai social





ha scovato i luoghi dove il nonno Mark fu salvato dall'orrore dei campi nazisti: per onorarlo posa in foto come lui a Santa Maria al Bagno dove dal '43 furono in centinaia a trovare riparo Voleva respirare la stessa aria, che profumava di libertà. Bagnarsi nello Ionio che, quasi ottant'anni fa, aveva lavato via la polvere e la paura raccolte sulla pelle, nei campi di concentramento. Un giovane americano, Michael Hoffman, ha attraversato il mondo per fare da staffetta ideale con suo nonno Mark, che durante la Seconda guerra mondiale fu ospitato nel Camp 34 di Santa Maria al Bagno. Ed ha scattato una serie di fotografie che lo ritraggono nelle stesse, identiche, pose del nonno. Un tributo commovente.

che ha rilanciato il suo appello social


Michael Hoffman è con Bob Hoffman e altri 11 a Santa Maria al Bagno.
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So. Crazy story. We have these old pictures of my Grandfather - “Papa” - from right after WW2 when he was taken to a displaced persons camp in #Bari… or so we thought. Since I was headed to Bari, I decided to post on social media to try and identify the locations which I thought was wishful thinking. Surprise! The internet pulled through. My friend Marcello connected me with Steven Crutchfield who manages an “Expats in Puglia” Facebook Group. He graciously posted all of the pics to the group and within hours the locations were identified, most being in Santa Maria al Bagno 1.5 hours from Bari. Turns out they brought a LOT of refugees there. There’s even a museum dedicated to the jewish refugees museo della memoria. At this location, Jews were being shipped off to Palestine (now Israel) to start a new life. Because I am who I am (lol) I had to recreate the images. So Brett and I drove to the town of Santa Maria al Bagno and took these! Swipe for more side-by-side photos.
I am so grateful for this moment, those who helped and my dad Ken Hoffman who ensures Papa’s story lives on. It was magical to be able to set foot in the location my Papa spent two years before heading to America.

Quindi Storia pazzesca. Abbiamo queste vecchie foto di mio nonno - ′′ Papà ′′ - di subito dopo la WW2 quando è stato portato in un campo di sfollati a #Bari... o così abbiamo pensato. Dato che ero diretto a Bari, ho deciso di pubblicare sui social per cercare di individuare le location che pensavo fossero un pensiero augurale. Sorpresa! Internet ce l'ha fatta. Il mio amico Marcello mi ha collegato con Steven Crutchfield che gestisce un gruppo Facebook ′′ Espatriati in Puglia Ha gentilmente postato tutte le foto al gruppo e nel giro di poche ore sono state individuate le località, la maggior parte di Santa Maria al Bagno a 1.5 ore da Bari. A quanto pare hanno portato un sacco di profughi lì. C ' è anche un museo dedicato ai profughi ebrei museo della memoria. In questo luogo, gli ebrei venivano spediti in Palestina (ora Israele) per iniziare una nuova vita. Perché sono quello che sono (lol) ho dovuto ricreare le immagini. Così Brett ed io abbiamo guidato fino alla città di Santa Maria al Bagno e abbiamo preso questi! Scorri per altre foto di fianco a fianco.
Sono così grata per questo momento, a coloro che hanno aiutato e a mio padre Ken Hoffman che assicura la storia di papà continua a vivere. È stato magico riuscire a mettere piede nella location in cui mio padre ha trascorso due anni prima di andare in America.



Un campo di accoglienza per DP, displaced persons, allestito dall'Unrra nel 1943 e che è rimasto in attività per alcuni anni, accogliendo migliaia di profughi - prima slavi e poi ebrei - provenienti anche dai campi di concentramento nazifascisti disseminati in tutta Europa.
Il campo è diventato, in quegli anni, il trampolino verso la terra promessa, il nascente Stato di Israele. Tantissime altre persone si imbarcarono verso il Sudamerica e gli Stati Uniti in un nuovo grande esodo di rinascita dopo gli orrori delle persecuzioni. Non è l'unico esempio in Puglia. Altri campi vennero
allestiti nei pressi di Bari e Barletta nel nord della regione, a Santa Maria di Leuca, Santa Cesarea (per questo i campi venivano chiamati "le sante") e Tricase Porto, luoghi di recupero fisico e psicologico soprattutto per quanti erano scampati ai forni, alle privazioni, alle malattie ed ai lavori forzati.
Ma è Michael Hoffman, un giovane comunicatore di New York, a rinvigorire le vecchie radici della Storia. Lui ha trovato, grazie al padre Ken, le vecchie foto del nonno in posa in diversi luoghi di una, non precisata fino ad un anno fa, località italiana. Così si è messo in moto in vista di un suo viaggio nel Belpaese ed ha contattato alcuni amici su Facebook, il social che "gli torna facile" utilizzare visto che Hoffman lavora proprio per il marketing del colosso creato da Zuckerberg.
"Questa storia è storia pazzesca. Avevamo queste foto del nonno scattate subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando era stato trasferito in un campo per persone disperse a Bari. O così credevamo. Visto che ero diretto a Bari - spiega e continua Michael nel suo racconto - ho deciso di scrivere un post sui social per provare a identificare il posto esatto. Sorpresa! Internet è arrivato in soccorso. Il mio amico Marcello mi ha messo in contatto con Steven Crutchfield che gestisce il gruppo Facebook "Espatriati in Puglia". Molto gentilmente ha pubblicato le foto sul suo gruppo e in poche ore sono state individuate le località, la maggior parte a Santa Maria al Bagno, un paio d'ore di distanza da Bari. È venuto fuori che moltissimi rifugiati sono stati portati qui. C'è anche un Museo della Memoria dedicato ai profughi ebrei. Da qui, gli ebrei partivano per la Palestina, oggi Israele, per iniziare una nuova vita. Io e Brett abbiamo
guidato fino a Santa Maria al Bagno e abbiamo scattato queste foto. Sono profondamente grato e riconoscente con chi mi ha aiutato a far sì che la storia del nonno resti viva".
Una vicenda umana, l'ennesima, che riannoda i fili dopo che uno studioso di Santa Maria, Paolo Pisacane, ebbe l'intuizione di lanciare un sito amatoriale con i riferimenti alla vicenda storica. Da allora, circa 35 anni fa, sono stati centinaia gli ebrei che, soprattutto dagli Stati Uniti, hanno fatto il viaggio al contrario ritornando a Santa Maria. Qui in riva allo Jonio però, l'amministrazione comunale di Nardò sta consentendo la costruzione di una stazione per idrovolanti nel Giardino della Memoria e ha autorizzato un mercatino turistico all'ingresso del Museo della Memoria, quello visitato dal giovane Hoffman. Non esattamente un bel biglieto da visita per chi ha percorso migliaia di chilometri per toccare la Storia da vicino.




mentre concludevo questo post la radio suona questa canzone adattissima a tale storia

CREUZA DE MÄ - Fabrizio De Andrè

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