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15.7.24

anche le donne rap \ trap s'adeguano al sessismo dei colleghi il caso di Anna Pepe


Da #AnnaPepe una donna che è riuscita a imporsi in un ambiente : maschilista e misogino e di ( ovviamente  senza  generalizzare  troppo   anchge  se  quel poco  che  si  salva  è lo 0,05 %  )  Brani effimeri, privi di soluzioni rigeneranti per l’ascoltatore medio e interpretati da aspiranti cantanti, barcollanti nell’intonazione e nel senso ritmico  come  dice   un esperto   musicale  : <<  Trap Remo, il festival dell’incompetenza musicale diffusa - Pentagrammando (antoniodeiara.it) >> come quello #rap, il sottogenere #trap.,in particolare , che abitualmente ( al 99.95 % ) veicola una visione poco edificante della donna, sessismo , edonoismo sfrenato , violenza , ecc .
Ė il talento non le manca sarebbe lecito aspettarsi una presa di posizione, un racconto alternativo. Non è proprio così. Peccato. un opportunità per portare un cambiamento in un genere e un sottogenere giovanile molto diffuso . Che partito come uno sfogo alle frustrazioni , al disagio , alla denuncia sociale sia degnerato in : crimalità disvalori sessismo,omofobia , misoginia tuute caratteristiche alla base del femminicidio \violenza di genete

8.12.23

censurare la musica trapp e rap ed gli altri generi musicali non conformi bandendoli da internet e da san remo come chiede i codacons con i Sad, il gruppo punk di Milano è la soluzione ?

leggi anche
 

Guè Pequeno, e Young Rame. A sinistra, ai due estremi: Marracash in giacca blu e “Nazza” Calajò

Se prima mi piaceva i rap e lì'hip hop e musica delle posse    ed  altri  generi  non conformi  come  il  punk  , infatti è stato uno dei veicoli da cui si è sviluppata la mia formazione politico culturale . Adesso con la quasi fusione  tra  il   rap e  il sottogenere trapper nonostante le sottili differenze    riassumibli . A qiuesto  punto non so  se  la  censura  sia  giusta   o meno    opppure condurre  ua  guerriglia 

Stile  Musicale e Atmosfera 

Rap: Il rap è noto per la sua enfasi sulla recitazione ritmica di versi e rime sincopate, con un’attenzione particolare alla lirica e alla tecnica verbale. L’atmosfera sonora può variare ampiamente a seconda dello stile dell’artista, ma solitamente si pone in secondo piano rispetto alla lirica.  

Trap: La trap si contraddistingue per un’atmosfera oscura, pesante e ricca di bassi profondi, che contribuisce a creare un’ambiance coinvolgente. A differenza del rap tradizionale, la lirica spesso viene messa in secondo piano a favore del ritmo e delle sonorità.

Origine e Sviluppo: 

Rap: Il rap ha radici profonde nella cultura afroamericana e ha iniziato a svilupparsi negli anni ’70, con influenze africane e tradizioni orali.
Trap: La trap music ha avuto origine nel Sud degli Stati Uniti, in particolare ad Atlanta, Georgia, all’inizio degli anni 2000. È emersa come una fusione di influenze musicali, tra cui il rap, l’hip hop e la musica elettronica.

Tematiche e Diversità:

Rap: Il rap affronta una vasta gamma di temi e spesso pone una maggiore enfasi sulla lirica, consentendo agli artisti di comunicare storie e messaggi complessi attraverso le parole.
Trap: La trap è notevole per le sue liriche che spesso trattano temi legati alla vita di strada, al consumismo e alle esperienze della gioventù contemporanea. Ha portato alla creazione di vari sottogeneri, ognuno con proprie tematiche e stili distintivi.

qui    un  ulteriore  aprofondimento

è  diventa  solo   veicolo   d'odio , misogenia  , agiografia   della  criminalità  ,   edonismo  spinto  


infatti leggo da
  • Il Fatto Quotidiano


  •                                     Davide Milosa

  • Gli inchini live di Guè e Marra “I rapper al servizio del boss”

    Testi e magliette per “Nazza” Calajò, ras della Barona arrestato per droga. E Young Rame canta “come si smonta un uomo”

    IL BOSS della Barona, Nazzareno Calajò, è stato arrestato ad aprile. Per lui e altri, accuse a vario titolo di associazione e traffico di droga. Dagli atti emergerà anche la volontà di Calajò, detto Nazza, di uccidere il capo della curva dell’inter Vittorio Boiocchi, poi ucciso il 29 ottobre 2022. Per questo fascicolo Calajò non è indagato. Gli ultimi atti confermano il legame con alcuni rapper. Tra questi Young Rame, autore di testi apologetici per Calajò. E di cui ilfattoquotidiano.it scrisse a giugno. Rame rispose sui social: “Buongiorno giornalista (...). Qualsiasi persona che abbia almeno finito la scuola elementare ascoltando il brano ‘Fine pena mai’ può capire che è un fatto di cronaca visto dai miei occhi”.

    L’inchino al boss da parte di due tra i rapper più noti della scena musicale italiana è un fatto che nella malavita milanese ancora non si era registrato. È accaduto, invece, come riporta una nota conclusiva della polizia penitenziaria allegata all’indagine dei pm Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco. Il boss in questione è il ras della Barona, Nazzareno Calajò detto Nazza. I cantanti mainstream: Marracash, al secolo Fabio Bartolo Rizzo, e Cosimo Fini, in arte Guè Pequeno, né indagati né coinvolti nell’inchiesta. Il Fatto ha contattato gli agenti dei due cantanti. L’ufficio stampa di Marracash non ha voluto commentare. E nemmeno lo staff di Guè.

    È IL 10 LUGLIO

    scorso quando migliaia di persone affollano il pratone dell’ippodromo di San Siro. In scena un vero show hip pop organizzato dallo stesso Guè Pequeno, il quale a tarda sera saluta pubblicamente il boss urlando: “Nazza libero. Free Nazza! Una mano su!”. In quel momento, Calajò è in carcere, era stato arrestato ad aprile assieme ad altri della banda della Barona con l’accusa di traffico di droga. Il 21 settembre 2022 sul palco del Forum di Assago canta Marracash. In quel momento, Nazza è ai domiciliari. Annota la penitenziaria: “Nel ringraziare le persone presenti, il cantante rivolge un saluto particolare ad Alessandro Calajò (Kalash), all’amico Mattia Di Bella e all’immancabile Nazzareno Calajò”. Anche Ale Kalash, figlio di Nazza, si trova in carcere, con lui il cugino Luca Calajò,

    Il “bandito” e i “campioni” Saluti dal palco al “grande zio”. La polizia penitenziaria: “I videoclip rafforzano la famiglia criminale” I manager: “No comment”

    uno dei capi della banda. Marracash: “Ci tengo a ringraziare la gente del mio quartiere venuta a queste serate. Mattia (Mattia Di Bella, altro cantante, in arte Young Rame), Kalash (Alessandro Calaiò), Momo e soprattutto il grande zio Nazza. Un abbraccio!”. Subito dopo “l’inchino” di Marra, Luca Calajò, presente al concerto, invia messaggi alla zia e alla moglie di Nazza: “Fai un video, lo zio che ringrazia Marracash, l’ha salutato davanti a tutti, fai fare un video allo zio”.

    Annota la polizia penitenziaria: “È noto che la famiglia

    Calajò domini il quartiere Barona e il suo predominio lo ha ottenuto anche grazie al consenso di parte della popolazione residente, alimentato mediante numerose comparse dei principali esponenti della famiglia criminale nei videoclip di famosi cantanti rapper come Guè Pequeno, Marracash e Young Rame il cui tema principale è l’ostentazione del lusso, del denaro facile e l’esaltazione della violenza”. Secondo la Procura di Milano, “la fama e il successo dei rapper sono un utile tornaconto per Calajò, non soltanto per la rappr ese nta zio ne del suo carisma, ma anche una perfetta cassa di risonanza per la sua professata innocenza”. Intercettato, Nazza dice: “Altro che non servono a un cazzo i cantanti, i cantanti servono!”. Tanto che, sostiene Nazza in carcere, gli dedicano alcune canzoni: “Adesso m’hanno fatto una canzone per me Marra, Guè e lui (Young Rame). Compongono le canzoni per me! Hai capito?! Guè pure mi ha fatto una canzone Il tipo”, il cui testo recita: “Anche se l’hai capito, tu non fare mai il nome del tipo (…) Finché comanda è meglio che godere (...) Il tipo ha più di un soldato”. Mentre, scrive la Procura, “in un fotogramma del videoclip del brano Love interpretato da Marracash e Guè Pequeno, sono presenti Alessandro e Nazzareno Calajò insieme a Marracash e Young Rame”. Lo stesso

    Rame, anche lui non indagato, è autore di diverse canzoni su Calajò. Tra queste l’anziano e Fine pena mai. “Brani – scrive la penitenziaria – realizzati su espressa richiesta di Calajò, che non si esclude possa essere stato lui stesso a comporne i testi, con cui Nazzareno intende catalizzare l’attenzione sulla sua vicenda, sulla reclamata innocenza rispetto alle accuse mosse dalla Procura”. In un passaggio dell’anziano si ascolta: “L’anziano mi ha insegnato un’altra educazione. Ad avere i nervi saldi durante l’azione. Come smontare un ferro, come smontare un uomo. Dalle mani alle pistole, è la Sicilia di Milano. L’anziano sta chiuso a Opera anche se è innocente”. Mentre in Fine pena mai un passaggio, secondo la Procura, è rivolto a uno dei pm: “Ho un messaggio anche per te che non hai identità. Hai rovinato le persone e questo non si fa”. Young Rame, dopo un articolo uscito sul fatto.it a giugno, aveva pubblicamente risposto: “La realtà non è quella che lei ha riportato, io ho rispetto per ogni persona onesta”.

    IL 23 GIUGNO,

    Nazza parla con il nipote: “M’ha scritto Rame, lui combatterà, gli ho dato una forza che ne farà altre mille di canzoni se è il caso”. Chiosa la Procura: “La massima espressione della solidarietà dei cantanti alla famiglia di Calajò è la produzione di magliette con l’effigie ‘Nazza Libero’, ‘Verità per Nazza’ indossate dai cantanti nei loro videomessaggi sui social”. Inizialmente Marracash non vuole indossarla, un gesto forse estremo per la sua immagine. Nazza non la prende bene e gli dà del “traditore e dell’infame”. Fino a che, osserva la Procura, anche Marra, quasi costretto, indosserà “la famigerata maglietta”. I cantanti quindi contano per Nazza. A tal punto che, come emerge da una intercettazione, uno di loro girerebbe alla banda il 10% degli incassi. “Un sostegno economico che servirà al gruppo criminale per affrontare, senza particolari affanni, le spese relative alla detenzione in atto”.


    Ora  

    un  autoifesa     poco  convicente    perchè ok sta mettendo  in musica  un evento    di  cronaca   , ma    un  conto  è un testo  neutro  (  qualora  non puoi o non  vuoi prendere  posizione  )   o   contro  un altro  è  fare un componimenti elogiativo . A questo  punto  non so se  la censura ed  il boicottaggio     serva  oppure   sia  meglio una guerriglia  contro  culturale  cioè  immettendo  ed  contrapponendo    all'interno della  stesso genere     la cultura  della legalità . voi che  ne  pensate  ?

    21.8.23

    andare avanti senza cadere nella nostalgia

      canzone  suggerita  
     
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    Mi è capitato  in chat  o dirette  facebook    a discussioni   tra  autori ed  lettori   di  saghe   tv  o di  fumetti  ,  spesso molti  di noi  ,  sottoscritto compreso , nelle proprie passioni   finiscono sempre  ( o  quasi  )   con l'indetificare  una  serie   con l'età  dell'oro a  cui  rimanere    indissolubilmente  legati  .   Può  trattarsi   : dei vecchi valori , del vecchio modo di fare politica ,delle cose ( vedere la foto al centro sopra ed al lato destro ) ,della produzione artistico letterario  di un detterminato periodo  in cui s'è cresciti grandi autori.Nel  caso i fumetti )   qualche  scuola  artistica  particolare   o  quache  ciclo di storie   che  ha  lasciato un segno . IL risultato   , indipendentemente  dalle  generazioni   ,  è  sempre  lo stesso  :  qualcosa  "sìaccasa  " nel nostro cuore    e nei  nostroi ricordi   fino a  diventare   un punto   fermo   fino a diventare   piano piano un punto fermo   \  di riferimento (  mitizzato  co l'andar    del tempo  ,  ed unito alla nostalgia    man  mano  che   ci s'avvicina  e  poi  si superano i  50 anni  )   con cui misurare     , in un  confronto  spessissimo impari     tutto  quello   che  viene   verrà dopo .<<Comportamenti  piuttosto naturali >> ---   come  ammette lo stesso  Alex  bertani nell'editoriale  di topolino  n  3534(  e testimoniato  da meme  ed  pagine  fb  in  cui    si rimpiangono nostalgicamente   gli  anni 60\80 )  --<<  non  circostritto  nell'ambito  fumettistico   visto     che  le stesse  dinamiche  le  troviamo  di  frequente    anche  nei  contesti  : comportamentali  non solo artistici \ letterari  (  musicali  , cinematogragici  , ecc  )  come ho detto prima   . Sovente  in questa nostalgia  , entrano in  gioco  oltre  i  fattori anagrafici  , infatti  è indubbio    che la  percezione  di certi contenuti  sia  influenzata    da :  proposizione passiva   ed attiva  ( vedi la  culrtura   dei remarque  e  dei revival  \  della nostalgia )   dei media   d'opere    del passato  .,   da      fattori  generazionali  . 
    Ma  non  di meno   hanno  un grosso peso  elementi    caratteriali e  ambientali  . Un mix di componenti insomma    , che  fa  si  che  grandi storie o il  lavoro  ddei grandi  dell'arte  e  della letteratura  ,  ci    coliscono in profondità    ed  arrivino  (  o  ritornano  per  le  vecchie  generazionisoprattutto quelle  come   me     nati  a  cavallo  fra  il  68\77   e  cresciuto   nelgli anni  80\90     tra   ribellione    ed    reflusso  \  edonismo   )   con particolare  forza  ed  efficacia . Lo   ammetto  ( se  non lo  avete  capito 😃  ) che ,  non riesco pur   odiando  e  giudicando questo flusso di nostalgia    come un tentativo    d'allungare  il  brodo  ed  rimanere  a galla  senza   creare   niente   o  quasi  d'originale  ,  non  riesco a  starne  lontano     distante   (  infatti  ad  esempio   non riesco  a  leggere   il  romanzo  di IL fuoco dentro. Janis Joplin. Il romanzo  di Barbara  Baraldpresentato  a Berchidda  il  13  agosto ( qui il mio  reportage  dell'evento ) senza  canticchiare  o ascoltare  \  riascoltatre  , visto che  mia  formaazione  musicale   è nata  da li  ,  le   canzoni   di J.Joplin  )
     dottoressa  https://www.federicamerlini.it/
      da  questo aproccio . Infatti  come  tutti  voi   ho  autori   , racconti  , canzoni  ,ecc   a  cui  son legato  (  e  spesso riverdo ed  rileggo  o cito  nel  blog  e  nelle  sue  appendici    social  )  che  hano ed  influiscono  sul mio  background o meglio    sulla  mia    esperienza personale, preparazione tecnica o culturale  che  ricordo  con  dolcezza   ed  emozione  .  Ma  però  ,  ho ed  cerco   , di   di non trasformarmi  in  tifoso ed   fanatico   (  visto che ciò porta   a  chiudersi    e  ad  imprigiornarsi nel  passato )    , d'evitare   insomma   il  tropo  amore  e la  troppa  passione  sitrasformi in  dedizione  . La  quale    può  diventare  appunto  un  ostacolo   sia  alla  crescita  e  all'apertutra  dei nuovi  orrizzonti  . Alla  naturale   ervoluzione del gusto   .  Finendo  con il  rapressentare   un freno   \ ostracolo alla curiosità , al desiderio di    d'aprirsi alle  eventuali  (  anche  se  rare  ) novità   e  alla  voglia di sperimentrare    e cercare strade sempre  nuove  .  Questo post  , almeno   spero  ,  rifletta  il mio eterno   ambire  a  il meglio  deve  ancora  venire  . Un meglio  fatto  di  nuove  scoperte o riscoperte  , di  una cultura   millenaria  che  non deve  mai diventare  un arrendersi   e  spiaggiarsi   alla perpetura repica  di modelli   e  soluzioni .  Ecco quindi cari  lettori \  lettrici    ,   senza  la presunzione    di alcune  verità in  tasca  ,ma  con la  cocciuta  ed  ostinata  (  anche  se  non  sempre  duratura  )   di  continuare  a cercae  nuove  strade  .  Ed a  proposito di strade  ....   buon proseguimenti  dell'estate  a  voi  tutti  \e  

    15.6.23

    guerra di classe di Daniela Tuscano

    Erano nascosti nella stiva dell'ennesima carretta del mare. Sono morti in 100 nel Mare Egeo, tutti bambini.A Roma è morto un bambino. Ed è lo stesso. Sia quei cento sia quell'uno sono vittime dell'ignoranza prepotente, dell'ignoranza voluta ed esibita, sfacciata, vuota. I primi subiscono le migrazioni a causa dei predatori delle loro terre, dai magnati delle guerre, locali e occidentali. Che ingrassano sulle miserie altrui. E le irridono. Il bambino italiano viaggiava su una Smart con la madre e la sorellina di tre anni. Lui ne aveva cinque. Cinque come i debosciati che li hanno falciati via. Balordame che le Smart, si dice, le schifavano. "Ah poraccio!" strillavano all'indirizzo del guidatore. Loro, youtubers di successo, acchiappalike del niente, si potevano permettere la Lamborghini. Mica per usarla, eh. Per sgassare. Per sfasciarla se la scommessa era quella. Perché sì. La Lamborghini si è trasformata nella simbolica arma della lotta di classe. No, della guerra. I "povery" non lottano più: subiscono. Come prima, peggio di prima. La Lamborghini dello youtuber è l'arma di distruzione delle masse che senza soldi non contano niente.
    Eppure continuiamo a invocare giustizia. Ce l'hanno promessa. Non vorremmo essere costretti a prendercela.

    12.6.23

    Silvio Berlusconi e Francesco Nuti due morti della mia generazione

     Per   me      cresciuto     negli anni  80  \ 90    bombardato   (  salvo  qualche  eccezione   ) delle tv di Berlusconi e delle sue affiliate Ed allo stesso tempo ho maturato proprio sotto di lui , anzi al suo primo discorso una coscienza politica contro quel mantra del liberismo ed edonismo sfrenato, del “ciarpame”, delle barzellette e delle veline ma anche del sangue del G8 e delle ombre dei processi e della P2, ecco, per noi, soprattutto per  me  (  e   quei pochi     che       fin  dalle  origini  ) l'ho  combattuto politicamente e soprattutto culturalmente in tutti i modi e con tutta la - forse troppo poca - forza di cui  ero  capace, la morte di Berlusconi non può e non potrà mai essere una notizia come un’altra. È , almeno spero , la fine di un’epoca, e arriva, come spesso accade, quando il tempo ha mitigato lo scontro ed edulcorato la memoria. Forse è giusto così, in fondo, la morte, qualunque morte, richiede la giusta distanza e il dovuto rispetto. Purché non cancelli e non annulli la consapevolezza di quello che, per 30 anni, Silvio Berlusconi ha rappresentato nella vita politica, sociale, civile, contribuendo in modo decisivo alla disgregazione della cultura, dell’etica e delle istituzioni di questo Paese, le cui conseguenze le paghiamo ancora oggi a carissimo prezzo. La morte di un uomo merita rispetto, ma non ipocriti caroselli e santificazioni postume, a cui stiamo già assistendo da minuti a reti quasi unificate, anche e soprattutto sul servizio pubblico. Le verità storiche non si cancellano, come non si può pretendere di cambiare, dalla sera al mattina, lo stato d’animo di chi è sempre stato orgogliosamente dall’altra parte. E forse il modo migliore, più onesto e anche dignitoso, per darne l’addio è raccontarlo per quello che è stato e ha rappresentato per milioni di noi in vita, senza falsità né ipocrisie. Non esulterò ( speriamo di riuscirci ) per la sua morte ma, con la stessa fermezza, non mi unirò a chi vorrebbe trasformarlo di colpo in statista e in padre della patria.


    Mentre finivo di guardare il terzo episodio della serie Questo mondo non mi renderà cattivo  di Zerocalcare  mi   arriva  come notifica  questo lancio      di  notizia  

    È morto Francesco Nuti, l’attore aveva 68 anni ed era malato da tempo

    Immagine di copertina

    È MORTO FRANCESCO NUTI, L’ATTORE AVEVA 68 ANNI ED ERA MALATO DA TEMPO

    È morto all’età di 68 anni l’attore e regista Francesco Nuti. Tra i volti più amati e noti del cinema italiano, l’interprete era lontano da anni dalle scene a causa dei suoi problemi di salute.



     Francesco Nuti questo era: un genio comico e surreale. Un attore dal talento raro e da molti incompreso. Francesco Nuti è stato un artista straordinario di cui troppo poco abbiamo goduto l’arte e la meraviglia. Quante serate a rivederlo in loop, a citarlo e a imitarlo goffamente, a ridere spesso, anche se sempre con un’amarezza e una malinconia di fondo che lo accomunava ai suoi personaggi iconici.Francesco Nuti aveva 68 anni, da tempo malato e lontano dalle scene.Sembra ovvio dirlo, ma mai come nel suo caso conta quello che resta, quello che si lascia alle spalle, non riproducibile, non tramontabile.



    10.6.22

    caso incontrada sono i media che fanno bodyshaming o la massa non educata al linguaggio del corpo e ed alle immagini ?

     va bene   c'è  l'abuso   del corpo femminile  ed  un erotizzazione  mercificata     come dimostra  il bellissimo  saggio

    Pornocultura. Viaggio in fondo alla carne, il libro di Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca. La pornografia non è più eloquente nel descrivere il lecito e l’illecito del nostro campo visivo. La scrittura si rivela goffa dinanzi alle nuove forme dell’oscenità che abitano tra le mura delle nostre case e si fanno socialità corporea.
    Pornocultura. Viaggio in fondo alla carne” (Mimesis, 2016; pp. 142) di Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca ama parlare delle viscere di ciò che si vede, di come l’ambiente mediatico che ci plasma perde rappresentanza di fronte all’iniziativa individuale e di massa di eros e di contatto. L’autrice e l’autore in questione puntellano di riferimenti storici l’evoluzione dell’immaginario pubblico focalizzandosi sul post seconda guerra mondiale come uno dei momenti nevralgici dell’umanità in cui la tecnica ha esibito le sue tragiche contraddizioni. Carne umana come paesaggio creato da se stessa. L’umanesimo e la scienza che si sposano in modo osceno. 

     da me recensito      con intervista  agli autori  ( vedere archivio  blog   ) . Infatti mah io ci vedo ,  forse perchè sono cresciuto a sotto il berlusconismo e la defilippi , solo del semplice gossip .Ma dire : << 
    (...) Ciò che mette i brividi di questo metodo - perché questo è un metodo - è l’esibizione morbosa del corpo, la ricerca ossessiva dello scoop e del gossip, il body-shaming occulto e ipocrita che fa leva - sapendolo - sugli istinti più bassi di chi guarda (e giudica).[....] >> ( Lorenzo Tosa in questo post >> mi  sembra    esagerati il bodyshaming lo fanno gli altri che non sono educati ad interpretare le immagini o a vedere i corpo di una donna al di la dei consueti canoni estetici di  perfezione assoluta   proposti dai media e dalle tv   di cui ho parlato     più volte    qui  nel post . per il resto hai ragione lo stesso  Tosa  quando dice  

    È uno scatto rubato, di quelli da paparazzi e teleobiettivo, che non ha nessuna logica, nessun altro senso o scopo se non quello di mostrare una donna in un momento privato, nella peggior posa possibile, con i chili in più scientemente evidenziati con l’unica

    intenzione di esporla ai giudizi, ai commenti maligni, al tribunale social. Non c’è nulla che non vada nell’immagine di Vanessa Incontrada, sia chiaro. Non c’è nulla che non vada in lei, che è e resta una donna straordinariamente bella nelle sue linee, nelle sue imperfezioni (e in qualunque posa). Il corpo di Vanessa è normale, normalissimo. È quella foto, semmai, a non esserlo. Una foto, nella redazione di una rivista di gossip, si sceglie, tra centinaia di scatti. Si seleziona con chirurgica precisione. Nulla è lasciato al caso.

    Infatti  La verità è che hanno provato a umiliare una donna, ma hanno finito solo per esaltarne la bellezza. Che col fisico non c’entra nulla o almeno non ci si dovrebbe basare solo su d'esso

    24.4.22

    Samantha migliore morta due volte . per gente senza scrupoli e e per il sistema mediatico che ci vuole esteticamente perfetti ed siliconati \ plastificati

    E' vero  che  a  volte  sono cinico , anche se  avvicinandomi  ai 50  lo sono sempre  meno  , ma certi  commenti    che leggo sui social  m'indignano  e  mi fanno rabbrividire  . Infatti  

     Quella di Samantha Migliore, la mamma morta durante un intervento estetico fatto in casa, è la storia che nessuno di noi vorrebbe leggere, ma che tutti stiamo leggendo avidamente. Raccoglie in sé tutte le fragilità e i pericoli delle nostre vite. Samantha, cinque figli avuti da due relazioni diverse, qualche anno fa è stata vittima di una relazione tossica. Al canonico appuntamento per chiarire, quello al quale ormai siamo tutte preparate a dire di no, il suo ex si è presentato con un mazzo di fiori e una pistola. Le ha sparato alla testa. Samantha, un proiettile conficcato nel cranio, ha sfiorato la morte e si è salvata. Per miracolo, è proprio il caso di dire. Poi ha incontrato lui, Antonio Bevilacqua, un uomo gentile e affettuoso coi suoi bambini, col quale ha finalmente realizzato il sogno di una famiglia felice. Quel sogno è stato coronato poco tempo fa con una cerimonia di nozze che ha salutato la loro convivenza nella casa di Maranello, come marito e moglie. È tutto molto bello, ha il sapore della favola, appare quasi incredibile. Infatti l'idillio si spezza in pochi attimi. Qualche giorno fa, Samantha ha preso appuntamento con una donna conosciuta sul web con il nome di Pamela Andress, che si è spacciata per esperta di interventi estetici lampo. Samantha voleva migliorare l'aspetto del suo seno e la sedicente estetista - che medico non è e non è mai stata - le aveva detto che bastavano 1200 euro, mai versati, e qualche siringa. L'ha raggiunta in casa dove lei l'aspettava con la famiglia. "Sdràiati". Samantha si è scoperta il seno, lei, che al seguito aveva taniche e vaschette di alluminio per la conservazione dei cibi, ha iniziato le sue strane operazioni. Samantha ha gridato, è accorso il marito, la sedicente estetista gli ha ordinato di portarle acqua e zucchero, e mentre lui soccorreva sua moglie ha preso le sue sporte e le sue improbabili attrezzature e ha infilato la porta. Samantha è morta senza riprendere conoscenza. Ora Pamela Andress è accusata di morte in conseguenza di altro reato, esercizio abusivo della professione e omissione di soccorso. Si è presentata spontaneamente ai carabinieri dopo diverse ore dal suo allontanamento. Questa è la storia. Prima di correre ai giudizi, vi prego solo di tenere in considerazione due cose. C'è una famiglia che soffre per una perdita inammissibile. Il desiderio legittimo di Samantha di migliorare il suo aspetto e la sfortunata modalità scelta non devono autorizzarci a sentenziare 'se l'è cercatata'. Noi tutti, sebbene in modi diversi, possiamo farci abbagliare da persone disoneste o situazioni poco chiare. Tutti possiamo ingenuamente cadere in errore, sottovalutando le conseguenze delle nostre scelte. Siamo fallibili. In questo momento, l'unico comportamento da biasimare è quello di chi deve rispondere delle accuse che le sono state mosse. La famiglia di Samantha ha diritto alla nostra comprensione e al nostro amore. 

    A  quanto  detto  dall'ottima  giornalista Angela Marino

    aggiungo è vittima del sistema mediatico che ci vuole con i corpi perfetti a tutti i costi . ed siliconati \ plastificate . E se proprio vogliamo cercare colpe è anche del nuovo marito che non ha fatto il passo decisivo cioè portala da un chirurgo estetico vero visto che non è riuscito a convincerla o ha preferito giustamente non cambiarla. Infatti ha ragione riporto integralmente l'articolo intervista su repubblica d'oggi in cui primario di chirurgia plastica dell'Istituto nazionale dei tumori di Roma, Roy de Vita (molto stimato e conosciuto anche nel mondo dello spettacolo, dell'arte, della politica dove annovera molti pazienti) fa una severa analisi e punta l'indice anche contro molti colleghi medici. per : 1) è un artcolo a pagamento ., 2) l'impossibilità di sintetizzare le sue dichiarazioni .











    Roma - "Come può una persona di buon senso accettare un trattamento domiciliare per un intervento di aumento del volume del seno che viene fatto non da un medico ma da una persona qualsiasi che fa altro di mestiere?". A 48 ore dalla tragica morte di Samantha Migliore, la 35enne deceduta a casa mentre si

    sottoponeva a delle iniezioni per aumentare il volume del seno praticatele da una donna che di mestiere fa l'organizzatrice di eventi, il primario di chirurgia plastica dell'Istituto nazionale dei tumori di Roma, Roy de Vita (molto stimato e conosciuto anche nel mondo dello spettacolo, dell'arte, della politica dove annovera molti pazienti) fa una severa analisi e punta l'indice anche contro molti colleghi medici.

    Dottor de Vita, quello che è successo a Modena è una tragica conseguenza di questo sottobosco parallelo della chirurgia estetica che sta prenden
    do piede?

    "Basandomi su quanto letto, mi sono fatto una mia idea su quello che tecnicamente è potuto accadere. E aspetto che siano le persone autorizzate, dopo l'autopsia, a spiegare. Ma i motivi che hanno portato a questa tragedia sono diversi. Ipotizziamo pure che chi ha proposto alla signora Migliore quel trattamento le abbia detto che in Brasile fanno cosi, che lei quel trattamento lo ha già fatto a tante amiche e che la signora ci sia cascata, non ultimo anche per un prezzo molto allettante. Ma la signora, che poi ha pagato il prezzo piu alto per questa sua superficialità, non è purtroppo la sola colpevole. Ci sono ben altre responsabilità".

    Di chi?


    "Un concorso di colpa esiste. E mi riferisco a tutti quelli, e sto parlando di medici, che in maniera graduale e progressiva hanno trasformato la chirurgia plastica da specialità medica in attività commerciale. Sui social i chirurghi che si occupano di estetica fanno a gara ad esporre bancarelle con la propria mercanzia fatta di foto pre e post operatorie. Su Tik Tok girano sempre piu numerosi video in cui le procedure di chirurgia vengono banalizzate a sciocchezze. Tutto per accaparrarsi un paziente in più e, diciamo, un euro in più"

    Ci va giù duro con i suoi colleghi. E questo che effetti sta producendo?


    "Questa deriva ha fatto nascere, come sua espressione più becera, i promoter della chirurgia estetica. Si tratta di soggetti che reclutano pazienti a fronte di provvigioni. Persone che, pur non essendo medici, danno consigli e suggerimenti medici sia sull'intervento chirurgico sia, addirittura, su le protesi da utilizzare. La cosa surreale è che quegli stessi medici che mettono la bancarella si risentono se a fare la pubblicità commerciale siano soggetti commerciali, appunto, e non medici".

    Dunque, cè un grosso problema di comunicazione nella medicina?

    "La comunicazione ha diversi aspetti ma quella becera è becera comunque, in tutte le sue forme e le sue sfaccettature. Ed è sbagliato pensare che quello che faccio io è giusto e quello che fanno gli altri, no. In regime di democrazia è impossibile, ingiusto e presuntuoso arrogarsi il diritto di stabilire ciò che è bene e cio che è male. Ma è l'etica professionale che dovrebbe innanzitutto imporre a sé stessi il divieto di fare questo tipo di comunicazione. Credo che si è ampiamente passato il punto di non ritorno. La fama di un medico la si costruisce negli anni, oggi come ieri, pazienti soddisfatti e colleghi che ti stimano ti fanno diventare un chirurgo apprezzato e cercato e se non fosse vero quello che dico alcuni miei colleghi bravissimi e stimatissimi che sono totalmemte fuori dai social e non hanno nemmeno un sito web dovrebbero avere smesso da tempo di lavorare. E invece hanno un'agenda ricca e nutrita di pazienti e interventi chirurgici".

    Tutta colpa della sirena dei social?


    "Sono convinto che la forzatura di utilizzare i social in modo commerciale e non per divulgazone medica o scientifica è una stortura e dalle storture non nascono mai cose buone. Non sto dicendo che i social vadano fermati in qualche modo o regolarizzati per legge, sarebbe stupido solo pensarlo. Quello che sta succedendo si chiama progresso: le cose cambiano, si evolvono e bisogna imparare a conviverci. I social sono parte di questo cambiamentio e sono convinto che possono essere utilizzati in maniera efficace. Ognuno poi fa i conti con la propria etica e si comporta come meglio crede. Ma se la guerra è ad avere un follower in piu e sei costretto ad abdicare all'etica professionale sull'altare del denaro, sei un po' colpevole anche tu del degrado del mondo in cui lavori. E non sono ammesse lamentele".

    Cosa vuole dire alle donne e agli uomini che vogliono sottoporsi a questo tipo di intervento? Quali sono i criteri di base a cui non derogare mai?

    "E' un appello quello che faccio: sappiate che quello a cui volete sottoporvi è una cosa seria che va affrontata con enorme rispetto e senza facilonerie. C'è di mezzo un'anestesia e l'inserimento di un corpo estraneo. Imparate a diffidare di promesse mirabolanti e di eccessive banalizzazioni. Non si fanno interventi nel retrobottega di un'estetista né in uno studio. Soprattutto, imparate a ricercare il professionista giusto. Ricordare che le fonti di informazione migliore sono i medici e chi di voi non conosce un medico? Faccio una domanda: se doveste sottoporvi a un intervento cardiaco chiedereste consigli al parrucchiere o all'estetista?"

     alla  prossima 




    10.2.22

    i guasti del reflusso e dell'edonismo [IL caso Drusilla Foer tirata per la giacchetta da Lgbt e dai pro vita parte II ]ii ]

    ²
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    cari amici/che lo so che non bisognerebbe mai

    ritornare * sui temi già affrontati precedentemente ma a volte ci si è costretti Infatti sarebbe dovuta essere ovvia, ossia che era un personaggio inventato e recitato dall’attore Gianluca Gori e non una persona vera ma solo una maschera
    Una cosa   che dovrebbe  essere  tanto semplice e ovvia, però, ha ricevuto   diverse    email  (   ma  cos'è  i  commenti  non esistono più    sia  paura  di confrontarsi   con  chi la pensa    diversamente  )  o di   di indignate, piene di rabbia ed  alcune  anche    d'odio contro di me, che dicevo semplicemente le cose
    come stavano.
    E mi sono chiesta: “Perché la gente se la prende tanto? Cosa c’è di così terribile di accettare la realtà per quello che è? Perché il fatto che Drusilla sia una invenzione e non una persona reale turba così tanto la gente?”
    Ebbene,  credola spiegazione sia questa: Siamo   ormai   assuefatti  ed  abituati  all'edonismo  televisivo   degli anni  80\90  poi divenuto  globale  e  mass  mediatico  con  internet  ed  i  social  (  in particolare    con  Instagram  e  tik  tok  ) .  Ora   quelli    come  me    cresciuti negli  fra  gli anni  70\80   ovvero    in cui     c'era    ancora   cultura   e   Incultura (  come   lo chiamo  io     seguendo    i  miei  genitori  e   i miei nonni  )     stava   appena  prendendo  piede prima  del diluvio  totale    sa benissimo  Drusilla è una maschera, e come maschera è perfetta, priva di tutte quelle imperfezioni che invece dovrebbero caratterizzano l’essere umano vero. Ed è proprio questo che fa paura: fa paura sapere che la perfezione non esiste  lanciata  dai cosiddetti  veline  ed  influenzer  .
    Infatti  Tutti vorremmo essere perfetti, tutti vorremmo essere intelligenti, sagaci, colti, audaci, eleganti, ricchi, di successo, privi di qualsiasi difetto.Tutti lo vorremmo, ma la dura verità è che nessuno lo è  al cento per  cento  .
    Ed ecco da dove arriva il successo degli  influencer, maschere sui social, pur mostrando il loro volto.
    Ecco perché appena qualcuno osa far notare le incongruenze (per non dire altro) di tante\i  influencer, si scatena il finimondo, con odio a profusione da parte dei followers, che manco gli avessero ... ammazzato la madre.
    Ma guai a toccare l’influencer, così come guai a toccare Drusilla.E chi se ne frega se l’influencer si fa la foto con la pizza davanti, che in realtà non mangerà mai e si accontenterà dell’insalatina striminzita seguita da ore di palestra per mantenere il fisico perfetto, ma basta far credere al mondo che sia perfetta per grazia divina, che mica è come i poveri mortali che fanno diete, salvo poi non debba pubblicizzare qualche prodotto dimagrante, allora sì che racconta di aver bisogno di aiuto per essere magra.
    E chi se ne frega se la prima preoccupazione dell’influencer sia di mettere sui social la foto del figlio appena nato, nonostante magari questo stia male, poiché la vera ossessione dell’influencer sono i like e pure un figlio è in secondo piano rispetto a questo.
    E chi se ne frega se tutte queste influencer sono solo maschere, recite di gente che fa finta di essere perfetta, magari ogni tanto pubblicando qualche storia in lacrime o dalla psicologa, ovviamente ben studiata, perché anche quello porta like.
    L’importante è credere che esistano queste persone “perfette”, anche se poi ci vendono fuffa a caro prezzo e noi spendiamo tutti i nostri risparmi pur di averla.
    E se qualcuno ci fa notare che quella è una maschera, che ci vendono fuffa, ecc., mica ce la prendiamo con l’influencer di turno, eh no, quello vorrebbe dire che siamo stati così cretini a credere alla fuffa, molto meglio prendercela a morte con chi fa cadere la maschera e ci fa vedere le cose come stanno.
    Ma allora, perché abbiamo questa disperata necessità di credere a queste maschere?
    Perchè abbiamo un bisogno estremo di credere che la perfezione esista. Siamo stati talmente tanto inculcati dalla società che avere dei difetti è la cosa più tremenda che ci possa capitare, che non riusciamo ad accettarli.
    E cerchiamo persone che ci facciano credere di non averne e compriamo la loro fuffa nella speranza di assomigliare sempre più a chi crediamo sia perfetto.
    Drusilla ha fatto un bellissimo discorso sull’esprimere la nostra unicità.
    Ma la verità è che tutti siamo già unici esattamente come siamo. Non dobbiamo fare chissà che per tirare fuori questa fantomatica “unicità”, basta essere ciò che siamo.
    Il problema, però, è proprio questo: a noi non piace essere ciò che veramente siamo, coi nostri difetti che nascondiamo talmente tanto che, a volte, nemmeno noi sappiamo di avere.
    Essere fragili, noiosi, pigri, svogliati, banali, mediocri, brutti… Che orrore! E allora via di influencer e Drusilla, che non hanno difetti e sono perfetti!
    La verità è che non abbiamo bisogno di più unicità, poiché tutti siamo già unici, ma di più autenticità.
    Avere il coraggio di essere se stessi, con i propri difetti, senza inventarsi maschere, accettarsi e farsi vedere per come si è davvero, senza temere il giudizio della società, questo è l’atto di più estremo coraggio che si possa fare.


    COLONNA SONORA
    non bisognerebbe -Francesco Guccini
    Canzone di notte n°2 -  "




    27.12.19

    Ragazze investite a Roma, i funerali nella chiesa gremita. Il parroco: IL senso della vita non è bere e fumarsela

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    "Siamo abituati a vivere tra tecnologie e innovazione eppure brancoliamo nel buio ed è quello su cui dobbiamo riflettere: su questa ora buia". Così ha esordito il parroco don Gianni Matteo Botto nel corso dell'omelia ai funerali di Gaia e Camilla, sottolineando "da giorni ci chiediamo il perché. Ci
    interroghiamo sull'insensatezza di quanto accaduto. Brancoliamo nel buio. Ecco quello di oggi é il grande abbraccio che diamo ai genitori di Gaia e Camilla, in questa ora così buia". Infatti   è   questo  che  i genitori  (  sempre    che   non siano  di quelli problematici  ) , la  scuola e  la  comunità dovrebbero  , ovviamente  senza  essere  troppo   repressivi  , asfissianti  ,  e senza  voler  a tutti   costi imporre  la  loro esperienza 

    Ecco   quindi che  ancora parole forti nell'omelia di don Matteo  riportate da  repubblica online posso  essere  utili  e una base  da  cui  partire o ripartire    : "Il senso della vita, lo aveva chiesto giorni fa Camilla alla sua famiglia. Ecco, magari quando sei sbronzo o sei fatto ti metti a guidare? Questa è la vita? In fondo ci sentiamo onnipotenti e poi non riusciamo a seguire le regole base della convivenza. Ci riscopriamo tutti un po' palloni gonfiati. Il senso della vita non è bere e fumarsela".

    3.6.18

    Piacenza, donna sotto un treno (e amputata): lui si fa il selfie .ecco gli effetti del riflusso e dell'edonismo ( craxismo e berlusconismo ) degli anni 80\90




    PIACENZA Mentre sui binari il 118 sta soccorrendo una donna ferita, da poco investita da un treno, un giovane si fa un selfie. Il momento, in stazione a Piacenza, è stato documentato da una foto scattata il 26 maggio dal giornalista Giorgio Lambri e pubblicata oggi dal quotidiano Libertà.
    Piacenza, donna sotto un treno (e amputata): lui si fa il selfie

    Alla donna - una canadese che era scesa dalla parte sbagliata del treno venendo travolta - poi è stata amputata una gamba. Il giovane autore del selfie è stato bloccato dalla Polfer, identificato e costretto, non senza un po' di proteste, a cancellare le fotografie dallo smartphone. Nell'immagine, tra l'altro, mentre con una mano regge il telefonino, con l'altra sembra fare la 'V' di vittoria. La Polfer sta esaminando la sua posizione, ma non sembra si possano configurare reati.


    Ed proprio commentando suj fb questo fatto , mi  accorgo che  : la frase : << Io non temo Berlusconi in sé, temo Berlusconiin me >> attribuita a Giorgio Gaber ma come specificato qui su www.giorgiogaber.org la frase appartiene a Giampiero Alloisio ed è stata solo citata da Gaber. La fonte citata era questo articolo del http://www.corriere.it/ che però è meno specifica della prima, ed è possibile che sia caduta in confusione o abbia preferito il nome più celebre di Gaber rispetto a quello di Alloisio  ,  è più attuale  che  mai  .
    Inoltre  c'è  ancota  chi la vede   come iul  commento , con annessa mia  risposta  ,  lasciato  sulla mia bacheca    facebook


    Giuseppe Diodati Elettore di cinque stelle o della lega?
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    Giuseppe Scano Cosa c'entra il cinismo non ha colore politico /ideologico Giuseppe Diodati
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    emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

    Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...