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24.4.22

Samantha migliore morta due volte . per gente senza scrupoli e e per il sistema mediatico che ci vuole esteticamente perfetti ed siliconati \ plastificati

E' vero  che  a  volte  sono cinico , anche se  avvicinandomi  ai 50  lo sono sempre  meno  , ma certi  commenti    che leggo sui social  m'indignano  e  mi fanno rabbrividire  . Infatti  

 Quella di Samantha Migliore, la mamma morta durante un intervento estetico fatto in casa, è la storia che nessuno di noi vorrebbe leggere, ma che tutti stiamo leggendo avidamente. Raccoglie in sé tutte le fragilità e i pericoli delle nostre vite. Samantha, cinque figli avuti da due relazioni diverse, qualche anno fa è stata vittima di una relazione tossica. Al canonico appuntamento per chiarire, quello al quale ormai siamo tutte preparate a dire di no, il suo ex si è presentato con un mazzo di fiori e una pistola. Le ha sparato alla testa. Samantha, un proiettile conficcato nel cranio, ha sfiorato la morte e si è salvata. Per miracolo, è proprio il caso di dire. Poi ha incontrato lui, Antonio Bevilacqua, un uomo gentile e affettuoso coi suoi bambini, col quale ha finalmente realizzato il sogno di una famiglia felice. Quel sogno è stato coronato poco tempo fa con una cerimonia di nozze che ha salutato la loro convivenza nella casa di Maranello, come marito e moglie. È tutto molto bello, ha il sapore della favola, appare quasi incredibile. Infatti l'idillio si spezza in pochi attimi. Qualche giorno fa, Samantha ha preso appuntamento con una donna conosciuta sul web con il nome di Pamela Andress, che si è spacciata per esperta di interventi estetici lampo. Samantha voleva migliorare l'aspetto del suo seno e la sedicente estetista - che medico non è e non è mai stata - le aveva detto che bastavano 1200 euro, mai versati, e qualche siringa. L'ha raggiunta in casa dove lei l'aspettava con la famiglia. "Sdràiati". Samantha si è scoperta il seno, lei, che al seguito aveva taniche e vaschette di alluminio per la conservazione dei cibi, ha iniziato le sue strane operazioni. Samantha ha gridato, è accorso il marito, la sedicente estetista gli ha ordinato di portarle acqua e zucchero, e mentre lui soccorreva sua moglie ha preso le sue sporte e le sue improbabili attrezzature e ha infilato la porta. Samantha è morta senza riprendere conoscenza. Ora Pamela Andress è accusata di morte in conseguenza di altro reato, esercizio abusivo della professione e omissione di soccorso. Si è presentata spontaneamente ai carabinieri dopo diverse ore dal suo allontanamento. Questa è la storia. Prima di correre ai giudizi, vi prego solo di tenere in considerazione due cose. C'è una famiglia che soffre per una perdita inammissibile. Il desiderio legittimo di Samantha di migliorare il suo aspetto e la sfortunata modalità scelta non devono autorizzarci a sentenziare 'se l'è cercatata'. Noi tutti, sebbene in modi diversi, possiamo farci abbagliare da persone disoneste o situazioni poco chiare. Tutti possiamo ingenuamente cadere in errore, sottovalutando le conseguenze delle nostre scelte. Siamo fallibili. In questo momento, l'unico comportamento da biasimare è quello di chi deve rispondere delle accuse che le sono state mosse. La famiglia di Samantha ha diritto alla nostra comprensione e al nostro amore. 

A  quanto  detto  dall'ottima  giornalista Angela Marino

aggiungo è vittima del sistema mediatico che ci vuole con i corpi perfetti a tutti i costi . ed siliconati \ plastificate . E se proprio vogliamo cercare colpe è anche del nuovo marito che non ha fatto il passo decisivo cioè portala da un chirurgo estetico vero visto che non è riuscito a convincerla o ha preferito giustamente non cambiarla. Infatti ha ragione riporto integralmente l'articolo intervista su repubblica d'oggi in cui primario di chirurgia plastica dell'Istituto nazionale dei tumori di Roma, Roy de Vita (molto stimato e conosciuto anche nel mondo dello spettacolo, dell'arte, della politica dove annovera molti pazienti) fa una severa analisi e punta l'indice anche contro molti colleghi medici. per : 1) è un artcolo a pagamento ., 2) l'impossibilità di sintetizzare le sue dichiarazioni .











Roma - "Come può una persona di buon senso accettare un trattamento domiciliare per un intervento di aumento del volume del seno che viene fatto non da un medico ma da una persona qualsiasi che fa altro di mestiere?". A 48 ore dalla tragica morte di Samantha Migliore, la 35enne deceduta a casa mentre si

sottoponeva a delle iniezioni per aumentare il volume del seno praticatele da una donna che di mestiere fa l'organizzatrice di eventi, il primario di chirurgia plastica dell'Istituto nazionale dei tumori di Roma, Roy de Vita (molto stimato e conosciuto anche nel mondo dello spettacolo, dell'arte, della politica dove annovera molti pazienti) fa una severa analisi e punta l'indice anche contro molti colleghi medici.

Dottor de Vita, quello che è successo a Modena è una tragica conseguenza di questo sottobosco parallelo della chirurgia estetica che sta prenden
do piede?

"Basandomi su quanto letto, mi sono fatto una mia idea su quello che tecnicamente è potuto accadere. E aspetto che siano le persone autorizzate, dopo l'autopsia, a spiegare. Ma i motivi che hanno portato a questa tragedia sono diversi. Ipotizziamo pure che chi ha proposto alla signora Migliore quel trattamento le abbia detto che in Brasile fanno cosi, che lei quel trattamento lo ha già fatto a tante amiche e che la signora ci sia cascata, non ultimo anche per un prezzo molto allettante. Ma la signora, che poi ha pagato il prezzo piu alto per questa sua superficialità, non è purtroppo la sola colpevole. Ci sono ben altre responsabilità".

Di chi?


"Un concorso di colpa esiste. E mi riferisco a tutti quelli, e sto parlando di medici, che in maniera graduale e progressiva hanno trasformato la chirurgia plastica da specialità medica in attività commerciale. Sui social i chirurghi che si occupano di estetica fanno a gara ad esporre bancarelle con la propria mercanzia fatta di foto pre e post operatorie. Su Tik Tok girano sempre piu numerosi video in cui le procedure di chirurgia vengono banalizzate a sciocchezze. Tutto per accaparrarsi un paziente in più e, diciamo, un euro in più"

Ci va giù duro con i suoi colleghi. E questo che effetti sta producendo?


"Questa deriva ha fatto nascere, come sua espressione più becera, i promoter della chirurgia estetica. Si tratta di soggetti che reclutano pazienti a fronte di provvigioni. Persone che, pur non essendo medici, danno consigli e suggerimenti medici sia sull'intervento chirurgico sia, addirittura, su le protesi da utilizzare. La cosa surreale è che quegli stessi medici che mettono la bancarella si risentono se a fare la pubblicità commerciale siano soggetti commerciali, appunto, e non medici".

Dunque, cè un grosso problema di comunicazione nella medicina?

"La comunicazione ha diversi aspetti ma quella becera è becera comunque, in tutte le sue forme e le sue sfaccettature. Ed è sbagliato pensare che quello che faccio io è giusto e quello che fanno gli altri, no. In regime di democrazia è impossibile, ingiusto e presuntuoso arrogarsi il diritto di stabilire ciò che è bene e cio che è male. Ma è l'etica professionale che dovrebbe innanzitutto imporre a sé stessi il divieto di fare questo tipo di comunicazione. Credo che si è ampiamente passato il punto di non ritorno. La fama di un medico la si costruisce negli anni, oggi come ieri, pazienti soddisfatti e colleghi che ti stimano ti fanno diventare un chirurgo apprezzato e cercato e se non fosse vero quello che dico alcuni miei colleghi bravissimi e stimatissimi che sono totalmemte fuori dai social e non hanno nemmeno un sito web dovrebbero avere smesso da tempo di lavorare. E invece hanno un'agenda ricca e nutrita di pazienti e interventi chirurgici".

Tutta colpa della sirena dei social?


"Sono convinto che la forzatura di utilizzare i social in modo commerciale e non per divulgazone medica o scientifica è una stortura e dalle storture non nascono mai cose buone. Non sto dicendo che i social vadano fermati in qualche modo o regolarizzati per legge, sarebbe stupido solo pensarlo. Quello che sta succedendo si chiama progresso: le cose cambiano, si evolvono e bisogna imparare a conviverci. I social sono parte di questo cambiamentio e sono convinto che possono essere utilizzati in maniera efficace. Ognuno poi fa i conti con la propria etica e si comporta come meglio crede. Ma se la guerra è ad avere un follower in piu e sei costretto ad abdicare all'etica professionale sull'altare del denaro, sei un po' colpevole anche tu del degrado del mondo in cui lavori. E non sono ammesse lamentele".

Cosa vuole dire alle donne e agli uomini che vogliono sottoporsi a questo tipo di intervento? Quali sono i criteri di base a cui non derogare mai?

"E' un appello quello che faccio: sappiate che quello a cui volete sottoporvi è una cosa seria che va affrontata con enorme rispetto e senza facilonerie. C'è di mezzo un'anestesia e l'inserimento di un corpo estraneo. Imparate a diffidare di promesse mirabolanti e di eccessive banalizzazioni. Non si fanno interventi nel retrobottega di un'estetista né in uno studio. Soprattutto, imparate a ricercare il professionista giusto. Ricordare che le fonti di informazione migliore sono i medici e chi di voi non conosce un medico? Faccio una domanda: se doveste sottoporvi a un intervento cardiaco chiedereste consigli al parrucchiere o all'estetista?"

 alla  prossima 




7.8.21

Torino, padre rifiuta la figlia anoressica: «Sei un mostro, fai impressione». Il giudice: «Per lei una vita penosa»


   dobbiamo smettere   di considerare    slo ed  esclusivamente   il femmicidio    nel significato  principale  cioè 

Il termine femminicidio (più raramente chiamato anche femmicidio o femicidio) è un neologismo che identifica i casi di omicidio doloso o preterintenzionale ...  

Ma   di usare      il   quelo  esteso    ovvero  

Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte. 

 
 Infatti   dal  https://torino.corriere.it/cronaca/    del  6\8\2021

                               di Simona Lorenzetti  

Torino, rifiuta la figlia anoressica: «Sei un mostro, fai impressione». Il giudice: «Per lei una vita penosa»



L'uomo, 65 anni, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi per maltrattamenti. Per il Tribunale ha «infierito psicologicamente sulla difficile patologia con comportamenti incuranti»
Stravedeva per suo padre e avrebbe fatto di tutto per «rimanere la sua bambina». Nel 2008 ha 16 anni quando si ammala di anoressia. Il suo corpo si trasforma, fino a pesare 35 chili. Lui continua a rifiutarla, a dirle che è «pazza». Per anni le infligge «costanti sofferenze e mortificazioni». Quando lei si avvicina per abbracciarlo, lui l’allontana: «Sei un mostro». La spinge via, rinfacciandole di essere troppo magra: «Fai impressione». Allo stesso tempo, non esita a sfruttare l’amore incondizionato che la giovane ha nei suoi confronti «per chiederle favori». Sa che lei farebbe di tutto «per compiacerlo». Atteggiamenti, questi, che per il Tribunale di Torino configurano il reato di maltrattamenti. L’uomo, un torinese di 65 anni, è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione. Non solo ha infierito contro la figlia anoressica, ma anche contro la moglie: vittima di abusi psicologici e fisici.
È stata la donna, nel 2019, a denunciarlo ai carabinieri. Una decisione non facile, condivisa dalla figlia maggiore di 29 anni, l’unica capace di tenere testa a un padre aggressivo e con problemi di alcol. Il giorno in cui tutto cambia è il 30 giugno. L’uomo, che da qualche mese è tornato a vivere dalla madre, si presenta nella casa coniugale. Ha con sé una pistola, la punta contro la moglie e contro se stesso. Poi se ne va chiudendo la donna e la figlia maggiore nell’alloggio. Loro chiamano i carabinieri e lui viene arrestato per porto abusivo di arma. Emerge quindi che mesi prima la moglie lo aveva denunciato, dopo essere finita in ospedale perché lui l’aveva aggredita. Le indagini del pm Marco Sanini portano alla luce quello che ora il giudice definisce «un regime di vita particolarmente penoso, caratterizzato da notevoli sofferenze morali e fisiche».
In aula, la moglie e le figlie di 29 e 27 anni raccontano dieci anni di umiliazioni. Raccontano di un padre prevaricatore, incapace di confrontarsi in famiglia. Di un uomo che si nascondeva dietro a bugie e menzogne e che aveva portato tutti sul lastrico. A patire è soprattutto la figlia minore. Quando lei raggiunge la pubertà, lui le rimprovera di «non essere più la sua bambina» e la deride «per il peso eccessivo». La ragazza si ammala di anoressia. Il padre nega la patologia. Rifiuta l’incontro con medici e psicologi, sostenendo che sono «deficienti e incapaci». E alla figlia ripete: «fai schifo», «sei un mostro».
«Volevo spronarla a reagire», dirà l’uomo per giustificarsi. Per il giudice, che lo ha condannato,«ha agito con la consapevolezza di imporre alla moglie e alla figlia un regime di vita che le stesse non potevano sopportare». E in particolare alla ragazza, «infierendo psicologicamente sulla difficile patologia con comportamenti incuranti e improntati a moventi egoistici e approfittatori».

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...