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9.12.23

ora basta parlare ancora di Filippo turretta e giulia chettin ed facciamo silenzio ed lasciamoli in pace

 LEGGI   ANCHE 
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/12/quando-finiranno-i-femminicidi-e-non.html


N.B
non sto mettendo     nessun  divieto     e  nessuna  censura  . Ma dopo il necessario, sacrosanto, rumore, i genitori di Giulia ( e delle altre vittime ) meritino adesso di essere lasciati in pace in attesa dell’unica verità che speriamo di poter raccontare senza imbarazzi e ad alta voce: quella processuale.Il resto è voyeurismo gratuito e oscena morbosità ed un pescare nel torbido




Infatti concordo con

Magari sono io, per carità, ma proprio non riesco a cogliere l’utilità giornalistica, informativa e l’opportunità di pubblicare in prima serata - e a social unificati - l’audio di Filippo Turetta mentre esprime giudizi personali e processualmente irrilevanti sulla donna che ha massacrato e accoltellato a morte.Quale altro senso può avere un audio del genere se non quella di stuzzicare l’immonda morbosità di qualcuno che vuole sentire che voce ha un assassino e un femminicida, cercare tracce di quello che farà, frammenti del mostro? Per di più su un passaggio che non dimostra nulla di nulla e che, diciamoci la verità, avrebbe potuto pronunciare chiunque.Sono ben altri i (tantissimi) indizi che dimostrano la maniacale possessività di quell’uomo, senza bisogno di aggiungerne (o, peggio, inventarne) di nuovi.Per quanto mi sforzi, continuo a credere che Gino Cecchettin, la sorella Elena e tutta la famiglia, dopo il necessario, sacrosanto, rumore, meritino adesso di essere lasciati in pace in attesa dell’unica verità che speriamo di poter raccontare senza imbarazzi e ad alta voce: quella processuale.Il resto è voyeurismo gratuito e oscena morbosità.



12.2.23

si può perdonare un familiare che uccide un altro familiare ? il caso di Laura di Dio che ha ucciso la suocera ma il marito l'ha perdonata

da giallo settimanale n 6 15\2\2023

 Il delitto è avvenuto in provincia di Enna. Laura Di Dio ha accoltellato a morte la mamma del marito al culmine dell’ennesima lite e poi ha confessato: «La odiavo». L’uomo: «Amo mia moglie. Sta male» “Io amo mia moglie. Lei sta male. Si alzava di notte, dormiva pochissimo e mangiava solo quando ne aveva
voglia. Avevamo consultato un medico, ma lei non prendeva le medicine. Nei giorni scorsi avevo proprio pensato di rivolgermi a uno specialista. Ho fatto di tutto per lei”. Con queste parole Francesco Arnone ha tentato di spiegare che cosa avrebbe spinto la propria moglie Laura Di Dio, 32 anni, a uccidere a colpi di forbice, forchetta e coltello sua madre, cioè la suocera, Margherita Margani, di 62.
Un dramma famigliare, avvenuto a Pietraperzia (Enna), che a quanto pare era annunciato. Il marito dell’assassina ha aggiunto che da mesi non lasciava più i suoi figli con la moglie per paura che potesse fare loro del male. Secondo l’uomo i sintomi depressivi erano iniziati un anno e mezzo fa e avevano incrinato ancor di più i già pessimi rapporti tra moglie e suocera, che tuttavia badava ai due bimbi della coppia. Margherita Margani, accusava la nuora di aver diviso i suoi due figli. Tutto era nato nel 2018. Per proteggere Laura Il delitto è avvenuto in provincia di Enna. Laura Di Dio ha accoltellato a morte la mamma del marito al culmine dell’ennesima lite e poi ha confessato: «La odiavo». L’uomo: «Amo mia moglie. Sta male» Di Dio dal marito che la stava malmenando, nonostante fosse incinta, Christian Arnone, 20 anni, aveva sparato al fratello Francesco. In realtà, il colpo era andato a vuoto, ma il giovane era stato arrestato per tentato omicidio. Secondo Francesco Arnone, però, questo vecchio episodio non avrebbe nulla a che fare con quanto accaduto a sua madre, il cui omicidio sarebbe stato causato da un grave disagio psicologico della moglie. È stato proprio l’uomo a trovare il cadavere della madre Margherita. Secondo una prima ricostruzione, la vittima aveva appuntamento in casa con l’estetista, la quale però non riusciva a farsi aprire la porta. Così la donna ha avvisato Francesco Arnone. L’uomo è corso a casa della madre per capire che cosa stesse accadendo e ha aperto la porta, trovandosi davanti una scena agghiacciante. La moglie era seduta a cavalcioni sulla suocera morta, in una pozza di sangue, e fumava una sigaretta. L’assassina avrebbe spiegato di aver raggiunto la suocera per bere un caffè, poi tra le due donne sarebbe scoppiata una lite violenta, l’ennesima, finita nel sangue. Al magistrato avrebbe detto: «La odiavo, per questo l’ho ammazzata. Ma mi sono solo difesa. Lei mi ha colpita per prima». Avrebbe anche un taglio, in realtà superficiale. Ora si trova in carcere. Il marito, però, l’ha già perdonata, convinto che la donna sia molto malata.

24.11.21

Filippo Addamo e l’omicidio di Rosa Montalto: la storia del giovane che ha ucciso la madre perché era geloso che lei dopo avergli abbandonati s'era rifatta ua vita

  canzone  consigliata  

rimettendo in  ordine  messanger  ho trovato questo vecchio articolo  adatto per la giornata del 25 novembre


di CRISTIANO BOLLA 
CRONACA NERA
04 NOVEMBRE 2021, 20:37 / AGG: 04 NOVEMBRE 2021, 23:02

Filippo Addamo e l’omicidio di Rosa Montalto: la storia del giovane che ha ucciso la madre perché era geloso
L'omicidio di Rosa Montalto ha sconvolto l'Italia nel 2000: il figlio Filippo Addamo è stato condannato a 17 anni per omicidio ed è libero dal 2019. Questa sera la sua storia da Franca Leosini




Filippo Addamo non è un nome nuovo alle cronache: nel marzo del 2000 ha ucciso la madre Rosa Montalto, omicidio per cui ha scontato 17 anni di carcere. Da due anni è libero e questa sera, giovedì 04 novembre 2021, Franca Leosini racconterà la sua storia nel corso del suo nuovo programma, Che fine ha fatto Baby Jane?.
Bisogna tornare indietro al marzo del 2000 per trovare l’inizio della storia di Filippo Addamo e il matricidio che sconvolse Catania.
La vittima si chiamava Rosa Montalto: addetta alle pulizie per una cooperativa, era diventata madre in giovanissima età e nonna a 35 anni. Poi, la svolta: decise di lasciare il marito e i figli per andare a vivere con un amico del figlio Filippo, il 24enne Benedetto. Una storia molto breve, finita la quale però non tornò dalla famiglia ma decise di trasferirsi da sola in una casa poco distante assieme a tre figli, tutti tranne Filippo Addamo.
Proprio il 20enne non sopportava l’idea che la madre si stesse rifacendo una vita, tanto da sospettare che si prostituisse.
Per questo, il 27 marzo 2000 l’ha aspettata sotto casa e dopo una furiosa lite Filippo ha sparato alla madre Rosa Montalto. Un colpo alla testa con una pistola, tanto è bastato per uccidere la donna.
L’omicidio di Rosa Montalto e la condanna di Filippo Addamo
La cronaca dell’epoca prosegue con l’arresto, pochissimo tempo dopo, del figlio. Filippo Addamo confessò l’omicidio della madre ammettendo: “Sono stato io, ero geloso“. A fare particolare clamore, all’epoca, il fatto che il marito non andò al funerale e la figlia si rifiutò di andare a trovare la madre al cimitero. Per lei, nessuna fiaccolata: la sua decisione di lasciare la famiglia l’aveva fatta etichettare, una doppia vittima descritta come “civetta, leggera ed irresponsabile” durante il processo che ha portato alla condanna del figlio.
17 anni di carcere per omicidio volontario confermati in Cassazione, ma sono già passati: Filippo Addamo è libero dal 2019 e ha iniziato a rifarsi una vita, una famiglia sua.
Franca Leosini torna a raccontare la sua storia dopo averlo già intervistato in carcere nel 2004, per Storie Maledette. Stasera per Che fine ha fatto Baby Jane? si interroga se sono bastati 17 anni di carcere per fare ammenda: “Oggi si è rifatto una vita, si è costruito una famiglia, ha un bambino piccolo, ma non ha superato la colpa, non è libero nell’anima: ci sono conti che non si chiudono” riporta la presentazione della puntata.

29.8.21

gli avvoltoi complottisti usano un presunto ( ma non tanto ) femminicidio per giustificare il loro no ai vacini . il caso della la farmacista 37enne trovata morta in casa nel pomeriggio del 25 agosto dal compagno a Castelfranco .

 di cosa stianmo parlando 


da   https://www.facebook.com/groups/analfabetismofunzionale
Una giovane donna purtroppo viene trovata morta dal compagno nel suo appartamento ( vedi url sopra ) per cause ancora da chiarire . Ovviamente gli avvoltoi e le carogne gongolano (merdacce con rispetto per la merda ) dando già la colpa al vaccino. Oggi si paventa la possibilità di un omicidio di genere o meglio un femminicidio , infatti la procura ha aperto un inchiesta in merito per omicidio volontario, e ovviamente tali minus habentes non ci stanno: è tutto un complotto per insabbiare la verità . Ma certa gente lo sa cos'è il pudore ? che altro dire se non che è una dura fatica trattenermi da odiare le persone ed incanalare ( vedere i miei post precedenti in particolare questo : non esistono più gli odiastori di una volta ) l'odio non verso le persone ma verso il loro pensiero .
E che mi sono Mi sono proprio rotto le .... di parlare con certi odiatori complottisti è come dare le perle ai porci . Infatti Va bene avere dei dubbi , ed odiare perchè fa parte della natura e dell'animo umano . Ma arrivare a negare tali situazioni ed insistere fa di te una carogna , un asino impastato che non ha rispetto per simili tragedie omicidio o suicidio oppure omicidio inscenato in suicidio .

4.2.21

Aosta, Annamaria Franzoni torna in tribunale 18 anni dopo il delitto di Cogne: "Turismo macabro nella nostra villa"

Capisco che tale vicenda possa rimanere impressa nella memoria collettiva . Ma certi limiti non dovrebbe essere superati . Anch'io come tutti\e sono appassionato di fatti di cronaca nera , ed abitando in un piccolo pase sono curioso ma non sono mai arrivato a tale forma di morbosità e di cinismo . un minimo di rispetto e di silenzio ( se proprio se non se ne può fare a meno di parlare di tale evento e vitare simili sciacallaggi e morbosità ) sarebbe la cosa migliore  . 



Aosta, Annamaria Franzoni torna in tribunale 18 anni dopo il delitto di Cogne: "Turismo macabro nella nostra villa"Annamaria Franzoni all'uscita dal tribunale con il suo avvocato (ansa)



Condannata in via definitiva per l'omicidio del figlio Samuele, ha fatto causa a una troupe tv: "Sono seccata che si parli ancora della mia storia"


Annamaria Franzoni è comparsa stamane in tribunale ad Aosta come parte civile un un processo per violazione di domicilio in cui sono imputati una giornalista e un tele cineoperatore. A 18 anni dal delitto di Cogne la donna è quindi tornata nello stesso palazzo di giustizia dove era stata sentita nell'ambito delle indagini sull'omicidio del figlio Samuele, per il quale è stata condannata in via definitiva. Accompagnata dal suo legale, è uscita dal tribunale coprendosi il volto col cappuccio della giacca, senza dichiarare nulla. "Non abbiamo nulla da dichiarare", ha detto il suo avvocato.Franzoni ha denunciato in aula la presenza di un "turismo macabro" nella villa di Cogne, teatro dell'omicidio del piccolo Samuele, con atti vandalici, nel corso del tempo, da parte di persone entrate nelle pertinenze per sottrarre oggetti da conservare per ricordo, tra cui persino un termometro. In tribunale la donna ha detto di temere che l'ingresso della troupe televisiva possa incentivare atti emulativi da parte di altre persone.

Annamaria Franzoni



Per questo, ha spiegato, la sua denuncia è volta a scoraggiare iniziative simili. Pur essendo la villa sottoposta a pignoramento, ha sottolineato la donna, lei ne è custode, quindi ha il dovere di vigilanza su quel bene e deve risponderne in caso di danneggiamenti. Franzoni, parte civile insieme al marito, si è detta inoltre "seccata" che a distanza di anni si parli ancora della sua storia.La vicenda per cui oggi Franzoni è tornata in tribunale nasce da un servizio televisivo del dicembre 2019. All'epoca la villa di Cogne era tornata alla ribalta perché l'avvocato Carlo Taormina, ex legale di Annamaria Franzoni, ne aveva chiesto il pignoramento. Il processo davanti al giudice monocratico del tribunale di Aosta Maurizio D'Abrusco e al vice procuratore onorario Cinzia Virota si è svolto a porte chiuse.

(ansa)



Costituitasi parte civile insieme al marito, Stefano Lorenzi, oggi non presente, Franzoni ha detto in aula di essere stata avvisata da parenti e amici di quel servizio. Cercando la puntata della trasmissione sul web, ha notato che la troupe era entrata nelle pertinenze dello chalet, in particolare nel cortile e sul balcone. Aveva quindi deciso di sporgere denuncia. L'udienza è stata rinviata per l'esame dei due imputati: nel frattempo non è da escludere un eventuale accordo tra le parti che potrebbe portare alla remissione della querela.

11.3.16

perchè non parlo qui o su fb del delitto Delitto Varani,

Musica  pere  sdrammatizzare  :




a tutti quelli\e che mi chiedono :_<< nulla sull'omicidio di Roma ? >> oltre a non essere tanto per i casi di cronaca nera , anche s e a volte ne ho parlato o lasciassero che ne scrivesse . E poi ne hanno già parlato e se ne continua a parlare nei media e la rete .Infatti
Luca Varani
Tv, siti web, giornali, quando si ritrovano tra le mani un caso di omicidio ricco di particolari morbosi, si sa, ci vanno a nozze . È quello che sta succedendo in questi giorni con la storia del giovane Luca Varani ucciso da Marco Prato e Manuel Foffo, rei confessi. C’è tutto: alcol, droga, sesso, bagordi, festini, inspiegabile crudeltà , omosessualità , ecc . Per questo i media non smettono di parlarne e  chi sa  fino  a   quando continueranno   nonostante gli assassini siano già stati arrestati e
fondamentalmente non ci sia alcun mistero da risolvere. C’è però tanto squallore, tanto sbigottimento davanti a una vicenda del genere, tanti dettagli schifosamente morbosi che “fanno audience” e vengono spolpati fino all'osso dai giornalisti  e  non .
È così dovuto intervenire  (  cosa   che  di solito  non  fa  con il normale  sciacallaggio  , forse perchè  n è una persona   VIP  o vicino a tale mondo  )    il Garante della Privacy che, con una nota, invita i media alla sobrietà. Ecco il testo:

“In riferimento all'omicidio di Luca Varani, si è riscontrato nelle cronache giornalistiche di questi giorni un eccesso di particolari riguardanti la vita sessuale e familiare dei soggetti coinvolti (compreso il rapporto di filiazione della vittima), che colpisce nei propri sentimenti e affetti le rispettive famiglie.
Il Garante per la protezione dei dati personali rivolge un appello a tutti i media affinché, nell'esercizio del legittimo diritto di cronaca riguardo ad un fatto di sicuro interesse pubblico, mantengano sobrietà, responsabilità e sensibilità ed evitino accanimenti informativi sul caso, astenendosi dal riportare dettagli eccessivi e limitandosi a profili di stretta essenzialità”

Ora  mi  chiedo e   chiedo a quelle persone     che mi  chiedono come mai non ne parlo   :  ma  che senso ha stare ancora a parlare di queste due "persone" ,ancora  ( non è il mio caso ) a giustificarle perché'sotto effetto di cocaina e alcol,ancora a scrivere le loro inutili dichiarazioni per salvarsi il culo farsi dare il minimo della pena .

La vittima, Luca Varani, e Marco Prato, uno dei due killer


Infatti Il problema e'che sono persone malvagie, indipendentemente dalla loro sessualità , come tante .Ricordarsi i particolari della serata fa intendere la consapevolezza delle azioni compiute . Anche Mario Alessi ha ucciso un bambino senza droga e senza alcol ..........!
Concludo Concordando con quanto dice Sara Caruana snei commenti nella pagina fb del quotidiano l'unione sarda tutto ciò è assurdo... Pensare che dei bravi ragazzi possano nascondere tante depravazioni, quali alcool...droghe e atteggiamenti omosessuali...senza che nessuno si accorga di nulla...famiglia...ragazze...amici.
Datemi pure del moralista , dell'auto censore tanto non me ne può fregare de meno . Se non ne parlo non è , come potrebbe ipotizzare qualcuno , che voglia fare come il fascismo che vietava di parlare sui giornali di fatti di cronaca nera , ma il fatto è che spesso i casi di cronaca vengono trattati come se fossero fiction da gente che non ha alcuna cognizione di cosa sia un processo penale. E per colpa di questo modo di operare ci vanno di mezzo tutti: professionisti, imputati, indagati e persone offese e loro familiari . Se si osservasse in modo corretto e si ascoltassero davvero i vari interventi si coglierebbe immediatamente la differenza tra chi svolge la professione di criminologo ed avvocato e chi invece si improvvisa per apparire in TV e internet . << Il problema principale è >> come giustamente dice Pierluigi Antonio nei commenti a questo post sulla pagina facebook di logichecriminali << che la causa dell'invasione delle trasmissioni che trattano casi di cronaca è soprattutto pecuniario, i responsabili dei palinsesti non fanno altro che sfruttare la morbosa brama di sapere dello spettatore (che non è la stessa cosa della fame di conoscenza) e volente o nolente tutti gli attori chiamati a partecipare non sono altro che ingranaggi per far aumentare lo share e gli introiti a vari livelli. Do ragione a Flaminia, un buon professionista deve studiare i fatti dal punto di vista oggettivo perché la verità è li e non nei giudizi di pancia che il popolo della tv è abituato a dare.>>

Ma  sopratutto     rispondo a


Esteban Laquidara Omissione mediatica per nascondere un omicidio di una coppia omosessuale?
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Giuseppe Scano per niente perchè non c'è niente d'aggiungere alla crudeltà di tali individui . non m'importa se siano omo o etero . sempre bestie sono
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Non so più che altro dire e mi fermo qui lasciandovi a questa canzone della mia infanzia ( anche se sono del 1976 ) : Vengo anch'io. No, tu no (1967) di F. Fiorentini - D. Fo - E. Jannacci

20.9.14

L'omicidio di Yara diventa una fiction La miniserie si intitolerà "Ignoto 1" nuovo episodio i cannibalismo artistico \ mediatico ?

Lego    che  



Non dico parlarne e magari farne anche un film perchè è un caso che ha sconvolto l'opinione pubblica . Ma un po' di rispetto ed aspettare , in quanto ogni persona è innocente fino all'ultimo grado di giudizio e poi la difesa non ha ancora completato la contro indagine , che si concluda le indagini . Questa pressione mediatica , vuole dire mettere fretta e portare ad indagini fatte a ..... ed allungare la vicenda ed il tormento dei familiari della vittima e dell'imputato vedere il caso Garlasco . Non dico   che  il potere debba  usare   delle nuove  armi di distrazione di massa  ,come il caso  del gossip  e  della  ciarle dei vip  , ecc  , ed  da circa  un ventennio   vedi il caso di vermicino . Ma  sarebbe ora  di ribellarci  cambiando canale  davanti a  tg  e  programmi  simili   o non comprando quel  giornale  
Quindi basta ad una cultura ed ad un arte , se di ciò si tratta , che cannibalizza tutto anche la morte ed il dolore .non abbiamo più rispetto . lasciamoli in pace poveracci . perchè prendersela con i poveri diavoli perchè invece non fanno una fiction sui chi ha rovinato l'italia o chi pensa solo a .. vedi il caso di mister pompetta ops berlusconi  solo per  citare il caso più noto .

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...