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11.6.25
l’intervista a Massimo Bossetti a Belve crime una brutta, bruttissima pagina di servizio pubblico.
2.4.25
un altro caso di femminicidio . cosa fare dobbiamo smettere di parlarne per evitare emulazione opure assuefarsi ?
Canzone suggerita
Ma che freddo che fa - Nada
Apro msn.it per avere notizie o trovare anedotti \ storie da riportare e cosa trovo
Trovato dentro una valigia il corpo senza vita di Ilaria Sula, 22 anni. La ragazza era scomparsa da Roma il 25 marzo.
non si fa in tempo ad indignarsi ed a piangere per una ( vedere post su #SaraCampanella ) che ne hanno ammazzata un altra . E poi c'è chi dice che non è un emergenza . Oltre a tale commento , mi chiedo ma non sarà il caso di assueffarsi e smettere di scrivere e parlare dei femmicidi e fare come si faceva un tempo i cui era proibito parlare e scrivere di cronaca nera ?
Ma poi mi accorgo che questa mia elucubrazione interrogativa è inutile . In realta l'origine di questo mio sfogo e qualcosa profondo che tocca un tema molto delicato. Quando si tratta di fenomeni gravi come il femminicidio, o violenza di genere come la chiamano ipocritamente , il bilancio tra parlarne e il rischio di emulazione o assuefazione è una sfida. Non parlarne potrebbe contribuire a perpetuare il silenzio che a volte circonda questi temi, rendendo più difficile affrontare le cause profonde e sensibilizzare che ancora si limita ad indignarsi . Tuttavia, parlarne in modo sensazionalistico o poco responsabile potrebbe aumentare il rischio di emulazione.Forse, come dico io ai miei genitori ( generazione pre boomer ) che mi rimproverano perchè guardo o leggo fatti di cronaca nera una via di mezzo è affrontare il tema con un approccio educativo e costruttivo. Mettere in luce le storie di resistenza, le soluzioni e le risposte concrete come faccio riportando le puntate del manuale di autodifesa del settimanale gialllo potrebbe essere più utile per creare consapevolezza e ispirare cambiamenti positivi. L'importante è continuare a promuovere una cultura di rispetto e supporto reciproco.
Sensibilizzazione pubblica: Campagne informative e culturali che rendano visibile il problema e scardinino il silenzio che spesso circonda le vittime
Promozione della parità di genere: Educare al rispetto reciproco e combattere gli stereotipi di genere attraverso programmi educativi nelle scuole e campagne sui media.
Supporto alle vittime: Offrire assistenza psicologica, legale ed economica per aiutare le donne a uscire dal ciclo di violenza.
Formazione degli operatori: Preparare i professionisti che lavorano con le vittime a riconoscere i segnali di violenza e fornire supporto immediato.
Rafforzamento delle leggi: Garantire l'applicazione rigorosa delle normative contro la violenza di genere e introdurre misure di protezione più efficaci.
Queste strategie richiedono un impegno collettivo e sistematico per essere realmente efficaci. E quyindi si ricorre solo al carattere repressivo cioè al 5 punto e al 1 punto il 25 novembre per pulirsi la coscienza , mentre gli altri che dovrebbero essere praticati giorno per giorno vengono laasciati all'improvvisazione e alla libera iniziativa privata
9.12.23
ora basta parlare ancora di Filippo turretta e giulia chettin ed facciamo silenzio ed lasciamoli in pace
LEGGI ANCHE
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/12/quando-finiranno-i-femminicidi-e-non.html
N.B
non sto mettendo nessun divieto e nessuna censura . Ma dopo il necessario, sacrosanto, rumore, i genitori di Giulia ( e delle altre vittime ) meritino adesso di essere lasciati in pace in attesa dell’unica verità che speriamo di poter raccontare senza imbarazzi e ad alta voce: quella processuale.Il resto è voyeurismo gratuito e oscena morbosità ed un pescare nel torbido
Infatti concordo con
12.2.23
si può perdonare un familiare che uccide un altro familiare ? il caso di Laura di Dio che ha ucciso la suocera ma il marito l'ha perdonata
Il delitto è avvenuto in provincia di Enna. Laura Di Dio ha accoltellato a morte la mamma del marito al culmine dell’ennesima lite e poi ha confessato: «La odiavo». L’uomo: «Amo mia moglie. Sta male» “Io amo mia moglie. Lei sta male. Si alzava di notte, dormiva pochissimo e mangiava solo quando ne aveva
voglia. Avevamo consultato un medico, ma lei non prendeva le medicine. Nei giorni scorsi avevo proprio pensato di rivolgermi a uno specialista. Ho fatto di tutto per lei”. Con queste parole Francesco Arnone ha tentato di spiegare che cosa avrebbe spinto la propria moglie Laura Di Dio, 32 anni, a uccidere a colpi di forbice, forchetta e coltello sua madre, cioè la suocera, Margherita Margani, di 62.
Un dramma famigliare, avvenuto a Pietraperzia (Enna), che a quanto pare era annunciato. Il marito dell’assassina ha aggiunto che da mesi non lasciava più i suoi figli con la moglie per paura che potesse fare loro del male. Secondo l’uomo i sintomi depressivi erano iniziati un anno e mezzo fa e avevano incrinato ancor di più i già pessimi rapporti tra moglie e suocera, che tuttavia badava ai due bimbi della coppia. Margherita Margani, accusava la nuora di aver diviso i suoi due figli. Tutto era nato nel 2018. Per proteggere Laura Il delitto è avvenuto in provincia di Enna. Laura Di Dio ha accoltellato a morte la mamma del marito al culmine dell’ennesima lite e poi ha confessato: «La odiavo». L’uomo: «Amo mia moglie. Sta male» Di Dio dal marito che la stava malmenando, nonostante fosse incinta, Christian Arnone, 20 anni, aveva sparato al fratello Francesco. In realtà, il colpo era andato a vuoto, ma il giovane era stato arrestato per tentato omicidio. Secondo Francesco Arnone, però, questo vecchio episodio non avrebbe nulla a che fare con quanto accaduto a sua madre, il cui omicidio sarebbe stato causato da un grave disagio psicologico della moglie. È stato proprio l’uomo a trovare il cadavere della madre Margherita. Secondo una prima ricostruzione, la vittima aveva appuntamento in casa con l’estetista, la quale però non riusciva a farsi aprire la porta. Così la donna ha avvisato Francesco Arnone. L’uomo è corso a casa della madre per capire che cosa stesse accadendo e ha aperto la porta, trovandosi davanti una scena agghiacciante. La moglie era seduta a cavalcioni sulla suocera morta, in una pozza di sangue, e fumava una sigaretta. L’assassina avrebbe spiegato di aver raggiunto la suocera per bere un caffè, poi tra le due donne sarebbe scoppiata una lite violenta, l’ennesima, finita nel sangue. Al magistrato avrebbe detto: «La odiavo, per questo l’ho ammazzata. Ma mi sono solo difesa. Lei mi ha colpita per prima». Avrebbe anche un taglio, in realtà superficiale. Ora si trova in carcere. Il marito, però, l’ha già perdonata, convinto che la donna sia molto malata.
24.11.21
Filippo Addamo e l’omicidio di Rosa Montalto: la storia del giovane che ha ucciso la madre perché era geloso che lei dopo avergli abbandonati s'era rifatta ua vita
rimettendo in ordine messanger ho trovato questo vecchio articolo adatto per la giornata del 25 novembre
di CRISTIANO BOLLA
CRONACA NERA
04 NOVEMBRE 2021, 20:37 / AGG: 04 NOVEMBRE 2021, 23:02

Filippo Addamo non è un nome nuovo alle cronache: nel marzo del 2000 ha ucciso la madre Rosa Montalto, omicidio per cui ha scontato 17 anni di carcere. Da due anni è libero e questa sera, giovedì 04 novembre 2021, Franca Leosini racconterà la sua storia nel corso del suo nuovo programma, Che fine ha fatto Baby Jane?.
Bisogna tornare indietro al marzo del 2000 per trovare l’inizio della storia di Filippo Addamo e il matricidio che sconvolse Catania.
La vittima si chiamava Rosa Montalto: addetta alle pulizie per una cooperativa, era diventata madre in giovanissima età e nonna a 35 anni. Poi, la svolta: decise di lasciare il marito e i figli per andare a vivere con un amico del figlio Filippo, il 24enne Benedetto. Una storia molto breve, finita la quale però non tornò dalla famiglia ma decise di trasferirsi da sola in una casa poco distante assieme a tre figli, tutti tranne Filippo Addamo.
Proprio il 20enne non sopportava l’idea che la madre si stesse rifacendo una vita, tanto da sospettare che si prostituisse.
Per questo, il 27 marzo 2000 l’ha aspettata sotto casa e dopo una furiosa lite Filippo ha sparato alla madre Rosa Montalto. Un colpo alla testa con una pistola, tanto è bastato per uccidere la donna.
L’omicidio di Rosa Montalto e la condanna di Filippo Addamo
La cronaca dell’epoca prosegue con l’arresto, pochissimo tempo dopo, del figlio. Filippo Addamo confessò l’omicidio della madre ammettendo: “Sono stato io, ero geloso“. A fare particolare clamore, all’epoca, il fatto che il marito non andò al funerale e la figlia si rifiutò di andare a trovare la madre al cimitero. Per lei, nessuna fiaccolata: la sua decisione di lasciare la famiglia l’aveva fatta etichettare, una doppia vittima descritta come “civetta, leggera ed irresponsabile” durante il processo che ha portato alla condanna del figlio.
17 anni di carcere per omicidio volontario confermati in Cassazione, ma sono già passati: Filippo Addamo è libero dal 2019 e ha iniziato a rifarsi una vita, una famiglia sua.
Franca Leosini torna a raccontare la sua storia dopo averlo già intervistato in carcere nel 2004, per Storie Maledette. Stasera per Che fine ha fatto Baby Jane? si interroga se sono bastati 17 anni di carcere per fare ammenda: “Oggi si è rifatto una vita, si è costruito una famiglia, ha un bambino piccolo, ma non ha superato la colpa, non è libero nell’anima: ci sono conti che non si chiudono” riporta la presentazione della puntata.
29.8.21
gli avvoltoi complottisti usano un presunto ( ma non tanto ) femminicidio per giustificare il loro no ai vacini . il caso della la farmacista 37enne trovata morta in casa nel pomeriggio del 25 agosto dal compagno a Castelfranco .
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| da https://www.facebook.com/groups/analfabetismofunzionale |
4.2.21
Aosta, Annamaria Franzoni torna in tribunale 18 anni dopo il delitto di Cogne: "Turismo macabro nella nostra villa"
Annamaria Franzoni all'uscita dal tribunale con il suo avvocato (ansa)
Annamaria Franzoni
(ansa)11.3.16
perchè non parlo qui o su fb del delitto Delitto Varani,
a tutti quelli\e che mi chiedono :_<< nulla sull'omicidio di Roma ? >> oltre a non essere tanto per i casi di cronaca nera , anche s e a volte ne ho parlato o lasciassero che ne scrivesse . E poi ne hanno già parlato e se ne continua a parlare nei media e la rete .Infatti
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| Luca Varani |
“In riferimento all'omicidio di Luca Varani, si è riscontrato nelle cronache giornalistiche di questi giorni un eccesso di particolari riguardanti la vita sessuale e familiare dei soggetti coinvolti (compreso il rapporto di filiazione della vittima), che colpisce nei propri sentimenti e affetti le rispettive famiglie.Il Garante per la protezione dei dati personali rivolge un appello a tutti i media affinché, nell'esercizio del legittimo diritto di cronaca riguardo ad un fatto di sicuro interesse pubblico, mantengano sobrietà, responsabilità e sensibilità ed evitino accanimenti informativi sul caso, astenendosi dal riportare dettagli eccessivi e limitandosi a profili di stretta essenzialità”
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| La vittima, Luca Varani, e Marco Prato, uno dei due killer |
Ma sopratutto rispondo a

Esteban Laquidara Omissione mediatica per nascondere un omicidio di una coppia omosessuale?
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Giuseppe Scano per niente perchè non c'è niente d'aggiungere alla crudeltà di tali individui . non m'importa se siano omo o etero . sempre bestie sono
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Non so più che altro dire e mi fermo qui lasciandovi a questa canzone della mia infanzia ( anche se sono del 1976 ) : Vengo anch'io. No, tu no (1967) di F. Fiorentini - D. Fo - E. Jannacci
20.9.14
L'omicidio di Yara diventa una fiction La miniserie si intitolerà "Ignoto 1" nuovo episodio i cannibalismo artistico \ mediatico ?
Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...
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