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30.7.24

DIARIO DI BORDO N 68 Il caso di giulia cecchetin e l'informazione morbosa ., Ragazza di 22 anni si butta dal tetto, poliziotta la afferra per un braccio e la salva: poi l'abbraccio commovente

 le olimpiadi  non mi hanno   , almeno per  ora  ,   distratto     dal  trovasre  e  riportare  storie    e  di  fare la  rubrica  diario di bordo .  

Oltre alla consueta storia trovata in rete c'è un mia piccola riflessione   autocritica   e  critica   sui media   che   non  capiscono o fanno finta  che anche questa è violenza  sul caso del dialogo del padre ( Nicola ) con il figlio ( Filippo Turretta ) .


Inizialmente,  a  caldo  pensavo che chi ha disposto quell’intercettazione e diffuso il contenuto si dovrebbe vergognare. Pensavo fosse l’ennesima situazione di genitori incoscienti che giustificano i figli. Ma  sorattutto    che   la  rovina dei giovani di oggi sono i genitori incoscienti, senza coscienza e senso di responsabilità.

E  che  veramente deve prendere bene bene piede la condanna estesa anche a loro, perché gli atti feroci dei figli sono il risultato (dimostrato) di ineducazione e mancanza totale di valori e principi. Vanno rieducati i genitori insieme ai figli! Poi a mente freddda mi accorgo invece che : che si dovrebbe vergognare più chi ha consentito che una intercettazione che dovrebbe rimanere per la delicateza del caso e per eventualie fraintendomento poteva ed ha creato, segretata . Infatti dal portale msn.it ( non ricordo la fonte dell'articolo)

«Sono io che non… magari non ce la faccio a riferirgli tutto… io non ho detto tutto…». È il 3 dicembre e Filippo Turetta riceve per la prima volta i genitori nel carcere di Montorio Veronese dopo il suo arresto del 18 novembre in Germania per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il 22enne di Torreglia sta parlando del suo avvocato, Giovanni Caruso, e ammette – o così pare dalle sue parole, intercettate dagli inquirenti – di aver nascosto delle cose al legale e, di conseguenza, al pm Andrea Petroni, che un paio di giorni prima l’aveva interrogato per nove ore. In un altro passaggio – quando il padre gli dice «non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti» – lui, secondo quanto riportato dai carabinieri, scuote la testa e dice «non è così».
Sono questi i motivi per cui quel verbale è stato messo agli atti del processo a Turetta, accusato di omicidio volontario pluriaggravato (dal rapporto affettivo, dalla crudeltà, dalla premeditazione e dallo stalking), sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere. Non certo per «voyerismo giudiziario», anche se poi a colpire sono state altre frasi del padre. Per il pm Petroni e per gli inquirenti è infatti rilevante che poche settimane dopo il delitto, avvenuto la notte dell’11 novembre – prima con l’aggressione in un parcheggio a Vigonovo, a poche decine di metri da casa della giovane 22enne, poi con decine di coltellate nella zona industriale di Fossò – da un lato ammettesse di aver omesso degli elementi nel corso dell’interrogatorio, dall’altro sembrasse non dare seguito alla suggestione del padre su una possibile incapacità di intendere e di volere. La difesa, per ora, in realtà non ha fatto alcuna istanza sul punto, ma l’esame potrebbe essere disposto anche dalla stessa Corte d’assise, di fronte alla quale il processo inizierà il 23 settembre.


Ma quelli che non hanno messo su tale documento il segreto processuale \ investigativo , permettendo che essa fosse pubblica e quindi potesse essere divulgata alla stampa senza metodi clandestini o corruttivi . Cosi pure dovrebbe vergognarsi chi per qualche copia pubblica tutto senza selezionare e distinguere cosa è utile o cosa no , cosa aggiunge o è in più alla notiizia in sè . Ma soprattutto mi sono reso conto che è la solita squallida storia di spettacolarizzazione del dolore altrui per creare scalpore e fomentare gli animi, sulla pelle delle persone che già soffrono terribilmente. Chi ha pubblicato quella roba dovrebbe andare a nascondere , sotterrarsi e sparire dalla faccia della terra fare unesame di coscienza , pensare di trovarsi al posto dei familiari dei personaggi coinvolti . Io da ex curioso è morborso , non lo so quale livello infimo sta raggiungendo la natura umana. Seppur ovviamente condannando il delitto feroce, ma che necessità c’era di infierire così? Sia sui genitori di questo ragazzo che, contrariamente a quanto pensato per un attimo, non possano essere considerati totalmente responsabili dei gesti del figlio, sia anche sui familiari di Giulia …

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ILNATTINO
Ragazza di 22 anni si butta dal tetto, poliziotta la afferra per un braccio e la salva: poi l'abbraccio commovente 

 

Aveva deciso di farla finita in un momento di disperazione, così una ragazza di 22 anni era salita sul tetto del supermercato Esselunga di Camerlata con l'intento di buttarsi. Allertati  da alcuni passanti, che avevano sentito la ragazza urlare «mi butto giù, mi ammazzo non ce la faccio più», tre agenti della polizia di Como sono immediatamente intervenuti per evitare il peggio. Arrivati sul posto, si sono divisi i compiti: una poliziotta posizionata in basso ad attirare l'attenzione della giovane, gli altri due sul tetto per fermarla. Uno degli agenti, una poliziotta di 23 anni attualmente in prova alla Questura di Como, con grande spirito di iniziativa e spiccato tatto, si è avvicinata alla 22enne che dopo alcuni istanti di incertezza si è lasciata cadere nel vuoto di schiena. I due agenti a questo punto con prontezza hanno placcato la donna che era già con tutto il corpo a penzoloni, portandola di peso sulla balconata al sicuro. Una volta assicuratasi che la ragazza fosse in salvo, l’agente di Polizia le è rimasta vicino abbracciandola e tranquillizzandola fino all’arrivo di un’unità medica del 118, che l’ha trasportata all’ospedale S. Anna di San Fermo della Battaglia per le cure del caso.


22.6.24

a che punto è la morbosità sui femminicidi . basta parlare di filippo turretta e giulia cecchetin . lasciamo in pace la famiglia

 stamattina mentre facevo il mio turno nella bottega cittadina ( associazione nord sud del commercio equo e solidale, tra un  cliente e l'altro  , leggo che ancora  , non si sa come allungare il brodo , si continua  senza aggiungere niente di nuovo  a parlare della vicenda  di Giulia Cecchetin  e del suo carnefice e  assasino Filippo Turretta . si tratta della trasmissione  televisiva Quarto  grado  e   dell' agenzia di stampa Agi  ed  a seguire    tutti  gli altri   media  regionali  e  nazionali   . 

Essi stanno   ad  un anno  di  distanza   continuando   , senza  aggiungere niente     di  nuovo    a  parlare  del femminicidio di  Giulia   Cecchetin e dei  particolari  su  come  esso  sia  stato compiuto  .  Pur  d'avere  il  primo  un  ulteriore  numero    di  lettori  , il secondo  un aumento degli spettatori  sono arrivati  a riportare  le foto della fuga di Turetta e il verbale dell'interrogatorio .  Capisco    se  l'avessero  fattto quando  la  vicenda   era  appena  all'inizio   ,   ma   ......  adesso    che  è passato   quasi  un anno ,    riportare  tali  cose  mi sembra   inutile  e mi  sa  tanto  di  morbosità ed  sciacallaggio  mediatico  ,  in  quanto    non  aggiunge niente  di  nuovo   a   quanto  già  si   sà  del  fatto  .   Quindi  Basta  lasciamo in pace  la  famiglia  . Ormai  lo sanno   anche  🙉🐵🙈 cioè  gli  indifferenti  ( e  i  puli  cosicienza   )  a  tali tematiche  che  il  gesto  di  Filippo  Turetta  era  premeditato  , almeno  da quel  che  è   emerso fin ora  . Quindi facciamo  un po'  di silenzio  almeno  fino  al processo   in cui  ,  anche  se   ne  dubito  ,  usciranno delle  novità   . Evitiamo  di parlane  . Con questo    non vuol  dire  , e lo  dice  uno che  è :1)   cotro ogni forma d censura  ., 2)  per la libertà  a 360°  d'informazione  3)  per  l'articolo   21  della costituzione  

5.4.24

DIARIO DI BORDO N 42 ANNO II . finalmente saman abbas può riposare in pace ., vergogna del pd su ILaria Salis ., Il medico legale: “Giulia Tramontano, non si è difesa”. Pubblico escluso dall'aula: "Immagini troppo dure" ., Germania, la Baviera vieta l’uso degli asterichi e dellomschiwa nelle scuole

 






oltre #destraparlamentare ed #extraparlamentare , adesso anche il #PD [ #PDmenoL ] , usa ideologicamente il caso #IlariaSalis .

prima la butta nell'androne politico parlamentare dicendo di volerla candidare( scelta condivisibile se fatta seriamete ) e poi non la mette in lista e la candida . #vergogna . giu le mani da Ilaria salis .






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  da  ILGIORNALE   OLINE   tramite  https://www.msn.com/it-it/ 


Il medico legale: “Giulia non si è difesa”. Pubblico escluso dall'aula: "Immagini troppo dure"

©  da Il Giornale

“Non è emerso alcun taglio di tipo autolesivo. Non si è difesa”. Sono le valutazioni di Andrea Gentilomo, il medico legale incaricato di effettuare l’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa incinta al settimo mese a Senago, nell’hinterland di Milano. Il medico ha spiegato che la morte è da ricondurre a un “processo emorragico derivante da lesioni vascolari, in particolare arterie e la vena succlavia”. Quando in aula sono state mostrate le immagini del corpo, tutti i cronisti e il pubblico presente nell'aula della corte d'Assise (in particolare scolaresche) sono state fatte uscire. [..segue qui msn.com/it-it/notizie/italia/sn.com/it-it/ per  coloro che hano stomac forti e gusto del macabro ] . 
vi  rispiarmo quella   non è  cronaca  ma  morbosità . No importa  come  lo ha  fato ,  ma  che lo abbia  fatto  ,  soprattutto   in maniera  cosi bastarda   ed  atroce  



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Germania, la Baviera vieta l’uso di un linguaggio inclusivo nelle scuole

Banditi da tutte le istituzioni pubbliche asterischi o puntini all'interno di un sostantivo, documenti ufficiali, corrispondenza o lezioni scolastiche.


Florian Herrmann, consigliere del premier conservatore bavarese Markus Soeder, ha affermato che la promozione di un linguaggio sensibile al genere sarebbe guidata dall’ideologia. A suo dire tutto questo rischierebbe inoltre di avere un effetto di esclusione nei confronti di coloro che non lo adottano. “Per noi il messaggio è: il linguaggio deve essere chiaro e comprensibile”. “Ma si tratta anche di mantenere aperto lo spazio di discussione in una società liberale”.  Infatti  ,  pur  essendo  per  una  lingua inclusiva   e per  la libertà linguistica   sono  almeno    nei  canali  ufficiali  (  scuola  , istituzioni , ecc )   non gioisco   e cerco di non farne  una battaglia  ideologica   come  i nostri reazionari      affermando che  << [...]   Hanno rotto le balle: che goduria la Baviera che mette al bando la schwa. [...]  >> da https://www.nicolaporro.it  .  Ora   va bene   una  riforma    \  svechiamento  del linguaggio  ed  adeguamento ai  cambiamenti della  società   ma    :



“ L e professoresse sono convocate in assemblea plenaria per le ore 09.30 di domani. Firmato: la rettrice professor Mario Rossi”. E i professori? Convocati anche loro. Dove? «Nella sala delle professoresse». Per l’occasione «le studentesse avranno un giorno di vacanza». E gli studenti? «Anche loro». Non abbiamo alzato il gomito prima di metterci a scrivere. È l’effetto woke. I pensatori “inclusivisti”, che scrivono con asterischi e schwa, sostengono con grande fracasso mediatico che di molte parole finora è stato fatto un uso irrispettoso e sbagliato. Sono invecchiate male. Vanno adeguate ai tempi moderni, che sono fluidi e vendicativi. Per secoli c’è stato un abuso del maschile “sovraesteso”, ossia comprensivo dei due generi e dei due sessi. D’ora in poi sarà sovraesteso il femminile. Lo ha deciso, ponendosi come avamposto dell’esercito woke in Italia, il senato accademico dell’Università di Trento. Che ha promulgato un documento di cinquanta pagine, di cui il rettore Flavio Deflorian, che ormai dovremo chiamare rettrice, fa questa sintesi: «i termini femminili si riferiscono a tutte le persone». La castrazione delle parole procede. A impugnare i bisturi sono soprattutto gli uomini. Che ora quella menomazione non se la infliggono più, come recita una vecchia spiritosaggine, per fare un dispetto alle mogli. Bensì per appagarle e vendicarle.   

                                        ( tacitus  unione  sarda   4\IV\2024 ) 


Una  soluzione  accettabile     mi  sembra  coome    è stato proposto in germania “Autoren” (scrittori) è stato trasformato in ordine sparso in: Autor*innen, Autor/innen, Autor:innen, Autor_innen o AutorInnen. Oppure la versione boldriniana con dentro entrambe le forme: "Autorinnen und Autoren". Cioè modificare   e svecchiare  la  lingiua    ai cambiamenti    della  società ,   un altro è detrurparla  con    simboli  astrusi   ed  incomprensibili  o   i difficile lettura      soprattutto  agli  stranieri  .  Infatti  gli esperti   sono  divisi   a  loro  la  parola   : <<  
Asterischi, schwa e chiocciole: i rischi di un italiano improbabile  >> da www. avvenire.it    

9.12.23

ora basta parlare ancora di Filippo turretta e giulia chettin ed facciamo silenzio ed lasciamoli in pace

 LEGGI   ANCHE 
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2023/12/quando-finiranno-i-femminicidi-e-non.html


N.B
non sto mettendo     nessun  divieto     e  nessuna  censura  . Ma dopo il necessario, sacrosanto, rumore, i genitori di Giulia ( e delle altre vittime ) meritino adesso di essere lasciati in pace in attesa dell’unica verità che speriamo di poter raccontare senza imbarazzi e ad alta voce: quella processuale.Il resto è voyeurismo gratuito e oscena morbosità ed un pescare nel torbido




Infatti concordo con

Magari sono io, per carità, ma proprio non riesco a cogliere l’utilità giornalistica, informativa e l’opportunità di pubblicare in prima serata - e a social unificati - l’audio di Filippo Turetta mentre esprime giudizi personali e processualmente irrilevanti sulla donna che ha massacrato e accoltellato a morte.Quale altro senso può avere un audio del genere se non quella di stuzzicare l’immonda morbosità di qualcuno che vuole sentire che voce ha un assassino e un femminicida, cercare tracce di quello che farà, frammenti del mostro? Per di più su un passaggio che non dimostra nulla di nulla e che, diciamoci la verità, avrebbe potuto pronunciare chiunque.Sono ben altri i (tantissimi) indizi che dimostrano la maniacale possessività di quell’uomo, senza bisogno di aggiungerne (o, peggio, inventarne) di nuovi.Per quanto mi sforzi, continuo a credere che Gino Cecchettin, la sorella Elena e tutta la famiglia, dopo il necessario, sacrosanto, rumore, meritino adesso di essere lasciati in pace in attesa dell’unica verità che speriamo di poter raccontare senza imbarazzi e ad alta voce: quella processuale.Il resto è voyeurismo gratuito e oscena morbosità.



11.11.23

La ragazza stuprata ospite su Raitre, De Girolamo replica alle quasi 300 femministe che le hanno scritto una lettera aperta: “Altre donne che odiano le donne



Premetto che   non mi    piace    la di Girolamo    e  che non   avevo mai seguito se non questa puntata attratto al limite della curiosità morbosa di vedere in faccia la vittima la  sua  trasmissione    Ma mi  trovano d'accordola  risposta  successiva    dela stessa  di Girolamo   alla lettera firmata da 298 persone, tra le quali la scrittrice Stefania Auci, sul caso della ragazza vittima di stupro ospitata dal talk di Raitre “Avanti Popolo”,  avvenuta   attraverso un post su Instagram .Ed  il  richiamo    alla  stessa  della commissione Pari opportunità della Rai.
L’ex parlamentare non ci sta: “Siamo tutte dalla stessa parte”  . Infatti la parlamentare di Forza Italia ha inaugurato il post con una premessa: <<Ho incontrato Asia qualche giorno prima della nostra intervista.
Ore ed ore a cuore aperto, tra emozioni e dolore, sorrisi e paure. È così che mi ha raccontato la sua difficile vita. Gli abusi, le mancanze, le sfortune, le violenze, la fragilità, ma anche la forza di non arrendersi. Molte cose sono rimaste in quella stanza. Ed anche se lei me lo avesse chiesto, non le avrei mai rese pubbliche”.La conduttrice continua spiegando: “Quando io ed Asia abbiamo definito i limiti della nostra chiacchierata, abbiamo condiviso tutto ciò che avremmo detto. Tutto. Anche i messaggi che, privatamente, aveva ricevuto sui suoi canali social e che abbiamo deciso di leggere. Era il suo modo coraggioso per sfidare il dolore ed il pregiudizio. Per dire basta”.>>(  da La ragazza stuprata ospite su Raitre, De Girolamo replica alle quasi 300 femministe che le hanno scritto una lettera aperta: “Altre donne che odiano le donne” – DC NEWS ) 
Ha  ragione  d'essere   stupita da questo Maschilismo latente che induce alcune donne a dire ad una vittima di non parlare, di non metterci la faccia e addirittura di nascondersi come se Asia si dovesse vergognare. Lei, che è la vittima! Come si può giudicare la volontà di liberarsi, anche pubblicamente, di un peso enorme? Quando Asia ha fatto le sue dirette sui social minacciando di farsi del male, nessuno si è preoccupato o si è adoperato per costruire gruppi di intellettuali a difesa e sostegno di questa ragazza? Siamo al solito pregiudizio di donne che odiano le donne? Che parlano dal comodo salotto di casa  e  non solo  senza sapere assolutamente nulla di Lei  e senza aver messo piede mai nemmeno nella sua Palermo   o   riesce  a  immaginare   i commenti della maggior   parte   della  gente  ,  comsa  evidenziata  dal dibattito     fra  il  pubblico   della  trasmissione       ogni  volta  che  la  gente  parla   di  tali argomenti  . Ed è questo il modo di difendere le donne, facendo dilagare altra cultura di odio e violenza ? Mi dispiace constatare che   come   dice     la  stessa   giornalista  << state spostando il bersaglio dimenticando che il vero nemico da abbattere è lo stupratore, la cultura ancora maschilista di questo paese. Contro questo, le donne, noi donne, dovremmo essere unite sempre  >>Om ammettiamo che abbiano ragione ma ci , come ho già detto in precedenza


Giuseppe Scano
3 g ·
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allora se a Lorenzo Tosa ed company cioè quelle persone che hanno scritto alla rai lamentandosi per come hanno tratto in rai il caso di palermo mi chiedo e gli chiedo come bisognerebbe parlarne ?

co questo  è  tutto  aspetto le  vostre  risposte 

6.6.23

quando si continua a parlare di femminicidio e ci sono tutti gli elementi perché se ne occupi esclusivamente la magistratura non è informazione: è voyeurismo sconcio

 

Ho deciso di di smettere   di parlare dell'ultimo femminicidio non per autocensura o  per snob . Ma  Perché   , non mi sto appiattendo a loro ,  come suggeriscono i miei genitori   (generazione II guerra mondiale  cioè  anni  40   )   più se ne parla e più s'alimentano le morbosità ed l'emulazione ed (  vedere post precedente   ) l'ipocrisia ed indifferenza assuefazione della maggior parte della gente .
infatti concord  con il mio  contatto Facebook  

Continuare a scavare in un caso di cronaca dove ci sono tutti gli elementi perché se ne occupi esclusivamente la magistratura non è informazione: è voyeurismo sconcio ed è una parte consistente del problema della violenza di genere che viene ridotta ad un fenomeno da cabaret sul quale far esprimere tutti: anche il solito circo mediatico di conduttrici e conduttori afflitti
dalla loro vanagloria.
Ci sarebbe da chiedersi perché in un programma di intrattenimento del primo pomeriggio della domenica, nel contenitore "per la famiglia" bisogna mischiare gossip, balletti e canzonette con un gravissimo e doloroso fatto di cronaca se non per eccitare le morbosità, alimentare le reazioni violente che poi leggiamo nei social e alzare due punti di share.
Servizio pubblico, come no, la Venier invece di chiudere i commenti su Instagram dovrebbe andare a nascondersi, possibilmente in silenzio.

Ma soprattutto come ho anche ripotato nel titolo

CHE BELLI TUTTI QUEI VERBALI, SE NON C’ENTRA NESSUN POTENTE

Dove sono i garantisti, tra commentatori e politici, che invocavano ispettori e sanzioni quando le fughe di notizie (presunte) riguardano i politici, come è accaduto – solo per citare uno dei casi più recenti – per i giornali che hanno riportato i nomi degli indagati nell’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid della Procura di Bergamo? Dove si sono rintanati i sacerdoti della tutela della privacy, che fine hanno fatto i loro anatemi contro la pubblicazione di verbali e intercettazioni? Saremmo curiosi di capire le ragioni del loro silenzio di fronte allo stillicidio dell’ostensione di ogni particolare della vita e della morte della povera Giulia Tramontano, il cui massacro e le cui vicende intime, e quelle del suo assassino Alessandro Impagnatiello, sono sviscerate in ogni dettaglio tramite le carte giudiziarie.

Come sapranno i nostri più affezionati lettori,

DOVE SONO GLI ALFIERI DI PRIVACY E GARANTISMO

sostiene che le notizie vadano pubblicate sempre e comunque, appena se ne viene a conoscenza, e specie se di rilevanza pubblica, come quando riguardano i rappresentanti delle istituzioni. Chi scrive nell’estate del 2015 fu perquisito due volte dalla Procura di Napoli come conseguenza della pubblicazione di un’intercettazione dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Era contenuta in un’informativa di un’inchiesta di quella stessa procura, consegnata agli avvocati dai magistrati medesimi. Quindi nessun un atto non ostensibile. Eppure in quel caso fu avviata, con enorme dispendio di mezzi e di uomini dell’antimafia (addirittura?), una controinchiesta che aveva un unico scopo: scoprire come quelle carte fossero finite nelle mani di un giornalista, tentando pure di individuarne le fonti. Forse perché in quel caso l’intercettazione riguardava l’uomo più potente d’italia e non un privato cittadino, pur se accusato di omicidio? L’articolo sull’intercettazione dell’allora premier suscitò grande indignazione, secondo quello strano principio per cui i diritti e le garanzie di un politico valgono più di quelli di un assassino.

5.5.22

ma è possibile che ogni volta che succede un femminicidio sui media debba esserci un elogio biografico del carnefice e non della vittima \ vittime ?

 

Di cosa  stiamo  parlando

https://www.facebook.com/thePeriodoff/

A Monza Alessandro Maja, l’uomo di 57 anni è accusato di aver ucciso a martellate la notte di martedì e  mercoledì la figlia di 16 anni Giulia e la moglie di 56 anni Stefania Pivetta. .....   qui le  ultime  news  e  in  questo nostro articolo    il  resto  della  vicenda  ed  al lato uno dei  punti della  guida del  giornale  facebook  the  period  .per  raccontare  i femminicidi  che purtroppo pochissimi  sia  sui media  che sui  social  rispettano quando  parlano  di tali argomenti 



Cari Editori   e cari Giornalisti  


 Sappiate   che è inutile  che  fate  degli articoli  speciali  ogni   25   novembre  o   delle pagine   speciali   sul femminicidio  sul sito delle vostre testate online  se poi con i  vostri  articoli    suscitate  simili   e  condivisibili reazioni  come     queste  tra le  più significative 

Che cazzo ci frega di sapere chi era questo assassino che ha deciso di sterminare tutta la famiglia tranne se stesso?
Ha ucciso a martellate la figlia, l'altro figlio sta lottando per sopravvivere, e la moglie.
E questo giornale immondezza, immondo mi vuole far sapere chi era l'omicida.
Anzi, cerca pure di elevarlo.
Dimenticando completamente le vittime.
Io invece avrei voluto sapere chi era la moglie, cosa faceva.
Quali erano i sogni dei figli, che lui ha distrutto.
A me questo giornalismo fa vomitare.
Fa schifo, se non c'è un etica del giornalismo questo Paese è davvero nella merda.
Sono nera

Comunque anche oggi un femminicidio è stato raccontato dalla parte dell’assassino, mettendone in luce le qualità professionali, come se avesse senso (a meno che l’intento non fosse quello di attutire la gravità di aver ucciso moglie e figlia a martellate) e invitando il lettore a scoprire chi fosse questa persona (come se si trattasse del personaggio simpatico di una bella favoletta, il che giustificherebbe anche la scelta di una bizzarra foto che lo ritrae sorridente e con un pappagallo sulla spalla).
E continuando ad alimentare l’insostenibile tesi per cui un fenomeno sistematico (culturale, sociale, politico) nascerebbe da un’infinita serie di casi isolati, imprevedibili e incomprensibili.
Ormai mi sembrano incomprensibili solo per i giornalisti che li affrontano così. E, purtroppo, anche per chi li legge pensando di potersi fidare.
Il nome delle due donne uccise è Stefania Pivetta e Giulia Maja.
In questo titolo, fra l’altro, notiamo anche nome e cognome nonché qualifica professionale dell’uomo, mentre le due donne assassinate sono nominate solo in relazione (in funzione) a lui quindi come moglie e figlia. Qui c’è veramente tutto di una lettura del mondo e delle cose che non riesce a scollarsi da un punto di vista solo.

Mentre   finivo di fare  cute paste  ....  ehm ....  copia   e incolla    ho  trovato  , miracolo  uno  dei rarissimi casi  in pratica uno  su mille , un articolo  ( sogno oppure   perchè  il sito   è  di una  rivista  femminile ? )   come si  deve    ed  onesti cioè senza  elevazione  biografiche    del carnefice    sul  fenomeno anzi   piaga   dei  femminicidi  





Il femminicidio in Italia: se mi lasci, ti uccido
Non chiamiamoli più padri, mariti, o figli, quelli che compiono queste stragi, ma chiamiamoli con il loro nome: mostri assassini

5 Maggio 2022

GIORNALISTA TELEVISIVA LINKEDIN FACEBOOK SITO PERSONALE



L’ultimo femminicidio in ordine di tempo è avvenuto il 5 maggio 2022, compiuto da Alessandro Maja di 57 anni. In realtà quello che è avvenuto tra le mura domestiche è una vera e propria strage familiare, probabilmente pianificata, perché a quanto pare, la coppia sarebbe stata in crisi da tempo .L’uomo ha disposto sul tavolo da cucina le armi con cui aveva deciso di sterminare la sua famiglia: un cacciavite, un martello, un trapano e un coltello. Quattro arnesi, quattro proprio come loro, la moglie Stefania Pivetta, la figlia Giulia di 16 anni, il figlio Nicolò di 23, e infine lui, l’autore della carneficina. I vicini di casa sono stati svegliati dalle urla ed hanno sentito pronunciare la frase: “Li ho uccisi tutti, bastardi”, urlata proprio dal Maja, che in pieno delirio di onnipotenza si vantava di “esserci riuscito”, ricoperto dal sangue dei suoi congiunti, e, solo in poca parte del suo, perché, a quanto sembra, alla fine della mattanza, avrebbe provato a suicidarsi, ferendosi solamente, che per un uomo che pianifica la morte della sua intera famiglia, sembra difficile da credere. Perché un uomo che lucidamente pianifica e porta a termine due omicidi ed un tentato omicidio nei confronti del sangue del suo sangue, improvvisamente, quando si tratta di togliersi la vita non ci riesce?
Tragedia di Samarate, una delle due vittime 
 Giulia

Un uomo che non aveva nessun precedente per maltrattamenti o abusi, un uomo che nella sua biografia si descriveva come “vulcanico progettista, fulcro e fondatore”, in poche parole un uomo, forse, con la mania del controllo, un narcisista, al quale, evidentemente, era sfuggito il potere sulla sua famiglia, il nucleo perfetto del quale, pare, si vantasse. Un matrimonio di lunga data, due figli, un maschio ed una femmina, una vita costellata di di successi, personali e professionali, con una macchia che poteva, ma solo nella sua testa, cancellare questa lunga scia di note positive: un divorzio. Già, perché sembra che, alla base di questa mattanza criminale, possa esserci la decisione della moglie di rivolgersi ad un avvocato per una consulenza sulla separazione. Viene da chiedersi come sia possibile che basti questo per decidere di sterminare la propria famiglia, ma, purtroppo, di casi come questo, sono piene le pagine dei vari quotidiani. Il fattore scatenante sembra essere sempre lo stesso, un copione già visto, e già scritto. Mi lasci? Ti uccido. E non solo. Se riesco elimino anche la tua progenie, perché in quel momento, non sono più “anche” i suoi figli, sono il proseguo della donna che ha dato loro la vita, se cancello anche loro, non rimarrà più nulla di lei su questa terra.
Si chiamano disturbi della personalità, che badate bene, non significa essere malati di mente, non significa nemmeno non essere capaci di intendere e di volere, ma significa avere una concezione distorta della realtà che ci circonda. Il narcisista per esempio prova un senso di grandiosità e di superiorità, manifesta assenza di empatia, un grande bisogno di ammirazione, e un’intolleranza alle critiche, che sfido chiunque di noi a non aver provato almeno una volta nella vita, ma certamente, non con le conseguenze di cui sopra. Eppure ogni volta all’indomani di una tragedia di queste proporzioni, rimango sempre colpita da quanto spesso i femminicidi e le stragi famigliari abbiamo tratti distintivi comuni, come se fossero legati da un fil rouge sottile e quasi invisibile, fino a qualche attimo prima che tutto accada, il senso del possesso e il rifiuto dell’abbandono. E ogni volta faccio sempre la stessa considerazione sulla frase “tenta il suicido, ma fallisce”. Ma davvero credete che un uomo capace di sterminare nel sonno una moglie che dorme ignara sul divano con un martello, di colpire con lo stesso, o con il cacciavite, sua figlia di 16 anni, ammazzandola come un animale, e suo figlio di 23, abbia difficoltà a togliersi la vita? Diciamo la verità una volta per tutte. Questi uomini non vogliono morire, questi uomini vogliono inscenare il loro pentimento, vogliono dimostrare di essere stati colti da un raptus, e poi, in un momento di lucidità, una volta compreso lo scempio, abbiano cercato di porre fine a quell’orrore pagando con la loro stessa vita, ma caso strano, non ci riescono quasi mai.
Perché un uomo che pianifica la morte dei suoi figli, apparecchiando il tavolo da cucina con le armi da utilizzare, immagino scegliendole con cura, dovrebbe poi fallire nel gesto estremo di togliersi la vita? Perché provare a ferirsi con una lama e poi provare a darsi fuoco, ma solo alle estremità? Perché non prendere dei sonniferi? O perché non spararsi? O perché non impiccarsi? La risposta è molto semplice. Perché non vogliono morire, perché vogliono mostrare al mondo anche il loro sangue, ma non tutto, solo una parte, perché loro vogliono sopravvivere, provando soddisfazione per il piano portato a termine, quello di sterminare i propri congiunti, perché solo uno deve rimanere in vita, lui, l’artefice della strage 
Ma questa volta al signor Maja è andata male, perché il figlio ventitreenne è riuscito a non soccombere sotto i colpi del martello da lui utilizzato per provare a cancellarlo da questa terra, è in terapia intensiva, con ferite molto gravi, ma stabile, mentre lui, “povero” non è riuscito nell’intento di uccidersi, una volta rimasto solo, e senza che nessuno provasse ad impedirlo, ha fallito nell’impresa di suicidarsi. Eh no lui non ha fallito, lui ha scelto di non morire, perché poteva farlo, mentre alla sua famiglia questa opportunità non è stata lasciata. E allora non chiamiamoli più padri, mariti, o figli, ma chiamiamoli con il loro nome, perché sì ne esiste solo uno per quegli uomini che uccidono il sangue del loro sangue, o le loro compagne, ed è quello di mostri assassini. E tu Nicolò fagli il dispetto più grande di tutti, sopravvivi e porta in alto il cognome che adesso potrai cambiare, scegliendo quello di tua madre, così che lei possa sopravvivere per sempre, nonostante la morte. Insieme a te.






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