fra gli editoriali sul caso phica.eu \ net ed affini quelllo più azzeccato è questo preso dall unione sarda del 29\8\2025 di Celestino TabASSO . che conferma la battuta de bambino che chiede : << mamma chi sono i maniaci sessuali >> e la mamma : << l'espresso , panorama >> mi pare di Ellekappa
In quanto poichè tira di più un pelo di figa o due tette , che un bambino che muore . Infatti grosse responsabilità morali vengono das certe trasmissioni tv , dalle pubblicita , dalle copertine dei settimanali ( adesso di meno ) e da certi siti internet acchiappalike , ecc
Gli sfigati sono come gli zombie: uno fa senso, in massa fanno paura. Sulla pagina Phica e su chi ci sbavava sopra stanno già dicendo tecnicamente la loro psichiatri e penalisti; vista dal balconcino di una rubrica, sembra una patria sommersa per maschi terrorizzati dal potere e dal valore femminile. Non a caso a venire dossierate e poi commentate come frisone in fiera erano spesso donne con ruoli prestigiosi. Lo sphigato, che a tu per tu con ciascuna avrebbe balbettato in soggezione, esorcizzava la propria inferiorità riducendole a pezzi di carne, lombate da valutare con competenza cannibale. Il disastro è che ha potuto farlo in coro e più o meno alla luce del sole. E già che resta un pizzico di righe, diciamo due cose pure sull’ipocrisia dei giornali. Primo: il giochino grafico del Ph è bastato perché tutti scrivessero serenamente il nome Phica. Iniziasse con la F, nove testate su dieci lo chiamerebbero vittorianamente “quel sito” (e il decimo ci aprirebbe per tre giorni la prima pagina, appellandosi sornione al diritto di cronaca). Secondo: non bisogna essere Matusalemme (a proposito di patriarchi) per ricordare quando sui quotidiani a ogni inizio di legislatura si faceva un pezzo per designare Miss Montecitorio o Miss Consiglio, dopo pensosa valutazione delle rappresentanti del popolo. Pezzo di colore, lo chiamavamo, o di alleggerimento. Invece era pesante.
Da libertario non riesco rimproverare / cazziare chi dice o commenta :<< Trovo vergognoso che Bossetti, condannato definitivamente dopo TRE gradi di giudizio, possa andare in televisione ed essere intervistato per raccontare la sua verità. Ha compiuto un delitto efferato, posso immaginare il dolore dei genitori della povera Yara Gambirasio.>> .
Infatti da appassionato di : misteri,piste alternative , complorrrismo critico , hard boilet , noir e cronaca nera ho trovato l’intervista a Massimo Bossetti a Belve crime una brutta, bruttissima pagina di servizio pubblico e non solo in quanto non aggiungere niente di nuovo se non ulteriore dolore per i familiari della vittima .
E non certo - come dice qualcuno - perché Francesca Fagnani non sia in grado di fare un’intervista del genere, anzi, ne ho apprezzato la fermezza con cui, se non altro, ha mantenuto fermi i punti che inchiodano Bossetti oltre ogni ragionevole dubbio.
No, a turbarmi e a turbare è l’ennesima spettacolarizzazione di un caso di cronaca nera - tra l’altro dei più atroci e disturbanti della storia recente - per dare spazio, voce e visibilità a un uomo che è stato condannato per tre volte su tre e in via definitiva all’ergastolo per un omicidio brutale, solleticando la pancia - volontariamente o meno - a tutti quelli che ancora oggi, senza alcuna prova o vera argomentazione, mitizzano Bossetti trasformandolo in vittima, martire, gridando a oscuri e inconfessabili complotti. Da quel che apprendo leggendo la ompagina facebook di Lorezo Tosa : << [...] Nell’ora e un quarto in cui Bossetti ha risposto alle domande di Fagnani non è riuscito a fornire un solo argomento chiaro e credibile alla sua difesa, al di là di impacciati - e a tratti rabbiosi - “no”, “non è vero”, “non so come sia stato possibile” o, peggio ancora, insinuando accuse e giudizi personali sul padre di Yara e sul modo in cui ha elaborato il lutto. [...] >>
Infatti L’intervista di ieri a Bossetti è giornalisticamente ininfluente ( perché ripeto nulla aggiunge ai tre gradi di giudizio la stessa rivista giallo settimanale in cronaca nera con un inchiesta di qualche tempo fa lo ha dimostrato ) e moralmente uno schiaffo in faccia, l’ennesimo dopo la faziosa e mal fatta, per non dire di peggio, serie di netflix intitolata Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio docufiction di Gianluca Neri in cui sono stati utilizzati addirittura gli audio delle intercettazioni , alla famiglia di Yara Gambirasio, costretta ad assistere in prima serata alla versione dell’uomo che - secondo tre gradi di giudizio - ha ammazzato e occultato il corpo della loro figlia di 13 anni. Questo lo ripeto non è Servizio pubblico o un giornalismo . Questa è un ulteriore pornografia del dolore come quello che è avvenuto ed continua ( vedere il mio post : << garlasco dignità calpestata con il Caso di Garlasco . E francamente non ne sentivamo il bisogno di un ulteriore pornografia del dolore
i femminicidi di Castel vetrano ma soprattutto di Cese ( bergamo ) riassumiano i fatti per chi non vuole rileggere o non ha fretta il precedente post
– Mary Bonanno, 49 anni, è stata aggredita dal marito nel garage di casa con una chiave inglese e un coltello. Ferita, ha tentato di fuggire verso il portone, ma è crollata poco dopo. L’uomo si è poi tolto la vita lanciandosi dal terzo piano. e di cui l’avvocato Lorenzo Rizzuto, legale e portavoce della famiglia Campagna coinvolta nell’omicidio-suicidio di Castelvetrano (Trapani) dei coniugi Mary Bonanno e Francesco Campagna, invita la stampa «a trattare la vicenda con la massima discrezione, evitando la spettacolarizzazione e la diffusione di particolari non essenziali e non accertati, al fine di tutelare la memoria delle vittime e il diritto delle famiglie a vivere questo momento di immane dolore nel raccoglimento e nella riservatezza» – Uccide la moglie e si spara, i parenti scelgono un unico funerale. Il parroco: «Nonostante il dolore celebriamo l’amore»
Mi sono chiesto ,soprattutto sul secondo , ma è amore come sembra voler dire il parrocco di Cese o alcuni sul caso di CasteVetrano ?
Nel primo caso è chiaro che si tratta di una richiesta , che per alcuni può essere considerata ( come ha fattoi anche il sotto scritto nel post precedente ) strana o oportunistica visto che viene non direttamente dai familiari , ma dall'avvocato di Lui .
Si può parlare di richiesta di rispetto per le vittime . Ma non amore come alludono alcuni giornali che hanno descritto la vicemda . Infatti in casi dove un uomo ha ucciso la moglie e poi si è suicidato, non si può parlare di amore. MaSi tratta di un tragico caso di femminicidio-suicidio, in cui un uomo ha commesso un atto di violenza estrema contro la propria partner, togliendole la vita in modo brutale (con una chiave inglese e un coltello) e poi ponendo fine anche alla sua., l'amore autentico è basato su:
Rispetto reciproco: La capacità di riconoscere e valorizzare la dignità e l'autonomia dell'altro.
Libertà: La possibilità per entrambi i partner di essere se stessi, di prendere decisioni e di perseguire i propri interessi senza coercizione o paura.
Supporto e benessere: Il desiderio di vedere l'altro felice e realizzato, e di contribuire al suo benessere fisico ed emotivo.
Assenza di violenza: L'amore non può coesistere con la violenza, sia essa fisica, psicologica, economica o sessuale.La violenza non è amore
Eventi come quelli di Cene e Castelvetrano sono il risultato di dinamiche relazionali disfunzionali, spesso dominate da possesso, gelosia, controllo e aggressività. Anche se apparentemente "normali" o "senza denunce", queste situazioni possono nascondere una profonda sofferenza e una grave alterazione del concetto di relazione sana.È fondamentale ribadire che l'amore non uccide, non aggredisce e non prevarica. Questi atti di violenza estrema sono la negazione stessa di ciò che l'amore dovrebbe essere.
Definire questo tipo di evento come "amore" è estremamente problematico e, per molti, inappropriato. L'amore, nella sua accezione sana e positiva, si basa su rispetto, fiducia, libertà, supporto reciproco e benessere. Un atto di violenza estrema come l'omicidio, specialmente in un contesto di relazione, è l'antitesi di tutto ciò che l'amore rappresenta.
È vero che nel caso di Cese il parroco ha parlato di "scelta di amore e fede" nel decidere di celebrare un unico funerale. Tuttavia, è fondamentale comprendere che, in questo contesto, la sua interpretazione dell'amore si riferisce probabilmente a un amore incondizionato e misericordioso verso le anime, anche di fronte a un atto così orribile. Non si riferisce, in alcun modo, a un'approvazione o una legittimazione del gesto violento come espressione d'amore. È una scelta dettata dalla volontà di non aggiungere ulteriore sofferenza alle famiglie già distrutte e di accompagnare, secondo i principi della fede, due persone nell'aldilà.
È cruciale distinguere tra:
Amore genuino: Caratterizzato da reciprocità, rispetto e assenza di coercizione o violenza
Amore malato o distorto cioè tossico
Spesso basato su possesso, gelosia ( e qui rimando a quanto detto in : la gelosia è una prova d'amore o anticamera del femminicidio \ amore malato ? secondo me la risposta sta nel mezzo https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2025/06/la-gelosia-e-una-prova-damore-o.html ) controllo e paura, che può sfociare in violenza.Nel caso di Cene, il movente della gelosia e l'atto finale di violenza indicano chiaramente una relazione in cui i concetti di amore e rispetto erano stati gravemente distorti o persi, portando a un epilogo devastante. L'amore non uccide, non controlla e non porta al suicidio in seguito a un omicidio.È importante chiamare le cose con il loro nome: si tratta di una tragedia, un atto di violenza omicida, non una manifestazione d'amore
Come tutti i casi più eclatanti , soprattutto quelli che non vegono risolti subito e su cui vengono fatti degli errori da rimettere indiscussione la vicenda , nel caso do Garlasco si è davanti a una giostra mediatica fatta di insinuazioni e ricostruzioni da romanzo che non risparmia più nessuno neppure la vittima e i suoi familiari .
S'è partiti anzi ripartiti da Andrea Sempio, il nuovo
mostro, poi ci si è inoltrati in una selva oscura dove si mischiano frammenti di cronaca giudiziaria, gocce avvelenate di gossip e misteri dietrologici che spiegherebbero quel che cinque sentenze avevano sulla base d'indagini lacunose , affrettate , mal fatte , perizie ed reperti non analizzati o mal analizzati . Scena inquinata e compromessa da subito già spiegato . La presunzione di innocenza è finita in qualche canale, dalle parti di Garlasco, e sembra sprofondare ogni giorno di più. Infatti La misura sembra essere ormai colma, dopo il ritorno del caso di Garlasco su tutti i media, virale a tamburo battente tutti i giorni, e questo a 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi, e con la pena dell'unico assassino riconosciuto nonostante i fortissimi dubbi della legge, Alberto Stasi, quasi prossima alla conclusione. Ora sono i genitori di Chiara a parlare, tramite i loro legali. Infatti « Siamo disgustati dalle affermazioni fatte in questi giorni dalle varie trasmissioni televisive. Si continua a infangare la memoria di nostra figlia. È veramente disgustoso ».
Rompe il silenzio dopo giorni di illazioni e retroscena Rita Poggi, la madre della giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Ed è furiosa come bon biasimarla per le teorie che proliferano sul conto di sua figlia e ora anche del figlio , in particolare l’illazione – cui ha dato credito in particolare un servizio delle Iene in onda ieri sera – di una relazione parallela tra Chiara Poggi e un altro uomo, oltre al fidanzato “ufficiale” Alberto Stasi. «Nostra figlia era una ragazza pulita, semplice. Non aveva segreti e non aveva amanti. Ho sentito anche quello ieri sera. Non aveva due telefoni. Quello che è grave è che si fanno illazioni su una ragazza che non può difendersi», replica a muso duro la madre della ragazza al Tg3 Lombardia. Una rabbia e un «disgusto» cui già avevano dato voce in mattinata i legali della famiglia.Insinuazioni e sussurri: la «campagna diffamatoria» contro Chiara Poggi «La famiglia Poggi è da settimane vittima di una assillante campagna diffamatoria da parte di organi di informazione e social, che non sta purtroppo risparmiando nemmeno l’amata Chiara», scrivono in un comunicato gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna. «Ieri sera la trasmissione Le Iene ha addirittura adombrato una presunta relazione sentimentale di Chiara con un “uomo adulto”, utilizzando a tal fine le risalenti dichiarazioni di una persona deceduta, già all’epoca ritenute del tutto false», aggiungono. Secondo i due avvocati della famiglia Poggi, «la continua sovrapposizione fra fughe di notizie, vere o presunte, riguardanti l’attività di indagine e le autonome ricostruzioni romanzesche liberamente costruite dai soggetti più vari, ha determinato l’incontrollabile diffusione di ogni genere di insinuazioni in totale dispregio della realtà dei fatti e del rispetto dovuto ad ogni singola persona a qualsiasi titolo coinvolta nelle vicende in questione».Vittime di una "assillante campagna diffamatoria"
una assillante campagna diffamatoria da parte di organi di informazione e social, che non sta purtroppo risparmiando le famiglie poggi e cappa . Ieri sera la trasmissione le Iene ha addirittura adombrato una presunta relazione sentimentale di Chiara con un 'uomo adulto', utilizzando a tal fine le risalenti dichiarazioni di una persona deceduta, già all'epoca ritenute del tutto false". A denunciarlo sono gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna che rappresentano i familiari di Chiara Poggi - i genitori Giuseppe Poggi e Rita Preda e il fratello della vittima Marco - uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Sovrapposizione fra fughe di notizie, vere o presunteA quasi 18 anni dal delitto per cui è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l'allora fidanzato Alberto Stasi, la Procura di Pavia ha riaperto le indagini e indagato nuovamente per omicidio in concorso Andrea Sempio, amico del fratello della ventiseienne. "La continua sovrapposizione fra fughe di notizie, vere o presunte, riguardanti l'attività di indagine e le autonome ricostruzioni romanzesche liberamente costruite dai soggetti più vari, ha determinato l'incontrollabile diffusione di ogni genere di insinuazioni in totale dispregio della realtà dei fatti e del rispetto dovuto ad ogni singola persona a qualsiasi titolo coinvolta nelle vicende in questione" aggiungono i legali in una nota. "Nell'auspicio che le autorità preposte possano a loro volta contribuire a porre fine a simili reiterate condotte illecite, la famiglia Poggi provvederà da parte sua ad ogni opportuna iniziativa giudiziaria a tutela della dignità e dell'onore di Chiara" concludono gli avvocati Compagna e Tizzoni. Ora Che si sappia, finora c'è un solo indagato ufficiale , ma è come se fossero mille e per tutti vale la presunzione di colpevolezza. Perché Sempio telefonava a casa Poggi nei giorni precedenti l'omicidio? E perché i suoi amici non avevano messo a verbale che si chiamavano in quell'agosto maledetto, come peraltro fanno tutte le compagnie di ragazzi? E le gemelle Cappa? Ogni articolo, ogni trasmissione, ogni commento sottolinea che non sono indagate. Sì, sono le non-indagate più sospettate della storia criminale italiana. Nessun rispetto, in un cocktail allucinogeno che mette insieme tentativi di suicidio, il tutore di Paola e le esternazioni di Stefania, e poi i loro rapporti non così angelici con Chiara e poi ... si potrebbe proseguire per pagine. C'è un carosello sventurato di personaggi, messi in croce per una parola che non coincide con la versione più o meno politically correct del caso. Ci sono intercettazioni, vecchie di diciotto anni, che vengono riproposte come fossero state carpite ieri. C'è il santuario della Bozzola, con il contorno di scandali gotici ed erotici , voci oblique che è diventato il teatro virtuale di qualunque nefandezza. Si sono persi i confini di questa storia, troppo grande per una provincia troppo piccola. Ecco che c'è un circuito perverso fra apparati investigativi e sistema dell'informazione. Si muove il primo, sentenzia il secondo. E tutto si giustifica nel nome del sacrosanto diritto ad indagare, perché la verità ha la precedenza su tutto, e nell'altrettanto inscalfibile diritto a darne notizia, subito, perché l'opinione pubblica deve sapere. Ma sapere che cosa poi ? Ora i sospetti hanno toccato anche la famiglia della vittima. I ruoli e le parti e le posizioni, teste o imputato, non contano più nulla. Interessa altro. Perché i Poggi non credono a Stasi? E perché difendono Sempio che invece ha il profilo perfetto per questo grande affresco dai colori medioevali ? Marco Poggi, che non è indagato ma è addirittura il fratello di Chiara, è stato sentito in simultanea con Stasi e Sempio. Gli esperti, o presunti tali, fanno a pezzi le sue dichiarazioni e sottolineano i passaggi ritenuti non convincenti. Di più, si mormora ormai di lei, di quella ragazza appartata le cui immagini sono diventate la colonna sonora delle nostre vite a tutte le ore. Il tutto fra avvistamenti di supertestimoni, incursioni di influencer, ipotesi che si accavallano. Bisogna dirlo, senza voler fare i maestrini di un moralismo spicciolo e passare per vecchi tromboni : la dignità di troppe persone viene calpestata ogni giorno senza ritegno. Si aspetta che qualche authority ( sempre che servano ancora a qualcosa e non siano la classica foglia di fico ) fra le tante di cui disponiamo batta un colpo. E ci si chiede con sgomento dove siano finite tutte le leggi etico morali , le norme e i codici che dovrebbero fare da scudo e salvaguardare le nostre esistenze. La privacy ( se ancora a tempi d'internet e dello sviluppo sempre più massiccio dele nuove tecnologie si possa ancora parlare d'essa ed abbia un senso ... ma qui entriamo in un discorso che ci porterebbe lontano dal tema del post d'oggi ) è polverizzata, c'è solo la gogna che promette di andare avanti. E avanti ancora chissà per quanto
le olimpiadi non mi hanno , almeno per ora , distratto dal trovasre e riportare storie e di fare la rubrica diario di bordo .
Oltre alla consueta storia trovata in rete c'è un mia piccola riflessione autocritica e critica sui media che non capiscono o fanno finta che anche questa è violenza sul caso del dialogo del padre ( Nicola ) con il figlio ( Filippo Turretta ) .
Inizialmente, a caldo pensavo che chi ha disposto quell’intercettazione e diffuso il contenuto si dovrebbe vergognare. Pensavo fosse l’ennesima situazione di genitori incoscienti che giustificano i figli. Ma sorattutto che la rovina dei giovani di oggi sono i genitori incoscienti, senza coscienza e senso di responsabilità.
E che veramente deve prendere bene bene piede la condanna estesa anche a loro, perché gli atti feroci dei figli sono il risultato (dimostrato) di ineducazione e mancanza totale di valori e principi. Vanno rieducati i genitori insieme ai figli! Poi a mente freddda mi accorgo invece che : che si dovrebbe vergognare più chi ha consentito che una intercettazione che dovrebbe rimanere per la delicateza del caso e per eventualie fraintendomento poteva ed ha creato, segretata . Infatti dal portale msn.it ( non ricordo la fonte dell'articolo)
«Sono io che non… magari non ce la faccio a riferirgli tutto… io non ho detto tutto…». È il 3 dicembre e Filippo Turetta riceve per la prima volta i genitori nel carcere di Montorio Veronese dopo il suo arresto del 18 novembre in Germania per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il 22enne di Torreglia sta parlando del suo avvocato, Giovanni Caruso, e ammette – o così pare dalle sue parole, intercettate dagli inquirenti – di aver nascosto delle cose al legale e, di conseguenza, al pm Andrea Petroni, che un paio di giorni prima l’aveva interrogato per nove ore. In un altro passaggio – quando il padre gli dice «non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti» – lui, secondo quanto riportato dai carabinieri, scuote la testa e dice «non è così». Sono questi i motivi per cui quel verbale è stato messo agli atti del processo a Turetta, accusato di omicidio volontario pluriaggravato (dal rapporto affettivo, dalla crudeltà, dalla premeditazione e dallo stalking), sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere. Non certo per «voyerismo giudiziario», anche se poi a colpire sono state altre frasi del padre. Per il pm Petroni e per gli inquirenti è infatti rilevante che poche settimane dopo il delitto, avvenuto la notte dell’11 novembre – prima con l’aggressione in un parcheggio a Vigonovo, a poche decine di metri da casa della giovane 22enne, poi con decine di coltellate nella zona industriale di Fossò – da un lato ammettesse di aver omesso degli elementi nel corso dell’interrogatorio, dall’altro sembrasse non dare seguito alla suggestione del padre su una possibile incapacità di intendere e di volere. La difesa, per ora, in realtà non ha fatto alcuna istanza sul punto, ma l’esame potrebbe essere disposto anche dalla stessa Corte d’assise, di fronte alla quale il processo inizierà il 23 settembre.
Ma quelli che non hanno messo su tale documento il segreto processuale \ investigativo , permettendo che essa fosse pubblica e quindi potesse essere divulgata alla stampa senza metodi clandestini o corruttivi . Cosi pure dovrebbe vergognarsi chi per qualche copia pubblica tutto senza selezionare e distinguere cosa è utile o cosa no , cosa aggiunge o è in più alla notiizia in sè . Ma soprattutto mi sono reso conto che è la solita squallida storia di spettacolarizzazione del dolore altrui per creare scalpore e fomentare gli animi, sulla pelle delle persone che già soffrono terribilmente. Chi ha pubblicato quella roba dovrebbe andare a nascondere , sotterrarsi e sparire dalla faccia della terra fare unesame di coscienza , pensare di trovarsi al posto dei familiari dei personaggi coinvolti . Io da ex curioso è morborso , non lo so quale livello infimo sta raggiungendo la natura umana. Seppur ovviamente condannando il delitto feroce, ma che necessità c’era di infierire così? Sia sui genitori di questo ragazzo che, contrariamente a quanto pensato per un attimo, non possano essere considerati totalmente responsabili dei gesti del figlio, sia anche sui familiari di Giulia …
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ILNATTINO Ragazza di 22 anni si butta dal tetto, poliziotta la afferra per un braccio e la salva: poi l'abbraccio commovente
Aveva deciso di farla finita in un momento di disperazione, così una ragazza di 22 anni era salita sul tetto del supermercato Esselunga di Camerlata con l'intento di buttarsi. Allertati da alcuni passanti, che avevano sentito la ragazza urlare «mi butto giù, mi ammazzo non ce la faccio più», tre agenti della polizia di Como sono immediatamente intervenuti per evitare il peggio. Arrivati sul posto, si sono divisi i compiti: una poliziotta posizionata in basso ad attirare l'attenzione della giovane, gli altri due sul tetto per fermarla. Uno degli agenti, una poliziotta di 23 anni attualmente in prova alla Questura di Como, con grande spirito di iniziativa e spiccato tatto, si è avvicinata alla 22enne che dopo alcuni istanti di incertezza si è lasciata cadere nel vuoto di schiena. I due agenti a questo punto con prontezza hanno placcato la donna che era già con tutto il corpo a penzoloni, portandola di peso sulla balconata al sicuro. Una volta assicuratasi che la ragazza fosse in salvo, l’agente di Polizia le è rimasta vicino abbracciandola e tranquillizzandola fino all’arrivo di un’unità medica del 118, che l’ha trasportata all’ospedale S. Anna di San Fermo della Battaglia per le cure del caso.
stamattina mentre facevo il mio turno nella bottega cittadina ( associazione nord sud del commercio equo e solidale, tra un cliente e l'altro , leggo che ancora , non si sa come allungare il brodo , si continua senza aggiungere niente di nuovo a parlare della vicenda di Giulia Cecchetin e del suo carnefice e assasino Filippo Turretta . si tratta della trasmissione televisiva Quarto grado e dell' agenzia di stampa Agi ed a seguire tutti gli altri media regionali e nazionali .
Essi stanno ad un anno di distanza continuando , senza aggiungere niente di nuovo a parlare del femminicidio di Giulia Cecchetin e dei particolari su come esso sia stato compiuto . Pur d'avere il primo un ulteriore numero di lettori , il secondo un aumento degli spettatori sono arrivati a riportare le foto della fuga di Turetta e il verbale dell'interrogatorio . Capisco se l'avessero fattto quando la vicenda era appena all'inizio , ma ...... adesso che è passato quasi un anno , riportare tali cose mi sembra inutile e mi sa tanto di morbosità ed sciacallaggio mediatico , in quanto non aggiunge niente di nuovo a quanto già si sà del fatto . Quindi Basta lasciamo in pace la famiglia . Ormai lo sanno anche 🙉🐵🙈 cioè gli indifferenti ( e i puli cosicienza ) a tali tematiche che il gesto di Filippo Turetta era premeditato , almeno da quel che è emerso fin ora . Quindi facciamo un po' di silenzio almeno fino al processo in cui , anche se ne dubito , usciranno delle novità . Evitiamo di parlane . Con questo non vuol dire , e lo dice uno che è :1) cotro ogni forma d censura ., 2) per la libertà a 360° d'informazione 3) per l'articolo 21 della costituzione
prima la butta nell'androne politico parlamentare dicendo di volerla candidare( scelta condivisibile se fatta seriamete ) e poi non la mette in lista e la candida . #vergogna . giu le mani da Ilaria salis .
“Non è emerso alcun taglio di tipo autolesivo. Non si è difesa”. Sono le valutazioni di Andrea Gentilomo, il medico legale incaricato di effettuare l’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa incinta al settimo mese a Senago, nell’hinterland di Milano. Il medico ha spiegato che la morte è da ricondurre a un “processo emorragico derivante da lesioni vascolari, in particolare arterie e la vena succlavia”. Quando in aula sono state mostrate le immagini del corpo, tutti i cronisti e il pubblico presente nell'aula della corte d'Assise (in particolare scolaresche) sono state fatte uscire. [... segue qui msn.com/it-it/notizie/italia/sn.com/it-it/per coloro che hano stomac forti e gusto del macabro ] .
vi rispiarmo quella non è cronaca ma morbosità . No importa come lo ha fato , ma che lo abbia fatto , soprattutto in maniera cosi bastarda ed atroce
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Germania, la Baviera vieta l’uso di un linguaggio inclusivo nelle scuole
Banditi da tutte le istituzioni pubbliche asterischi o puntini all'interno di un sostantivo, documenti ufficiali, corrispondenza o lezioni scolastiche.
Florian Herrmann, consigliere del premier conservatore bavarese Markus Soeder, ha affermato che la promozione di un linguaggio sensibile al genere sarebbe guidata dall’ideologia. A suo dire tutto questo rischierebbe inoltre di avere un effetto di esclusione nei confronti di coloro che non lo adottano. “Per noi il messaggio è: il linguaggio deve essere chiaro e comprensibile”. “Ma si tratta anche di mantenere aperto lo spazio di discussione in una società liberale”. Infatti , pur essendo per una lingua inclusiva e per la libertà linguistica sono almeno nei canali ufficiali ( scuola , istituzioni , ecc ) non gioisco e cerco di non farne una battaglia ideologica come i nostri reazionari affermando che << [...] Hanno rotto le balle: che goduria la Baviera che mette al bando la schwa. [...] >> dahttps://www.nicolaporro.it . Ora va bene una riforma \ svechiamento del linguaggio ed adeguamento ai cambiamenti della società ma :
“ L e professoresse sono convocate in assemblea plenaria per le ore 09.30 di domani. Firmato: la rettrice professor Mario Rossi”. E i professori? Convocati anche loro. Dove? «Nella sala delle professoresse». Per l’occasione «le studentesse avranno un giorno di vacanza». E gli studenti? «Anche loro». Non abbiamo alzato il gomito prima di metterci a scrivere. È l’effetto woke. I pensatori “inclusivisti”, che scrivono con asterischi e schwa, sostengono con grande fracasso mediatico che di molte parole finora è stato fatto un uso irrispettoso e sbagliato. Sono invecchiate male. Vanno adeguate ai tempi moderni, che sono fluidi e vendicativi. Per secoli c’è stato un abuso del maschile “sovraesteso”, ossia comprensivo dei due generi e dei due sessi. D’ora in poi sarà sovraesteso il femminile. Lo ha deciso, ponendosi come avamposto dell’esercito woke in Italia, il senato accademico dell’Università di Trento. Che ha promulgato un documento di cinquanta pagine, di cui il rettore Flavio Deflorian, che ormai dovremo chiamare rettrice, fa questa sintesi: «i termini femminili si riferiscono a tutte le persone». La castrazione delle parole procede. A impugnare i bisturi sono soprattutto gli uomini. Che ora quella menomazione non se la infliggono più, come recita una vecchia spiritosaggine, per fare un dispetto alle mogli. Bensì per appagarle e vendicarle.
( tacitus unione sarda 4\IV\2024 )
Una soluzione accettabile mi sembra coome è stato proposto in germania “Autoren” (scrittori) è stato trasformato in ordine sparso in: Autor*innen, Autor/innen, Autor:innen, Autor_innen o AutorInnen. Oppure la versione boldriniana con dentro entrambe le forme: "Autorinnen und Autoren". Cioè modificare e svecchiare la lingiua ai cambiamenti della società , un altro è detrurparla con simboli astrusi ed incomprensibili o i difficile lettura soprattutto agli stranieri . Infatti gli esperti sono divisi a loro la parola : <<Asterischi, schwa e chiocciole: i rischi di un italiano improbabile >> da www. avvenire.it
N.B non sto mettendo nessun divieto e nessuna censura . Ma dopo il necessario, sacrosanto, rumore, i genitori di Giulia ( e delle altre vittime ) meritino adesso di essere lasciati in pace in attesa dell’unica verità che speriamo di poter raccontare senza imbarazzi e ad alta voce: quella processuale.Il resto è voyeurismo gratuito e oscena morbosità ed un pescare nel torbido
Magari sono io, per carità, ma proprio non riesco a cogliere l’utilità giornalistica, informativa e l’opportunità di pubblicare in prima serata - e a social unificati - l’audio di Filippo Turetta mentre esprime giudizi personali e processualmente irrilevanti sulla donna che ha massacrato e accoltellato a morte.Quale altro senso può avere un audio del genere se non quella di stuzzicare l’immonda morbosità di qualcuno che vuole sentire che voce ha un assassino e un femminicida, cercare tracce di quello che farà, frammenti del mostro? Per di più su un passaggio che non dimostra nulla di nulla e che, diciamoci la verità, avrebbe potuto pronunciare chiunque.Sono ben altri i (tantissimi) indizi che dimostrano la maniacale possessività di quell’uomo, senza bisogno di aggiungerne (o, peggio, inventarne) di nuovi.Per quanto mi sforzi, continuo a credere che Gino Cecchettin, la sorella Elena e tutta la famiglia, dopo il necessario, sacrosanto, rumore, meritino adesso di essere lasciati in pace in attesa dell’unica verità che speriamo di poter raccontare senza imbarazzi e ad alta voce: quella processuale.Il resto è voyeurismo gratuito e oscena morbosità.
Premetto che non mi piace la di Girolamo e che non avevo mai seguito se non questa puntata attratto al limite della curiosità morbosa di vedere in faccia la vittima la sua trasmissione Ma mi trovano d'accordola risposta successiva dela stessa di Girolamo alla lettera firmata da 298 persone, tra le quali la scrittrice Stefania Auci, sul caso della ragazza vittima di stupro ospitata dal talk di Raitre “Avanti Popolo”, avvenuta attraverso un post su Instagram .Ed il richiamo alla stessa della commissione Pari opportunità della Rai. L’ex parlamentare non ci sta: “Siamo tutte dalla stessa parte” . Infatti la parlamentare di Forza Italia ha inaugurato il post con una premessa: <<Ho incontrato Asia qualche giorno prima della nostra intervista.
Ore ed ore a cuore aperto, tra emozioni e dolore, sorrisi e paure. È così che mi ha raccontato la sua difficile vita. Gli abusi, le mancanze, le sfortune, le violenze, la fragilità, ma anche la forza di non arrendersi. Molte cose sono rimaste in quella stanza. Ed anche se lei me lo avesse chiesto, non le avrei mai rese pubbliche”.La conduttrice continua spiegando: “Quando io ed Asia abbiamo definito i limiti della nostra chiacchierata, abbiamo condiviso tutto ciò che avremmo detto. Tutto. Anche i messaggi che, privatamente, aveva ricevuto sui suoi canali social e che abbiamo deciso di leggere. Era il suo modo coraggioso per sfidare il dolore ed il pregiudizio. Per dire basta”.>>( da La ragazza stuprata ospite su Raitre, De Girolamo replica alle quasi 300 femministe che le hanno scritto una lettera aperta: “Altre donne che odiano le donne” – DC NEWS ) Ha ragione d'essere stupita da questo Maschilismo latente che induce alcune donne a dire ad una vittima di non parlare, di non metterci la faccia e addirittura di nascondersi come se Asia si dovesse vergognare. Lei, che è la vittima! Come si può giudicare la volontà di liberarsi, anche pubblicamente, di un peso enorme? Quando Asia ha fatto le sue dirette sui social minacciando di farsi del male, nessuno si è preoccupato o si è adoperato per costruire gruppi di intellettuali a difesa e sostegno di questa ragazza? Siamo al solito pregiudizio di donne che odiano le donne? Che parlano dal comodo salotto di casa e non solo senza sapere assolutamente nulla di Lei e senza aver messo piede mai nemmeno nella sua Palermo o riesce a immaginare i commenti della maggior parte della gente , comsa evidenziata dal dibattito fra il pubblico della trasmissione ogni volta che la gente parla di tali argomenti . Ed è questo il modo di difendere le donne, facendo dilagare altra cultura di odio e violenza ? Mi dispiace constatare che come dice la stessa giornalista << state spostando il bersaglio dimenticando che il vero nemico da abbattere è lo stupratore, la cultura ancora maschilista di questo paese. Contro questo, le donne, noi donne, dovremmo essere unite sempre >>Om ammettiamo che abbiano ragione ma ci , come ho già detto in precedenza
Giuseppe Scano 3 g · Contenuto condiviso con: Tutti allora se a Lorenzo Tosa ed company cioè quelle persone che hanno scritto alla rai lamentandosi per come hanno tratto in rai il caso di palermo mi chiedo e gli chiedo come bisognerebbe parlarne ?
Ho deciso di di smettere di parlare dell'ultimo femminicidio non per autocensura o per snob . Ma Perché , non mi sto appiattendo a loro , come suggeriscono i miei genitori (generazione II guerra mondiale cioè anni 40 ) più se ne parla e più s'alimentano le morbosità ed l'emulazione ed ( vedere post precedente ) l'ipocrisia ed indifferenza assuefazione della maggior parte della gente . infatti concord con il mio contatto Facebook
Continuare a scavare in un caso di cronaca dove ci sono tutti gli elementi perché se ne occupi esclusivamente la magistratura non è informazione: è voyeurismo sconcio ed è una parte consistente del problema della violenza di genere che viene ridotta ad un fenomeno da cabaret sul quale far esprimere tutti: anche il solito circo mediatico di conduttrici e conduttori afflitti dalla loro vanagloria.
Ci sarebbe da chiedersi perché in un programma di intrattenimento del primo pomeriggio della domenica, nel contenitore "per la famiglia" bisogna mischiare gossip, balletti e canzonette con un gravissimo e doloroso fatto di cronaca se non per eccitare le morbosità, alimentare le reazioni violente che poi leggiamo nei social e alzare due punti di share.
Servizio pubblico, come no, la Venier invece di chiudere i commenti su Instagram dovrebbe andare a nascondersi, possibilmente in silenzio.
Ma soprattutto come ho anche ripotato nel titolo
CHE BELLI TUTTI QUEI VERBALI, SE NON C’ENTRA NESSUN POTENTE
Il Fatto Quotidiano
» Vincenzo Iurillo il Fatto Quotidiano
Dove sono i garantisti, tra commentatori e politici, che invocavano ispettori e sanzioni quando le fughe di notizie (presunte) riguardano i politici, come è accaduto – solo per citare uno dei casi più recenti – per i giornali che hanno riportato i nomi degli indagati nell’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid della Procura di Bergamo? Dove si sono rintanati i sacerdoti della tutela della privacy, che fine hanno fatto i loro anatemi contro la pubblicazione di verbali e intercettazioni? Saremmo curiosi di capire le ragioni del loro silenzio di fronte allo stillicidio dell’ostensione di ogni particolare della vita e della morte della povera Giulia Tramontano, il cui massacro e le cui vicende intime, e quelle del suo assassino Alessandro Impagnatiello, sono sviscerate in ogni dettaglio tramite le carte giudiziarie.
Come sapranno i nostri più affezionati lettori,
DOVE SONO GLI ALFIERI DI PRIVACY E GARANTISMO
sostiene che le notizie vadano pubblicate sempre e comunque, appena se ne viene a conoscenza, e specie se di rilevanza pubblica, come quando riguardano i rappresentanti delle istituzioni. Chi scrive nell’estate del 2015 fu perquisito due volte dalla Procura di Napoli come conseguenza della pubblicazione di un’intercettazione dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Era contenuta in un’informativa di un’inchiesta di quella stessa procura, consegnata agli avvocati dai magistrati medesimi. Quindi nessun un atto non ostensibile. Eppure in quel caso fu avviata, con enorme dispendio di mezzi e di uomini dell’antimafia (addirittura?), una controinchiesta che aveva un unico scopo: scoprire come quelle carte fossero finite nelle mani di un giornalista, tentando pure di individuarne le fonti. Forse perché in quel caso l’intercettazione riguardava l’uomo più potente d’italia e non un privato cittadino, pur se accusato di omicidio? L’articolo sull’intercettazione dell’allora premier suscitò grande indignazione, secondo quello strano principio per cui i diritti e le garanzie di un politico valgono più di quelli di un assassino.