Leggo , mi rattristo 🗯🗨💨😢😪 da trapiantato e che ancora ha necessità di esserlo vista la situazione ancora precaria ed in continua evoluzione agli occhi , di due casi il primo che è quello citato dal titolo su https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/
La storia di Giuseppe Pustorino, medico 40enne di Reggio Calabria malato di leucemia, aveva conquistato il web, tanto che gli appelli della famiglia sui social erano riusciti nell’obiettivo di trovare un donatore di midollo compatibile per l’80%con l’uomo. Ma il giorno del trapianto nessuno si è presentato. Giuseppe è morto così il novembre scorso, ma le polemiche, da quel momento, non si sono placate.
"Non voglio che si scateni ora una caccia alle streghe o la ricerca a tutti i costi di un capro espiatorio, però quel giorno è come se Giuseppe fosse morto due volte - commenta il fratello Pietro – è vero che il donatore non può essere obbligato in alcun modo, ma se uno si offre volontariamente, poi non si può tirare indietro. In ballo c’è la vita di una persona". A tre mesi dalla morte di Giuseppe, la famiglia ha deciso di far partire una raccolta fondi su Facebook in memoria del giovane medico per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dei trapianti.
Un caso simile era già accaduto con Alex, bambino affetto da una malattia genetica che ha visto il proprio donatore ritirarsi all’ultimo. Il piccolo è riuscito però a salvarsi grazie a una donazione di cellule da parte del padre.
poi io secondo caso su https://www.lastampa.it
Pubblicato il 16/02/2019
Ultima modifica il 16/02/2019 alle ore 20:40
ANTONELLA BORALEVI
Nelle fotografie, Giuseppe Pustorino è un uomo molto bello, forte, con l’aria felice. E’ morto a 40 anni, di leucemia. Il 28 novembre, dopo un anno e pochi mesi dalla diagnosi. Era medico, neurologo. Aveva lanciato in rete una campagna per trovare un donatore di midollo. L’aveva trovato. Compatibile al 100%. Non succede quasi mai, se non tra familiari stretti.
La sua storia la racconta la sorella, Anna Maria. Ed è una storia che ci interroga. Perché quel donatore non si è mai presentato. E il midollo della sorella, compatibile solo al 50%, non è bastato a salvare Giuseppe.
Puoi essere il primo a saperlo. Scopri le nostre inchieste Dove sarà, quel donatore? Come si sentirà, adesso?
Solo pochi giorni fa, un bambino molto piccolo, Alex Montresor, è stato salvato da un trapianto di midollo. Solo pochi giorni fa, in rete, in suo nome, si è scatenata una gara a registrarsi nel registro dei donatori. Solo pochi giorni fa, abbiamo imparato, che donare il midollo non è quella procedura invasiva che pensavamo fosse.
Giuseppe Pustorino è morto qualche mese prima. Sarebbe stato diverso, oggi?
Provo a immaginare la notte prima del giorno stabilito per l’intervento. La notte del dottor Giuseppe. La notte di chi teneva tra le mani la sua speranza di restare vivo. Provo a immaginare la paura. E il cuore che trema. Ci vuole un amore spropositato per amare uno sconosciuto che non conosceremo mai. Ci saranno stati familiari e amici del donatore che, in buona fede, «per il tuo bene», gli avranno infuso dubbi, ansie, gli avranno domandato perché rischiare per qualcuno che non lo riguardava. Senza sapere che il rischio è controllabile, che non è diverso dai rischi che ogni giorno ci assumiamo. Un bambino intenerisce, un adulto meno.
Provo a immaginare il fiato che si spezza, quando a Giuseppe dicono che il donatore non è venuto. Cosa avremmo fatto, noi?
Ora mi viene da pensare che il donatore sia come avevo scritto su fb : un : << Vigliacco . Perché .... Ti sei iscritto fra i donatori se poi cambi idea . Non si gioca sulla vita delle persone >> e che come mi hanno fatto notare alcuni commenti al mio post Vigliacco può essere...ma assassino è un sostantivo non corretto dettato dalla rabbia dei familiari aggiungo io .
Ma a mente fredda affermo che è facile parlare quando non si è nei panni della persona in questione. Ogni donatore ha facoltà di tirarsi indietro fino all'ultimo. E' previsto punto. Spiace per una vita persa ma non si deve giudicare senza sapere anche ci può essere il dubbio o può verificarsi secondo un commento riportato dal primo sito sito : << e se anche il donatore e morto qualche giorno prima ? >> Ci vorrebbe una legge o quanto meno un aggiornamento \ integrazione come dice la moglie del defunto a Notizie.it del 9 marzo 2019 10:33: << : se il donatore si vuole ritirare può farlo, giustamente. Però prima che comincino le chemio di preparazione al trapianto. Perché altrimenti così è difficile da accettare >>.
Anche se non iscritto a nessun elenco di donatori , ma ho scelto come volontà ( gesto apotropaico \ scaramantico ) che i miie organi siano donato dopo la morte posso dire che questa o è una scelta consapevole o è meglio evitare.Molta gente si iscrive nel registro, ecco perchè non l'ho fatta, con leggerezza senza valutare le conseguenze che può avere un diniego.Impossibile non aver modo di avvisare nel caso di reale impossibilità.Sa a cosa va incontro l'ammalato negandosi. Un vero donatore o uno che ha fatto una scelta di grossa responsabilità e coraggio non si ritira e lascia .,. le persone che vedono il il trapianto come una speranza per continuare la loro la vita dona anonimamente, quando viene chiamato, non vuole nessun riconoscimento, non vuole ringraziamenti. DONA E BASTA. EVIDENTEMENTE QUESTO NON ERA UN DONATORE.
Spero sinceramente che i motivi per cui il donatore non si è presentato siano veramente seri, se così non fosse be'...una coscienza dovrebbe averla e vivere con questo ricordo di non aver tentato di salvare una vita è un po', vista la situazione di unicità della donazione come aver agito da codardo.