Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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12.11.25
quando il porno era trasgressione . Mrs. Playmen, su Netflix la serie con Carolina Crescentini e Filippo Nigro
1.7.25
paparazzi un mestiere al capolinea << Addio scoop ha vinto Istangram >> i maestri dell'obbiettivo frezza e la fata commentano l'evoluzione
come cambia il giornalismo soprattutto quello che un tempo si chiamava cronaca rosa o meglio Gossip
LA nuova SARDEGNA 29\6\2025
26.11.22
c'era una volta Aldo Biscardi di Giampaolo Cassitta
non banale Biscardi, noto “Pel di Carota”, riusciva a costruire autentici melodrammi anche presentando un’amichevole tra scapoli e ammogliati. Tutto, per lui, era una grande iperbole e al centro di tutto vi era il gioco del calcio. Ricordo memorabili discussioni tra lui e Giulio Andreotti, Bruno Pizzul, alcuni giornalisti tifosi sfegatati che a lui piaceva “pizzicare” e la bellissima telefonata tra lui e il presidente del Milan Silvio Berlusconi al quale rimproverò, in diretta, la poca dimestichezza con il “pluralismo”. E’ stato un compagno di viaggio caciarone nei primi anni della trasmissione che guardavo con simpatia e un pizzico di allegria. Poi, un po’ come tutte le cose, il processo si è “imborghesito” e dalla trattoria si è passati ad un mesto e lurido fast-food americano. Pieno di sceriffi e di gente che voleva solo menare. E Aldo Biscardi sempre più raccolto nelle sue parole e nel suo accento. Un tramonto rosso spento, come i suoi capelli che si erano ingrigiti. Alla fine la tanto agognata moviola in campo è arrivata ma il calcio non è cambiato. Siamo noi che abbiamo finito di considerarlo uno sport. Il romanticismo è finito da un pezzo. Come il tuo vecchio processo. Anzi, in questi giorni di mondiale dove noi non ci siamo (non oso immaginare cosa avrebbe raccontato il Biscardone) lo sport è passato in secondo piano davanti a diritti negati, a morti sul lavoro, a divieti assurdi in uno Stato dove il campo di calcio non è più un luogo dove rotola la palla e dove tutte le nostre metafore sembrano non funzionare. Tutto questo, credo, non sarebbe piaciuto ad Aldo Biscardi, come non piace a me.
2.3.22
Il sacrificio di Giorgio e Toni, morti per amore cambiando la storia del costume d’Italia
Il 31 ottobre 1980, sotto le fronde di un albero in un agrumeto di Giarre, a mezzora da Catania, vengono trovati distesi vicini due corpi senza vita. Uno accanto all'altro, con le mani intrecciate ci sono Giorgio Agatino Giammona, 25 anni, e Antonio Galatola, detto Toni, 15 anni, gli ziti (i fidanzati), come li chiamavano in dialetto catanese, di Giarre. Accanto ai corpi viene trovato un biglietto che riporta poche parole, secondo le quali i ragazzi si sarebbero uccisi perché non potevano vivere liberamente il loro amore.
La storia del delitto di Giarre
Un crimine d'odio
Il ritrovamento di una pistola Bernardelli, calibro 7,65, sepolta sotto poche manciate di terra a pochi passi dall'albero, con tanto di sicura inserita, però, getta a mare la tesi del suicidio. A Giarre, paesello di poche anime tra il gigante Etna e il mare, viene invasa da frotte di giornalisti da tutta Italia. Per la stampa nazionale è chiaro che si tratta di un delitto a sfondo omofobico, un crimine d'odio, come lo chiameremo oggi; per la piccola comunità di Giarre, invece, è solo un fattaccio da dimenticare. "Se la sono cercata", dicono i più indulgenti, mentre per i più accaniti conservatori, tutta quella faccenda getta un'onta imperdonabile sulla reputazione dei cittadini. "Ora penseranno che a Giarre siamo tutti finocchi".
L'assassino di Giorgio e Toni
Il 3 novembre i giornali rivelano l'identità dell'assassino: colui che aveva fatto fuoco a sangue freddo sui due ragazzi, l'aguzzino dei fidanzati, è un bambino di 13 anni, il nipote di Giorgio, Francesco Messina. "O ci uccidi o ti uccidiamo noi", lo avrebbero minacciato i ragazzi e lui, Francesco, un ragazzino paffutello e lentiginoso che andava a lavorare tutti i giorni con i nonni in campagna, avrebbe premuto il grilletto. In cambio di quel ‘favore' le vittime gli avrebbero regalato un orologio. Una versione poco credibile per tutti, meno che per i carabinieri, che abbracciarono la strada del bambino killer.
E i colpevoli morali
Quando un giornalista de ‘L’Ora' di Palermo avvicina Franco per sentire dalla sua bocca cosa era successo quel giorno, il ragazzo crollò: "Non li ho uccisi io, ho detto così perché mi avevano dato schiaffi, mi sono fatto pure la pipì addosso". Il quotidiano diede la notizia dell'interrogatorio a suon di schiaffoni e minacce. "Dicevano che se non confessavo arrestavano il nonno Francesco "- aggiungerà il piccolo Franco, facendo finire i carabinieri al centro di una tempesta mediatica. Nemmeno il sostituto procuratore di Catania, Giuseppe Foti, a capo dell'inchiesta, credette a quella confessione che non aveva difficoltà a definire ‘estorta' eppure, quando il fascicolo d'indagine arrivò sulla sua scrivania, nonostante i convincimenti dichiarati alla stampa, Foti archiviò il caso. Nessun delitto d'onore a sfondo omosessuale: a Giarre non era successo un bel niente niente.
La memoria di Giorgio e Toni
Da allora, a prescindere da chi avesse premuto il grilletto, la responsabilità morale di quel duplice omicidio si abbatté come un macigno sulla comunità dell'entroterra catanese. Il delitto di Giarre non cambiò il nocciolo duro della società, che della storia dei fidanzati preferì dimenticarsi presto, ma smosse le coscienze più sensibili. Poco dopo nacque a Palermo il primo nucleo di Arcigay, ad opera di don Marco Bisceglie, sacerdote gay, e di un giovanissimo Nichi Vendola. Oggi Franco Messsina vive solo e in condizioni di degrado. A Giarre, dove per Toni e Giorgio non c'è nemmeno una targa, neanche il pino all'ombra del quale furono trovati i fidanzati esiste più. Si dice sia stato incenerito da un fulmine.
20.10.13
Youporn E' uno dei siti più visitati del Pianeta ma, a sorpresa, non solo per merito degli uomini: le donne sono sempre più complici nei "giochi" di coppia
Premessa
pro e i contro . Idem per un educazione sessuale nelle scuole che spieghi la differenza ) sempre più labile quasi inesistente ) tra essa e la pornografia. Eccone un esempio che può essere usato dai 16 anni in su .
21.5.13
guida su come sopravvivere alla crisi prima puntata "Aiutarsi come durante una guerra "
di GAD LERNER
di MARTA MAINIERI
3.8.12
il cacciatore di messaggi in bottiglia
le due storie che trovate nel post d'oggi ( uno di un americano e un altra di un italiano mi riportano a questa canzone della mia infanzia che mi sembra adeguata alle storiue di cui vado a parlare
Al mondo esistono gli hobby più disparati. Uno dei più strani è senza dubbio quello che si è inventato ( ma mica tanto perchè chi di noi da bambino non ha imitato la storie dei romanzi \ racconti per raqazzi ripresi poi dalla tv o dai fumetti è il caso di topolino , non ricordo nè il numero nè l'anno e dai fumetti ) Clint Buffington, ventiseienne insegnante di inglese di Lexintgon: Clint è un ‘cacciatore di messaggi in bottiglia’, quelle che il mare restituisce alle spiagge con i messaggi dentro. Dopo averne trovata una per caso nel 2007, ed essere riuscito a consegnarla alla figlia di colui che l’aveva ‘spedita’, Clint ha deciso di continuare questo suo bizzarro hobby.
il sito
http://it.paperblog.com segnala questo articolo ( vedere sotto ) che in America c'è un tizio di nome Clint (nella foto) che ha l'hobby di andare a cercare nelle spiagge bottiglie contenenti messaggi per poterli recapitare. Per quanto incredibile , sempre da sito di paperblog , possa sembrare sembra che finora abbia avuto un discreto successo. Tutte le sue storie le racconta in un blog Ci sono molti motivi per cui una persona affida al mare un messaggio chiuso in bottiglia: a volte solo per gioco, a volte per disperazione, a volte per comunicare qualcosa di personale e profondo. Quello che è sicuro è che c'è qualcosa di molto romantico in un gesto del genere. Non sa quante persone che lanciano questi messaggi poi si aspettano che vengano trovati, certo nel profondo lo sperano e quando ciò accade è un vero miracolo...
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"Sono Clint, il cacciatore dei misteri in bottiglia Clint Buffington insegna lingua inglese all'Università del Kentucky ha recapitato il messaggio di un padre alla figlia, vecchio di 50 anni
GLAUCO MAGGI
| dal blog della seconda storia http://www.messaggidalmare.com |
Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti
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