Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta vip. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta vip. Mostra tutti i post

16.8.25

Da Gaza agli “spari sopra”, il silenzio di Taylor Swift e gli appelli di Vasco: la pace di comodo dei VIP

faziosità a parte ha ragione quest  articolo   una   delle  poche  perle   che   si  trovano  nella  merda    solleva    un   problema   molto   importante  

da il giornale tramite msn


                                                   di Massimiliano Parente


 
oggi Emanuele Capone, nella sua “Colazione con Capone” (quando apro Instagram faccio sempre colazione con Capone), si chiede perché Taylor Swift non dica niente su Gaza (o meglio si chiede perché debba secondo i fan dire per forza qualcosa su Gaza), domanda legittima, visto che una sua caption sposta più opinione pubblica di un comizio. Solo che qui vale il solito teorema dell’artista in tempo di guerra: se parli hai sbagliato per metà del pubblico, se taci hai sbagliato per l’altra metà, quindi condanna garantita a prescindere, applausi o fischi dipendono solo dal lato del fronte. E c’è pure (sono andato a spulciarmi Reddit) la sottocategoria dei fan che la accusano direttamente di essere a favore di
Israele semplicemente perché non ha detto niente, boh, perché non ha detto niente: boh.
Come se tutti dovessero per forza dire qualcosa, e se non la dicono stai dalla parte di chi dovresti condannare. C’è la terza via, la più redditizia: dire tutto senza dire niente, il “basta le guerre” dei pacifisiti, tipo Jovanotti e Vasco Rossi, formula multiuso che funziona per Gaza, per l’autostrada, per i litigi in chat condominiale, per qualsiasi cosa. Vasco (e lo dico da fan di Vasco, beninteso) lo urla al pubblico, “basta con la guerre”, applausi, e attacca “Gli spari sopra” e tutti a casa con la sensazione di essere stati dalla parte giusta, di cosa non è chiaro, però si balla e va bene così, in ogni caso per Vasco entusiasmo e incasso garantito.
In mezzo, c’è sempre chi giudica a posteriori: Red Ronnie, per esempio, che ha raccontato di non aver mai voluto intervistare Freddie Mercury perché aveva suonato a Live Aid quando c’era l’Apartheid, come se Freddie dovesse essere il Mandela della discografia. Peccato che Freddie non abbia mai preso posizione su niente, e soprattutto non poteva fregargliene di meno, non sapeva neanche chi fosse Red Ronnie e in generale odiava i giornalisti e rilasciare interviste (figuriamoci a Red Ronnie, se avesse saputo chi era). Perché poi un cantante dovrebbe prendere posizione per forza, e perché il metro di giudizio dovrebbe essere la purezza ideologica retroattiva, resta un mistero (andrebbe chiesto agli alieni che incontra Red Ronnie).
Non è solo Vasco, anche amiche mie, come Marisa Laurito e Barbara Alberti, le quali continuano con gli appelli per “fermare le guerre”, la famosa resistenza da divano, foto profilo in assetto umanitario e nessun rischio di scontentare troppa gente. Parentesi doverosa: in realtà una presa di posizione c’è eccome, contro Israele sì, o meglio pro Palestina sì, mentre sul riarmo dell’Ucraina contro Putin no, quindi resistenza sì purché disarmata (quindi non armare l’Ucraina ma non disarmare Putin), e possibilmente dall’altra parte del televisore, un modo elegante per dire scegliamo il conflitto comodo, quello con morale semplificata e senza conseguenze sul portafoglio né sulla tournée né sulle anime belle.
Alla fine i VIP non si dividono più in due categorie, piuttosto in quattro: quelli che parlano e vengono presi a sassate digitali, quelli che tacciono e vengono presi a sassate digitali, quelli che dicono “basta la guerra” e vendono più biglietti, e quelli che scelgono un solo nemico perché il secondo complicherebbe l’etica del profilo, il tutto mentre l’algoritmo accompagna con cori angelici, pardon, con cori di follower che con un like si sentono la coscienza pulita.
Comunque sia il top resta sempre Vasco con “Gli spari sopra”, un capolavoro di vaghezza poetica: mai capito se gli spari sono sopra per noi, sopra per voi, sopra per nessuno, sopra e basta, e perché poi sopra e non sotto, sopra cosa? Forse è questa la vera chiave della comunicazione dei VIP: dire cose che suonano importanti, di cui non si capisce esattamente il senso, così ognuno ci legge quello che vuole. E intanto il concerto finisce, il pubblico applaude, e la guerra, sopra o sotto, può tranquillamente continuare da un’altra parte.

13.8.25

diario di bordo n 141 anno III Maria Ermakova crolla a pochi metri dal traguardo, nessuno la può toccare: vince e perde conoscenza., Fiorello fa la spesa al supermercato, elogio all’umiltà nei commenti: “Gira con la lista di sua moglie”


Cos'è altro lo sport se non lo spingersi a toccare i propri limiti dando il massimo per onorare la competizione cui si sta partecipando? Se poi si vince pure, le circostanze drammatiche in cui lo si è fatto aggiungono quell'aura di epos che si ricorderà per l'intera vita. Nelle ultime ore tutti i media russi hanno esaltato l'impresa di Maria Ermakova, che ha vinto i 10000 metri nei campionati nazionali di atletica leggera a Kazan.



                          Maria Ermakova crolla a pochi metri dal traguardo, 




Maria Ermakova crolla, si rialza e vince i 10000 metri ai campionati russi di atletica leggera

La giovane mezzofondista aveva un vantaggio abissale sulle altre concorrenti nell'ultimo giro della prova, quando all'ingresso del rettilineo finale ha iniziato a rallentare sempre di più, fino a caracollare quasi al passo e infine crollare a pochi metri dal traguardo. Sono stati momenti drammatici, in cui nessuno poteva toccare la Ermakova per rialzarla o aiutarla in qualche modo, pena la squalifica immediata, visto che tutti speravano che ce la facesse a fare in qualche modo quei pochi passi che la separavano dall'arrivo e da una vittoria ormai certa.
In quel momento Maria ha pensato a tutti i sacrifici fatti per arrivare fin lì e ha attinto a quello che le era rimasto dentro: muscoli, nervi e cuore. Si è rialzata e barcollando ha superato il traguardo, accasciandosi poi sulla pista. Completamente sfinita, a quel punto ha perso conoscenza. Gli operatori sanitari sono intervenuti rapidamente e hanno portato via la Ermakova dallo stadio su una sedia a rotelle.


"Sono felice di essere viva, mi sento immortale"

"Quattro giri prima, mi sentivo come se le mie gambe fossero di ovatta – ha raccontato la Ermakova successivamente ai media russi, scherzando anche un po' – Non ricordo com'è stato il mio arrivo. Sono felice di essere viva, mi sento immortale. Solo dopo ho realizzato cosa avevo fatto, perché alla fine non ho capito niente".
Maria Ermakova si era presentata ai campionati russi come una delle atlete più promettenti del Paese. Ai Giochi BRICS del 2024 ha vinto il bronzo nei 5000 metri per la Russia, nello stesso anno ha ricevuto il titolo di "atleta dell'anno" nella categoria "Stella nascente". Lo scorso febbraio ha battuto il record nazionale Under 23 nei 3000 metri indoor. Adesso arriva questo successo di grande peso, col suo nuovo personale (32'24"44): la seconda classificata, Albina Gadelshina, è arrivata dopo quasi un minuto (33'10"15), un'eternità.





................


Fiorello fa la spesa al supermercato, elogio all’umiltà nei commenti: “Gira con la lista di sua moglie”




"Ma quel viso non mi è nuovo?". Conoscerete benissimo la sensazione di aver visto un volto familiare in luogo pubblico, magari proprio come è accaduto a questa utente su TikTok tra gli scaffali della pasta e dei sughi pronti. Fiorello incontrato casualmente al supermercato e tutto si è trasformato in un fenomeno virale.
Dove si trovava Fiorello
È quanto successo a un'utente di TikTok che, nella notte tra l'11 e il 12 agosto, ha pubblicato un video che ritrae Fiorello durante una normalissima spesa a un supermercato che si trova nella cittadina di Santa Margherita di Pula, in Sardegna.
Una normalità che fa notizia
Nel filmato, lo showman siciliano passeggia tra le corsie del supermercato con la lista della spesa alla mano. Un'immagine di quotidianità che ha colpito gli utenti: Fiorello in versione casalinga, lontano dai riflettori e dalle telecamere, intento in una delle attività più comuni al mondo. Il dettaglio che più ha attirato l'attenzione? La lista scritta a mano che tiene ben salda tra le dita, presumibilmente compilata dalla moglie Susanna Biondo. Un particolare che ha scatenato una valanga di commenti affettuosi da parte dei fan. Fiorello e Susanna Biondo sono degli habitué della Sardegna, e in particolare di Santa Margherita di Pula.
Le reazioni dei fan al video pubblicato su TikTok
Le reazioni dei fan non si sono fatte attendere. Grandi commenti positivi per questa "normalità". "Fiorello è un uomo semplice, gira tra le corsie del supermercato con in mano la lista fatta dalla moglie", scrive un utente. Altri aggiungono: "Lui è un grande. Si è formato dal nulla, famiglia umile e non si è montato la testa", "Anche lui con la lista scritta dalla moglie, è un essere semplice come tutti". Ci si sorprende, e sembra strano, che anche Fiorello faccia la spesa proprio come tutti. Strano, vero? Eppure, è così.

20.6.24

Cristina Fogazzi, in arte L’estetista Cinica e la lotta di classe contro chi ostenta Puzzo di povero” L’imprenditrice si difende accusando di discriminazione i follower che hanno cominciato a criticarla

  Generalmente  gli articoli  di   Selvaggia  Lucarelli   non li  digerisco  ma  qui  ha  ragione   e  conferma   quando  ho  riportato  in :   Estetista cinica, bufera sul mega party a Brera fra libri antichi e opere d’arteMusica da discoteca e abbuffate negli spazi dove agli studenti non è concesso nemmeno bere acqua. E lei si giustifica: «Non mi pare sia un museo così visitato, le mie influencer una vetrina per l’estero» .  e   il commento lasciatomi su  fb   



Una scelta a dir poco inaudita. Con 80000 euro vai nella miglior discoteca del luogo al massimo. Ciò che stupisce è che era compresa l'assicurazione in caso di danni causati dagli ospiti. Inoltre lo stesso spazio è stato più volte richiesto da varie associazioni culturali a cui è stato prontamente negato. Chissà se gli ospiti hanno mai letto un libro



  • Il Fatto Quotidiano
  • » Selvaggia Lucarelli


  • Cristina Fogazzi, in arte Estetista Cinica, è l’imprenditrice travolta dalle critiche perché per celebrare un anno di “ Overskin” ” il brand make-up della sua azienda Veralab, ha affittato la Pinacoteca di Brera e la Biblioteca Braidense sborsando 95.000 euro. L’aspetto più interessante della vicenda è l’ondata di proteste e indignazione che ha travolto Cristina Fogazzi e quello che l’accaduto racconta, perché è molto di più di un semplice “inciampo reputazionale” che travolge Veralab (l’azienda si riprenderà, non è certo la sua fine). È il sintomo acuto di un cambiamento in atto nel mondo degli influencer provocato dallo scandalo Pandoro e un sintomo che si traduce in una insofferenza sempre più manifesta nei confronti dell’esibizione del privilegio 2.0 in tutte le sue sfumature. Gli influencer più l un g i mi ra nt i hanno intercettato la rivoluzione in divenire e il rischio che oggi si corre nel riproporre sui social il modello Ferragnez (ostentazione del lusso, sovraesposizione dei minori), altri non sanno decodificare il cambiamento e persistono nello sfoggio di regali, acquisti, status.
    L’ESTETISTA CINICA, un’imprenditrice di talento che ha fondato la sua fortuna sulla lungimiranza nel comprendere le potenzialità dell’e-commerce e sulle sue doti comunicative arrivando a fatturare 70 milioni di euro, è inciampata più volte, negli ultimi tempi, sul mostro che lei stessa ha creato. Il mostro è un brand (Veralab) che è pericolosamente vicino al personal brand (Estetista Cinica/cristina Fogazzi), visto che tutti identificano le sue creme e i suoi prodotti con la sua persona. Fogazzi ha iniziato la sua scalata nell’imprenditoria puntando sulla genuinità, sulla narrazione della piccola estetista di provincia che grazie all’intuito e al lavoro è riuscita a fondare un impero. Negli anni la sua comunicazione da “familiare” è diventata sempre più simile a quella dell’influencer e imprenditrice che ce l’ha fatta, diventando uno strano ibrido: da una parte c’è lei che continua a giocarsi la carta della donna semplice che mostra pancia e cellulite, che si punta il telefono sul viso e lancia anatemi con l’accento bresciano contro chiunque la critichi (“non ce la faccio a stare zitta”), dall’altra l’imprenditrice che inizia a comprarsi tutti gli spazi e gli influencer possibili per adv (Chiara Ferragni compresa), al fine di dimostrare che Veralab sia una potenza sul mercato.
    Piano piano, il suo stesso marchio ha iniziato a diventare una specie di influencer che si imbuca ovunque, una sorta di proiezione del suo slancio di onnipotenza con tutte le criticità del caso: Veralab ha il suo carro brandizzato al Pride (perché come i Ferragnez insegnano i diritti civili fanno posizionamento), Veralab conquista l’albero di Natale in piazza Duomo a Milano, Veralab va al Festival di Venezia, Veralab è sponsor di Sanremo (con delle agghiaccianti installazioni tipo trenini e persone travestite da spumoni detergenti), il tutto con Cristina Fogazzi in prima linea a raccontare sui social la sua emozione: l’emozione dei soldi che comprano spazi commerciali e che sono pure una chiara estensione del suo ego.
    Non a caso Fogazzi vive la presenza del suo marchio a questi eventi scintillanti come fosse una vetrina per se stessa e i suoi amici influenc er (avvocate, influencer, consiglieri comunali che poi si porta anche in barca e in vacanza). Nel tempo, l’esibizione di quella che molti definiscono “cricca dell’estetista” ha iniziato a innervosire i vecchi, affezionati follower. Anche la scelta di alcune i nfluencer quali Paola Turani per promuovere i prodotti Veralab ha provocato non poca insofferenza. Turani è nota per l’ostentazione continua di regali, beni di lusso e per i famosi “home tour” della sua villa. Ultimamente ha postato un contestassimo video in cui apre un pacco contenente una borsa Gucci del valore di 3.000 euro dicendo che l’aveva comprata un mese prima ma l’aveva dimenticata nell’armadio. Un tempo questi contenuti generavano un engagement positivo, dopo la caduta dei Ferragnez l’esibizione volgare del privilegio provoca orde di commenti risentiti e critici. Cristina Fogazzi si è difesa dalle accuse affermando che lei ha pagato l’affitto della biblioteca come tante altre aziende, che promuove la cultura, che le persone ce l’ hanno con lei perché sono classiste e lei “puzza di povero”. Non ha compreso, dunque, quanto la società viva di correzioni e aggiustamenti e quanto un’influencer che è anche una imprenditrice debba riuscire a captarli per adeguare la sua comunicazione ai cambiamenti in atto. Il tempo dello sfoggio vanaglorioso 2.0 di ciò che si può comprare con i soldi è finito. Inutile poi fare vittimismo perché non viene trattata come un’azienda, ma venga identificata come “Cristina Fogazzi ex povera” perché questa identificazione l’ha creata lei, decidendo di essere influencer prima ancora che imprenditrice. Fogazzi, negli anni, ha espresso le sue simpatie per Calenda, ha accusato Elly Schlein di determinare la morte del Pd, ha rilasciato interviste dando lezioni di etica e giornalismo, ha scelto con cura le cause su cui spendersi facendo ben attenzione a escludere quelle che potevano intaccare il suo business (Ucraina sì, Gaza no). COME  I FERRAGNEZ hanno usato la beneficenza per posizionarsi e per superare il complesso dell’avidità, lei ha usato l’arte (biblioteca compresa) per tentare di posizionarsi e superare il complesso di essere “un’estetista”. Ha una tenace insofferenza per il dissenso, tanto che ha l’abitudine di contattare spesso in privato chiunque la critichi, che siano giornalisti o persone comuni. Tenta non di rado di inglobarli nella sua sfera di influenza.Molti definiscono Fogazzi “una che si muove come Berlusconi” perché appena individua un nemico prova a portarlo dalla sua parte, a offrirgli lavoro, amicizia, inviti, collaborazioni. E, se i Ferragnez dopo un inciampo pubblico utilizzavano i bambini in qualità di “scudo reputazionale”, lei usa spesso e allo stesso modo i suoi dipendenti dicendo che sì magari ha sbagliato, ma “ho decine di dipendenti a cui do da mangiare”. Ed è buffo che accusi i suoi detrattori di classismo quando spesso usa un’espressione così classista per definire coloro che rappresentano la sua forza lavoro e che danno da mangiare a lei, la quale banchetta seduta davanti a tavole ben più ricche di quelle dei suoi lavoratori. Insomma Fogazzi, così attenta alla data di scadenza delle sue creme, dovrebbe capire che anche la sua modalità di comunicazione aveva una data di scadenza. E ha continuato a usarla, senza accorgersi che è arrivata l’ora di sostituirla.

    28.11.22

    l''inseguimento e la ricerca di foto a tutti costi delle persone vip o non vip non è giornalismo il caso dei giornalisti allontanati da una bambina di sette anni

     Ciò che  è  successo  ,  Aurora Ramazzotti è un ulteriore prova   di ciò  che orami  è  normalità    cioè    che  il  Gossip   è tracimato    anche  sui  giornali   " normali  "     conferma   della mia  scelta nonostante  sia    stato ( ed  in parte lo sono tutt'ora  )  un gran pettegolo    ,  di non  voler più fare  il giornalista . Infatti   preferisco  fare qualcosa  che  sa  di giornalismo  vero e proprio   piuttosto  che  giornalismo mediatico   . dove  gli editori    visto che tira    di più un ... ehm  il   gossip   che  quello   che  succede   alla povera  gente   ti obbligano   ad  andare a fare certi servizi a  tutti i  costi . 

      da   repubblica  e   https://www.informazione.it/ 

    La bambina di 7 anni, figlia di Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi, ha visto un fotografo appostato fuori da casa della sorella maggiore e l'ha rincorso per allontanarlo e impedirgli di invadere la privacy della famiglia.
    Un'attenzione che Aurora Ramazzotti ha dimostrato di apprezzare, postando su Instagram una storia dedicata all'impresa della piccola Celeste, sottolineando la bellezza del suo gesto protettivo: "Mia sorella che allontana il paparazzo è tutto" ha scritto come commento. L'influencer e il compagno Goffredo Cerza - 26enne romano che lavora nel campo del marketing, al suo fianco da cinque anni - sono in attesa del loro primogenito, di cui hanno svelato il sesso nel corso di un "gender reveal party", una festa ad hoc organizzata all'inizio del mese di ottobre, pochi giorni dopo aver ufficializzato la notizia dell'allargamento della famiglia con uno sketch affidato ancora una volta a Instagram.
    Tutta la famiglia si è stretta intorno alla futura mamma - dai genitori Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti, che hanno più volte ribadito di essere entusiasti di diventare nonni - alle sorelle minori.

    Infatti   

    Da quando ha confermato la notizia della propria gravidanza, Aurora Ramazzotti è un'osservata speciale da parte dei paparazzi, che la seguono ovunque alla ricerca dello scatto perfetto: questa volta però la 27enne influencer milanese ha potuto contare su una guardia del corpo d'eccezione, la sorellina Celeste Trussardi. La bambina di 7 anni, figlia di Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi, ha visto un fotografo appostato fuori da casa della sorella maggiore e l'ha rincorso per allontanarlo e impedirgli di invadere la privacy della famiglia. 

    18.7.22

    Nessuno pagherà per la strage di via D’Amelio, ma l’Italia è troppo scossa dal dramma Totti-Blasi per indignarsi

      leggi prima 
    Il 1992 è in balia della corrente, si allontana lento ma inesorabile, trascinando nell'oblio tutti i misteri di uno dei fatti più inquietanti della storia della Repubblica.

    “Non parteciperemo agli anniversari di via D’Amelio. Ci asterremo fino a quando lo Stato non ci spiegherà cos’è accaduto davvero“. Così Fiammetta Borsellino, figlia del giudice assassinato insieme alla sua scorta, ha annunciato la volontà di disertare tutte le cerimonie previste in ricordo del padre. Avreste il coraggio di darle torto? A maggior ragione ora, che da poche ore il tribunale di Caltanissetta ha dichiarato prescritte le accuse per due dei tre poliziotti imputati di aver depistato le indagini sulla strage di via d’Amelio. I due, accusati di calunnia con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, avrebbero indotto e forzato le false confessioni di Vincenzo Scarantino, l’uomo che nel 1992 mentì sulla sua partecipazione all’attentato, dando luogo a un depistaggio che avrebbe portato alla condanna di persone innocenti.
    In altre parole, come troppo spesso accade, anche stavolta nessuno pagherà. Vite e destini annientati da quella prescrizione che nessuno, dalle parti di Roma, ha mai avuto davvero intenzione di riformare.“A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire, non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare“. Così dice Ligabue e noi conosciamo fin troppo bene che tipologia di faccia occorra per riempirsi la bocca di Falcone e Borsellino, per sfoggiarli su t-shirt e mascherine, per poi sostenere un referendum come l’ultimo aberrante sulla giustizia.
    Una chiamata alle urne dove (alla faccia di chi proprio come Borsellino diceva che “un politico in odor di mafia, anche se non condannato, non va candidato“) sono stati in grado di chiederci di abolire la legge Severino sull’incandidabilità e la decadenza da ruoli politici per le persone condannate, tra gli altri, proprio per reati di mafia e terrorismo.
    E anche se non è andata come lor signori avrebbero voluto, non possiamo spacciare per una nostra vittoria il mancato raggiungimento del quorum. Dei leader politici veri, degni di questo nome, non avrebbero mai strizzato l’occhio all’astensionismo, ma invitato apertamente e senza paura a votare contro, toccando le corde giuste. Un Paese con un minimo di memoria storica avrebbe dunque sotterrato il quesito sulla Severino sotto milioni di “no”, in onore degli eroi che hanno dato la propria vita nella lotta alla criminalità organizzata e alle sue perverse ramificazioni nei palazzi del potere.
    La sete di verità da noi è fonte inesauribile di frustrazione, la ricerca di giustizia in Italia è un’eterna lotta contro i mulini a vento, dove chi vuole sopravvivere spesso deve farlo da solo, destreggiandosi tra menzogneri di professione, politicanti da passerella e indifferenti cronici. E ogni 23 maggio, così come tutti i 19 luglio, sfumano i confini tra social e vita reale: su quella passerella tanto cara a chi si nutre di salotti, voti e sondaggi, a sfilare, puntuali, sono sempre e solo parole vuote, quelle dal like facile. Dai microfoni e dagli smartphone sgorgano i soliti patetici appelli a “non dimenticare”, quelli con scadenza a 24 ore.
    Il 1992 è in balia della corrente, si allontana lento ma inesorabile, trascinando nell’oblio tutti i misteri di uno dei fatti più inquietanti della storia della Repubblica. 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio: avremmo potuto, avremmo dovuto presentarci meglio a questo triste appuntamento. C’era chi nutriva una speranza, c’era ancora chi aspettava una sentenza che restituisse dignità al dolore di appartenere a un Paese che continua imperterrito a nascondere la parte migliore di sé.
    Non tutti sanno che subito dopo l’attentato, Lucia Borsellino, l’altra figlia di Paolo, volle a tutti i costi vedere ciò che era rimasto del padre e che non si limitò a questo. Decise di ricomporlo e infine lo vestì all’interno della camera mortuaria. Poche ore dopo avrebbe sostenuto un esame universitario, lasciando incredula l’intera commissione.Dobbiamo ammetterlo. Avremmo un po’ tutti bisogno di mettere da parte, anche solo per un attimo, la separazione tra Totti e Ilary Blasi o le avvincenti lezioni di una perfetta sconosciuta che vuole insegnarci a parlare in corsivo e ritrovare quella voglia di saperne di più. Di mettere insieme i pezzi mancanti, di focalizzarci sugli “influencer” che contano davvero, semplicemente di imparare dalla dignità disarmante e dalla forza di Lucia Borsellino.

    16.10.21

    un eroe per caso a tempio pausania ed eroi dello sport italiano che hanno conti o residenze fittizie o vere all'estero per non pagare tasse in italia

     Il primo caso  è presa  d'account  facebook  di  

    tSnrdmh 
    Quest'Uomo, che è per fortuna anche un Vigile del Fuoco, è un Eroe. Ne sono io testimone. Tore, così tutti lo chiamiamo, ma Salvatore il suo nome proprio (e mai come in questo caso "nomen-omen"), era con me
    che parlava e scherzava riempiendo le bottiglie alla storica fontana di Pastini intorno alle 20:00, quando ad un certo punto sono giunte trafelate persone di cui una che urlava nel buio volgendo lo sguardo all'insù sul muraglione. E lassù nel buio si è intravista prima una sagoma, poi è apparso un uomo sedersi spalle alla strada, poi ancora, mentre da sotto le urla seguitavano, voltarsi e sedersi con entrambe le gambe che penzolavano giù.
    A quel punto Salva-Tore ha mollato tutto e come mosso da un istinto felino si è arrampicato su dei muri che fanno da spalla al muraglione vicino alla fontana. E lo ha fatto - mi si creda - come appunto un felino o l'uomo ragno-Spiderman (guarda caso uno degli eroi preferiti da bambini e adulti in tutto il mondo: l'angelo custode che tutti vorremmo accanto nei momenti di pericolo). Poi l'ho intravisto
    Bisognava ora solo aspettare e pregare e sperare. Attimi di suspence durata pochissimo perché, di nuovo come un felino che ghermisce una preda con un balzo, da sotto si sono viste le braccia di Salva-Tore avvinghiare fulmineamente da dietro il pover'uomo e rovesciarlo a terra ai suoi piedi. correre sotto il muraglione per un breve pezzo e risalire sulla ferrovia dal tratto meno illuminato.
    Bisognava ora solo aspettare e pregare e sperare. Attimi di suspence durata pochissimo perché, di nuovo come un felino che ghermisce una preda con un balzo, da sotto si sono viste le braccia di Salva-Tore avvinghiare fulmineamente da dietro il pover'uomo e rovesciarlo a terra ai suoi piedi.


    Bisognava ora solo aspettare e pregare e sperare. Attimi di suspence durata pochissimo perché, di nuovo come un felino che ghermisce una preda con un balzo, da sotto si sono viste le braccia di Salva-Tore avvinghiare fulmineamente da dietro il pover'uomo e rovesciarlo a terra ai suoi piedi.
    Insomma, Salvatore/Tore, che non era in divisa - allenato però al dovere civico e alle imprese anche dall'essere sempre un Vigile del Fuoco - ha davvero compiuto un'azione Eroica, con straordinarie doti di capacità fisica e lucidità mentale in un momento davvero critico.
    (foto del muraglione da Gallura news)

    Il secondo caso è questo


    26.7.20

    il caso di Mahmood e della ferragni come promoter ei musei l'arte piegata a merce

    L'immagine può contenere: 1 persona, testo
    sembrerò  un vecchio ,  all'antica    ma  Montanari    ha  ragione  . e  condivido    questo  suo intervento   sul  fatto del  16\7\2020   sotto riportato a sinistra   . 
     Anche  se   ha  dimenticato   ( ma   forse lo reputava  ovvio  ed   scontato  da parlarne solo alla fine   per    chi  ancora  non ha  mandato il cervello  all'ammasso   \  in cassa integrazione  oppure mancanza  di  spazio nell'articolo  per  approfondire  meglio  tale  metodo  )   che   tale  battaglia  dovrebbe  essere  combattuta   anche  fuori  dagli ambienti  scolastici ed  accademici    e  senza    nozionismo    altrimenti i  giovani   che   già  le    giudicano  anticaglie   o cose  vecchie   o  vi si  avvicinano  per  imitazione  passiva 

      Come le pecorelle escon del chiuso
      a una, a due, a tre, e l'altre stanno
      timidette atterrando l'occhio e 'l muso;
      e ciò che fa la prima, e l’altre fanno,
      addossandosi a lei, s’ella s’arresta,
     semplici e quete, e lo ’mperché non sanno;
      sì vid’io muovere a venir la testa
      di quella mandra fortunata allotta,
      pudica in faccia e ne l’andare onesta.
                       dante  Purgatorio canto III   79-84

    Amazon.it: "Ciao, Prof!" - Porcino Ferrara, Cristian A. - Libri   solo perchè  ne  ha  parlato  un  vip  o  si è  fatto  un  selfie . Va bene   aprirsi e  contaminarsi   per  aprirsi al mondo  ed   hai  giovani    come  fa   ed   ha  raccontato   nel   suo  libro Ciao  prof   (   foto  a  destra )   e  da  noi recensito   ed  intervistato    l'amico  prof  cristian    porcino






































    ma  qui    si mortifica   e  si mercifica   l'arte.

    P.s

    questo post era pronto alla pubblicazione   quando  su twitter  ricevo questo commento che  da  origine   alla discussione  sotto riportata 

    @ciriacomerolli 
    ciriaco merolli
    Cosa vuol dire senza nozionismo? Spieghi! Magari pressappochismo, superficialità, confondere le date, e quindi i contesti in cui le opere d' arte assumono il loro preciso significato...
    6:27 PM · 26 lug 2020

    Giuseppe Scano #restiamoumani #facciamorete
    @redbeppeulisse
    1h In risposta a @ciriacomerolli
    senza un complesso di nozioni, di mere notizie non approfondite né sinteticamente elaborate e organizzate; solo con il metodo di insegnamento che privilegia la quantità di nozioni acquisite rispetto alla formazione critica dell'allunno\a . ma fargliela vivere cioè portandoli nei musei , alle mostre , facendoli vedere diapositive di foto delle opere



    ciriaco merolli
    @ciriacomerolli
     ·56min
    Questo a scuola si fa. Lo so perché sono un insegnante.



    Giuseppe Scano #restiamoumani #facciamorete
    @redbeppeulisse
     ·42min In risposta a
    @ciriacomerolli
    mah . forse negli ultimi anni . io mi sono diplomato allo scientifico nel 1995 e storia dell'arte l'ho studiata a pappardella giusto per prendere la sufficienza perchè in disegno tecnico ero una frana ed non c'era proiettore e\o visite a musei . cosa che invece ho avuto all'università dove all'esame di storia dell'arte ho preso 30




    ciriaco merolli
    @ciriacomerolli
    ·1h In risposta a  @redbeppeulisse
    E nozione e nozionismo sono parole prive di senso, inventate da una certa teoria della didattica, che immagina si possa prescindere dalla cronologia e dalla precisione delle informazioni.


    12.4.18

    BEBE VIO SU TOPOLINO ma i media non hanno qualche altro atleta disabile da santificare ?

    Ma basta non se ne può più ci manca solo che spunti fuori quando apri la moca del caffè...ma basta, trattatala con rispetto, come una persona qualsiasi. 

      da  https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/11

    Niente limiti per Bebe Vio che diventa anche un fumetto su TopolinoLa schermitrice 21enne, medaglia d’oro di fioretto alle Paralimpiadi di Rio 2016, ha sempre amato le sfide, anche quelle considerate impossibili. Una fra tutte? Quando ha deciso di farsi un selfie con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, superando le regole imposte dai servizi di sicurezza a stelle e strisce. Bebe, in pochi anni ricchi di trionfi sportivi internazionali, è diventata un simbolo vincente di vitalità, determinazione, passione agonistica e soprattutto rispetto delle diversità per un mondo fatto di inclusione per tutti, in particolare per i bambini con disabilità. Così a renderle omaggio ci ha pensato anche Topolino. Il numero 3255 del settimanale della Disney, in vendita dall’11 aprile con una nuova veste grafica e rinnovati contenuti, per l’occasione speciale ha dedicato alla campionessa nata a Venezia, e colpita a 11 anni da una meningite fulminante che l’ha portata all’amputazione di gambe e braccia, un nuovo personaggio chiamato Bebe Pio.

    Con i testi di Francesca Agrati, i disegni di Mattia Surroz e le foto di Barbara Santoro, Bebe è protagonista di tre brevi storie che traggono spunto da fatti realmente accaduti della sua vita, dal selfie con il predecessore di Trump alla passione per la moda e i tacchi alti, passando per l’amatissimo nonno che conserva tutti i suoi trofei. “Se c’è un ostacolo, c’è anche una soluzione. E bisogna iniziare proprio dai bambini”, dice rispondendo alle domande dell’intervista dei due Toporeporter Giulio e Andrea di otto anni, “perché i grandi ce li siamo già giocati, mentre su di voi possiamo ancora contare. Se un bambino vede una delle mie protesi non si volta dall’altra parte, ma mi chiede come funziona, mi tocca, mi chiama Barbie Robocop. E’ figo. Tanti grandi, invece, mi guardano strano, scantonano: la non conoscenza crea la paura”.La giovane autrice del libro “Se sembra impossibile, allora si può fare” è protagonista anche di un filo-diretto con i lettori di Topolino grazie all’iniziativa “Scrivi a Bebe”. L’obiettivo è invitarli a inviare a superbebe@topolino.it messaggi e disegni dedicati al tema “Supereroi oltre le barriere”. I migliori tra quelli inviati verranno pubblicati sul numero di Topolino di metà giugno, in occasione deiGiochi senza barriere, l’appuntamento che si terrà il 14 giugno allo Stadio dei Marmi di Roma organizzato dall’associazione Art4sport della famiglia Vio. L’organizzazione è nata per aiutare i portatori di protesi a praticare il loro sport preferito, trovando nella passione sportiva un motivo per reagire alla malattia.





    Sai di aver raggiunto il successo, non quando vinci l'oro a Rio 2016, ma quando la Disney ti dedica la tua versione papero con storia annessa 
    😁😁


    11.3.16

    perchè non parlo qui o su fb del delitto Delitto Varani,

    Musica  pere  sdrammatizzare  :




    a tutti quelli\e che mi chiedono :_<< nulla sull'omicidio di Roma ? >> oltre a non essere tanto per i casi di cronaca nera , anche s e a volte ne ho parlato o lasciassero che ne scrivesse . E poi ne hanno già parlato e se ne continua a parlare nei media e la rete .Infatti
    Luca Varani
    Tv, siti web, giornali, quando si ritrovano tra le mani un caso di omicidio ricco di particolari morbosi, si sa, ci vanno a nozze . È quello che sta succedendo in questi giorni con la storia del giovane Luca Varani ucciso da Marco Prato e Manuel Foffo, rei confessi. C’è tutto: alcol, droga, sesso, bagordi, festini, inspiegabile crudeltà , omosessualità , ecc . Per questo i media non smettono di parlarne e  chi sa  fino  a   quando continueranno   nonostante gli assassini siano già stati arrestati e
    fondamentalmente non ci sia alcun mistero da risolvere. C’è però tanto squallore, tanto sbigottimento davanti a una vicenda del genere, tanti dettagli schifosamente morbosi che “fanno audience” e vengono spolpati fino all'osso dai giornalisti  e  non .
    È così dovuto intervenire  (  cosa   che  di solito  non  fa  con il normale  sciacallaggio  , forse perchè  n è una persona   VIP  o vicino a tale mondo  )    il Garante della Privacy che, con una nota, invita i media alla sobrietà. Ecco il testo:

    “In riferimento all'omicidio di Luca Varani, si è riscontrato nelle cronache giornalistiche di questi giorni un eccesso di particolari riguardanti la vita sessuale e familiare dei soggetti coinvolti (compreso il rapporto di filiazione della vittima), che colpisce nei propri sentimenti e affetti le rispettive famiglie.
    Il Garante per la protezione dei dati personali rivolge un appello a tutti i media affinché, nell'esercizio del legittimo diritto di cronaca riguardo ad un fatto di sicuro interesse pubblico, mantengano sobrietà, responsabilità e sensibilità ed evitino accanimenti informativi sul caso, astenendosi dal riportare dettagli eccessivi e limitandosi a profili di stretta essenzialità”

    Ora  mi  chiedo e   chiedo a quelle persone     che mi  chiedono come mai non ne parlo   :  ma  che senso ha stare ancora a parlare di queste due "persone" ,ancora  ( non è il mio caso ) a giustificarle perché'sotto effetto di cocaina e alcol,ancora a scrivere le loro inutili dichiarazioni per salvarsi il culo farsi dare il minimo della pena .

    La vittima, Luca Varani, e Marco Prato, uno dei due killer


    Infatti Il problema e'che sono persone malvagie, indipendentemente dalla loro sessualità , come tante .Ricordarsi i particolari della serata fa intendere la consapevolezza delle azioni compiute . Anche Mario Alessi ha ucciso un bambino senza droga e senza alcol ..........!
    Concludo Concordando con quanto dice Sara Caruana snei commenti nella pagina fb del quotidiano l'unione sarda tutto ciò è assurdo... Pensare che dei bravi ragazzi possano nascondere tante depravazioni, quali alcool...droghe e atteggiamenti omosessuali...senza che nessuno si accorga di nulla...famiglia...ragazze...amici.
    Datemi pure del moralista , dell'auto censore tanto non me ne può fregare de meno . Se non ne parlo non è , come potrebbe ipotizzare qualcuno , che voglia fare come il fascismo che vietava di parlare sui giornali di fatti di cronaca nera , ma il fatto è che spesso i casi di cronaca vengono trattati come se fossero fiction da gente che non ha alcuna cognizione di cosa sia un processo penale. E per colpa di questo modo di operare ci vanno di mezzo tutti: professionisti, imputati, indagati e persone offese e loro familiari . Se si osservasse in modo corretto e si ascoltassero davvero i vari interventi si coglierebbe immediatamente la differenza tra chi svolge la professione di criminologo ed avvocato e chi invece si improvvisa per apparire in TV e internet . << Il problema principale è >> come giustamente dice Pierluigi Antonio nei commenti a questo post sulla pagina facebook di logichecriminali << che la causa dell'invasione delle trasmissioni che trattano casi di cronaca è soprattutto pecuniario, i responsabili dei palinsesti non fanno altro che sfruttare la morbosa brama di sapere dello spettatore (che non è la stessa cosa della fame di conoscenza) e volente o nolente tutti gli attori chiamati a partecipare non sono altro che ingranaggi per far aumentare lo share e gli introiti a vari livelli. Do ragione a Flaminia, un buon professionista deve studiare i fatti dal punto di vista oggettivo perché la verità è li e non nei giudizi di pancia che il popolo della tv è abituato a dare.>>

    Ma  sopratutto     rispondo a


    Esteban Laquidara Omissione mediatica per nascondere un omicidio di una coppia omosessuale?
    Mi piace · Rispondi · 16 min


    Giuseppe Scano per niente perchè non c'è niente d'aggiungere alla crudeltà di tali individui . non m'importa se siano omo o etero . sempre bestie sono
    Mi piace · Rispondi · Adesso


    Non so più che altro dire e mi fermo qui lasciandovi a questa canzone della mia infanzia ( anche se sono del 1976 ) : Vengo anch'io. No, tu no (1967) di F. Fiorentini - D. Fo - E. Jannacci

    Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti

       Dopo  la  morte  nei  giorno scorsi  all'età  di  80 anni   di  Maurizio Fercioni ( foto sotto  a  sinistra )  considerato il primo t...