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11.11.24

roberto saviano stavolta ha toppato ha ragione anche se un po' faziosamente don Maurizio Patriciello, il parroco del Parco Verde di Caivano

Datemi pure  dell'avvocato del diavolo e del  cerchio bottista  . Ma  tali insulti  ti fano passare  distinguo
il Saviano personaggio   dei salotti   tv    dal   Saviano scritore    le  sue  opere   in particolare la Paranza dei Bambini  e  visto Gomorra  la serie  .Ma un conto è finché un cittadino attacca i politici, come potremmo essere io o   altro  che attacchiamo la Meloni o la Schlein, per dire. Un altro è quando un partito di Governo, primo in Italia alle scorse elezioni, fa un attacco così  
cattivo  a un cittadino.Ora  il problema non è l'attacco in se, una replica alle posizioni di Saviano ci può stare, mancasse altro,  vedere  la  risposta  di  Don M.Patruciello  , il problema è la violenza di questo attacco da un profilo, alla fine, istituzionale. Mi    chiedo  come  il   primo partito in Italia come può permettersi di fare un attacco cosi cattivo  e  pieno d'astioa  un cittadino italiano? Sono al Governo, che lo vogliano o no rappresentano tutta l'Italia, anche chi non li ha votati. Attaccare in modo così cattivo un cittadino che non ha ruoli politici dal profilo pubblico del partito è indecente e  vergognoso  a   prescindere    da Destra o Sinistra  ,


 


.Infatti mi chiedo  ancora  come si possa attaccare nella Figura di Saviano  una persona che ha avuto il merito di far conoscere ulteriormente  attraverso lo strumento letterario ad ampie fette di cittadini prima inconsapevoli o  oquasi  della terribile realtà del crimine organizzato, la sua ferocia e la sua capacità di infiltrare la nostra società. Così pericoloso per la camorra da dover vivere da anni sotto scorta. Si vergognino Meloni e Salvini,. che per cinici motivi politici fanno tutto questo. Incapaci, privi di alcun coraggio civile e personale. Ma soprattutto paragonare saviano a un sciacallo è una cosa grave  paragonarlo a uno sciacallo vuol dire offendere gli sciacalli .Ritornando  a noi   , come  ho già   detto nel  titolo   ,  ha ragione  il  Don .  Almeno c'è   sia che  ci  si schieri proo contro  Saviano  , una crtica  certo  aspra  e  un po'   di parte , ma   almeno rispettosa   e civile rispetto a   toni usati da FdI  . Infatti   dopo aver visto  varie  fiction  ( il  padrino , la  piovra  ,  Gomorra   film e serie  ,  ecc solo per  citare i principali )  concordo   quasiu totalmente  con  l'intervento del prete  . 







A ROBERTO SAVIANO
Gli ultimi tre orribili omicidi avvenuti a Napoli dovrebbero bastare per farci diventare più intellettualmente onesti, pensosi, umili; più veri. Dovremmo tutti arrossire di vergogna e chiedere perdono ai ragazzi per le ruberie perpetrate negli anni da politici che hanno pensato a riempire solo le loro tasche. Per lo spreco - enorme - di denaro pubblico. Per non essere stati in grado di bloccare le tonnellate di droga che hanno invaso la Campania e l’ Italia. Per avere costruito impensabili quartieri con materiali fatiscenti per ammassarvi migliaia di persone lasciandole poi in balia di prepotenti e camorristi. Guarire una persona influenzata è facile. Richiamare in vita un ammalato grave è cosa molto più complessa. E Parco Verde, il centro sportivo ridotto a un immondezzaio puzzolente, il comune di Caivano sciolto per la seconda volta per infiltrazione mafiose, il dramma ambientale e sanitario, i mille clan della camorra che ci angariano da sempre, la disoccupazione atavica che affligge la nostra terra, il lavoro in nero, l’evasione scolastica, la pigrizia di tanta gente “ buona” che non disdegna di insozzare e occupare strade e marciapiedi, meriterebbero un’analisi piu onesta, piu severa. Per amore di questo nostro popolo bistrattato occorre andare al di là degli slogan e degli stereotipi. Invece. Roberto Saviano scrive che “ gli omicidi dimostrano il fallimento completo del modello Caivano “. Falso. Caro Roberto, sono passati quasi 20 anni da quando - sconosciuto giornalista - venisti al “Parco Verde” per scrivere dell’omicidio di un nostro ragazzo di 15 anni. Quel racconto finì nel tuo libro “ Gomorra”. Da allora - lo sai bene - ti ho invitato tante volte a ritornare. A dare voce alle nostre voci. Non lo hai mai fatto. Non sei mai venuto. In questi 20 anni - pensa a quanti governi si sono succeduti e da chi erano formati - le cose sono andate di male in peggio. Non poteva che essere così. Lasciato a se stesso il degrado peggiora; l’ammalato si aggrava e muore. Ho chiesto aiuto a tutti. I colori politici non mi hanno mai impressionato. Sono un prete. Un uomo libero. I rischi di essere frainteso e deriso ci sono. Pazienza. Il presidente del Consiglio dei ministri della nostra repubblica, l’ anno scorso, ha accolto il mio invito. È venuta. È ritornata. Quel che è accaduto a Caivano è sotto gli occhi di tutti. Di tutte le persone oneste che vogliono vedere. Certo, è poca cosa rispetto al gran lavoro che dovrà essere fatto. I miracoli li fa Dio. La bacchetta magica ce l’ha la fata. Nessuno ha mai creduto che in un solo anno, un luogo dove - parola di Vincenzo De Luca - “ lo Stato non c’è. Punto” sarebbe diventato il paradiso terrestre. Si sta lavorando. Con fatica. Avrai saputo che “ Parco Verde” non è più una delle più grandi piazze di spaccio d’ Europa. Qualcosa si muove. Giorgia Meloni ha risposto al mio appello. Un merito che altri, prima di lei, non hanno voluto o potuto prendersi. La verità è limpida come l’acqua di sorgente. Se vuoi bene al tuo popolo, non remare contro. Si perde solamente tempo. Lascia che lo facciano i politici di professione. Noi, preti, giornalisti, scrittori, intellettuali, dobbiamo essere capaci di stare al di sopra delle parti. Essere coscienza critica. Sempre con le mani pulite. Viceversa, non saremmo credibili. No, Roberto, gli ultimi omicidi non dimostrano affatto il completo fallimento del modello Caivano, ma sono il frutto avvelenato e velenoso di decenni di disattenzione verso il dramma della camorra, della terra dei fuochi, delle problematiche giovanili, delle nostre bistrattate periferie. Ti auguro ogni bene. E ti invito ancora una volta a ritornare al “Parco Verde”. Dio ti benedica. Padre Maurizio Patriciello.

In quanto a Saviano  è  mancata l'onesta intelletuale  e   cosa strana   lui che è cosi  attento e preparato   la  capicità  d'analisi del contesto di Caivano  pre  Meloni  .

20.6.24

Cristina Fogazzi, in arte L’estetista Cinica e la lotta di classe contro chi ostenta Puzzo di povero” L’imprenditrice si difende accusando di discriminazione i follower che hanno cominciato a criticarla

  Generalmente  gli articoli  di   Selvaggia  Lucarelli   non li  digerisco  ma  qui  ha  ragione   e  conferma   quando  ho  riportato  in :   Estetista cinica, bufera sul mega party a Brera fra libri antichi e opere d’arteMusica da discoteca e abbuffate negli spazi dove agli studenti non è concesso nemmeno bere acqua. E lei si giustifica: «Non mi pare sia un museo così visitato, le mie influencer una vetrina per l’estero» .  e   il commento lasciatomi su  fb   



Una scelta a dir poco inaudita. Con 80000 euro vai nella miglior discoteca del luogo al massimo. Ciò che stupisce è che era compresa l'assicurazione in caso di danni causati dagli ospiti. Inoltre lo stesso spazio è stato più volte richiesto da varie associazioni culturali a cui è stato prontamente negato. Chissà se gli ospiti hanno mai letto un libro



  • Il Fatto Quotidiano
  • » Selvaggia Lucarelli


  • Cristina Fogazzi, in arte Estetista Cinica, è l’imprenditrice travolta dalle critiche perché per celebrare un anno di “ Overskin” ” il brand make-up della sua azienda Veralab, ha affittato la Pinacoteca di Brera e la Biblioteca Braidense sborsando 95.000 euro. L’aspetto più interessante della vicenda è l’ondata di proteste e indignazione che ha travolto Cristina Fogazzi e quello che l’accaduto racconta, perché è molto di più di un semplice “inciampo reputazionale” che travolge Veralab (l’azienda si riprenderà, non è certo la sua fine). È il sintomo acuto di un cambiamento in atto nel mondo degli influencer provocato dallo scandalo Pandoro e un sintomo che si traduce in una insofferenza sempre più manifesta nei confronti dell’esibizione del privilegio 2.0 in tutte le sue sfumature. Gli influencer più l un g i mi ra nt i hanno intercettato la rivoluzione in divenire e il rischio che oggi si corre nel riproporre sui social il modello Ferragnez (ostentazione del lusso, sovraesposizione dei minori), altri non sanno decodificare il cambiamento e persistono nello sfoggio di regali, acquisti, status.
    L’ESTETISTA CINICA, un’imprenditrice di talento che ha fondato la sua fortuna sulla lungimiranza nel comprendere le potenzialità dell’e-commerce e sulle sue doti comunicative arrivando a fatturare 70 milioni di euro, è inciampata più volte, negli ultimi tempi, sul mostro che lei stessa ha creato. Il mostro è un brand (Veralab) che è pericolosamente vicino al personal brand (Estetista Cinica/cristina Fogazzi), visto che tutti identificano le sue creme e i suoi prodotti con la sua persona. Fogazzi ha iniziato la sua scalata nell’imprenditoria puntando sulla genuinità, sulla narrazione della piccola estetista di provincia che grazie all’intuito e al lavoro è riuscita a fondare un impero. Negli anni la sua comunicazione da “familiare” è diventata sempre più simile a quella dell’influencer e imprenditrice che ce l’ha fatta, diventando uno strano ibrido: da una parte c’è lei che continua a giocarsi la carta della donna semplice che mostra pancia e cellulite, che si punta il telefono sul viso e lancia anatemi con l’accento bresciano contro chiunque la critichi (“non ce la faccio a stare zitta”), dall’altra l’imprenditrice che inizia a comprarsi tutti gli spazi e gli influencer possibili per adv (Chiara Ferragni compresa), al fine di dimostrare che Veralab sia una potenza sul mercato.
    Piano piano, il suo stesso marchio ha iniziato a diventare una specie di influencer che si imbuca ovunque, una sorta di proiezione del suo slancio di onnipotenza con tutte le criticità del caso: Veralab ha il suo carro brandizzato al Pride (perché come i Ferragnez insegnano i diritti civili fanno posizionamento), Veralab conquista l’albero di Natale in piazza Duomo a Milano, Veralab va al Festival di Venezia, Veralab è sponsor di Sanremo (con delle agghiaccianti installazioni tipo trenini e persone travestite da spumoni detergenti), il tutto con Cristina Fogazzi in prima linea a raccontare sui social la sua emozione: l’emozione dei soldi che comprano spazi commerciali e che sono pure una chiara estensione del suo ego.
    Non a caso Fogazzi vive la presenza del suo marchio a questi eventi scintillanti come fosse una vetrina per se stessa e i suoi amici influenc er (avvocate, influencer, consiglieri comunali che poi si porta anche in barca e in vacanza). Nel tempo, l’esibizione di quella che molti definiscono “cricca dell’estetista” ha iniziato a innervosire i vecchi, affezionati follower. Anche la scelta di alcune i nfluencer quali Paola Turani per promuovere i prodotti Veralab ha provocato non poca insofferenza. Turani è nota per l’ostentazione continua di regali, beni di lusso e per i famosi “home tour” della sua villa. Ultimamente ha postato un contestassimo video in cui apre un pacco contenente una borsa Gucci del valore di 3.000 euro dicendo che l’aveva comprata un mese prima ma l’aveva dimenticata nell’armadio. Un tempo questi contenuti generavano un engagement positivo, dopo la caduta dei Ferragnez l’esibizione volgare del privilegio provoca orde di commenti risentiti e critici. Cristina Fogazzi si è difesa dalle accuse affermando che lei ha pagato l’affitto della biblioteca come tante altre aziende, che promuove la cultura, che le persone ce l’ hanno con lei perché sono classiste e lei “puzza di povero”. Non ha compreso, dunque, quanto la società viva di correzioni e aggiustamenti e quanto un’influencer che è anche una imprenditrice debba riuscire a captarli per adeguare la sua comunicazione ai cambiamenti in atto. Il tempo dello sfoggio vanaglorioso 2.0 di ciò che si può comprare con i soldi è finito. Inutile poi fare vittimismo perché non viene trattata come un’azienda, ma venga identificata come “Cristina Fogazzi ex povera” perché questa identificazione l’ha creata lei, decidendo di essere influencer prima ancora che imprenditrice. Fogazzi, negli anni, ha espresso le sue simpatie per Calenda, ha accusato Elly Schlein di determinare la morte del Pd, ha rilasciato interviste dando lezioni di etica e giornalismo, ha scelto con cura le cause su cui spendersi facendo ben attenzione a escludere quelle che potevano intaccare il suo business (Ucraina sì, Gaza no). COME  I FERRAGNEZ hanno usato la beneficenza per posizionarsi e per superare il complesso dell’avidità, lei ha usato l’arte (biblioteca compresa) per tentare di posizionarsi e superare il complesso di essere “un’estetista”. Ha una tenace insofferenza per il dissenso, tanto che ha l’abitudine di contattare spesso in privato chiunque la critichi, che siano giornalisti o persone comuni. Tenta non di rado di inglobarli nella sua sfera di influenza.Molti definiscono Fogazzi “una che si muove come Berlusconi” perché appena individua un nemico prova a portarlo dalla sua parte, a offrirgli lavoro, amicizia, inviti, collaborazioni. E, se i Ferragnez dopo un inciampo pubblico utilizzavano i bambini in qualità di “scudo reputazionale”, lei usa spesso e allo stesso modo i suoi dipendenti dicendo che sì magari ha sbagliato, ma “ho decine di dipendenti a cui do da mangiare”. Ed è buffo che accusi i suoi detrattori di classismo quando spesso usa un’espressione così classista per definire coloro che rappresentano la sua forza lavoro e che danno da mangiare a lei, la quale banchetta seduta davanti a tavole ben più ricche di quelle dei suoi lavoratori. Insomma Fogazzi, così attenta alla data di scadenza delle sue creme, dovrebbe capire che anche la sua modalità di comunicazione aveva una data di scadenza. E ha continuato a usarla, senza accorgersi che è arrivata l’ora di sostituirla.

    23.12.23

    Dal clima al femminismo: il buon cuore è un business Il social washing è ovunque, i marchi e gli influencer lo usano per posizionarsi, spinti dalle analisi di mercato


    FACEBOOK TVBOY
    Doni e selfie Un murales di tvboy apparso ieri a Milano con Chiara Ferragni che fa la carità



    Gli hanno trovato un termine preciso: woke washing, che stando alla migliore delle traduzioni rintracciabili sarebbe l’usare “temi di giustizia sociale come strategia di marketing”. Da qui discende una declinazione al dettaglio quasi infinita – green washing, social washing, rainbow washing, mental health washing, curve washing, white washing, pink washing – a seconda della tematica sociale che si sceglie di appoggiare perché potrebbe avere (anche) un ritorno di immagine sui potenziali clienti.Eni, ad esempio, è accusata di greenwashing dagli ambientalisti: l’ultimo Sanremo era targettizzato (lunghi siparietti fuori dal teatro con gli striscioni inquadrati) con il marchio del suo braccio “green” Plenitude mentre l’azienda continuava a cercare e siglare accordi per l’estrazione di petrolio e gas.SU TIKTOK, invece, ha fatto molto discutere la decisione di Martina Strazzer, fondatrice del brand di gioielli “Amabile”, di uscire con una collezione dal titolo “Amore Dannoso” dedicata a “chiunque come me è stata o è vittima di violenza psicologica o fisica” a pochi giorni dal femminicidio di Giulia Cecchettin. In quel caso, dopo video di critiche, l’influencer ne ha pubblicato uno in cui annunciava che il 100% dei ricavi sarebbe stato destinato a un’associazione modenese per le donne e un altro in cui spiegava che la collezione era pensata da tempo. Tempismo sfortunato e ottimo recupero, sul filo del rischio reputazionale.Lo stesso rischio che potrebbe correre se venisse fuori il nome degli influencer che, come raccontava ieri nelle sue storie di Instagram Micol Ronchi, la sorella della ragazza scomparsa da giorni, alle richieste degli utenti di diffondere l’appello per trovare Anastasia avrebbero risposto “devo sentire il mio agente”.Le aziende, in realtà, lo chiamano “corporate activis m ” e l’accezione positiva che ha per loro spiega la reazione di chi per difendere i Ferragnez nel Pandorogate accusa altri di non fare abbastanza beneficenza solo perché non documentata. A fomentarlo, decine di analisi di mercato. Secondo Mktg, l’86% dei consumatori vuole un marketing cause-driven, cioè desidera che il brand si impegni in una causa sociale. Uno studio di Edelman dice invece che il 57% del campione si aspetta posizioni definite sulle questioni sociali di rilievo. E che i consumatori sono disposti a pagare di più per questo. Si parla però poco di trasparenza. Gli influencer, poi, come spiega anche il sito specializzato be2be, sono ormai dei marchi. “E se in passato il focus del marketing era il prodotto, oggi è il consumatore con tutte le sue emozioni, pulsioni e convinzioni... spacca gli utenti e i consumatori, ma parla a un target molto preciso, lo prende per il cuore”. Rossella Sobrero, fondatrice del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, su Vita.it pare bocciare questa modalità. “Diventa urgente prendere le distanze da personaggi che, grazie al patrimonio di follower, rischiano di diventare punti di riferimento sui temi sociali, senza nessuna competenza”. E Ferragni non è l’unica. “Sono molti i personaggi famosi che sembrano battersi per una buona causa: in alcuni casi si tratta di esempi negativi di influactivism, parola inventata negli Stati Uniti per definire chi utilizza i social per rafforzare community numerose e sempre più attive”.ANCHE  CONSUMATORI CHIEDONO IMPEGNO, MA SERVE ANCHE TRASPARENZA perché, ormai, gli influencer sono i nuovi perfetti testimonial di tutto. A Pasqua, per dire, le uova hanno puntato su una fitta pletora di content creator come testimonial, andando oltre i tradizionali cartoon: oltre a quelle della Ferragni, ci sono state (senza sostegno a iniziative benefiche) le uova di Fedez, di Elettra Lamborghini, degli youtuber “Me contro Te” e “Le Twins”, della signora delle ricette Benedetta Rossi. Ma pure quello di Clio Makeup, questo sì sullo stesso modello Ferragni

    10.12.23

    Diario di bordo n°23 anno I . Ie nuove generazioni sotto attacco ., cosa è fatta la pelle delle salsicce vegane ., Le lamentele contro i contadini degli eco-idioti che vanno a vivere in campagna perchè fa chic: denunce a raffica contro la puzza delle stalle ed il rumore degli animali


    Girovagando tra i miei contatti ed le loro bacheche fb , in una d'esse m ho trovato questo post
       

     

    Oggi sono particolarmente incazzata. Non faccio altro che leggere di quanto siano terribili le nuove generazioni, di quanto sia terribile la musica che ascoltano, di quanto sia terribile qualsiasi cosa loro facciano. Tutto terribile. Non si salva niente e nessuno. Adesso invece ve lo dico io cosa sia davvero terribile. Terribile è che in un sistema scolastico orrendo, dei bambini delle elementari debbano veder ogni cazzo di anno cambiare le insegnanti. Terribile è sapere che i bambini crescano disorientati perché chi di dovere, non sa garantire una figura di riferimento costante nella loro istruzione. Terribile è sapere che ci sono delle insegnanti di ruolo INDECENTI e che non vengano mandate via per far spazio a chi invece si fa il culo per aiutarci a crescere i nostri figli nel migliore dei modi. Terribile è che secondo il pensiero comune, i ragazzi non debbano avere aspirazioni perché devono fare la gavetta, essere sfruttati e andare a chinare la schiena anziché studiare per essere gratificati dal loro lavoro un domani. Terribile è che chi non ha possibilità economiche non possa brillare perché in questo mondo di merda non contano un gran cazzo. Terribile è comprendere che malgrado tanti ragazzi giovani ce la facciano in questo mondo che non li merita, si criticano e basta. Puntualizzo sempre che tra i giovani di oggi c'è marco tamberi, lorenzo patta, sofia raffaeli e via discorrendo. Terribili siete voi con queste continue cazzate sui giovani di oggi. Ma voi, in tutto questo, cosa siete stati capaci di garantire ai giovani? Ve lo dico io cosa siete stati capaci di garantire... UN BENEMERITO CAZZO DI NIENTE !!!

    che   condanna   benissimo le  crociate  mediatico -culturali    contro  le    nuove  generazioni  . Non sto negando il malessere o che      giovanile  delle  bab  gang   con colonna  sonora   ed  esempi  dei trapper  e  non solo ( vedere post  precedenti )   partito   quasi  30 anni   fa  dalle periferie  e  come    un'onda, un'onda nera e appiccicosa che cola dalle TV e dai settimanali rosa  che uccide i nostri pensieri, che ci droga di calcio e sesso e intanto chi tira le fila insabbia e corrompe e non ha mai smesso dovuta  o sottovalutazione   e alle leggi manzoniane   , repressive   ed  propagandistiche     da parte  che   non  risolve    e  neppure ci prova  seriamente  le  cause    elencate  sopra  .  Ma  soprattutto   le  ersone  grette , invidiose  ed  malviagie   ci sono  in  tuttew le  generazioni  



    io  non   sono schizzinoso     essendo stato educato    dall'infanzia  (  mondo degli stazzi \     società contadina  )  a  mangiarte  tutto  ed  a  non buttare  niente     Infatti  sono  al 90  % vegetariano (  a  mia   educazione  e  cultura  contadina   )  o quanto meno  seguo una   dieta medittteramea  ed  cerco   quando mangio  :   carne,pesce ,  uova     d'evitare il più possibile queli  di produzione intensiva      tantoi  d'essere   scambiato  d'amici \  che  "  carnivori  come  un vegano     tale  servizio    mi   ha  scioccato  e reso   ancora  più diffidente    verso   i  prodotti    vegan  da  super mercato    e  da  grande  distribuzione   




    John Whaite ha visitato Heck Foods nello Yorkshire per scoprire come vengono prodotte le salsicce vegane, ma la gente non riesce a credere di cosa sia fatta la pelle
    Gli spettatori di Channel 4 si sono sentiti “male” dopo aver visto l’ultimo episodio di Supermarkets Unwrapped mentre hanno potuto vedere in prima persona come vengono prodotte le salsicce vegane .
    Il documentario ha visto Helen Lawal visitare Tesco per saperne di più sugli hamburger vegani, Briony May Williams ha imparato a preparare una quiche senza uova e Kate Quilton ha scoperto esattamente come viene prodotto il latte senza latticini. Tuttavia, è stata la visita di John Whaite ad una fabbrica di salsicce per vedere la produzione di pezzi vegani che ha portato troppo lontano per gli spettatori.
    Nel segmento, John ha visitato Heck Foods nello Yorkshire per incontrare il responsabile delle innovazioni Callum Smith, che supervisiona la produzione di oltre 600 salsicce al giorno. La coppia è stata vista in piedi accanto a una macchina mentre discuteva di come realizzano la pelle affinché il prodotto imiti quello reale.


    Una clip mostra l’impasto di salsicce vegetali che passa sotto una cortina di soluzione di cloruro di calcio, che conferisce alle salsicce la pelle. Successivamente viene tagliato ed è pronto per essere tagliato in porzioni individuali.
    Callum ha detto che la pelle dà un “gioco” alle salsicce, spiegando: “Utilizziamo una proteina vegetale strutturata e poi abbiamo sviluppato alcuni sapori per darle il sapore di una salsiccia di maiale. Incorporiamo il mix di salsicce senza carne e un gel in questo piccola testa allo stesso tempo. Questo è gel di alginato ed è fatto con un’alga.”
    John ha immerso un po’ di gel nella soluzione di cloruro di calcio per avere un’idea della pelle che si forma su di sé. Ha detto a Callum che si era “davvero irrigidito”. Ma inizialmente aveva pensato che il cloruro di calcio fosse usato solo per sbrinare le strade.



    Tuttavia, la scena ha disgustato gli spettatori che si sono immediatamente rivolti a X (ex Twitter) per condividere la loro reazione al prodotto realizzato. Un utente ha scritto: “Urgh… guardo raramente la TV in diretta, ma guardo Supermarkets Unwrapped e mi sento male guardando il cibo preparato… questo non è un buon programma.”
    Un altro ha aggiunto: “Questo programma di Channel 4 mostra davvero alcuni disgustosi intrugli nella preparazione di cibo vegano”.
    Nel frattempo, un terzo ha commentato: “Guardando Supermarkets Unwrapped su Canale 4. Stanno facendo un corridoio vegano. Mio Dio, fino a che punto i produttori arriveranno a produrre UPF [alimenti ultra-processati] c*** per sostituire gli alimenti naturali. Se vuoi per essere vegano, mangia piante vere, non questa merda sintetica.”



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    sempre dalla mia rassegna social dalla fogna , spesso nella merda cki trovi delle perle , in particolare telegram ho trovato su https://www.dcnews.it/ (  sito  lontanissimo anni luce  dal mio modo di pensare  )   del DICEMBRE 9, 2023 che riporta Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per www.corriere.it  che     sarebbe  bello    se  tale  legge  fosse   fatta  anche  in italia   dove  sesso i nosri tribunali sono ingolfati   da cause  simili  


    Le lamentele contro i contadini degli eco-idioti che vanno a vivere in campagna perchè fa chic: denunce a raffica contro la puzza delle stalle ed il rumore degli animali



    Un allevatore di mucche di Saint-Aubin-en-Bray nel 2022 è stato condannato a pagare 110 mila euro di danni a sei residenti locali che si lamentavano del rumore e degli odori provenienti dalla sua fattoria. Secondo la FNSEA, il principale sindacato degli agricoltori, attualmente in Francia sono in corso 480 cause di questo tipo.Oggi l’Assemblea nazionale francese discuterà una proposta di legge, presentata dal ministro della Giustizia, che punta a «proteggere chi lavora» e ad alleggerire il carico dei tribunali, riducendo le possibilità di ricorso dei «neo-rurali».Tra le tante fratture della società francese c’è anche quella tra i nuovi adepti della campagna e chi ci vive da generazioni, ovvero i contadini e gli allevatori. Il Covid e il confinamento hanno accentuato una tendenza in atto da tempo, ovvero la fuga dalle città verso i posti di mare o le campagne, come pendolarismo con le residenze secondarie o come trasferimenti stabili.Il cittadino stanco della dura vita nel caos di Parigi vagheggia un’esistenza più sana e piacevole, cibi genuini e a chilometro zero, e si stabilisce nei piccoli villaggi di campagna, dove però spesso scopre che le mucche muggiscono a tutte le ore del giorno e della notte e che le oche starnazzano. I tribunali sono pieni di ricorsi di «neo-rurali» che denunciano gli agricoltori e gli allevatori per questioni di vicinato.La nuova legge punta a tutelare il diritto delle fattorie di esercitare la loro attività all’interno dei loro confini, e pazienza se rumori e odori invadono le proprietà vicine.Se la legge verrà approvata, un agricoltore insediato in campagna da generazioni non dovrà più preoccuparsi dei capricci dei vicini appena arrivati dalla città in cerca di scorci pittoreschi.

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    ha  perfettamente  ragione  in quanto  l'evadere  in campagna    si è  trasformata  da  un cosa  utile   a   una moda  da fighetti  che   neppure   sanno o  hanno dimenticato      che   la  campagna   ha k suoi rumori ed  odori    e  che  non è solo  bucolica   


    3.1.23

    comodo di dire agli altri che non fanno sacrifici quando tu hai le spalle coperte di Leonardo Cecchi tramite Maria Patanè

      da  Maria Patanè



    Gira insistentemente da settimane l'intervista a questa persona, Vittoria Zanetti, 31enne fondatrice di un'azienda che fattura milioni, la quale esorta i giovani "a fare gavetta", perché lei è partita come "cameriera e sono state esperienze toste".
    Poi scopri che la famiglia possiede una delle più grandi industrie casearie d'Italia, fatturato di milioni. E un po' ti cascano le braccia perché con tutto il rispetto per la signorina, non penso che da quella posizione sia legittimo far credere a centinaia di migliaia di ragazzi che fare la gavetta serva a metter su aziende milionarie. Perché quei ragazzi la gavetta la fanno per sopravvivere, per pagarsi gli studi, le bollette. E il mondo Disney in questo Paese funziona solo quando hai enormi disponibilità alle spalle. Se hai il babbo operaio, stai tranquillo che nel 99% dei casi la gavetta la puoi fare per trent'anni, ma il brand da milioni non lo metti su.
    Dunque con il massimo rispetto per lei e per chi sta facendo compulsivamente girare la sua intervista, un semplice appello: abbiate voi rispetto nell'uso delle parole. Raccontate ciò che fate, ma per cortesia un po' di decenza nel fare certe affermazioni.
    Leonardo Cecchi

    13.8.22

    La difesa radical chic e pseudo ambientalista di Jovanotti e del suo sponsor wwf . E il vero ambientalismo di Battiato che 40 annullo un concerto pagando una penale perchè si sarebbe distrutto un bosco .

    Jova Beach Party, parla il presidente del Wwf: “Le spiagge non sono tutte uguali, abbiamo detto tanti ‘no’. Polemiche strumentali oltre che sbagliate”punto   le balle  di Jovanotti --- in piena crisi climatica, non vogliamo più tollerare che l’ecologismo sia vincolato da banche fossili, allevamenti intensivi, cantanti che insultano chi si prende cura della natura concretamente e comuni che permettono tutto ciò . Ed  di quelle  associazioni da  essi foraggiate  

     Siamo --    come  fa  notare    la  curatriuce  dei  video  sotto  cristina  coto   che  critica    punto per 

     

     

     Una  lezione  all'ipocrita  ed   pseudo  ambientalista    Che definisce gli ambientalisti    seri econazisti  e s'arrampica sugli specchi  (vedete video  di critiche o accuse come le definiscono molti )    vienme  oltre  dai  video  sopra   anche  da quello che  fu    un grande  della  musica italiana    . 

    Sapevi che quarant’anni fa Franco Battiato ha rinunciato a un evento in Sardegna per salvaguardare la natura? Lo ha raccontato il tastierista Filippo Destrieri in un’intervista lo scorso anno.
     
    Francesco Castagna 10 Agosto 2022

    Ne sono passati di anni da quando un famoso artista e maestro della musica italiana, Franco Battiato, ha deciso di mettere al primo posto la tutela dell'ambiente al divertimento. A raccontarlo, con un velo di malinconia, è il tastierista Filippo Destrieri.In un ricordo vecchio 40 anni, regalato al giornalista Fabrizio Basciano in un'intervista rilasciata nel 2021, il musicista ha raccontato come nel 1981 Battiato si sia rifiutato di esibirsi a Villasimius, in Sardegna.L'organizzazione che si doveva occupare del concerto aveva abbattuto un bosco per realizzare gli spazi che servivano per l'evento.Era l'anno de' La Voce del Padrone, un album con cui l'arista siciliano ebbe un successo clamoroso. Ma ancora più eclatante fu il comportamento di Battiato durante la tappa del suo tour in Sardegna.Destrieri racconta che "A Villasimius, in Sardegna, successe poi un fatto eccezionale. Era l’ultima data di un minitour sardo, e mentre stavo arrivando sul posto con la band incrocio la macchina di Battiato: stava andando via e ci faceva segno di seguirlo".Poi il chitarrista spiega che solo quando arrivarono all'aeroporto Battiato ha rivelato il motivo dell'annullamento del concerto. "L’organizzazione stava tirando giù un bosco secolare per far spazio alla gente. Aveva fermato le ruspe e, accollandosi la penale, rinunciato a quella data”. Mentre dal passato ci arriva una grande lezione di stile e di come si possa fare musica in maniera etica e sostenibile, il presente ci regala purtroppo degli scenari ben lontani dal rispetto dell'ambiente.Per esempio, il concerto a Marina di Ravenna di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, è stata l'ennesima dimostrazione di come, per creare degli spazi adatti all'evento, siano state abbattute decine di alberi.Gli organizzatori dell'evento hanno già previsto di riforestare l'area, che doveva già subire un intervento del genere.Ma c'è da chiedersi se queste operazioni di deforestazione siano state rispettando le specie viventi nell'ecosistema (messa in sicurezza degli animali o di eventuali nidi di uccelli o tartarughe) e se verranno poi realmente realizzate.

     

    8.8.22

    Ferragni e Fedez che, dopo aver fatto gli ambientalisti, prendono il jet privato per raggiungere Ibiza con i bambini, inquinando in 90 minuti quello che due persone normali inquinano in un anno. di miliano Rubbi

     insomma, si scopre che Chiara Ferragni e Fedez, per il loro viaggio con i pargoli da Milano a Ibiza a bordo di un jet privato (90 minuti), hanno inquinato esattamente quanto due persone inquinano nell’arco di un intero anno. Che uno dice: vabbè


    , mica sono i soli straricchi a usare dei jet privati pure per andare a fare la spesa, eh.
    Però, in effetti, almeno gli altri loro colleghi milionari solitamente hanno il buon gusto di non presentarsi come paladini dell’ambiente, forza Greta e via dicendo.
    Un po’ come il simpatico Jovanotti, che da due estati si aggira per l’Italia devastando allegramente ecosistemi con il suo Jova Beach Tour, ma se uno glielo fa notare lui risponde che sono tutte bugie degli “econazisti”, come una Meloni qualsiasi.
    Quando si capirà che l’ecologismo è una questione seria e non un accessorio di moda da sbandierare quando si cerca di raccattare qualche like o vendere qualche biglietto in più, probabilmente inizieremo a fare qualche passo avanti.
    E non accadrà per merito di una tizia che vende sciampi e borsette e cavalca questi temi perché vanno di moda, e neppure grazie a un cinquantacinquenne che si veste come uno che ha chiesto consigli sul look a un Manu Chao sotto acido, ma grazie a una rinnovata consapevolezza generale.
    E no, credetemi: questa roba non aiuta a creare alcuna consapevolezza, serve solo a far sentire “dalla parte giusta” un pugno di ingenuotti che si muovono coi mezzi pubblici e a far arricchire ulteriormente quelli che pisciano in testa alle loro illusioni direttamente dal jet privato.Le risposte che mi sono arrivate da parte dei piccoli fan dei Ferragnez sono di due categorie:
    1) “Perché tu non inquini? Non prendi la macchina? Se prendevano un aereo di linea inquinavano lo stesso”.
    Che fa quasi tenerezza, perché ti rendi improvvisamente conto che questa gente non capisce che prendere un aereo di linea significa dividere l’inquinamento per 200 persone e non per 4.
    E, soprattutto, che l’aereo di linea parte lo stesso (si chiama “di linea” apposta), quindi l’inquinamento del tuo c**zo di jet privato SI SOMMA all’altro.
    Tralascio la parte sul paragonare l’automobile a un jet privato che inquina un milione di volte tanto e che serve a portarti in un posto che avresti potuto raggiungere in mille altri modi, perché mi auguro che non ce ne sia bisogno.
    2) “SEI SOLO INVIDIOSO / LA TUA È INVIDIA SOCIALE”.
    E questa la trovo anche più triste dell’altra.
    Perché, se nel primo caso è evidente che si tratta di persone che non sono riuscite a fare da sole un ragionamento elementare (e magari non è neanche colpa loro), in questo caso si tratta di un’aberrazione sociale, culturale, di stampo berlusconiano, che chiaramente ha fatto breccia nelle menti di tante persone che, spesso, si definiscono pure “di sinistra”.
    Il che è, francamente, avvilente.

    Lucilla Calabria
    Complimenti
     per la spocchia radical-chic contro la Ferragni, che venderà anche gli shampoo, ma nel frattempo ha messo su un'azienda che fattura e dà lavoro.Avete ammorbato con questo odio sociale, voi paladini di battaglie infarcite di rancore, siete riusciti a rendermi simpatici Jovanotti e la Ferragni in un colpo solo.
    Emiliano Rubbi
    Lucilla Calabria ora, a prescindere da tutto, mi riporteresti dove avrei espresso dell’odio sociale? Io ho parlato solo di ipocrisie. Possibile che non riusciate a capire mai  
    In pratica: si bypassa del tutto l’argomento del post (l’ipocrisia di una che vende gli smalti “green” e va a Cannes con l’abito “sostenibile” e poi se ne sbatte allegramente di inquinare come una ciminiera per andare in vacanza sul jet “da ricca”), che è una cosa incontrovertibile, per riprendere un’argomentazione in pieno stile Briatore/Silvio/Renzi: “tu sei solo invidioso, perché lei è ricca e ha il jet privato”.
    Il che spiega chiaramente due cose: in primo luogo che queste persone hanno una sorta di culto dei loro idoli di plastica, tanto da non riuscire neanche a vedere l’ipocrisia di una cosa del genere, in secondo luogo che considerano la ricchezza “un valore” di per sé, e se critichi un ricco significa che sei invidioso.
    Non li sfiora neanche l’idea che, magari, tu non scambieresti la tua vita con la loro per nessuna ragione al mondo, per dire.


    Io, a questo punto, come l'autore << comincio a pensare che, per questa gente, bisognerebbe iniziare a prendere in seria considerazione il reato di circonvenzione di incapaci. >>

    emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

    Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...