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30.1.24

DIARIO DI BORDO N°33 ANNO II Cori razzisti: Udine boccia la cittadinanza onoraria a Maignan ., Scegliere Bonolis e meravigliarsi che faccia battute in stile “Ciao Darwin” Alla serata inaugurale di Pesaro 2024 capitale della cultura

non  so  chi  è più  razzista   chi   ha  :gridato  quelle becere  e vergognose  frasi   e  fatto   il
vergognoso  gesto della scimmia   o coloro    che hanno  votato  contro la  cittadinanza onoraria a Maignan portiere del Milan .

da  Il Sole 24 Ore 17 ore    tramite  https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/

Il Consiglio comunale di Udine ha bocciato la proposta del sindaco, Alberto Felice De Toni, di attribuire la cittadinanza onoraria a Mike Maignan dopo i cori razzisti contro il portiere nel corso di Udinese - Milan lo scorso 20 gennaio. Per essere approvata la proposta - spiega il Comune di Udine in una nota - aveva bisogno dei voti dei tre quarti dei consiglieri. In tutto sono stati 38 a votare, a favore la maggioranza con 25 voti, 13 i contrari della minoranza di centrodestra e tre gli assenti. «Prendo atto con dispiacere che il centrodestra non è stato al nostro fianco in questo delicato momento. Si è persa l’occasione per dimostrare che la nostra città è unita e che si distanzia nettamente da quello che accaduto, che, per quanto frequente in diversi stadi e messo in atto da pochi singoli, non rappresenta minimamente la città. Né tanto meno i nostri tifosi», commenta il sindaco Alberto Felice De Toni.«Il nostro intento - spiega il primo cittadino - era duplice: una forte presa di posizione, altamente simbolica, contro ogni tipo di discriminazione. E allo stesso tempo la difesa della nostra città e dei nostri tifosi da accuse ingiuste. E’ stato deludente come la minoranza ne abbia fatto un tema di mero scontro politico, quasi campanilistico, alimentando divisioni e polemiche. Ci sono temi su cui l’antagonismo fra partiti passa necessariamente in secondo piano, la lotta al razzismo è una di queste »














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Non sapevo , forse  per  la  mia  educazione  contrastante    fra sessismo  e femminismo  , che   chiamare  una  direttrice d'orchestra    signora     fosse   sessismo  . Ma  poi  vedendo   il  video  





Paolo Bonolis  secondo    Rumors.it  << è sempre Paolo Bonolis. Il suo modus operandi che l'ha reso il personaggio che conosciamo oggi è basato sulla presa in giro dell'interlocutore e un atteggiamento strafottente nei confronti di chiunque. Nonostante queste premesse, Bonolis è stato scelto per presentare la serata d'apertura di Pesaro Capitale della Cultura 2024: l'epilogo era già scritto e così è stato. >> Infatti

                                                   © Fornito da Rumors.it

il conduttore si è reso protagonista di alcune gaffe con la direttrice d'orchestra che hanno fatto insorgere il web.
Subito prima dell'esibizione dell'orchestra, Paolo Bonolis a Pesaro ha esordito appellandosi alla direttrice d'orchestra con "signora", tanto che la stessa ha risposto al conduttore con una risata imbarazzata e dichiarando: "Non mi offendo se mi chiama direttrice". E fin qui   ci può  anch e stare    perchè  , non mi  sembra  sessismo  ma,   soprattutto  dopo    che   te  l'hanno  fatto notare   , maleducazione  .  Ma la prima gaffe non è bastata a Bonolis che ha continuato facendo apprezzamenti fisici sulla direttrice arrivando addirittura a definire la percussionista "sexy" davanti a tutti.In quel   caso lo  è   sembra  un maschio  allupato   \  un mandrillo arrapato   .  Infatti  vedendo il video   Non è stato possibile nascondere l'imbarazzo e subito l'atmosfera nel teatro si è raggelata.  tanto  che  la  direttrice d'orchestra, Francesca Perrotta, estremamente risentita per l'accaduto, ha rilasciato una nota a Quotidiano Nazionale e ha affermato di aver trovato il modo di porsi del conduttore: "Brutto e spiacevole e denigrante". E ha aggiunto che definirla "signora" e non "direttrice d'orchestra" ha svuotato completamente del suo valore la sua presenza: "Il fatto di essere lì perché avevo un ruolo. Non ero la signora Perrotta. Ero lì perché ero la direttrice".
Riguardo le parole usate nei confronti della percussionista, la direttrice Perrotta ha affermato: "Mi ha dato fastidio, ma non ho avuto la prontezza di rispondere. Era fuori luogo. Alla musicista ho detto che ero dispiaciuta, lei mi ha fatto un sorriso ed è finita lì. Siamo abituate a veder travalicare la sottile linea che va nel personale, in questo caso di basso livello perché sessuale: da sempre gli uomini esercitano un potere e le donne lo subiscono. Ma nessuna donna avrebbe presentato così un musicista chiamato a esibirsi davanti a 8mila persone".
Anche sui social, in tantissimi hanno voluto esprimere la loro opinione sottolineando come le parole di Bonolis fossero fuori luogo e che non avrebbero dovuto il conduttore di Ciao Darwin per una presentazione del Ministero della Cultura: "Associare un evento di cultura ad un personaggio come Bonolis è un ossimoro. Ľ organizzatore di questo evento è evidentemente ignorante come il presentatore che ha scelto"; "Colpa di chi lo ha messo in quel ruolo, al di fuori della TV Bonolis può presentare al massimo la sagra della salsiccia o qualche gara di rutti"; "Se inviti Bonolis a presentare e non sai stare allo scherzo, magari ti prendi un po' troppo sul serio?".
Insomma, in molti pensano che la colpa non sia di Bonolis, vittima solo di se stesso e del personaggio che si è creato, ma di chi lo ha invitato a presentare un evento della portata della presentazione di Pesaro come Capitale della Cultura 2024. Non è difficile vedere dal curriculum di Bonolis l'altezza culturale dei programmi che conduce, perciò la scelta sarebbe dovuta ricadere su qualcun altro. A volte per evitare lo sbadiglio (perché sicuramente avranno scelto il conduttore di Ciao Darwin per portare una risata e pubblico ad un evento poco allettante), si osa troppo. Ora la palla passa al Ministro della Cultura ma  credo    che     che  non  dirà niente  vedi il caso Sgarbi  


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22.1.16

Bonolis, il re del trash si butta sull'omofobia ed xenofobia pur di far audience . Fare gli idioti e rendere tutti più idioti


Leggo  ormai    sempre  più   sconfortato    su  http://www.lettera43.it/cultura/ che  

Ciao Darwin di Bonolis torna. E chiama anti-gay e razzisti. Una tivù deprimente. In cui il conduttore sguazza. La sola regola è alzare l'asticella dell'osceno.

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21 Gennaio 2016
Il diverbio con insulto omofobo tra Mancini e Sarri durante Napoli-Inter di Coppa Italia.
(© Ansa) Il diverbio con insulto omofobo tra Mancini e Sarri durante Napoli-Inter di Coppa Italia.
Se c'è un caso in cui tutti, o quasi, fanno i froci col culo degli altri, è questo.
Primo il Sarri, il compagno Sarri, fisiologicamente a favore dei diritti, dei deboli, che si lascia andare a insulti da osteria, ma così, insouplesse, come a dare del “democristiano” (immaginarsi che sarebbe successo se fossero usciti da altre bocche, con meno expertisesociopolitico).
Poi l'altro, il Mancini che ne fa un caso di salute pubblica e non per solidarietà, visto che in passato si è concesso più o meno gli stessi epiteti, ma pro domo sua e comunque non si capisce se sia parte lesa, se gli piacciano le donne o che accidenti altro.
GIOVANNE D'ARCO ALLE SPECCHIO. A ruota i vari soggetti e soggettini che cavalcano la tigre e così parlano di se stessi, Giovanne d'Arco allo specchio.
Fingendo, tutti, di non sapere, di non capire che a bordo campo, e sugli spalti, questo si sente dal primo al novantesimo minuto, recupero compreso, perché il mondo del calcio a dirla tutta è una bella suburra culturale, ma poi finisce lì e non è il caso di farne una tragedia greca.
E AI GAY NEL CALCIO CHI PENSA? Mentre il problema dei calciatori gay - che ci sono e sono tanti, ma temono di uscire allo scoperto -, quello sì che viene rimosso: quando il compianto Carlo Petrini lo sollevò nei suoi libri, con la sua schiettezza brutale, venne accusato di specularci sopra.
Per ultimo, a proposito, arriva Bonolis, Paolo Bonolis.
Figuriamoci se poteva lasciarsi scappare una simile occasione.

L'idea meravigliosamente squallida di Ciao Darwin

Paolo Bonolis durante una puntata di ''Ciao Darwin''.
Paolo Bonolis durante una puntata di "Ciao Darwin".
Bonolis si è messo in testa questa idea meravigliosamente squallida: provinare un mucchio selvaggio di omofobi e razzisti per la nuova edizione di Ciao Darwin.
IL SOPRAVVALUTATO. Questo Bonolis è un tipico rappresentante dell'intrattenimento cosiddetto per famiglie, strapagato, sopravvalutato, uno di quei conformisti che si ammantano di trasgressione: seleziona (e irride) la peggio umanità, però se lo interpelli ti risponde che lui è «assolutamente» in favore di tutto e di tutti.
Assolutamente, come tutti quelli che non credono a quello che dicono.
E magari viene a dirti che lui gli omofobi e i razzisti li convoca in fama di reprobi, per esporli al pubblico ludibrio, alla gogna televisiva.
UTILE SOLO ALLA SHARE. Ma è una grandiosa palla, gli servono per far cassa e cassetta e del resto non gli importa, non si cura di eventuali conseguenze, di significati reconditi, della mortificazione di chi davvero ha ragione di soffrirne e non ha voce per protestare.
Lui è uno che da un quarto di secolo campa sulla schiuma e ci si trova alla grande.
Se capita una concorrente vistosa, che di cognome fa “Puppinato”, ci sguazza a forza di borbottii, occhiate sgranate, mezzi commenti: «Eh lo dicevo io...».
PESANTEZZA DEPRIMENTE. E la gente ride, lo trova simpatico e questo sarebbe il trash, che si è sdoganato per conto suo come una profezia che si autoadempie nel nome di una presunta leggerezza che non è mai esistita, questa spazzatura televisiva è di una pesantezza deprimente, non ha neppure l'autoironia delle commediacce Anni 70 con Lino Banfi e Alvaro Vitali.

Dopo un quarto di secolo il presentatore è alla frutta

Paolo Bonolis.
Paolo Bonolis.
Cosa significa selezionare gente che ce l'ha coi “froci”, i “negri”, le donne, gli immigrati, insomma per tutti i gusti, che mette insieme un rosario di cliché subculturali, e farli sfilare per un programma televisivo?
Far capire che l'Italia è ancora questa, fare della sociologia d'accatto, pretendere di far riflettere un pubblico che, al contrario, rischia di rispecchiarsi, perché il pubblico di Bonolis questo è?
TROVATINA STUPIDA. Sì, d'accordo, non sarà il caso di farla lunga come la Regione Piemonte, a suon di esposti e di segnalazioni all'Unar, che sarebbe l'ufficio contro le discriminazioni, non sarà il caso di istituzionalizzare una trovatina stupida, una provocazione che si commenta da sé.
Però è proprio il livello della pensata a lasciare sconcertati: uno che dopo un quarto di secolo di esperienza televisiva non sa trovare altro per rilanciare il suo programma, non è alla frutta?
VOLGARITÀ DELIRANTI. Non trascina ancora più giù una televisione che sembra non trovare limite al suo peggio, alle sue volgarità deliranti e del tutto autoreferenziali, lo sporco per lo sporco, la rissa per la rissa?
Succede nell'intrattenimento leggero come nell'informazione, nei talk show da gambetta accavallata come nei programmi sportivi, per non parlare dei reality dove la regola è alzare l'asticella dell'infame e dell'osceno altrimenti si va tutti a casa.
C'è un limite o il limite è solo l'inferno?
CORRIAMO VERSO LA MISERIA. Non sarà per Bonolis che gli italiani si riscopriranno migliori o peggiori, ma il Bonolis di turno si propone come punta avanzata di un livello che subito altri tenteranno di superare in una corsa ormai incontrollabile verso l'umana miseria.
Ma pare che le pulsioni più fisiologiche, più imbarazzanti (un tempo) siano particolarmente apprezzate, la mutazione genetica di chi la televisione la fa e la guarda è sempre più nel segno del “diciamoci tutto, facciamoci tutto”, la discrezione è ipocrita, il pudore borghese, la misura non paga, la decenza non porta da nessuna parte.
Insomma siamo alla regressione orgogliosa.
Ciao Darwin, ma alla rovescia. O meglio, alla lettera.
 
Twitter @MaxDelPapa




ha ragione Alessandro Gilioli ( qui il suo curriculum ) su 

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it del 21\1\2016
Poche cose sono indicative dello stato dei media in Italia come la notizia dell'annuncio con cui la trasmissione "Ciao Darwin" cercava «persone contrarie all'integrazione degli stranieri» e «persone contrarie ai diritti dei gay»: insomma, seppur detto meglio, razzisti e omofobi.La questione, tuttavia, non sta nelle specifiche tipologie ricercate in questo caso (peraltro piuttosto diffuse in un Paese dove sei persone su dieci non leggono neppure un libro all'anno: che bisogno c'era di mettere un annuncio?).La questione, si diceva, sta altrove.Sarebbe stata infatti la stessa identica cosa se avessero cercato, chessò: proseliti del veganesimo, rabbini contrari all'evoluzionismo, favorevoli al ritorno dei Savoia, vessilliferi della vita su Marte o delle virtù terapeutiche del riso canadese.Insomma, macchiette.La televisione italiana vuole macchiette, per portare la realtà al massimo della semplificazione. La televisione italiana odia la complessità, detesta la sfumatura, è terrorizzata dai toni grigi. Specie se in questi grigi c'è uno straccio di ragionamento.E mica solo Bonolis.Anche i talk show politici sono costruiti quasi tutti così. Ciascuno deve recitare una parte: oggi, tendenzialmente il renziano o l'antirenziano, sulla falsariga del ventennio in cui bisognava fare i berlusconiani contro gli antiberlusconiani. Ma sono ammessi anche macchiettisti minori: l'ex grillino deluso, il vetero di sinistra rimasto negli anni 70, il cinico blu che non crede più a niente, l'uomo della strada che odia la casta, il contestatore della moneta unica, lo startupparo digital-ottimista. Eccetera eccetera.Più sei etichettabile, banale e ortogonale - nella posizione che interpreti - più hai probabilità di essere invitato.Gli ospiti lo sanno e, nel 90 per cento dei casi, quando vanno in tivù rendono il loro pensiero il più possibile etichettabile, banale e ortogonale, allo scopo di farsi reinvitare: del resto un'assidua presenza in tivù presenta per loro una discreta quantità di vantaggi collaterali.Così si verifica lo strano fenomeno che ho riscontrato più volte: quello di politici e opinionisti che quando li incontro di persona rivelano una pacatezza argomentativa, una ricchezza di pensiero e una complessità di ragionamento che poi spariscono completamente quando li rivedo in tivù, a interpretare il ruolo loro assegnato.A volte mi chiedo se siano gli stessi. O se prima andare in tivù si calano qualcosa. Invece no: semplicemente, quando sono on air svolgono con diligenza il compito per il quale sono invitati. Cioè evitare la complessità e mettere in fuga il ragionamento.Fare gli idioti e rendere tutti più idioti.


Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...