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13.7.25
Funerali con le “svastiche”, Pilotto: “La pietà per un morto non deve essere una scusa per violare le Leggi” il caso dei funerali dello storico camerata Davide Cattaneo, 68 anni, fondatore del gruppo neofascista Avanguardia Nazionale,
Ahe il sindaco di Monza, Paolo Pilotto, ha preso posizione sulle polemiche suscitate dal funerale nel Duomo di Monza dello storico camerata Davide Cattaneo, 68 anni, fondatore di Avanguardia Nazionale, avvenuto con la presenza, ritenuta sconveniente da Anpi e Sinistra Italiana, di una bandiera a due aste (ispirata a quella delle Ss naziste), con la runa di Odal, simbolo dell’organizzazione neofascista, disciolta nel 1976 in virtù della legge Scelba, ai piedi della bara e poi appoggiata sul duomo di Monza.
E’ una lunga riflessione, quella di Pilotto: “Acque agitate in città. Ma per 100 persone che sanno sempre quale sia la soluzione a portata di mano o che hanno sempre un giudizio lapidario da dare su tutto, ce ne sono decine di migliaia che vogliono affrontare i problemi per risolverli, perché amano la loro città e vogliono che continui ad essere una città dove vivere bene e coltivare relazioni umane serene e positive, anche nella complessità della vita quotidiana, anche nella fatica di doversi confrontare per cercare le soluzioni migliori”.
Continua poi il sindaco di Monza: “Allora forse va aggiunto: Non va bene che di giorno o di sera o di notte, malgrado gli sforzi sempre maggiori di Forze dell’Ordine e di Polizia Locale, ai quali va la mia totale stima e solidarietà, con personale costretto spesso a fare faticosi turni aggiuntivi di lavoro per garantire serenità ai cittadini, in alcune zone della città adolescenti di qualsiasi origine e di qualsiasi città si affrontino secondo riti primordiali facendosi del male e spaventando le persone. Così come non va bene che in altre zone gruppi di persone stazionino permanentemente occupando luoghi e trasmettendo ansia e paura a chi passa per quei luoghi. Su questo stiamo lavorando gomito a gomito con Prefettura, Questura, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito. E continueremo a farlo ogni giorno, perchè le soluzioni si trovano anche tramite intese ed accordi consolidati tra Stato e Comune. Ma anche continuando a lavorare, come stiamo facendo, con scuole, associazioni, enti che si occupano di educazione, sport, cultura. E continueremo a lavorare perchè da un lato le strade siano sicure e vigilate, dall’altro perchè i valori di rispetto, cittadinanza e comunità siano sempre più condivisi, prima di tutto nelle famiglie e negli altri luoghi dove tutti, bambini giovani ed adulti, viviamo”.
E prosegue:“Non va bene che gruppi o associazioni cerchino provocatoriamente di affermare il loro diritto ad esprimere verità ritenute sempre come assolute, e per farlo mandino in scontro una intera città. Mi riferisco ad iniziative che di volta in volta cercano di gettare ombre e discredito su argomenti diversi, iniziative che anche solo nei nei titoli paiono essere pensate contro le Istituzioni dello Stato o contro la loro gestione. Confermo la mia più sincera vicinanza alle Forze dell’Ordine di Monza, con le quali l’Amministrazione Comunale condivide l’impegno quotidiano sui temi della Legalità e della Sicurezza in città. Il lavoro di donne è uomini in divisa – compresi i nostri agenti della Polizia Locale – spesso lontano dai riflettori, contribuisce a rendere il nostro capoluogo una città bella in cui è possibile vivere, lavorare, stare, studiare. E per questo mi unisco ai tanti che in queste ore manifestano distanza rispetto a iniziative come “police abolition”, prevista prossimamente in città” E, infine, conclude il primo cittadino monzese:
“Non va bene che la pietà per i morti, la sacralità di un rito funebre, si trasformino in occasione per violare molte leggi dello Stato in una volta sola. Non ha nulla a che fare con la pietà per i morti la manifestazione inscenata sabato davanti al Duomo di Monza da persone che al posto della preghiera hanno preferito alzare le loro braccia nel saluto fascista, hanno esposto drappi riportanti il simbolo di una Associazione disciolta dallo Stato per legge decine di anni fa, in spregio alla Costituzione, ad altre norme dello Stato e al piu normale buon senso. La nostra città non lo merita, la nostra città non ne ha bisogno. Sa benissimo vivere, fare impresa, scuola, sport, cultura senza avere bisogno di alimentarsi con stanchi riti che nel nostro Paese evocano violenza, mancanza di libertà e di democrazia. A Monza possiamo essere conservatori, progressisti, moderati, e possiamo esprimerlo liberamente. Perchè dal 1946 c’è una Repubblica nata da grandi valori e anche dalle ceneri di altrettanto grandi errori. E perché dal 1948 c’è una Costituzione che garantisce i diritti di tutti, ma chiede anche a tutti di rispettare alcuni doveri necessari a rendere possibile la convivenza civile”.
26.9.23
"Utile idiota, coi fascisti non si parla". Insulti a Luxuria per il programma con Storace
Ieri sfogliando https://www.msn.com/it-it/ ho trovato questa news di cui non sono poi vista la raidità con cui vengono tenute le news a rintracciarne esatta la fonte .

© Fornito da Il Giornale
© Fornito da Il Giornale
La "strana coppia" Vladimir Luxuria-Francesco Staorace debutta oggi su Radio1 alla conduzione della trasmissione "Il Rosso e il Nero": un confronto sui temi di stretta attualità politica (e non solo) dove l'inedito duo esprimerà differenti punti di vista su vari argomenti, come hanno fatto già in Parlamento quando militavano rispettivamente in Rifondazione Comunista e Alleanza Nazionale. Tuttavia questo accostamento (sicuramente molto particolare) ha scatenato la rabbia del popolo di sinistra: due posizioni così agli antipodi non vanno bene. E così ecco che si fanno sentire i cultori del pensiero unico: quelli che ritengono che la Rai sia il salotto della propria casa, non accessibile a chi la pensa diversamente. I social vanno duramente all'attacco della Luxuria: "Sei una lacchè della Meloni", insultano su X (ex Twitter). "Quando capirà che sta facendo l'utile idiota della programmazione fascista della Rai, sarà sempre troppo tardi", sostiene il profilo "Mind the Gap". I commenti di qualche utente che trova interessante l'unione di unire due visioni opposto, vengono silenziati dai censori del pluralismo del servizio pubblico se ne fregano totalmente. "No, Vladimir, con questi non c'è confronto che tenga", afferma un altro profilo: "Non si deve dar loro (ulteriore) spazio". E poi ancora: "Luxury è andata fuori di melone", sostiene "Marghe". Senza dimenticare il tweet più vendicativo: "Spero che nessuno ti inviti più a iniziative LGBTQ", mentre i più "democratici" invitano a boicottare "Il Rosso e il Nero".
Non mancano, ovviamente, le disgustose offese a Storace: da una parte risuona la tradizionale immancabile accusa di fascismo per un esponente del campo avverso, dall'altra emerge lo "schizofrenico" concetto di democrazia e di liberà di pensarla diversamente da parte di certo mondo progressista. "Confronto con lui? Un ignorante fascista, lacchè del governo Meloni". "Che brutta cosa, perché dobbiamo sdoganare l'idiozia pura?". Un altro utente, "Ligera", la butta direttamente sul catastrofismo storico: "Un piccolo passo per Storace, un grande passo verso il fascismo". "Cara Luxuria, coi fascisti non si parla, perché il risultato è che poi parleranno solo loro". Insomma: la carrellata da X è un vero e proprio museo degli orrori.
Premetto che non nutro simpatia per nessuno dei due in particolare per il secondo vista la sua biografia . Ma gli insulti proprio no o i giudizi a priori no . Infatti , semore secondo l'articolo i n questione la stessa Vladimir Luxuria aveva recentemente rilasciato un'interessante intervista alla Corriere della Sera, plaudendo al doppio punto di vista sulle cose del mondo, senza alcun imbarazzo: "Mio papà è un uomo di destra, grande ammiratore di Almirante", dichiara l'ex parlamentare di Rifondazione comunista. Aggiungendo: "Perché mai dovrei sentirmi minata da chi la pensa diversamente?". Con Storace, ammette, "ce ne siamo dette di ogni, ma ora ci confronteremo".
Chissà se anche i sinceri liberali follower delle due parti impareranno questa sua lezione.Quindi benvenga il dialogo ed il confronto se non si nega o sminuisce la storia e si negano i valori fondanti della costituzione
2.6.21
AnnaIberti non invecchia mai di © Daniela Tuscano
© Daniela Tuscano
24.11.16
siamo ad un referendum c@##o non alla guerra civile fautori del SI e fautori del NO datevi una calmata nei toni
in sottofondo si o no - fiorello
E nulla..volevo dire a quelli che minacciano " chi vota si lo cancello dalle amicizie" "se voti no con me hai chiuso" che la colpa è del "maledetto diavoletto che ci ha fatto litigare Pace Pace Pace!!"...solo che al posto del mignolo vi meritate un bel dito medio..
dall 'amico facebookiano e non solo Sergio Pala
Sergio Pala hai ragione . Non basta il clima da " guerra civile " .

che c'è nel paese da quasi 30 credevo ed ora anche su FB appena tratti certi temi ci mancavano anche questi battibecchi da bambini dell'asilo fra gli opposti schieramenti. Io esempio sono, non ho problemi a dirlo , sono per il NO , ma non mi sogno di rimuovere chi si astiene o peggio vota diversamente cioè SI . Era dagli anni di piombo che lo scontro politico si faceva cosi duro a non si era arrivati Credevo di aver visto tutto con : il duro clima di un presidente del consiglio che da dei coglione a chi vota il suo avversario :, con gli insulti della campagna referendaria per l'abolizione della insulsa legge sulla procreazione assistita fallita per i partito del non voto e no quorum poi smantellata dai tribunali da sentenze giudiziarie ., con discorsi . e manifestazioni omofobe ( ovviamente senza generalizzare perchè ci sono anche le mosche bianche cioè coloro che rispettano pur nel loro disaccordo gli altri\e ) sull'iter parlamentare della legge cirina' . Ma evidentemente mi sbagliavo
20.5.16
La coraggiosa denuncia di uno studente contro i "tour propagandistici negli atenei" della Boschi per il SI al referendum
Vale la pena ascoltarlo fino in fondo e condividerlo!
A che se sono per il No pubblico per correttezza la risposta della contro parte . Perchè .a me piace ascoltare diverse voci sullo stesso argomento. Magari senza pregiudizi. .Ma in questo caso come l'amica compagna di strada
Tina Galante infatti, senza pregiudizi, ma sicuramente con GIUDIZIO
Tina Galante poi
già 15 minuti, contro gli 8 del ragazzo, pure interrotto dal rettore...
già questo basta a farmi scegliere da quale parte stare ☺
Infatti : << Sono andato a vedermi la risposta della Boschi e ho capito perché non l'hanno pubblicata: perché è molto più efficace della domanda ! Siccome sono un signore, vi mostro il video con domanda e risposta, senza censure di parte. Giudicate voi
19.5.14
«Insegniamo ai giovani la passione per la libertà»
.
Molti mi diranno guarda che il 25 aprile era il mese scorso , ma io ne infischio e le riporto lo stesso , perchè non perda il ricordo degli eventi .Ma soprattutto perchè : 1) la guerra di liberazione \ la resistenza ne bene e nel male è l'ossatura del nostro paese ed è collegata al 2 giugno ovvero alla nascita della repubblica ., 2) perchè non si ripeta mai più , la vicenda narrata nel film l'onda dimostra come sia possibile , un altra dittatura .
ti potrebbe intreressare
http://it.wikipedia.org/wiki/Lidia_Menapace
ti potrebbe intreressare
http://it.wikipedia.org/wiki/Lidia_Menapace
da la nuova sardegna online del 19\5\2014
di Anna Sanna
All’Università di Sassari la presentazione del libro “Io partigiana”. «Inclusione e pacifismo le linee guida per costruire la democrazia del futuro».
![]() |
| Lidia Menapace |
SASSARI. Staffetta partigiana, classe 1924, nome di battaglia “Bruna”. Impegnata nell’associazionismo cattolico e fondatrice del Manifesto. E poi senatrice della Repubblica, pacifista e femminista militante. Lidia Menapace arriva a Sassari per presentare il suo ultimo libro “Io, partigiana. La mia Resistenza”. L’appuntamento è domani alle 17.30 nell’Aula magna dell’Università di Sassari: l’incontro è organizzato dall’Anpi (l’Associazione nazionale partigiani d'Italia), Comitato provinciale di Sassari. In “Io, partigiana”, Lidia Menapace racconta la sua Resistenza, i tanti episodi di eroismo personale e collettivo. Il suo impegno continua ancora oggi nel Comitato nazionale dell’Anpi e nelle lotte che ogni giorno porta avanti, perché «nuove forme di assolutismo e di oppressione sono possibili, per cui è sempre attuale una nuova Resistenza».
C’è stato un momento determinante in cui ha capito che doveva fare qualcosa contro il fascismo e il nazismo ?
«Il fatto che mio padre, che era stato richiamato in servizio nell'estate del 1943, sia stato deportato come Imi (internati militari italiani n.d.r.) nei campi di concentramento in Germania, mi impose moralmente di fare qualcosa di pratico e non solo di pensare e parlare contro il nazifascismo. Considero il rifiuto di aderire alla Repubblica sociale italiana da parte di circa 800mila militari italiani deportati in Germania, forse la maggiore espressione della Resistenza da parte del popolo italiano. Essi resistettero pur essendo sottoposti a continue richieste di aderire alla Repubblica di Salò, per poter tornare a casa: rifiutarono, con gravissimi rischi, se si pensa che circa 80mila di loro morirono in prigionia».
| un gruppo di partigiani nella Val d'Odossola |
Il suo libro è rivolto alle ragazze e ai ragazzi. Le testimonianze della Resistenza come possono aiutarli a orientarsi nel mondo di oggi?
«Conoscere è la prima e più importante premessa del capire e avere elementi per decidere. Se le generazioni che seguirono quella resistenziale nulla sapessero di quegli anni, non potrebbero nemmeno accorgersi se nuovi pericoli di autoritarismo e involuzione del livello di libertà politica dovessero affacciarsi nel nostro paese enel mondo. Sull'ignoranza non si costruisce nulla di degno».
Il contributo delle donne alla lotta di liberazione è stato fondamentale.
«La presenza delle donne fu effettivamente essenziale, ma avvenne in forma di emancipazione. Il movimento di emancipazione fu bloccato dal fascismo e l'Italia rimase indietro rispetto ad altri paesi europei, così si dovette ricominciare: il cammino fu lungo e aspro e non è terminato. Comunque l'esperienza resistenziale fu una grande scuola di emancipazione, avvenuta in circostanze dure e difficili».
Nel libro l’immagine della Resistenza è ben poco militare. Lei per scelta non trasportava armi, e gli atti eroici che racconta sono quelli della gente comune.
«Pensare di narrare la Resistenza come l'ultima guerra del Risorgimento è sbagliato, credere di poter narrare la "memoria condivisa" di un evento che non fu condiviso è addirittura un falso storico e una strumentalizzazione. Se si interrogano coloro che fecero la Resistenza si avranno narrazioni di pericoli, sacrifici, fame, freddo, torture, stragi, non di campi di battaglia separati dalle città e dalle campagne: la guerra arrivò dentro casa, e costrinse tutte e tutti a fare i conti con ciò che avveniva e con la propria responsabilità. Su tutte queste esperienze si formò una coscienza collettiva che si diffondeva clandestinamente e continuamente».
Il suo impegno non si è fermato a quegli anni e continua ancora. Cosa significa costruire la libertà e la democrazia oggi ?
«La democrazia è sempre in costruzione, dato che l'orizzonte dei diritti e delle libertà si espande e rinnova. In primo luogo credo sia necessario usare un linguaggio inclusivo, dato che il linguaggio è lo strumento più significativo dell'appartenenza alla specie umana: bisogna sempre dire donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini. Inoltre, se si vuole respingere la nota affermazione di von Clausewitz, secondo la quale "la guerra è la politica continuata con altri mezzi", bisogna mettere tra politica e guerra uno stop assoluto, dire che ripudiamo la guerra perché vogliamo un mondo nel quale le relazioni tra persone vengano regolate dal diritto, non dalla guerra. Inoltre, poiché il modo capitalistico di produrre nuoce al pianeta, bisogna costruire una alternativa di sistema fondata su relazioni ricche, belle, nonviolente. I tre problemi fondamentali sono dunque l’enorme diseguaglianza tra i generi nel mondo, il pericolo di guerra e la salvaguardia della natura».
Cosa pensa delle recenti proposte di riforma del Senato e della legge elettorale? Secondo lei sono in linea con gli intenti delle madri e dei padri Costituenti ?
«Sono contraria alla proposta di controriforma del Senato, che accresce l'area di chi esercita un potere senza essere eletto/a. Se l'assetto costituzionale appare farraginoso perché ripetitivo, si può modificare la distribuzione delle competenze tra Camera e Senato, o ridurre il numero e i compensi degli elett/e. Sia la questione del Senato sia la legge elettorale, che offre premi a chi non raggiunge nemmeno lontanamente la maggioranza dei voti, sono opposti allo spirito con il quale lavorarono i padri e le poche madri costituenti. Se comunque un articolo deve essere modificato o meglio cancellato, è l'articolo 7 che costituzionalizza il Concordato e conserva privilegi inammissibili per la chiesa cattolica. Sono molti i paesi cattolici che non hanno concordato e i paesi democratici di solito non lo hanno, dato che la libertà religiosa è ormai considerata una delle fondamentali».
25 Aprile, Alfredo, Angelo e Mariano: le storie dei finanzieri che liberarono l'Italia
La Guardia di Finanza ha deciso di festeggiare il 25 aprile con le testimonianze dei familiari di ufficiali e sottoufficiali che collaborarono alla liberazione dell'Italia. Tra le storie raccontate, quella del brigadiere Mariano Buratti, che formò una cellula di partigiani nella Capitale; o il tenente Angelo Gracci, tra i primi a entrare a Firenze il giorno della sua liberazione; e, ancora, il generale Pasquale Debidda, che murò una bandiera tricolore nei sotterranei della scuola Allievi della Guardia di Finanza di Roma per sottrarla alla furia nazistaProdotto dal Comando Generale della Guardia di Finanza. Direzione editoriale Vito Augelli. Scritto e diretto da Piergiuseppe Cananzi
4.8.12
Olimpiadi Londra 2012: Jessica Rossi, elogio della perfezione. Oro nella Fossa
Alle Royal Artillery Barracks si è riscritta oggi la storia della Fossa Olimpica femminile, una gara che rimarrà a lungo negli annali non solo olimpici ma della specialità. A 20 anni, l'azzurraJessica Rossi ha battuto tutti i record possibili immaginabili e ha conquistato la medaglia d'Oro Dopo la qualificazione perfetta con 75/75 che ha definito primati mondiali e olimpici che non potranno essere superati in futuro ma solo eguagliati, la ventenne (una età inusuale nel Tiro a Volo dove l'esperienza conta forse più che in altre discipline) di Crevalcore ha mancato un solo piattello nella finale a singola canna (un solo colpo per piattello al contrario del doppio colpo delle qualificazioni) chiudendo con 99/100, imponendosi per dispersione con 4 colpi di vantaggio sulle altre, e stracciando il record olimpico e il record mondiale sulla gara completa.Entrata in finale con due piattelli di vantaggio sulla slovacca Stefecekova, Jessica non ha dato spazio alle speranze delle avversarie allungando il passo sugli errori delle avversarie e costruendo colpo dopo colpo il suo trionfo che fa storia.La lotta è rimasta accesa per le altre due medaglie con Stefecekova, la francese Reau e la sanmarinese Alessandra Perilli allo spareggio dopo un 93/100 finale. La prima a cedere mancando l'occasione di entrare nella storia come la prima sanmarinese sul podio è la Perilli che sbaglia il secondo piattello di spareggio. L'Argento, dopo tre piattelli va alla Stefecekova, Bronzo alla Reau.Esempio di precocità, Jessica Rossi dopo aver vinto i Campionati del Mondo del 2009, le finali di Coppa del Mondo del 2011, i Campionati d'Europa del 2009 si regala, e sicuramente dedicherà ai terremotati della sua regione, il gradino più alto del podio delle Olimpiadi. A 20 anni ha vinto tutto quanto si poteva vincere.
Ora speriamo , non per essere disfattista o anti italiano ( come mi potrebbero definire molti dopo questi commenti ) , che arrivino medaglie anche dagli altri sport in particolare : nel volley e nel beach volley e nel'atletica , e nell'ultima del nuoto . altrimenti facciamo "la figura "d'essere ricordati solo come un paese guerriero ( infatti le medaglie eccetto quella dello judo ) sono arrivate da sport d'armi , nonostante l'articolo 11 della costituzione italiana che dice : << L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.>> Non basta come lo si è violato direttamente o indirettamente nella storia della nostra repubblica
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