Visualizzazione post con etichetta referendum. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta referendum. Mostra tutti i post

15.1.25

Se volete solo ergastoli cambiate la Costituzione



premetto che Facci non mi piace per niente ma qui ha fatto un ottima provocazione contro quelli che dicono che l'ergastolo è disumano sia quelli che avendo scarsa o nessuna della sistema legislativo italiano ( qui possiamo colmare le lacune ) non esiste , perchè si è subito liberi .


Questa classe politica e questo Paese dovrebbero decidere, una volta per tutte, se vogliono mantenere l'articolo 27 della Costituzione oppure no. Non c'è retorica nel chiederlo, dovrebbero decidere e basta, e lo si scrive, ora, a margine dell'indignazione bipartisan che ha accompagnato la condanna «solo» a 30 anni e quindi non all'ergastolo per Salvatore Montefusco (nella foto), autore del duplice omicidio di due donne (sua moglie e la figlia di lei) con motivazioni «choc» ritenute «offensive» o addirittura «un vulnus nelle fondamenta che

reggono il nostro ordinamento». Questo, praticamente, a opinione dell'intero arco parlamentare: e ci limitiamo a citare il ministro Eugenia Roccella, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini di Noi moderati, Laura Ravetto della Lega, Maria Elena Boschi di Italia viva, Valeria Valente del Partito democratico, Marilena Grassadonia di Alleanza verdi e sinistra e, infine, Carolina Morace dei Cinque Stelle: otto donne, e sia detto che c'è qualcosa di culturalmente stucchevole nel fatto che a parlare siano state solo loro, e non, significativamente, degli uomini: decida il lettore se c'è un errore da qualche parte, se ci sia un troppo il silenzio oppure, dall'altra, una forma di sindacalismo che impone di dover dire qualcosa a tutti i costi.Ricominciamo da capo. In Italia, una condanna a 30 anni oppure a un ergastolo ordinario corrispondono quasi alla stessa cosa, visto che l'ergastolo corrisponde proprio a 30 anni di carcere (e non a «fine pena mai») in virtù dell'articolo 27 della Costituzione secondo il quale la pena «deve tendere alla rieducazione del condannato». Non piace? Basta cambiare l'articolo 27. In entrambi i casi, 30 anni o ergastolo, si prevede che il detenuto lascerà il carcere con anticipo e questo per via delle varie buone condotte, semilibertà, condizionali e permessi premio che a loro volta sono inseriti nel solco dell'articolo 27 della Costituzione, che beninteso, basta cambiarlo. Stiamo dicendo, non fosse chiaro, che prendersi l'ergastolo oppure 30 anni in pratica è la stessa cosa, soprattutto se di anni se ne hanno 72 come il condannato per duplice omicidio: il quale, bene che vada, dovrebbe uscire di galera poco meno che centenne. Non solo: è un assassino che era incensurato, che ha confessato e che ha avuto un certo contegno processuale: e questa, per i codici, è sostanza, non parole, non fanno parte di un giudizio morale come quello emesso in coro sulla sentenza: poi possono non piacerne le motivazioni, o il modo in cui sono state scritte, ma non c'è decisione o condanna che nei tribunali non corrisponda a una regola, a un comma, a un'attenuante o a un'aggravante o a un'esimente; la legge è questa cosa qui, non è qualcosa che debba corrispondere alla «evoluzione culturale necessaria» come ha detto forse la più autorevole delle commentatrici citate, secondo la quale serve una lotta contro «la cultura patriarcale». Le sentenze non devono essere educative: sono le pene che devono esserlo, e se non piace (o non funziona) basta cambiare l'articolo 27 e trasformare la funzione del carcere in «retributiva», com'è negli Stati Uniti, dove non ha senso prevedere indulti e semilibertà e condizionali e permessi vari: ma basta dirlo, e allora ditelo. La nostra legge e la nostra Costituzione (sempre lui, l'articolo 27) dicono che il carcere sarebbe teso a scoraggiare le recidive, cioè a convincere che di delinquere non valga la pena: se non piace, basta trasformare la galera in una punizione o in un impedimento fisico a delinquere (all'americana, appunto) e farla finita con indulti e semilibertà e condizionali e permessi vari, e non si deve andare per il sottile neanche con le perizie psichiatriche. Infine, a proposito di arretramenti o progressi culturali, va fatto sull'espressione «femminicidio»; se andate su un qualsiasi motore di ricerca, scoprirete che un sacco di gente si chiede a quanto ammonti la pena per femminicidio: considerarla una battaglia vinta, beninteso solo «culturale». Perché, nella realtà, l'assassinio di una donna è punito come l'assassinio di un uomo: articolo 575 del Codice. Anche qui: se non piace (come non piacque a una parlamentare di centrodestra, che per il femminicidio propose l'ergastolo) allora da capo: basta cambiare la Costituzione. Ma ditelo. Fatelo. A voi la palla.


e soprattutto per i non iscritti ai partiti organizzatevi una raccolta di firme referendaria .






5.6.22

io non voto perchè . ma se votassi voterei ...

 .....  non ve lo  dico   perchè  se  mi  seguite qui  o  sulle  appendici social  lo sapreste  o quanto meno  lo immaginereste .  



perchè non  voto   il rimo   motivo   è  lo  stesso di  questo post   della  mia amica  


Ola Kahlo
optnoerdsSc7ltahmiml5691h0g62fi2c6i9fmflm  


Non sono mai mancata a una consultazione elettorale...mai...da che ne ho avuta la possibilita, in qualsiasi condizione, tornando dal mare, ritardando viaggi, con i volontari della croce blu, perché con tibia e perone rotti, e otto chiodi in una gamba, ero trasportabile solo da loro. In salute e in malattia, nella buona e cattiva sorte, proprio come in un rito religioso, sono stata presente sempre. Questa mia
imprescindibilita’ al voto, credo nasca da un racconto dolcissimo di mia madre , che narrando delle sue emozioni al suo primo voto, primo per tutte le donne del suo tempo, costato tanto coraggio e tante vite umane, ho avvertito da sempre, l’impegno a votare , come una sorta di obbligo morale indiscutibile. Il diritto al voto si esercita.. sempre. Punto. Non nego che ho avuto momenti di difficoltà psicologica difficili. Più di una volta, mi sono detta che cavolo era il voto utile...il meno peggio, quello che ha polverizzato i partiti, il voto che ha evitato agli avversari di vincere, il voto del compromesso, quello che nel tempo è diventato di una desolante inutilità, quello che di volta in volta, ci ha portato qui...a un governo ammucchiata patetica e penosa , quanto dannosa per il paese. Però pur con le tante riserve, ho votato sempre...proprio sempre. Oggi sono in crisi....credo che questo referendum sia l’ennesima presa in giro al paese. Non entro nel merito...uno per tutti , l’abolizione della legge Severino, che para il culo solo alla politica . Oggi sono in crisi dicevo, perché sto per decidere che non andrò a votare nella speranza che non venga raggiunto il quorum. Ecco l’ho scritto , non mi sento meglio...però intanto l’ho scritto.


il  secondo   perchè     se  si dovesse  raggiunge  il quorum    si  contano i votanti      e vincerebbe  il  SI 

 comunque     per  chi vuole  affrontare  il rischio    ecco le  ragioni  dell'una  e dell'altra parte  

LEGGE  SEVERINO 

l’abrogazione della legge Severino del 2012 sull’incandidabilità dei condannati in via definitiva per reati gravi, come mafia, corruzione e terrorismo.

Le ragioni del SÌ

In base alla legge Severino non solo non possono essere candidate (o decadono da cariche pubbliche) le persone condannate in via definitiva per reati particolarmente gravi.

Per gli amministratori locali è prevista infatti la sospensione del mandato anche in caso di condanna non definitiva: secondo i sostenitori del “sì” ciò va in contrasto con il diritto alla presunzione di innocenza.

Le ragioni del NO

In caso di vittoria del sì al quesito sulla legge che porta il nome di Paola Severino, quest’ultima verrà totalmente abrogata.

A vantaggio anche dei condannati in via definitiva, che potrebbero candidarsi o continuare il proprio mandato.

Per i sostenitori del no, la legge è una misura necessaria, utile a garantire che le funzioni pubbliche siano svolte in modo virtuoso.


Misure cautelari

Il quesito chiede se ridurre la possibilità da parte dei giudici di ricorrere a provvedimenti di limitazione della libertà personale

Le ragioni del

Oggi le misure cautelari possono essere disposte verso persone non condannate in via definitiva solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza nel caso in cui ci sia pericolo di fuga dell’indagato, pericolo di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato. I sostenitori del sì propongono di limitare lo spazio di manovra dei magistrati escludendo la custodia cautelare nel caso di pericolo di reiterazione.

Le ragioni del NO

Le possibilità di applicazione del provvedimento di custodia cautelare sono già ben circoscritte, ritengono i promotori del no. E dunque sufficienti a evitare possibili abusi. Al contrario, insistono i sostenitori del no, limitando la possibilità per i giudici di ricorrere alla custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari si metterebbe a rischio la sicurezza dei cittadini.


Separazione delle carriere

Interviene sulla separazione dei percorsi professionali e mette in discussione la possibilità per giudici e pm di chiedere il passaggio da una funzione all’altra.


Le ragioni del

È senz’altro uno dei quesiti più discussi quello che riguarda la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti (i giudici) e requirenti (i pubblici ministeri). In caso di vittoria del sì i magistrati dovranno decidere se fare i giudici o i pm e non potranno più tornare indietro sulla loro scelta. Il vantaggio? Una maggiore imparzialità dei giudici, affermano i sostenitori del sì.

Le ragioni del NO

Impossibile imporre una separazione definitiva, all’inizio della carriera, tra giudici e pubblici ministeri.

Questo il punto di vista dei sostenitori del no.

Pure la riforma del Csm in discussione al Senato interviene su questo punto, in modo meno drastico: prevede infatti la possibilità per i magistrati di chiedere il passaggio da una funzione all’altra una volta nel corso della carriera.


Candidature al Csm

Concerne l’attuale obbligo di sostenere le candidature dei togati al Consiglio superiore della magistratura con una raccolta firme.

Le ragioni del

Le candidature al Consiglio superiore della magistratura dei togati devono essere accompagnate da almeno 25 firme raccolte tra altri magistrati. Un obbligo che il referendum punta ad abrogare. Per i sostenitori del sì le procedure per candidarsi al Csm in questo modo diventerebbero più semplici e si ridurrebbe il potere delle correnti, che fin qui avrebbero “premiato” solo determinati magistrati.

Le ragioni del NO

I sostenitori del no invece ritengono che anche nella magistratura per potersi candidare si debba partire da una base di consenso minima, costituita appunto dalle 25 firme oggi necessarie (e che al massimo possono arrivare a 50). Insomma, dal loro punto di vista i processi elettorali devono sempre essere basati sulla conoscenza dei singoli candidati da parte degli elettori.


19.8.21

Il Vaticano si scaglia contro il referendum per l’eutanasia legale

Puntuale come la pioggia a Pasquetta, arriva il commento di Monsignor Paglia. Nel frattempo la raccolta firme ha superato, di gran lunga, le 500mila adesioniLa grande notizia è che in questi giorni la raccolta firme per il referendum sull’eutanasia ha toccato quota 500.000, che significa vittoria, obiettivo raggiunto (ma si punta già alle 750.000).Quella triste - e oltremodo prevedibile - è che il Vaticano, tramite il Monsignor Paglia, si è scagliato contro l’eutanasia parlando di “eugenetica” (eh???) e di “pericolo che avvelena la cultura” (ah...)La verità è che viviamo in uno Stato laico, è il 2021 (non il 1500) e 7 italiani su 10 sono favorevoli all’eutanasia (cattolici compresi), esiste una sentenza della Corte Costituzionale che impone al Parlamento di legiferare in materia e gli unici che avvelenano la cultura sono quelli che si ostinano a decidere per gli altri come devono vivere e quando morire. Infatti Mentre la raccolta firme prosegue spedita in tutta Italia, superando già le 500mila adesioni, arriva – puntuale come il cattivo tempo nel giorno di Pasquetta – la posizione del Vaticano contro il referendum per l’eutanasia legale. La posizione di buona parte della Chiesa cattolica sul tema è nota da tempo e le parole di
Monsignor Vincenzo Palma – presidente della Pontificia Accademia per la Vita – non fanno altro che confermarla.  Secondo     quantoi riporrta quest articolo di  https://www.nextquotidiano.it/
[...] 
In un’intervista pubblicata su Vatican News, il prelato si è fatto megafono del pensiero del Vaticano e della Chiesa cattolica sul tema dell’eutanasia legale in Italia, senza commentare scelte analoghe fatte in altri Paesi sparsi per il mondo.“C’è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano non deve nascere. E insieme con questo c’è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l’eutanasia. Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura. Si sta man mano incuneando nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso”. [...] 



 

Una posizione chiara, ben definita e atavica che, però, non contestualizza bene il senso della raccolta firme che ha superato le 500mila adesioni nel nostro Paese. Come ricorda bene Marco Cappato – deus ex machina dell’iniziativa – il referendum non prevede l’inserimento prevede alcun obbligo di scelta ma consente a ogni singolo cittadino di decidere autonomamente. Un qualcosa che è stato rimarcato anche dalla sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Dj Fabo. Una sentenza che, come previsto dalle norme italiane, fa giurisprudenza. E, in attesa che il Parlamento promulghi una legge seguendo le indicazioni dei giudici ermellini della Corte Suprema, tutte le decisioni devono essere prese seguendo quel parere.

Ora   mi  si  chiamerà assasino  ,  che non rispetto    la  vita  ,la  vità è    di Dio  è  l'unico che    può  dartela  o toglierla  , ecc.
Ma  io chiedo    è vita    quello  di  vivere   in un letto ,  senza  parlare  , mangiare   e bere  ,  muovere  un muscolo  (  se  va bene  ) o  rimanere  addormentati ?   Pur  essendo contrario  , preferisco il suicidio  assistito  o  la  fine  delle cure  inutili  , all'aeutanasia  perchè non mi và che siano  (  a seconda  della gravità dei casi  )   gli altri  a decidere  se mantenerti in vita  o  pure  pore  fine  ad essa ,  io  firmato  per  il referendum . Infatti   come      da testamento   biologico  mi sembra  giusto che  ogni uno  di  noi  scelga    se acccettare il dono  della  vita  o  rifiutarla  in quanto  Dio  oltre  ad   aver creato la vita  ci ha  anche dato il libero arbitrio  ovvero la scelta   se   acettarla   fino in fondo     viverndo anche  come  un vegetale  oppure    di porre ad  esso  fine  .  Ma  soprattutto poterlo fare    senza  dover  emigrare  all'estero  o  clandestinamente . Capisco la  chiesa  e  quindi  anchele  doiverse religioni    che  vi s'oppongono  , ma almeno lo si faccia  con  criterio non sparando  giudizi  perchè   se  una \o  sceglie di ricorrervi   nn lo fa  mica  per gioco  o  a cuor leggero .
Invece di impedire alle persone di scegliere se e come morire, dovrebbero impedire a taluni loro rappresentanti di rovinare molte giovani vite.
Sarebbe decisamente più utile e cristiano

20.5.16

La coraggiosa denuncia di uno studente contro i "tour propagandistici negli atenei" della Boschi per il SI al referendum



Complimenti ad Alessio Grancagnolo, uno studente che ha esposto con chiarezza le motivazioni che rendono necessario opporsi alla riforma della Costituzione imposta dal Governo Renzi. Una prova del fatto che le Università italiane non sono seconde a nessun'altra in Europa e negli Usa. Un velo pietoso sull'intervento "politico" del Rettore.Questo paese ha bisogno di piccoli atti di coraggio a partire dal quotidiano" grazie ad Alessio Grancagnolo per non aver modificato il suo intervento sulla riforma costituzionale rivolto alla ministra Boschi durante un incontro presso l’Università di Catania, intervento guarda caso interrotto dal Rettore quando il ragazzo parla di “tour propagandistici
negli atenei” della ministra in vista del referendum costituzionale di ottobre. “Questo incontro non prevede contraddittorio” - replica il Rettore - "chi non gradisce questo format può anche non partecipare".
Vale la pena ascoltarlo fino in fondo e condividerlo!


A che se  sono  per  il No  pubblico  per  correttezza  la  risposta  della     contro parte  .  Perchè .a me piace ascoltare diverse voci sullo stesso argomento. Magari senza pregiudizi. .Ma  in questo caso     come  l'amica    compagna  di strada   


Tina Galante
Tina Galante infatti, senza pregiudizi, ma sicuramente con GIUDIZIO
Tina Galante
Tina Galante poi già 15 minuti, contro gli 8 del ragazzo, pure interrotto dal rettore... già questo basta a farmi scegliere da quale parte stare




Infatti :  <<  Sono andato a vedermi la risposta della Boschi e ho capito perché non l'hanno pubblicata: perché è molto più efficace della domanda ! Siccome sono un signore, vi mostro il video con domanda e risposta, senza censure di parte. Giudicate voi Emoticon smile  >  condivido l'intento di  Giacomo Picchi  da  cui   hopreso il video  integrale

9.6.11

Un vigile urbano imbavaglia il murale contro il nucleare L’agente di Porto Torres ha pensato di applicare la norma sulla pubblicità elettorale

Un vigile urbano imbavaglia il murale contro il nucleare  (  foto sopra  )
L’agente di Porto Torres ha pensato di applicare la norma sulla pubblicit à elettorale
la nuova sardegna
di Emanuele Fancellu


Un vigile urbano imbavaglia il murale contro il nucleare
PORTO TORRES. Un paesaggio bucolico, con alcune candide pecore che brucano erba verdissima in un prato dominato da un nuraghe e dal cielo azzurro, con le montagne sullo sfondo e un «Sì» barrato da un lato; dall'altro un paesaggio tetro, con due fantasmi dal volto scheletrico che fuoriescono dai fumaioli di una centrale nucleare ed un grande «No» alle spalle.

Peccato che il murale completato solo avantieri sia finito nel mirino di un vigile urbano che, applicando la normativa sulla pubblicità elettorale, ha pensato bene di far coprire sia il "no" sia il "sì". Quasi una sconfessione della volontà dell'amministrazione comunale che ha dichiarato Porto Torres "comune denuclearizzato".

Restano comunque ben chiare le ragioni per votare «Sì» contro la realizzazione di centrali nucleari in Italia (ed in Sardegna in particolare), dall'altro la materializzazione degli effetti nefasti per cui ribadire il «No» al nucleare. Il significato del murale da qualche giorno fa bella mostra di sé sul muro che costeggia la pista ciclabile e la cosiddetta «bretella» che congiunge viale delle Vigne alla Litoranea per Platamona, un'opera commissionata dal comitato «Tuteliamo il golfo dell'Asinara» realizzata gratuitamente dai writers portotorresi Edoardo Gino e Simone Masia.

«Il Comitato ha coperto le spese utilizzando i propri fondi e grazie alle offerte dei singoli associati - spiega il presidente Giuseppe Alesso - Il murale è il nostro contributo alla lotta contro il nucleare, sperando che il 12 e 13 giugno il popolo Italiano ribadisca quanto già espresso nel 1987».

2.11.08

Per il movimento il referendum è solo una trappola

Subito dopo l'approvazione al Senato del decreto legge n.137/08, mediaticamente noto come decreto Gelmini, il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni ha dichiarato che promuoverà un referendum per abrogare tale decreto. Inoltre ha "lanciato lappello a tutte le forze della scuola e dell'università , alle famiglie interessate, alle forze politiche perché partecipino alla raccolta delle firme per il referendum promuovendo comitati in tutte le città italiane".


Facciamo attenzione, per il movimento contro la pseudo riforma Gelmini un referendum rappresenta solo una trappola! Evitiamo di cascarci. Prima di tutto l'abrogazione del decreto Gelmini eviterebbe il "maestro unico" e le 24 ore settimanali, ma non i tagli previsti dall'art. 64 del decreto legge n.112/08 convertito nella legge n.133/08. Il problema grosso sono i tagli, giusto per non dimenticare si tratta di risparmiare 8 miliardi di euro in tre anni tagliando 87.500 docenti e 44.500 ATA. Il "maestro unico" e le 24 ore settimanali sono un modo come un altro per tagliare, devastante quanto volete dal punto di vista pedagogico, ma, dal punto di vista del governo, uno strumento come altri per raggiungere l'obiettivo del risparmio.Senza "maestro unico" e 24 ore settimanali nella scuola elementare saranno tagliati allo stesso modo 30.000 docenti. Nel decreto non c'è scritto che le 24 ore settimanali sono obbligatorie, ma nel piano programmatico c'è chiaramente scritto che più si risparmia attivando classi a 24 ore, meno danni ci saranno su tutto il resto della scuola elementare.
Giusto per completare il quadro è meglio rendersi conto che anche se tutte le classi prime del prossimo anno fossero a 24 ore, saranno circa 28.000 (21.000 a tempo normale e 7.000 a tempo pieno), produrrebbero un taglio di 8.000 docenti. Il piano programmatico prevede per il prossimo anno nella scuola elementare un taglio di 16.300 docenti (12.300 su posto comune e 4.000 specialisti).


Evidentemente i tagli produrranno qualche cambiamento anche nelle seconde, terze quarte e quinte elementari. Il vero nodo sono i tagli contenuti nella legge n.133/08. Non fraintendetemi, il "maestro unico", se sarà applicato, sarà devastante, ma è importante capire che è solo un pezzo della devastazione complessiva che, con o senza "maestro unico", procederà ugualmente se non bloccheremo i tagli previsti per tutta la scuola.

Capite poi che se si vuole promuovere un referendum per abrogare il decreto Gelmini, ma contemporaneamente si dichiara che fino a 6 miliardi di tagli sulla scuola si sarebbe potuto negoziare, ma 8 son troppi, allora la contraddizione è evidente.

Detto questo vediamo come mai il referendum è solo una trappola per il movimento. Il segretario del PD ha detto subito che l'idea è sua, ma dopo i comitati per raccogliere le firme li devono costituire i cittadini, il popolo della scuola per intenderci. Secondo lui invece di manifestare e costituire comitati scuola per scuola formati da genitori, insegnanti e studenti per fare in modo che la pseudo riforma NON venga applicata e i tagli NON eseguiti, il popolo della scuola deve concentrare tutte le sue energie nel raccogliere le firme.

Raccogliere 500.000 firme per un referendum, sempre ammesso che, a fronte del mastodontico lavoro, venga accolto e non respinto, non è uno scherzetto.

Cerchiamo di capirci, raccogliere le firme per un referendum non è come raccogliere le firme contro il "maestro unico" su fogli di carta fotocopiati al volo o scaricati da un sito internet. Va benissimo raccogliere le firme contro il "maestro unico", ma questo è un atto politico, ma non giuridico - legislativo come raccogliere le firme per un referendum. I moduli di raccolta non sono moduli qualunque e per ogni firmatario bisogna raccogliere diversi dati e non solo la firma. Le firme vanno tutte autenticate nel momento stesso in cui vengono raccolte, e per fare questo è necessario che ad ogni banchetto di raccolta sia sempre presente per esempio un consigliere comunale o provinciale che si occupi di questa operazione. Per ogni firma raccolta è necessario richiedere il certificato elettorale del firmatario che viene rilasciato dal comune di residenza e dal comune in cui vive. Sembra banale, ma raccogliere firme per esempio in una città come Milano comporta la richiesta di certificati elettorali non solo nella provincia di Milano, ma del Paese intero. Ad ogni modulo di raccolta firme devono essere allegati i certificati elettorali di tutti quelli che hanno firmato quel modulo.

Provate a domandare a chi ha raccolto 100.000 firme, autenticate e certificate[  http://www.retescuole.net e  www.leggepopolare.it ] "Legge popolare per una buona Scuola per la Repubblica" cosa ne pensa dell'idea di raccogliere le firme per un referendum ?

Capite che mentre il popolo della scuola raccoglie firme per il referendum, il governo taglia, applica tutti i regolamenti attuativi, compreso il "maestro unico", e devasta a tal punto la scuola che una volta raccolte le firme, sempre che ci si riesca, della scuola non resterà nulla.

Anche se il Partito Democratico si rendesse disponibile ad attivare tutti i suoi iscritti per raccogliere le firme, sarebbe comunque sbagliato perché in questo momento per battere la pseudo riforma Gelmini bisogna chiedere l'abrogazione dei tagli previsti dalla legge n. 133/08 e del decreto legge n.137/08, ma contemporaneamente bisogna scuola per scuola costituire comitati di genitori, insegnanti e studenti e fare in modo che nulla di quanto previsto da queste leggi venga applicato.

Piuttosto che dire "raccogliete" le firme per il referendum, il segretario del PD potrebbe dire ai suoi iscritti o simpatizzanti, se genitori, insegnanti o studenti, di andare nella loro scuola e costituire un comitato che si batta per non far applicare la pseudo riforma Gelmini. Invece no, troppa fatica, meglio i proclami televisivi, meglio dire "armiamoci e partite". Forse si è accorto che qualcosa gli sta sfuggendo. Il popolo della scuola si è dato degli obiettivi e ha deciso di raggiungerli autonomamente, ha ritirato la delega ai partiti, non importa se si trovano dentro il parlamento o fuori, e ha deciso di procedere in prima persona. L'idea del referendum non è altro che una manovra per modificare gli obiettivi e le pratiche che il movimento si è dato. Si vuole indebolire il movimento e fare in modo che le deleghe, temporaneamente ritirate, tornino ancora ai partiti.

Hanno provato a farci lo scherzetto, ma sono stati subito smascherati. Non siamo sciocchi, siamo in grado di evitare accuratamente le trappole.

Questa pseudo riforma può essere arrestata solo se si continuerà a lavorare scuola per scuola perché non venga applicata, a fare anche le manifestazioni, ma non di certo raccogliendo firme per un referendum.


Milano, 31 ottobre 2008



Mario Piemontese

27.6.06

Senza titolo 1358



 WWW.L'ITALIA   di Francesco De Gregori

Viva l'Italia,
l'Italia liberata.
L'Italia del valzer.
l'Italia del caffè,
l'Italia derubata e colpita al cuore.
Viva l'Italia,
l'Italia che non muore.
Viva l'Italia,
presa a tradimento.
L'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura.
Viva l'Italia,
l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia,
l'Italia che è in mezzo al mare.
L'Italia dimenticata,
e l'Italia da dimenticare.
L'Italia metà giardino e metà galera.
Viva l'Italia,
l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia,
l'Italia che lavora.
L'Italia che si dispera,
e l'Italia che si innamora.
L'Italia metà dovere e metà fortuna.
Viva l'Italia,
l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia del 12 dicembre.
L'Italia con le bandiere,
l'Italia nuda come sempre.
L'Italia con gli occhi aperti nella notte triste.
Viva l'Italia,
l'Italia che resiste.



L´Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell´uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l´adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Costituzione della Repubblica Italiana, articoli 1 e 2 proprio quella  che  il comitato del Si  voleva  cancellare

Oggi che l’Italia ha vinto due volte difendendo la sua Costituzione e battendo l’Australia( anche se  con  una battota di culo ) , possiamo dire di essere non solo coglioni e indegni ma anche schifosi.


Quando Speroni ha detto che l’Italia fa schifo non potevamo non essere d’accordo con lui vedendo il gioco della nostra nazionale. Ma invece al novantesimo l’Italia ha detto un altro no!


E ora che abbiamo ottenuto i risultali l’Italia, nazione e nazionale, devono cogliere l’entusiasmo per dare un gioco migliore a tutti gli italiani, indegni e non. Perché l’Italia si merita di più  di queste destra  e sic  di questa sinistra 


Due passi avanti sono stati fatti, e allora ancora  Forza Italia !  . Dato che   con le sconfitte  infllitte a  questa  destra  arrogante  si  è dimostrato  che   essa non  si può appropiare  di una cosa  che  è di tutti gli italiani  indipendentemente  dal  ragruppamento politico  cultutrale  a cui  appartengono e  non solo di una parte sola  .


Per il momento mi sento Italiano e festeggio la vittoria (INDEGNA?) della Nazionale. Spero che bossi e C. mantengano la promessa ed immigrino in svizzera anche  se  poi   come  sempre   certe pèersone stra parlano  perchè adesso  leggo su Repubblica che al contrario ci vuole riprovare??? certe persone straparlano sempre e non mantengono mai .  Per  fortuna  l'incubo di un' ITalia  divisa  e un presidente con troppi poteri e finita  sul nascere  . Forse adesso quando vado all'estero rideranno un po' meno di noi. L'entusiamo per  il no   è ovunque nei blog  esempio da  sonounindegno.splinder.com  un utente anonimo scrive  : << Caro Silvio e compagni destrorsi: come avete potuto vedere l'unica costituzione che siete liberi di sfasciare è la vostra costituzione fisica, il mondo intero non sentirà mai la vostra mancanza, fatevene una ragione. Per i padani che votano Lega proporrei un aumento del 600% sul prezzo di alberghi eristorazione quando osano andare al sud a trastullarsi in quel mare che il destino saggio ha negato loro. W L'ITALIA CHE ANCORA UNA VOLTA A DETTO NO A UN BRANCO DI FARABUTTI   >> e io aggiungo di caffoni ed irrispettosi   comeil loro capo  che ogni  volte che  ha paura offende   , senza rendersi  conto   che cosi si da  la zappa dei piedi . Infatti  caffebabel dice :


<<


Due spiegazioni sembrano a prima vista ovvie. Da un lato il Paese non ne può più di politica dopo le elezioni politiche e regionali, dall’altro è vero che le riforme interessano ben 60 articoli e il dibattito in questione è molto complesso.
Però queste spiegazioni non sono sufficienti. I temi legati alla Costituzione sono così importanti che la campagna elettorale, quasi completamente insensibile ad un dibattito sui valori, avrebbe dovuto affrontarli in modo più articolato. Mentre il centrosinistra si è trincerato dietro ad un “no” assoluto alla costituzione, ha rifiutato o non è stato capace di delineare un’alternativa alla proposte avanzate dalla destra, tanto da non essere in grado di spiegare il suo impegno a mantenere la costituzione così com’è. Questo atteggiamento ha fatto sì che la campagna della sinistra sia apparsa indecisa. Non solo. Ha permesso alla Lega Nord di attirare su di sé l’attenzione dei media dei media. La Lega afferma che se questa riforma – che prevede anche
una redistribuzione dei poteri tra Regioni, Parlamento e Senato – non passasse dovrà ricorrere a mezzi non democratici per realizzare l’autonomia del Nord dal Sud.
Si è parlato anche di creare un Partito democratico per unire almeno qualcuno dei nove partiti – che vanno dai cattolici di centro a Rifondazione comunista – dell’Unione. In questo caso sarebbe necessario un cambiamento ideologico se il nuovo Governo volesse affrontare problemi gravi come la crisi economica. Ma per un nuovo partito che vuole lasciarsi alle spalle il berlusconismo ed essere democratico, è ancora più importante creare un programma che sappia rivolgersi anche al 50% degli italiani che ha votato per il centrodestra. Dovrà poi sviluppare un nuovo modello di impegno politico con cui mandare in pensione la violenza del linguaggio berlusconiano. Infatti Berlusconi ha di recente bollato come “indegni” di chiamarsi italiani coloro che votano contro la riforma istituzionale e durante le politiche aveva già chiamato “coglioni” gli elettori dell’Unione.
La sua forte identità locale, basata su città e regioni, fa dell’Italia il Paese che assomiglia di più all’Unione Europea. Il suo centrosinistra è la coalizione più europeista, i suoi tentativi di rivitalizzare il proprio tessuto politico sono quanto mai importanti.


 


>>



 per chi avesse  qualche dubbio  ecco i dati 


AFFLUENZA: 52.9% pari a 25.092.600 elettori circa
SI: 38.7% pari a 9.610.000 preferenze circa
NO: 61.3% pari a 15.482.000 preferenze circa

IN SARDEGNA
AFFLUENZA: 46.6%
SI: 27.7%
NO: 72.3%

per i dati completi: http://snipurl.com/sd17


24.6.06

Senza titolo 1353






» Al referendum rispondiamo NO [ver. 2006] Autore: Fausto Amodei Anno: 2006  Note: Rivisitazione della canzone "Al Referendum rispondiamo NO", del 1974. per il file mp3 dela canzone  consultare  il sito www.ildeposito.org sito da  cui  ho prelevato il testo




Al referendum rispondiamo No! di fausto
Al referendum rispondiamo No!
A chi ha sconvolto la Costituzione
senza eccezione
rispondiamo No!
Al referendum noi diremo No!
Al referendum noi diremo No!
L’hanno sconvolta l’hanno scardinata,
è un’altra porcata
a cui va detto No!
Al referendum rispondiamo No!
Al referendum rispondiamo No!
Delle riforme fatte dai fascisti
un repulisti
lo si fa col No!
Su quella scheda scriveremo No!
Su quella scheda scriveremo No!
Ai quattro bischeri di Lorenzago
non diamo spago
e rispondiamo No!
Al referendum noi diremo No!
Al referendum noi diremo No!
A chi legifera dentro una baita,
anche se sbraita
noi diremo No!
A Calderoli noi diremo No!
A Calderoli noi diremo No!
Torni a curar le carie e si consoli
ché a Calderoli
noi diremo No!
A Calderoli noi diremo No!
A Calderoli noi diremo No!
Torni a cavare denti a suoi brianzoli
Ché a Calderoli
noi diremo No!
A Calderoli ripetiamo No!
A Calderoli ripetiamo No!
Magari è bravo a fare otturazioni
ma Costituzioni
certamente no!
Anche a Nanìa noi diremo No!
Anche a Nanìa noi diremo No!
La sua riforma è una gran porcheria
e anche a Nanìa
noi diremo No!
Anche a Pastore noi diremo No!
Anche a Pastore noi diremo No!
Torni in Abruzzo a pascolar le greggi
ché alle sue leggi
noi diciamo No!
Votiamo tutti e rispondiamo No!
Votiamo tutti e rispondiamo No!
Per dare un’altra sberla a questa destra
la via maestra
è risponder No!



Domani e lunedi  giorni decisivi  per le sorti del nostro amato - odiato  Paese  . Dopo una  durissima  campagna  referendaria Essa  è stata condotta   con insulti  da parte  del principale  esponente  del Si  giudicandoci indegni ( infatti  sonounindegno.splinder.com )  mancando  come  è solito fare  di rispetto  .Ma  è stata anche catratterizzata  dall'intervento ambiguo  e  tardivo   dell'autory infatti  zeus news : <<  Non si riesce a capire bene come funzioni l'Authority per le Comunicazioni: lo spot Mediaset sul referendum costituzionale viene giudicato menzognero e falso solo 3 giorni prima delle votazioni e così le altre trasmissioni Rai e Mediaset a senso unico; ma Mediaset decide, ugualmente, di continuare a trasmettere gli spot faziosi e l'Authority si guarda bene dal sospendere le trasmissioni.L'intervento per bloccare il lancio di "Unico" di Telecom Italia, cioè il telefono fisso/mobile, utilizzabile in casa come telefono fisso con le tariffe corrispondenti e all'esterno come telefonino, è stato molto tempestivo, poiché l'uscita del prodotto era prevista per l'inizio di luglio mentre la decisione dell'Authority arriva in questi giorni. [ ..... ]   ( continua qui ) >>  il che ha permesso e permette tutt'ora  a mmediaset  e  in parte alla Rai  [ sic ] d'ingannare  gli utenti  e  di non  come dice   questa  vignetta  di Staino 



e distinguere le panzane  ( metaforicamente parlando  )  dalla  verità e dalla demagogia   :  ma  viste le reazioni   dei dissidenti  del centro destra (  quei pochi che  ogni tanto  usano il cervello e non l'hanno mandato all'ammasso  e mantengono  vivo il loro spirito critico o libero arbitrio  senza appiattirsi  completamente   suq uello che dice  il loro  leader )  dicono  ( fonte la versione online del quotidiano  www.repubblica.i  del 22\06\2006 ) :


<<                                                     Referendum, Tabacci e Follini "Siamo un gruppo di indegni" I centristi: un'assemblea costituente per la rinascita dell'Italia




ROMA - "Eccoci, siamo un gruppo di indegni...". E poi un risolino ironico. Così Bruno Tabacci dell'Udc ha iniziato la conferenza stampa organizzata a Montecitorio insieme a Marco Follini, ex segretario del partito centrista, Publio Fiori (Dc) e Stefano De Luca (Pli). E' il fronte dei "dissidenti" del centrodestra sul referendum. Quelli dei un ''forte e convinto No'' per bocciare la riforma costituzionale della Cdl.
Facendo il verso allo slogan usato ieri da Silvio Berlusconi ("Indegno dell'Italia chi non va a votare sì"), Follini e gli altri che voteranno No al referendum sulla Costituzione hanno chiesto di bocciare la riforma e di convocare subito dopo un'assemblea costituente per decidere in modo bipartisan i cambiamenti della Costituzione.
"Il nostro No - spiega Tabacci - si distingue da quello di Oscar Luigi Scalfaro, che considera intoccabile la Costituzione". Poi precisa che "crediamo sia utile un aggiornamento, che può essere realizzato in modo rispettoso dello spirito costituente". Tabacci mette in chiaro che la consultazione del 25 e 26 giugno "non è una rivincita".
Follini, silenzioso durante la conferenza stampa, non si è però tirato indietro di fronte ai microfoni, dicendo che "una larga parte del centrodestra voterà No", e che questa parte, una volta contati i voti, "sarà numericamente importante".
Ha usato parole dure per la "riforma sbagliata e truffaldina", approvata dal suo schieramento, anche il Dc Publio Fiori, secondo cui, "con questa riforma il premier diventa forte con l'opposizione ma debolissimo con i partiti della sua maggioranza". Fiori ha concluso il suo intervento augurandosi la vittoria del No in modo da poter tornare al punto di partenza e in maniera "più facile far ripartire il confronto sulle riforme necessarie". Anche i liberali, ha spiegato Stefano De Luca, sono "nettamente schierati per il No", precisando che se la riforma del centrosinistra del titolo V della Costituzione è stata "sgradevole", ma quella del centrodestra è "devastante", "un pasticcio realizzato mettendo insieme cose scombinate, come il premierato, il federalismo, l'indebolimento della Corte Costituzionale".
>>
 con questo è tutto a  martedi \ mercoledi  con il reportage  di questo referendum

19.6.06

Votiamo NO per salvare la Costituzione Italiana

Anche se il mio non è un Blog politico voglio fare una eccezione, ritenendolo troppo importante!

Il Comitato Milanese  “Salviamo La Costituzione” scrive in maniera molto chiara:

Difendiamo la  Costituzione al referendum del 25 e 26 giugno: VOTIAMO 
NO!

La Costituzione è la fonte dei diritti di ciascuno di noi e stabilisce le regole fondamentali della nostra convivenza. Non farla stravolgere

La Costituzione è nata dalla resistenza Italiana al nazifascismo e dalla lotta di Liberazione nazionale. Con essa vengono garantiti a tutti eguali diritti civili, politici e sociali. I suoi principali valori sono: la pace, il lavoro, la salute e l’istruzione che devono essere garantiti a tutti i cittadini perché vi possa essere vera emancipazione ed eguaglianza sociale.Il centrodestra, nella scorsa legislatura, ha stravolto gran parte della Costituzione: quasi metà degli articoli di cui è composta.

ECCO I PRINCIPALI MOTIVI PER CUI DOBBIMO VOTARE  NO!

1.  La controriforma prevede una eccessiva concentrazione del potere nelle mani di un uomo solo: il Primo Ministro. Lui potrà pretendere che il Parlamento approvi tutte le leggi che vuole. Se il Parlamento si volesse rifiutare, anche per una sola volta, potrà determinarne lo scioglimento mandando a casa tutti i rappresentanti dei cittadini. Il Parlamento, che ha il compito di rappresentare la volontà di tutti i cittadini, diverrà così, ostaggio di un solo uomo.

2.  Il Governo, che rappresenta il potere esecutivo in quanto è suo compito dare esecuzione alla volontà del Parlamento, non dovrà più ottenere la sua fiducia. Il presidente del Consiglio nominerà e destituirà i Ministri come e quando vorrà senza renderne conto a nessuno.

3Il Presidente della Repubblica non sarà più il garante della Costituzione ma diverrà il “notaio” del Presidente del Consiglio.

4La Corte Costituzionale, che ha il compito di giudicare se le leggi rispettano i principi e i valori della Costituzione, vedrà al suo interno aumentare il numero dei componenti nominati da chi fa le leggi.
E’ evidente che così se ne vanifica l’autonomia.

5Anche la Magistratura ordinaria vedrà ridotta la propria autonomia a favore della concentrazione, di fatto, del potere in mano ad una sola persona. L’Italia ha avuto, nel secolo scorso, una triste esperienza della concentrazione del potere in mano al Capo del Governo.

6L’unità d’Italia, così faticosamente raggiunta solo 150 anni fa, viene ora messa in discussione da un federalismo alla rovescia. Nella storia il federalismo è servito per associare più nazioni fra loro non per dividere il popolo di una stessa nazione. L’unità è l’unità dei diritti che vengono assicurati a tutti i cittadini.

7. Mentre, si lavora per costruire un’Europa di pace in cui ognuno sia cittadino di serie A, la Controriforma della Destra divide gli italiani nella loro vita quotidiana, creando, nel nostro Paese, 20 diversi sistemi scolastici, sanitari,di polizia locale ecc. uno per ogni Regione.

8. Questa Controriforma, confusa e pasticciata, moltiplicherà di vari miliardi di Euro la spesa per gli apparati burocratici. Noi dovremo pagarne i costi! Perché?

Anche io sostengo:

VOTIAMO  NO! NON CONSENTIAMO CHE SFASCINO LA NOSTRA COSTITUZIONE!

Giovanna Nigris

Visitate anche  il  sito  http://www.referendumcostituzionale.org

18.6.06

Senza titolo 1341

qui  è in gioco  l'italia  e la democrazia  anche se non sempre sono d'accordo  con  le posizionio dell'unitù  stavolta   mi trova  d'accordo 



È in gioco l'Italia


Furio Colombo



C´è un rapporto stretto tra la cosiddetta riforma della Giustizia dell´ex ministro Castelli e il grave danno che si vuole recare alla Costituzione con la Riforma Bossi-Berlusconi ("devolution" e nuovi poteri del Primo ministro) su cui siamo chiamati a decidere (decidere per il NO) con il referendum del 25 giugno.
Il rapporto non è solo di affinità, nel senso che i due atti vandalici sono parte delle «36 riforme» di cui si è vantato per quarantadue trasmissioni televisive illegali Silvio Berlusconi durante la campagna elettorale.
Il rapporto è più stretto ed esemplare. Si tratta di uno scambio di servizi tra i due soli agenti attivi della Casa delle Libertà, la Lega Nord e Berlusconi. Gli altri, An e Udc, Fini e Casini, contro ogni rispetto politico per se stessi, si sono prestati ad accomodare Bossi secondo la volontà del padrone di casa. E il padrone di casa, Berlusconi, che cosa voleva? Voleva una vendetta esemplare contro i giudici, che accompagnasse le leggi ad personam che lo hanno esentato o salvato da decine di processi. Con le leggi ad personam Berlusconi ha protetto se stesso nell´immediato, incurante del sarcasmo verso l´Italia nel resto nel mondo. Con la nomina di Castelli a ministro della Giustizia si è assicurato una lunga stagione di distruzione e di messa a tacere di tutto ciò che è vivo, nuovo, coraggioso e integro nella Giustizia italiana. Ha tentato di ottenere silenzio, disciplina e subordinazione. Soprattutto ha voluto (se la cosiddetta riforma della Giustizia non si blocca immediatamente) l´umiliazione di coloro che avevano osato indagare, incriminare, rinviare a giudizio un uomo della ricchezza e della potenza di Silvio Berlusconi.
Che abbia o no intrattenuto rapporti con la mafia, i giudici devono imparare (e Castelli ha fatto di tutto perché ciò avvenisse) che il quattordicesimo uomo più ricco del mondo non si tocca, e che è stupido e meritevole di pubblica umiliazione chi non sta al gioco, nell´infinita stagione di compravendita.
Ora che stiamo per votare al Referendum sugli oltre cinquanta articoli di devastazione e offesa alla Costituzione che ha funzionato mirabilmente per sessant´anni (un anniversario che tanti italiani celebreranno votando NO) ricordiamoci dello scambio di favori avvenuto fra Bossi e Berlusconi.
Bossi ha ottenuto via libera per una disastrosa serie di articoli che spaccano, dividono e rendono inagibile il Paese. Era la sua alternativa alla secessione violenta. Devastare da fuori o devastare da dentro. Berlusconi ha scelto di dargli mano libera, per devastare da dentro, con un disegno di «riforma federale» che nessun costituzionalista accetta o approva, tanto è disastrosamente pericoloso. Come controprova di tale pericolo Bossi, il 15 giugno, ha detto: «se gli italiani votano no, noi useremo altri mezzi, fuori dalla democrazia».
Ricordiamolo, al momento del voto. E ricordiamo che il disegno è unico, frutto di una macchina di distruzione e preparazione di un nuovo potere in cui una mente ha diretto (Berlusconi e i suoi avvocati) e alcune braccia senza scrupoli hanno eseguito (ma eseguito anche con partecipazione sincera, se si considera la naturale inclinazione a umiliare e devastare di personaggi come Borghezio e Gentilini, come Calderoli e le Guardie padane, personaggi e gruppi rivelatori della spinta vandalica della Lega Nord). E tutti gli altri, nella Casa delle Libertà, hanno ciecamente eseguito persino a scapito della propria reputazione.
Quando alla fine non hanno esitazioni a definire «una porcata» ciò che hanno fatto, ci dicono con quale atteggiamento hanno messo mano al «cambiamento del Paese» e con quale faccia parlano di «riforme» contrapposte al «conservatorismo» di chi (e per fortuna siamo in tanti) intende salvare la Costituzione. ***
Ho detto: «c´è un disegno unico» e non intendo proporre una dietrologia che non mi appartiene e di cui non so nulla. Parlo delle cose che so e che vedo.
È in corso una guerra asimmetrica, in cui chi governa, e chi lo rappresenta alla Camera e al Senato, pur avendo vinto le elezioni, sono ancora in difesa.
Devono difendere il proprio patriottismo e, per farlo dovrebbero far finta di credere che non la politica di Berlusconi e Martino e dei loro accordi non detti in Parlamento sono in discussione ma l´onore dei militari.
Devono difendere la propria religiosità e conformità con alcune particolari posizioni che la gerarchia ecclesiastica pretende di imporre per via politica esclusivamente in Italia, come se l´Italia fosse una Repubblica a statuto speciale. Ma il problema non è la impennata di vivaci iniziative, delle autorità vaticane all´interno di un altro Stato (cosa che non penserebbero mai di fare al di fuori dell´Italia e non hanno mai fatto in Italia prima della prostrazione interessata di Berlusconi e dei suoi «atei credenti»).
Il problema è la pretesa della gente di Berlusconi di essere rappresentanti (regolarmente divorziati) della fede cattolica, i portavoce esclusivi del Papa. E guai se cattolici del Centrosinistra osano far loro ombra e pretendere di essere credenti anche loro.
Devono difendersi da un lontano passato politico, parlo di Sergio D´Elia, che ha scontato in prigione una lontana militanza violenta, per poi diventare il grande avversario della pena di morte nel mondo il sostenitore appassionato della non violenza dei Radicali, il fondatore di "Nessuno tocchi Caino". Ma viene giudicato con rabbia e veemenza dal partito degli imputati e dei condannati per corruzione e per mafia. Non trent´anni fa. Non dopo aver scontato la prigione. Ma adesso, ai nostri giorni, in Parlamento.
Qualcuno, che è diventato vice ministro della Giustizia dopo essersi occupato - senza reati di sorta - di Centri Sociali, deve rendere conto di quel legame evidentemente più vergognoso dei legami di mafia. E a chi ne deve rendere conto?
A uno schieramento che ha reclutato fascisti che definiscono se stessi fascisti (oggi, ai nostri giorni), negatori della Shoah («non ho elementi per dire se i campi di sterminio siano esistiti») e personaggi tuttora legati al maestro di razzismo Julius Evola e a antiche, vergognose pubblicazioni come la "Difesa della Razza".
Alla stessa gente, allo schieramento che comprende gli xenofobi della Lega (e del quotidiano "La Padania", che ha diversi, vistosi trascorsi di antisemitismo, prima che l´anti-islamismo diventasse il faro e la guida) e a veri, orgogliosi e dichiarati fascisti di cui abbiamo appena parlato, la sinistra deve rendere conto dei rapporti e dei sentimenti verso Israele, e del conflitto nel Medio Oriente.
Di questa guerra asimmetrica è utile esaminare alcuni dettagli. Uno è la immensa offesa ostentata dal ministro Martino che, pur essendosi davvero (e in modo inequivocabilmente provato) dimenticato di avvertire il Parlamento che mille soldati italiani sarebbero stati lasciati indefinitamente in Iraq, definisce ripetutamente «mentitore abituale» Massimo D´Alema che ha notato l´incredibile buco di informazione, ma non lo ha mai trasformato in una accusa personale a Martino.
Un altro è il comportamento della opposizione di destra in Senato. La maggioranza tiene e mostra di avere i voti di cui ha bisogno. Ma c´è chi, anche nella grande stampa, si presta a definire il Senato «Il ventre molle dell´Unione» (il Corriere della Sera, 15 giugno).
È un giudizio legittimo, naturalmente. Manca però la cronaca della continua sollevazione di ondate gratuite, deliberatamente inventate, di teppismo d´aula, scenate scatenate nel vuoto, nonostante il tono sereno e proceduralmente esatto di Franco Marini. Immaginate quale rivolta di popolo senatoriale produrrebbe un´aula diretta da un omologo di sinistra di Marcello Pera, uno che per fortuna non c´è, determinato ogni volta a piegare le regole a favore della sua parte, come è accaduto per cinque anni.
Li guardi, mentre urlano tutti insieme di fronte a te, cercando di inventare violazioni di voto che non ci sono, come a una male organizzata cagnara goliardica, e vorresti filmarli per mostrarli agli elettori del referendum. Ecco, questi sono i colleghi senatori disponibili, in caso di vittoria del Sì, e dunque in caso di vittoria della Costituzione Bossi-Berlusconi, a «discutere insieme delle buone modifiche che si possono ancora fare».
Diciamo che nel loro incredibile comportamento c´è un vantaggio, per il Centrosinistra, in questo delicatissimo momento. Serve a ricordare per forza anche al più mite «dialoghista» chi sono e come sono gli autori della «porcata» di cui si vanta l´ex ministro Calderoli.
A tutto ciò va aggiunta la voce della Rai. Ha ragione Giovanni Sartori. La "scheda" sul referendum presentata dal Tg1, ore 13,30 del 15 giugno, avrebbe potuto accreditare e spiegare benissimo anche la «Riforma Mussolini» del 1926. Infatti la vasta modifica costituzionale Bossi-Berlusconi viene spiegata leggendo ciò che viene dato, non ciò che viene tolto dalla nuova legge, in modo che si perda del tutto le percezione dello squilibrio di poteri che si crea, tagliando, abolendo, spostando, punti essenziali di contrappeso e garanzia.
L´introduzione della parola "Nazione" in lugo di Stato viene oscurata, si parla di comitati per il Sì «organizzati dagli italiani nel mondo». Il tutto in un clamoroso vuoto di vere notizie che, sul Corriere della Sera del 13 giugno, il prof. Sartori ha giustamente chiamato «disinformazione».
Mi domando come possano i vertici dell´Unione non usare tutta la forza della loro (della nostra) protesta, e della protesta di tanti italiani, di fronte a un uso così improprio e alterato della comunicazione pubblica.
C´è dunque un disegno unico. Prevede che la "spallata" possa essere data, attraverso la polverizzazione dell´attività legislativa in una delle Camere, una volta ottenuto il Sì alla loro riforma della Costituzione. A quel punto essi avrebbero in mano una tremenda legge elettorale («la porcata» di Calderoli), una Costituzione deformata che ha abbandonato alcuni dei più importanti principi della cultura antifascista e resistenziale, basata sul riconoscimento di uguali diritti umani e civili a tutti i cittadini e alla loro protezione dalle prevaricazioni dei veri poteri forti, con sono i poteri dell´informazione. E hanno in mano la «riforma del premierato» che attribuisce al primo ministro poteri che - con scandalo e severo giudizio negativo di ciascun costituzionalista rispettabile che si conosca - sommano e allargano i poteri di Blair, quelli di Bush, senza gli adeguati contrappesi parlamentari previsti in quei due Paesi. In altre parole, un lungo passo verso la dittatura. Aggravato dal silenzio imposto ai giudici, e dall´uso di una televisione di Stato che continua a essere integralmente berlusconiana. Certo lo è nella informazione sul referendum.
Ecco, questo è il disegno contro cui gli italiani dovranno dire NO, in tanti, il 25 e il 26 giugno.

furiocolombo@unita.it

 dal dossier di repubblica 


COMMENTI




  • DOCUMENTI






  • LA CAMPAGNA





articoli  vari


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...