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1.2.25

I GIUDICI GIUSTIFICANO UNO SPIETATO KILLER il caso di La condanna a 30 anni di Salvatore Montefusco per il brutale duplice omicidio della moglie e della "gliastra, Gabriella e Renata Trafandir

Sarà pure un personaggio mediatico  e  permaoso  ma  Robertàa  Bruzzone  stavolta    ha ragione 

La condanna a 30 anni di Salvatore Montefusco per il brutale duplice omicidio della moglie e della figliastra, Gabriella e Renata Trafandir, ha innescato una scia di polemiche condivisibili. A sconcertare è il punto di vista che sembra essere stato accolto dai giudici,cioè quello dell'assassino, che permea l'intero impianto motivazionale. Manca in maniera sorprendente una lettura critica dellaevidente asimmetria di




potere, soprattutto economico, tra l'assassino e le due vittime. Madre e figlia dipendevano economicamente dall'uomo che le ha uccise. L'omicida ha utilizzato quella dipendenza in una logica ritorsiva e rica!atoria, con intimidazioni continue, impedendo loro di lasciare la casa in tempo per salvarsi. E allora una domanda sorge spontanea: qual è il concetto di  libertà femminile che trova applicazione nei Tribunali italiani ? Dove viene posto il confine tra controllo e violenza?
  Infatti   secondo  l'analisi   di  Marilisa D’Amico  Ordinaria di diritto costituzionale all’Università Statale di Milano


IL MOVENTE   DELLA VIOLENZA  NON È MAI UNA GIUSTIFICAZIONE


Nella recente  sentenza per il  duplice femminicidio di Gabriela  Trafandir, e della figlia Renata si è parlato della ‘comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il reato’. Occorre però sottolineare che il movente di un delitto non può essere mai considerato ‘comprensibile’. La giustificazione di un omicidio è una visione pericolosa e inaccettabile che dà solo adito alla 
vittimizzazione secondaria, che si verifica quando la persona offesa viene ulteriormente danneggiata 
dal sistema giudiziario, dai  media o dalla società, attraverso atteggiamenti che minimizzano la gravità del crimine o giustificano l’azione di chi ha commesso il reato. Le cause che portano a un femminicidio, 
come la gelosia o il desiderio di controllo, sono spesso presentate come ‘motivi comprensibili’, ma queste non devono essere considerate delle giusti!cazioni per un qualsiasi atto di violenza (tanto meno per quelli che portano alla morte). Tali giustificazioni rischiano di normalizzare la violenza di genere e di creare un ambiente in cui le donne sono ulteriormente vulnerabili ad altre violenze”.

27.4.23

perché le persone discriminano? Perché la gente non si limita a vivere la propria vita invece di entrare nel merito di quella degli altri» ? Dario de Judicibus

 Un amico mi ha domandato: «Dario, ma perché le persone discriminano? Perché la gente non si limita a vivere la propria vita invece di entrare nel merito di quella degli altri» ?

Ci ho pensato molto e alla fine sono giunto a una conclusione, probabilmente inaspettata, sicuramente non ortodossa: è solo uno dei tanti meccanismi con i quali un gruppo di individui elimina un altro gruppo dalla lotta per il potere e la sopravvivenza. Non è un caso che spesso vediamo questi comportamenti anche fra i nostri parenti più vicini nel regno animale: i bonobo e gli scimpanzé. Se sei il più forte o il più furbo è facile avere la meglio, diventare l'alfa, quello che comanda. Ma se sei il più debole? Se vuoi comunque conquistarti una posizione che non sia proprio alla base della piramide, cosa fai? Devi eliminare quanti più concorrenti possibili, quanto meno quelli che starebbero un gradino sopra a te per intelligenza o forza. E allora ti attacchi a qualcos'altro, a qualcosa che con l'intelligenza, la forza o comunque le qualità individuali non ha nulla a che vedere, qualcosa che possa tagliare fuori di colpo intere fette della popolazione dalla corsa al potere. È una donna, è nero, è omosessuale, appartiene a quella etnia o crede in quelle divinità. Insomma, qualsiasi
cosa va bene, purché di colpo metta un'intera fetta di individui al piano di sotto, in fondo alla piramide. Sei maschio, bianco, sei cristiano, sei etero: allora sei superiore a tutti quelli che non lo sono, poco importa se sei un cretino, debole e senza spina dorsale. Sei salito di qualche gradino e il potere, che sa che sei debole e stupido, ti adora, perché non rappresenti un pericolo, anzi, fai da cuscinetto a quelli davvero pericolosi che tuttavia sono stati sbattuti in fondo alla fila per ragioni del tutto strumentali.
Il brutto è che il meccanismo funziona così bene che anche chi è discriminato non è esente dal discriminare. E così ci sono donne e omosessuali razzisti, persone di colore omofobe e misogine, religioni che si combattono a vicenda, etnie che discriminano altre etnie pur essendo a loro volta discriminate. Minoranze dentro minoranze dentro altre minoranze, o magari anche maggioranze, come nel caso delle donne, poco importa. Così si crea una gerarchia non più basata sulle capacità e sulle qualità, ma in base a parametri del tutto strumentali, parametri che permettono di avere in cima alla piramide un piccolo gruppo di potenti che campa sulla pelle di tutti gli altri. Un piccolo gruppo davvero paritario, perché formato da uomini, donne, persone di colore e omosessuali che si nascondono tutti dietro alla stessa maschera aristocratica di dinastie inattaccabili e consolidate anche in quelle che chiamiamo democrazie. Re e regine, dittatori, presidenti, dinastie di industriali, capi di organizzazioni più o meno legali. Loro possono essere quello che vogliono: possono essere di qualsivoglia genere, colore, orientamento sessuale o fede religiosa. Magari non lo fanno sapere, ma vivono la loro vita a spese di tutti gli altri, pur essendo quello che a tutti gli altri è negato, perché la prima cosa in assoluto che devono negare agli altri è il potere. Tutto il resto è solo funzionale a questo. Perché le persone discriminano, quindi? Perché è più facile dimostrare che un altro è inferiore a noi piuttosto che sia superiore, specialmente se tale "dimostrazione" non si basa su un'onesto confronto di qualità ma su evidenze oggettive del tutto irrilevanti come il colore della pelle, l'etnia, l'orientamento sessuale o il genere. Sei una donna? È evidente. Sei di genere fluido? È evidente. Sei di pelle scura? È evidente, facile da dimostrare: non significa nulla, quindi è perfetto per affermare che sei inferiore. Tu invece devi dimostrare che io sono un cretino e sebbene in molti questo sia evidente, è un po' più difficile da fare. Magari perché a quel punto ti denuncio per diffamazione. Tu invece non mi puoi denunciare per diffamazione per aver detto che sei una donna o che la tua pelle è nera. A me basta solo far passare il messaggio che tutto ciò è sufficiente per tagliarti le gambe, impedirti di studiare, di accedere a posti di comando, persino di esercitare determinati mestieri. Alla fine, e purtroppo è successo spesso nella Storia, per negarti persino il diritto di esistere.

Vestita così, te le cerchi. stereotipo meso indiscussione da Martina evatore durante la finale Miss Venice Beach in cui ha sfilato con gli abiti di quando fu molestata

  per  chi ha  fretta  \  di  cosa stianmo  parlando  Violenza, Martina Evatore: "Non c'entrano i vestiti" | Radio Capital  st...